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APPUNTI DI STORIA MODERNA

28/10/20

Nonostante l’inizio dell’era moderna venga comunemente identificato con la data della scoperta d’America
(1492), in realtà si tratta di un’epoca che comincia grazie a fenomeni che si sviluppano anche sul lungo
periodo, i più rilevanti sono:

1. L’ invenzione della STAMPA, la cosiddetta “rivoluzione inavvertita”, che permette la riproduzione e


diffusione di testi su grandissima scala mentre prima erano disponibili solo per pochi.
2. La RIVOLUZIONE MILITARE, i testi militari sono molto venduti e iniziano ad affinarsi armi e tecniche,
in particolare i cannoni diventano “mobili” e iniziano ad essere usati per abbattere mura e nemici.
3. La CADUTA DI COSTANTINOPOLI nel 1453, questo è scioccante per il mondo all’epoca, ma permette
ad esempio all’ Italia di recuperare le sue radici Greche e Latine.
4. L’inizio delle GRANDI ESPLORAZIONI GEOGRAFICHE spinte dal voler intervenire direttamente nel
grande mercato delle spezie, un bene preziosissimo che permetteva di conservare alimenti (ed
eliminare il sapore di marcio della carne frollata) e che si credevano avere miracolose proprietà
medicinali.
Gli europei, infatti, compravano i beni che a loro mancavano dai paesi asiatici (fornendo in cambio
armi e argento la cui produzione abbondava), quindi seta e porcellana dai Cinesi e spezie, appunto,
dall’India. La via principale per questi commerci era la via della Seta, il problema erano i numerosi
passaggi che queste spezie dovevano compiere prima di giungere in Europa; infatti, esse venivano
raccolte in Indonesia, da lì giungevano in India e passavano in mano ai mercanti Arabi che le
portavano a Venezia e da lì in tutta Italia, solo che ad ogni passaggio il prezzo aumentava. Gli
spagnoli cominciarono quindi a cercare la via per l’Oriente in modo da avere maggiore controllo e
vantaggio da questi scambi.
A questa ragione commerciale si affianca la “Reconquìsta”, vale a dire il progetto di riconquistare,
in nome della fede, antichi possedimenti territoriali sia vicini che oltremare, quindi cercano anche i
cristiani.
C’ erano varie situazioni di criticità interne in diversi paesi, e altre vengono portate dagli europei: ad
esempio in Etiopia i portoghesi e i turchi (quindi i cristiani e i musulmani) si disputavano il territorio
e per avere il dominio sfruttavano il mito del leggendario imperatore cristiano orientale, il “prete
Gianni”. Oppure le tribù berbere in Algeria. O ancora lo scontro tra musulmani e indù in India. Gli
europei approfittano di queste faide interne per affermarsi come nuova classe dominante,
facendosi aiutare da una parte della popolazione nell’eliminazione dell’altra. La stessa cosa
successe in Sud America.
5/10/2020

LA NUOVA SOCIETA’ AMERICANA: LA SPAGNA È UN MODELLO

Gli spagnoli ricreano in America città analoghe alle loro tanto che a Madrid viene creato un
consiglio apposito, il re si fa aiutare da una serie di consigli per prendere le decisioni, sono consigli
ad hoc (si occupano di determinate questioni di politica estera o guerre e finanze per controllare le
entrate dello stato). Altri consigli vengono creati per risolvere particolari questioni, ad esempio il
consiglio dell’inquisizione, o altri consigli territoriali come il consiglio di Castiglia, di Aragona, delle
Fiandre e delle Indie, a cui vengono inviate le carte degli amministratori coloniali. Si fanno molti
duplicati dei documenti che vengono codificati per poi essere decifrati, infatti i documenti reali, la
cosiddetta “posta del re”, portavano informazioni molto importanti, quindi dovevano essere
protetti da un codice e rubarli era un gravissimo reato. All’epoca lo scambio d’informazioni era
fittissimo e il re si occupava di situazioni anche minori, perché per approvare qualsiasi tipo di
processo era necessaria la sua firma. Quindi nelle colonie le carte americane passano dal re al
consiglio delle indie.
Gli Spagnoli in America fondano due vice regni: quello della Nuova Spagna, che si estendeva da Las
Vegas a Panama (quindi corrispondente all’attuale Messico) e il regno del Perù. Il viceré aveva
l’incarico di nominare i funzionari delegati, anche quelli designati ad impieghi di minore
importanza; tutti i nominati dovevano essere Castigliani e nella maggior parte dei casi venivano
proclamati a vita. Alcuni degli incarichi più importanti erano quello di
1. funzionario, ovvero il governatore delle province,
2. di castellano (perché c’erano numerose fortezze),
3. o di giudice delle udienze (perché viene portato anche il sistema legale). Questo era un problema
per i molti mercanti ebrei che si recavano in America e che finivano direttamente nelle mani della
santa inquisizione.

COMMERCI E TASSE SPAGNOLE

Per il commercio lo stato si organizza e viene creata la flotta del tesoro, solo che si temevano
attacchi da altre potenze europee, per questo la flotta del tesoro era scortata da altre navi da
guerra, e, giunti in America si approdava in zone sicure da assalti nemici e tornado. Questo metodo
consentiva di controllare più efficacemente il pagamento di tasse, poiché gli scambi avvenivano
attraverso le navi regie, I viaggi però erano molto lunghi, si passava da Bela Cruz dal porto di Callao
in Perù e poi si giungeva a Lima. In ogni caso gli attacchi pirati non c’erano, solo qualche volta la
flotta fu attaccata da altre potenze europee.
I coloni volevano portare i loro prodotti in America (vini, prosciutto, capi di vestiario come i
cappelli, i mobili e in particolare gli arredi religiosi come le statuette dei santi per decorare le
cattedrali). Secondo la legge bisognava pagare la dogana (il quinto real) per trasferire le merci
oltremare, in quel caso il 20% del prezzo era sempre del re (usanza che deriva dalle bande
germaniche). Come pagavano i beni che venivano dalla Spagna? Nei Caraibi trovarono dell’oro, ma
soprattutto grazie al commercio degli schiavi e alla conseguente produzione di canna da zucchero,
caffè e cacao. Infatti, arrivano in Europa tutti quei nuovi prodotti che le piantagioni americane
hanno permesso di coltivare: il tabacco, lo zucchero e i semi di cacao (viene addolcito secondo il
gusto europeo e si diffonde l’uso di bere la cioccolata) e di tutti viene tassato l’uso. Arrivano anche
altri prodotti, ma che non hanno altrettanto valore coloniale. Questi tre beni invece sono
importantissimi. Altri alimenti rivoluzionari per l’alimentazione sono pomodori, patate in
particolare che hanno un’ottima resa alimentare, e poi il mais. L’Europa è inoltre povera di metalli
preziosi, di conseguenza quando viene trovato l’argento in Perù in grandissime quantità, esso viene
tassato e diventa presto il bene più esportato in Europa, dato che viene anche usato come mezzo di
pagamento per i prodotti europei. Sempre riguardo all’aspetto monetario, in Spagna viene coniato
il “pezzo da otto” o “otto reales” perché il calco di questa moneta corrispondeva a otto volte il
valore del reale normale, presto diventa la moneta standard nei commerci internazionali, e al
tempo il cambio oro/argento era favorevole all’argento in oriente, questo costituisce per gli
Spagnoli un modo per arricchirsi.

IL PROBLEMA DELL’ “ENCOMIENDA”

Un altro modello spagnolo adottato oltremare è quello di amministrazione del territorio: la Spagna
è infatti ancora divisa tra città e feudi, quindi, mentre le città sono di proprietà regia, le campagne
spesso son possedimenti di feudatari che hanno potere di vita e di morte sui loro contadini.
Nonostante col tempo diminuisca la loro possibilità di intervenire condannandoli alla pena di morte
o a punizioni corporali, vigeva ancora però un controllo assoluto sui reati di bassa giustizia, ovvero
quei reati che prevedevano pagamenti in denaro, ad esempio un signore poteva tassare la
produzione e il consumo di vino nei bar del proprio feudo.
In America si instaura un sistema simile, ovvero l’encomienda, che è il territorio comandato
dall’encomiendero, con l’unica differenza che alla morte dello stesso il territorio tornava al re. Il
contadino doveva prestarsi per quasi tutto l’anno a lavorare per il signore (da qui il termine ceco
“robot”). Questo sistema nasce con l’obiettivo di difendere gli indigeni e favorire la diffusione del
cristianesimo. Invece gli indios diventano schiavi e molti si lasciano morire piuttosto che lavorare in
schiavitù, da qui la necessità di sostituire gli indios con una forza lavoro diversa (schiavi africani).
Alla fine, Carlo V smantellerà questo sistema per terminare gli abusi compiuti da questi signori.

I PORTOGHESI IN ASIA

Stessa cosa fanno i portoghesi in Asia, a Calicut, e sono favoriti nell’insediamento dalla forte
instabilità politica che regnava in questi territori. I portoghesi però, a differenza degli Spagnoli NON
vogliono conquistare i territori, non ne hanno i mezzi, mirano soprattutto a impadronirsi della rete
commerciale. Al massimo splendore dell’impero portoghese ci sono circa un ventimila? portoghesi
in territorio straniero, molti pochi. Rifornire questi portoghesi dalla madrepatria lontana non era
facile. Ma cosa li spinge a recarsi in India? Speranza di una vita migliore, cercare di scappare, anche
dalla giustizia del loro paese, molti criminali infatti invece di essere giustiziati venivano mandati a
colonizzare. L’importante per i portoghesi quando arrivano è creare empori commerciali (feitorias)
e piccole basi militari che siano difficilmente attaccabili dai locali (in oriente la pirateria era molto
più antica, numerosa, organizzata e potente rispetto a quella occidentale, un po’ anarchica, verrà
eliminata solo secoli dopo dagli Inglesi) e che siano in luoghi strategici al sicuro dai monsoni (es.
Aden). I portoghesi sono avvantaggiati dal punto di vista militare: hanno i cannoni, che danno loro
un grande vantaggio sugli avversari, l’approccio portoghese è quindi quello di insediarsi con una
flotta permanente, farsi pagare dai locali per passare in zone controllate da loro e armate di
cannoni,
il loro vantaggio era proprio quello di insediarsi in zone impossibili da penetrare senza una flotta
moderna, cosa di cui gli Arabi e gli altri avversarsi non disponevano.
Quindi non ne impediscono il commercio ma esigono da loro un’” assicurazione sulla vita” la
cartaza. Stipulano inoltre accordi con i sovrani locali, per la fornitura di spezie o altri prodotti a
condizioni di monopolio o favore(?).
L’insediamento dei portoghesi è avvantaggiato dagli asiatici stessi, perché, essendo in lotta perenne
tra loro, si avvalgono spesso dell’assistenza dei portoghesi per sconfiggere gli avversari, dato che le
loro navi erano nettamente superiori. Il tentativo più serio di bloccare l’espansione portoghese fu
compiuto dal sovrano mamelucco dell’Egitto in alleanza con il sultano dello stato indiano del
Gujarat, ma entrambi furono sconfitti dai portoghesi a Diu nel 1509 oppure Malacca  punto
strategico da cui chi vuole commerciare con la Cina è costretto a passare. Altre conquiste nei
decenni successivi furono nell’isola di Ceylon, da cui importarono la cannella, nelle Molucche, terra
di chiodi di garofano e noce moscata, l’apertura di un emporio a Macao per concessione della Cina,
che fruttò loro sete pregiate e legni profumati. I guadagni erano comunque destinati per buona
parte alla corona attraverso la Casa de India oppure ai finanziatori delle spedizioni, che erano di
origine straniera, quindi solo parte dei guadagni erano destinati al Portogallo, che doveva però
sobbarcarsi le spese di difesa e mantenimento dell’impero afroasiatico. Inoltre, con il passar del
tempo iniziarono a sentire sempre di più la concorrenza di Venezia e, non riuscendo tra l’altro ad
impadronirsi di Aden e avere il pieno controllo sul Mar Rosso, i portoghesi non si prefissero mai di
monopolizzare il lucroso commercio interasiatico. Anche la diffusione della religione cristiana è
diversa, trovano gli islamici in India e in Malesia, e il confucianesimo in Cina. L’unico paese dove la
chiesa di Roma riesce ad attecchire rapidamente è il Giappone, anche sei poi viene restaurato il
buddhismo e lo scintoismo dopo le guerre civili. * Società giapponese: imperatore_ shogun__??
____samurai* La diffusione del cristianesimo è più difficile, non c’’è una conquista, gli europei non
sono vincitori “superiori” al popolo conquistato. Per quanto riguarda le interazioni sociali con i
nativi, i marinai spesso non sopravvivono e per sostituirli si crea man mano un nuovo ceppo, quello
dei “mezzosangue” nati da portoghesi e donne locali, che creano una ponte tra il mondo europeo e
quello asiatico, e vanno a servire i portoghesi.
Contrariamente a ciò che si crede Il creolo era colui che discendeva dagli europei da generazioni,
questo portava a una condizione sociale privilegiata. Coloro che invece nascevano da padre
portoghese e madre locale schiava erano schiavi ma potevano avere dei diritti dato che il padre era
bianco, solo non potevano accedere alla carriera politica.

7/10/2020

LA RIFORMA PROTESTANTE

Grande cambiamento rispetto all’età medievale. Durante i secoli la chiesa di Roma aveva dovuto
affrontate varie eresie, prima tra tutte l’Arianesimo, alla sconfitta del quale si afferma il
cristianesimo, nonché varie scissioni e l’affronto di vari culti eretici. La chiesa ortodossa ritiene i
cattolici troppo moderni e moderati e c’ erano dubbi sul fatto che l’autorità del papa dovesse
essere superiore a quella dei concili. Quindi la protesta nasce sia da fratture interne alla Chiesa, di
tipo organizzativo e ideologico, sia dalla ribellione dei non cattolici ai soprusi e abusi di potere
ecclesiastici.
Alcune delle eresie più diffuse erano quelle dei:
- CATARI: o bulgari, influsso nella Francia meridionale (dove poi si diffonde il calvinismo) un riflesso
delle crociate probabilmente, che predica che noi siamo creazione del demonio, non si può
mangiare carne, né bere alcol, e l’essere perfetto è quello che si autodistrugge, il perfetto è
l’asceta. L’INQUISIZIONE nasce proprio per combattere contro i catari

-USSITI, movimento sorto in Boemia nel XV secolo che seguiva le ideologie di Jan Hus.
LA CRISI DEL PAPATO E DELLA CHIESA CATTOLICA

Perché arriva la riforma? La chiesa aveva introdotto alcune procedure sgradite come la capacità
del Papa di diventare re e inoltre la cattività avignonese aveva raggiunto il suo massimo picco,
in quanto il papato è puramente controllato dai sovrani francesi(?). Nel XV secolo il papato
ritorna a Roma e il Papa gioca un ruolo molto importante, anche perché le altre cariche
ecclesiastiche si sono indebolite in un certo senso, dato che i cardinali non stanno nella loro
diocesi (il primo a farlo sarà San Carlo borromeo a Milano), la chiesa ha quindi perso il contatto
diretto con il suo “gregge”. Di solito i membri delle famiglie importanti diventavano o preti o
cadetti.
Altro problema: non ci sono i seminari, i preti non sanno il latino e quindi non riescono ad
interpretare i testi. Inoltre, la lussuria ha raggiunto livelli altissimi e c’è moltissima corruzione.
Alcuni denunciano le brutture della chiesa, come Erasmo da Rotterdam, ma, anche se non
verrà giustiziato, l’inquisizione proibisce la diffusione dei suoi testi. C’è anche Girolamo
Savonarola che predica l’abbandono della ricchezza.
Carlo VIII inizia le sue guerre italiane, i papi patteggiano un po’ per l’impero, un po’ per la
Francia, un po’ per la spagna.
(il cristianesimo ha facile diffusione nell’ impero tipo Francia spagna Italia etc., ma in altri stati il
processo di radicamento è molto lungo e lento). La produzione alimentare influisce molto
anche su aspetti meno intuitivi come l’esito delle guerre.
REICHsignifica impero, il primo è un insieme di stati, molti dei quali vescovili.
Inghilterra e Danimarca e Germania avevano moltissimi principati autonomi vescovili

L’organo dei principi elettori è costituito da:

Quattro principi laici:

1. Re di Boemia
2. Elettori di Brandeburgo
3. Duca di Sassonia
4. Elettore palatino del regno

I tre elettori vescovili:

1. Arcivescovi di Magonza
2. Arcivescovi di Treviri
3. Arcivescovi di Asburgo

Gli Asburgo erano montanari che venivano dalla svizzera e inizialmente non avevano potere
(poi diventano imperatori ma questa è un’altra storia).

LUTERO E LE TESI PROTESTANTI

Lutero è un frate agostiniano e si fa portavoce di questa ribellione, legge Erasmo, va in


pellegrinaggio a Roma si scandalizza di ciò che vede, torna in Germania e dal 1208 diventa
professore di religione all’ università di Wittenberg professando gli antichi valori di castità,
umiltà etc.
L’evento scatenante è l’ennesima vendita delle indulgenze. Nasce l’idea del livello “intermedio”
del purgatorio. Per evitarlo i santi e la vergine possono intervenire per ridurre i peccati passati
presenti e FUTURI si si paga, queste indulgenze le incamera il papato di Roma. Più si paga e più
l’aldilà sarà roseo. Alberto di Hohenzhollern, arcivescovo di Magdeburgo e vescovo di Halshtatt
decide di diventare arcivescovo di Magonza (che è colui che elegge l’imperatore, che era
prossimo alla morte, tra l’altro, dato che la speranza di vita era bassissima). Chi volesse
diventare imperatore doveva pagare, ogni regnante poteva esserlo, doveva però pagare.
Alberto allora chiede al papa di diventare arcivescovo, lo paga prendendo i soldi a strozzo da
banchieri tedeschi, gli stessi che pagano per l’elezione di Carlo. I soldi di Alberto servono per la
costruzione della cappella sistina. Lutero esce di testa e il 31 OTTOBRE DEL 1517 appende le
sue tesi alla porta della Chiesa, un posto in cui tutti potevano vederle e discuterne, il grande
impatto di queste tesi però è che vengono subito stampate (grazie all’ invenzione della
stampa). Le tesi si diffondono rapidamente in area tedesca. Il vescovo è molto impegnato nei
suoi problemi interni per estendere i domini della chiesa e non dà peso alla minaccia che viene
dalla Germania, anche a causa della mancanza di un’informazione veloce ed efficace, ci sono
problemi di comunicazione anche per la lentezza dello scambio di lettere a causa dei limiti
geografici e climatici. (i passi alpini sono chiusi d’inverno).
Inoltre, l’impero è dilaniato da questioni interne (l’imperatore sta male) e Lutero agisce
indisturbato, molti iniziano ad essere d’accordo con lui. Ad esempio, i contadini servi della
gleba, condannati insieme ai loro figli a una vita di miserie e obblighi verso il loro signore, sono
persuasi dagli ideali di uguaglianza propugnati da Lutero. Solo nel 1519, due anni dopo l’impero
inizia a capire l’entità della minaccia, quando viene eletto Carlo V (??). Lutero riceve allora la
scomunica e la bolla viene bruciata in piazza. Carlo però dà una possibilità a Lutero di ritrattare
le sue tesi. Lutero arriva a worms(?), di fronte all’imperatore e si agita, ma Lutero afferma
nuovamente tutto ciò che ha scritto e viene messo AL BANDO, ovvero non è più protetto dalla
legge, cioè in breve condannarlo a morte, dato che la violenza gratuita era all’ordine del giorno.
Trova la protezione del duca di Sassonia, Federico detto il saggio, perché molti signori
territoriali tedeschi avevano capito che l’agricoltura era la principale fonte di ricchezza, quindi il
clero tedesco era multimiliardario. Se un proprietario diventa protestante allora tutti quei
terreni passano a lui, e questo è un motore importante per la conversione al protestantesimo
da parte dei proprietari terrieri, alcuni sovrani anche per “ripicca” contro la chiesa per non
essere stati eletti come imperatori.
Federico il saggio protegge Lutero, ma nel 1522 scoppiano le prime rivolte popolari: quella dei
cavalieri e quella dei contadini (che vengono ingannati dal prospetto di libertà della nuova
religione, per cercare di uscire dalla loro condizione di difficoltà), che seguono le teorie di
thomas munzer(?), assaltano i castelli dei signori che vengono respinti dai mercenari
professionisti dei signori. Nel 1530 viene pubblicata la confessio augustana, cioè la
formalizzazione del credo luterano, si difende l’eucarestia e si conferma la comunione come
sacramento.

LA SVIZZERA TRA ZWINGLI E CALVINO

Nel frattempo, in Svizzera con Zwingli a Zurigo si va ancora più al di là. Zwingli dice che tutta la
vita religiosa deve basarsi solo sulle sacre scritture e si va all’abolizione delle immagini sacre,
quindi diventano ICONOCLASTI, che comporta la distruzione di un patrimonio artistico molto
importante. Si celebra l’eucarestia ma non si crede nella transustanziazione, non c’è il culto dei
santi e della vergine, viene introdotto il digiuno o di magro, e c’è l’abolizione della messa,
nonché del teatro, degli spettacoli, bere alcolici etc. Zwingli, in concomitanza con le guerre civili
tra cattolici e protestanti muore in battaglia.
Ma arriva Calvino, mentre in Francia la Sorbona si fa carico dei processi degli eretici e Calvino è
costretto a scappare, andandosi a rifugiare a Ginevra, che fa parte dei domini del duca di Savoia
fino al 1536, ovvero quando il duca di Francia invade i possedimenti di savoia e Ginevra diventa
indipendente, nonostante in futuro si cerchi di riprenderla, ma Filippo II di Spagna lo impedisce,
al fine di evitare guerre di religione tra catto e protestanti per una città non poi così importante.
Calvino trasforma rapidamente a sua immagine la città di Ginevra, con le tesi calviniste per la
predestinazione. (vecchia teoria capitalismo-calvinismo di Weber ma non più attuale). Calvino
crea quindi la teocrazia, il calvinismo si diffonde anche nella Francia meridionale e in Olanda.

Più o meno parallelamente all’esperienza di Lutero nasce, negli ormai indipendenti cantoni
della Svizzera tedesca, un movimento che si stacca dalla fede tradizionale, per opera di Ulrich
Zwingli, cappellano della cattedrale di Zurigo dal 1518, che riuscì a convincere il Consiglio
cittadino ad abolire la messa, a riformare la liturgia e a imporre la Bibbia come unica fonte
religiosa autorevole. Si trattò inoltre di una rivolta iconoclasta, che prevedeva quindi la
distruzione di tutte le immagini sacre, viste come veicoli di idolatria, cosa che danneggiò il
patrimonio artistico. La riforma di diffuse verso Basilea, Berna e Sciaffusa ma non arrivò a
Lucerna e nei cantoni “originari”, questo perché Zwingli esigeva anche la cessazione del servizio
mercenario, del quale aveva avuto esperienza diretta in passato come cappellano delle truppe
che combattevano in Italia, e che in quei territori era un’importante risorsa economica. Proprio
a causa dello scontro che si delineava gli zwingliani tentarono di trovare appoggio nei luterani
tedeschi, ma durante l’incontro di Marburgo nel 1529 Zwingli e Lutero non riuscirono ad
accordarsi sul significato da dare all’eucarestia (secondo il primo una pura cerimonia, mentre
per il secondo un’effettiva transustanziazione), cosicché le due parti risultarono inconciliabili.
Così un esercito cattolico mosse su Zurigo e i protestanti capitolarono a Kappel, dove Zwingli
stesso morì.
L’eredità nel Calvinismo:
Giovanni Calvino, originario della Francia settentrionale, raccoglie ben presto le idee luterane,
con le quali condivide molti punti, come la giustificazione per fede e l’autorità della Sacra
Scrittura. Sotto certi aspetti è ancora più radicale, per esempio la predestinazione diventa ancor
più rilevante, vista come la decisione impenetrabile di un Dio maestoso e terribile. Questo
paradossalmente non toglie però la responsabilità al peccatore, che pecca sempre per suo vizio

8/10/2020

Calvinismo: una religione che fa presa sul popolo riprende il cristianesimo delle origini ed è molto
severa

GLI ANABATTISTI: MINACCIA PER CATTOLICI E PROTESTANTI

Anabattisti: come suggerisce il nome, rifiutano il battesimo. Si tratta di un movimento che si


diffonde in Moravia (nella Repubblica Ceca occidentale) ma anche in Germania e nei Paesi Bassi e
che rappresenta una grande minaccia perché, anche se si basano su testi sacri, oltre ad essere
dell’idea che il battesimo debba essere fatto quando una persona ne ha piena coscienza, quindi in
età adulta il vero problema per i cattolici è che gli anabattisti sono sovversivi in quanto pretendono
l’uguaglianza in una società divisa in caste per legge. In realtà gli anabattisti sono un problema sia
per i cattolici che per i protestanti, nonostante ciò, riescono a impossessarsi di Munster, una città
vescovile(?), e instaurano una teocrazia.
Inoltre, predicano la poligamia, così come i loro discendenti, gli amish americani, idea condannata
sia dai cattolici e protestanti. Questi ultimi si alleano per riconquistare Munster e nel 1535, dopo
due anni di assedio, riescono a riconquistarla e massacrano tutti gli anabattisti rimanenti. Questi
scompaiono quasi del tutto, sopravvivono solo in piccoli gruppi praticando una religione nascosta in
stati diversi.

LA RIFORMA VA ARGINATA

Cosa fa la chiesa cattolica a questo punto per fermare la riforma? Ormai si è radicata in Germania,
Scandinavia e Polonia, anche quasi in Italia, dal limitrofo cantone dei grigioni, in alcune zone
dell’Austria. In Francia prende piede in particolare il Calvinismo, dove si era diffuso anche il culto
legato all’Eresia Catara. (Al tempo non c’erano città molto popolose, anche le più grandi contavano
solo qualche migliaio di abitanti, la maggiore era Napoli che ne aveva 200.000 ed era sede della
corte). Quando la riforma inizia ad arrivare in Italia a Roma si iniziano a preoccupare, anche se in
Italia c’è un altissimo tasso di analfabetismo, il che rende difficile la lettura e la comprensione delle
tesi luterane (in Germania il successo è dovuto infatti anche al tasso di alfabetizzazione più alto).
Persino il clero non era obbligato a imparare a leggere (però solo il latino forse?), molti preti non ne
erano in grado, così le bibbie vengono tradotte nei vari volgari per essere più accessibili.
Carlo V deve reagire a questa sovversione, così su spinta dei sovrani tedeschi chiede al Papa la
convocazione di un concilio, la forma di assemblea religiosa più importante, tuttavia il Papa si
mostra contrario, poiché conscio del fatto che l’esito dei concili medievali era quasi sempre
l’elezione di un nuovo Papa. Allora si abbandona l’idea del concilio ma non quella di riformare.
Attuando alcuni provvedimenti:
 Si decide di riformare l’ufficio dell’inquisizione.
 Si vieta la pubblicazione dei libri proibiti e ciò genera problemi in varie università, come
Padova e Bologna, che non era uno stato indipendente.
 In certi stati, come Venezia, vengono presi provvedimenti per evitare la diffusione del
contagio, anche perché lì arrivano gli anabattisti, così le autorità veneziane fanno
direttamente sparire gli eretici (ma anche gli avversari politici).

Gli anni 30 sono il periodo massimo di espansione della riforma in Italia , anche se rimarrà
sempre un fenomeno prettamente limitato, ci sono alcuni gruppi in particolare con simpatie
sovversive, anche per i calvinisti, e alcuni focolai sospetti come quello di Lucca, che presenta una
situazione particolare perché si cerca di limitare la diffusione della riforma anche per evitare
l’espansione dei Medici nell’unica città che era riuscita a rimanere indipendente fino ad allora.

