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23/02/23, 22:18 Storia Contemporanea - L’ Ottocento Detti Gozzini

STORIA CONTEMPORANEA : L’OTTOCENTO DETTI_GOZZINI.

Cap 2: la rivoluzione industriale inglese.

1.1La duplice rivoluzione


Gli ultimi vent'anni del settecento sono contrassegnati da due grandi rivoluzioni che produssero le
più grandi trasformazioni nella storia umana. Hobsbawn parla di duplice rivoluzione (definendo tale
rivoluzioni diversi crateri di un solo vulcano, che fu l'Europa nord-occidentale, mentre crateri
furono Gran Bretagna e Francia, le eruzioni simultanee la rivoluzione industriale inglese e quella
francese del 1789). Per effetto diretto o meno della duplice rivoluzione, il mondo è molto cambiato,
con cambiamento non costante ma in continua e crescente accelerazione, intensificando lo stesso
ritmo della storia. Il significato fondamentale di queste due grandi rivoluzioni è: uno essenzialmente
economica, l'altra politica. La rivoluzione industriale costruì l'economia del nuovo mondo, quella
francese gli ha fornito la sua politica e la sua ideologia (entrambe hanno modificato profondamente
le strutture della società).

1.2 L'industrializzazione
nei distretti tessili (intorno al 19º secolo) come quello di Lancshire si assisteva un fenomeno
inconsueto: grandissime difficili come uomini, donne e bambini lavoravano dall'alba al tramonto
intorno macchine metalliche che facevano scorrere decine di fili di cotone; meccanismi che non
erano più azionati d'energia umana o animale, né da cadute d'acqua ma da congegni dotati di un
forno alimentato carbone, che emetteva getti di vapore. Questi edifici erano i prototipi della fabbrica
moderna, dove molti operai industriali lavoravano intorno a macchine mosse dal vapore. Nel
periodo in cui comparvero per la prima volta fu l'ultimò ventennio del 1700, luogo Inghilterra,
settore economico 2000 filatura del cotone. Questi elementi costituirono un modo di produzione che
cambia tutto; altro elemento da tenere presente il denaro o meglio i capitali, necessari per acquistare
la macchina, gli edifici, la materia prima e retribuire gli operai. Questo meccanismo produttivo,
chiamato modo di produzione industriale capitalistico, fu il risultato di un processo durante il quale
si verificò una combinazione di fenomeni diversi definito rivoluzione industriale (definizione di
Engels con una sfumatura negativa). La rivoluzione indica cambiamento rapido e radicale ma
fabbriche, operai, macchine, capitali non erano cose nuove. Per spiegare in cosa consistesse il
sistema e ne scaturì e perché la sua comparsa una novità, bisogna ricostruire questo processo. E
sarei perpetrato in modi diversi. La definizione più diffusa è quella dello studioso Landes per il
quale si trattò di un complesso di progressi tecnologici: la sostituzione della forza-abilità dell'uomo
con le macchine; sviluppo di nuove fonti di energia inanimata (combustibile fossile e macchine a
vapore); invenzione, produzione uso di nuovi materiali (ferro invece del legno, sostanze vegetali
miceti animali e sostanze minerali invece di sostanze vegetali); introduzione di fusione di nuovo
modo di produzione noto come sistema di fabbrica(una rivoluzione nel settore tecnologico).

1. 3 innovazione tecnologica sviluppo economico: una ricostruzione possibile.


In Inghilterra tra il 1760 il 1780 furono inventate macchine per filare cotone (alcune azionati a
mano, attraverso l'energia idraulica, per moltiplicare la quantità di prodotto) l'applicazione di tali
macchine apportò grandi cambiamenti in tale settore produttivo, innescando un processo di sviluppo
economico. Però fino a quel momento i filatori non riuscivano a soddisfare la richiesta di materiale
proveniente dai tessitori. La situazione si invertì nel 1785 quando venne creato il telaio meccanico
da Cartwright ,ke si diffuse nei primi decenni del 19º secolo (la primissima innovazione avviene
con lo spinning jenny: ideata da James Hargraves, una macchina che permetteva l'operaio di
lavorare contemporaneamente a otto fusi anziché uno). A moltiplicare la potenza di questi congegni
fu la macchina vapore perfezionata da James Watt. Tale invenzione diveniva innovazione di portata
molto più vasta e poteva essere applicato in altri settori dell'economia: siderurgia e meccanica.

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Prima l'industria del cotone, poi quella siderurgiche meccanica furono i motori di una
trasformazione dell'economia che, fondata sull'energia del vapore, nell'arco di pochi decenni
trasformò l'Inghilterra nell'officina del mondo. Dal 1780 al 1810 la media annua di importazione di
cotone quinto pico, siderurgia e meccanica fecero passi da gigante aumentando più del 50% della
produzione mondiale di ghisa e due terzi dei cavalli vapore. Fu decisivo lo sviluppo di Ferrè
carbone lungo quella via di sviluppo chiamata King Cotton . L'avvento di questi materiali fu
sostenuto dal potenziamento delle vie di comunicazione: crescita di produttività---> ampliamento
dei mercati---> abbattimento dei costi di trasporto---> miglioramento delle reti stradali. Il
protagonista di questa rivoluzione dei trasporti fu sempre vapore: la locomotiva dei fratelli
Stephenson. Nel 1850 vennero costruite 600 miglia di binari per arrivare al suo raddoppio dopo solo
20 anni. Carbone, ferro e vapore erano le basi della moderna società industriale ma alla ferrovia ne
divenne l'emblema. E iniziata con l'industria leggera, la trasformazione dell'economia britannica si
ottiene con l'industria pesante del ferro e dell'acciaio che forniva servizi e nuovi mezzi di
produzione. Dal 1770 il contributo dell'agricoltura scese enormemente mentre settore
manifatturiero-industriale saliva livelli esponenziali (come quello del commercio dei trasporti). La
Gran Bretagna era diventata il primo paese industriale della storia e lo sviluppo economico stava
investendo non solo l'Europa ma anche gli Stati Uniti. Per indicare l'insieme di questi fenomeni si
parla di rivoluzione industriale. Vanno effettuati dei chiarimenti: la sola crescita della produttività
del lavoro, consentita dall'uso di macchine, non spiega perché la produzione dell'industria inglese
aumentasse in modo così consistente e continuativo. Prima le loro attività erano limitate dal fatto
che le materie prime (seta, lino, cotone, animali che trainano o forza muscolare umana e animale
usata come energia meccanica o il carbone di legna per l'energia termica) dipendevano dalla terra.
Tali risorse si riproducevano in modo naturale ma ad un ritmo troppo lento che condizionava lo
sviluppo industriale. Fonti di energia minerali come ferro e carbone non erano reintegrabili ma
erano in quantità illimitata (in una prospettiva secolare) di conseguenza diveniva illimitato lo
sviluppo dell'industria svincolandosi dalla dipendenza della produttività della terra. Il demografo
inglese Wrigley ha chiamato tale passaggio da un'economia "organica" a una "a base minerale". Con
l'applicazione delle risorse inanimate, l'innovazione tecnica portò ad una crescita economica senza
precedenti. (Ciò non spiega però in cosa consista realmente questa rivoluzione).

1. 4 il sistema di fabbrica.
Con l'avvento delle nuove macchine ad acqua e vapore il vecchio sistema produttivo fondato sul
lavoro a domicilio (il domestic system) fu sostituito dal factory di system o sistema di fabbrica. I
congegni all'interno di queste fabbriche non solo erano potenti ma svolgevano automaticamente
gran parte del lavoro, diventando il cuore della fabbrica (nelle vecchie manifatturiere era l'uomo il
cuore della fabbrica, la situazione adesso cambia). Come osservava Marx nell'artigianato è
manifattura l'operaio si serve dello strumento, nella fabbriche invece è l'operaio che serve la
macchina. L'operaio divenne manodopera, dando vita a una nuova classe sociale: il proletariato
industriale (caratterizzato perlopiù da donne e bambini perché le loro dita minute erano le più adatte
alla filatura ed essendo deboli e non qualificati costavano poco e potevano essere maggiormente
sfruttate). Con questo nuovo sistema cambia anche la figura dell'imprenditore: da mercante che
compra materie prime venne prodotto finito, che non otteneva grandi somme nella produzione
perlopiù autonoma e dal rapporto poco elastico e vincolante con i lavoratori, a borghese
imprenditore capitalista (nuova classe sociale definita da Marx) che al contrario del primo investiva
sempre più nell'acquisto di macchinari, oltre a pagare salari. Dato che le fabbriche si spandevano
stavolta entrava in questo meccanismo espansivo di investimenti in modo da aumentare profitti (e
anche i rischi) è rendere sempre più stretto il suo legame economico funzionale con gli operai. La
fabbrica non fu però un fenomeno solamente economico ma divenne simbolo di un complesso
sistema di rapporti sociali regolati dal profitto e dal salario. La dirompente forza del nuovo modo di
produzione, fondato su crescita auto sostenuta e in-interrotta, fece sì che la prima società britannica
e poi quella europea del 19º secolo, ruotassero attorno ad essa. Fu l'Inghilterra il luogo dove si

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verificarono alcuni mutamenti irreversibili che determinarono il processo della rivoluzione


industriale.

1. 5 la transizione demografica: popolazione e industrializzazione.


Verso la metà del 700 la popolazione aumenta in modo sostenuto. Prima di allora c'erano voluti
quattro secoli prima che la popolazione duplicasse: l'incremento era molto lento con alta mortalità e
alto numero di nascite. Poi ci fu un breve periodo di rapido incremento (durata della vita in aumento
e Calo del numero dei figli concepiti). Questo passaggio da un antico regime, contrassegnato da alta
natalità è alta mortalità, a un nuovo regime di natalità e mortalità bassa e chiamato transizione
demografica. Le cause del calo della mortalità provocata dalla transizione demografica fu il
diminuire delle epidemie (scomparsa di peste e riduzione di carestie): in primo luogo grazie alle
pratiche sociale culturale sviluppate per difendersi dalle malattie infettive; in secondo luogo al
miglioramento alimentare è dovuto all'estensione delle terre coltivate, il diffondersi di nuove colture
come mai sei patate e i progressi dei trasporti e commercio che garantivano rifornimenti più
regolari. Le cause del calo della natalità sono dovute a trasformazioni economico-sociali portate
dalla industrializzazione. Nel 1798 l'economista inglese Malthus osservò che la popolazione
cresceva al ritmo costante finché l'agricoltura ne assicurava il nutrimento. Quando si arrivava al
limite delle risorse naturali, si scatenavano carestie, epidemie e guerre che decimavano la
popolazione, dopodiché il ciclo ricomincia. Questo era il meccanismo demografico dell'antico
regime da cui non sarebbe mai uscito il popolo secondo Malthus, ma mentre quest'ultimo treno le
sue conclusioni, in Europa col sistema si stava spezzando e l'incremento demografico prodotta dalla
transizione non si è interrotto sino ad oggi, in parte perché la popolazione si è adeguata le risorse
frenando la fecondità con la contraccezione, in parte perché crescita demografica e crescita
economica sostengono l'un l'altra. Più complesso era capire se e come l'incremento demografico
potesse favorire l'industrializzazione. Nell'economie pre-industriali, l'incremento demografico
ostacolava lo sviluppo economico perché era impossibile adeguare la disponibilità dei beni al
numero dei consumatori . Per la prima volta lo sviluppo economico e accrescimento demografico
interagivano positivamente. La produzione aumentò più della popolazione e nuove industrie
traevano energia da materie prime e sottosuolo, permettendo alla terra un alleggerimento di
pressioni su di essa e aumentando la produttività agricola, grazie alle macchine e prodotti chimici
forniti dalle industrie. Fino al 1825 vi era continuo aumento demografico con un reddito pro capite
in aumento. Dopo il 1825 vi sono nuovi segni di equilibrio dati dalla riduzione delle nascite, causata
da una rivoluzione riproduttiva, consistente nell'adozione di misure contraccettive

