Sei sulla pagina 1di 3

La prima rivoluzione industriale

Premesse
Negli ultimi decenni del 600 la popolazione europea ricominciò ad aumentare e divenne una crescita
impetuosa nella metà del XVIII sec. Portò a maggiore domanda di prodotti.
Dal 500 nelle campagne inglesi avevano privatizzato i campi (Enclosures Act) e venne introdotta la rotazione
quadriennale (3coltivati, 1 a foraggio), migliorò così anche l’allevamento con un aumento generico dei capi
di bestiame e relativi prodotti. Si parla di terza rivoluzione agricola.

La rivoluzione industriale
Agli inizi del settecento l’Inghilterra era il paese più ricco d’Europa a causa dell’agricoltura e del commercio
(supremazia marittima, controllo tratta schiavi, colonie americane e asiatiche, …).
Le colonie e la crescita demografica chiesero di sostituire i vecchi metodi di lavoro con nuovi metodi (più
produzione, in meno tempo, senza aumento dei costi). La grande ricchezza e il commercio favorirono
l’avvento delle macchine, la filatura e la tessitura furono completamente meccanizzate sostituendo il lavoro
manuale con l’energia idrica e del vapore. L’inventore della macchina a vapore (1769) fu James Watt. Le
macchine a carbone e vapore permisero un rapido sviluppo dell’industria.

Nel secolo successivo la rivoluzione si estese nel resto dell’Europa soprattutto in Francia e Germania, ma ci
furono conseguenze a livello sociale e ambientale.

Le macchine divennero sempre più grandi e numerose così nacquero le fabbriche.

La questione sociale
In fabbrica e in miniera le condizioni erano dure orari fissi e salari bassi, donne e bambini stessi orari degli
uomini ma salari più bassi. Nelle città intorno alle fabbriche composta dai lavoratori ed altri in cerca di
guadagno sicuro (Manchester 6000930'000 abitanti in poco più di un secolo). L’impiego del carbone
causò forte inquinamento dell’aria. Gli operai vivevano in quartieri intorno alle fabbriche (abitazioni piccole,
scure e malsane, condizioni igieniche disastrose favorivano malattie). (Liverpool nel 1842 borghesi 35 anni
vita lavoratori 15). Bambini rachitici e malnutriti.

Altri progressi
Progressione nell’industria chimica per sopperire alla mancanza di candeggianti, coloranti e sgrassanti.
Settecendo grande secolo per la chimica (Lavoisier, fondatore chimica moderna  scopre composizione
dell’aria).

Sviluppo dei trasporti:


Francia 1783  Pyroscaphe (primo battello vapore, poi utilizzato di più nelle Americhe)
Prime locomotive troppo pesanti rompevano binari in ghisa.
George e figlio Robert Stephenson costruiscono prime locomotive efficienti e mettono in funzione prima
ferrovia del mondo Stockton-Darlington (miniera-mare) nel 1825. Nel 1829 costruiscono “The Rocket”
raggiunge i 36 km/h.

Nuova forma di energia l’elettricità, divenne di moda riprodurre fenomeni elettrici in salotto, Benjamin
Franklin (para fulmine 1752) dimostrò che i fulmini erano fatti di elettricità. Solo agli inizi del XIX secolo
Alessandro Volta inventa la pila.
La seconda rivoluzione industriale

Premesse
A causa della riduzione della mortalità, della fine delle epidemie di peste e l’avvento delle vaccinazioni fra il
1750 e il 1900 la popolazione mondiale passa da 140 mio a 400 mio. Miglioramento igiene grazie alla
biancheria di cotone e il miglioramento delle fognature. Aumenta la produzione agricola diffondendo
patata e mais (diventa alimento principale dei poveri), nascono trattori e trebbiatrici a vapore, anche se
l’800 fu caratterizzato da crisi agricole e carestie. L’aumento demografico nelle campagne portò
all’urbanesimo (i contadini si spostano in città perché troppi) che si verificò agli inizi dell’800 in Inghilterra e
nel 850 in EU.