NAPOLI E LA FIGURA DI JUAN DE VALDES

A Napoli si crea un cenacolo di riformati attorno alla figura di Juan de Valdes che scappa dalla
Spagna rifugiandosi in Italia, questo cenacolo intellettuale (i “Valdesiani”) gode della protezione di
aristocratici napoletani, poiché entrano a farne parte tra gli altri anche Vittoria Colonna e Giulia
Gonzaga, appartenenti a due famiglie aristocratiche tra le più importanti. La Gonzaga finirà in
monastero perché trovano delle sue lettere; altri che gravitano attorno a questo gruppo, come
alcuni frati cappuccini di alto livello, devono fuggire in Moravia, oppure De secchi, amico dei
medici.

 Questa corrente si basa su un cristianesimo mistico ispirato alle idee di Erasmo, in cui viene
accettata anche la sola giustificazione per fede e sincerità della stessa come condizione
sufficiente per la misericordia divina, che non si cura di riti e formalità esterni. Valdes
muore “naturalmente” prima che possa essere giustiziato, dati anche i lenti ritmi dei
processi, ma i suoi seguaci non fanno tutti una bella fine, molti sono costretti a rimanere
nell’ortodossia della chiesa di Roma, mentre altri iniziarono a praticare il nicodemismo,
messo in pratica con difficoltà da chi decise di rimanere in Italia e con più semplicità dagli
eretici rifugiatisi in Europa orientale

Valdes aveva una corrispondenza con il prelato della chiesa Reginald Pole d’Inghilterra, quindi
aveva mosso molte figure rilevanti anche in Europa. Reginald è una figura un po’ sinistra in
Inghilterra, in un momento storico che vede la morte di Edoardo VI e la successione al trono di
Maria, regina cattolica, che giustizia molti eretici non tanto per la religione ma perché rifiutano il
giuramento alla regina che è anche il capo della chiesa inglese. Pole è considerato un moderato, in
un ambiente diviso tra moderati ed estremisti, e si schiera contro un estremista in particolare, il
cardinal Carafa, nunzio apostolico in Spagna grazie a cui si crea il nuovo tribunale dell’inquisizione.

LA RIFORMA DELL’INQUISIZIONE SU MODELLO SPAGNOLO

L’inquisizione era nata proprio contro l’eresia catara, però la maggior parte degli inquisitori erano
dei Domenicani. Il problema, in molti stati europei, sussisteva nella gestione singola e diversa da
parte di ogni vescovo sull’inquisizione nel proprio territorio. In Spagna, però, l’inquisizione era
centralizzata, capitanata dalla figura dell’inquisitore generale, responsabile di tutto regno e al
comando degli inquisitori delle province. Il re, che già si avvale dell’aiuto di numerosi consigli per
regnare, istituisce anche il consiglio dell’inquisizione, cioè un tribunale speciale che può agire senza
passar per vie legali eliminando oppositori anche politici. Il modo più sicuro per la monarchia di
eliminare un oppositore politico era l’accusa di essere sodomita, oppure di avere sangue moro o
ebraico, proprio perché la “Limpieza de sangre” era importantissima.

Invece gli Ebrei dovevano convertirsi al cattolicesimo, ma venivano condannati lo stesso perché
continuavano comunque a professare la propria religione. Carafa approva questo metodo
spagnolo, e cerca di convincere il papa Farnese a riformare l’inquisizione, solo che lui non è proprio
d’accordissimo, aveva compiuto azioni torbide, e si guarda bene dal convocare un concilio. Nel
1542 Carafa riesce infine a convincere il Papa, che con una bolla crea ufficialmente il “Santo
uffizio”, diretto da una congregazione che si stabilisce a Roma, della quale Carafa era capo. Pole e
Carafa concorrevano entrambi ad essere papa, ma Pole non ci riuscirà mai, Carafa invece viene
eletto e fa condannare il rivale. l’Italia si divide in santi tribunali inquisitoriali, ma l’instaurazione
comporta molti problemi, soprattutto ciò che spaventava era l’estrema segretezza del processo.
Chi veniva preso spariva, non aveva più contatti con nessuno, anche se in Italia non ne furono
giustiziati molti relativamente. Si cerca di dare dei regolamenti per fare un po’ di ordine, anche
istituendo nuovi ordini religiosi come la compagnia dei Gesuiti, caratterizzata da una struttura
estremamente gerarchizzata, guidata dall’ex militare Ignazio di Loyola.

12/10/2020

Altri ordini religiosi:

 Teatini, di cui era parte Carafa


 Barnabiti, nati grazie ad Antonio Zaccaria, si fanno carico dell’istruzione della gioventù
 Istruzione dell’oratorio, fondata da Filippo Neri, si occupavano di tutti i figli illegittimi
abbandonati, che erano moltissimi al tempo

Nascita di nuove santità.


La compagnia più importante di tutte però è quella dei Gesuiti, fondata da Sant’Ignazio di Loyola, militare
che, dopo essere stato ferito sul campo, ha delle visioni e si dedica alla religione.

Nel 1540 la compagnia è riconosciuta ufficialmente e Ignazio ne diventa il capo. Tra gli altri obblighi hanno
anche quello di giurare fedeltà al Papa. Anche se istituiscono la figura del cosiddetto Papa nero, il Padre
generale della compagnia di Gesù, ovvero un capo dell’ordine

Il ruolo importante dei Gesuiti è quello di istruttori dei giovani aristocratici, infatti capirono che educandoli
alla fede cristiana e nei confronti del papa, avrebbero ottenuto un vantaggio. Anche oltremare hanno una
strategia: studiano usi e costumi delle popolazioni locali in Asia, Africa, Giappone, Cina, e riconducono i loro
antichi dei alla cristianità persuadendoli che siano gli stessi. Spesso i giapponesi stessi non sono in grado di
leggere antichi testi della loro tradizione. Uno dei maggiori missionari in Asia è Matteo Ricci, e in generale i
Gesuiti raccolgono antichità storiche indiane e americane, con ciò contribuiscono in un certo modo a
salvaguardare la loro tradizione e cultura.

IL CONCILIO DI TRENTO

A favore del concilio si esprime Carlo V, e, anche se inizialmente è contrario, alla fine Paolo III Farnese è
costretto, controvoglia, ad aprire il concilio a Trento nel 1545. Perché Trento? Non era una città italiana
all’epoca, era parte del sacro romano impero germanico, era inoltre un principato vescovile interno al
territorio della penisola italiana (Bolzano non contava). A Trento c’erano due famiglie che si dividevano il
potere del vescovado. Il concilio tuttavia dura molto poco, poiché arriva la peste nel 1547. Allora il concilio
viene spostato a Bologna, ma il papa non vuole riaprirlo, muore qualche tempo dopo. I papi successivi non
vogliono riaprirlo, Giulio III lo fa, ma nel 1552, con lo scoppio della guerra protestante i lavori vengono
ulteriormente interrotti. Sarà Pio IV a riaprirlo e a portarlo a compimento in pochi mesi, sarà chiuso nel
1563. Le conseguenze sono il rafforzamento sia dell’autorità del papa, perché viene messa nero su bianco la
sua superiorità sui vescovi, sia del centralismo della Chiesa di Roma. *Mosca diventa la “terza Roma” per la
centralità della chiesa ortodossa, anche se è in realtà sottoposta al potere dello zar*

Viene poi dato un nuovo catechismo nell’educazione delle nuove generazioni, vengono ribaditi i sette
comandamenti, l’importanza di Maria, e soprattutto si istituiscono i seminari per l’istruzione del clero. I
vescovi dovevano risiedere nella loro diocesi e non potevano accumulare le cariche, ogni vescovo deve
eseguire visite pastorali nella propria diocesi per esaminare lo stato di fedeli e clero. Ci sono testimonianze
molto importanti a riguardo, che portano dati demografici, ad esempio nasce un registro dei matrimoni, dei
morti e dei battesimi e l’annotazione di comunioni e confessioni. Questo permetteva di tracciare anche
eventi tragici come pestilenze.

ULTERIORI CONFLITTI RELIGIOSI E LA PSEUDO-PACE DELLA CONFESSIO AUGUSTANA

In Germania c’è una forte divisione ideologica tra cattolici e protestanti, nessuno dei due riesce a prevalere
sull’ altro e pian piano giungono con difficoltà a una situazione di comodo. Carlo V era contro i protestanti,
e sovrani come Francesco I in Francia che nei loro stati combattevano contro i protestanti, essendo contro
Carlo V, li difendevano in altre circostanze (Francesco, tra l’altro, sempre per contrastare Carlo, si alleò
anche con i turchi contro Vienna). L’imperatore, viste queste minacce esterne, necessita di risolvere
almeno alcuni conflitti interni. Nel 1546 i protestanti fanno una guerra contro l’imperatore cattolico
battaglia di Muhlberg del 1547. C’è un ritratto di Tiziano che ritrae Carlo V all’uscita dal campo di questa
battaglia. Ma ci sono alcune incongruenze, ad esempio non è equipaggiato da cavaliere, bensì da fante,
omaggio alla forza che gli aveva fatto vincere la battaglia. Nel 1555 si arriva ad un accordo, la Confessio
augustana, firmata non da Carlo ma dal fratello, con essa i cattolici e i protestanti arrivano a un accordo:
due saranno le religioni riconosciute nell’ Impero Romano, cattolica romana e luterana. Ma mancano i
Calvinisti, cosa che 60 anni dopo creerà nuovi conflitti. Inoltre, vale il principio che la religione del principe
sia la religione di tutti, quindi se il nobile torna cattolico, come istruito dai gesuiti, tutti i sudditi tornano
cattolici, quindi di fatto la manipolazione c’è sempre, la Confessio è solo per mettere pace sulla carta.

LA BATTAGLIA DI LEPANTO:
L’egemonia e i possedimenti ottenuti in Italia con la pace di Cateau-Cambrésis garantivano al sovrano di
Spagna, Filippo II, una posizione privilegiata sul Mediterraneo, ma comportavano anche un maggior fattore
di vulnerabilità. Tale rischio si concretizzò nell’attacco che l’imperatore ottomano Selim II, successore di
Solimano il magnifico e che da tempo seguiva una politica di espansione e lotta all’egemonia spagnola,
lanciò nel 1570 all’isola di Cipro, avamposto Veneziano e della cristianità, mentre Tunisi veniva presa dal
bey di Algeri, vassallo del sultano. Su iniziativa di papa Pio V nacque così una nuova “Lega santa” difensiva
di cui facevano parte la Repubblica di Genova, Venezia, la Spagna, Il duca di Savoia e l’ordine di Malta. Le
due flotte nemiche si scontrarono a Lepanto il 7 ottobre 1571, nei pressi del golfo di Corinto. Si trattò
dell’ultima battaglia combattuta su barche a remi e con la tecnica dell’abbordaggio, e, nonostante la
maggioranza numerica delle galere ottomane, i cristiani ebbero la vittoria grazie alla superiorità della
potenza di fuoco data dai cannoni contro gli archi usati dai turchi, anche se il conflitto si risolse in scontri
corpo a corpo sui ponti delle navi. La vittoria diede un forte impulso dal punto di vista morale al
rafforzamento dei valori della controriforma, venendo lodata e celebrata da letterati e artisti, tuttavia sul
piano politico e militare i risultati furono piuttosto deludenti: la Lega si sciolse nel 1572 in seguito alla morte
del Papa, un anno dopo Venezia preferì firmare una pace separata che le garantisse il mantenimento di
buoni rapporti con l’impero ottomano, visti i suoi interessi commerciali. La Spagna e il sultano firmarono
una tregua nel 1578 che durò fino alla fine del secolo, poiché entrambi dovettero rivolgere le proprie
attenzioni altrove, la prima alle vicende del nord Europa e il secondo ai conflitti con la Persia.

Il mediterraneo rimase dopo la battaglia un crocevia di scambi, anche se sempre più minacciato dalla
pirateria, sia la guerra di corsa che illegale, con gli uscocchi, sia, in seguito dalle ascendenti potenze
olandese e inglese, dotate di navi agili che permisero di spostare gli equilibri di egemonia da Venezia e dalla
Spagna verso Nord.
LA RIVOLTA DEI PAESI BASSI:
La rivolta dei paesi bassi, che ebbe origine alla fine degli anni Sessanta del 1500, viene anche definita la
guerra degli Ottant’anni in quanto ebbe la sua definitiva conclusione solo con la pace di Vestfalia del 1648.
Fu un conflitto che interessò il regno di Filippo II. I motivi all’origine della rivolta si possono sintetizzare in
tre fattori fondamentali:

 Il primo fattore è di natura religiosa, dato che le dottrine riformate, in particolare il


calvinismo, avevano trovato terreno fertile per diffondersi, soprattutto nei centri industriali
delle Fiandre e del Brabante. Filippo II, strenuo difensore del cattolicesimo è così spinto
all’azione
 Un secondo fattore, di fatto strettamente legato al primo, è di natura politica: a capo del
governo dei Paesi Bassi vi era infatti, a fianco della sorellastra di Filippo, Margherita, il
Cardinale di Granvelle, che per rafforzare il cattolicesimo strinse la morsa sull’Inquisizione
e mostrò scarso rispetto verso le autonomie cittadine. Nonostante i patriziati urbani
fossero in buona parte fedeli al culto cattolico, tale limitazione del loro potere generò
irritazione e opposizione nei confronti del governo Asburgico percepito come oppressivo.
Granvelle venne così allontanato e i patrizi invasero in armi il palazzo della governatrice il 5
aprile 1566, pretendendo l’abolizione dell’inquisizione e una maggior tolleranza verso i
protestanti.
 Il terzo fattore fu di ordine economico, infatti i centri urbani, soprattutto Anversa andarono
in crisi a causa dello spostamento del fondaco inglese, luogo di raccolta dei panni lana, ad
Amburgo, e della temporanea chiusura del Baltico per una guerra tra Svezia e Danimarca.
Cos’ iniziarono una serie di rivolte iconoclaste ad Anversa e in altri centri da parte dei
calvinisti, che aggiunsero ulteriore disordine alla già difficile situazione.

Come cercò di risolvere la situazione Filippo II?

Decise di agire con la forza, inviando il Duca d’Alba a capo di un esercito che giunto a Bruxelles fece
arrestare i capi dell’opposizione, anche cattolici, istituendo il Consiglio dei torbidi, un tribunale
straordinario che emise molte condanne a morte. Inizialmente la strategia funzionò, ma a seguito di un
inasprimento dei prelievi fiscali, ovvero l’istituzione di un’imposta del 10% su tutte le transazioni
commerciali, nel 1569 vi fu una nuova ondata di malcontento.

Approfittò della situazione Guglielmo d’Orange-Nassau, un grande aristocratico che era riuscito a fuggire
prima del massacro e che, organizzata una flotta, riuscì a farsi proclamare statolder, ovvero governatore,
delle province di Olanda e Zelanda e si convertì al calvinismo. Qui i rivoltosi riuscirono a resistere agli
attacchi del Duca d’Alba e, aiutati dagli ugonotti francesi e dai calvinisti inglesi, bloccarono la via di
approvvigionamento per mare. Filippo II fu così costretto ad inviare i rifornimenti alle proprie milizie per via
terrestre, molto più dispendiosa e che lo indusse a dichiarare bancarotta nel 1575. I soldati spagnoli si
ammutinarono e saccheggiarono Anversa.

Inizialmente si cercò di trovare un accordo tra cattolici e protestanti, ma l’aggressività dei calvinisti portò
alla definitiva scissione del paese nel 1579. Le dieci province meridionali ritornarono gradualmente
all’obbedienza, mentre le sette province settentrionali, tra cui l’Olanda, si avviarono verso la definitiva
indipendenza, attirando calvinisti dalle Fiandre e dal Brabante, che non venne messa a repentaglio
nemmeno dall’assassinio di Guglielmo d’Orange, anche perché le Spagna era ormai messa in difficoltà da
ulteriori conflitti con Francia ed Inghilterra.

SITUAZIONE IN FRANCIA

I tentativi di reprimere l’espansione della chiesa riformata, soprattutto Calvinista, non danno risultati, in
Francia la Sorbona si fa carico della repressione tramite processi e condanne, non ci si affida alla chiesa. Nel
1551 arrivano i Gesuiti a dare una mano al potere regio, ma poi molti diventano Ugonotti. La situazione
politica interna si complica quando alla morte di Enrico II nel 1559 durante un torneo, gli succede la moglie,
straniera, e poi il figlio, quindi nei 15 anni successivi regnano re deboli e avvengono guerre civili a volontà
fino al 1598. La Francia sarà politicamente e socialmente bloccata fino ad allora.

GUERRE DI RELIGIONE IN FRANCIA:


Alla morte di Enrico II la Francia si trovò a dover affrontare una precaria situazione dinastica, infatti a causa
della morte del primogenito Francesco II, la reggenza del paese spettò per lungo tempo alla vedova di
Enrico, Caterina de’Medici, la quale dovette affrontare i sempre più accesi conflitti tra cattolici e gli
ugonotti. Il calvinismo in Francia si era infatti diffuso soprattutto nelle province meridionali ed occidentali,
che meno si adeguavano alle novità imposte dalla monarchia dei Valois, e tra la nobiltà, che era ormai
desiderosa di affermarsi rispetto all’ascendente ceto borghese e messa in difficoltà dall’inflazione.

La prima fase delle guerre si ebbe in seguito alla proclamazione dell’editto di San Germano nel 1562 da
parte di Caterina, attraverso cui vennero fatte concessioni agli ugonotti in modo da contrastare lo
strapotere dei Guisa, la fazione nobile cattolica più intransigente. Le altre due fazioni più influenti erano
invece di fede ugonotta: i Borbone, più diffusi nelle province a sud e ad ovest, e i Montmorency-Chatillon, il
cui membro più influente, l’ammiraglio De Coligny, era convertito al calvinismo. L’editto di San Germano
portò al primo massacro di calvinisti avvenuto a Vassy da parte dei Guisa. In seguito ad esso venne
promulgato un secondo editto di San Germano nel 1570, che riaffermava e ampliava quanto stabilito nel
primo.

Qualche anno dopo, l’influenza a corte dell’ammiraglio Coligny sul figlio di Caterina, Carlo IX, divenne
talmente forte da riuscire a combinare le nozze tra Enrico di Borbone, il calvinista re di Navarra, e
Margherita di Valois, sorella di Carlo. Caterina, preoccupata, permise allora ai Guisa di massacrare gli
ugonotti parigini e delle province nella notte di San Bartolomeo, tra il 23 e il 24 agosto 1572, dove ne
perirono più di 2000. Alcuni nobili riuscirono però ad abiurare e fuggire, tra cui Enrico di Borbone, il quale
ritornò a capo delle province a sud e ad ovest che avevano resistito. In opposizione nacque così la Lega
santa, formata da nobili cattolici, capitanata dai Guisa e sostenuta da Parigi.
Un ulteriore scoppio di rivalità tra le fazioni si ebbe in concomitanza alla morte del Duca d’Angiò, erede al
trono di Enrico II. Fu questo l’inizio della “guerra dei tre Enrichi”, combattuta tra il re Enrico III, Enrico di
Borbone, erede al trono, ed Enrico di Guisa. La supremazia che i Guisa avevano ormai raggiunto grazie
anche all’appoggio della monarchia spagnola, indusse Enrico III ad assassinare Enrico di Guisa a Blois nel
1588. Non restò che un accordo da stipulare con Enrico di Borbone, con il quale assediò Parigi e che
designò come suo erede appena prima di essere ucciso per mano di un frate fanatico. Il nuovo re fu quindi
Enrico di Borbone, con il nome di Enrico IV.

Sotto ad Enrico IV si avrà, dopo ulteriori conflitti con la Spagna, una riconciliazione tra le due parti cattolica
e calvinista, ormai estenuate dai conflitti, e la risoluzione di essi porterà prima alla Pace di Vervins con
Filippo II e poi all’editto di Nantes del maggio 1598 con cui si ottiene

 Pace religiosa
 Il cattolicesimo rimane religione di stato
 Il diritto per gli ugonotti di praticare il loro culto (tranne che a Parigi e in qualche altro luogo) e
presidiare militarmente qualche piazzaforte

LA GUERRA DEI TRENT’ANNI


furono diverse le cause alla base del conflitto che insanguinò l’Europa dal 1618 al 1648. Innanzitutto, la
diffusione del protestantesimo, in particolare del Calvinismo, in Germania, generò una controffensiva della
Controriforma in Baviera e nei territori austriaci, insieme alla volontà degli Asburgo di rafforzare il proprio
potere all’interno dell’impero. Gli Asburgo di Spagna erano invece desiderosi di porre fine alle continue
tensioni con i Paesi Bassi, sul finire della tregua dei dodici anni. Le continue tensioni tra cattolici e
protestanti in Germania portarono alla nascita di due unioni: L’unione evangelica, di cui facevano parte
diversi principi protestanti, tra cui il calvinista Federico IV, elettore del Palatinato, che ne era il capo; in
risposta ad essa nacque la lega santa, capitanata da Massimiliano di Wittelsbach, duca di Baviera e che
viene sostenuta dalla Spagna. La libertà religiosa dei principi calvinisti era stata garantita da Rodolfo II, il
quale nel 1609 aveva firmato la “lettera di maestà”, garantendo la libertà di culto. L’evento scatenante si
ebbe in seguito a misure più stringenti a favore dei cattolici nel 1618: Mattia, successore di Rodolfo, cercò
di revocare la lettera di maestà, in concomitanza con l’inaspettata elezione del suo successore al trono
imperiale, il nipote Ferdinando, intransigente cattolico, al trono delle corone di Boemia ed Ungheria, da
parte delle rispettive Diete. I Ceti boemi, sentendosi minacciati, si riuniscono, e il 23 maggio invadono il
palazzo reale, defenestrando due reggenti e un segretario, è la “defenestrazione di Praga” che segna
ufficialmente l’inizio del conflitto.

La guerra si articola in varie fasi:

Fase boemo-palatina (1618-1623):

Dopo la defenestrazione, la Dieta boema costituì un governo autonomo nella città di Praga, e iniziò a
reclutare un esercito in vista degli scontri con gli Asburgo. Altre province del regno imitarono il
comportamento della dieta boema, e le insurrezioni giunsero fino a Vienna e all’Austria. Il conflitto si fece
anche politico nel momento in cui la dieta imperiale elesse come imperatore Ferdinando II, mentre i ceti
boemi gli opposero come loro re Federico IV, l’elettore del palatinato. Questo spinse Ferdinando a chiedere
aiuto alla spagna e lo scontro si consumò nella battaglia della Montagna bianca, 8 novembre 1820, in cui le
forze dei ribelli, non ben organizzate, vennero sconfitte.

Conseguenze in Austria e in Boemia:

 I pastori luterani e calvinisti vennero espulsi


 I capi della ribellione giustiziati
 La nobiltà costretta a convertirsi o emigrare
 Si instaurò in seguito il processo di ricattolicizzazione forzata grazie all’ opera dei gesuiti

o Le terre dei nobili emigrati vennero ridistribuite tra cattolici, spesso stranieri
o Venne promulgata una nuova costituzione che sancisce l’ereditarietà della corona nella
casata degli Asburgo e limita i poteri dei ceti

Fase danese(1625-1629):

dopo qualche anno di stagnamento, i conflitti si riaccesero in seguito a due fatti, destinati però
all’insuccesso:

1. La Francia, fino ad allora neutrale, si sposta dal lato dei protestanti per contrastare gli Asburgo
 Luigi XIII e Richelieu inviarono una spedizione in Valtellina per contrastare gli spagnoli ma
dovettero presto rientrare a causa di problemi interni
2. Il re luterano Cristiano IV interviene, essendo duca di Holstein e quindi interessato agli affari
dell’impero. Attraversa il fiume Elba, ma viene sconfitto da un esercito radunato e guidato dal
terribile nobile ceco Wallenstein. È così costretto a ritirarsi, firmando una pace che gli garantì il
mantenimento dei territori perduti ma gli impose di non intervenire più nei conflitti imperiali.
Wallenstein venne nel frattempo licenziato dal suo ruolo in quanto cominciava a rivaleggiare con gli
Asburgo per il potere.
Nel 1629 viene pubblicato l’editto di Restituzione che prevede la restituzione di tutti i beni
ecclesiastici secolarizzati dal 1552.

Anche sul fronte olandese, gli spagnoli erano riusciti ad ottenere un buon vantaggio. Tuttavia…

 Fase mantovana:
si trattò di una parentesi della guerra in territorio italiano, causata dalla crisi dinastica dopo la
morte del duca di Mantova Vincenzo II Gonzaga. Infatti, sebbene l’erede più prossimo fosse un
membro del ramo francese della famiglia, il duca di Nevers, l’impero rivendicò il suo dominio sul
ducato e anche sul marchesato di Monferrato ad esso annessi. Mantova venne quindi saccheggiata
da un esercito imperiale, mentre la fortezza a Casale Monferrato resistette. Lo scontro si concluse
con trattative di pace dovute agli insorgenti problemi nei rispettivi territori francesi e spagnoli,
nonché a causa dell’epidemia di peste che dilagò in Italia. Si ebbe così L’ACCORDO DI CHERASCO
(1631), secondo cui:
 Mantova e il Monferrato restavano al Nevers, che si riconosceva però
suddito dell’impero
 I francesi mantenevano Pinerolo

FASE SVEDESE (1630-1635)

Gustavo Adolfo, re di Svezia, fu spinto all’entrata in guerra sia dal voler sostenere la causa protestante, sia
per affermare definitivamente il proprio dominio sul baltico. Riportò una vittoria a BREITENFELD che gli aprì
la via verso la Germania meridionale, e, aiutato dai sassoni suoi alleati, si insediò e saccheggiò
gradualmente vari territori dell’impero germanico, costringendoli ad una ritirata anche dall’Italia.
Wallenstein, nel frattempo tornato a comando di un esercitò, si scontrò con gli svedesi nella BATTAGLIA DI
LUTZEN, in cui venne sconfitto, ma che vide anche la morte del re svedese.

Gli svedesi vennero sconfitti con l’aiuto degli spagnoli a NORDLINGEN. A questo punto sia gli svedesi che i
principi protestanti erano rassegnati a concludere una pace con le forse imperiali ma poi
FASE FRANCESE (1635-1648)

L’intervento diretto da parte della Francia a sostegno della causa protestante si spiega non da un punto di
vista religioso, in quanto il cardinale Richelieu era un principe della Santa Romana Chiesa, bensì dalla
volontà politica di impedire agli Asburgo di ripristinare l’egemonia imperiale in Europa, contro cui già i
francesi avevano dovuto lottare al tempo di Carlo V.

Scesero quindi in battaglia a fianco della Svezia e dei Paesi Bassi, entrambe rinfrancate nel desiderio di
affermazione della propria potenza.

 Gli olandesi distrussero la flotta spagnola nella Manica, nella battaglia di DUNE (1639)
 Gli svedesi continuarono ad imperversare in Germania
 I francesi ottennero una decisiva vittoria sul temuto esercito spagnolo nella BATTAGLIA DI ROCROI
(19 maggio 1643)

LA PACE DI VESTFALIA (O MEGLIO, LE PACI)

I negoziati di pace che vennero intrapresi a seguito della Guerra dei trent’anni sfociarono in una serie di
trattati, tra Olanda e Spagna, tra Francia e Impero e tra Svezia e Impero, noti con il nome di Pace di
Vestfalia, dalla regione in cui si riunirono i delegati delle potenze in gioco. Gli esiti furono diversi:

 Venne riconosciuta definitivamente l’indipendenza delle province unite da parte della Spagna, e
venne loro concessa l’espansione nei territori del Brasile e nell’Oceano Indiano in seguito alla
secessione del Portogallo.
 Venne riconosciuta l’indipendenza dei cantoni svizzeri
 La Francia otteneva i vescovati di Metz, Toul e Verdun, gran parte dell’Alsazia e il possesso di
piazzeforti sul Reno e in Piemonte, come Pinerolo.
 La Svezia otteneva città tedesche sul mar Baltico, la Pomerania occidentale e la provincia di Haland
 I conflitti religiosi vennero appianati: si riconobbe la professione del Calvinismo accanto al
cattolicesimo e al luteranesimo, venne fissato l’anno regolare al 1624 e i principi protestanti
ottennero la possibilità di armarsi e muovere guerre proprie, a patto che non fossero contro
l’imperatore.
 Gli Asburgo perdono qualsiasi ambizione territoriale nei confronti della Germania e si concentrano
sul consolidare i possedimenti patrimoniali, rivolgendosi poi verso i Balcani.