1. 6 La rivoluzione agraria
nella seconda metà del settecento in Inghilterra si parlava di rivoluzione agraria, determinata dalle
enclosures (recinzioni): oltre 600.000 ha di terra erano recintati con siepi o palizzate. Erano lotti di
terre incolte riunite in unità culturali più grandi produttive, questi investirono cospicue risorse
migliorie prima di tutto la rotazione a quattro cicli: si alternava la coltivazione di frumento, rape,
orzo, trifoglio evitando l'impoverimento delle terre e senza lasciarla periodicamente a riposo (cioè
improduttiva). Nel frattempo anche l'allevamento ebbe un grande sviluppo grazie ai progressi nella
selezione del bestiame. Il contributo più importante di questi mutamenti portarono alla rivoluzione
industriale viene identificato da Marx nella liberazione di manodopera occorrente alle nuove
industrie. Le Enclosures avrebbero reso eccedenti il numero dei coltivatori, inviati poi nelle
fabbriche per costituire il proletariato di fabbrica. Tale recinzione invece portò all'aumento degli
occupati in agricoltura: tale recinzione accelerò la scomparsa dei contadini e la trasformazione del
lavoro rurale in lavoro salariato, ma non fu la causa della nascita del proletariato industriale la
manodopera della nuova fabbrica venne dall'aumento della popolazione e dalla immigrazione. Le
Enclosures non furono il fattore decisivo dello sviluppo agrario, che invece fu il capitale che i
proprietari spendevano per introdurre nuovi sistemi di coltivazione (la coltivazione dei foraggi
producendo mangime per il bestiame, che a sua volta migliorò la resa dei cereali fornendo concime

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in grande quantità). I fattori che maggiormente contribuirono a questa innovazione furono lo


sviluppo dei sistemi di irrigazione e flusso di investimenti di capitale nell'agricoltura, iniziato dalla
rivoluzione commerciale del 12º secolo, che aveva reso disponibili ingenti capitali mercantili.
Distrugge il sistema dei campi aperti e le antiche consuetudini di uso collettivo della terra, le
enclosures e le nuove coltivazioni posero fine all'autoconsumo creando le premesse di un'economia
di mercato, sistema economico il cui soddisfacimento dei bisogni avviene attraverso l'acquisto di
merci. Si cominciò a consumare di più invece che generare molti figli. Conseguenza importante
delle innovazioni settecentesche fu il processo di duplice specializzazione regionale: il sud est si de-
industrializzava favorendo la cerealicoltura (grazie ai suoi terreni sabbiosi che col proprio drenaggio
naturale neutralizzava meglio le avversità del clima); il Nord ovest con terre argillose ed umide
(dove i raccolti erano pregiudicati dalle piogge) erano perfetti per lo sviluppo industriale. Non si
trattava di fenomeni improvvisi ma del culmine di una serie di processi di più lungo periodo, che
prepararono la svolta della seconda metà del settecento (sviluppo agrario fu condizione necessaria,
anche se non sufficiente, della rivoluzione industriale).

1. 7 capitali, mercati e stato.


Un elemento distintivo del sistema di fabbrica furono gli investimenti. All'inizio però sia le
dimensioni delle fabbriche che la complessità dei loro macchinari erano modeste. Con l'aumento
delle dimensioni delle fabbriche e dei costi degli macchinari gli investimenti ebbero una forte
ascesa. Fu determinante il boom delle ferrovie Nord, per realizzarle servivano ingenti capitali e per
raccoglierli, le imprese divennero strutture societarie e presero a emettere azioni (cioè parte del
capitale finanziario acquistabile da singoli risparmiatori). Ciò favorì l'afflusso di capitale bancario.
E un decisivo fu il ruolo del mercato: il commercio estero risulta essenziale per l'industrializzazione
è uno dei fattori decisivi per definire la Gran Bretagna impero coloniale ee padrona dei mari (grazie
alle navi che avevano fatto di Londra il suo centro mercantile finanziario del mondo). I prodotti
inglesi erano scambiati in Africa con oro, avorio e schiavi; oro e avorio scambiati con tè e caffè;
spezie dagli orientali e gli schiavi erano spediti nelle piantagioni americane, in cambio di zucchero,
tabacco e cotone greggio. I generi coloniali erano smerciate in Europa in cambio del legno Baltico,
canapa, catrame e il ferro estratto dal sottosuolo svedese e russo . Si genera quello che Hobsbawn
definì un commercio triangolare tra le materie prime fornite dalle colonie britanniche in Assia
(specie cotone indiano), i prodotti forniti dall'industria inglese, deportazione degli schiavi africani
nelle colonie inglesi in America. Questa rete di traffici contribuì alla rivoluzione industriale;
l'Inghilterra ne ricavò le materie prime di cui aveva bisogno e in cambio esportò i capitali che
permisero ai paesi non sviluppati di acquistare sui manufatti. Ruolo strategico fu svolto dalle
colonie oltre Atlantico esportatrici di cotone greggio e importatrici cristiane tessuti. Il commercio
estero aumentò e favorì il mercato interno e la crescita di città come Manchester, Glasgow. Altro
ruolo importante fu quello del mercato interno inglese, già sviluppato prima della rivoluzione
industriale. Le realizzazione estesa ulteriormente il mercato, abbassando i costi di manufatti e
rendendoli accessibili ad un maggior numero di acquirenti. Altro fattore che contribuì fu la città
poiché erano nodi di attività economiche e intrattenevano fitti scambi con le campagne. Giocò un
ruolo fondamentale l'ampliamento del mercato interno. Storici come HobsBawn hanno privilegiato
il ruolo del mercato estero. Altri quello del mercato interno (poiché il mercato interno era
condizione necessaria per lo sviluppo di un'economia industriale diffusa). La lista dei fattori che
determinarono la rivoluzione industriale secondo Toynbee è il passaggio dal mercantilismo a una
politica economica liberista, fondata sulla assenza o contenimento dei dazi, dogane e vincoli
giuridici imposti dallo Stato alle libero commercio tra gli Stati e alla libera concorrenza tra gli
imprenditori privati. L'economista Schumpeter aveva attribuito lo sviluppo economico alla presenza
di un ceto borghese dotato di spirito imprenditoriale. Già Weber aveva istituito un legame tra l'etica
protestante (fondata sulla ascesi tramondana, cioè ricerca del successo attraverso lo spirito di
sacrificio e la convinzione nei propri mezzi e nel proprio lavoro) e lo spirito del
capitalismo.Elemento ke va considerato è la funzione dello Stato britannico nel sostenere lo

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sviluppo del paese, le istituzioni inglesi erano all'epoca le più liberali del mondo e consentirono alla
società e all'economia un forte dinamismo. Oltre questo la Gran Bretagna condusse una politica
estera aggressiva, funzionale agli interessi dei suicidi commerciali manifatturieri. Conquistò nuovi
mercati con la colonizzazione, sconfisse paesi concorrenti con una serie di guerre e consolidò il
proprio predominio navale.

1. 8 la modernizzazione della società.


Prima della rivoluzione industriale il mondo era allo stesso tempo molto più piccolo è molto più
vasto nel primo caso la gente viveva e moriva nello stesso posto in cui era nata senza conoscere altri
posti. Più vasto perché la lentezza e la precarietà dei trasporti rendevano enormi le distanze tra un
luogo e un altro. In pochi decenni l'industrializzazione spezza via questi assetti. Per alcuni lo sbalzo
da una quiete della campagna al caos della città fu un evento traumatico. Una delle innovazioni più
importanti della rivoluzione industriale sull'avvento di una classe media di imprenditori,
commercianti spinti dal profitto. A causa degli alti margini di profitto della prima fase della
rivoluzione industriale vi era un abisso tra queste classi medie e la base della piramide. Più lento
invece lo sviluppo di nuove figure sociali legate al settore dei servizi e dei progressi tecnologici, dal
titolare del negozio agli intermediari commerciali. La società del 19º secolo girava attorno due
classi sociali: borghesia capitalista e proletariato di fabbrica. Con la rivoluzione industriale il
reddito pro capite inglese aumentò del doppio facendo progredire in proporzione il tenore di vita.
Eppure molti osservatori temporanee considerano dubbio l'effetto benefico dell'industrializzazione
nei confronti dei lavoratori. Per Marx l'operaio moderno non migliora insieme al progresso
dell'industria, cade sempre più in basso è sempre più depauperato. L'ottimista Ashton contestava il
fatto che l'innovazione tecnica avesse portato solo sofferenze in miseria, sostenendo invece che i
salari urbani erano cresciuti più del costo della vita. Questa interpretazione viene contestata dalla
marxista Hobsbawn che giudicò insufficienti i dati degli ottimisti sui consumi e inattendibili quelli
sui salari perché trascuravano la gravità della disoccupazione.
Contestatore di Hobsbawn fu Harwell che ribadiva come il reddito medio pro capite aumentava,
senza peggioramento della quota distributiva spettante ai lavoratori; i prezzi diminuivano ma i salari
restavano costanti, il consumo generale dei generi alimentari aumento. Il tenore di vita restò misero
e il miglioramento non fu notevole ma ciò non poteva negare gli indici economici generali che
erano positivi. Di diverso avviso era lo storico marxista Thompson che si schierò dalla parte dei
pessimisti pur dando ragione agli ottimisti, nel lungo termine il tenore di vita era migliorato
sensibilmente. La disoccupazione non diminuì anzi si estese. Le condizioni lavorative erano dure
non solo per le 12 ore lavorative ma anche logoranti a causa di un ritmo spossante, anche perché
larga parte del lavoro era svolto da donne e da bambini al di sotto dei 13 anni (nel lungo periodo il
percepire un salario avrebbe dato alle donne una autonomia senza precedenti ). A medio termine il
lavoro di fabbrica era sfruttamento, indebolì i legami familiari e produsse gerarchie patriarcali,
poiché era di solito un operaio specializzato maschio a dirigere il lavoro di donne bambini. Fra il
settecento e l'ottocento in Inghilterra differenze sociali si approfondivano e poveri divenivano tanto
più poveri mentre le classi superiori sempre più ricche. Polany riteneva che il miglioramento quasi
miracoloso degli strumenti di produzione, portato dall'industrialismo, fu accompagnato da un
catastrofico sconvolgimento delle vite della gente comune. Il benessere delle moderne società
industriali fu pagato a caro prezzo non solo dei popoli coloniali ma anche da generazioni di
lavoratori di quella stessa città. Lo confermavano le tensioni sociali in Inghilterra nella prima metà
dell'ottocento. Iniziata con tumulti e distruzione delle macchine, la conflittualità operaia raggiunse
nuovi livelli negli anni 30 con lo sviluppo di associazioni rivendicative che come arma di lotta
adottavano l'astensione al lavoro. comparvero i sindacati e lo sciopero. Nel frattempo diffondevano
ideologie ugualitarie e solidaristiche in opposizione all'individualismo della società borghese
capitalistica, che presero il nome di socialiste.

Capitolo 3 La rivoluzione degli Stati Uniti

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10.1 la costruzione di una democrazia gli Stati Uniti di Jefferson


