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La Prima Rivoluzione

Industriale
I caratteri della Rivoluzione Industriale
• I Fattori della Transformazione

Il mercato delle Indie orientali e della Cina, la colonizzazione dell’America, gli


scambi con le colonie, l’aumento dei mezzi di scambio diedero al commercio e
all’industria (navale e non), uno slancio fino ad allora mai conosciuto.
L’esercizio dell’industria Feudale non bastava più al fabbisogno che aumentava con
i nuovi mercati. Così subentrò la Manifattura , ma con l’andazzo dello sviluppo
industriale, neanche quest’ultima bastava più.
Con cio, arrivarono le prime macchine a vapore che rivoluzionarono
completamente la rivoluzione industriale
• Nel brano tratto dalle pagine iniziali del Manifesto del Partito Comunista scritto
nel 1848, due profondi conoscitori filosofi politici tedeschi Karl Marx e Friedrich
Engels , individuavano i Passaggi cruciali che avevano determinato la rivoluzione
industriale e la nascita della grande industria:
• Parlano del Commercio Internazionale che sollecitava la domanda di nuovi
prodotti.
• L’introduzione nel processo di nuove Macchine che avevano dato vita alla
Fabbrica Meccanizzata
• La nascita di nuove Classi sociali come la borghesia imprenditoriale e il
Proletariato industriale
Una Rivoluzione Economica
• La rivoluzione industriale ebbe inizio in Gran Bretagna, a partire dagli anni 60 del
settecento per poi estendersi nell’ottocento ad altri paesi europei e agli Stati
Uniti.
• Il tasso di sviluppo dell’economia che si registrò in quegli anni, pari all’1,5% può
essere considerato, basso se paragonato ai ritmi di crescita del 900, ma l’aspetto
più importante è la continuità dello sviluppo.
• le rivoluzioni economiche non hanno i tempi rapidi delle rivoluzioni politiche,
misurabili in giorni e mesi, e qualche volta il numero limitato di anni, ma
producono effetti duraturi ed evidenti. Grande produttrici di ricchezza sarebbe
divenuta, la via obbligata per la conquista del benessere o almeno per l’uscita
della povertà, anche se a prezzo di un iniziale peggioramento delle condizioni di
lavoro per milioni di uomini.
Perché in Gran Bretagna?
• Per comprendere le ragioni per cui la Gran Bretagna divenne la prima nazione
industriale e dunque indispensabile individuare i prerequisiti ossia, le condizioni
preliminari e parti particolari che consentirono alla rivoluzione di prendere avvio
sul solo britannico e non altro altrove.
Commercio internazionale e materie
prime a basso costo
• Posta al centro di questi traffici internazionali, Londra sviluppò una rete sempre
più estesa di servizi di credito e assicurativi, assumendo il ruolo di capitale
finanziaria di tutta l’Europa. Il controllo del mercato internazionale, fornì un
rapido e poco costoso approvvigionamento di materie prime , come il cotone
grezzo , materia prima essenziale per la nascita della moderna industria tessile.
• Lo sviluppo commerciale favorì inoltre, la formazione di operatori economici
dotati di mentalità imprenditoriale, disponibilità al rischio e di spirito di iniziativa,
quali qualità indispensabili per avviare e sostenere una crescita economica
• Una Società Prospera e Dinamica
• La società britannica si distingueva anche per una superiore diffusione della
libertà e della tolleranza, elementi strettamente connessi al commercio. Paese già
prospero, era in grado di offrire molti sbocchi allo spirito pragmatico, la
disponibilità a rischio e al dinamismo dei suoi imprenditori.
Il ruolo della rivoluzione agricola: Disponibilità di
capitali e manodopera
• La rivoluzione agricola, con la privazione delle terre, contribuì ad avviare
sostenere il processo di industrializzazione su vari piani. Determinando in primo
luogo, un forte aumento della produzione che sopperì al fabbisogno alimentare di
una popolazione in rapida crescita. Ci fu anche, la crescita dei redditi agricoli e
legata ad essa, ci fu la formazione del mercato interno. Decisivo fu inoltre, il ruolo
della rivoluzione agricola nel determinare (con la riduzione delle opportunità per
i piccoli proprietari) quel massiccio esodo dalle campagne che consentì lo
sviluppo del proletariato industriale.
Il miglioramento delle vie di comunicazione

• Nuovi sistemi di pavimentazione resero percorribili le strade anche durante la


cattiva stagione. l’istituzione di pedaggi e l’ingresso dei privati nella gestione,
rappresentarono un incentivo alla manutenzione al miglioramento della rete
viaria. Più significativa fu l’espansione dei canali navigabili (3200 km alla fine del
settecento), poiché attraverso questi si svolgeva il traffico di materiali pesanti,
come il carbone e il ferro, la cui disponibilità risultò determinante per la
produzione industriale.
Una cultura SCIENTIFICO-PRATICA
• Un altro fattore che distingueva la società britannica era la diffusione, anche negli
strati artigianali, degli elementi della formazione di base, alla quale corrispondeva
la presenza di una cultura scientifico-pratica che sollecitava la ricerca di nuove
soluzioni tecniche per la nascente meccanizzazione.I principali inventori delle
nuove macchine per l’industria tessile non furono scienziati ma ingegnosi
praticanti