Le contese in sospeso tra Spagna e Francia vennero risolte con la Pace dei Pirenei nel 1659, con cui la
Francia ottenne l’Artois e il Rossiglione.

Le conseguenze di questa guerra e di questa pace furono la fine dei conflitti tra potenze mossi per motivi
religiosi, e il porre al di sopra di essi gli interessi di Stato e poi la devastazione che portò soprattutto in
Germania, scenario principale della guerra rimasto profondamente devastato demograficamente anche a
causa di pestilenze e carestie.
PIETRO IL GRANDE E L’ASCESA DELLA RUSSIA
Pietro il grande divenne zar della Russia nel 1689, a seguito di una lunga crisi dinastica, e fin da subito
mostrò vivo interesse per gli usi e le tecnologie occidentali, e volle modernizzare il suo paese seguendo quel
modello. Per fare ciò intraprese un viaggio che lo portò in Olanda, in Inghilterra e in Germania, dove si
informò sulle tecniche di costruzione degli armamenti e delle navi e dove ebbe modo di applicare ciò che
aveva appreso. Tornò in Russia per porre fine ad una ribellione degli strel’cy, che represse nel sangue,
ulteriori violenze vennero perpetrate nei confronti del figlio Alessandro, che non condivideva la politica del
padre.

La modernizzazione continuò incentivando sia accogliendo ingegneri e tecnici olandesi, tedeschi e italiani in
diversi ambiti di produzione (navale, militare) sia favorendo il soggiorno di giovani aristocratici all’estero.
Ben presto si creò un sempre più ampio divario tra ceti contadini, rimasti arretrati, e nobili russi, che anche
nel vestire e nella mentalità si adeguarono alle nuove tendenze occidentali.

I cambiamenti messi in atto da Pietro avevano come scopo quello di rafforzare lo stato dal punto di vista
militare, in particolare in vista di una conquista di uno sbocco sul baltico, dato che l’unico porto in suo
possesso, Arcangelo, era bloccato per lunghi periodi dell’anno dal ghiaccio. Per fare ciò doveva sottrarre
territori alla Svezia, che aveva il dominio delle regioni affacciate sul Baltico. Pietro il grande sfruttò quindi
l’occasione della “grande guerra del Nord” per allearsi a fianco di Danimarca e Polonia e ottenere una
striscia di territorio all’estremità orientale del baltico, dove diede inizio alla costruzione di Pietroburgo, la
nuova capitale. Grazie poi alla tattica della terra bruciata riuscì a fermare l’avanzata degli svedesi verso
Mosca e riuscì ad impossessarsi di tutte le coste orientali sul Baltico, sancendo i suoi domini con la pace di
Nystad del 30 agosto 1721.

Gli sforzi verso la modernizzazione che Pietro fece interessarono diversi ambiti:

 Innanzitutto, riformò l’esercito e la marina, estendendo a tutta la popolazione l’obbligo di servizio


militare.
 Conseguentemente, per armare le truppe, ci fu un forte impulso dato alla siderurgia e alla
metallurgia, attraverso imprese statali in cui a fianco alla manodopera servile lavoravano tecnici
provenienti da stati europei.
 Il commercio ebbe un rinnovato impulso, soprattutto grazie alle nuove conquiste territoriali, anche
se l’economia rimase pur sempre legata all’agricoltura e all’autoconsumo, proprio per questo i
prelievi fiscali per finanziare il progresso militare gravarono sui contadini, sottoposti ad un nuovo
tipo di imposta più pesante.
 Per quanto riguarda gli organi di governo, alla vecchia Duma dei boiari fu sostituito un Consiglio
nominato dallo zar, il Senato. Per ciò che concerneva gli affari ecclesiastici, cercò di ridurre
l’autorità ecclesiastica che si opponeva ai suoi processi di occidentalizzazione: smantellato il
Patriarca di Mosca, venne istituito un nuovo collegio, il Santo Sinodo, e poi incamerò molti dei beni
ecclesiastici. Il territorio venne divisi in governatorati e distretti.
 Per l’amministrazione civile creò una tabella di ranghi, applicata all’esercito e alla marina e divisa in
quattordici gradi, a partire dall’ottavo si otteneva la nobiltà di diritto ereditaria. In questo modo
favorì la dipendenza dei privilegi delle classi agiate dalla figura del monarca, assicurandosi la minor
opposizione possibile.
 Cercò anche di dare impulso alla cultura, attraverso l’Accademia delle scienze.

Insomma, diede molti impulsi, ma il vero e proprio cambiamento avrebbe richiesto molto più tempo prima
di essere effettivamente attuato, in una società ancora molto arretrata dal punto di vista economico e
parità sociale.
L’INGHILTERRA E L’ATTO DI SUPREMAZIA

L’Inghilterra invece si converte dal cattolicesimo ad una religione riformata, ma per un pretesto politico. La
religione luterana si diffonde facilmente in Inghilterra, nelle università ad esempio. E figure come il cardinal
Thomas Wolsey, elemosiniere di Enrico VIII (un uomo per tutte le stagioni_film) e anche Tommaso Moro,
cancelliere, si mostrano abbastanza tolleranti. Enrico vuole un erede che la moglie non gli riesce a dare,
solo che non può divorziare. Il fratello maggiore muore quando già era promesso sposo ???

Il re, quindi, va dal papa per chiedere il divorzio, ma a causa del Sacco di Roma del 1527, Clemente II è
prigioniero del papa ed è un parente della moglie di Enrico?? E quindi non autorizza un divorzio. Allora per
ottenere il divorzio, con l’atto di supremazia nel 1534 e diventa il capo della chiesa inglese. Adotta alcuni
principi delle chiese riformate, ovvero quelli sul divorzio, ma anche quelli che vedono nel capo di stato il
capo dei principi della chiesa. L’Inghilterra, a quei tempi, era un paese marginale, che viveva di esportazione
delle materie prime e aveva un commercio di tipo coloniale, soprattutto in lana, che viene inviata sul
continente, soprattutto nelle fiandre; un altro prodotto di esportazione era lo stagno. IL momento storico
non è semplice: il re ha scarse entrate, il paese è sottopopolato ed è in uscita da 30 anni di guerre civili,
quindi Enrico VIII vuole un erede per evitare di incorrere in nuove guerre civili sull’ ascesa al trono. Enrico,
inoltre, brama ad accumulare soldi perché desidera tornare ad essere re di Francia, come lo erano alcuni
suoi antenati, e necessita proprio di finanziamenti ingenti per andare in guerra con la Francia. La scissione
lo aiuta in questo perché si ritrova proprietario dei territori monacali e incassa il 30%.

In Inghilterra, dove è il parlamento che decide sui terreni e dove si è creata una classe di nobili e proprietari
terrieri (che sono quelli che votano al parlamento) che fa soldi sui territori della chiesa, si creano i
presupposti per non voler far tornare il cattolicesimo. I nobili sono la GENTRY, aristocrazia non titolata ma
che dà gli scranni ..a chi?

Enrico riesce ad avere un figlio, Edoardo VI, e si riaccendono conflitti

La chiesa anglicana è contraria all’instaurazione di un protestantesimo più rigido. Gli anglicani sono simili
sotto punti organizzativi alla chiesa di Roma. La morte di Edoardo, tuttavia, porta ad un momentaneo
ritorno al cattolicesimo con la successione al trono di Maria la Sanguinaria, figlia di primo letto di Enrico.
Maria prova a restaurare il cattolicesimo condannando a morte pastori protestanti, ma muore presto anche
lei e le succede Elisabetta I, figlia di Anna Bolena. Elisabetta ritorna all’atto di supremazia e ad un
protestantesimo mitigato, cercando l’accordo con i proprietari terrieri che sono sempre più importanti per
l’economia del paese. Elisabetta inoltre fa dell’Inghilterra un paese produttore di materie prime e non solo
esportatore, questo perché, dopo la ribellione protestante dei paesi bassi e una guerra conseguente, ci sarà
la migrazione di parecchi tecnici specializzati che scappano per evitare di entrare nelle mani
dell’inquisizione, arrivano in Inghilterra e portano le loro tecniche lì, insegnando i metodi.

LA SOCIETA’ EUROPEA E L’ANTICO REGIME

Si tratta di un tipo di società di origine feudale, divisa in caste e in classi, un po’ come in tutto il mondo.
Questa società si divide in tre ordini, non basati sulla ricchezza, bensì sul sangue.

 Clero, di tutti gli ordini


 Nobili, guerrieri in quanto forza armata del re, e portatori di armi (nobiltà =/ ricchezza)
 Lavoratori (alcuni -ad es. banchieri, mercanti- ben più ricchi dei nobili)

I nobili erano addestrati per combattere, era la professione più nobile (haha), è il loro primo compito,
tranne che per il primogenito di solito. Altrimenti potevano diventare ecclesiastici, anche se era visto un po’
come un evitare di dare eredi o di combattere. I nobili ricchi, che possiedono i titoli più importanti, sono
coloro che hanno le maggiori proprietà.

Hidalgo: (hijo de algos) termine per indicare nobili spagnoli che non hanno titoli importanti, ma possono
essere ricchi o poveri (non sono tutti poveri!) ne fanno parte, ad esempio, Cortès e Ignazio di Loyola.

Poi c’è la nobiltà togata, termine usato per indicare la nobiltà francese, non titolata. La monarchia francese
vende le cariche, per arricchirsi, molte cariche vengono addirittura create ad hoc.

Nasce un vizioso circolo di affari secondo cui alcuni funzionari, in cambio di un servizio, non percepivano
stipendio ma ricevevano commissioni dirette dai clienti, che potevano variare ed essere sovra prezzate a
discrezione del venditore. In sostanza venivano organizzate delle aste per aggiudicarsi le imposte su un
certo prodotto, i soldi pattuiti venivano pagati subito dal singolo funzionario allo stato, poi il funz. si faceva
pagare a suo piacimento da coloro a cui forniva il prodotto. Questo processo è fortemente assecondato
dalla nascita in Francia di una tassa, la Paulette, che prevede un pagamento di percentuale del valore
dell’ufficio al re in modo che in caso di morte del proprietario l’attività potesse passare direttamente al
figlio, o al limite al genero. Siccome non c’era sicurezza sulle aspettative di vita, tutti lo facevano per
garantire continuità all’attività e soprattutto sicurezza ai propri eredi. Il sistema alla fine però collassa.

Ma perché i borghesi vogliono diventare nobili? C’erano numerosi privilegi ad esserlo: non pagavano
tasse, avevano il diritto di portare le armi, si poteva esser giudicati solo da un tribunale di nobili (il
“tribunale dei propri pari”). Oltre a ciò, avevano l’accesso alle principali cariche dello stato.

La lotteria di Tonti

14-10-20

L’aristocrazia non è uguale in tutta Europa, in Inghilterra ci sono i titolati e la gentry (l’aristocrazia di
campagna, senza titolo ma con un albo). È la classe che si sviluppa nel ‘500 acquistando le terre della
chiesa.

In Irlanda e in Scozia esistono ancora i clan e i capoclan invece, è una società molto diversa.

In Francia c’è la nobiltà antica contrapposta a quella di toga, cioè coloro che hanno comprato il titolo, che
formano la struttura della burocrazia amministrativa all’epoca di Luigi XIV. Questa varietà di nobiltà di toga
e spada farà scaturire anche la Rivoluzione francese, perché il numero troppo alto di aristocratici.

In Spagna la percentuale di nobili per territorio varia, a nord sono molti e poveri. Andando a mano a mano
verso sud invece ci sono pochi nobili (es i duchi di alba) con ampi latifondi.

In Italia la situazione è diversa, infatti viene dal patrimonio comunale del medioevo, ovvero uno sviluppo
autonomo delle città che si sono affrancate dal controllo dei signori feudali, perciò scappare in città era una
speranza per molti contadini di liberarsi dal signore feudale, e vedevano nella città una sorta di terra
promessa (come chi andava in America). Le città avevano un impianto abbastanza democratico, ma col
tempo si affermano famiglie che hanno più potere di altre, che dopo un po’ pongono una regolazione
biserrata, cioè fanno in modo che le famiglie che avranno potere saranno sempre le stesse, nascono in
quegli anni l’albo d’oro e il patriziato. Queste famiglie non appartengono alla nobiltà di spada, si basano
solo su tradizione.

Ciò non occorre nell’Italia meridionale, perché i normanni creno un regno di modello francese,
caratterizzato da monarchia e potere centralizzato, con i feudi. A Milano molti patrizi acquistano il titolo dal
re di spagna, quindi i patrizi / nobili cercano di aumentare il potere ottenendo l’altro titolo rispettivamente.
Nel Piemonte sabaudo non esistono i patriziati, Novara e Alessandria fan parte dello stato di Milano. La
città più importante dei domini dei Savoia era Vercelli, anche se molto esposta perché al confine con
Milano.

In Germania il sacro romano impero si sfilaccia, abbiamo un’antica nobiltà feudale, i cavalieri Richter che
hanno pochi possedimenti, e le città libere che creano ordini interni.

Nell’Europa occidentale tutte le monarchie sono pressoché ereditarie, mentre più si va verso est e più le
monarchie, per tradizione medievale, sono elettive. In questi paesi ci sono anche i Magnati, che hanno un
dominio assoluto sulla società, ad esempio in Boemia. Praga è una città tedesca nel medioevo, perché molti
mercanti e cittadini tedeschi si recano in Boemia e fondano questa città. Spesso il voto in questi stati va
preso all’unanimità, se anche uno solo dell’assemblea è contrario non si può procedere, questo genera
lentezza per i piccoli bisogni delle minorità e per i cambiamenti di minore importanza.

In Russia invece hanno i Boiari, si tratta di coloro contro cui lo zar Ivan IV il terribile deve lottare per
ottenere il potere assoluto. Questo rende per anni il potere dello zar assoluto, al contrario dei sovrani
europei che devono comunque sottostare a certe leggi e limiti, in Russia il Khan è onnipotente. Nella Russia
sovietica, quando al potere c’è Stalin, Ivan il IV è celebrato come un eroe, invece con Kruscev è un
assassino, con quello dopo il comunismo torna e Ivan è di nuovo un eroe, e così ad alternanza a seconda dei
potenti che si succedono e cosa conviene loro dire. Con Pietro il grande nasce il patto tra aristocrazia e zar,
è colui che elimina il “modello” di Ivan.

Torniamo all’Europa, l’inflazione dei titoli è problematica, si punta solo ai soldi. In Inghilterra ad esempio le
casse del regno diventano presto vuote, così è necessario imporre delle tasse , solo che Giacomo I che va al
trono in questo periodo di guerre con la spagna, povertà, ribellione dell’Irlanda, deve trovare un
escamotage, così crea il titolo di baronetto, di sir, che costa mille sterline, che all’epoca era moltissimissimo
(come milioni di euro per oggi), ed è una mossa che funziona all’inizio, ma si creano ancora nuovi nobili, che
di fatto non hanno molti vantaggi nel comparare feudi a caro prezzo; nonostante ciò le agevolazioni
garantite dal titolo, seppur minime, sono abbastanza per persuadere. È un processo che riguarda diverse
migliaia di persone in realtà, anche persone che partono più umilmente riescono ad arricchirsi col tempo.
Per avere la limpieza de sangre la cosa più sicura era acquistare una carica di ordine cavalleresco cristiano,
speso gli ebrei, che erano molto ricchi, adottavano questo metodo per ovviare ad accuse. Quindi questo
acquisto di cariche può essere voluto sia per desiderio di ascesa sociale, sia per cercare di nascondere un
passato poco pulito.

Aumentando a dismisura i nobili, alcuni parlano di un processo di rifeudalizzazione, dove l’autorità dello
stato abdica al potere in cambio di denaro, spesso infatti le terre vendute sono proprio del sovrano, e
diventano non più aree comuni ma di un solo proprietario.

Questa cosa in realtà è vera a metà, infatti il tipo di proprietario terriero è diverso da quello feudale
medievale. Innanzitutto, nel XVII secolo nessun nobile ha più potere di alta giustizia come accadeva nel
medioevo, ma soprattutto l’acquisto del feudo non dà il potere della terra, cioè magari il nobile a cui viene
venduto il feudo non è il vero proprietario terriero.

Il signore feudale che compra il titolo e le vendite non ha inoltre vantaggio nel maltrattare in alcun modo i
suoi contadini e fa di tutto per proteggere il territorio dalle invasioni militari statali(?)(spesso guidate da un
altro nobile e quindi che lasciava stare). Quindi questa rifeudalizzazione non ha esattamente quelle
implicazioni negative che sono passate, anche perché non ci sono le classi ma i ceti e gli ordini.

La chiesa mantiene i presupposti di una certa scalata sociale, in casi rari anche gli umili possono diventare
papa, sono casi rari ma sicuramente è un ambiente meno segregato della nobiltà. Anche se negli ordini più
bassi non girano molti soldi.
Borghese: termine che nasce nel XIX secolo

Il terzo stato: rappresenta il povero contadino e servo della gleba, ma anche il ricco mercante, quindi
semplicemente tutti coloro che non erano né nobili né clero.

Ad esempio, i Letellier in Francia erano banchieri ricchi ma appartenenti al terzo stato. Molti di questi
arricchiti usano prestanomi della chiesa per evitare le confische. Chi finiva nelle mani della giustizia, pagava
al monastero interno alle loro terre per salvaguardare la loro terra. Mazzarino è di origini molto umili.

LA RIVOLUZIONE MILITARE
 È stata studiata soprattutto dal punto di vista europeo perché siamo quelli che ne hanno beneficiato di
più.

Porta un grande vantaggio all’Europa sugli altri stati, in un’epoca in cui c’erano moltissime guerre, se non
interne ad uno stato, sicuramente esterne, in Europa o in altre parti del mondo, dove si scontravano magari
in stati extraeuropei due potenze europee. Termine coniato da Geoffrey Parker, uno storico inglese, è un
dogma abbastanza rigido nelle teorie storiografiche. L’arrivo delle armi da fuoco e il loro sviluppo porta
un’accelerazione nella progressione della forza militare. La polvere pirica inizia ad essere usata già nel X-XI
secolo e a partire dal XV secolo si inizia ad usarla per abbattere le mura delle città, questo crea una grande
svolta, perché prima le città venivano prese per fame, quindi i tempi erano molto lunghi. In Europa un
esercito deve spesso affrontare tanti territori fortificati in poco tempo, e questo richiedeva tempi lunghi.
Invece con i cannoni è molto più semplice aprire una breccia nelle mura, ad esempio è proprio così che i
turchi prendono Costantinopoli, e in Italia Carlo VIII prede le città italiane circondate da mura. I primi
cannoni sparano una palla grossa e la forza è data dall’energia cinetica dell’impatto. Anche le mura vengono
innovate, per resistere alle cannonate diventano più spesse e si passa alla costruzione di fortificazioni
“all’italiana”, dotate di mura basse e spesse e di bastioni per rispondere al fuoco.

PICCA O FUCILE? BAIONETTA!

Recupero da parte dei fanti della picca, potrebbe o derivare dalla lunga lancia macedone, o è stata
riscoperta dagli svizzeri empiricamente, arma rivalutata perché così ci si infilzano i cavalieri e ci si protegge
dalle armi da fuoco non devono essere ricaricate le armi da fuoco. Infatti, per lungo tempo si dibatte sulla
migliore efficacia del fucile o della picca, il primo non era del tutto affidabile, era lento da ricaricare,
impreciso nel tiro e i fucilieri potevano facilmente essere sgominati da un esercito di picchieri. Fu poi
l’invenzione della baionetta ad innesto, a fine Seicento a risolvere la situazione, incorporando la picca nel
fucile.
UN MUTAMENTO ANCHE SOCIALE:

Come si reagisce secondo Roberts a questa invenzione? Scompare la cavalleria pesante feudale e si ha un
potenziamento della fanteria, perché serve per fare gli assedi, il nobile cavaliere corazzato diventa preda
facile se cade da cavallo (ha 60 kg addosso). L’abbandono del cavaliere crea una “proletarizzazione” della
guerra, perché il cavaliere aveva dei costi molto pesanti da sostenere per mantenere il cavallo (che era un
cavallo da soma, non molto veloce ma resistente) e prendersi l’armatura. I cavalli erano tutti lanciati
insieme per creare una massa d’urto più forte, ma con le armi da fuoco ovviamente l’andare lentamente è
una penalizzazione. Le cariche di cavalieri, con l’invenzione delle armi da fuoco, sono molto vulnerabili, e
se il cavallo viene abbattuto è un problema, e poi un altro problema è quello dei rumori forti, a cui non
erano affatto abituati, quindi i cavalli vanno rieducati. Il cavaliere medioevale viene così relegato ad un
ruolo marginale in battaglia, e questo evidenzia il mutamento sociale, non è più necessario essere nobili e
avere un determinato status sociale per combattere, la guerra non si rifà più a quell’ethos cavalleresco
seocnod cui colpire un nemico da lontano era vile.

La crisi della cavalleria è già in atto nell’assalto delle legioni svizzere id Carlo VIII al Ducato di Milano nel
1512, il loro successo si deve infatti ad un nuovo tipo di formazione:

 Un quadrato di 6000 uomini protetto da quattro


file di soldati su fianchi e fronte, armati di
picche lunghe impugnate in avanti in modo da
bloccare le cariche di cavalleria.
o Tuttavia, erano a loro volta vulnerabili
agli attacchi dei cannoni e degli
archibugi e inutili nell’assedio delle
fortezze con mura all’italiana.

Allora si passa ad unità più flessibili, i tercios, composti da 3000 unità miste di picchieri e archibugieri.

TATTICHE E COMPLICAZIONI

Quindi si rivalutano i legionari, che costavano anche meno. I cittadini e i miliziani borghesi non
combattevano, non avevano neanche i soldi per l’armatura (Rembrandt-Ronda di notte). Chi si arruolava
erano nobili, per tradizione, e disperati. Farsi sparare addosso del primo era una tecnica, perché l’altro si
avvicinava e aveva l’arma scarica, e ci metteva 20 secondi a ricaricare circa se era bravo bravo, voi potevate
sparagli meglio perché era più vicino. Si sperava che il nemico sbagliasse perché non c’erano vere e proprie
armature. Comunque, la polvere da sparo, e la conseguente produzione di armi, porta con sé anche molte
complicazioni, infatti dava problemi con la pioggia, sollevava polvere quando si sparava e impediva di
vedere il nemico, e a volte bisognava accendere con la miccia la polvere, e bisognava sparare con la destra
per forza.

IL soldato addestrato deve mantenere la calma e viene addestrato per la professione, scompaiono le
milizie. La scomparsa della difesa verticale, si creano muri angolati che deviano il colpo fa sì che gli
ingegneri militari pensino a una soluzione: una carica disperata contro la fanteria non era buona, le mura
non servono più, bisogna potenziarle, si passa ai bastioni, mura inclinate che deviano il colpo, così ci
vogliono molti più colpi di cannone per aprire una breccia. Si tratta di una guerra lenta che predilige la
difensiva, con molti morti, così, anche se all’epoca c’era un’accettazione della morte ben diversa, una
battaglia può veder morire l’80- 90 percento delle persone, soprattutto quando l’esercito perdeva la
coesione e si rendeva più vulnerabile, anche perché le ferite inflitte da armi da fuoco erano molto più
mortali. La rivoluzione militare dà quindi un vantaggio strategico incredibile agli europei, col cannone
negli oceani e il soldato armato di fucile, che ci mette un po’ di più a diffondersi e svilupparsi per la
difficoltà di spostare persone. La rivoluzione militare diede anche un forte impulso all’industria, sorsero
industrie degli armamenti in Renania e Lombardia per esempio. Inoltre, il fatto di dover gestire molti
combattenti per lunghi tempi diede modo ai sovrani di rafforzare i propri apparati burocratici e trovare
modi più adeguati di drenare le finanze dei propri sudditi, per questo Parker sostiene che la rivoluzione
militare diede un fortissimo impulso all’affermazione delle grandi monarchie europee che potevano
economicamente permettersi delle spese del genere. Il ruolo della nobiltà era ormai relegato a margine,
non era più un elemento fondamentale per la vittoria in guerra.

ARRUOLAMENTO E VITA MILITARE


COME AVVIENE L’ARRUOLAMENTO?

Oltre alle truppe di mercenari addestrati, vi sono nei tercios degli hidalgos poveri, arruolati per senso di
onore e fedeltà all’ortodossia religiosa.

L’arruolamento è “volontario” dalle terre marginali, le meno fertili, soprattutto territori montuosi. In Italia
le zone di reclutamento maggiori sono quelle collinari o montuose, o la Sardegna, zone lontane dalle città e
molto povere, in cui le famiglie mandavano i figli a combattere per avere soldi. Zone di reclutamento
favorite sono le città, dove si concentravano rifugiati dalle campagne, adescati quando ubriachi, alcuni
invece si arruolano per sfuggire alla giustizia, dando nomi falsi (i “tommy” inglesi). Spesso l’arruolamento
era affidato a ufficiali che giravano per le città e le campagne, quindi in questa modalità la fama dell’ufficiale
contava molto.

CHI SI ARRUOLA? PERCHE’

 Un'altra forza d’arruolamento erano i marginali, coloro che sono ritenuti inutili dalla società:
vagabondi, zingari, persone senza fissa dimora.
 Pochi si arruolavano per “spirito d’avventura ”, attirati dall’idea di vedere territori esotici e
sconosciuti, ignari.
 Altri arruolati erano prigionieri tratti da eserciti nemici

Quando ci si arruolava si pagava una parte dello stipendio, così alcuni si arruolavano più volte, dato
che non c’erano documenti stringenti segnaletici, non c’erano neanche documenti d’identità.
Inoltre molti si arruolavano per usufruire dei privilegi riservati ai soldati  giurisdizione separata,
forme di esenzione fiscale, porto d’armi

NUOVI METODI DI ARRUOLAMENTO

Ma con la rivoluzione militare tendono ad ampliarsi moltissimo gli eserciti, per questo anche tutti questi
militari non sono sufficienti a saziare il bisogno. Le perdite nel personale militare sono altissime, tra malattie
e altro, di conseguenza la popolazione maschile diminuisce drasticamente, anche perché con le scarsissime
conoscenze mediche del tempo molte ferite non erano guaribili.

Così iniziano i censimenti nelle parrocchie e viene chiesto di consegnare una percentuale della popolazione
maschile (non nobili, non ricchi borghesi, non religiosi che erano esentati), spesso un figlio veniva
“sacrificato” in cambio di cibo per il resto della famiglia, perché si aveva un compenso economico. Si usava
il metodo dei bussolotti tipo. Il servizio in marina era ancora più odiato, perché anche lì la mortalità era
altissima. Si aveva un registro marittimo ma spesso anche in questo caso si ricorreva all’arruolamento
forzato, spesso di gente che usciva dal pub.

GLI UFFICIALI

Gli ufficiali erano una cosa distinta, erano i nobili, lo facevano per dovere nei confronti del re e perché era
la massima aspirazione per un nobile il portare la spada, portavano la gorgiera, una placca d’oro, in modo
ornamentale come segno di distinzione che serviva ai cavalieri medievali per pararsi dai colpi ma che ora
era solo segno di fregio. La vita dell’ufficiale non era comunque molto meglio di quella del soldato semplice,
inoltre stavano nelle prime file in battaglia, quindi c’è un alto tasso di mortalità.

Fino al ‘600 nelle marine il sistema di combattimento preferito era la galera, una nave a legno, che era un
facile mezzo di locomozione ma non si poteva navigare in mare aperto e necessitava di molti rematori,
solitamente erano schiavi e condannati, i galeotti, incatenati alla nave, condannati per crimini come debiti
non pagati, ed erano venduti dai duchi a chi coordinava questi prigionieri sulla galera. Questa condanna
non finiva mai, si perdevano i registri e per i prigionieri che avevano “vitto e alloggio” dalla repubblica di
Venezia o altri e dovevano scontare nuovamente anni di prigione per pagare questo debito. Spesso
prigionieri cristiani in Turchia si convertirono all’islam, ma poi se fossero stati riconsegnati all’inquisizione
sarebbero tornati cristiani, non venivano uccisi subito. Se eri recidivo e venivi arrestato più volte sì, però.