La storia ottocentesca degli Stati Uniti fu segnata dal passaggio della rivoluzione indipendentista al
governo nazionale e dello sforzo di costruire un nuovo sistema politico capace di conciliare la
libertà dei cittadini con l'autorità dei poteri centrali. Gli Stati Uniti furono una nazione in crescita
continua attraverso l'adesione dei suoi nuovi Stati: a partire dalle 13 colonie che combatterono per
l'indipendenza sino alle 45 del 1890 quando la conquista della frontiera del Far West poteva dirsi
ormai conclusa. L'editore Jefferson alle elezioni presidenziali del 1800 rappresentò il primo
esempio di pacifico passaggio dei poteri da una parte all'altra dello schieramento politico e costituì
una tappa fondamentale del processo che condusse gli Stati Uniti a creare un sistema istituzionale
del tutto nuovo rispetto all'esperienza europee.
Jefferson era colui che meglio impersonificava ideologia repubblicana una ideologia di opposizione
alla società feudale, che si fondava sullo spirito della libertà e dell'indipendenza dei cittadini degli
Stati americani del sud, conquistatori e proprietari della loro terra. Il repubblicanesimo si opponeva
ad ogni potere centrale dello Stato, visto come limitazione della libertà individuale e fonte di abusi.
La proprietà privata era considerata la base di ogni autonomia personale e di ogni legame paritario.
Nel 76 Jefferson propose che lo Stato della Virginio disse 50 acri di terra chiunque ne avesse di
meno ciò che contava i repubblicani era l'uguaglianza delle opportunità, la possibilità di far valere
le proprie capacità senza dover sottostare a divisione in caste fissate per nascita degli antichi regimi
aristocratici. La guerra d'indipendenza contro la Gran Bretagna aveva mostrato segni mi chiede di
una simile concezione che la necessità di un potere centrale forte capace di difendere praticamente
delle libertà conquistate. Madison e Hamilton (rappresentanti dello Stato di New York) criticavano
il localismo dei repubblicani e dicevano che l'unica possibilità di un governo realmente popolare e
dall'equilibrio tra un governo nazionale federale eletto dal popolo e i singoli Stati che cercano di far
parte dell'unione. (Solo un federalismo nazionale poteva realizzare tale idea). Il nuovo modello
istituzionale disegnato nell'ottantasette dalla convenzione di Philadelphia assegna al governo
federale e poteri molto più ampi in tutti i settori più importanti: il commercio di credito e la politica
estera. I 10 emendamenti della costituzione approvata nel 1791 è conosciuto come il bill of rights si
preoccupavano di difendere i singoli individui dal potere del governo nazionale, tutelando i diritti e
le libertà di parola Stampa associazione e religione. Nel 1789 le lezioni videro come vincitore
George Washington che concretizzò questo nuovo indirizzo centralista. Ci furono i preparativi per
una nuova città monumentale sede del governo federale. In qualità di ministro del Tesoro Hamilton
presentò dei rapporti al congresso con lo scopo sia di creare una banca nazionale e il debito
pubblico consolidato per riordinare i conti dello Stato, sia di aprire il paesi a nuovi processi di
industrializzazione. I federalisti cercarono l'appoggio delle nobiltà influenti incaricati di tenere
rapporti con il governo centrale (le fazione di corte).nel congresso Jefferson si oppose al progetto di
Hamilton della Banca centrale e più in generale dell'ala federalista. Si viene configurando nel
Parlamento un'opposizione repubblicana che dette voce alla protesta dei proprietari terrieri degli
Stati del sud, contro l'invadenza fiscale e legislativa del governo.La battaglia politica di Jefferson
andava contro i raccomandati, le oligarchie, favoriva il ritorno alle origini comunitarie e
democratiche degli Stati Uniti, nel pieno rispetto della libertà di iniziativa economica dei cittadini.
Nella guerra tra Francia e Gran Bretagna Washington fece di tutto per mantenere una posizione di
neutralità, nonostante il blocco la confisca delle navi imposto da Londra e commerci americani
nelle Indie occidentali francesi. Nel 1794 il trattato con la Gran Bretagna liberava gli Stati Uniti le
terre del Nord ovest riconoscendo nella Gran Bretagna la nazione commerciale più favorita da parte
Usa.questo trattato segno di disprezzo nei confronti dei repubblicani che per ideologia volevano
appoggiare la Francia contro l'antica e odiata madre patria coloniale e monarchica. La seconda metà
degli anni 90 è il culmine della lotta politica tra i due schieramenti. L'elezione presidenziale del
1796 videro la vittoria di Adams di confronti di Jefferson. I federalisti approvarono una serie di
leggi che complicava il processo legale di naturalizzazione degli immigrati e punivano coloro che
sfavorivano il governo federale. Alle elezioni del 1800 Jefferson ebbe la meglio su Adams
testimoniando la volontà di voler ridurre conflitti. Trasferì la capitale a Philadelphia a Washington

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per simboleggiare un rinnovamento da dare al governo federale. Il presidente hanno smantellare lo


strapotere delle cariche federali trasmettendo parte del potere centrale al congresso e alle sue
commissioni. Le leggi sugli immigrati vennero abolite nel 98 insieme alle imposte federali. Il
Parlamento con il suo potere legislativo acquisì una posizione centrale nel sistema politico
americano. Nel 1803 Jefferson acquistò dalla Francia la Louisiana e il flusso migratorio in questa
terra aumenta considerevolmente (prezzi bassi della terra richiamavano sempre più persone
chiamati squatter,) a fare le spese di questi coloni in marcia verso il West furono le tribù indiane che
dal 1788 avevano il diritto di proprietà . Nel 1805 si cercò di dar vita alla confederazione indiana
che fermasse i pionieri bianchi ma nel 1811 Tekumesh (il cavo da tribù indiana degli shawnee che
aveva proposto tale confederazione) viene sconfitto da migliaia di pionieri bianchi.
10.4 La guerra civile.
Agli inizi del 50 gli Stati Uniti apparivano un paese forte e pacificato. La repubblica parlamentare
resisteva bene alle pressioni interne, la questione della schiavitù era stata accantonata senza
problemi, la colonizzazione del West continuava nelle terre dell'oregon e della California (dove 48
venne scoperto l'oro). Nel 54 Le cannoniere americane del commodoro Perry, imposero al Giappone
l'apertura dei loro mercati. In realtà l'annessione di questi nuovi territori porta una ridefinizione di
tutti gli equilibri, con radicali mutamenti nei rapporti tra i diversi Stati. Il partito federalista si stava
gradualmente ricomponendo sottoforma di nuovo partito chiamato Whig, che poi venne ripreso
dagli oppositori della presidenza Jackson. L'eredità del partito Whig fu raccolta dalla rifondazione
di nuovo partito repubblicano che faceva leva sulla riscossa del sentimento antischiavista.nel sud vi
era l'immagine di un Nord come luogo di vecchi parassiti speculatori di borsa, nel nord quella di un
sud semi feudale e schiavista.nel 50 viene raggiunto un compromesso favorevole agli Stati del sud
che insieme alla legge degli schiavi fuggitivi, annetteva la California senza restrizione antischiavista
e prendeva il commercio degli schiavi nel distretto di Columbia (capitale del congresso). L'anno
dopo l'uscita del libro: "La capanna di zio Tom" della scrittrice stowe rafforzò il sentimento
abolizionista. Nel 57 una sentenza della corte suprema stabilì il principio che i neri non erano
cittadini degli Usa e che la loro condizione era uguale a quella di altri oggetti di proprietà privata. Il
parlamentare Lincoln riteneva (facendo riferimento a questione schiavista) che avrebbe danneggiato
le relazioni tra sud del Nord.Lincoln si opponeva alla legge degli schiavi fuggitivi e si guardava dal
sostenere l'eguaglianza tra bianchi e neri ma difendeva l'entità dei neri come cittadini americani. Nel
59 le elezioni vennero vinte da Lincoln (senza raccogliere neanche un voto sud). L'esito elettorale
rafforzò il senso di isolamento dei secessionisti del sud nel 60 Carolina abrogò la costituzione si
ritrova all'unione seguito da altri sei Stati (Georgia,Mississipi, Alabama, Florida, Louisiana, Texas)
che nei 61 diedero vita una confederazione dotata di una propria costituzione e di un proprio
presidente (Davis). L'attacco dei confederati alla guarnigione di fort Sumter nella Carolina del sud
diede inizio all'incontro (l'Europa osservò con neutralità). Le forze in campo non erano pari l'unione
del Nord era 3 volte superiore a quella del sud e alle piante e aveva una schiacciante predominio sui
mari e industriale. Nel 62 le truppe sudiste guidate da Robert lee ottennero una vittoria in Maryland.
Nello stesso anno Lincoln emanò una proclama che autorizzava per la prima volta l'arruolamento
degli uomini di colore. Nel 63 in Pennysilvania, le truppe di Lee furono costrette a ritirarsi, mentre
le truppe del Nord comandate Grant portavano la guerra nel Mississipi. Anche i sudisti arruolarono i
neri ma troppo tardi. L'editore di grant diedero respiro Lincoln, accerchiato a Washington dal
malcontento causato dalla guerra civile. Nel 65 Lee si arrese e in aprile Lincoln fu assassinato da un
fanatico sudista. Il nuovo presidente Johnson si trovò di fronte un paese dilaniato il 13º
emendamento alla costituzione dichiarò illegale la schiavitù (difficilmente dimenticato dal popolo
usa). La guerra civile aveva accresciuto il ruolo dello Stato nella sfera economica e sociale. Nel sud
il blocco delle esportazioni europee aveva provocato una riconversione dell'agricoltura della
produzione di cotone a quella di grano. La scarsità di manodopera venne compensata
dall'introduzione delle nuove macchine mietitrici e sostituivano Ben 6 lavoratori. Anche il sud fu
accompagnato da alcuni sviluppi industriali (crescita delle aziende meccaniche produttrici di armi
dell'esercito) gli Stati dell'unione si occuparono delle campagne attraverso concessioni di 160 acri di

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terra ai cittadini residenti su di essa da almeno cinque anni. Si creò il ministero federale
dell'agricoltura che seguivano da vicino lo sforzo produttivo dei contadini. L'industria
manifatturiera crebbe rapidamente specie nel settore tessile laniero e quello calzaturiero.grandi
dinastie imprenditoriali (Rockfeller) mossero i loro primi passi. L'economia di guerra aveva
determinato una spinta una concentrazione dei gruppi industriali. Le aziende minori e rimanevano
escluse dai rapporti privilegiati con i centri del potere politico. Il conflitto causò da entrambi le parti
un'inflazione del 61 65 i salari persero un terzo del loro capacità di acquisto, a molte donne le
retribuzioni vennero ridotte; le zone del sud più battuto dalla guerra attraversavano carestie causate
da scarsità di generi alimentari i cui prezzi salirono alle stelle. Al risentimento della sconfitta si
aggiunse l'ostilità nei confronti un Nord più ricco e fortunato.

10,2 l'America di Monroe e Jackson


Madison successe al Jefferson. La sua presidenza segnata dalla guerra con la Gran Bretagna
originata dai sequestri di navi ed equipaggi americani operati dal governo di Londra nello sforzo di
blocco commerciale ai danni della forza napoleonica gli interessi degli agricoltori esportatori di
grano indussero Madison alla guerra che fu dichiarata nel 12 nonostante la forte opposizione
federalista. Nel 14 una forza da sbarco britannica riuscì arrivare a Washington e incendiare il
Campidoglio alla Casa Bianca, nel 15 una controffensiva americana sconfisse gli inglesi sbarcati a
New Orleans. Il trattato di pace, già siglato nel 1814 in Belgio poneva fine all'ostilità ripristinando
lo status quò ante. La pace fu considerata dagli Stati Uniti come una vittoria. Nelle 16 Monroe
divenne presidente (che poté approfittare del collasso del partito federalista, causa guerra per
inaugurare un'età di maggiore unità). Tra il 1820-60, grazie alla riduzione della mortalità infantile,
di su una crescita regolare degli abitanti (con un'estensione territoriale vastissima) buona parte dei
cittadini americani nati nella zona orientale passarono in quella occidentale e nel 41 una legge
federale riconobbe il diritto alla terra degli squatter. Il governo intensificò pressione sugli indiani
perché si spostassero nelle zone vergini ad ovest del Mississipi. Negli anni 30 migliaia di indiani
furono deportati oklahoma dove morirono di stenti e di privazioni. L'estensione coloniale degli Stati
Uniti andavano di pari passo con la decadenza dell'impero spagnolo in tutta l'America latina. Il
presidente Monroe tenne un discorso scritto dal suo segretario Adams: l'idea di fondo era una
spartizione del mondo su base continentale, che da parte americana significava una volontà
isolazionista rispetto agli affari europei e l'affermazione di un diritto egemonico spettante agli Stati
Uniti su tutto il continente americano.La dottrina Monroe dava voce a una componente della cultura
popolare statunitense consistente nella diversità rispetto al vecchio continente europeo, nelle sue
tradizioni e nelle sue forme politiche.nel 23 questa clamorosa presa di posizione di Monroe
significava il tentativo di porsi allla testa del movimento indipendentistico latino-americano,
dichiarando al mondo che l'America apparteneva gli americani e che l'Europa doveva smetterla con
le proprie pretese coloniali come gli Stati Uniti si impegnavano a non intervenire nel vecchio
continente. La dottrina Monroe affermava la tradizionale linea di neutralità della politica estera
statunitense ma nello stesso tempo indicava una ulteriore espansione della propria potenza. La fine
della dominazione coloniale nel resto del continente americano, non diede vita a un progetto di
federazione unitaria come quello ottenuto nel nord. Nel 1826 gli sforzi di Bolivar per costituire una
Repubblica degli Stati Uniti del sud e dell'opposizione di Brasile Argentina creando nel 28 uno stato
cuscinetto indipendente chiamato Uruguay. Nel 1830 Ecuador e Venezuela si staccarono dalla
Colombia e nel 39 falli il tentativo di una Repubblica federale unitaria in America centrale dando
vita a cinque repubbliche: Guatemala, honduras, Costarica, Nicaragua, Salvador. Si era affermata
una tendenza alla disgregazione che corrispondeva a una situazione interna, comune a tutti gli strati,
di ristrettezza oligarchica del potere economico e politico. Qui 'esercito mantenne una propria
autonomia, divenendo spesso attore e risolutore della instabilità politica, segnata da colpi di Stato le
dittature che andava di pari passo con la crescente infiltrazione finanziaria dei paesi europei
(sfruttamento delle risorse del suolo e del sotto suolo). Solo il Brasile il Cile si dotarono di un
regime parlamentare abbastanza stabile. La diversità del fenomeno statunitense nel continente