La seconda rivoluzione industriale


La seconda rivoluzione industriale si basa su ferrovie, elettricità e petrolio.
Seconda metà dell’800 fu l’età delle ferrovie, treni da 50 km/h passano a 70-80 km/h, vengono migliorati i
freni, aggiunti: i respingenti (non schiantate le carrozze tra loro), vagoni letto, carrozze ristorante,
illuminazione e riscaldamento. Vengono aumentate le linee ferroviarie.
Bessemer (Inglese) ottenne un acciaio a basso costo, ottimo per l’industria.
Si affiancano industria siderurgica e meccanica, industria chimica ed elettrica.
Michael Faraday dimostra la teoria alla base della bobina elettrica così negli ultimi decenni dell’800 si
comincia a produrre corrente elettrica.
Lo sviluppo industriale dopo 850 raggiunge Austria, Svizzera, Ungheria, USA e Giappone.
Le novità vennero illustrate tramite le esposizioni universali di Londra (1851) e Parigi (1899)

La questione sociale
La rivoluzione industriale creò due nuove figure: imprenditore e operaio.
Imprenditore: spesso proprietario terriero o commerciante che aveva accumulato capitali e voleva
investire.
Operaio: Lavorava nelle fabbriche, era la manodopera, salari bassi, spesso donne e bambini(pagati meno
degli uomini), orari duri (13-16 ore ag), ambienti nocivi.
Il governo non interveniva, no assicurazioni (AM, IPG, AVS, …), nel 1911 governo inglese concede pensione
vecchiaia, malattia e infortunio. I datori saranno obbligati a migliorare le condizioni igeniche.

La Protesta operaia
La protesta fu dapprima distruggere le macchine (responsabili di disoccupazione e salari bassi).
Successivamente in Inghilterra primi scioperi considerati “delitti contro la proprietà” quindi interveniva la
polizia, resi legali nel 1875.
Operai forti perché uniti, dal 1799 furono proibite le “Trade Unions” (associazioni operaie) rilegalizzate nel
1852 (primi sindacati) (in Francia nel 1874). Nel 1833 viene approvata una legge a tutela dei giovani
(8h < 12 anni, 12 h < 18 anni).
Dopo il 1850 si diffusero in Europa iniziative inglesi come:
- Società di mutuo soccorso, gruppi di operai mettevano in comune parte del salario per aiutare malati,
infortunati o vecchi.
- Cooperative di consumo, lavoratori creavano società per comprare beni di consumo all’ingrosso e
rivenderli a prezzi più bassi.
Questione sociale e socialismo
Gli intellettuali pensarono come risolvere la questione sociale dei proletari costretti alla miseria. I
democratici chiedevano l’uguaglianza nei diritti politici i socialisti anche quella sociale ed economica.
Attorno all’850 la questione sociale venne affrontata da due intellettuali tedeschi , Karl Marx e Friedrich
Engels in un volume pubblicato a Londra nel 1848 “Manifesto del partito comunista” esposero la teoria del
marxismo o materialismo storico, cioè: Sono sempre esistite classi dominanti e dominate, l’unione dei
proletari del mondo in una lotta rivoluzionaria avrebbe portato alla caduta di capitalismo e borghesia
permettendo una nuova società senza classi o sfruttamento, caratterizzata dalla proprietà collettiva di tutti i
mezzi di produzione.
Le teorie socialiste si diffusero velocemente, nel 1864(fino76) nasce la “Prima Internazionale”
un’associazione di lavoratori di tutti i paesi dominata dal pensiero Marxista, con scopo di coordinare le
iniziative dei movimenti operai. Contrasti e divisioni nacquero con i democratici di Mazzini (idea di
fratellanza contrasta con idea di inevitabile lotta) e con gli anarchici di Bakunin (no al governo anche se
operaio).
Nacque a parigi (1889) una “Seconda Internazionale”. Parte dei socialisti era pronto alla rivoluzione, l’altra
parte credeva in un cambiamento graduale per mano del governo (socialisti riformisti, socialdemocratici -
maggioranza), a questi ultimi si univano il nuovo “Partito Socialdemocratico” tedesco (1875) e il “Partito
Laburista” inglese (1906).
Papa Leone XIII (1891) condannò le idee di lotte rivoluzionarie invitando ricchi e proletari all’accordo e alla
collaborazione, riconobbe agli operai diritto di formare una società migliore per loro, nacquero le società
operaie di mutuo soccorso, cooperative e sindacati d’ispirazione cattolica.

Potrebbero piacerti anche