I MODELLI DI FAMIGLIE
Gli stati delle anime, i corrispettivi nelle chiese protestanti e l’analisi non solo sui nuclei familiari ma sugli
aggregati.

PETER LASLETT:

1. Nucleare  sembrava essere quello predominante nelle società di antico regime sulla base degli
studi degli elenchi delle parrocchie inglesi.
2. Esteso
3. Multiplo
4. Senza struttura
5. Solitari

Ma grazie a studi più approfonditi e con dati da altri stati

LASLETT E HAJNAL:

due modelli matrimoniali e familiari (sebbene non con schemi rigidi)

1. Paesi dell’Europa nord-occidentale (paesi bassi, scandinavi, paesi di lingua tedesca, isole
britanniche):
a. Matrimonio in tarda età (per le donne dopo i 23, per gli uomini dopo i 26) o nullo
b. Si trasferiscono in una casa propria e generano una nuova famiglia nucleare
c. Prima delle nozze i giovani lavorano spesso a servizio di altre famiglie
2. Paesi dell’Europa orientale e meridionale
a. Matrimonio precoce
b. Residenza patrilocale
c. Nessun servizio in altre famiglie

Rimane il fatto che al tempo la famiglia era prima di tutto un’unità di consumo e di produzione, soprattutto
nel mondo contadino, dove solitamente la grandezza dell’aggregato domestico era proporzionale a quella
del fondo coltivato e dove a seconda dei meccanismi ereditari si potevano avere delle

a. Famiglie nucleari: vi sono più eredi tra cui spartire l’eredità


a. Famiglie ceppo: l’erede è unico, così lui e la moglie convivono con i genitori di lui

Questi condizionamenti di tipi economico e giuridico interessavano anche gli strati superiori della società,
interessati soprattutto alle questioni patrimoniali e di successione. Per questo motivo si avvalgono di
strumenti giuridici per salvaguardare la dispersione del patrimonio, come:
 Il fedecommesso, con il quale si vincolavano degli eredi designati a trasmettere a loro volta una
serie di beni agli ulteriori richiamati, solitamente di discendenza maschile.
 La primogenitura, o maggiorasco, con cui, in presenza di più figli maschi, si concentra il grosso del
patrimonio tutto nelle mani del primogenito

Per quanto riguardava le figlie solitamente solo una era destinata alle nozze, e in lei si concentrava la dote
della famiglia, commisurata alla ricchezza della famiglia d’origine e di quella del marito, una sorta di eredità
anticipata. Le altre donne prendevano la via del chiostro o rimanevano nubili. Tutto questo, anche il fatto di
destinate gli altri figli militari alla vita da cadetti, ecclesiastica o giudiziaria era parte di una strategia
famigliare che attribuiva un ruolo fondamentale alle alleanze matrimoniali e alle reti di parentela agnatizia
e cognatizia.

Non bisogna trascurare il lato affettivo

Stone nel suo libro “famiglia, sesso e matrimonio in Inghilterra fra Cinque e Ottocento” distingue tra tre tipi
di aggregato domestico che si sarebbero successi in questo lungo periodo:

a. Famiglia a lignaggio aperto (1450-1630)


 Freddezza nei rapporti coniugali e con i figli, formalismo e importanza attribuita al casato.
Controllo e influenza della comunità sulla vita familiare.
b. Famiglia nucleare patriarcale ristretta (1550-1700)
 Importanza del pater familias, sviluppo di legami affettivi con i genitori e tra i coniugi,
educazione cristiana e disciplinamento dei figli per influsso della Riforma
c. Famiglia nucleare domestica chiusa (1620-1800)
 C’è un “individualismo affettivo”, una nuova tenerezza tra i coniugi e i figli.

Altra interpretazione è quella di Shorter che sposta a fine Settecento l’erotizzazione dei rapporti di coppia,
in concomitanza con i nuovi modi di produzione capitalisti.
EVOLUZIONE DELL’ECONOMIA EUROPEA

Processo che porta l’Europa da territorio arretrato a vertice del mondo. La via della seta, così sfruttata tra
Impero Romano e impero cinese, quando questi due entrano n crisi non viene più sfruttata.

DAL BARATTO ALLA MONETA: Carlo Magno è il primo a cercare di stabilire un’economia monetaria al
posto del baratto. Però in Europa non c’è molto oro, solo un po’ d’argento. Carlo magno stabilisce la
nascita di una moneta universale: la lira (da libra), che era divisa in sottomultipli. Ogni lira era divisa in
soldi e ogni soldo in decimi. In Inghilterra c’erano il pound, i venti scellini e i dodici penny. A partire dal XIII
secolo, con le crociate, favorisce la riapertura dei commerci, cosa di cui beneficiano in particolare le città
italiane, (Milanoseta, cremona cotone) e molti manufatti, come i prodotti di lavorazione del ferro.

Con l’esplorazione geografica il mercato europeo si amplia ulteriormente, si importa l’argento americano e
avviene la RIVOLUZIONE DEI PREZZI, ci sono più soldi in circolazione e quindi si è spinti a spendere di più.

ALTRO IMPULSO È DATO DALL’ARRIVO DI PRODOTTI COLONIALI (zucchero, caffè, tabacco, cacao) oltre a
prodotti chiave per la sopravvivenza contadina europea, al posto del grano (che non rende molto), arrivano
quindi patata e mais. Con le terre che restano libere si coltiva altro, si allevano animali per la carne, il latte,
la lana, il cuoio, il letame, con conseguente maggiore disposizione dei prodotti alimentari; così i prezzi
scendono e di conseguenza, spendendo meno per alimentarsi le persone hanno più soldi da spendere per
vestiario, tessuti, utensili, oppure altri lussi alimentari.

Le piante coltivate erano quelle da frutto e quelle che, bruciate, fornivano legname per costruzioni navali,
questo era un materiale altamente strategico e ricercato, in particolare dai musulmani. Inizia così il
disboscamento in cerca di legno di castagno, faggio, querce, pino, il problema era che ci voleva tempo
perché si rigenerasse. Con la conquista sudamericana si sfruttano anche le loro foreste. I prodotti coloniali
cambiano anche il gusto del cibo e, dato che prima si consumavano molti superalcolici, c’è una sostituzione
con l’arrivo del caffè e del tè (soprattutto in Inghilterra) e la cioccolata dolce.

COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE: Questi nuovi prodotti creano la nascita di alcune nuove compagnie
privilegiate, che specializzano nel traffico a distanza. Spesso c’era un patrizio che metteva i soldi per
finanziare e altri partivano in nave, tornati indietro si vendeva il prodotto, si faceva il calcolo dei profitti e
delle perdite e si distribuivano i soldi. Si creano compagnie commerciali a cui la corona garantisce il
monopolio del commercio con un determinato stato (es la compagnia delle indie orientali con l’India) e poi
potevano battere monete senza pagare tasse al sovrano, nonché avevano diritto di mantenere la flotta. Le
città raggiunte per intento commerciale erano costrette ad aprirsi al commercio con gli europei (es
Giappone). Presto si afferma sulle altre compagnie la VOC, ovvero la Compagnia Olandese delle Indie
Orientali, o compagnia dei diciassette, che è molto aggressiva con la concorrenza, per esempio andando in
India e distruggendo brutalmente il commercio altrui, bruciando i campi di spezie dei rivali e costruendo
una flotta che avrà per anni il dominio in asia orientale. Con i paesi baltici commerciano soprattutto
grano e il pesce salato. Altri due prodotti che servono sono il legname e la pece, che serve a carenare le
navi.

Il commercio era a compartimenti stagni: ognuno aveva il monopolio su una zona specifica, e non
ammetteva concorrenza, non esisteva il libero mercato. A nord invece chiedono dal sud vini ed olio. Gli
Olandesi costruiscono moltissime navi che vengono vendute a tutti gli altri, questo porta loro molta
ricchezza e questa situazione gli frutterà fino alla guerra con l’Inghilterra in cui molte loro navi saranno
confiscate, e con loro i beni che portano. I banchieri genovesi prestano soldi alla monarchia spagnola e in
cambio ricevono da loro l’argento americano, che poi reinvestono in tutta Europa in tessuti, utensili (armi).
La lana è molto prodotta a Como e Venezia. La Germania era il principale acquirente dall’Italia, venivano a
comprare vino e tessuti, vendevano poco e niente, portano i prodotti italiani nel centro Europa e da lì li
rivendono.

Il 600 è lo spartiacque che spezza il monopolio del mediterraneo, perché il commercio atlantico a lunga
distanza prende il sopravvento, il mercato coloniale si afferma sempre di più. Il ruolo della Spagna non è più
fondamentale come intermediario tra America ed Europa.

LE CORPORAZIONI

Le corporazioni, che si erano create per riunire tutti gli artigiani che producevano un certo prodotto, non
funzionano più. Con le corporazioni il prodotto era fissato, così come il prezzo, per evitare disuguaglianze,
inoltre nessuno poteva fare incetta di materie prime, e c’erano salari uguali per tutti, se l’affiliato si ammala
si pagano le cure, e si garantisce una pensione per l’eventuale vedova. La corporazione provvede alle spese.

Quando però da fuori arriva la concorrenza, ovvero prodotti più vari e meno costosi, questo sistema fisso e
statico fallisce, anche perché l’interesse del pubblico è rivolto alla novità. Avviene quindi una sorta di
“deindustrializzazione” dell’Italia settentrionale, che vede l’abbandono della produzione di manufatti per
tronare ad affittare la terra, cosa che li fa arretrare economicamente.

19/10/2020

Economia mondo: una zona del pianeta che vede il dominio da parte di una struttura economica rispetto
alle altre. Wallerstein Individua la prima in Venezia, poi si sposta ad Anversa e poi a Genova fino al 1627,
anno di bancarotta. Da lì in poi l’economia mondo lascia il mediterraneo e si trasferisce ad Amsterdam,
dove rimane fino al 700 e diventa Londra, dopo l’800 diventa New York. Oggi si sta spostando verso la Cina.
Nel 600 va in crisi il mondo mediterraneo. Le borghesie mercantili, che campavano con commerci e
produzione di manufatti, soprattutto tessili, vanno in crisi e avviene il processo di “deindustrializzazione
spinta”. Abbandonano quindi l’attività mercantile e ritornano al lavoro della terra, l’unico bene che rimane
valido e proficuo.

LA CRISI DEL MEDITERRANEO: Altri paesi del mediterraneo conoscono un declino come la penisola iberica,
che ha un vero e proprio tracollo. (Portogallo e Spagna si erano unificati) il problema era l’eccessivo basarsi
su un’economia di sussistenza, poiché l’acquisizione dei territori americani dà agli spagnoli molto argento
che non viene reinvestito per produrre altri beni ma viene speso all’estero per comprare manufatti o beni
lussuosi, oppure quello che arriva alla corona viene impiegato per le guerre continue che devastano il
paese. I nobili poi non lavoravano, e questa mentalità incide molto sullo sviluppo socioeconomico dei paesi,
molti nobili vivevano di interessi e rendita. La fiscalità di guerra imposta alla spagna porta ad un fuggi fuggi
di ricchi che fa donazioni alla chiesa per evitare la tassazione dei propri beni.

La ripresa avviene in certe aree europee soprattutto grazie a nuove tecnologie o nuovi mezzi di produzione,
ma ciò non tocca il mediterraneo, anche perché era dominato da guerre, carestie, pestilenze e morte. La
guerra dei 7 anni permette agli inglesi di sconfiggere i francesi e ottengono il dominio dell’America
settentrionale e in india(?).

Le innovazioni arrivano sia in campo agricolo, con nuove colture (patata, mais) che sfamano molto, e molte
innovazioni in campo agricolo: non ci sono concimi chimici veri e propri che forniscano alle piante fosforo,
azoto e potassio, cioè le sostanze che necessitano per crescere. Il problema del grano è che impoveriscono
di azoto il terreno. Si rimediava lasciando per un anno metà del terreno incolto, così le sostanze azotate si
recuperavano, però così si perdeva metà dei terreni. Si stabilisce così il circolo della rotazione, e le piante
foraggere, ovvero piante che non sono mangiate direttamente dall’uomo, ma nutrono il terreno e danno il
foraggio agli animali, quindi + bestie e + letame. Si coltiva il grano per 1 anno o due poi si alterna con le
foraggere nella metà dei terreni. Però è necessario un impianto economico capitalista. Ad Amsterdam
avviene questa rivoluzione in particolare

Il sale era un materiale strategico, che veniva anche usato per essere un peso sulle navi, e c’era
un’eliminazione spietata della concorrenza, gli olandesi ad esempio lo volevano per essiccare il pesce, ma i
primi a sfruttare l’estrazione del sale dal mare sono i mediterranei.

I terreni devono essere messi a coltura rapidamente in modo da danneggiare il piccolo proprietario, che
non ha più spazio in questa nuova società agraria occidentale, sopravvive solo nelle zone di montagna o in
alcune zone a sud della Francia. Ma all’inizio del 600 inizia in Europa la capitalizzazione, i borghesi
comprano le terre ma si impadroniscono anche delle terre comuni (che servivano per i pascoli, i cosiddetti
open fields), il parlamento le confisca e le vende ai grandi imprenditori capitalisti, che li bonificano,
investono capitali, accettano le nuove colture e usano le innovazioni in campo agricolo, in particolari gli
utensili in ferro. In area olandese e inglese nasce l’aratro in ferro che permette un taglio della superficie
molto più profonda e il terreno viene così arieggiato, al contrario di ciò che succedeva con l’aratro in legno,
così il terreno fa la fotosintesi e diventa più produttivo anche senza fertilizzanti naturali. Questo sviluppo
agricolo ci fa capire come i due paesi nel 600 siano alla testa dello sviluppo economico del continente.
L’ASCESA OLANDESE

Il “Miracolo olandese” avviene in seguito a un a ribellione degli olandesi al re di Spagna. Nel 1566 le 17
province i ribellano, ma quelle meridionali vengono riconquistate dopo poco. Fino a quel momento la città
maggiore era Anversa, ma con queste disavventure molti borghesi calvinisti del sud e molti artigiani si
spostano verso nord, introducendo una serie di manifatture e portando esperienze in campo bancario.
Spostare il denaro fisicamente era un problema, ma si introduce la lettera di cambio, cioè lettere per
saldare le compensazioni ad apposite fiere, tutto ciò viene spostato ad Amsterdam, che aveva già nel 500
monopolizzato il commercio del baltico, in una serie di lotte contro l’ANSA, città libere mercantili tedesche
impadronitesi di città baltiche, come Danzica, ma le città anseatiche conoscono una crisi proprio a causa
degli olandesi, che volevano allearsi con i Polacchi (nemici dei tedeschi). Hanno anche ottime relazioni con il
re di Danimarca, cosa importante, essendo il baltico un mare chiuso, questo comporta che chiunque passi
per gli stretti deve pagare una tassa al re di Danimarca. L’invenzione della polvere da sparo e i cannoni
danno molto potere al re danese, che poteva coprire tutto lo stretto di Danimarca. Così si consolida
l’alleanza Danimarca-Olanda, per contrastare Filippo II. Gli olandesi poi sfruttano le occasioni con il
commercio oceanico, fondano la VOC e si dedicano anche al contrabbando in acque americane, cosa che
funziona perché non devono pagare le tasse, migliorano il sistema bancario (ad Amsterdam nasce la prima
banca valori, quindi la compravendita di titoli oltre che prodotti). La politica di tolleranza adottata dalle
province unite permette ai rifugiati di essere accolti ad Amsterdam, mentre ad esempio in Francia c’è una
spietata politica di eliminazione delle minoranze. I protestanti erano accolti tranquillamente. L’ebraismo
invece non era riconosciuto come religione ma gli ebrei non potevano essere processati se praticavano.
Arrivano quindi ebrei ricchi. Sono tollerati nell’impero ottomano, pagano una tassa ma svolgono importanti
professioni. Gli olandesi grazie a tutto ciò iniziano a impadronirsi del commercio in oriente.

L’ASCESA INGLESE

L’altro paese che si sviluppa economicamente è l’Inghilterra, che fino al 400 era un paese sottosviluppato.
Infatti, fino ad allora si tratta di un paese unicamente “coloniale”, che vende semplicemente materie prime
a paesi europei che le raffinano (ad esempio la lana, che era la migliore tra le lane in commercio, infatti
anche Italia anche si produceva lana ma era di scarsa qualità). Il commercio è inoltre in mano a mercanti
stranieri, tedeschi ma anche italiani (Lombard street), quindi l’Inghilterra da sola non conta molto. Tuttavia,
a un certo punto (fine 500) cerca di potenziarsi, infatti anche a causa delle molte guerre e di una forte crisi
che arriva in Italia, gli inglesi perdono il loro mercato di esportazione, a questo punto i tedeschi potrebbero
prendere il sopravvento ma non sono in grado di farsi carico di tutta la produzione di lana. Inoltre, le guerre
che sconvolgono il continente fanno sì che molti profughi protestanti si riversino verso l’Inghilterra.
L’inglese comune, così come il lord inglese fino al 700 inoltrato, aveva un forte senso di inferiorità rispetto
alle élite europee, quindi accolgono i profughi senza problemi e apprendono le loro tecniche, imparando i
metodi per filare (che all’epoca erano preziosi segreti di stato). Viene inventato il brevetto, così chi inventa
qualcosa ha i diritti sulla propria invenzione, pagando una tassa alla corona, questo implica che la gente è
più spinta ad inventare. Altra cosa che aiuta chi investe nelle terre sono le durate dei contratti d’affitto
(fare San Martino traslocare), perché di solito tutti i contratti erano di un anno e poi dovevano essere
rivisti, questo disincentivava nell’attuare delle migliorie agricole, perché poi ogni anno aumentava il canone
d’affitto. Invece in Inghilterra i contratti erano più flessibili(?), e il contadino era quindi invogliato a
introdurre migliorie, perché se negli anni aumentava la produzione aumentava anche l’introito.

Terzo vantaggio di natura culturale: in Europa i nobili non potevano lavorare perché era disonorevole,
mentre in Inghilterra no, il nobile poteva dedicarsi ad attività commerciali e produttive. Viene introdotto
l’”Atto di navigazione”, ovvero che tutte le merci da e per l’Inghilterra dovevano viaggiare su navi inglesi,
questo fa nascere un’industria cantieristica, fonte di grande reddito e sviluppo industriale all’epoca, ma
anche per lo sviluppo di una flotta militare. Ci sono molte leggi che vogliono inibire il commercio di
manufatti o con altre regioni, proprio per incentivare la produzione interna inglese. Quindi i nobili che
possono produrre hanno il controllo del parlamento e agiscono secondo il loro interesse che è anche poi lo
stesso del paese dal punto di vista produttivo. Sotto Elisabetta si gettano le basi per l’espansione coloniale.

Quindi

1) sviluppo tessile
2) cantieri mercantili

Portano alla nascita di una fiorente classe mercantile che ha un giro di affari molto forte e
l’istituzione della banca. E l’Inghilterra diventa una vera e propria potenza

La questione è molto diversa per Scozia e Irlanda, la prima rimarrà arretrata, la seconda avrà conflitti con
l’Inghilterra anche religiosi quindi non possono collaborare.

**La camera dei lords è un impegno gratuito, senza stipendio, non è composta da un numero fisso
di partecipanti, un tempo era formata da primogeniti nobili, membri della chiesa d’Inghilterra e
qualche nominato dal re, più avanti il fattore ereditario scompare. Oggi l’elemento moderatore,
perché formato da premi Nobel, medici, professori universitari, ex militari di carriera e può e oggi
sono circa 1200. Il nobile, il magistrato del re e i membri delle forze armate non hanno diritto di
voto, devono essere apolitici**

21/10/20

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE INGLESE


Primo paese al mondo che passa da una produzione su piccola a grande scala. In seguito alla
rivoluzione agricola ha più cibo, esporta grani. Ha un sistema bancario sufficiente. Il sistema
protezionista mette dazi altissimi sui prodotti da fuori, per favorire lo sviluppo di settori interni.
Leggi di navigazione che portano all’industria cantieristica.
Sono diversi i fattori che permettono all’Inghilterra di svilupparsi industrialmente, uno tra tutti i dazi
ingenti introdotti dal parlamento inglese e il superamento delle limitazioni imposte dallo
sfruttamento dell’energia animale, perché si trova il modo di sostituirla con dei macchinari che
permettono anche una meccanizzazione dei trasporti, ad esempio con la costruzione di ferrovie,
che supera i limiti. Attraverso la strada ferrata e la locomotiva si può stare dietro alle richieste di
mercato, ma alla base di questo c’è la creazione della macchina a vapore.
Poi si ha l’introduzione di materie prime nuove. Questa rivoluzione nel mondo dei trasporti rende
importante per la prima volta la misurazione del tempo, dato che i treni necessitano di un orario
stabile in cui arrivare alla stazione. La connessione tra questi fattori permette di aumentare i livelli
di produttività su scala enorme, e alle società europee di sfuggire alla “trappola malthusiana”.
Malthus: pastore della chiesa d’Inghilterra teorizza il fatto che il fattore di crescita degli uomini è
molto maggiore rispetto a quello di crescita delle risorse disponibili.
Fame, epidemie e guerre andavano di pari passo, costituendo dei freni “naturali” alla
sovrappopolazione, poi l’uomo impone dei freni “artificiali”, ovvero incita le persone ad evitare di
fare figli illegittimi e cerca di ridurre la fascia di età fertile della donna ritardandone il matrimonio ai
25 anni.

Ma perché la rivoluzione industriale avviene proprio in Inghilterra?

 Ci sono alcune strozzature, ovvero vengono a mancare alcune sostanze prime


 Si trattava di un popolo di mentalità molto aperta, che guardava al confronto con gli altri
paesi europei e attingeva da loro per migliorarsi (es: il “Grand Tour” europeo da parte dei
giovani inglesi che spesso scrivevano anche delle vere e proprie relazioni di viaggio).
 È ricca di quelle materie prime basiche che permettono proprio lo sviluppo industriale
(carbone e ferro) il carbone non aveva altri impieghi prima e nasce come sostituzione al
legno. Inoltre, è un materiale molto facilmente reperibile, mentre in altri paesi come l’Italia
era difficile da trovare. Il ferro invece serve per realizzare vari utensili e strumenti da
guerra. In particolare, il carbone del Galles era particolarmente buono.
 Miglioramento dei mezzi di trasporto, che aiutano a distribuire i materiali e a trasportarli
da una zona all’altra del paese. Creano inoltre le strade in asfalto, ma ancor prima di quelle
fanno nascere dei canali navigabili. Fortunatamente per l’Inghilterra molti dei fiumi erano
direttamente vicini alle miniere e già nel 1750 erano stati costruiti migliaia di canali. Anche
in altri paesi c’era lo sfruttamento dei corsi d’acqua (Milano, Paesi Bassi), ma limitata. In
Inghilterra invece i grandi nobili fanno costruire canali perché in questo modo i loro
territori aumentano di valore perché le derrate alimentari arrivavano ad un prezzo
vantaggioso rispetto al vicino, anche perché trasportare su strada era molto svantaggioso,
lungo e costoso, mentre sui canali si usano le chiatte, che però avevano comunque una
capienza limitata e non permettevano di spostare grandissime quantità di materiali (e
uomini). Molti dei prodotti tessili che realizzano sono richiesti anche in Africa ad esempio.
Le strade poi metteranno in comunicazione le città (come Londra, una tra le più sviluppate)
che nel frattempo sono diventate molto popolose e richiedono quindi molti utensili di
ferro.
 Vantaggi dal punto di vista naturale e politico: la posizione è molto favorevole perché
vicina ad aree sviluppate dell’Europa (Francia, Germania, Paesi Bassi). Inoltre, essendo
un’isola, si mette al riparo dalle invasioni straniere (l’ultima era stata quella normanna),
oltretutto quando l’Inghilterra si sente troppo accerchiata sulle coste entra direttamente in
guerra per evitare invasioni. Inoltre, i fiumi sono tutti percorribili e hanno foci ad estuario
che permettono alle navi di entrare facilmente nel mare. Altro vantaggio: coste frastagliate
che facilitano l’attracco in un porto naturale protetto (porti famosi= South Hampton, che è
un porto civile).
 Un fattore che permette di far decollare la rivoluzione agricola è il clima temperato, stabile,
non estremizzato, non troppo freddo né troppo caldo, e d’estate piove, questo garantisce
meno carestie rispetto ad altre aree del pianeta.
 Attività del governo inglese che difende a spada tratta le attività interne di commercio,
inizialmente favorirà il protezionismo, anche se in futuro diventerà liberista, con il
commercio coloniale americano.

In seguito a ciò si sviluppano altre industrie: quella tessile, dove il cotone va a soppiantare la
lana ben presto, si tratta sia di un tessuto che va di moda ma anche di un materiale più comodo
d’estate e che mantiene meglio i colori perché non si sciolgono con la pioggia. E colori specifici
erano prodotti all’inizio da fonti diverse e naturali. Per difendere la loro lana gli inglesi
proibiscono l’importazione di prodotti in cotone ma NON la loro stessa produzione autonoma, a
questo fine sono sfruttate le colonie extraeuropee, in particolare l’America.

Ma questa grande domanda di prodotti tessili genera la prima strozzatura, perché non si riesce a star dietro
alla domanda di cotone del mercato, quindi non c’è abbastanza manodopera disponibile, si iniziano così ad
inventare delle macchine che sostituiscono gli operai e velocizzano incredibilmente i tempi di produzione.

La prima innovazione è quella della navetta volante di Key, che permetteva di far muovere meccanicamente
la spola con il filo sul telaio.

Si crea presto un’altra strozzatura: non c’è abbastanza filo, così gli inglesi creano una macchina anche per
filare, ma il filo di cotone non è abbastanza resistente, e ci mettono anni per trovare una soluzione, tempo
dopo Mc…? crea una macchina che centuplica la produzione,

e quindi arriva la terza strozzatura: non c’è abbastanza energia, così inventano la macchina a vapore. La
macchina a vapore permette di pompare fuori l’acqua dalle miniere

In altri stati non avviene uno sviluppo paragonabile a quello inglese semplicemente perché c’è moltissima
manodopera disponibile, così come, in passato, nei territori dell’Impero Romano. Invece in Inghilterra,
secondo la Magna Charta, non può esistere la schiavitù e quindi non possono neanche “importare” schiavi
dalle colonie.

I canali permettono lo sviluppo di alcune piccole realtà come Manchester e Birmingham, che in meno di
cent’anni moltiplicano per trenta la loro popolazione. Anche canali e strade, però, non risolvono del tutto i
problemi, le richieste di materie e prodotti sono sempre più alte dell’offerta. Allora inventano la ferrovia
(l’ingegner Stephenson inventa la prima locomotiva a vapore). Ma da dove arriva il vapore? Nelle miniere,
penetrando l’acqua, era necessario trovare un modo per espellerla, inizialmente a secchi, poi a pompa, poi
arriva la macchina a vapore che funziona a carbone, inventata da Thomas Savery. Ma c’è il problema della
dispersione di calore, è una macchina imperfetta, che richiede troppo consumo di materia prima per farla
funzionare. Così nel 1705 Mccomel? chiude il cilindro di uscita del vapore, in modo che ci sia un pistone che
si muove e blocca l’uscita (quindi il calore non si disperde). Però il pistone si muove in orizzontale, e
impiega molto tempo per tornare indietro, così dopo 60 anni Bolton e Watt hanno l’intuizione di farlo
muovere circolarmente, così l’aria calda spinge il pistone verso l’altro e poi l’energia cinetica fa tornare
verso il basso e così via, il movimento è continuo e permette di usare l’energia cinetica anche per altri scopi.
Brevettano la macchina.
Aria calda dalla combustione del carbone pistone si muove verso l’alto energia cinetica e forza di
gravità il pistone ricade

Conseguenze: il prezzo della manodopera scende moltissimo e si crea il fenomeno del luddismo ovvero gli
operai distruggono le macchine, perché non c’è più bisogno di loro, sono stati soppiantati e non si riescono
a sedare.