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americano fu dato il maggior parte dal risveglio di una moltitudine di chiese e confessioni religiose
che trovavano un tratto comune nell'indipendenza dello Stato. Il risveglio religioso aveva
compensato l'assenza e il ritardo di altri strumenti di alfabetizzazione di massa. Assegnando alla
civilizzazione americana un ruolo e una missione mondiale. Alla fine del mandato di Monroe salì al
potere Adams (che viene scelto dal presidente della camera dei rappresentanti CLAY, a sua volta
scelto da Adams come segretario di Stato). Lo scambio di favori portò malesseri all'interno del
partito repubblicano accusando il presidente di dispotismo e di scambi di potere poco trasparenti. Si
formò allora un nuovo partito: il partito democratico capeggiato da Jackson che divenne il nuovo
presidente, il quale assegno maggiori poteri e centralità istituzionale ai partiti:lo spoils system cioè
il ricambio del personale ministeriale ad ogni alternanza di presidente e la convention, assemblea
nazionale dei delegati ,come sede di formazione delle candidature presidenziali. Jackson ricorse al
veto presidenziale contro le leggi approvate dal Parlamento da lui non condivise (accusato di
autoritarismo). Nel 1832 l'opposizione dela Carolina del sud alle nuove tariffe doganali portò alla
luce il problema del protezionismo doganale rivendicato dagli Stati delle zone nord-orientali contro
la concorrenza dei manufatti industriali europei. Gli stati del sud dividevano il rischio di ritorsioni,
ai danni dell'esportazione in Europa del riso del cotone americani. Una questione che investiva il
cuore della politica economica americana e degli equilibri politici degli Stati che facevano parte
dell'unione. Per il momento i contrasti della Carolina del sud non diedero problemi a Jackson alle
ragioni dello scontro rimasero intatte
10,3 sviluppo economico e sistema schiavistico.
La conquista del West determinò un'espansione dell'agricoltura moderna accompagnata da progressi
nei mezzi di trasporto e nella commercializzazione dei prodotti della terra. Nel 25 la costruzione di
un canale che collegò il lago Erie all' Atlantico abbatte i costi della spedizione.l'interazione tra
agricoltura e industria portò allo sviluppo alla modernizzazione dell'intero paese. L'assenza di
manodopera qualificata indirizzo gli investimenti privati nel settore da tecnologia minuta verso
nuove macchine utensili per l'industria tessile leggera e per quella di trasformazione del mais. Gli
Stati Uniti conobbero ritmi di crescita economici per tutta la prima metà del secolo cantieri navali e
poli commerciali del new England, centri finanziari culturali e istituzionali del centro Philadelphia,
le grandi piantagioni di cotone tabacco e riso degli Stati del sud come un Virginio e Nord e sud
Carolina). Il segreto del loro sviluppo stava nell'applicazione della tecnologia ai mezzi di
produzione industriale e alla navigazione fluviale a vapore lungo il Mississipi, anche alla schiavitù
della popolazione nera, una riserva inesauribile di forza lavoro estremamente mobile flessibile e a
costi bassissimi. I codici americani proteggevano gli schiavi dall'omicidio dalle mutilazioni, ma non
riconoscevano loro il diritto di unirsi in matrimonio possedere dei beni testimoniare in tribunale. I
partiti politici fecero molta attenzione nell'evitare che nella schiavitù perché avrebbero messo in
crisi i rapporti con gli Stati del sud (la minaccia di una secessione aveva messo a tacere le
preoccupazioni umanitarie). Il tema della schiavitù a cui l'importanza dagli anni 30: nel 1833 venne
fondata l'associazione americana anti-schiavitù e a fine decennio si presentò l'elezione del nuovo
partito della libertà che faceva della lotta al potere schiavista la sua bandiera, ponendo la questione
all'ordine del giorno. Il Parlamento rinvio all'esame della questione e nel 50 le leggi degli schiavi
fuggitivi impose agli agenti federali la cattura degli schiavi riparati negli Stati del Nord. Il problema
della schiavitù si diffuse anche in Texas ove vi erano lunghe trattative per annetterla gli Stati Uniti,
nel 36 questi si dichiararono indipendenti dal Messico e decisi a far parte degli Usa. (La ribellione
di questi venne repressa duramente). La maggioranza del congresso era contraria alla missione del
Texas perché anche esso erauno stato di orientamento schiavista che avrebbe alterato gli equilibri
politici americani. L'annessione avvenne nel 1845, fu allora che la stampa parlò di un destino
manifesto: cioè la capacità degli Stati Uniti di esportare il proprio modello sociale sull'intero
continente americano. L'apertura delle ostilità con il Messico mostrava questo destino manifesto
americano: la guerra non divise il congresso e nel 47 gli americani occuparono città del Messico: il
trattato di pace che ne seguì a segno agli Stati Uniti la California e il nuovo Messico.

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CAP 4: FRANCIA: LA ROTTURA RIVOLUZIONARIA


2. 1 la rivoluzione francese.
L'ottantanove fu una rottura storica fondamentale, sia perché distrusse un antico sistema di rapporti
sociali fondato sul privilegio e il dispotismo, sia per ciò che costruì. All'assenza di libertà politica e
di uguaglianza di fronte alla legge la rivoluzione oppose liberté ed egaulité , ad una società
rigidamente divisa in ordine oppose all'unità della nazione (fraternité). Alla sovranità del re per
diritto divino sostituì la sovranità del popolo, espressa attraverso il voto è sancita da rappresentanti
eletti. La rivoluzione francese generò d'altra parte una terribile ondata di violenza e guerra civile e
terrore. Essa sfociò inoltre in un nuovo regime repressivo, nello strapotere dei militari, in una
dittatura personale e in lunghi anni di guerre di conquista. La rivoluzione francese è stata assunta
come modello, sia nel bene come nel male, come punto di riferimento del pensiero politico
contemporaneo. Il dibattito storiografico non è ancora sopito è tornato anzi ad infiammarsi attorno
al 1989 in occasione del bicentenario. (Insensata lungo una pietra di paragone ridefinirsi delle
identità di conservatori, democratici e rivoluzionari dei temi successivi)

2. 2 il crollo dell'antico regime.


Fu la rivoluzione stessa a coniare il concetto di ancient regime, per indicare il suo contrario, cioè il
sistema sociale politico che voleva abbattere:un sistema formato da Clero e nobiltà ke erano al
vertice di una società gerarchicamente tripartita in ordini o stati, ed avevano privilegi come
esenzioni fiscali,onori alle cariche più importanti; seguivano i nobili (unici a poter ottenere i gradi
di ufficiale nell’esercito; poi vi era il terzo stato che andava dagli uomini d’affari , avvocati,notai
medici ai ceti popolari (la base della piramide). I membri del terzo stato erano esclusi dall’apparato
del potere regio! I cardini dell’ ancien regime erano 3: feudalesimo,società di ordini e assolutismo
( sovrano per diritto divino, il re era una persona sacra, il cui potere centrale, occupava anche quelli
periferici, che diventavano automaticamente, ingranaggi subalterni di un meccanismo di
intermediazioni e vantaggi) I diversi poteri (giudiziario,amministrativo,fiscale e religioso) erano
mal distribuiti, creando molte disuguaglianze territoriali e sociali. Tra potere centrale e autonomie e
privilegi locali si era creato un compromesso, che dava vita ad uno squilibrato sistema.L’ancien
regime, crollò rapidamente e le motivazioni sono di vario tipo: contribuì enormemente il 1788 con il
suo raccolto disastroso che fece impennare i prezzi, creando un malessere sociale che danneggiò il
buon periodo precedente di progresso.Altra mossa sbagliata fu l’incapacità di risanare il deficit di
bilancio, che si aggravò in seguito alla partecipazione della Fra, all guerra di indipendenza
americana! Con il controllore generale delle finanze, Turgot (liberalizzazione del commercio dei
grani) vi fu il primo fallimento; poi seguì il banchiere Necker (contenimento della spesa che trovò
contro gli ambienti di corte). Simile destino fu per Brienne (che convocò gli stati generali:organo
rappresentativo dei 3 ordini). Le varie riforme sono riconducibili tutte a due modelli:
quello centralizzatore dell’illuminista Turgot (sviluppo del mercato e aumento del gettito(proventi
derivanti dai tributi),introducendo un sistema fiscale equo) e quello moderato del decentratore
Necker (riduzione della spesa pubblica e valorizzazione delle autonomie locali). Il primo modello
da una parte creava dispotismo e fu combattuto dai parlamentari (come venivano chiamati allora gli
organi supremi della magistratura), dall’altro creava una fiscalità più giusta che trovò contro i nobili
che volevano tutelare i loro privilegi. Il secondo invece, trovò contro gli illuministi, forti avversari
dei privilegi. Questi scontri si risolsero in delegittimazione e discredito del regime (anche per via
della diffusione delle idee illuministe).

Assemblea costituente
Gli stati generali furono convocati per risolvere la questione fiscale e finanziaria (ma si sapeva che
si puntava ben oltre)
Selezionati per censo nella borghesia colta, i deputati del terzo stato detenevano il 50,7% dei seggi
ma rappresentavano il 98% della nazione. Consapevoli di ciò. Chiesero che si votasse per testa e
non per ordini , com’era tradizione. Aristocrazia e clero si opposero e il re luigi 16, fece chiudere le

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aulee delle sedute, riservandosi l’ultima parola. I delegati del terzo stato allora si riunirono in una
stanza adibita al gioco della pallacorda e giurarono di non separarsi finchè non venisse istituita la
costituzione. Il 9/07 (anche primo e secondo stato si uniro al terzo) si proclamo l’Assemblea
nazionale costituente.Il re nel frattempo aveva fatto circondare Parigi, dalle sue truppe! L situazione
si sblocca con l’assalto alla Bastiglia (14/07/1789), da parte del popolo (anche per via del
licenziamento di Necker),che di per se non fu un evento fondamentale, ma viene festeggiato dai
francesi come simbolo della caduta dell’ ancien regime. ( a una rivoluzione istituzionale di deputati,
se ne aggiungeva una popolare di borghesi e popolo).Durante tali disordini, il comitato elettorale di
Parigi, si era costituito in una comune (governo municipale) con a capo il leader dell’assemblea
Bailly, e creando una guardia nazionale (contro le truppe regie) con a capo il nobile liberale la
Fayette.
Dopo la presa della Bastiglia, Luigi 16, fu costretto a ritirare le truppe ed accettare la comune (la
rivoluzione cittadina sopravanzava quella istituzionale).Nel frattempo una terza rivoluzione stava
formandosi in diverse zone rurali (sommosse nelle campagne, causate dagli echi delle rivolte urbane
, dall’incertezza del momento e dalla carestia).Per evitare un ulteriore degenerazione , la notte del
4/08, L’assemblea nazionale votò una legge che aboliva gli oneri e i privilegi feudali; poi furono
soppressi titoli nobiliari,parlamenti e corpi privilegiati. Il 26/08 approvò la Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino fondata su 5 principi: 1) i francesi hanno dei diritti inalienabili di
uguaglianza naturale, non è lo stato che li garantisce ma i cittadini fra li posseggono per via
naturale; 2) i diritti inalienabili sono la libertà, la proprietà,la sicurezza, la resistenza all’oppressione
(Marxismo e socialismo definiscono tali principi come borghesi); 3) sovranità popolare
(rovesciamento totale del principio di sovranità); 4) libertà è fare tutto ciò che non nuoce agli
altri( tutti i peccati contro Dio e lo stato cadono); 5)nessuno può essere disturbato per le proprie
opinioni (non si parla di libertà religiosa ma di tolleranza), papa pio sesto, accuserà la dichiarazione.
I lavori dell’assemblea si svolsero in un clima di forte tensione. Il re , fu costretto a firmare tali
decreti e fu obbligato da una folla in armi a lasciare la reggia di Versailles per risiedere a Parigi.
Nell’ assemblea si formarono dei raggruppamenti politici: a destra della presidenza i conservatori,a
sinistra i democratici più avanzati. A causa dei problemi finanziari interni, fu deciso di espropriare
e mettere in vendita le proprietà del clero; inoltre nel 1790, l’assemblea deliberò che i sacerdoti
privati delle loro rendite, venissero retribuiti come funzionari pubblici dello stato, giurandovi
fedeltà. Il papa si oppose aspramente e molti non prestarono fede al giuramento. La chiesa francese
si divise in: giurati e refrattari (coloro che erano indipendenti dalla chiesa gallicana, per chiesa
gallicana si intende quella chiesa autonoma dagli ordini del papa).Nonostante tali contrasti, l’opera
dell’Assemblea costituente, ottenne molti consensi. Intanto le guardie nazionali della varie città si
federavano tra loro. Cmq il re manteneva ruoli di prim’ordine come quello esecutivo. Dalla società
d’ordini si passo ad una società basata sul principio elettivo(articolato in classi eocnomico-sociali:
maschi divisi in passivi e attivi, solo questi ultimi votavano,perché nobili e possidenti). L’assemblea
aveva altre importanti funzioni: ridisegnare l’intero sistema amministrativo,giudiziario,finanziario e
religioso. Il governo locale fu diviso in 83 dipartimenti, fisco reso egualitario,concessa cittadinanza
a protestanti ed ebrei, libertà del commercio con il principio liberale del laissez-faire.
Si crearono dei club per decidere, quale legislazione dare alla Francia:vi erano i giacobini, formati
da borghesi che favorivano la linea dell’assemblea; poi vi erano ad opporsi un club moderato ed un
monarchico, ma il club più radicale fu quello dei cordiglieri. Anche se aveva dato un impressione di
disponibilità, il re prese le distanze dalla rivoluzione e cercò di fuggire in Belgio , sotto la
protezione di Leopoldo secondo d’Asburgo.Riconosciuto nella cittadina di Varenne, venne
catturato, portato a Parigi e sospeso dalle sue funzioni. All’ assemblea si discusse della situazione
re: senza questo la rivoluzione non sarebbe continuata pacificamente ma con lui cmq poteva
degenerare. Si decise di far passare l’avvenuto come un rapimento e non una fuga. Ciò non calmò la
rabbia del popolo che voleva la sua destituzione. Anche tra i club erano sorti scontri: alcuni
giacobini fedeli al re e moderati, si scissero dal gruppo formando i foglianti(con capo avvocato
Danton e il giornalista Desmoulins .)

