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Agli inizi del '300 l'Europa si trovò davanti una vera e propria crisi demografica. Ciò avvenne in particolare
per la crescita della popolazione iniziata già nell'anno mille; le annate piovose e la mancanza di terreni
fertili aggravarono ancora di più la situazione, dove c'era bisogno di sfamare sempre più persone. Anche
le guerre fecero migliaia di vittime, distruggendo i campi, ma l'apice di questa crisi arrivò con la peste:
scoppiò in Crimea nel 1346 e si diffuse in meno di un anno in tutta Europa; la diffusione fu facilitata dalla
scarsa igiene, dalla circolazione delle truppe ma principalmente dai topi, che proliferavano nelle navi dei
porti commerciali. Questa pandemia durò fino al 1351 e si conoscono 3 tipi di peste: bubbonica,
setticemica e polmonare.

Le colpa di questo morbo furono scagliate contro i gruppi sociali emarginati: lebbrosi, diseredati, e
soprattutto gli ebrei. Arrivarono quindi a circolare la voce che questi avessero avvelenato le acque dei
pozzi con pozioni velenose. Iniziarono quindi delle persecuzioni contro gli ebrei, dove furono sterminati
dalle masse popolari dette Pogrom. Questa scusa fu utile per eliminare gli ebrei in quanto abili
commercianti, e potevano quindi risultare concorrenti, e anche per risanare molti debiti nei loro
confronti. La chiesa appoggiò queste persecuzioni, in quanto gli ebrei erano coloro che avevano ucciso
Cristo; papa Clemente VI nel 1348 si dichiarò contro queste violenze ma non fu ascoltato.

La crisi demografica ebbe pesanti conseguenze sull'economia europea, portando un profondo calo dei
redditi e una forte richiesta di innovazione per risorgere da questo periodo. Nell'ambito dell'agricoltura
la produzione venne ristrutturata con l'introduzione della mezzadria: un vero e proprio contratto agrario
dove un latifondista si accordava con un contadino, ricevendo in cambio metà del prodotto. Inoltre
incrementarono le produzioni specializzate, come olio, vite, lana, seta, e latte. Nel settore manufatturiero
ci fu un calo della manodopera e le attività industriali dovevano pagare salari più alti agli operai, per
questo molte produzioni rimasero incompiute. Per quanto riguarda il commercio, furono aperte nuove
linee commerciali sulle alpi, sul Mediterraneo, in particolare con i porti di Siria ed Egitto, e sull'Atlantico.

Inevitabilmente la crisi che attraversò il '300 portò ad una profonda trasformazione della società: la
classe sociale che riuscì ad approfittare di questa situazione fu quella nobiliare, arricchendosi con i patti
agrari. Parallelamente si affermò anche la classe borghese, formata da commercianti abbienti, che con le
loro ricchezze cercavano di entrare a far parte della nobiltà. Decisamente più numerosi furono però
coloro che caddero nella povertà a causa della perdita dei terreni o nell'impossibilità di vendere la
merce. Nacque anche la figura dei mendicanti, che vagabondavano di città in città alla ricerca di
elemosina. Lo stato tentò di difendere queste figure nel campo della beneficenza, ma furono tuttavia
frequenti le ordinanze contro chi viveva di espedienti pur potendo lavorare.

Il vasto malcontento portato dalla povertà e dal crescente divario sociale sfociò in una serie di rivolte
sociali, definite "rivolte degli esclusi". Questo perchè il principale movente era l'esclusione della maggior
parte del popolo dalla vita politica. Tra i più importanti ricordiamo la Jacquerie in Francia, la rivolta dei
contadini in Inghilterra o i Ciompi a Firenze.
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Tra il 15esimo e il 16esimo secolo l'obiettivo di acquisire una sovranità assoluta era fondamentale, dato il periodo di
continue guerre in cui l'Europa si trovava: il re infatti aveva la possibilità di prendere provvedimenti senza il consenso
del Parlamento; iniziarono così ad accentrare il potere nelle loro mani per sfruttare questo privilegio. Questa presa di
potere portò alla nascita dello stato moderno, che ebbe come caratteristiche fondamentali l'accentramento del potere,
la territorialità, la concezione patrimoniale e dinastica dello stato e l'organizzazione incentrata sulla corte. Essa diventò
infatti il centro della società, il luogo dove viveva il re insieme ai suoi collaboratori e alla burocrazia. I nobili, che in
questo modo perdevano potere, contrastarono l'accentramento dell'autorità sovrana con delle assemblee per
rivendicare il loro diritto di rappresentare il popolo.

Con l'accentramento del potere dei sovrani, nascono due importanti regni: Inghilterra e Francia. Quest'ultima, durante
il suo processo di affermazione territoriale si trovò come ostacolo i feudi inglesi. Il re francese Filippo VI decise di
occupare questi feudi. Iniziò cosi la guerra dei Cent'anni (1337-1453), che con varie tregue finì con la sconfitta della
Francia a Crecy e Poitiers. Gli inglesi si impadronirono del territorio francese ma con l'arrivo di Carlo VII, figlio di Carlo
VI, la situazione tornò a favore dei francesi, che riorganizzarono l'esercito. Qui fu fondamentale l'aiuto di Giovanna
d'Arco, che guidò l'esercito francese alla vittoria. L'Inghilterra fu quindi costretta a restituire i territori alla Francia. La
guerra dei Cent'anni sancì inoltre il declino della cavalleria, con armature pesanti e costose, e affermò l'utilizzo di armi a
lunga gittata e più leggere, della polvere da sparo e migliorò l'architettura delle mura difensive.

Finita la guerra, in Francia il re Luigi XI cercò di unificare i territori della monarchia scontrandosi con Carlo il Temerario,
riuscendo ad occupare quasi tutto il territorio francese. Istituì inoltre un esercito permanente e rafforzò l'ambito
amministrativo. In Inghilterra la guerra portò ad una crisi dinastica, la guerra delle Due Rose, tra la famiglia degli York e
quella dei Lancaster. Essa terminò con la nascita della dinastia Tudor. In seguito lo stato si dedicò al rafforzamento del
potere e dell'esercito. In Spagna invece, con la lunga Reconquista, il territorio fu diviso in 4 regni, e con il matrimonio di
Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona la Spagna si unificò in un unico regno. La componente principale che teneva
insieme la Spagna era la forte religione cattolica, che portò in seguito alla cacciata di ebrei e mori.

Alla fine del 13esimo secolo, l'invasione dei mongoli spinse i Turchi nei pressi dell'impero bizantino. Essi furono
inizialmente ostacolati da Tamerlano, con il tentativo di fondare un secondo impero mongolo. Tuttavia i Turchi li
sconfissero e iniziarono la propria espansione in Asia minore e nel 1453 con Maometto II conquistarono Costantinopoli,
rinominata Istanbul. La loro espansione in seguito arrivò fino al mediterraneo diventando una vera e propria minaccia
per l'intera Europa. In Russia invece il Principato di Mosca, dopo l'invasione mongola, permise alla chiesa di diventare
un punto di riferimento del cristianesimo. Mosca si definì così come la Terza Roma.

La debolezza più grande dell'area italiana era la sua divisione in molte entità politiche che militarmente non erano in
grado di contrastare le potenze europee. In particolare erano divise in una civiltà urbana e una feudale. I 5 stati
regionali che presero forma in questo periodo furono: Ducato di Savoia, di Milano, Repubblica di Venezia, fiorentina,
Stato della chiesa e Regno di Napoli.

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