Nel 1703 l’Inghilterra fa un patto col Portogallo in cui lo obbliga a commerciare con loro in cambio di alcolici
gli vendono materie prime, e così con tutti gli stati. Dato che alla camera dei comuni e dei lords siedono
proprio i nobili commercianti, c’è proprio un interesse diretto a progredire commercialmente.

I prezzi si abbassano, i costi di produzione e di vendita diminuiscono drasticamente.

RIVOLUZIONE INGLESE (PDV POLITICO) GIACOMO VI E LA CRISI ECONOMICA DELLA MONARCHIA

Permette la nascita della moderna democrazia liberale, ovvero potere legislativo sottoposto a potere
esecutivo.

Tutti i paesi europei nati sulle ceneri dell’Impero Romano si basano su stati creati da nobiltà aristocratica
che mette al primo posto i suoi interessi personali. Da lì nel medioevo si creano i parlamenti regi, anche se
non i parlamenti degli stati, questi parlamenti però di fatto non hanno potere rispetto al re, sono solo
formali ma in sostanza approvano tutto ciò che lui vuole, come succede ad esempio in Francia o a
Brandeburgo. In Inghilterra questo non succede, si dimostra molto più restia a concedere ai sovrani così
tanto potere.

I primi Tudor hanno la fortuna che i membri del parlamento siano stati decimati dalla guerra civile delle due
rose, perché le grandi famiglie perdono in questi conflitti proprio alcuni importanti esponenti parlamentari.
Inoltre, i Tudor non fanno leggi oppure non convocano il parlamento per imporre tasse dello stato, questo
perché hanno entrate sufficienti.

Anche Elisabetta non necessita dei parlamenti perché ha entrate extra e non è costretta a imporre le tasse.
Il quadro cambia alla morte di Elisabetta nel 1603, quando sale al trono suo nipote Giacomo VI di Scozia
che diventa Giacomo I d’Inghilterra (questo perché l’Inghilterra è una monarchia composita, ovvero il
sovrano è a capo di territori che mantengono le proprie leggi, usanze e parlamenti, monete diverse, sistemi
di tassazione diversi, tipi di imposte diverse, interventi dello sato diversi). Così Inghilterra e Scozia sono
proprio profondamente diverse, in Scozia ci sono i clan e il re si mette d’accordo con loro, invece in
Inghilterra si trova catapultato in una ricca città, dove spesso i sovrani delegano potere ai ministri, i favoriti,
che nel caso di Giacomo sono degli scozzesi poveri, a cui deve dare soldi e a causa di cui si indebita. Così
crea il titolo di baronetto, da vendere per cercare di rimediare a queste perdite. Ma visto che non ha soldi
fa anche una politica estera molto prudente. Nel 1625 sale al trono Carlo I, che eredita come favoriti il duca
di Buckingham, e inizia a partecipare alla Guerra dei trent’anni. Le conseguenze sono una disastrosa
spedizione a Cadice e un’altra contro Luigi XIII che va male, così si indebita ed è costretto a convocare il
parlamento: quando arrivano i rappresentanti della gentry fanno notare il malessere della classe che
rappresentano, che è stata tenuta alla larga dai palazzi del potere. Il parlamento chiede condizioni al re:
 Allontanamento dei favoriti e del duca di Buckingham che prosciugano le casse dello stato

Il re si rifiuta e licenzia il parlamento, ma è obbligato a riconvocarlo qualche anno dopo perché ancora non
ha soldi, e il parlamento gli dice:

 Ok ti diamo le tasse ma devi dare al parlamento più potere…?

Il re rifiuta e cerca di accresce il suo potere, ovvero governare con l’aiuto di alcuni ministri forti ignorando
le leggi del paese, crea così la camera stellata, che sospende la Magna Charta, ovvero si arroga il diritto di
giudicare solo attraverso il magistrato del re. Inoltre, cerca di estendere il dominio della chiesa anche in
Scozia.

Questo ampliamento dei poteri della chiesa crea scontento nei puritani, che chiedono il ritorno a una
chiesa antica, ma soprattutto in Scozia si sentono minacciati. Così nel 1638 gli scozzesi si ribellano in armi
contro il sovrano.

**Corsaro: paga le tasse sui proventi e teoricamente non può essere giustiziato come il pirata

Pirata: lavora per sé illegalmente e ruba**

22/10/20

LA GUERRA DEI TRE REGNI-LE PRIME RIBELLIONI SCOZZESI E IRLANDESI

Il re in quel momento storico non dispone di un esercito, ma solo di un pugno di soldati, quindi l’insorgere
della ribellione scozzese gli impone di assemblare un esercito. Decide allora di convocare il parlamento, ma
lo scioglie subito per i troppi scontri. Deve infatti far arrestare il conte di Strafford e mandare via
l’arcivescovo per ordine del parlamento. Il re deve quindi combattere contro gli scozzesi, ma il suo esercito
è molto debole, con reclute giovani e inesperte, per questo va incontro ad un fallimento. In Scozia invece
molti veterani tornano per combattere, e riescono così a contrastare l’avanzata inglese.

Viene abolita la “ship money”, una tassa sulla flotta armata. Queste navi, che non sono di proprietà dello
stato, vengono affittate alla bisogna dal re che nomina quindi capitani con determinate direttive. Se la nave
va perduta tra l’altro la corona deve risarcire il proprietario. Le navi così si rifiutano di combattere. Carlo I
allora stabilisce la nascita della flotta da guerra, composta da navi non usate per altri scopi, che però sono
molto costose; già nel 1641 questa imposta viene abolita perché era stata approvata senza il consenso del
parlamento, così come la camera stellata che viene soppressa. Il parlamento riafferma il suo potere
soprattutto nel creare un nuovo bill e annulla il potere del re di convocare a suo piacimento il parlamento,
stabilizzandosi come unità stabile decisionale. Questo perché, vista la precedete sconfitta per mano degli
scozzesi, nel 1641 scoppia una ribellione in Irlanda, quindi i tempi non erano semplici e c’era bisogno di
un’autorità stabile. Anche in Irlanda c’erano ancora i clan e in quel periodo le vecchie tribù cattoliche
insorgono, approfittando della debolezza inglese del periodo. Gli “old english” sono quelli che, dopo l’atto
di supremazia, ancora non abbandonano il cattolicesimo, al contrario dei “new english”, che si convertono
al protestantesimo. La zona più critica è l’Ulster, verso cui migrano anche molti scozzesi. (approfondimento:
the Great famine del XIX secolo). Molti irlandesi veterani servivano nell’esercito spagnolo, ma tornano in
patria per lottare. La guerra è in realtà un po’ un tutti contro tutti inglesi repubblicani contro irlandesi
protestanti, contro irlandesi cattolici, contro scozzesi. Il problema è sempre che il re non ha un esercito e
nel 1642 iniziano le prospettive per una crisi sempre più profonda, i puritani vogliono portare la chiesa ad
un impianto più biblico. A capo dei movimenti contro la corona c’è John Pym, la mancanza di esercito è
sempre un problema, che determina la riuscita della rivoluzione inglese. Il re è costretto a scappare ad
Oxford, dove le università si schierano con lui. Qui inizia la

GUERRA CIVILE INGLESE

In questi anni il parlamento tende a divenire sempre più uno strumento nelle mani dei capi militari, che poi
si fanno strada al trono, e la trasformano in una dittatura armata Cromwell, puritano, fa proprio questo,
vince tutte le battaglie e fa il processo ad irlandesi, scozzesi e inglesi schierati contro i sovrani. Riesce a
sopprimere l’indipendenza della Scozia, annientandone l’esercito nella battaglia di Lambarton(?). Il regime
di Cromwell vede via via una chiusura totale e una dittatura personale, nel 1647 dal parlamento espellono i
livellatori, che propugnano una società dove siano aboliti titoli nobiliari e distribuita la ricchezza e nel 1648
epura il parlamento da tutti quelli che non la pensano come lui, lasciando un parlamento molto ridotto che
di fatto ha poco potere, e lui ne diventa il capo. Nel 1658 muore e il titolo passa al figlio, il quale però è
incapace di gestire il potere, così nasce una nuova guerra civile che dilanierà il paese, e le classi dirigenti
temono moltissimo che i gruppi estinti da Cromwell ritornino fuori, oppure che la dittatura militare abbia la
meglio. L’unica soluzione sembra richiamare il sovrano (Carlo II che era rifugiato a Bruxelles) al paese e si fa
un patto: gli esponenti repubblicani vengono inviati in varie zone del mondo col fine di sbarazzarsi di loro,
ad esempio in Portogallo a Bombay, in America -a morire di malattie- o a Tangeri, in Marocco, a combattere
(il Portogallo si era ribellato a Filippo secondo di Spagna e vuole conquistare il Marocco, dove il re locale
obbliga gli inglesi ad andarsene e dove ci sono presidi africani ).

IL REGNO DI CARLO II

Carlo II si sbarazza così dell’esercito di Cromwell e getta le basi dell’esercito permanente in Inghilterra. Così
crea dei reggimenti che dovevano farsi carico della guardia personale del sovrano. Carlo crea così i
reggimenti esistenti tutt’ora, ne crea tre per difendere i forti e i porti. Ristabilisce la piena indipendenza
dell’Irlanda, e della Scozia, dove si instaura il parlamento di Edimburgo. C’è una politica di neutralità nei
confronti del parlamento e così questo torna a riunirsi solo quando lo decide il sovrano. La politica estera
non è molto pacifica, mentre economicamente la situazione è abbastanza stabile, infatti Carlo, dai proventi
delle dogane, ricava abbastanza denaro per non dover imporre le tasse. Nel 1665 però ricominciano i
problemi economici, dati anche dalla crescita enorme della marina e dalle guerre con l’Olanda, perciò è
obbligato a convocare il parlamento. Qui iniziano di nuovo gli scontri, nel parlamento si dividono i
Tories(conservatori) i Whigs(liberali) che fanno l’interesse della Gentry e dei ceti mercantili. Questo è il
cosiddetto parlamento cavaliere. L’economia regge, ma negli anni ‘70 si aprono scenari politici
preoccupanti, che riguardano la preoccupazione del ritorno ad un sovrano cattolico: infatti Carlo II è molto
vicino alla chiesa cattolica, suo fratello lo era, la sua sposa lo era…e quindi il problema è che se il sovrano è
cattolico tutte le terre di proprietà ecclesiastica devono essere restituite a lui. Quindi i Whigs hanno tutto
l’interesse ad impedire questo processo.

Carlo II fa la Dichiarazione di indulgenza, ovvero permette ai cattolici di professare la loro religione in


Inghilterra. Nel 1673 viene ritirato il Test act, ovvero l’esclusione dalle cariche di governo, dalla
magistratura e dalla marina se si era cattolici. Questi provvedimenti vengono presi anche per agevolare il
Duca di York (fratello di Carlo) che si stava creando un esercito e necessitava quindi di essere in regola in
quanto cattolico. Nel 1675 Giacomo, il Duca di York, sposa una principessa cattolica, mentre Carlo non
riesce di avere un erede, ma questo comporterebbe che la nascita di un maschio lo porti ad essere un
futuro re cattolico. Il parlamento viene ulteriormente sciolto nel 1681 per le opposizioni contro i cattolici, il
re riesce a farlo grazie ai forti sussidi da parte di Luigi XIV, il quale ha tutto l’interesse di farselo amico e
paralizzare la politica inglese così che non si possa occupare di questioni estere.

GIACOMO II- IL RE CATTOLICO, GUGLIELMO d’ORANGE E MARIA STUART


Nel 1685 Carlo muore senza eredi e gli succede Giacomo II al trono, il cattolico dichiarato, la cui ascesa è
costellata di ribellioni e mirata a ricreare in Inghilterra una monarchia assoluta. Abolisce il Test act
definitivamente, in modo che i cattolici possano essere ammessi alle cariche di governi, e anche l’Habeas
corpus, cioè la carcerazione preventiva. Giacomo vuole imporre sull’Inghilterra le sue leggi, così i giudici
devono rivolgersi a lui(?). Questo clima di tensione sfocia nel 1688 con la Gloriosa rivoluzione inglese, dove
è proprio l’Inghilterra a prendere in mano la situazione, mettendosi d’accordo con la regina Maria, figlia di
Giacomo, la quale si trovava appunto in Francia, ma che sbarca in Inghilterra senza problemi, così Giacomo
viene dichiarato decaduto e scappa in Francia e poi in Irlanda e perde quindi Inghilterra e scozia. Guglielmo
III e Maria, quindi, devono stilare nel 1689 una serie di leggi fondamentali per lo stato: la prima è la Bill of
Rights, che dispone che il potere esecutivo abbia il potere su quello legislativo, ovvero che il potere del
parlamento assuma il controllo su quello del re. Il governo del re deve poi presentare ogni anno un bilancio,
per avere un’approvazione preventiva dal parlamento, che si stabilisce debba essere convocato ogni anno,
e poi un Atto di tolleranza, dove si stabilisce che nessun suddito britannico potrà essere processato in base
alla sua fede religiosa, cosa che favorisce la migrazione ebraica verso Londra. Questo però non garantisce
ancora la pienezza di diritti civili. Nel 1694 il Triennal act stabilisce che il parlamento dovrà essere rinnovato
ogni tre anni.

Nascita della banca d’Inghilterra, un istituto centrale che controlla la produzione della moneta. E controlla
l’emissione di denaro e si fa garante del pagamento degli interessi sul debito. Funziona molto e permette
addirittura di finanziare le guerre con i prestiti concessi dalla banca d’Inghilterra. Quindi il parlamento ha
quasi “interesse” a fare la guerra, data questa istituzione vantaggiosa.

Nel 1695 invece viene abolita la censura, che era a carico dell’università di Oxford fino ad allora, nel 95
scade il mandato e non viene rinnovato, cosa che permette la nascita del giornalismo moderno grazie ai
fogli politici che si diffondono, ovvero c’è la libertà di stampa e chi scrive è responsabile personalmente dei
contenuti.

Altre basi gettate per l’Inghilterra moderna:

 Atto di unione nel 1707: fine del parlamento di Edimburgo e unione con quello di Londra nasce
la moderna Gran Bretagna. Accade perché gli scozzesi erano indebitati e “svendono” il paese,
mantenendo comunque dei diritti. In Scozia votavano tra l’altro solamente i nobili.
 Reform bill che permette alle varie città di inviare i propri rappresentanti. Sono i Tories a prendere
questo provvedimento in realtà stranamente, visto che non era molto a favore della conservazione.
(?)
 Nel 1701 si stabilisce l’eredità protestante e nel 1714, alla morte della regina Anna, viene
riconosciuto sovrano Giorgio d’Hannover, nipote della dinastia Stuart. Il nome Windsor è artificiale,
perché Hannover era un cognome tedesco e creava problemi durante la Seconda guerra mondiale.

26/10/2020

IL 600 E L’ILLUMINISMO

DEFINIZIONE

L’illuminismo, nelle sue molteplici

INFLUENZA NEL MONDO SCIENTIFICO

INFLUENZA NEL MONDO RELIGIOSO


Ponendosi come obiettivo quello di analizzare la realtà in modo analitico ed oggettivo, i philosophes
arrivano a demolire i dogmi religiosi, le leggende e le credenze superstiziose, sia in Francia che, soprattutto
in Inghilterra e in Olanda, a opera di scrittori come SPINOZA, BAYLE E LOCKE. Altri si spinsero addirittura al
deismo, orientamento religioso che non nega a prescindere l’esistenza di Dio né l’immortalità dell’anima,
tuttavia sostiene di poter arrivare a tali conclusioni attraverso la ragione. Nei paesi cattolici fu ancor più
difficile conciliare i due poli opposti di ragione e fede, alcuni ecclesiastici dotti che tentarono di trovare una
soluzione furono LUDOVICO ANTONIO MURATORI.

ILLUMINISMO RADICALE

Collegato alla diffusione dell’illuminismo in area inglese, alcuni studiosi han di recente coniato questo
termine al fine di indicare un movimento più specificatamente britannico, che vede nelle idee di Spinoza e
di Bayle i suoi principali fondamenti filosofici, in un’ ottica che assorbe i principi del razionalismo
seicentesco e della cultura libertina, che danno origine a concetti sul piano politico e sociale come
“tolleranza”, “libertà di coscienza” e “democrazia”.

ENCICLOPEDIA, CAFFE’ ETC

MONRESQUIEU

VOLTAIRE

Pseudonimo di François-Marie Arouet, Voltaire è portatore di un’idea di religione che cerca di conciliare
aspetto razionale e fedele. Sostiene infatti l’esistenza di un Dio architetto dell’universo che agisce secondo
leggi autonome rispetto agli interessi degli esseri umani. Anche il male è secondo lui un principio
innegabile, e proprio per questo gli uomini dovrebbero essere solidali gli uni con gli altri, mettendo quindi i
pratica la morale evangelica.

ROUSSEAU

Inizia l’interesse verso la scoperta del corpo umano e dei saperi scientifici, iniziano a circolare idee sul
movimento degli astri e sulle leggi dell’universo, con figure come Galileo e Newton. L’illuminismo quando
parte però? È strano che inizi dalla rivoluzione inglese. Gli illuministi propugnano il rifiuto delle
superstizioni, sia quelle cristiane sia quelle europee religiose, anche oggi ci sono stati americani in cui teorie
scientifiche e religioni non possono coesistere, la religione è vista come pura superstizione. A partire
dall’umanesimo i pensatori del tempo individuano nell’età virgiliana un precursore. Il 700 è anche il secolo
dell’empirismo, della sperimentazione. Molti illuministi si rifanno al modello inglese sia dal punto di vista
costituzionale sia da quello della ricerca, col modello della monarchia temperata. L’uomo inizia ad essere
considerato come individuo nascita sociologia, cioè studio dell’uomo e dell’ambiente che lo circonda.

LA SITUAZIONE FRANCESE

Il primo paese dove si sviluppa questa nuova corrente, dopo l’Inghilterra, è la Francia, questo perché gli
inglesi vivono già in una società aperta, dove c’è abbastanza libertà di espressione, questo perché gli enti
religiosi non hanno molto potere. In Francia si inizia a seguire il modello come reazione alla monarchia
assoluta, perché nel 600 il potere dello stato era molto forte, con corrispondente diminuzione dei poteri del
parlamento. Il monarca Luigi XIV aveva limitato moltissimo le libertà individuali. Alla sua morte si trova sul
trono un infante. Nelle abituali lotte tra inglesi e francesi si concludono sempre con la sconfitta francese,
così i francesi prendono esempi dagli inglesi, cercando di capire come hanno fatto a giungere a
quell’organizzazione.

I pensatori francesi, tra cui Montesquieu, ammirano il sistema parlamentare inglese, perché la classe
nobiliare dispone di una camera tutta per sé e il potere monarchico è moderato dai due parlamenti. Le
idee illuministe in Francia sono perseguitate, soggetto di censura regia, anche perché il papa li scomunica,
date le loro idee antireligiose. Molti scrittori francesi fanno pubblicare le loro opere fuori dai confini
nazionali (Diderot con la sua “Encyclopedie”). Montesquieu difende il modello inglese e funge da apripista,
anche perché lui rappresentata la realtà delle lotte in cui vive, di coloro che sostengono il parlamento e
cercano di recuperare il terreno perduto. I governi sono l’insieme di diversi dicasteri (dei complessi
burocratici, della sorta di ministeri) e prima tutta la politica era di solito sostenuta da un consiglio ristretto e
l’istruzione non c’era, insomma, c’erano gravi mancanze. Le preoccupazioni più importanti per lo stato
francese erano la marina, le finanze, le guerre etc, poi c’era un ministro che si occupava dell’ordine di
polizia. La democrazia cristiana di solito si occupava di ciò, c’era un dicastero in corrispondenza del ministro
degli interni. In altri paesi c’è una situazione simile, con un sovrano che dirige un consiglio ristretto. In
spagna, ad esempio, c’erano gli Asburgo che avevano strutturato l’’amministrazione basandosi su una serie
di consigli ad hoc o territoriali (questi ultimi avevano competenza sui territori di cui prendevano il nome es
Castiglia, indie etc) ad hoc si occupano della gestione di determinati affari. Con l’arrivo dei Borbone però si
crea un sistema di governo simile a quello francese. Montesquieu chiede quindi di ispirarsi al modello
inglese, ma non c’è nulla da fare, nell’epoca successiva Voltaire si spinge oltre, verso l’idea di una
monarchia limitata (NON democrazia, un potere temperato diviso tra gli esponenti del loro ceto, dagli
illuministi, volevano ripartire il potere tra i membri delle élite intellettuali). Grazie alla loro azione si ha uno
sviluppo dei giornali e dei caffè letterari, ancora soggetti alla censura in Francia, ma nei bar c’erano i
giornali e si beveva molto caffè. Così circolavano vere e proprie idee, scientifiche e non, con questa
circolazione Diderot e d’Alembert pubblicano la prima enciclopedia, dove si raccoglie tutto lo scibile umano.
È importante perché è la prima organizzazione scientifica del sapere, cosa che influenzerà molto anche i
sovrani riformatori illuminati, ma che sarà proibita dal pontefice e nascerà di nascosto ai poteri della santa
inquisizione. Con la Royal society si sviluppa una scienza del sapere, una delle prime accademie scientifiche.
Si abbandona il diritto divino, e il disinteressamento dei monarchi lascia spazio al primo ministro (da
Walpole in poi), ma non perché i sovrani fossero lazzaroni, Giorgio II faceva passare al setaccio tutte le
questioni dell’esercito, si interessavano solo di certi problemi. C’è un cambio con Giorgio III Hannover che si
sente un vero e proprio re inglese, ed è l’ultimo a cercare di avere potere, da lì in poi si limitano i poteri del
re alla politica estera e al controllo delle forze armate, su cui avevano molto potere. Scomparsa della
monarchia di diritto divino.

Nel resto d’Europa si creano forme differenti di illuminismo:

 Germania: nasce la dottrina che porrà le basi per l’assolutismo tedesco, ovvero la diffusione del
giusnaturalismo tedesco, ovvero si vede il sovrano come primo funzionario dello stato, il detentore
del potere assoluto che deve usarlo per migliorare le condizioni del su popolo. Nessuno può
mettersi in mezzo al potere totale del sovrano, che deve guidare il popolo verso il futuro. Si
estenderà alla Prussia. Al sovrano è dovuta obbedienza assoluta e lui deve togliere tutti quegli
impacci ed orpelli che ostacolano il progresso.

Rousseau è un ginevrino che lascia due falsi miti:

 Quello del buon selvaggio: l’uomo privo di istruzione o che vive a contatto con la natura è mite,
buono che cerca di evitare un sovrano assoluto
 Una visione della democrazia diretta nel suo libro Il contratto sociale. Qui dice che nell’antica
Grecia tutti cittadini erano chiamati alla partecipazione diretta all’ interesse dello stato. Cosa non
vera perché in realtà votava un piccolo gruppo, un’élite, e poi in realtà era molto difficile da
realizzare con i mezzi dell’epoca.
Nei piccoli stati tedeschi (Prussia,” Austria”) vige il diritto normanno (franco normanno) dice che il
primogenito della dinastia è l’unico che può ereditare il titolo.

In Germania però c’è il diritto sassone (longobardo), ovvero tutti i figli maschi acquisiscono
automaticamente il titolo. Così la frammentazione della Germania è proprio stata dovuta dal diritto
germanico. anche gli Asburgo di Vienna, fino al XVII secolo hanno provocato una frammentazione dei beni
famigliari in vari rami, che poi sono ritornati causa estinzione di questi rami. In tutti questi stati frammentati
i sovrani hanno un potere forte, pattato con i parlamenti. Gli Asburgo invece fanno guerre che portano alla
soppressione dell’aristocrazia boema quindi alla cancellazione dei perdenti. Comunque, in molte parti dei
territori tedeschi il sovrano deve pattare con gli stati, perché l’assolutismo era una scusa per
l’accentramento del potere del sovrano. IL SOVRANO È LO STATO. Giusnaturalismo aumento potere
dello stato. Tutto questo processo è assecondato da necessità belliche o economiche e la Prussia, che crea
lo stato militare perfetto, diventa per tutti i sovrani un mito da imitare. Nella guerra dei sette anni vince il
modello tedesco, che porta al nazionalismo.
SOVRANI ILLUMINATI: FEDERICO II DI PRUSSIA
Federico II è ricordato anche per essere il primo sovrano a indossare l’uniforme militare. Essendo un
despota illuminato, Federico II si autoproclama “primo servitore dello stato”, veicolando l’idea che tutto
ciò che fa è volto a perseguire” l’interesse “del popolo. In realtà le riforme che attua sono tutte
chiaramente rivolte ad aumentare il suo stesso potere, soprattutto nel settore militare e burocratico, e
mantiene la servitù della gleba.

 Militarmente si distingue per le sue abilità, sia nella guerra di successione austriaca che nella
guerra dei sette anni, riuscendo a mantenere nonostante tutto il territorio della Slesia, molto
strategico per la sua ricchezza mineraria e industriale
 Ottenne un ingrandimento territoriale con la prima spartizione della Polonia e alla sua morte i
domini erano praticamente raddoppiati in superficie e triplicati in popolazione, sia per le annessioni
in sé che per
 Crea un centralizzato apparato burocratico, che risponde ad un ministero, che a sua volta risponde
al sovrano direttamente. La selezione per entrare a far parte dei quadri burocratici divenne più
difficile: era necessario avere un titolo di studio e superare degli esami regolari. Nel complesso la
burocrazia prussiana divenne molto onesta ed efficiente rispetto al resto d’Europa.
 Burocraticamente innova le forze armate, importantissime.
 Secondariamente si fanno riforme nel campo della giustizia, che può essere esercitata solo nei
tribunali dello stato. Abolisce la tortura e limita la pena di morte.
 Getta le basi per il Codice penale e il Codice civile (promulgato dopo la sua morte, nel 1794). Infatti,
in età moderna, anche all’interno di uno stesso stato, in territori diversi, a pochi km di distanza, le
leggi potevano variare. Così si regolamentano tutte le leggi. L’obiettivo è quello di evitare queste
diverse giurisdizioni: essendo gli stati compositi, ogni territorio ha impianti giuridici diversi,
secondariamente, a seconda del ceto sociale di appartenenza si è giudicati da un tribunale diverso
(ecclesiastici che hanno potere anche su quelli che fanno parte delle corti vescovili (i servi dei
vescovi), oppure tribunale dell’inquisizione, o quelli feudali chi abitava nel feudo era soggetto al
tribunale signorile, e di ceto, es il nobile era giudicato da un tribunale di nobili, oppure la giustizia
militare).
 Estende la libertà di stampa
 Rivoluziona l’istruzione elementare, rendendola obbligatoria per tutti. Il maestro diventa un
funzionario dello stato.

RIVOLUZIONE DELL’ISTRUZIONE

Strumento per manipolare le menti delle persone. Fino ad allora era in mano ai privati, al limite alle
parrocchie, ma le università erano molto indipendenti, invece il maestro di scuola diventa un vero e proprio
funzionario statale, si creano programmi unici per tutto il regno, e il modello del cittadino soldato, istruito
all’estremo sacrificio per il re e per la patria. Si crea così il nazionalismo, l’idea di difesa, di pensare di essere
meglio degli altri (porterà alle guerre mondiali). Tutto è mirato ad invitare il cittadino a combattere per il
bene dello stato. Le guerre del 700 vedono una grande mobilitazione di uomini, perché i mercenari iniziano
a costare troppo e le leve militari non bastano più, così si cerca di influenzare di inculcare nelle menti dei
giovani che sacrificarsi per il re è nobile, così molti studenti universitari si arruolano.

Illuminismo occidentale=/ illuminismo tedesco

Molti illuministi vedono addirittura di buon occhio la rivoluzione dell’istruzione perché toglie dalla chiesa il
potere di indottrinare.
RIVOLUZIONE ECONOMICA

I sudditi guadagnano di più e pagano più tasse al governo, così il governo con più soldi ha a disposizione più
soldati e più guerre. Così iniziano lavori pubblici che migliorano le condizioni delle terre circostanti. Qui
gioca un ruolo fondamentale l’esercito nel favorire lo sviluppo industriale, ovvero nello spingere a produrre
più ferro, carbone e tessuti per i soldati. Quindi Federico ha come principale obiettivo la crescita dello
stato. Le idee federiciane sono seguite negli asburgici da Maria Teresa e successivamente da Giuseppe II e
da Caterina la grande di Russia.