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Dall’ Assemblea legislativa alla Convenzione


Nel 1791, si svolsero le elezioni dell’Assemblea legislativa (bassa affluenza a causa dell’incertezza
del momento) In tal periodo vi era una possibile cospirazione controrivoluzionaria (vedeva preti
refrattari e nobili). Mentre tale complotto aristocratico stava attuandosi, le campagne vennero di
nuovo infestate da saccheggi (causa nuova crisi economica). L’assemblea legislativa era scissa
anche al suo interno: i foglianti trovavano contro i giacobini e i cordiglieri, che volevano un
prosieguo del processo rivoluzionario. Nel frattempo però i giacobini erano scissi in due: con un
capo intransigente (l’avvocato Robespierre) e uno moderato con l’avvocato Brissot, detto poi
girondino. La situazione cambiò con la guerra. La fra ottenne molti consensi per la guerra. Per Luigi
16, la sconfitta francese era cosa opportuna per riottenere potere, mentre per i girondini era cosa
buona poiché lo vedevano come un mezzo per risolvere i problemi e costringere Luigi 16 ad essere
più lealista verso la costituzione. Robespierre era contrario ma la guerra si fece. Nel 04/1792 la
Francia dichiara guerra all’ Austria (che al suo fianco aveva Prussia e Piemonte). La disastrosa
sconfitta, porta paralisi istituzionale nel paese. L’ assemblea punì i preti refrattari, sciolse la guardia
regia e istituì in difesa di Parigi un esercito di guardie nazionali. Il re si rifiutò di promulgare tali
decreti e sostituì il governo girondino con quello dei foglianti di La Fayette che volle giungere ad
un armistizio’iniziativa passa dunque alla forze popolari. Si organizzavano delle sezioni (assemblee
di quartiere, derivate da quelle elettorali) ove anche i cittadini passivi votavano. Le sezioni
divennero centri di raccolta dei sanculotti (il popolo insomma); questi erano diffidenti dagli organi
rappresentativi e auspicavano una democrazia assembleare e diretta , difendevano il diritto di
proprietà,ma volevano un’economia controllata per limitare i prezzi. Nel 17292,chiese che venisse
eletta a suffragio universale una nuova assemblea costituente. L’assemblea a luglio proclamò la
patria in pericolo, e dalle province arrivarono a Parigi, molte guardie nazionali. Le sezioni della
capitale costituirono una comune insurrezionale e il 10 agosto, sanculotti e federati espugnarono la
reggia di Tuileries (seconda rivoluzione,la prima era la presa della Bastiglia) e arrestarono il re e
tutta la sua famiglia. Venne creato un governo provvisorio con Danton ministro della giustizia, che
convocò una nuova assemblea popolare, chiamata Convenziona Nazionale, sulla base del suffragio
universale maschile. La Fayette non poté fare altro che consegnarsi al nemico. La comune
insurrezionale capeggiata da Danton,Robespierre e Marat, impose il proprio potere ai girondini
della Assemblea Legislativa, dando il via ad una serie di arresti di persone considerate sospette. A
settembre, la resa della città di Verdun, sembrava aprire ai Prussiani la strada per Parigi. La paura
dell’invasione e del complotti rivoluzionario, diede il via alle stragi di settembre (1500 prigionieri
vennero uccisi). Ciò mutò anche le sorti del suffragio universale della convenzione, con un 90% di
astenuti. La situazione cambia con la vittoria di Valmy che ferma l’avanzata Prussiana. La
convenzione il giorno dopo proclama la repubblica una e indivisibile. Nella convenzione si aveva
una destra dell’assemblea con a capo la Gironda, a sinistra la Montagna (con Robespierre e gruppi
vicini ai sanculotti) al centro la Pianura o Palude, che a volte votava in favore dell’uno e a volte in
favore dell’altro! I Girondini ( prima a capo della convenzione e del governo) volevano ristabilire
l’ordine e ridimensionare il movimento popolare, ma il loro tentativo di incastrare i montagnardi a
favore della dittatura e legge agraria, non ebbe successe. I girondini non riuscirono neanche a
salvare il re: ghigliottinato il 21/01/1793. La sua morte, trovò contro i francesi a quel punto anche
inglesi, spagnoli,stati tedeschi e italiani (facendo mutare la guerra a sfavore della Francia perse
quei paesi che poco prima era riuscita a occupare: i Paesi bassi austriaci, la renania, Nizza e
Savoia.) Ciò andò minando l’egemonia della Gironda. Conseguenza della guerra , fu l’insurrezione
della regione della Vandea (causata anche dal peggioramento delle imposte, abolizione dei diritti di
pascolo comune). Per fronteggiare tali pericoli, il governo fra, su iniziativa dei montagnardi, istituì
un tribunale penale straordinario nella capitale e una rete di Comitati di sorveglianza sulle persone
sospette. Il potere esecutivo venne affidato ad un comitato di salute pubblica guidato da Danton. I
sanculotti, con la creazione del gruppo degli arrabbiati, voleva un calmiere sui prezzi e altre misure
di politica sociale; il loro conflitto con i girondini si estese a livello statale. La gironda restava

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fedele alla separazione dei poteri e al sistema rappresentativo parlamentare, i sanculotti invece
volevano costituire un controllo sulle istituzioni elettive. Pur condividendo le idde dei girondini, i
giacobini (per il bene del paese) favorirono i sanculotti. La gironda fu definitivamente sconfitta
quando la Convenzione accettò l’arresto di 29 girondini. Venne creata (dalla Montagna ,ora nuovi
capi) una nuova costituzione, detta dell’anno 1(di carattere democratico), preceduta da una nuova
dichiarazione dei diritti , ove il diritto di uguaglianza, prevaleva sul diritto di proprietà e sulla libertà
individuale. Tale costituzione non entrò mai intatto perché si voleva rinviare l’applicazione al
termine del conflitto. La caduta dei Girondini creò un forte risentimento e insurrezione
federalista,contro il potere giacobino. In questa situazione di emergenza si afferma il governo
rivoluzionario.

IL TERRORE
Per governo rivoluzionario,si intendeva un potere eccezionale, che durò un anno (1793-94). Il cuore
di tale sistema fu il Comitato di salute pubblica eletto dalla Convenzione al quale furono subordinati
personaggi come Robespierre,Saint just. Alcune leggi dello stesso anno rendevano i giudizio dei
Tribunali penai, più sbrigativi e sommari. Altro esempio della forza centralizzatrice del governo fu
il mettere sotto controllo i dipartimenti (da parte degli agenti nazionali, nominati dalla
Convenzione) e molti deputati giacobini venivano inviati in missioni repressive e di sorveglianza
nel paese. Nel 1793 fu decretata la leva in massa di tutti i maschi, per combattere i rivali inglesi
,prussiani e austriaci, e schiacciare la rivolta federalista. Sempre nello stesso anno i sanculotto
ottennero un calmiere (o maximum) dei prezzi e salari. Decretato il corso forzoso degli assegnati
(cioè sospensione della loro convertibilità in dollari). Furono rafforzate le competenze del Tribunale
rivoluzionario. L’insieme di questi provvedimenti prende il nome di TERRORE. I sostenitori del
blocco rivoluzionario non erano compatti. Infatti Robespierre e i suoi,andavano contro le tendenze
diverse dei sanculotti, a volte ostacolandoli. Il comitato di salute pubblica, fece leva sulla
organizzazione giacobina per ridimensionare il potere delle sezioni e della comune di Parigi.
Membri come Danton e Desmoulins (per il solo aver creato una fazione degli indulgenti che voleva
eliminare il TERRORE) vennero ghigliottinati. Per i Robespierristi erano rivali interni in meno ma
la Convenzione dette forza di legge alle loro idee etico-religiose: una elite sempre più ristretta che
diveniva ideologia assoluta. Nel frattempo la Fra invade il Belgio. I giacobini , condizionati dal
fatto che solo la dittatura di una minoranza virtuosa avrebbe potuto salvarla, non fecero altro che
inasprire la legislazione del Terrore. Nel paese crebbe il malessere per questo eccesso di terrore e
Robespierre, Saint- just e i suoi sempre più isolati , finirono per essere arrestati dalla convenzione (e
ghigliottinati). L’accelerazione frenetica imposta alla storia da parte della Riv Fra,mostro come in
poco tempo i meccanismi repressivi e autoritari, una volta in moto, posseggono una propria forza di
inerzia capace di condizionare l’opera dei governi e addirittura ritorcersi contro questi.
IL DIRETTORIO
La coalizione che aveva abbattuto Robespierre era quella dei moderati appartenenti alla Pianura. La
Borghesia agiata (che si era arricchita con la rivoluzione) chiamati termidoriani cercarono di
stabilizzare la situazione, tornando ai principi e agli assetti del 89. Venne sciolto il club dei
giacobini, smantellato rapidamente il sistema del Terrore, abolizione del maximum che segnò il
ritorno della libera circolazione di beni, il tribunale rivoluzionario che fu soppresso nel 1795. A
favorire la normalizzazione termidoriana, fu anche l’esito positivo della guerra che nel 1795,
costrinse Prussia, e Spagna a trattare la pace e riconoscere alla Francia il possesso del Belgio e della
Renania. Nel frattempo la convenzione cercava di risolvere il problema religioso , affermando la
libertà di culto e l’iniziale separazione tra stato e chiesa. (non furono però abrogate le misure
repressive contro i preti refrattari). Vennero compiuti i primi passi di un processo di pacificazione
interna. La situazione del paese resto cmq instabile. Un pessimo raccolto , l’abolizione del
maximum, e l’inflazione degli assegnati riportarono la fra in una nuova grave crisi economica . I
sanculotti formarono un insurrezione, facilmente fermata. La loro disfatta portò risentimento contro
i giacobini che vennero massacrati a migliaia (IL TERRORE BIANCO, una nuova ripresa della

