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Capitolo 5

i grandi imperi
A est dell’Europa sorgevano alcuni imperi. La Cina era l’impero più grande che
esisteva da migliaia di anni.
Non tutti accettavano l’idea che l’Oriente fosse prospero. A metterlo in discussone
furono tre economisti molto importanti: Malthus, Marx e Smith i quali sostenevano
che l’Europa fosse più ricca e avesse migliori prospettive di crescita. Ciascuno di loro
spiegava l’arretratezza della Cina secondo la propria tesi.
Smith affermava che il problema provenisse dal divieto di commerciare con l’estero
e dalla scarsa certezza dei diritti di proprietà.
Malthus affermava che l’arretratezza era riconducibile al matrimonio universale che
dava luogo ad un elevato tasso di fecondità e di conseguenza a bassi redditi.
Marx sosteneva che il problema derivasse dalla struttura sociale precapitalistica
della Cina, che non sosteneva l’iniziativa individuale.
Questi punti di vista sono stati ampiamente sostenuti ma successivamente messi in
discussione da una scuola di storia economica detta “californiana” perché i suoi
fautori sono professori in una università della California. Secondo questa scuola il
sistema giuridico della Cina era paragonabile a quello dell’Europa e che i mercati
delle merci e della terra, del lavoro e del capitale erano tanto evoluti quanto quelli
europei.

Globalizzazione e deindustrializzazione
L’800 fu un secolo molto difficile per i grandi imperi. I fattori che determinarono il
successo e il fallimento tra Waterloo e la seconda guerra mondiale sono tre: la
tecnologia, la globalizzazione e le politiche pubbliche.
I paesi che commerciano fra loro si specializzano nella produzioni delle merci che
possono produrre in modo relativamente efficiente, esportano tali merci e
importano quelle che producono in modo relativamente inefficiente.

I tessuti di cotone
In Inghilterra durante la rivoluzione industriale, lo sviluppo delle macchine fece
aumentare la produttività nell’industria del cotone. Vennero intensificati gli scambi
tra i paesi e i costi di trasporto scesero. Nel XVIII secolo il commercio su queste rotte
era dominato dalle compagnie delle indie orientali inglese e olandese. La loro
comparsa aveva distrutto il controllo portoghese del commercio del pepe, le leggi
inglesi sulla navigazione tennero gli olandesi fuori dal mercato inglese e frenarono la
concorrenza. Le esportazioni di tessuto dall’India all’Inghilterra cessarono. Adesso
era l’Inghilterra a esportare in India.
Se l’India perse il suo vantaggio nella produzione manifatturiera, ne ottenne un altro
nell’agricoltura.

Industria moderna in india


Le industrie di iuta e del cotone conseguirono notevoli successo, grazie anche alla
presenza di manodopera indiana a basso costo.
Gli investitori inglesi finanziarono la crescita delle fabbriche di iuta: al tempo della
prima guerra mondiale, quell’industria era la più grande al mondo, aveva
estromesso la concorrenza inglese dalla maggior parte dei mercati. L’agricoltura
mantenne un ruolo molto importante nel paese. Nel XIX secolo solo l’1% della
popolazione era scolarizzato e il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta
era del 6%.
Alcune regioni vennero irrigate per accrescere le esportazioni agricole. Vennero
costruite delle ferrovie per spostare le truppe nel paese e per collegare alla costa le
zone agricole, per facilitare l’esportazione dei prodotti primari.

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