MARIA TERESA D’AUSTRIA


Maria Teresa, figlia di Carlo VI, essendo donna viene molto ostacolata nella successione, il marito viene
eletto imperatore per legge, lei è solo imperatrice consorte e poi imperatrice madre . Proprio perché viene
osteggiata la sua ascesa, la giovane Maria Teresa capisce che i domini su cui governa sono amministrati in
modo disomogeneo, e non riesce ad ottenere in tempi brevi i …di cui ha bisogno contro il suo nemico
Federico II. Maria Teresa vuole rioccupare il territorio perduto, ma deve farlo in un momento difficile in cui
le sue riforme sono ostacolate e anche interrotte dalla guerra dei sette anni. Capisce però che riformare
l’apparato militare, amministrativo e finanziario è l’unico modo per l’Austria di mantenere lo statuto di
potenza europea. Riuscendo con abilità a circondarsi dei collaboratori giusti, pone allora una serie di paletti:

 Il primo obiettivo è la riforma delle finanze: tasse univoche e amministrazione finanziaria per i
territori ereditari. Accelerate dopo il 1763, dopo la fine della guerra e col fatto che lo stato della
corona di Boemia “Austria” è quasi in bancarotta. Così, essendoci pace c’è spazio per le riforme.
Nasce il consiglio di stato e le formazioni di ministeri.
 Nel 1748 impose ai “ceti”, cioè rappresentanze dell’alta e piccola nobiltà, del clero e delle città, di
versare le tasse non più annualmente ma per un intero decennio. Mentre il riparto e l’esazione dei
tributi era affidata a dei governatorati suddivisi in distretti provinciali.
 Nel 1749 le due cancellerie (boema e austriaca) sono sostituite da un unico Direttorio con funzioni
amministrative e finanziarie
 Vengono dal 1760 diminuiti i poteri dei feudatari nei territori, che erano ancora molto forti dato
che i contadini avevano ancora le corvée, la manodopera gratuita che in boemo prende il nome di
robot. Maria Teresa le limita, così il contadino ha più tempo per lavorare sui territori dello stato,
così guadagna più soldi e ci guadagna anche lo stato.
 Su esempio britannico nel 1768 si iniziano a tassare i proprietari terrieri (nobiltà e clero). I nobili
vengono “ricompensati” con cariche civili e militari.

Nella seconda metà del regno di Maria Teresa, una volta assestati i disordini amministrativi e
finanziari, la concentrazione si spostò sul benessere dei sudditi. In questa fase fu fondamentale
l’intervento del cancelliere di corte e Stato Kaunitz-Rittberg, il quale approfittò dell’emergenza
bellica per espandere la sua area di influenza alla politica interna, oltre che esterna, attraverso
l’istituzione di un Consiglio di Stato (1760) che diventò il massimo organo di coordinamento tra i
vari dicasteri.
Alla morte improvvisa di Francesco Stefano, marito di Maria Teresa e imperatore del S.R.I., sul
trono imperiale successe il figlio, Giuseppe II, il quale venne anche nominato coreggente degli stati
asburgici. Si formò quindi un trio composto da lui, la madre e Kaunitz che gestiva tutti gli affari.
Giuseppe ci tenne sempre molto a lavorare per lo stato, quasi come un Federico II per la Prussia.
 Dal 1767 si fa una politica contraria all’ acquisizione di nuovi beni terrieri da parte della chiesa
(mano morta ecclesiastica), che coltivava secondo metodi antiquati e non pagava tasse. E alcuni
beni vengono addirittura sciolti e requisiti. (es il palazzo san Tommaso nel XVIII secolo che era
monastero e diventa caserma)
 Le scuole vengono controllate dallo stato, così come l’istruzione. Il maestro anche qua diventa
funzionario statale.
 Grandi riforme militari con struttura organica congeniale, con scuole per formare il personale etc

GIUSEPPE II
Giuseppe II succede a Maria, si ispira molto a Federico II di Prussia e non procede cautamente come Maria
nelle riforme, la quale aveva preferito non andare contro chi aveva ancora forti poteri come la nobiltà
ungherese e i grandi magnati terrieri, ritenendole appunto insufficienti. Ciò che cambia è soprattutto lo stile
di governo, che divenne più intransigente, e il ritmo di applicazione delle riforme, più incalzante. Dà il via
quindi a riforme molto più forti, inizia l’epoca del “giuseppinismo”:

 AMBITO RELIGIOSO: Ci sono riforme incisive soprattutto in ambito ecclesiastico, sia interne alla
Chiesa, che in un’ottica di giurisdizionalismo, quindi di affermazione dell’autorità dello Stato sul
clero nazionale; infatti, per quanto riguarda il clero secolare, si investì nella sua formazione e dal
1783 i seminari vescovili vengono controllati dallo stato. E opera anche sugli ordini regolari,
confiscando centinaia di monasteri e conventi, incamerandoli e volgendo i guadagni al
finanziamento di scuole e altre attività assistenziali. Dai vescovi venne preteso il giuramento
all’imperatore. In generale vennero anche scoraggiate tutte le forme di culto eccessivamente
rituali come pellegrinaggi e processioni, le esposizioni di reliquie, bandite le manifestazioni a
sfondo superstizioso. Le spese superflue per battesimi e matrimoni vennero ridotte al minimo, i
cimiteri allontanati dai centri abitati.
E fa riforme in campo religioso, permettendo libertà di culto grazie alla “patente di tolleranza”
che legittimò le confessioni protestanti e greco-ortodosse e favorendo la forte immigrazione nelle
città danubiane degli ebrei (per questo ce n’è molti in quelle zone).
Il papa Pio VI nel 1782 tentò di intervenire recandosi a Vienna e intimando al sovrano di
interrompere la sua politica anti ecclesiastica, ma non ottenne alcun risultato politico.

 AMBITO SCOLASTICO: Dal 1774 vige l’obbligo scolastico e viene aperta una scuola elementare in
ogni parrocchia. Gli studi superiori si specializzano e ottengono prestigio, per esempio in ambito
medico. abrogando molte università e riducendole a licei (NON PAVIA!).
 Si introduce una tassa uniforme sulle proprietà.
 AMBITO ECONOMICO:
 Fa una politica economica industriale protezionista, evitando che entrino prodotti
stranieri in territorio imperiale ed eliminando i dazi interni per favorire
l’unificazione del mercato interno. Diede sostegno alle manifatture tramite
sovvenzioni e procedette allo smantellamento di corporazioni di arti e mestieri.
 In ambito agricolo regolò i rapporti tra signori feudali e contadini, abolendo nel
1781 la servitù personale e redigendo tra l’84 e l’86 un nuovo catasto per i beni
fondiari, per garantire una più equa distribuzione delle imposte. Catasto
teresiano censimento territori nella Lombardia austriaca.
 AMBITO GIURIDICO: Vengono portati a compimento i nuovi codici penale e civile dell’impero. Il
Codice penale, nonostante le dure pene mantenute, accoglieva il principio della legalità della pena,
non più soggetta alle arbitrarie decisioni dei giudici. la tortura non è più inoltre uno strumento
legalmente utilizzato per ottenere prove e concessioni.

SCONTENTO: Crea una tassa uniforme, cosa che scontenta i nobili ungheresi, adesso molto poco agevolati.
Cerca quindi di garantire libertà individuali e di ottenere contributi omogenei da tutte le classi della
popolazione. Tutte queste riforme provocano un serio scontento, perché i ceti privilegiati si vedono messi
nell’angolo e iniziano a protestare perché non avevano più i loro privilegi, soprattutto in zone come Belgio e
Ungheria che non erano state soggette alle riforme di Maria Teresa. Stressate anche dai costi finanziari
della guerra condotta a fianco della Russai contro la Turchia, alla fine del regno di Giuseppe, infatti, nascono
delle rivolte conservatrici nei paesi bassi austriaci che portano ad una serie di sommosse contro le autorità
e alla proclamazione dell’indipedenza, al fine di mantenere i propri privilegi.

EREDITA’: Nel 1790 muore Giuseppe, gli succede il fratello Leopoldo II che era fin ad allora granduca di
Toscana e cancella buon parte delle riforme di Giuseppe per riottenere il consenso da parte dei vescovi. Alla
sua morte, avvenuta prima di poter ri-intraprendere un progetto riformistico, salì al trono il figlio Francesco
II, con il quale si chiuse definitivamente l’epoca dell’assolutismo illuminato in Austria, diventata una
nazione di immobilismo. Nonostante ciò, l’impulso dato dalle riforme fu molto positivo nel creare una
società più attenta ai bisogni delle classi subalterne e rinnovata nei suoi apparati burocratici e militari, oltre
che progredita demograficamente e sviluppata nel settore manifatturiero e dei traffici.

CATERINA DI RUSSIA
RECAP DINASTICO: In Russia lo zar ha molto potere, Ivan IV cerca di adattare il potere ed elimina tutti quelli
che pensa vogliano prendere il suo posto, così elimina la sua dinastia. A questo punto prendono potere i
Romanov, che avranno la corona fino alla Rivoluzione russa. A fine 600 sale lo zar Pietro il grande, che di
fatto occidentalizza il paese, imponendo modelli europei di moda (ceti sociali diversi dovevano vestirsi
secondo tendenze diverse e ispirate ad altri paesi), di esercito, crea una burocrazia moderna.

PRESENTAZIONE DI CATERINA: Nel 1762, alla morte della zarina Elisabetta, il figlio, Pietro III, ha sposato
una principessa tedesca (Caterina di Russia) che era stata messa al trono da un colpo di stato da lei
organizzato, perché il marito non era apprezzato, quindi diventa lei la zarina e “autocrate di tutte le Russie”.
È una donna colta e intelligente, amica dei philosophes, che cerca di occidentalizzare il paese, di
modernizzarlo. Permise ai nobili di fare viaggi all’estero e per un lungo periodo si ebbe una libertà di
espressione e critica notevole.

L’unica cosa moderna era l’esercito, ma lei vuole di più, imita il modello prussiano. Cerca così di sviluppare
la produzione economica e scopre grandi miniere di ferro negli urali, così la Russia diventa un grande
esportatore di ferro. Negli anni 50 Caterina deve intervenire per bloccare la situazione economica. Ci sono
due conflitti paralleli: la guerra di Federico II per mantenere la sua indipendenza e limitare la potenza
tedesca e gli Hohenzollern. Con l’Austria si alleano Francia e Russia, quest’ultima perché la Prussia
impedisce il loro accesso ai “mari caldi”. Caterina però ha speso troppo in imprese militari e lo stato russo di
trova incredibilmente indebitato, anche perché non aveva chiesto sussidi alla gran Bretagna come era solita
fare perché non erano alleati in quella circostanza. Quindi arriva il tracollo finanziario. Caterina si allea
quindi con la grande nobiltà, perché sono quelli che hanno permesso la sua ascesa.

AZIONI CONTRO LA CHIESA: Ma inizia a fare una politica per rafforzare le entrate dello stato facendo nel
1764 un provvedimento che va a danno della chiesa ortodossa, ovvero confiscando tutte le loro proprietà
ecclesiastiche. Soppresse inoltre la maggior parte dei conventi e attribuì uno stipendio ai ministri del culto.
Di questa riforma beneficiarono in particolare i contadini, che soggetti ora al territorio regio videro un
miglioramento delle proprie condizioni di vita .Nell’Impero Romano d’occidente, da quando il
cristianesimo viene fatto religione di stato, l’imperatore si fa carico del controllo del cristianesimo nella
lotta contro gli eretici, invece nell’Impero Romano d’oriente l’arcivescovo è sempre sottoposto al volere
del governante, e così dello zar all’epoca di Caterina, che rende pubblici tutti i territori della chiesa, li
nazionalizza.

L’”ISTRUZIONE”: Nel 1765 fa altri provvedimenti per migliorare la condizione dei contadini, che erano
sottoposti all’unica legge del signore feudale. Caterina vuole erodere i poteri dei nobili ma gli dà il
contentino di condannare ai lavori forzati i propri contadini se sgarravano. Si cerca anche di imporre una
tassa sui beni della nobiltà, e di unificare le leggi in tutto il territorio, così è influenzata dalle letture di
Montesquieu e di Beccaria, decidendo di fare una riforma basata sulle opinioni degli illuministi. Riforma
anche il sistema educativo russo, portato a compimento negli anni 60-70 del 700, anche se in anni futuri
dovrà apportare altre modifiche, anche in Russia infatti l’educazione era in mano alla chiesa ortodossa.

Nel 1767 riunisce una commissione legislativa composta dai rappresentanti di nobili, cittadini, contadini
liberi e membri di stati non russi per redigere L’“Istruzione” un nuovo codice di leggi basato sui principi
illuministi. Quindi volto alla libertà, alla tolleranza e, su modello di Beccaria, all’umanizzazione delle pene
giudiziarie. Tuttavia, i buoni propositi che la commissione si era prefissa vennero infranti da discussioni
interne, cosicché Caterina la sciolse nel 1768, anche in vista della guerra con l’impero ottomano.

LE GUERRE: quella contro l’impero ottomano fu un successo, poiché una squadra navale russa fu in grado di
distruggere la flotta turca nel Mediterraneo. Da questo scontro ottenne l’accesso al Mar Nero e il passaggio
per il canale del Bosforo.

RIVOLTE: Questa politica di limitazione della nobiltà e apertura al Codice penale che tiene conto dei più
deboli e mira a limitare i poteri della chiesa subisce un a battuta d’arresto negli anni 70 da parte dei
cosacchi ed altri ceti che attuano una serie di rivolte, alimentate anche dagli inasprimenti fiscali (causa
guerre), la penuria di viveri e un’imminente pestilenza. Una tra queste è la rivolta di Pugačëv che si fa
spacciare per Pietro il III e cerca di conquistare la fiducia del popolo, con il supporto di cosacchi, operai e
servi. Caterina ci mette molto a reprimere nel sangue questa rivoluzione, riuscendo a reprimerla solo nel
1774 (Pushkinla figlia del capitano).

NUOVA LINEA POLITICA: La rivolta mostra la debolezza dei poteri locali, che non sono in grado di tenere a
bada le masse rurali, alle quali fino ad allora si erano fatte molte concessioni. Il timore dell’anarchia porta
così alla decisione di aumentare il potere amministrativo dei nobili. Dopo la rivolta Caterina divide il paese
in 50 province e in vari distretti, questi ultimi governati da nobili locali, si creano inoltre tre tribunali civili
separati che giudicano in base al ceto. Il terzo tribunale sono invece i contadini liberi. Invece questa
suddivisione è fatta apposta per favorire la grande nobiltà, per consolidare il potere degli zar e cementarla
nell’alleanza con la grande nobiltà russa, che durerà fino alla fine dell’impero.

Fa anche un’opera di riforma nel sistema di istruzione pubblica, con l’avvio di un programma di
insegnamento elementare gratuito e la fondazione di istituti superiori. Grandi progressi nell’ambito di
manifatture, estrazione mineraria e commercio con l’estero.

CONCLUSIONI: Nel 1785 Caterina emana lo statuto delle nobiltà e la carta delle città, in cui copia il modello
svedese. Il modello delle città rimarrà fino al 1874, quando si creerà un nuovo statuto di governo. La fine
delle riforme conosce uno stop quando arrivano le notizie della Rivoluzione francese, Caterina si spaventa e
smette di fare riforme perché teme questa corrente sovversiva. Il conte Potëmkin, suo favorito, aveva
aiutato nell’amministrazione, ma a quei tempi il suo amante era Zubov, molto conservatore che suggerisce
a Caterina di chiudere il paese e cancellare le riforme, bloccando i nuovi progetti in campo educativo a
favore di leggi conservatrici. Alla morte di Caterina l’impero è notevolmente rafforzato, e ampliato nei
territori, dato che grazie alle spartizioni della Polonia riesce ad annettere la Bielorussia e gran parte del
territorio orientale della Polonia. In seguito, poi ad un’ulteriore guerra russo-turca, aiutata dall’Austria,
riuscì anche ad annettere la Crimea, rendendo la Russia il paese più popoloso d’Europa. Nonostante questa
apparente calma interna, però, all’interno è ancora fortemente povero, anche perché inizia a manifestarsi
quel dualismo di voglia di conquista dell’india tra gran Bretagna e Russia, territorio molto caro dal 1783
all’Inghilterra, vista la perdita delle colonie americane.

RIFORME IN ALTRI PAESI (SPAGNA E PORTOGALLO)

Danimarca, piccoli stati tedeschi ma soprattutto in

Spagna e Portogallo, che vedono una profonda riforma delle loro strutture nel XVIII secolo, in cui Pombal fa
molte riforme illuministe, per rafforzare l’economia del paese e frenare le montagne di oro che stanno
versando all’Inghilterra. Avvia anche una serie di riforme nel campo dell’amministrazione coloniale,
probabilmente era un massone, e fa una politica anche religiosa. In portogallo, infatti, gli ordini religiosi
erano proprietari di grandissime terre, cerca così di limitare il potere dei gesuiti, così il papa abolisce la
compagnia di Gesù. La Spagna borbonica anche subisce riforme basate sul modello amministrativo
francese. Con l’arrivo sul trono di Carlo II c’è una marcia più intensificata delle riforme, Carlo in realtà era
conte di Napoli e il fratello di Ferdinando, l’erede legittimo. Così iniziano le riforme illuminate in un paese
ancora fortemente arretrato, demograficamente diviso in aree costiere molto popolose e un interno molto
spopolato. Si cerca così di limitare il governo inglese e si fa una politica protezionista, facendo anche
riforme in campo fiscale in ambito coloniale, importanti per creare quelli stati che chiederanno
indipendenza (dal Messico attuale a tutto il sud America) un territorio immenso, sottoposto a riforme di
carattere interno. L’impero spagnolo è anfibio, nel senso che necessita di una flotta per trattare con queste
colonie, così deve creare un nuovo sistema difensivo. L’impero americano non era stato minacciato da
europei da molto tempo, per mancanza di mezzi logistici, per distanza e per inospitalità del territorio, tutti
fattori che vedono difficile ‘insediamento. Nel 700 cambia il quadro perché gli europei iniziano ad avere
basi permanenti. C’è la necessità di difendere la rotta del tesoro e di costruire un sistema di fortificazioni
più evolute, così sono necessarie una serie di riforme in America per fare in modo che tutti paghino le
tasse. Questo è un problema soprattutto per il clero ed i gesuiti in particolare (Mission con Robert de niro),
quindi i gesuiti si rifiutano di pagare e tutti i loro beni vengono sequestrati. A partire dal 1762- 63 si buttano
in piedi delle milizie locali in America, discendenti dei bianchi che iniziano ad avere comando delle milizie,
si pensa di avere così il dominio, ma in realtà si gettano le basi per la rivolta, i creoli iniziano a vedere nel re
di spagna un impedimento a mantenere il loro dominio personale. Quando si ribellano le colonie
americane. Non c’è più l’idea della “limpieza de sangre”. ApprofondimentoCostituzione di bolivar

I PICCOLI STATI ITALIANI

La penisola italiana, in particolare il regno di Sardegna, che applica pochissime riforme, solo a carattere
militare, che aveva infatti moltissimi soldati. Le cattedre ad ingegneria servono a formare ingegneri militari,
tutto è finalizzato all’esercito. La Serenissima repubblica di Venezia non è spinta a nessuna particolare
riforma, solo alcune che partono dal basso. I patrizi veneziani grandi proprietari terrieri hanno il problema
della peste bovina e suina. Il governo della serenissima non accentua riforme. Lo stato della chiesa men che
meno, dato che l’inquisizione blocca qualsiasi tentativo di riforma che possa avere un carattere
antireligioso.
Gli stati riformatori sono lo stato di Milano, il granducato di Toscana, che aveva spodestato i Lorena, che
fanno una serie di riforme di stampo austriaco. Altro che fa riforme è il regno di Napoli, come quella
universitaria ma anche quelle nel campo della legislazione e del commercio.

Lombardia e Toscana hanno riforme anche in campo finanziario. Carlo VI per esempio dà l’avvio al nuovo
catasto, così favorisce anche i soldati e l’esercito che avevano spazio in Lombardia. C’è una riforma
dell’istruzione superiore e delle università, all’introduzione di nuove colture agrarie (riso più usato ma
anche l’industria casearia nel lodigiano). In toscana la situazione è complessa, perché ha subito gravi
contraccolpi nel 600, ha visto esaurirsi le sue manifatture ed è in crisi. Così c’è una svolta per ridurre la crisi,
si crea un unico Codice penale e civile, si cerca di evitare la dispersione del potere. Il tentativo dei Lorena è
proprio quello di centralizzare e uniformare lo stato.

29/10/20

LA RIVOLUZIONE AMERICANA

LE COLONIE E LA LORO ORGANIZZAZIONE

Basi gettate per il mondo moderno. Base storica sulle colonie: in origine c’era la differenza tra colonie di
popolamento (quelle caratterizzate da forte migrazione da isole britanniche e non, dove c’è gente che va
per rifarsi una vita. Sono le colonie del New England, fondate anche da padri religiosi non accettati in
Inghilterra), e le colonie di piantagione (quelle del sud come Virginia, Carolina etc., c’erano le piantagioni e
venivano coltivate le produzioni basiche per il commercio). Quando iniziano a crearsi problemi con la
madrepatria tutte le colonie hanno un’assemblea (proprio come la madrepatria), perché erano state create
proprio a suo modello. Ogni colonia ha una camera rappresentativa che collabora con il governo della
corona. L’istituzione di queste unità rappresentative avviene più però per iniziativa individuale che per
volontà della corona, quindi ad opera di privati che ricevono un’autorizzazione…non c’era nei parlamenti la
camera dei lords però. Le colonie ripropongono al loro interno l’ordine politico inglese, ma non tutte le
colonie hanno lo stesso tipo di parlamento, anzi spesso son proprio molto differenti. Nella Nuova Inghilterra
ad es il parlamento ha funzione legislativa, affiancando il governatore nominato direttamente dalla corona.
Nel sud il governatore ha poteri più ampi, è affiancato da un consiglio di nomina esclusivamente regia. Nel
corso del 600 e 700, soprattutto dopo la gloriosa rivoluzione, Londra cerca di avviare un processo di
assimilazione dell’autonomia coloniale, di stringere la morsa su di loro. le colonie non avevano partecipato
in alcun modo alla guerra dei tre regni, e questo permette loro una forte crescita economica. Dopo il 1688-
89 il potere esecutivo viene affidato ai governatori, affiancati dalle assemblee elettive a suffragio limitato. I
grandi proprietari terrieri, come Jefferson e Washington, sono grandi proprietari di schiavi. Così,
nonostante questa parvenza di riorganizzazione, esistono ancora tre modi di organizzazione diversa (la
Georgia non c’era ancora, è l’ultima ad essere creata). Quindi le dodici colonie hanno modelli diversi.

Massachusettsla sua popolazione è formata da molti religiosi e molti profughi della Germania, da quei
territori in cui sono stati costretti a fuggire i protestanti e gli ordini minori. Nelle colonie americane l’unico
limite per l’immigrazione è che chi arriva sia in grado di pagarsi il viaggio, ma non c’è nessuna particolare
restrizione, anche perché una volta arrivati lì fornivano manodopera a ricchi facendo i loro servitori. Gli
stessi coloni nominano quasi tutti gli incaricati, così come in Rhode Island. In sostanza riproducono il
modello inglese degli Stuart. L’esecutivo non risponde al legislativo, fino alla rivoluzione il governatore non
è sottoposto a nessun controllo da parte delle assemblee legislative, ha potere pieno. Le assemblee hanno
importanza per quanto riguarda il mondo fiscale, la tassazione è diversa in ogni colonia. Le richieste della
corona sono molto limitate, non chiede tasse da inviare, quindi le colonie possono occuparsi delle loro
questioni interne. Perché? L’Inghilterra aveva una dogana per le merci che arrivavano dall’America, e
questa era una fonte di guadagno sufficiente. La questione è più scottante rimane quella finanziaria che
porterà alla rivoluzione.

IL RUOLO DELLA MADEPATRIA

I compiti di Londra sono solo quattro (dato che legislazione e fiscalità erano lasciate all’organizzazione
autonoma): la difesa della legislazione inglese, che doveva essere sottoposta, salvaguardare i cittadini delle
colonie che erano di fatto equiparati ai britannici. **anche in india succede la stessa cosa, invece in altri
stati, come l’olanda, le compagnie come la VOC avevano pieno potere diretto**. Altro compito è evitare
l‘approvazione di misure ritenute pregiudizievoli nei confronti della corona, in caso il parlamento doveva
intervenire. Quattro: evitare che le leggi varate dalle colonie vada contro gli interessi di stato, ma ciò
avviene raramente, non vengono bloccate molte leggi nel complesso.

Più si va a sud e più aumenta il lavoro servile, espletato dagli schiavi di colore

Ogni colone ha diritto ad appellarsi al supremo ordine del re e della corona. Non c’è nessun tentativo da
parte della corona di introdursi nell’organizzazione delle colonie. Le leggi approvate da Westminster hanno
valore solo se approvate nel testo.

I coloni pretendono generalmente che certi diritti appartengano a loro di diritto, perché li hanno ereditati
dai loro antenati inglesi coloni (common U?), in quanto i loro antenati erano nati sul suolo inglese libero.
Questo impero americano viene gestito in modo confuso, generalmente le colonie dovrebbero dipendere
dal segretario delle colonie per il sud, uno dei due istituiti che si occupava degli stati del sud come
Portogallo e Spagna, mentre poi c’era quello del nord che si occupava del baltico. Così quello del sud
doveva occuparsene, ma spesso non si occupava delle colonie, non sapevano nemmeno dove si trovassero
lol, ma anche il segretario di stato al commercio dovrebbe aver competenza in fatti di commercio
coloniale. Spesso verificava solo che fossero rispettate le leggi contro il contrabbando. Ma non abbiamo
finito, c’è anche l’ammiragliato, il ministero della marina, e il primo lord dell’ammiragliato aveva in pugno
la difesa del controllo del traffico, con una serie di basi americane sotto il suo controllo, come ad Halifax e
new York. Questo perché i coloni non hanno una propria marina e dispongono di milizie coloniali molto
limitate. Il ruolo dell’ammiragliato diventa molto forte in tempi di guerra ovviamente, soprattutto nei
conflitti con spagna e Francia in cui sono influenzati anche i commerci.