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movimento monarchico con il fratello di lui16: Luigi 17 che reclamava la restaurazione del ancien
regime. Nell’agosto 1795 venne promulgata una nuova costituzione che ripristinò il primato della
libertà sull’uguaglianza e soppresse l’affermazione che ne faceva diritti naturali e imprescrittibili
(che non si estingue). Ai diritti vennero anteposti i doveri dei cittadini: da quello di non violare le
leggi a quello di rispettare i valori della famiglia (inversione di tendenza del 1792 che instaurò il
matrimonio civile e il divorzio).Venne reintrodotto il suffragio per censo e non più universale. Per il
potere legislativo si adotto una divisione bicamerale ( il consiglio dei 500 che proponeva le leggi e
quello degli anziani che decideva di approvarle o no). L’esecutivo venne affidato ad Un direttorio
composto da 5 membri. Si rafforzò la preminenza del legislativo sull’ esecutivo. Il sistema
garantista presupponeva l’affermazione di uno stato di legalità (che tutta via vedeva un paese non
pacifico) anche se i primi a infrangere le regole furono i termidoriani stessi. Nello stesso anno i
realisti cercarono un’insurrezione armata, che venne repressa dal giovane generale Napoleone
Bonaparte. (il periodo 1795-99 passa da crisi della repubblica a dittatura).Il direttorio, impegnato
contro giacobini e monarchici, alternava la repressione con il compromesso. (Nel 1795 fu sciolto il
club panteon dove risiedevano i giacobini) Un'altra crisi era in atto: un nuovo malcontento popolare
causata da un’inflazione che venne fermata con il ritorno alla valutazione metallica, che fece
crollare i prezzi. Nasceva in questo periodo un’organizzazione clandestina nota come Congiura
degli Uguali, capeggiata da Babeuf, che si proponeva di realizzare l’uguaglianza , abolendo la
proprietà privata e instaurando una società collettivista. Questa congiura fu scoperta nel maggio 96
e Babeuf fu giustiziato. Con il sostegno di Bonaparte, il direttorio attuò un colpo di stato che
invalidava l’elezione di 180 deputati,deportando molti avversari nella colonia della Guyana.
L’esercito stava acquisendo un peso determinante nella politica francese. Nel frattempo, deflazione,
buoni raccolti del 1796-98, impossessamento delle risorse dei paesi conquistati, permise un
miglioramento delle finanze pubbliche. Questo però non permise al direttorio di ottenere un enorme
consenso. Il direttorio pensò allora di rilanciare le operazioni militari per trarne sia risorse
economiche e finanziarie, sia per aumentare la coesione interna. L’Offensiva punitiva in Vienna fu
un disastro, mentre la campagna in Italia (sotto il comando di Napoleone) fu una brillante vittoria
che lo portò a siglare nel17/10/ 1797 , con gli austriaci, il trattato di campo formio (che dava alla’
Austria i territori della rep. Di Venezia) e alla Francia l’egemonia in Italia, dove furono create
numerose repubbliche sorelle ( classico esempio del drenaggio di risorse che la Fra prendeva da
questi stati satelliti, esportando però strutture amministrative, tecniche di governo e forme di
integrazione sociale moderne, che lasciò segni profondi negli ultimi decenni). Per fermare gli
inglesi nel mediterraneo, il Direttorio affidò a Napoleone il comando della spedizione in Egitto, che
condusse brillantemente (battendo i mamelucchi) ma una squadra navale capeggiata dall’
ammiraglio Nelson (ING), distrusse la flotta francese ad Abukir, facendo fallire la sua missione.
L’espansionismo del direttorio fece nascere nuovo risentimento antifrancese in Inghilterra,
Austria,Russia, Regno di Napoli e impero Ottomano, ottenendo delle sconfitte che tornarono
minacciare la repubblica; fortunatamente le vittorie di Massena a Zurgio, quella di Bonaparte a
Marengo(1800) e quella di Moreau a Hoenilinden, portò alla pace di Luneville (02/1801) con
Austria e la pace di Amiens (03/1802) con Inghilterra. La debolezza del Direttorio era sempre più
evidente: nuove forme di brigantaggio, rinascita del gruppo giacobino, con nuova guerriglia
antirepubblicana. Alla crisi del regime, il direttorio chiese l’intervento militare. Bonaparte approfittò
di questa situazione e preparò un colpo di stato il 9/11/1799 con l’aiuto del fratello Luciano
(presidente del consiglio dei 500). Il direttorio e i consigli vennero sciolti e venne redatta una nuova
costituzione che desse maggiori poteri all’esecutivo.(ciò confermò la fine della riv. Fra.)

LA RIVOLUZIONE, L’EUROPA E L’ITALIA.


Secondo lo studio Palmer, questa rivoluzione non fu un fenomeno solo francese ma il momento più
alto di un ciclo di rivoluzioni verificatesi nei paesi occidentali (dall’ America, all’Irlanda, ai Paesi
bassi) che nel loro insieme creerebbero una rivoluzione atlantica.

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Vovelle nota come il rapporto della riv fra con L’Europa, attraversasse varie fasi: prima) quella
dell’ Assemblea costituente, essa si propose al mondo in una prospettiva pacifica e universale con la
dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino; seconda) quella di guerra all’Europa dei despoti e
di espansione dominata dalla politica estera dei Girondini; terza) la convenzione Montagnarda che
abbandonò il precedente espansionismo; quarta) il Direttorio, segnata da una ripresa guerresca che
si giustificò con l’obiettivo di garantire alla Francia i suoi confini “naturali” sul fiume Reno, ma che
si tradusse in una nuova espansione oltre tali confini(il motivo lo sappiamo: il drenaggio delle
risorse di tali paesi conquistati, per una ripresa economica e fiscale della Francia).

CAP 3: L’EPOCA NAPOLEONICA


3. 1 dal consolato all'impero.
La Francia, uscita dalla rivoluzione industriale non aveva potere sul piano militare diplomatico. Il
suo prestigio internazionale era rappresentato dal fatto che un modello civile morale di nuova
società. Napoleone rappresentò un assolutismo illuminato, insieme alla forza di conquista dei suoi
eserciti. La nuova costituzione istituì suffragio universale ma gli elettori erano chiamati a designare
liste comunali nazionali sempre più ristrette, da cui in Senato di notabili sceglieva i membri degli
organi legislativi ed esecutivi il governo era affidato tre consoli con mandato decennale, il primo
promulgava le leggi. Si veniva creare una diarchia (un potere di due persone): da un lato c'erano i
notabili del Senato, dall'altro Bonaparte (nominato primo console). In tempo Napoleone e rosei
poteri del Senato con una serie di decreti e misure poliziesche, ottenendo con un plebiscito, il
consolato a vita (1802). Egli approfittò di un complotto contro di lui. Vasco complotto portò alla
morte di Cadoudal e Pichegru e l'esilio del generale Moreau per essersi fatto coinvolgere. Nel 1804
si fa proclamare imperatore da un Senato, ai suoi ordini (un plebiscito successivo ne ratificò la
nomina con 3 milioni e mezzo di voti favorevoli e solo 2000 contrari ). Il periodo del suo consolato
fu quello in cui adopero la sua opera legislativa. Con la fiducia della grande finanza, fondò nel 1800
la Banca di Francia e risanò il sistema monetario. L'anno dopo ricucir contrasto con la chiesa
cattolica, stipulando con papa pio settimo, il riconoscimento della religione cattolica, come quella
della grande maggioranza dei cittadini; risanò la divisione tra giurati e refrattari nel clero francese e
chiudeva il contenzioso sui beni espropriati. Nel 1802 fu istituita la legione d'onore, una nuova
oligarchia militare e civile contrapposta al Senato è fedele al Napoleone. Venne riformato il sistema
scolastico (istituito il liceo per formare funzionari e amministratori). Il sistema tributario giudiziario
furono sottoposti a revisione che portò alla rottura tra Napoleone e l'oligarchia moderata che era
capeggiata da Sleyes . Il rapporto tra potere centrale e quello periferico viene capovolto da una
legge del 1800, dove i dipartimenti erano sotto la direzione di funzionari alle dipendenze del
ministero dell'interno, e dispose che i sindaci venissero nominati dal governo (la Francia subisce un
processo di centralizzazione burocratica). Le più importanti riforme napoleoniche furono: il codice
civile (1804) che consolidò tali cambiamenti, unificando il sistema legislativo. Furono affermati:
uguaglianza giuridica dei cittadini, diritto alla libertà individuale, abolizione della feudalità.
L'istituto del matrimonio venne riformato con un contratto privato che prevedeva la possibilità di
divorzio; revoca dei privilegi ai figli primogeniti (ciò favoriva la libera circolazione dei beni);
conteggio della popolazione tramite uffici di stato civile; corporazioni sostituite da imprese e
lavoro; tolleranza religiosa, abolizione della servitù. Tale codice civile influenza sia lo sviluppo
sociale della Francia e di altri paesi del mondo.

3. 2 l'impero.
Napoleone sembrava aver assicurato un futuro di tranquillità stabile. Era invece un breve armistizio.
Con l'annessione del Piemonte, Parma, isola d'Elba, i rapporti franco-britannici peggiorarono.
Inoltre il Napoleone pacificatore viene sostituito da un Napoleone conquistatore (conferma di
questa nuova immagine di Napoleone sia nel 1804 quando, consacrato imperatore a Parigi da papa
pio settimo, si mise da solo la corona in testa.) Napoleone aveva in mente di invadere la Gran
Bretagna con la costituzione di una armata a Boulogne nel 1803, l'alleanza con la Spagna diede

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massimo impulso al progetto, ma la debolezza della marina francese mandò a monte il progetto di
tale base a Boluogne che nel 1805 venne smantellata. La disastrosa sconfitta della marina militare
francese nella battaglia di Trafalgar contro Nelson (che vinse a costo della vita) mostravano stra
dominio della Gran Bretagna sui mari di tutto il mondo. Napoleone cambiò strategia, indirizzandola
verso l'Austria (contando anche sull'appoggio dei regni di
Baviera,Wurttenberg,Baden,Assia,Nassau, in dissidio con l'imperatore asburgico). La corona di re
d'Italia di Napoleone preoccupò molto gli austriaci. Nel 1805 la Gran Bretagna aveva alleanze
militari con Russia, Austria e Svezia. La Francia sapendo di non poter vincere sulla forza, si basa
sul fattore tempo: 200.000 soldati francesi varcarono il Reno, accerchiando le forze austriache che
si arresero (ad Ulm), arrivando poi ad occupare Vienna. Lo zar Alessandro I corse in aiuto degli
austriaci, venne attaccato dai francesi ad Austerliz (Moravia) con la battaglia dei tre imperatori e
sconfisse l'esercito russo-austriaco. Francesco II (sovrano d'Austria) firma la pace di pressi di
Pressburg (1805) con la quale l'Austria riconosce il regno d'Italia e gli conferisce il Veneto (alcuni
territori andarono educati di Baviera,Wurttenberg e Baden). Le armate di Napoleone erano ben
organizzate ed abile nello sfruttare le risorse dei paesi conquistati (senza legarsi a questi), d'altra
parte ottennero molte simpatie e grazie alle parole rivoluzionarie di libertà ed indipendenza (sempre
funzionali agli interessi nazionali francesi) Napoleone adottò una politica nepotistica che nel 1806
portò parte della sua famiglia al trono: il fratello Giuseppe ottener trono di Napoli, il fratello Luigi
l'Olanda. Un'altra conseguenza della vittoria sulla Austria e la pace di Pressburg fu nel 1806 la
confederazione del Reno (una istituzione creata in Germania indipendente dal sacro Romano
impero), dove principi tedeschi avevano la protezione della Francia. (I sovrani che vi aderivano
avevano anche compensi come ad esempio annessioni di piccoli principati). L'imperatore Francesco
II dichiarò dissolto l'impero e diviene Francesco I imperatore d'Austria. La nascita della
confederazione era andata a discapito delle aspirazioni egemoniche prussiane (in contrasto con la
Francia). Nel 10/1806 Guglielmo III di Prussia mandò un ultimatum a Napoleone di ritirare le sue
truppe dal Reno, Napoleone fu in grado di trovare il suo punto debole (l'arretratezza e la debolezza
di una eterogeneità pluri-nazionale) ed ottiene due vittorie a Jena e Averstad (ottobre 1806)
aprendosi la strada per Berlino. Nel novembre dello stesso anno egli decretò il blocco continentale
dei traffici con la Gran Bretagna e arruolò 3000 polacchi promettendogli l'indipendenza. Poi penso
alla Russia e vinse la battaglia di Eylau (febbraio 1807) e di Friedland (giugno 1807). Lo zar
richiese un armistizio, sancito in luglio con il trattato di Tilsit. I due imperatori riconobbero le loro
aree di influenza al di là della linea del corso del fiume NiemenBug. (In questo modo i russi
potevano appoggiare la Francia contro l'impero Ottomano a spese della Prussia e della Gran
Bretagna). Il terzo fratello di Napoleone Gerolamo ottenne il regno di Vestfalia. La Prussia perse
anche la Polonia che diviene gran Ducato di Varsavia. La Gran Bretagna fu estromesso dal
continente europeo sotto il profilo diplomatico e commerciale.