Energia a Basso costo


In Gran Bretagna, un costo del lavoro relativamente alto e una disponibilità di energia,
idrica o prodotta dal carbone, a basso prezzo, resero conveniente puntare sull’innovazione
tecnologica sulle nuove macchine per aumentare la produzione complessiva e la
produttività. Altrove, sul continente europeo, per non parlare dell’India, il basso costo del
lavoro non costituiva un incentivo alla meccanizzazione.
Dall’invenzione all’Innovazione
• Numerose furono le invenzioni che accompagnarono i primi anni dello sviluppo
industriale. In realtà, un’osservazione più attenta del rapporto temporale tra
invenzione, applicazione al processo produttivo e sviluppo della produzione
consente di comprendere come ruolo dell’invenzione risulti marginale
nell’avviare il processo di industrializzazione, mentre sono piuttosto le esigenze
poste da quest’ultima che determinò l’introduzione di nuove tecniche e quindi
che portano al concetto di innovazione. Appare quindi opportuno rifarsi alla
classica distinzione dell’economista austriaco Joseph Schumpeter tra invenzioni e
innovazioni.
La meccanizzazione della filatura

• Nel settore dell’industria tessile, la reciprocità del rapporto tra l’invenzione e la


produzione risulta particolarmente evidente. In un breve breve giro di anni una
serie di invenzioni consentì il passaggio alla completa meccanizzazione della
filatura e alla produzione di un filato sempre più sottile resistente: venne messa a
punto la prima macchina per filare azionata a mano: la Jenny di James
Hargreaves, brevettata nel 1770; poi, nel 1769, fu inventato da Richard Arkwright
il filatoio idraulico appunto alimentato con energia di idrica; e nel 1779 il filatoio
Mule di Samuel Crompton, era un ibrido fra le due precedenti macchine. La
tessitura rimase invece prevalentemente manuale nonostante l’invenzione del
telaio meccanico di Edmond Cartwright, che tuttavia si ferma solo a partire dal
1820
La Macchina a vapore

• Ancora nei primi decenni dell’800, a fornire l’energia per muovere le nuove
macchine erano le ruote idrauliche installate lungo i corsi d’acqua E le fabbriche si
chiamavano mulini. Una svolta decisiva fu il passaggio allo sfruttamento
dell’energia termica con la costruzione delle prime macchine a vapore, a
cominciare da quella inventata da James Watt negli anni 60 del ‘700 e brevettata
nel 1769
• La macchina di watt funzionava bruciando carbone per riscaldare
l’acqua e produrre vapore. Generava così energia artificialmente in
base alle esigenze di produzione. Divenne allora sempre più
conveniente utilizzare una forza motrice costante alimentata da un
combustibile: il carbone. Inizialmente erano impiegate per aspirare
acqua nelle miniere, le macchine a vapore sostituirono
progressivamente le ruote idrauliche anche in altre settori e in
particolare, in quello tessile e siderurgico. A questo punto, vapore e
carbone divennero gli strumenti del progresso, e nel 1800 era già in
funzione poco più di 1000 macchine a vapore.
Cotone e ferro
L’industria cotoniera
• È il settore dell’industria cotoniera che determina il decollo
dell’industrializzazione, avvalendosi per primo delle nuove tecnologie produttive:
il cotone infatti fu infatti il battistrada del nuovo modo di produzione basato sulla
fabbrica. Intorno al 1760, la Gran Bretagna importava 2,5 milioni di libbre di
cotone grezzo, nel 1787 l’importazione era salita a 22 milioni, per giungere
cinquant’anni dopo a 366 milioni. Tradizionalmente grande produttrice ed
esportatrice di tessuti di lana, la Gran Bretagna cominciò a primeggiare anche nel
settore cotoniero. I tessuti di cotone avevano un mercato molto più ampio di
quello della lana, erano adatti a tutti i climi e in grado di sostituire la canapa e il
lino.
L’industria siderurgica
• Industria del ferro, detta anche siderurgica, attraverso un processo di rapida
espansione e le macchine costruite prevalentemente in ferro. Ma anche qui era
necessario introdurre innovazioni che eliminassero riducessero le strozzature di
una produzione legata al tradizionale impiego del carbone e di legna per
alimentare gli altiforni che producevano ghisa. Il risultato infatti era una ghisa di
scarsa qualità dovuta all’impurità del minerale ferroso locale: solo la dispendiosa
importazione del ferro svedese, che era più puro consentiva di ottenere un
prodotto di qualità accettabile. Neppure l’impiego del coke, risultato la
distillazione del carbone fossile, era riuscita a migliorare la qualità della ghisa.
Soluzione per la Ghisa
• La macchina a vapore è il sistema di Henry Cort per il puddellaggio brevettato nel
1783, mutarono totalmente questa situazione: permettendo non solo la
produzione di ghisa di miglior qualità partendo sempre dal minerale britannico,
ma soprattutto un notevole abbattimento dei costi di produzione. Infatti,
l’insufflazione di aria negli altiforni, assicurata dalle macchine a vapore,
consentiva la completa combustione del coke e il raggiungimento di temperatura
tale da rendere possibile la raffinazione del ferro.
• GRAZIE PER L’ATTENZIONE

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