L’INIZIO DEI PROBLEMI FINANZIARI

Dopo la fine della guerra dei sette anni, l’Inghilterra sconfigge i rivali storici (Francia) e ne guadagna tutti i
possedimenti oltremare e l’india, quindi tutte le colonie sono in mano inglese. Ma la guerra dei sette anni
costituisce un grande prezzo da pagare anche per la Gran Bretagna, che si indebita fino al collo, infatti le
truppe inglesi combatto in Germania, india, caraibi, portogallo e la flotta è tutta inglese, cosa che richiede
dei grandi costi, cercano di mettere in blocco i porti degli avversari e intercettare le loro navi mercantili. ** i
prigionieri di guerra si scambiavano spesso, e li si faceva giurare che non avrebbero più preso parte a
guerre contro chi li aveva imprigionati per tutta la durata della guerra in cambio della libertà, ma non la
marina inglese, loro li tenevano prigionieri fino alla fine del conflitto**

Gli inglesi investono moltissimo anche in America e inviano moltissime giubbe rosse. Le vittorie ottenute in
America contro la Francia sono tutte ottenute dalle truppe regolari, non da quelle dei coloni che sono
milizie molto scarse. Dopo la vittoria viene mantenuto il presidio militare in America, non con moltissimi
soldati, passano di poco i 3 milioni di abitanti, sparpagliati su un grandissimo territorio. Dopo il 1763 il
parlamento dice: visto che abbiamo fatto questa guerra nell’interesse dei coloni ora vogliamo che anche
loro paghino le tasse e contribuiscano alla spesa delle difese imperiali e al debito pubblico del paese
generato dalla guerra. Così si impone la tassa sullo zucchero (melassa), molto importante perché, essendo
lo zucchero enormemente consumato, esso serve per ottenere il rum, così si rende difficile il consumo della
bevanda nazionale. Poi viene introdotto lo “start act?”, l’imposta di bollo, che influenza la produzione di
ogni atto legale, periodici e libri. Per la prima volta si pone il problema su chi abbia l’effettiva autorità. Per
Westminster non è certamente uno scandalo che queste tasse vengano fatte pagare, ma invece in America
si scatena un forte dibattito, molti propongono di non comprare più merci inglesi. Il parlamento è molto
conciliante, vuole evitare problemi, così nel 1766 abolisce le due tasse in oggetto e ritira i provvedimenti. Il
problema finanziario resta ancora però, bisogna trovare una soluzione: l’economia americana si basa
soprattutto sul contrabbando con posti circostanti, perché lì i controlli doganali erano molti pochi. Allora
dato che l’evasione fiscale è così forte, il ministro del re decide di abbassare i dazi, sembra un controsenso,
ma se io abbasso le tasse la gente è più propensa a pagarlo, perché così i contrabbandieri chiedevano di più
che non per vie legali. MA invece l’abbassamento dei dazi fa sì che molti di questi contrabbandieri si
trovino poveri in canna, che vengano quindi messi nell’angolo e inizino a guardare male il parlamento.
Anche perché le dogane vengono rafforzate e i coloni si lamentano con la corona, i cui provvedimenti sono
condannati, allora la corona fa nuovamente marcia indietro per evitare problemi.

Altre due cause della ribellione: la questione indiana, ovvero una serie di trattati che gli inglesi avevano
firmato con gli indiani per preservarli, ma non per bontà, semplicemente perché non volevano più
spendere per guerre scatenate dall’uccisione di qualche indiano da parte dei coloni. Così in virtù di questi
trattati impediscono a i coloni di rubare la terra agli indiani. Così la fame di terra americana viene osteggiata
dalla politica degli inglesi. Altro motivo sono, soprattutto al sud, le voci sull’abolizione della tratta degli
schiavi. Nel confronto del commercio degli schiavi si stanno creando forti dibattiti per questa abolizione
della tratta (non degli schiavi). Ma ai proprietari di schiavi americani non va bene questa cosa chiaramente.
In altri stati, come la Spagna si riflette.

PRIME MANIFESTAZIONI DI RIBELLIONE

Nel 1770 però c’è il famoso incidente del “Massacro di Boston” in cui alcuni coloni vengono uccisi dai
soldati inglesi (anche se i miliziani avevano aperto per primi il fuoco), infatti una giuria assolve gli inglesi
perché avevano sopportato l’aggressione fino a un’uccisione di uno di loro. Le tensioni sono quindi
fortissime. Nel 1773 c’è un altro tassello, il famoso Boston tea party, in cui una serie di coloni travestiti da
indiani buttano in mare i carichi di tè. Ma perché? La corona aveva concesso alla compagnia delle indie il
privilegio (pagato) di importare il tè in America e di conseguenza di avere il monopolio sull’importazione di
questo prodotto. Questo tè costa meno di quello portato dai commercianti delle case mercantili americane,
che iniziano a perderci. Questo atto di ribellione porta il parlamento di Londra ad agire, perché è troppo per
ritrattare di nuovo, anche perché la compagnia delle indie protesta. Il parlamento di Westminster approva
quattro leggi per Boston:

 Blocco del porto


 La carta parlamentare del Massachusetts viene modificata e sospesa
 A Boston arrivano i soldati sul serio, regolari, le giubbe rosse
 La città viene ora amministrata da funzionari inglesi e non più dal proprio consiglio cittadino
 I tribunali civili sono sospesi e tutti i processi sono giudicati da militari, così la corona cerca di
tutelarsi perché questi tipi di tribunali condannavano con certezza chiunque venisse giudicato

Il …act, che sconvolge i puritani. In America non c’era l’atto di tolleranza, potevano emigrarci solo
protestanti, ma l’Inghilterra si trova a governare le ex colonie francesi cattoliche, così questo act prevede
che i cattolici possano professare tranquillamente la loro religione. Ed è una sberlona per i puritani, un
provvedimento molto lungimirante però, perché farà sì i francesi cattolici siano in scontri futuri dalla parte
degli inglesi.
I coloni rispondono in maniera negativa e nel 1774 le colonie si riuniscono tute insieme per fare una politica
comune contro l’Inghilterra per paura che i provvedimenti di Boston siano estesi ad altre colonie. Si decide
così di formare una milizia, perché ritengono che sia un’affermazione di libertà, proprio perché prima solo
gli inglesi potevano concedere il porto d’armi, questo è una grande provocazione, viene inviata una milizia
inglese che viene intercettata, ma che porta alla morte dei coloni. Questo è il primo scontro in cui gli inglesi
aprono il fuoco. Inizia la guerra di indipendenza. I coloni creano l’esercito continentale con a capo
Washington e il 4 luglio fanno l’atto di indipendenza. Un grande aiuto che permette ai coloni di disfarsi
degli inglesi è l ‘aiuto da parte di francesi e spagnoli contro l’Inghilterra. Questa è messa male, perché deve
portare avanti conflitti anche in altri stati, come l’india, che diventa una questione molto più saliente col
tempo rispetto alla ribellione americana. I generali britannici che combattono in America vengono pian
piano abbandonati a sé stessi (testo THE WAR FOR AMERICA di tier..?).

la costituzione iniziale è a favore di certe classi sociali e basta

Nel 1783 finisce la guerra americana col trattato di Versailles

4 lugliodichiarazione d’indipendenza e preparazione nuova costituzione, che è rivoluzionario per l’epoca.


Si sancisce che tutti gli uomini nati in suolo americano sono nati liberi e uguali e questo è un grande passo
avanti rispetto alla rivoluzione inglese, visto che c’erano titoli nobiliari e una scala gerarchica

La gran Bretagna non aveva nessun tipo di costituzione, anche attualmente, si basano su una serie di leggi
codificate nel corso dei secoli.

2/11/20

LA RIVOLUZIONE FRANCESE

La sua novità è quella dei suoi tre principi: libertà, uguaglianza e fraternità. Questi ideali si estendono a
tutti gli uomini, non solo ai francesi, tutti gli uomini sono pari. Quindi i tre step sono:

1. Rivoluzione inglese tutti i cittadini sono liberi


2. Rivoluzione americana  i cittadini americani sono liberi e uguali
3. Rivoluzione francese questi ideali si estendono a tutti gli uomini che sono fratelli.

Ma come si arriva alla rivoluzione? Nel 700 la Francia è un paese dalla doppia anima, si tratta di un paese
con forti influenze sugli altri stati in fatto di idee, di moda ma anche in ambito culturale: infatti
l’illuminismo prospera in Francia e le idee di questi pensatori circolano in tutta Europa. Questo è sempre
una visione eurocentrica comunque. L’altra anima è però quella di un paese in profonda crisi economica,
politica ed istituzionale. Dal pdv storico il lungo regno di Luigi XV, che sale al trono bambino, è una serie di
occasioni perdute, dato che il sovrano non prende l’occasione per svecchiare le istituzioni, seguendo
modelli come l’Inghilterra e la Prussia, Asburgo e Russia, perché non ne ha il coraggio, complice anche la
sua macchinosa politica estera che le fa avere molti interessi mondiali, in guerre che tra l’altro si
concludono quasi sempre catastroficamente. La Francia perde ad esempio il Canada e il commercio
coloniale in India. Un altro grave problema sono le mancate riforme contro i ceti più abbienti, come clero e
nobiltà, che sono particolarmente legati ai propri privilegi, in altri stati i privilegi erano stati limitati, ma in
Francia i sovrani dopo luigi XIV sono molto deboli, e il potere cade in mano a dei reggenti, anche perché si
trattava di una monarchia composita, quindi ogni territorio (Bretagna, Lorena, Franca contea) aveva
metodi amministrativi, istituzioni e parlamenti diversi. La lotta tra i parlamenti territoriali singoli, silenziati
ai tempi di Luigi XIV, e i corpi monarchici mina il potere dei ministri del re e dello stato stesso. Nel corso del
700 si assiste inoltre a una super crescita dell’apparato statale, infatti ci sono molti debiti gravi di lire
tornesi

 La lira tornese era la moneta di conto usata dalla monarchia francese per i suoi
calcoli

Nel 1615 il debito era ormai a 2 miliardi di lire, causa delle guerre, lo stato stava collassando sotto la massa
dei debiti e del titolo del debito (le entrate sono alienate per far fronte al pagamento degli interessi ai
creditori). Per recuperare moneta lo stato aumenta da un lato le imposte, dall’altro cerca di usare
escamotage vendendo titoli, posti e uffici, accrescendo l’apparato statale, perché se creo gli uffici e li vendo
incamererò sul momento dei soldi, ma in futuro dovrò far fronte al pagamento degli stipendi di queste
persone o comunque percepiranno la loro parte di tasse che stanno raccogliendo nel paese, peggiorando
ulteriormente la situazione.

IL TENTATIVO FALLITO DI CHOISEUL

Dopo la sconfitta disastrosa nella guerra dei sette anni nel 1763 e inizia ad esserci un primo dibattito sulla
necessità di riformare lo stato, e il primo a prendere potere è il duca di Choiseul, che però ha solo in mente
di preparare la marina per riaprire il conflitto con gli inglesi e recuperare parte del territorio perduto, un
leit motif che ritornerà nel tempo e che non riusciranno mai a portare a termine. Il duca gode dell’appoggio
di Luigi XV e inizia a fare una politica di rafforzamento dello stato, ma questo genera dei problemi perché i
parlamenti territoriali, che avevano lottato per recuperare il potere, si scagliano contro di lui e qualche
anno dopo viene giustiziato e tolto di mezzo. Il re è un disinteressato che cede anche il potere all’amante
favorita, la marchesa di Pompadour che però ne approfitta per dare potere agli amici, creando un substrato
di corruzione. Così quando lo scontro si fa troppo acceso Luigi toglie di mezzo il ministro, perché non era nei
suoi interessi mantenere una figura che agitasse il parlamento. L’occasione per sbarazzarsi del ministro è di
guerra:

Nel 1760 Spagna e Inghilterra rischiano una guerra per il dominio delle isole Falkland, ad oggi in mano
inglese ma rivendicate dall’Argentina in nome dell’antico possedimento spagnolo, e, non esistendo allora il
canale di Panama, permetteva di avere l’ultima stazione prima del passaggio al pacifico, quindi dello stretto
di Magellano o capo Horn (sud della penisola sudamericana). In tutto ciò la Francia, nonostante il patto di
famiglia tra i Borboni di Francia e di Spagna che erano imparentati, su richiesta della Spagna di intervenire,
non lo fanno, e questo porta tra le altre cose all’estromissione di Choiseul, che era favorevole, ma l’abate
du Terrè non era favorevole. Allora gli spagnoli firmano un trattato con gli inglesi e si appropriano
comunque delle isole.

TERRAY E L’AVANZO VERSO IL BARATRO

I ministri successivi a Choiseul devono cercare di risanare le finanze pubbliche, ma i fallimenti sono molti, è
difficile unificare questo territorio così diviso. I ministri delle finanze vengono eliminati quando cercano di
colpire i ceti più privilegiati: nella Francia del ‘700 nobili e il clero non pagano le tasse, ma in più occasioni i
controllori generali delle finanze alzano la voce chiedendo ai ceti di accettare di pagare le tasse, per evitare
che tutto il peso cada sul terzo stato per convincerli a pagare le tasse, e puntualmente ad ogni scontro i
parlamenti, che avevano comprato il titolo e quindi erano esenti da tasse, sono contrari. il re è dalla parte
dei ceti per evitare gli scontri, eliminando i ministri. L’abate Terray evita lo scontro con i ceti privilegiati e
tira a campare, chiedendo prestiti e aumentando le tasse che gravano sul terzo stato. Non avendo nessuno
che può fare da garante i tassi di interesse salgono sempre di più. Cerca espedienti nelle lotterie e cerca di
ridurre le spese militari. Ma Terray, che non ha alcuna esperienza economica, viene licenziato, in luce del
bilancio sfavorevole da lui presentato.

Nel 1774 viene chiamato Turgot, nuovo ministro delle finanze, egli è prudente e presenta un bilancio che
risulta molto grave ovviamente per la Francia, in passivo, il debito era 235 milioni. (questi calcoli in realtà
sono molto aleatori, ad esempio guardando quelli dell’Inghilterra sono abbastanza fedeli perché annuali,
ma in ogni altro stato non erano frequenti, venivano spesso sottostimati per non agitare troppo il sovrano,
quindi spesso bilanci diversi sono quasi in contrasto tra loro, vengono omesse e aggiunte voci a piacere, si
fa un po’ ciò che conviene). Quando i francesi nel 1778 entrano in guerra a favore degli americani è un
disastro, perché perde malissimo contro gli inglesi e la flotta viene devastata e il debito pubblico schizza alle
stelle per le spese di guerra, il disavanzo aumenta sempre di più è a 80 milioni, il debito pubblico è di oltre
2 miliardi di lire nel 1783. Lo stato sta vivendo quindi di espedienti tecnici come aumento di tasse per i ceti
non privilegiati o di aumento di debito, molte tasse colpiscono direttamente i debiti perché agiscono sui
consumi, le principali sono i dazi oppure l’attuale iva per dire, il nobile che va a comprare un bene paga la
stessa percentuale di tasse del cittadino, cosa ingiusta, ed è sempre più difficile procurarsi il necessario
per vivere. Durante Colbert si erano fatte idee sull’eliminare i dazi interni, con il protezionismo, ma molti
di questi incarichi sono stati VENDUTI e chi ha comprato la gestione dei dazi non è affatto ben disposto
nel vedere che lo stato vuole eliminare la principale fonte dei loro guadagni. Quindi i ceti privilegiati si
oppongono quindi alla più equa distribuzione… soprattutto i togati che han comprato titoli, cariche e dazi
e non vogliono perdere il capitale investito.

CHI SI OPPONE AI CAMBIAMENTI?

Non è tanto la vecchia nobiltà di spada ad opporsi ai cambiamenti, ma più la nobiltà di toga, che ha
comprato il titolo e non vuole perdere ciò in cui ha investito. I nobili e il clero quindi non pagano niente, i
contadini pagano le tasse della proprietà fondiaria, i produttori di beni che pagano dazi per esportare i beni
da un territorio all’altro, i grossi mercanti pure sono obbligati a pagare una serie di dazi e non riescono a
fare decollare i loro commerci. Si pensa di rifarsi così al modelli inglese, dove i proprietari di terra pagavano
le tasse, ma in Francia ci si oppone ovviamente. All’interno dei ceti privilegiati ci sono pure forti spaccature,
ad esempio all’interno del clero ci sono i preti poveri che hanno ben pochi guadagni, e anche nella nobiltà ci
sono spaccature, perché l’antica nobiltà terriera di spada non vede bene i nobili di toga. C’è questa marcia
di nuovi ricchi (i roberre) che cercano di entrare nella vecchia nobiltà. Inoltre, il problema è che non c’è
mobilità di status come in Inghilterra, i vecchi aristocratici non vogliono dividere la ricchezza con quelli
nuovi. L’accentramento della ricchezza inizia ad essere a poco a poco sempre più nelle mani delle stesse
persone. Inizia quindi una fortissima divisione, e un forte accentramento che crea scontento. Nelle
campagne e nelle città di provincia ci si rende conto come la ricchezza sia nelle mani di un ceo sempre più
ristretto di persone. Se prima questi scontenti erano attenuati dalla crescita economica, durante luigi XIV,
ora l’economia è in degrado.

La prima rivoluzione che avviene è in realtà dai ceti privilegiati, dall’antica nobiltà di spada, che si è
immiserita nei confronti dei nuovi ricchi, chiede così negli anni 80 una chiusura del nuovo ordine a Luigi XVI,
perché sentono che rischiano di essere sommersi da questi. I nuovi ricchi quindi si trovano sbarrati fuori da
questa possibilità di potere. I vecchi nobili vogliono difendere i loro posti nell’esercito (solitamente venali)
e ai vertici dell’attività dello stato. I nuovi nobili rischiano di far inflazionare eccessivamente la
compravendita di questi titoli militari facendo alzare troppo il prezzo.

Terzo stato= parte di quel terzo stato che ha in mano la ricchezza, ovvero chi viene da ceti liberali e poteva
aspirare ad ascendere ma si trovano bloccati. Su stampo di ideali illuministi quindi, questi liberali
abbracciano le nuove idee al momento giusto.

LUIGI XVI E TOURGOT


Dal 1774 regna Luigi XVI (nipote di luigi 15) che cerca di fuggire dalle cariche dello stato, che non vuole
regnare e si rifiuta di riconoscere la realtà di un paese che marcia verso il baratro. Quindi, in questo anno il
carico di debiti lasciati a Luigi XVI è enorme, ma i francesi sperano molto in questo nuovo giovane sovrano,
accorgendosi però che non è affatto il caso di Luigi XVI, non cattivo ma incapace, che paga anche le colpe di
un matrimonio odiato dai francesi (Francia ed Austria erano alleate e viene deciso a tavolino il matrimonio
tra luigi 16 e Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, solo che Antonietta ha un carattere molto diverso da
luigi 16, è colta, aspira al potere, è imbevuta di pensiero illuminista, ma essendo donna e straniera, la
misoginia e xenofobia dei francesi la vedono di pessimo occhio, cercando di coinvolgerla in scandali fittizi
che però minano la sua ascesa alla corona).

Tourgot è il ministro scelto da Luigi XVI, una figura molto apprezzata dai philosophes, che si intende
effettivamente di finanza, ed è molto vicino alle teorie dei fisiocratici (=prevedevano di far pagare tutte le
tasse solo alla proprietà terriera, togliendo tutti i dazi su manifatture per liberare il commercio, sono liberali
quindi, evitando le tassazioni antiquate). Tourgot però può fare solo piccoli cambiamenti perché le idee dei
fisiocratici non erano congeniali ai francesi, quindi c’è subito uno scontro che intorbidisce le acque, allora
Tourgot deve per forza tagliare le spese, non essendo riuscito nella sua riforma. L’ira dei privilegiati si fa
sentire presto in seguito ad un suo provvedimento: la libera circolazione dei beni (come già accadeva in
Inghilterra ad esempio). Gli stati avevano creato le autorità annonarie, che si occupavano di tutti i
commerci dei generi alimentari, per fare in modo che ci siano sempre nel paese certe quantità di riserve
alimentari che permettano una sicurezza per i tempi di crisi. L’annona, un tribunale che si occupa di tutti i
commerci di genere alimentare, ha proprio il ruolo di incamerare beni per rivenderli calmierati in tempi
difficili ed evitare insurrezioni in momenti di crisi. Chi voleva esportare questi beni doveva pagare una tassa
e farsi dare una licenza di tratta. Es: Genova non ha un entroterra e vive di importazioni di grano dal resto
dell’Italia, quindi lo prende dalla Sicilia, ma gran parte del grano è trattenuto per le esigenze dei locali, con
una licenza di tratta si concede di esportare una parte dei beni. l’annona serve così a comprare grandi
quantità di grani e rivenderli a prezzi calmierati in tempi di crisi.

I ceti privilegiati (nobili di toga) si oppongono a questo libero commercio non tanto perché volessero
mantenere i grani all’interno del territorio in vista di carestie, ma soprattutto perché generalmente
avevano ottenuto il monopolio della licenza di tratta e i dazi doganali in seguito alle gare d’appalto,
quindi ci guadagnavano in maniera davvero esorbitante, questo avrebbe impoverito famiglie che
avevano comprato l’amministrazione di questi dazi.

Queste famiglie iniziano quindi a minacciare il re, mostrando il loro scontento.

Quindi Tourgot si scontra con tutti loro, e questo genera nel 1776 nelle campagne una serie di jacquerie in
alcune regioni francesi nel 1776, perché il blocco della libera circolazione dei grani e ci sono dei cattivi
raccolti, il piano di Turgot fallisce e si rimane a compartimenti stagni, non permettendo a tutte le regioni di
ricevere le loro dosi prestabilite. Quindi ci sono scontri sia con i ceti minori che con l’aristocrazia, anche
perché per sedare le ribellioni Tourgot abolisce le corvée, questo rende felici i campagnoli, ma Tourgot
viene licenziato dalla regina Maria Antonietta, in accordo con i nobili, perché temono che riproporrà i suoi
provvedimenti e ormai ha contro i ceti mercantili, i nobili di toga e la grande nobiltà feudale, che era anche
disposta a liberalizzare i grani, ma che ora vengono toccati nel vivo.

L’AMMINISTRAZIONE DI NECKER

Nel 1776 arriva Necker, un banchiere ginevrino che vuole fare gli interessi della sua casa bancaria, a lui
spetta il compito di finanziare la guerra americana nel 1778. Lui è un moderato, cerca di fare dei piccoli
passi e delle piccole manovre, è anche molto abile dal punto di vista politico perché vuole evitare scontri
con i ceti mercantili e privilegiati. Finanzia quindi la guerra ricorrendo al nuovo debito e ad una serie di
espedienti, che si dimostrano insufficienti e accrescono il malcontento popolare. Tuttavia, fa pubblicare nel
1781 il bilancio per dimostrare che aveva gestito meglio i problemi, è la prima volta che viene reso pubblico
ma è un bilancio molto truccato però, fa in modo di far sembrare che abbia chiuso in attivo di 10 milioni,
quando in realtà la Francia sarà sempre in passivo). Il terzo stato critica le voci di questo bilancio (uscite per
pagare il debito pubblico, esercito, marina da guerra), in realtà queste voci erano anche disposti a pagare di
solito, perché investivano in titoli del debito pubblico, quindi paradossalmente erano soldi che gli
ritornavano ed erano utili per l’interesse del paese, ma allora cosa li scandalizza? Le spese di corte di
Versailles, che vengono visti come una spesa insostenibile e improduttiva, di pensioni dilapidate a favoriti
nullafacenti. Questo indigna moltissimo il popolo e il re decide di licenziare Necker, che aveva denunciato
questi soprusi.

LA BREVE ASCESA DI CALONNE E LA CONVOCAZIONE DEGLI STATI GENERALI

Negli anni successivi si susseguono personaggi di minor calibro, che campano alla giornata dal 1781 al 1783,
alla fine di quest’anno arriva un confidente della regina, Calonne, molto avvezzo alla regina e alla sua
favorita, la duchessa di Polignac, amica di Calonne, e cerca sotterfugi come tutti, seguendo inizialmente le
direttive di queste due. Ma nel 1785 si accorge che il debito è troppo alto, al limite, che lo stato rischia di
dichiarare la bancarotta, il fallimento, così propone alle due tutrici delle riforme, cercando ci convincerle
ad attuare una serie riforme fiscale per abolire i privilegi di clero e nobiltà, facendo pagare loro le tasse
sulla nobiltà, per far tornare denaro alla corona e ammortizzare il debito pubblico. La duchessa però si
rifiuta e ne convince anche Maria Antonietta, così per le sue idee riformiste Calonne viene licenziato.

Nel 1787-88 arriva la rivolta nobiliare: con cui i grandi nobili chiedono la chiusura rigida dell’ordine, non si
potranno più vendere titoli, né creare nuovi nobili di toga perché temono di perdere beni a causa dei
nuovi ricchi. Il re firma i decreti, ma visto il clima di crisi e sussistenza nel 1788 si decide a firmare il decreto
che convoca gli stati generali (= il parlamento dei francesi, convocato in momenti di crisi, di cambiamenti
dinastici. I membri di clero, aristocrazia e terzo stato votavano i loro membri. Erano stati convocati per
l’ultima volta nel 1614 con Luigi XIII. Votano per ordine, ovvero creano tre assemblee per ceto, delle quali il
terzo stato ha il maggior numero di rappresentanti) i problemi che si trovano ad affrontare sono moltissimi,
e ogni assemblea conta con un voto, quindi ci sono tre voti in totale. Di solito nobiltà e clero votano contro
a qualsiasi riforma, fanno comunella, e ci si ritrova sempre 2-1. Così la prima richiesta avanzata è quella di
votare per testa e non per ordine. Ma perché si arriva agli stati generali? Non solo per situa finanziaria, ma
anche per crisi economica e annonaria, si fa la fame.

4/11/20

L’INIZIO DELLA RIVOLUZIONE

Tentativi di risanare le finanze, perché falliscono? Alcune proposte scontentano troppo i nobili di toga o i
ceti abbienti come clero e nobiltà, perché li costringerebbero a pagare le tasse. La chiesa francese opta per
un piccolo provvedimento e concede dei piccoli donativi, ovvero permette alla chiesa di mantenere i suoi
beni e di non doverli rendere allo stato tramite il pagamento di una somma. Inoltre, la Francia si trova in
bilancio negativo anche a causa delle spese di guerra fallimentari. La situazione peggiora negli anni 80,
quando c’è un aumento della vendita di cariche e di uffici. La vecchia aristocrazia feudale si è impoverita e
così fa una ribellione per vietare al re di vendere le cariche. Nel terzo stato si scatena lo scontento. Quando
vengono convocati gli Stati generali ci sono altri aspetti critici: la Francia viveva borderline con la carestia, le
risorse erano limitate, con agricoltura di sussistenza, sovrappopolazione e cattivi raccolti minano
fortemente la disponibilità di risorse; oltretutto, i dazi erano in contrasto con la libera circolazione dei grani,
quindi i costi erano elevatissimi. Negli 80 è proprio il caso di un cattivo raccolto, e gli ultimi posti che sono
raggiunti dalle riserve alimentari sono proprio le grandi città, le più popolose; insieme a una grande crisi
delle manifatture, dovuta al trattato del 1986 del conte inglese italo??, che stabilisce che le merci in arrivo
dall’Inghilterra (tipo nel settore tessile) si pongono dei dazi altissimi per ostacolare il commercio inglese(??).
Così Lione, che vive di industria tessile, entra in crisi perché i grandi francesi non sono in grado di fare prezzi
competitivi con l’Inghilterra, anche perché non avevano avuto la meccanizzazione. Gli inglesi vendono
prodotti ad un prezzo inferiore, quindi non c’è storia. Così facendo tutte le produzioni manufatturiere
vanno in crisi in Francia, cercano di salvarsi specializzandosi in commerci militari. A Lione ci sono
manifestazioni furibonde che vengono represse sparando. Si crea un forte clima di tensione ed ostilità
contro la corona, anche perché nelle città d’ antico regime (come Parigi) manca un vero e proprio corpo di
polizia, c’erano solo piccoli corpi, inoltre Parigi ha il problema che le manca una guarnigione militare.
**Spesso il soldato di Parigi veniva mandato in una zona sconosciuta del paese, così che non avesse
problemi a sparare ai locali, dato che non ne capiva la lingua**. Con lo scoppio dei moti popolari questo è
davvero un problema. Quando il re convoca gli stati generali si è dunque alle porte di una crisi epocale, in
una società del tutto priva di ammortizzatori sociali (i poveri potevano solo sperare in un piatto di minestra
dai monasteri). La notizia della convocazione genera agitazione e nel 1789 il prezzo del grano raggiunge
livelli altissimi, soprattutto nelle città, in pari con la disoccupazione fiorente. Questo scenario di crisi
continua fa sì che il terzo stato, durante l’assemblea degli stati generali, prenda la guida della situazione,
innanzitutto ribaltando il metodo di voto per ceto, che puntualmente li aveva sfavoriti nel corso della storia.