3. 3 l'Europa napoleonica.
L'impero di Napoleone era estesissimo (a nord sino ad Amburgo a sud fino a Roma) ma sapeva di
non poterlo conservare solo con la mobilitazione alla guerra: ogni dipartimento andava a ministrato
coinvolgendone le èlite dirigenti, riformando gli assetti istituzionali più arretrati. L'ascesa di
Napoleone fu quella del blocco continentale (dopo la pace di Tilsit aderirono anche Austria e
Russia). Si trattava di compensare la debolezza navale francese con dominio terrestre e guerra
commerciale, in funzione anti-inglese. Gli effetti del blocco si rivelarono disastrose per l'economia
dell'isola che tentò di forzare il blocco sia con le armi (settembre 1807 bombardano Copenhagen e
catturano la flotta danese) sia attraverso manovre di aggiramento come concessioni di licenze di
vendita a navi neutrali che avevano traffici normali con il continente. In realtà il blocco non piegò
la Gran Bretagna perché buona parte delle importazioni di grano provenivano dalla Francia e dai
suoi paesi alleati. Vi furono proteste contro la restrizione commerciale e Napoleone rispose con la
concessione di licenze per il commercio col nemico (ristretto solo ai mercanti francesi). Vi fu una
protesta della periferia contro il centro dell'impero accusato di politica egoistica (uguale a quella dei

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dominatori dell'ancient regime) i sentimenti nazionali sfruttati da Napoleone non ebbero mai
riscontro con i suoi nepotistici piani (ricorda il regno d'Italia che diede alla figliastro genio di
Beuharnais e il ducato di Lucca alla sorella Elisa). Ovunque gli esponenti giacobini rivoluzionari
furono messi da parte a vantaggio dei nuovi notabili (arricchiti con l'esercizio delle manifatture)
corteggiati dai funzionari imperiali per ricoprire importanti cariche pubbliche. I diritti politici
furono riscritti da severe norme censitarie. Il regime napoleonico significò per ogni popolazione
nuove costruzioni militari, nuove tasse, nuove barriere doganali. Negli Stati che ne erano più ricchi
(esempio Italia) furono trafugate opere d'arte portate nei musei parigini. Negazione del suffragio
universale e del diritto di autodeterminazione erano il classico esempio di una centralizzazione
burocratica. In molti paesi entrò in vigore il codice napoleonico che unificò e cancellò secoli di
particolarismo giurisdizionale e consuetudini locali. Nel regno di Napoli Giuseppe Bonaparte attuò
riforme importanti ma non risolutive: leggi di eversione della feudalità rafforzando la proprietà
nobiliare. Ogni paese sotto il controllo francese era stato condotto sulla via delle riforme. La ventata
modernizzante di Napoleone non avviene solo tramite centralizzazione e assimilazione
amministrativa: anche i disastri militari spinsero paesi come Russia, Austria a varare una serie di
riforme statali che risvegliavano la loro coscienza, segnando poco a poco il destino dell'impero
napoleonico. Il Portogallo, fedele alla Gran Bretagna e contro la Spagna ad unirsi con la Francia,
non volle attuare il blocco continentale in funzione anti-inglese. Nel 1807, Napoleone manda un
corpo di spedizione per conquistare il Portogallo, ma il transitare dell'esercito francese in Spagna
solleva una rivolta di eredità e trono tra Ferdinando (il figlio di re Carlo IV) e il ministro Godoy
favorito dalla regina Maria Luisa di Parma. Col trattato di Fointaine bleau (ottobre 1807) si
promette a Godoy metà del Portogallo. La politica del filo-francese Godoy sollevò malumori
nell'esercito spagnolo che si ribella nel 1808. Allora Napoleone impone i propri voleri e assegno al
fratello Giuseppe il trono di Spagna, mentre il trono di Napoli passa a Murat. Ci furono opposizioni:
dal 1808 esercito e bande di contadini attaccarono le guarnigioni francesi per porre fine al regime
straniero di occupazione. Viene creata una giunta centrale con sede a Cadice che chiede aiuto alla
Gran Bretagna. Napoleone si trovò di fronte ad una esistenza nuova ed inaspettata. L'inglese sir
Wellesly (futuro duca di Wellington) ordina lo sbarco in Portogallo di un ridotto ma addestrato
corpo di spedizione britannico, ottenendo vittorie sul campo. Napoleone si incontrò con lo zar ad
Erfurt (per consolidare il loro patto di alleanza) e si recò direttamente in Spagna con 150.000
uomini, gli inglesi furono sconfitti alla Coruña ma Wellesly riuscì a difendere Lisbona. Per la prima
volta Napoleone si trovò ad affrontare una guerra prolungata e logorante.

3. 4 la caduta.
Il mito di imbattibilità di Napoleone cominciò decrescere dando speranza tutti quei paesi vogliosi di
una rivincita. Le preoccupazione anche interna (il popolo era preoccupato per la indifferenza di
Napoleone degli equilibri diplomatici del continente e per i troppi nemici che si era fatto). Nel 1809
l'arciduca Carlo d'Austria invase la baviera ma Napoleone sconfisse l'arciduca in una serie di
battaglie, conquistando anche Vienna nel giugno del 1809. Non riuscì però ad abbattere subito e il
resto dell'esercito austriaco al di là del Danubio. Aspettai rinforzi dall'Italia e li sconfisse nella
battaglia di Wagram del luglio 1809. In ottobre ci fu la pace di Schonbrunn in cui l'Austria cedeva
l'istria alla Francia, Salisburgo alla Baviera, Galizia occidentale al gran Ducato di Varsavia e parte
di quello orientale alla Russia e adesione al blocco continentale contro la Gran Bretagna. Napoleone
ripudiò Giuseppina Beauharnais (per non avergli dato figli) e sposò Maria Luisa figlia
dell'imperatore d'Austria Francesco I. L'accordo di Schonbrunn era destinato rovinare i rapporti con
lo zar russo, danneggiato dall'adesione al blocco continentale nei suoi traffici di legname con la
Gran Bretagna. Napoleone non voleva soddisfare le mie espansionistiche dello zar, anzi accrebbe il
suo potere nel Baltico: il re di Svezia divenne Bernadotte chiamato Carlo XIV, Napoleone oltre ad
Olanda, Vestfalia prese il gran Ducato di Oldenburg , governato dal cognato dello zar (fatto per
contrastare il contrabbando si trovava porte aperte nel blocco commerciale han ti Gran Bretagna).
Alessandro approfittò di tali debolezze per la sua controffensiva. Nel dicembre 1810 i porti russi si

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aprirono alle navi neutrali (che nascondevano commercio con la Gran Bretagna). L'impero russo
ritorno a gravitare attorno alla Gran Bretagna e la Francia si preparò la guerra. Con un esercito di
600.000 uomini, Napoleone voleva tenere la sua battaglia finale contro la Russia (contando su una
battaglia breve), la strategia del comandante russo Kutusov fu quella di ritrarsi lasciando al nemico
terrà bruciata. Utilizzando tale strategia per diversi mesi (da settembre a dicembre 1812) i russi non
mostravano l'intenzione di cambiare strategie, incendiando la loro città e respingendo le offerte di
negoziato proposto da Napoleone. Alle porte dell'inverno Napoleone fu costretto alla ritirata
(perdendo un numero ragguardevole di uomini, un po' per il freddo, per le epidemie ecc...).La sua
disfatta poteva dare forza agli altri nemici (anche in Spagna nel 1812 vi erano state tante sconfitte)
Napoleone sapeva di dover continuare con la sua aggressiva linea politica (non potendo ottenere
nulla con la pace negoziata). Con un esercito di 150.000 uomini voleva combattere in territorio
tedesco (1813). La Prussia si era alleata con la Russia mandando l'invito ad Austria e Gran
Bretagna. L'Austria di Metternich esitava (nel frattempo Napoleone ottiene alcune vittorie a Lutren
e Bautren). Poi cambiò idea alleandosi con Prussia, Russia e Svezia. Napoleone si trovava di fronte
ad una coalizione di forze che con l'accordo di Teplitz (settembre 1813) volevano restaurare lo
status quo antecedente le conquiste napoleoniche. Alle porte di Lipsia (ottobre 1813) l'imperatore
francese delle sconfitte si ritirò. La vittoria delle forze di coalizione rimisero sul trono i vecchi
sovrani di molti Stati tedeschi e spostò la guerra verso occidente. La Francia era minacciata da est
fino a sud. L'imperatore respinge l'offerta (novembre) di pace che attribuiva alla Francia i confini
naturali del Reno e dei Pirenei. Un esercito alleato di 200.000 uomini varcò il Reno ma Napoleone
con 60.000 uomini li sconfisse. Intervenne di persona il ministro degli esteri britannico Castlereagh
che risanò i contrasti interni della coalizione, aiutandoli finanziariamente al raggiungimento
dell'accordo all'unisono di rovesciare Napoleone. Napoleone tentò la carta dell'appello alla nazione
che era in pericolo. Ma la sua popolarità era in declino. Bordeaux si arrese a Wellington mentre gli
eserciti alleati batterono Napoleone a più riprese; nel marzo 1814 gli alleati entrarono a Parigi, il
Senato per ordine diTolleyrand dichiarava deposto l'imperatore. Napoleone abdico senza condizioni
e gli alleati gli assegnarono il principato dell'isola d'Elba e alla moglie Maria Luisa i ducati di
Parma, Piacenza, Guastalla. Il vivace sancito a maggio vedeva il ritorno del re Luigi XVIII (fratello
di Luigi 16) che crea una nuova costituzione ispirata al modello inglese: camera alta di nomina
regia e una bassa eletta a suffragio limitato. Grazie a Tolleyrand la Francia perse Italia, Germania e
Paesi Bassi ma non fu disarmata, non pago indennità di riparazione e riprese il posto di grande
potenza nel concerto diplomatico delle grandi potenze europee che nel settembre del 1814 si
riunirono in congresso a Vienna. Il popolo francese e l'esercito provavano ancora risentimento per i
nuovi governanti. Sospettati di voler ripristinare privilegi aristocratici, queste furono le ragioni che
spinsero Napoleone alla ribalta nella sua avventura chiamata dei 100 giorni: nel marzo 1815 fugge
dall'isola d'Elba, sbarco a Cannes con 1500 seguaci, entrò a Parigi costringendo Luigi XVIII La
fuga, stavolta però seguì una tattica politica di mediazione (ripristino del suffragio universale
maschile). La reazione degli alleati fu immediata: Russia, Russia, Gran Bretagna, Austria mistero da
parte le loro divergenze per un accordo militare contro Napoleone e metterlo al bando dall'Europa
costretto alla guerra con 120.000 uomini Napoleone era diretto alla frontiera belga. Si scontrò a
Waterloo con Wellington che riuscì a resistere sino all'arrivo dei rinforzi prussiani che posero fine
alla guerra: Napoleone costretto di nuovo ad abdicare. Nel novembre 1815 un nuovo trattato di pace
in pose condizioni più severa la Francia che perse la Saar (annessa alla Prussia), Savoia (al
Piemonte), subì un'occupazione militare e pagò un'indennità di 700 milioni di franchi. Napoleone fu
esiliato all'isola di Sant'Elena dove morì il 5 maggio 1821.
IL CONGRESSO DI VIENNA
Il nuovo assetto dell’Europa venne deciso col congresso di Vienna nel 1815, che rispecchiò gli
interessi delle 2+ grandi potenze: GB e Russia. Oltre allo Zar e a Castelreaght, svolse un ruolo
importante il cancelliere austriaco Metternich, di minor peso fu La Prussia e la francia di Talleyrand
che cmq ebbero un loro ruolo. Il principio di legittimità di quest’ultimo( restaurare i sovrani per
diritto divino travolti dalla rivoluzione e da Napoleone) fu sostituita con il principio dell’ equilibrio

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(ricostruire un sistema internazionale bilanciato che evitasse il predominio continentale di una


singola potenza). La Russia si espanse in occidente (Finlandia, Bessarabia e parte della Polonia) il
resto della Polonia andò ad Austria ( che in più ottenne la Dalmazia e il Veneto) e la Prussia (che
ottenne la Renania), l’unione di Belgio e Olanda nei paesi bassi e la GB le colonie conquistate nelle
guerre francesi e presidi strategici sul mare (Malta e isole Ionie). A tutela di ciò Austria,Russia, e
Prussia , su iniziativa dello zar, crearono la santa alleanza (ispirata a precetti religiosi delle 3
religioni diverse dei 3 imperatori: ortodossa,cattolica e protestante), che però si mostrò essere solo
uno strumento di repressione di movimenti nazionali e democratici. Più incisiva fu la quadruplice
alleanza (in più la gb oltre a quelle di prima) (11/1815) che impegnava per 20 anni i firmatari a
risolvere con la diplomazia ogni alterazione degli equilibri e convocare con frequenza conferenze e
congressi internazionali per discutere i problemi di interesse comune (tale politica continuerà a
regolare i rapporti internazionali, nonostante l’unificazione di Ita e Germania e le turbolenze nella
regione balcanica). Meno duraturo fu l’ordine politico e sociale sancito dal congresso di Vienna
(scosso dalle riv del 1830-31 e che non sopravvivrà alla riv del 1848-49).
La restaurazione non fu un tentativo di ripristinare integralmente l’antico regime assolutista. Se
Russia,Austria e Prussia ribadirono il proprio assolutismo. In altri paesi (Svezia,Paesi Bassi, Polonia
russa e alcuni stati tedeschi) fu concessa una costituzione.

