IL MODELLO CURTENSE
Tra il 500 ed il 770 d.c. in Europa le continue guerre, le invasioni barbariche, e
numerose epidemie portano a un brusco calo della popolazione.
A partire dall’VIII secolo inizia una crescita demografica che porta la popolazione a
30 milioni di individui nel corso del X secolo. L’aumento della popolazione viene
anche favorito dalla stabilità politica garantita dal Sacro Romano Impero e dalle
maggiori disponibilità alimentari.
In questo periodo le aree rurali diventano il centro della vita economica e
sociale: il fulcro di ogni attività è la curtis.
Con il sistema curtense si afferma il potere della la signoria fondiaria: un
grande proprietario di “fondi” (terre) impone il suo controllo su tutti i
lavoratori che abitano nei suoi territori.
• il clero;
• i contadini e i servi.
Ai vertici della società altomedievale c’è la nobiltà, (“piccola”,
“media” o “grande” in base all’estensione delle terre possedute).
Con il tempo il potere dei nobili aumenta tanto da farli diventare
autorità politiche autonome, con piena sovranità su coloro che
risiedono nel loro territorio.
Anche i membri dell’alto clero possiedono dei fondi (terre).
Abati e vescovi, ad esempio, possono essere a capo di una
curtis e godono di un grande potere. Diversa è la condizione del
basso clero, composto da parroci senza terre.
Una posizione di rilievo nella società è occupata dai