APERTURA DEGLI STATI GENERALI

Il 5 maggio 1789 si aprono gli stati e il re si fa difendere dal reggimento di guardie svizzere e subito il terzo
stato chiede che si voti per testa. Ci vorrà la rivoluzione per impedire che i membri della famiglia di Roland
non siano più arcivescovi. Allora il terzo stato dichiara che gli stati generali diventino l’Assemblea nazionale
e a Parigi si crea immediatamente un ceto borghese rivoluzionario che sfrutta l’assenza di truppe nella
capitale e il malcontento della piccola popolazione parigina. Quindi il 17 giugno si autoproclama, si creano i
comitati, e solo alcuni giorni dopo, il 26 giugno, alla notizia che nelle campagne si stanno verificando
rivolte, il re è preoccupato. Essendo l’Europa da sempre fondata sul diritto giuridico, anche il feudatario
aveva una concessione regia per esercitare il suo potere, così, in questo clima, i contadini assaltano i
castelli e cercano le carte per distruggere i documenti di quelle concessioni, così da liberarsi della tirannia
dei padroni. Molti nobili allora protestano e chiedono l’intervento dell’esercito (formato da professionisti),
così il 26 giugno il re ordina all’esercito di marciare sulla capitale, ma è molto difficile e lento il processo di
comunicazione e mobilitazione, anche perché nel frattempo la notizia è già trapelata e provoca reazioni
violente da parte dei cittadini, che iniziano a cercare di procurarsi armi, assaltando negozi e procurandosi
ciò che si riesce. Però mancano munizioni e polvere da sparo. Così si decide di andarla a prendere nel posto
in cui è stata immagazzinata, ovvero alla Bastiglia, che ne era diventata il deposito, essendo un magazzino
di riserva dell’esercito. Nel corso dei secoli era anche diventata una prigione di stato per oppositori del
sovrano e ministri scomodi, oppure, durante il regno di Luigi XV, comandanti militari che avevano condotto
missioni fallimentari. Quindi il 14 luglio 1789 la Bastiglia viene attaccata (c’era dentro il conte de Saad),
anche perché era difesa solo da invalidi (ex soldati mutilati mandati lì per dargli una funzione) e qualche
svizzero, quindi la presa non è troppo ostacolata. Questa caduta provoca un grande shock a corte, il re vede
che la situazione è grigia, tituba e blocca la marcia delle truppe su Parigi. L’assemblea nazionale allora ne
approfitta per prendere il pugno la situazione, si autoproclamano assemblea nazionale e prendono in mano
la situazione, cominciando a guidare le folle inferocite per fare più pressione nei confronti della corona. Al
re in quei mesi vengono offerte petizioni che non firma, e in ottobre c’è una decisiva marcia di donne con i
figli che arrivano fin sotto al palazzo reale, marciando su Versailles e tornando a Parigi, convincendo Luigi
XVI di tornare a Versailles e facendogli firmare la dichiarazione dei diritti. L’assemblea nazionale è
riconosciuta e inizia a lavorare per una costituzione su modello di quella americana. Il re non viene ancora
eliminato, ma assume ruolo marginale. I provvedimenti presi dall’assemblea sono:

 Abolizione feudale, che tranquillizza i contadini.


 Il 2 novembre nazionalizza i beni della chiesa, quindi tutti i beni passano sotto il controllo dello
stato, questo provvedimento serve per salvare lo stato francese dalla bancarotta.
 Il 3 novembre vengono eliminate tutte le autonomie locali e le assemblee provinciali (si vede da
ciò quanto la rivoluzione sia Parigino centrica). Quindi tutte le leggi e i processi passeranno da
Parigi, riducendo l’autonomia e accentrando il potere nelle mani dell’assemblea nazionale, cosa
che è abbastanza uno shock per certe zone. Questo porta a una serie di contro rivolte (in Vandea e
Bretagna per esempio), di stampo quasi monarchico, ma di fatto date da una semplice disperazione
per questa perdita di autonomia.
 Si sottopone il potere esecutivo al legislativo (ministri del re sottoposti al parlamento)
 Il potere di veto concesso al sovrano viene limitato (ha ancora valore ma se il parlamento continua
a chiedere una legge la deve approvare) in molte il sovrano non ha più potere di proporre leggi

E LE ALTRE CORTI EUROPEE?

Non si agitano molto, la vedono come un problema interno francese e anzi ad esempio l’Inghilterra la vede
come un vantaggio perché la Francia non potrà occuparsi della politica estera come prima. Così gli inglesi
stringono il pugno sulla Spagna, per esempio, dato che la Francia non interviene (nonostante il patto
familiare di supporto negli scontri stipulato tra le due) a causa dei suoi dissidi interni. E inoltre questo
permette anche alle monarchie centroeuropee ed esteuropee di spartirsi più agevolmente la Polonia.

INIZIO DELLE DIVISIONI INTERNE: GIACOBINI, CORDIGLIERI E SANCULOTTI

Si iniziano a creare all’interno dell’assemblea, dopo che ha ottenuto i principali diritti, delle partizioni,
infatti ci sono coloro che preferirebbero mantenere la monarchia costituzionale (Mirabeu che si ispira al
modello inglese) e coloro che vogliono solo il parlamento. Si cerca di trovare un sistema elettorale a
suffragio universale **(allargando la base elettorale sembra che siano favoriti i partiti conservatori) **,
infatti gli estremisti sono quelli che spingono per l’ampliamento del voto popolare. I deputati devono essere
eletti ogni tot anni e il sistema riprende pari pari quello britannico sulle elezioni del parlamento.

Si ridisegna la cartina politica interna della Francia, che viene divisa in dipartimenti, unità politiche
fortemente centralizzate, rette da funzionari nominati dallo stato centrale. Gli scontri più accesi, che
portano a un acceso dibattito, sono quelli del 1791. Infatti, i cosiddetti liberali, chiedono di cessare le
proteste, stabilendo di aver ottenuto tutti i diritti necessari e che è il momento di consolidare ciò che si è
raggiunto, sul modello di Londra, per evitare di dare troppo ascolto alla plebe parigina. Ma d’altra parte
arrivano i capi popolo, che incitano la plebe ad andare più in là, a volere di più. Così si creano alcune
divisioni, nascono i giacobini e i sanculotti (portavano le culottes). Questi estremisti hanno capi popoli,
come Marat, un fallito che viveva di espedienti ma con la parlantina, che viveva alla giornata evitando di
farsi arrestare. Fingeva di essere medico “aiutando” negli aborti e vendendo intrugli. Diventa un capo
popolo appunto, e i giacobini diventano i sovvertitori, sono anarchici. Al loro fianco si formano i cordiglieri,
più estremi dei moderati, più moderati dei giacobini sono moto influenzati dalle teorie di Rousseau, anche
perché molti sono acculturati, quindi parteggiano per una democrazia diretta in cui tutti i cittadini abbiano
la possibilità di dire la loro. in una situazione così instabile e divisa, in cui né moderati né cordiglieri
convincono. Nel 1791, visto che non si vedevano ancora progressi economici e alimentari, le agitazioni
crescono e i nuovi partitelli indirizzano le loro proteste contro il governo. Così vanno al potere populisti e
rivoluzionari estremi come Robespierre, e adesso anche in altri stati (tranne l’Inghilterra) si teme che
queste idee sovversive si diffondano eccessivamente.

5/11/20

SCONTRI TRA GIACOBINI E MODERATI E LA GUERRA TRA FRANCIA E PRUSSIA

Fuga del re a Varenne nel 1791, ormai era prigioniero nel suo palazzo e non aveva più potere su nessuno.
Viene così istigato dalla moglie a rifugiarsi dal fratello Leopoldo, ma quando il re viene riconosciuto a
Varenne viene riportato a Parigi prigioniero. Si temono in questo clima le contro rivolte rivoluzionarie, i
provvedimenti sono stati presi, ma nella pratica la situazione è ancora difficile dal punto di vista delle
risorse. Si apre così lo scontro aperto tra gli abolizionisti e i più moderati. Il 25 luglio del 1791. Queste due
potenze si avvicinano intimorite. La rivoluzione liberale avviene anche in Olanda? E il sospetto si instaura
anche nell’assemblea nazionale. I girondini con Brissot sono ancora dei moderati, che non si sono ancora
radicalizzati in una direzione. Questi moti provocano un serie di misure severe da parte di coloro che stanno
facendo una politica restrittiva verso il nuovo regime, risultando più severi del precedente, così entra in
scena la ghigliottina. Cominciano molte ribellioni interne e si dichiara guerra all’ Austria e alla Prussia, così
da indirizzare l’odio verso un nemico esterno comune, cosa che in effetti ricompatta le simpatie verso
l’assemblea ed è ben accolta dalle masse popolari. La guerra però non va molto bene, i francesi hanno
molti aristocratici nella flotta, ma molti di loro si rifugiano all’estero nei primi ghigliottinamenti. Così ci si
ritrova un po’ disorganizzati e questa massa indisciplinata nello scontro con un esercito regolare ha la
peggio e subisce molte perdite. Inizia a nascere con la Rivoluzione francese il culto della patria e dell’eroe
che si sacrifica per la patria, questo serve per spingere le persone a combattere e sacrificarsi. In questa
situazione la folla parigina inferocita dà l’attacco al palazzo de le Tuileries (la facciata mancante del
Louvre). In questo momento, dopo l’attacco, il re viene imprigionato e prende piede il partito giacobino
alla cui guida c’è Robespierre, che getta il paese nel terrore ed elimina fisicamente tutti gli oppositori e i
moderati come i girondini. In questa società il senso della morte aveva chiaramente un peso ed un impatto
molto diverso rispetto ad oggi, erano spettacoli pubblici. In questi mesi le forze rivoluzionarie francesi
riescono a vincere a Valmy una mini-battaglia contro i prussiani. Viene fatto il processo a Luigi XVI, per
mettere in difficoltà i partiti moderati che volevano evitare questa esecuzione pubblica.
Contemporaneamente viene fatta una politica di espansione, in questi due modi pensano di riuscire a
mantenere la coesione popolare interna, anche perché gli attacchi esterni servono per portare la
rivoluzione anche in altri stati. A questo punto anche l’Inghilterra scenderà in guerra, ma solo perché vuole
evitare in ogni modo la possibilità che i francesi occupino i territori belgi e olandesi.

IL REGIME DEL TERRORE DI ROBESPIERRE

Si inizia il governo del Terrore, e Robespierre prende il potere assoluto per 13 mesi, i più sanguinosi e
terribili di tutta la rivoluzione. In realtà il potere è triennale ed è diviso in varie fasi: nella prima si marcia
verso la dittatura e viene stabilita una nuova costituzione, più democratica della precedente, nel 1793
(suffragio universale maschile, diritti dell’uomo), in realtà poi è solo una facciata, non verrà mai applicata
concretamente. Poco dopo nel giugno 1793 Robespierre prende il potere e impone il suo comando
assoluto, senza la costituzione, e regna fino al luglio 1794, in questo periodo vengono giustiziate un 30-40
mila persone, finisce quando avviene un colpo di stato da parte dei militari. L’emblema del terrore è la
creazione del comitato di salute pubblica che ha in mano tutta la gestione delle uccisioni, che dura due
mesi, fino a luglio appunto.

IL COLPO DI STATO E L’ASCESA DI NAPOLEONE

Col colpo di stato vincono i borghesi moderati, in combutta con i militari, che grazie alle vittorie esterne
sono molto rispettati. C’ è in questo periodo una piccola regressione, cessa ogni idea di repubblica
democratica. Nel 1795 con l’arrivo del Termidoro (undicesimo mese nel calendario francese) i moderati
conservatori ottengono il potere, detenuto da un nuovo ceto, quello borghese del terzo stato che ha in
mano tutte le leve del potere. La costituzione del 93 viene subito abolita e se ne introduce una nuova nel
95, ancora più conservatrice di quella del 91, dato che riduce il diritto di voto a pochissimi. Alla costituzione
del 95 viene anche tolta la dichiarazione dei diritti dell’uomo. Questo apre la via all’ascesa di Napoleone,
che ha la fortuna di essere uno dei generali vittoriosi della seconda fase delle guerre. Il periodo del
Termidoro è di fatto un substrato per preparare la dittatura napoleonica, e Napoleone nel 1798 decide di
partire per la missione africana, questo perché aveva capito che il controllo dell’india da parte della GB era
un grande vantaggio, così voleva bilanciare con la conquista dell’Egitto, per tenerla in stallo. La Francia non
teme gli altri rivali, solo l’Inghilterra la ostacola. Non riuscendo a colpirla con invasioni dirette (disfatta a
Cadice) cerca di prenderla sul fianco, allora parte questa missione, e nel frattempo conquista anche Malta.
(Il romanzo di Konrad the road?). dati i mezzi del tempo, una flotta può anche cercare di scappare nascosta
e i francesi riescono a far pensare agli inglesi che la fotta sia da un’altra parte, gli inglesi schierano la loro da
un’altra parte e i francesi riescono ad ingannarli e arrivare primi in Egitto, dove sconfiggono la dinastia
governante. In Egitto c’erano i giannizzeri, i bambini cristiani schiavi educati per diventare soldati. (L’Egitto
veniva da un dominio dei mamelucchi fino al 500, e poi schiavi soldato da lì in avanti). Quindi, la flotta
inglese arriva a scoprire con l’ammiraglio Nelson dove sono i francesi e ne devastano la flotta, dopodiché
gli inglesi convincono i russi a gli austriaci a tornare contro i francesi, così vengono smantellati tuti i loro
domini in Italia. A quel punto Napoleone è bloccato in Egitto, scappa abbandonando le truppe (che
verranno fatte prigioniere dalle truppe britanniche e torna in nave in Francia e favorisce il colpo di stato del
18 Brumaio (9 novembre 1799) (rinnovano tutto il calendario facendo le settimane di 10 giorni). nel
frattempo, erano stati eletti …, quando torna in patria viene accolto come un eroe per le vittorie in guerra,
ma quando entra nell’assemblea viene fischiato dai giacobini e a queto punto il fratello Giuseppe
Bonaparte istiga i soldati ad uccidere i parlamentari. Così, essendo il parlamento epurato Napoleone
diventa primo console e comincia la sua dittatura militare, basata su uno stretto connubio tra lui e
l’esercito. Il suo obiettivo è portare la stabilità interna, ed è disposto a sacrificare le libertà per mantenere il
suo potere, così, 10 anni dopo l’inizio della rivoluzione gli stessi che non volevano il re ora appoggiano il
console, vogliono solo stabilizzazione interna ed eliminazione di lotte politiche.

ANEDDOTO: molti soldati si portavano dietro le amanti, ma era una cosa irregolare, c’è un soldato che
porta la moglie travestita da uomo e napoleone si innamora di lei e condanna a morte lui. Lo fa
mandandolo nel blocco navale inglese con una lettera destinata alla Francia. Viene così catturato subito. Sir
Sidney Smith è il capitano inglese all’epoca, e gli racconta questa storia, che per il codice etico inglese
dell’ufficiale-gentiluomo era assurdo. Smith allora lo rimanda indietro e napoleone si arrabbia ancora di più,
e manda poi in una guarnigione presidiata da giannizzeri dove muore comunque.

Il 18 Brumaio è solo il primo step dell’ascesa napoleonica. Nel 1904 si auto proclama imperatore di Francia
a Notre-Dame.

9/11/20 REWATCH

Napoleone prende il potere grazie ad una serie di colpi di stato attuati con la complicità dell’esercito.
Quando torna dall’Egitto i membri del direttorio si erano impadroniti di tutti i beni nazionali e quindi
vengono condannati dai giacobini, così i membri moderati del direttorio gli chiedono di fare un colpo di
stato (18 brumaio) solo che Napoleone facendolo esautora anche i moderati, prendendo potere grazie
all’esercito e propugnandosi come amico delle masse, nonostante le odiasse, solo per avere un’immagine
favorevole. Bonaparte, in confronto alla classe che è arrivata al potere in seguito alla rivoluzione, è colui
che dà stabilità, infatti grazie alla forza delle armi e al suo carisma garantisce l’ordine interno e fa sperare in
una pace (dopo sette anni di guerra). Quindi è visto come un despota illuminato (modello Federico di
Prussia e Caterina la grande), lui però ne ha davvero i mezzi, ha eliminato infatti tutte le classi al potere. La
prima cosa che firma è la costituzione del 1799, molto poco liberale e democratica, senza i diritti dell’uomo,
senza libertè egalitè fraternitè. Ci sono però delle assicurazioni per i nuovi ricchi, ad esempio a coloro che
avevano comprato dei beni nazionali successivamente confiscati viene concesso di mantenerli. Napoleone
fa ricadere in sé tutti i poteri esecutivi e legislativi, gli altri consoli hanno solo poteri consultivi, perdendo
ogni rilevanza politica. Lui nomina tutti i ministri, i generali, i funzionari, i membri del consiglio di stato,
ottenendo il controllo anche delle varie prefetture, che hanno potere pressoché assoluto. In un primo
momento vuole ristabilire il suffragio universale, ma poi di fatto ciò non viene realizzato, e spesso i risultati
delle elezioni erano falsati. In un primo momento inoltre mantiene le tre assemblee: il senato (con senatori
eletti a vita e scelti dall’imperatore, diventa conservatore), corpo legislativo (del tutto privato delle sue
autorità esecutive) e tribunato (pian paino sempre più epurato dalle sue competenze ed esautorato,
nonché abrogato dopo un po’). Il consiglio di stato, l’organo più importante, ricorda molto l’antico consiglio
del re, ovvero quella cerchia di ministri competenti che si riuniva con il sovrano per decidere di politica
interna ed esterna, lo stesso succede con Napoleone, dove gli uomini erano messi a capo dei dicasteri e i
dipartimenti vengono affidati a dei prefetti che controllano l’amministrazione della provincia, ricoprendo
un ruolo che ricorda quello dell’entendent francese, figura creata per togliere potere alla nobiltà durante il
regno di Luigi XIV (?). In questo caso i prefetti hanno poteri altissimi e nominano i sindaci in tutti i centri
(minori o maggiori?) di 5000 abitanti (ovvero quei borghi non ancora città, che erano molte rispetto alle
città, che erano poche, solo Parigi, Marsiglia e Lione).

In guerra cosa succede? il franco è svalutato e nel 1803 Napoleone crea il Banco di Francia. E poi crea il
monopolio unico dell’istruzione, che fino ad allora era in mano alla chiesa, ad enti benefici o alla singola
comunità. Già in età rivoluzionaria c’era stato qualche passo, ma sotto napoleone i professori di scuola
secondaria diventano funzionari statali, così come le università diventano controllate dallo stato. L’’esercito
è il beniamino di napoleone, la carriera di ufficiale viene aperta anche ai figli dei non nobili, ma
istituzionalizza un processo di formazione di accademia, ovvero incentiva la preparazione tecnica degli
ufficiali. Invece un problema fisso sarà sempre la coscrizione obbligatoria (la leva), questo per soddisfare i
ceti più abbienti, in realtà poi c’erano dei tassi fissi di riempimento degli eserciti, quindi non proprio tutti
dovevano combattere, inoltre venivano effettuati dei sorteggi che permettevano ad alcuni nobili di potere
essere scambiati con altri “volontari”, così anche i contadini poveri potevano essere mandati su pagamento
da parte dei nobili per scambiare un figlio nobile con un contadino, e i contadini accettavano per denaro.
Proprio questa coscrizione aumenta però il problema di brigantaggio dato che molti si rifiutano di andare in
leva, così si rifugiano sui monti e voltano le spalle a napoleone, abbracciando il partito dei Borboni. Per
contrastare questa formazione di bande di predoni napoleone crea il corpo della gendarmeria nazionale,
primo corpo di polizia moderno, attuale ancora oggi, ovvero unità dell’esercito distaccate e incaricate di
controllare l’ordine in campagna. Il grande successo di napoleone è la pubblicazione del Codice civile nel
1804; l’idea di creare questo codice unico era già ventilata ai tempi di Luigi XIV, ma in realtà non si era fatto
mai, neanche dopo la rivoluzione nel 1789 dato che i nuovi legislatori avevano riconsiderato l’idea ma i vari
sconvolgimenti sociali avevano nuovamente impedito la sua realizzazione, perciò a napoleone si deve il
merito di far vedere la luce a questo codice. In esso vengono riaffermati alcuni tra i diritti fondamentali
dettati dalle Rivoluzione francese ed americana come la libertà individuale (già affermata dagli americani),
di lavoro (nessuno può essere schiavizzato o reso servo e si dà la libertà ai datori di redigere liberamente i
contratti) e di coscienza (non si può più essere sottoposti a carcere o emarginati per le proprie credenze
religiose). Quindi il codice ok è civile, però resta ancora indietro rispetto ad altri paesi più moderni.

Con la pace di Amiens con la marina inglese, napoleone sembra aver rassicurato anche i borghesi nel
trovare la pace continentale che tanto premeva loro. Questo porta ad una rinascita economica, la
manifattura tessile era stata stroncata e napoleone importa moltissimo cotone, questo perché con la pace
non riconosce più il trattato di idens che aveva aperto il commercio francese a quello inglese, anzi, alza i
dazi doganali??? Così le merci inglesi si insinuano difficilmente in Francia e si lascia spazio a gli imprenditori
francesi per progredire. IN questo modo, però, gli inglesi si accorgono che la pace non era così vantaggiosa
e nel 1803 ritornano in guerra con la Francia. Nel maggio 1804 napoleone viene proclamato imperatore e i
suoi poteri si accrescono ogni giorno di più, permettendogli di trasformarsi in una monarca assoluto. I passi
significativi dopo questa data non sono molti, cerca solo di estendere ai nuovi territori le sue riforme. Nella
guerra contro l’Inghilterra riesce a battere i suoi nemici come Russia, Austria, ma non l’Inghilterra stessa,
così crea il blocco continentale, ovvero impedisce l’importazione di prodotti inglese su tutto il territorio, i
paesi satelliti e i territori conquistati, che però si accorgono che è un grande svantaggio, quindi nei paesi
satelliti si cerca di aggirare la legge. Nel 1810 napoleone sposa Maria d’Asburgo che gli dà un erede e
l’impero napoleonico raggiunge la sua conformazione definitiva, che durerà ben poco: l’impero è diviso in
dipartimenti, anche in Italia in zone come Piemonte, Liguria, toscana, Lazio e in altri stati come Belgio,
olanda, zone tedesche… quindi sono moltissimi, e la missione era quella di favorire il blocco continentale in
tutti, anche se ad esempio il fratello di napoleone, re d’Olanda continuava a tollerare l’Importo di merci
inglesi, cosa che porta napoleone a deporre il fratello e annettere direttamente l’olanda all’impero
francese, per avere un controllo maggiore, stessa cosa cerca di fare in Italia, con più o meno successo.
Quindi, insomma i dipartimenti erano tantissimi, estesissimi in Europa. Napoleone si fa anche incoronare re
d’Italia a Monza, e affida il territorio al figliastro. Nel 1812 l’impero francese sembra aver raggiunto la
connotazione definitiva ma alle prime difficoltà la struttura sembra crollare, con le campagne in Russia e in
Germania. Impero napoleonico= meteora affascinante ma instabile, con pochi esiti sulla realtà
extraeuropea, ha avuto influssi solo sui territori occupati in Europa. Quindi, quando napoleone è messo alle
strette e i borghesi si sentono minacciati dagli eserciti esterni, viene fatto abrogare.

Due casi di accettazione e resistenza delle riforme napoleoniche:

L’ITALIA: SOTTOMISSIONE MA SCONTENTO

lo sviluppo delle idee giacobine in Italia si ha grazie all’ invasione francese del 1796-97, dove i giacobini
spingono per entrare nelle élite intellettuali. Così vengono create le repubbliche sorelle: la cispadana
(Modena, Reggio, bologna e Ferrara) e la repubblica cisalpina (circa la moderna Lombardia) e poi la
repubblica ligure (ex repubblica di Genova). Già nel luglio del 1797 le due cis vengono fuse, nel 98 si crea la
repubblica romana schiacciando il papa, e nel 99 la repubblica napoletana. Sono tutte repubbliche nate
non da rivolte popolari, ma dall’arrivo di forze francesi che schiacciano i vecchi regimi, senza bisogno di
combattere, spesso gli italiani si arrendono non avendo eserciti o avendone di debolissimi. I cenacoli
giacobini vengono quindi sfruttati, ma i nuovi stati mancano di una base sociale forte, al cui potere c’è una
piccola élite affascinata dagli ideali rivoluzionari americani e francesi, ma di fatto nel 99 col ritorno
dell’esercito austro russo molte di queste repubbliche crollano e allora sì che nascono le rivolte popolari
contro i nuovi, tutte di tendenza conservatrice. Perché: classi popolari rimaste fortemente cattoliche, e la
nazionalizzazione delle vendite ecclesiastiche ostacola la beneficienza, inoltre gli eserciti francesi e i nuovi
governanti fanno una fortissima politica fiscale, togliendo ai contadini i loro beni a discapito delle classi più
deboli. Il regno di Napoli viene proprio riconquistato dai Borbone grazie alle rivoluzioni, così come il papa
che torna a Roma e la toscana. La restaurazione è di breve durata, però, perché napoleone nel 1800 vince a
Marengo e riconquista gran parte dei territori italiani, annettendone alcuni direttamente alla repubblica
francese (tranne Roma e Napoli). In questo momento ritorna il pieno regime di napoleone. Nel 1811 la
penisola assume l’assetto definitivo e serve a creare una riorganizzazione istituzionale, ma anche le riforme
dei sovrani illuminati non affermano l’uguaglianza la libertà di coscienza etc. nasce una nuova classe di
possidenti, si creano manifatture in molte zone per soddisfare le esigenze dell’esercito francese.

Sicilia e Sardegna restano protette dalla presenza britannica, in particolare la Sicilia inizia a diventare un
grande esportatore di materie prime e vi nasce addirittura una costituzione scritta. In Sardegna si rifugiano i
savoia, diventandone i re e i francesi non ci arrivano perché difesa dalla flotta inglese e non di così grande
interesse alla fine. La visione italiana dei napoleonici non è positiva negli strati sociali più deboli, per vari
motivi: proscrizione obbligatoria per l’esercito francese (rifiorisce il banditismo), per le imposizioni fiscali
pesantissime e l’economia di tipo coloniale. Di fatto i francesi non hanno interesse a fargli sviluppare
un’idea nazionale italiana e nemmeno francese, infatti

Un altro fattore è il blocco continentale, infatti la gran Bretagna era importante per l’Italia e lo sviluppo
delle manifatture locali, ma il blocco continentale è molto grave per l’economia. I fattori positivi sono solo
la diffusione dei codici, un’amministrazione tutto sommato efficiente ed i “semi” piantati per le
associazioni che porteranno all’unità nazionale italiana.

LA SPAGNA

L’altro paese è la spagna: dopo il 1795 fa una politica estera soggiogata alla convenzione con napoleone,
perché tra il 1796 e 97 il suo commercio coloniale viene distrutto, dato che il commercio coloniale viene
bloccato dalla guerra tra America ed Inghilterra. Le guerre napoleoniche inoltre mettono in evidenza la
debolezza dell’apparato spagnolo, che nel 1808 è un caos assoluto: ci sono esponenti di ceti illuminati che
cercano i l progresso e ci sono i conservatori. Nello scontro tra Carlo IV e il principe delle Asturie
Ferdinando, favorevole ai francesi pensando di poter scalzare il padre dal trono ma sbagliandosi perché
napoleone metterà il fratello Giuseppe al trono. Così cerca di introdurre le riforme francesi anche in
spagna. Dopo il 1805, battaglia di Trafalgar, la flotta spagnola non si recupera più. L’arrivo di Giuseppe e le
riforme sono osteggiate da una guerra nata contro napoleone, le sue riforme e le idee giacobine, dato che
quasi tutti sono ancorati al culto cattolico e all’ ideale di “libertà” che avevano. Le innovazioni francesi
provocano una serie di rivolte popolari. Ferdinando diventa eroe popolare (sarà poi un sovrano terribile)
ma si crea la figura di questo principe appoggiato da masse contadine. Si crea una frazione tra Madrid e
Cadice e l’esercito francese non

Stesura della costituzione di Cadice, di impronta liberale che avrà breve vita, venendo abolita da
Ferdinando. Il destino di coloro che, imbevuti di cultura illuminista, sono sostenitori della Rivoluzione
francese, sarà quello di essere condannati all’esilio e la nuova tendenza sarà completamente conservatrice
(preludio del disastro del 900 cioè la precipitazione in un limbo di calma piatta che porta la spagna fuori di
scena e la farà rimanere arretrata).

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