L’EUROPA RESTAURATA
In Francia la dinastia dei Borboni fu restaurata nel 1814 (ritorno di Luigi 18) che adottò all’inizio
una politica moderata con la creazione di una new costituzione che garantiva uguaglianza dei
cittadini di fronte alla legge. La situazione cambia quando il Duca di Berry viene assassinato da un
repubblicano. La svolta autoritaria prevale con i nuovi realisti e con l’ascesa al trono (dopo la morte
di Lugi 18 ) di Carlo 10 , padre del duca di Berry. Le misure reazionarie si scontrano con
opposizioni liberali. In spagna, col ritorno del re Ferdinando 7, ci fu l’abrogazione della
costituzione immessa nel 1812 ( che prevedeva una costituzione sul modello di quella francese del
1791 fondata sul suffragio universale sovranità popolare). Svezia, Polonia Russa, Paesi bassi e
alcuni stati tedeschi ottennero un regime costituzionale. Ridotto dal congresso di Vienna da 360 a
39 e riuniti in una confederazione germanica sotto il controllo del re d’Austria, gli stati tedeschi
videro crescere al proprio interno il peso della Prussia che accompagnò una forte espansione verso
occidente con: ammodernamento dell’agricoltura, coniugazione di un regime monarchico con un
codice generale economicamente liberale e strumento di unificazione giuridica e di pianificazione
statale, che si riflesse nell’efficienza della burocrazia pubblica e del sistema scolastico.
L’assolutismo politico prussiano si acuì nel 1820 aumentando la censura e la repressione della
polizia. L’impero austriaco (che spostò il suo baricentro verso sud, in Italia e Balcani) fu dominato
da un regime poliziesco e un rigido centralismo burocratico. Questi furono i mezzi con i quali
Metternich cercò di porre rimedio alla debolezza del re Francesco 1 (causa arretratezza economica e
sociale di molti suoi territori per via delle numerose etnie che le popolavano). A causa di ciò
l’impero asburgico manteneva lo status quo in Europa, facendo dell’Austria il perno dell’alleanze
della Restaurazione e del longevo Metternich, il gendarme(tutelatore dell’ordine pubblico) degli
equilibri europei. Accentuata fu l’egemonia dell’ Austria in Italia dove il regno Lombardo -Veneto
le apparteneva e il ducato di Toscana, Parma e Modena appartenevano a rami degli Asburgo. Nel
lombardo -veneto gli austriaci conservarono parte della legislazione napoleonica (es. abolizione
giuridica delle feudalità) e diedero impulso all’efficienza dell’amministrazione statale e
dell’istruzione pubblica. In Toscana Ferdinando 3 di Lorena , ripristinò la legislazione del padre
Leopoldo. Lo stato pontificio e il regno di Ferdinando 1 di borbone chiamato regno delle 2 sicilie, si
legò alla politica imperiale. A Roma Leon12 instaurò un regime repressivo. A Napoli De Medici, si
cimentò in un apolitica di rinnovamento amministrativo, ma con scarso successo. Nel regno di
Sardegna Vittorio Emanuele 1 adotto una linea restauratrice ma la sua ambizione espansionistica lo
indussero a diventare autonomo dall’ Austria. Nella penisola Balcanica vi era instabilità che porterà
a conseguenze ( la questione d’oriente) Il declino turco venne messo in luce dalle rivolte che tra il

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1804 e il 1817 , obbligarono l’impero a riconoscere un principato autonomo in Serbia. Tale


precarietà aumentò le mire espansionistiche russe e austriache in questo territorio, che preoccupava
la gb per un possibile ingresso delle navi russe in quest’area attraverso gli stretti dei Dardanelli. La
rivalità anglo- russa poteva portare instabilità nell’equilibrio internazionale. Inoltre cresceva
l’influenza della Francia in Egitto , con il pascià Mehmet Ali che lanciava campagne
espansionistiche in Sudan e Medio Oriente.

IDEOLOGIA E CULTURE POLITICHE


La restaurazione portò con se un insieme di tendenze ideologiche diverse e contrapposte. L
rivoluzione del 1789 e l’illuminismo furono i bersagli dei conservatori e reazionari fedeli all’antico
regime. Burke era contro la riv. Fra. Per preservare l’ordine costituzionale inglese. X De Maistrele
istituzioni non si fondavano su un contratto liberamente stretto tra uomini, ma in base a un ordine
naturale fissato da Dio, de Maistre giudicava la rivoluzione una manifestazione del male. La
corrente di pensiero più rappresentativa delle esigenze dei nuovi ceti borghesi era il liberalismo di
stampo nazionalista che affermava la libertà del singolo individuo e il suo diritto alla felicità. Un
punto di riferimento di tale liberalismo, lo si trova in Locke , difensore della libertà di coscienza in
campo religioso contro il principio della chiesa di stato,garante dei diritti naturali di libertà e
proprietà attraverso il principio della divisione dei poteri. Le trasformazioni della sfera produttiva
dettero impulso ad una nuova disciplina, l’economia politica. Per Adam Smith, la società moderna
funzionava attraverso la divisione del lavoro, che a sua volta creava interesse individuale e
concorrenza ( le molle fondamentali della crescita economica) Su queste basi la ricerca della felicità
fu equiparata a quella del benessere e si tese ad identificare il progresso con lo sviluppo del
capitalismo. Poiché la proprietà e l’iniziativa privata dovevano potersi dispiegare senza vincoli, il
liberismo economico rappresentò il corrispettivo del liberalismo politico. Sul piano politico la
rivoluzione antifeudale aveva affermato un primato dell’individuo rispetto agli ordini dell’antico
regime. Le ideologie liberali non avevano però sciolto il dilemma tra limitazione del diritto di voto
alle elite dei proprietari e suffragio universale. Il timore che la maggioranza del popolo potesse
attentare agli interessi dei borghesi fece prevalere la prima ipotesi (la limitazione del diritto di voto
alle elite). In Francia ciò venne formulato da Benjamin Constant che distinse la liberta della polis
greca ( fondato sull’esercizio collettivo e assembleare dei diritti politici) dalla libertà moderna,
fondata sulla indipendenza personale e sull’esercizio dei diritti civili di proprietà. De Tocqueville
condannò la tirannia della maggioranza , tipica della democrazia, individuando nella mobilità
sociale e nelle differenze l’essenza della società liberale. Uno dei protagonisti del primo 800 fu il
nazionalismo. La nazione (sostenuta da liberali e democratici e combattuta dai conservatori)
divenne il principio dei ceti borghesi e intellettuali che aspiravano a costruire stati indipendenti. Il
nazionalismo era un movimento di elite che fondavano la propria identità nazionale non
sull’esistenza di uno stato territoriale, ma su elementi linguistici, etnici e religiosi. Al liberalismo e
al nazionalismo è stato associato il romanticismo ma tale accostamento non è automatico. La
repulsione per la mediocrità della società Borghese del dopo duplice rivoluzione e la nostalgia per
una perduta armonia tra uomo e natura, furono temi tipici degli artisti romantici (che si fondavano
su miti del passato come il medio evo) Altri artisti romantici assunsero significati opposti,
guardando con favore agli eventi del 1789. In questo stesso periodo fecero la loro comparsa nuove
idee (pur derivando dal pensiero settecentesco e che scaturivano dall’egualitarismo di Rousseau,
fondandosi sulla critica della società borghese e del sistema di produzione capitalistico. Idee di
uguaglianza e giustizia sociale presero il nome di socialismo e comunismo (in opposizione
all’individualismo liberale), diffondendosi in FRA e GB. Tali teorici accettavano
l’industrializzazione e nutrivano fiducia nel progresso, ma vedevano nella proprietà privata e nella
concorrenza le cause della disuguaglianza, denunciavano lo sfruttamento dei lavoratori favorendo
principi di solidarietà. I Socialisti ( anche se il filone seguito insieme ai comunisti era unitario )
erano coloro che volevano limitare la proprietà ma non abolirla attuando trasformazioni pacifiche.
(es. Saint Simon che auspicava una società basata su associazionismo e cooperazione).

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Gli utopici erano invece coloro che volevano: rotazione delle mansioni lavorative, ripartizione
egualitaria dei redditi e parità di condizioni uomo- donna. I comunisti erano i più radicali nella
critica della proprietà e un più attivo impegno nell’organizzazione operaia e nella lotta di classe. Per
loro l’avvento di una società fondata sulla comunione e gestione collettiva dei beni e mezzi di
produzione , si poteva ottenere solo con la rivoluzione violenta ( es. fu Buonarroti compagno di
Babeuf nella congiura degli uguali).
Socialismo e comunismo erano alimentati dalle disuguaglianze economiche e dalle ingiustizie
sociali generate dalla società borghese capitalistica. Fu l’economista Ricardo a dimostrare che, il
valore di una merce, derivava dalla quantità di lavoro umano e che i profitti degli imprenditori non
erano che la parte di valore del lavoro operaio eccedente i salari. Le sue conclusioni ( su cui si basa
Marx) erano pessimistiche: diveniva logico che la concorrenza tra imprenditori spingesse verso una
crescente riduzione di salari e profitti, con effetti depressivi su tutta l’economia.

SVILUPPO ECONOMICO E RAPPORTI SOCIALI


L’abolizione del feudalesimo proseguì in modo molto lento. Tale rivoluzione giuridica non fu
giovamento per molte popolazioni rurali che anzi videro peggiorare le loro condizioni di vita. I
contadini soffrivano del venir meno delle sicurezze del vecchio regime.
L’appropriazione della terra da parte degli imprenditori capitalisti venne ostacolata dalla resistenza
dei contadini( solo in Svezia e Danimarca, lo sviluppo agricolo si basava sui piccoli-medi
coltivatori- commercianti). Nei primi decenni lo sviluppo della superficie coltivabile aumentò
,sempre a rilento ;lo sviluppo dei trasporti pose rimedio alle carestie localizzate ma i cattivi raccolti
continuarono a creare gravi catastrofi. La coltivazione di nuovi prodotti resistenti alle avversità
(mais ,patata) avevano garantito un’alimentazione più regolare, ma il solo nutrirsi di masi portava
alla avitaminosi e la troppa coltura di patata ad un eccessivo aumento della popolazione , senza
sviluppo economico, costretta a emigrare. Lo sviluppo economico accellerò attorno al 1830,
prendendo altri paesi come il Belgio alcune isole. A metà dell’ ottocento la geografia
dell’industrializzazione europea era già definita. In sviluppo era l’Europa nord-occidentale che
andava dalla Scandinavia alla Boemia, arrivava all’altezza del Po e correva lungo i Pirenei fino all’
Atlantico. Si diffondeva nelle società europee valori e modelli di comportamento borghesi che
diedero vita a gruppi di imprenditori, commercianti, uomini d’affari( specie in FRA e Belgio). In
questa fase di transizione furono le condizioni materiali di vita dei ceti popolari (in continuo
peggioramento) a segnalare la presenza di assetti economici e sociali molto diversi. Gli ex servi
della gleba , divenuti braccianti agricoli e operai furono loro a subire il doppio della crisi del
vecchio e nuovo mondo. Emblema di tale situazione fu il colera che si definisce antico , come gli
acquedotti in pessime condizioni che ne facilitavano il contagio e Moderno perché la sua diffusione
fu favorita dalla crescente mobilità di uomini e merci prodotte dallo sviluppo economico.

LA PACE DEI 100 ANNI (PRESO DALLA GRANDE TRASFORMAZIONE DI POLANYI)


Nel 1944 lo storico, economista ungherese Karl Polanyi tratteggiava un profilo del periodo
1815.1914. Il 19esimo secolo aveva prodotto un fenomeno inedito nella storia della civiltà
occidentale: un periodo di pace di un secolo (appunto 1815-1914), durante il quale le potenze
principali (GB- RUSSIA. FRANCIA-PRUSSIA-ITALIA-AUSTRIA) furono impegnate a farsi la
guerra solo per 18 mesi (tranne per la guerra di Crimea). Benché tra le potenze non mancassero
motivi di conflitto, il meccanismo dell’equilibrio del potere che si era instaurato, produsse il
risultato quasi miracoloso della conservazione della pace. Questo risultato venne assicurato prima
dalle dinastie, dalla chiesa e dalla Santa Alleanza, dal 1871 in poi dal concerto europeo e dal nuovo
strumento socio-economico: l’alta finanza , che esercitò sulle potenze una influenza favorevole a
una pace europea per difendere i propri interessi economici. Polanyi come quelli dopo di lui
(Kissinger) hanno forse esagerato, perché la stabilità degli assetti europei fu scossa da gravi tensioni
e guerre ricorrenti: guerre di indipendenza, rivoluzioni, guerre civili e spedizioni coloniali, in
misura maggiore di quella considerata. Per un secolo, tuttavia, quel meccanismo contribuì ad

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