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I caratteri della Rivoluzione Industriale
• I Fattori della Transformazione
• Ancora nei primi decenni dell’800, a fornire l’energia per muovere le nuove
macchine erano le ruote idrauliche installate lungo i corsi d’acqua E le fabbriche si
chiamavano mulini. Una svolta decisiva fu il passaggio allo sfruttamento
dell’energia termica con la costruzione delle prime macchine a vapore, a
cominciare da quella inventata da James Watt negli anni 60 del ‘700 e brevettata
nel 1769
• La macchina di watt funzionava bruciando carbone per riscaldare
l’acqua e produrre vapore. Generava così energia artificialmente in
base alle esigenze di produzione. Divenne allora sempre più
conveniente utilizzare una forza motrice costante alimentata da un
combustibile: il carbone. Inizialmente erano impiegate per aspirare
acqua nelle miniere, le macchine a vapore sostituirono
progressivamente le ruote idrauliche anche in altre settori e in
particolare, in quello tessile e siderurgico. A questo punto, vapore e
carbone divennero gli strumenti del progresso, e nel 1800 era già in
funzione poco più di 1000 macchine a vapore.
Cotone e ferro
L’industria cotoniera
• È il settore dell’industria cotoniera che determina il decollo
dell’industrializzazione, avvalendosi per primo delle nuove tecnologie produttive:
il cotone infatti fu infatti il battistrada del nuovo modo di produzione basato sulla
fabbrica. Intorno al 1760, la Gran Bretagna importava 2,5 milioni di libbre di
cotone grezzo, nel 1787 l’importazione era salita a 22 milioni, per giungere
cinquant’anni dopo a 366 milioni. Tradizionalmente grande produttrice ed
esportatrice di tessuti di lana, la Gran Bretagna cominciò a primeggiare anche nel
settore cotoniero. I tessuti di cotone avevano un mercato molto più ampio di
quello della lana, erano adatti a tutti i climi e in grado di sostituire la canapa e il
lino.
L’industria siderurgica
• Industria del ferro, detta anche siderurgica, attraverso un processo di rapida
espansione e le macchine costruite prevalentemente in ferro. Ma anche qui era
necessario introdurre innovazioni che eliminassero riducessero le strozzature di
una produzione legata al tradizionale impiego del carbone e di legna per
alimentare gli altiforni che producevano ghisa. Il risultato infatti era una ghisa di
scarsa qualità dovuta all’impurità del minerale ferroso locale: solo la dispendiosa
importazione del ferro svedese, che era più puro consentiva di ottenere un
prodotto di qualità accettabile. Neppure l’impiego del coke, risultato la
distillazione del carbone fossile, era riuscita a migliorare la qualità della ghisa.
Soluzione per la Ghisa
• La macchina a vapore è il sistema di Henry Cort per il puddellaggio brevettato nel
1783, mutarono totalmente questa situazione: permettendo non solo la
produzione di ghisa di miglior qualità partendo sempre dal minerale britannico,
ma soprattutto un notevole abbattimento dei costi di produzione. Infatti,
l’insufflazione di aria negli altiforni, assicurata dalle macchine a vapore,
consentiva la completa combustione del coke e il raggiungimento di temperatura
tale da rendere possibile la raffinazione del ferro.
• GRAZIE PER L’ATTENZIONE