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Capitolo 3

La rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale si verificò approssimativamente tra il 1760 e il 1850. Il
cambiamento tecnologico fu il motore della rivoluzione industriale. Durante questo
periodo apparvero molteplici invenzioni: la macchina a vapore, le macchine per
filare e tessere il cotone, nuovi processi per fondere e raffinare il ferro e molto altro.
La macchina a vapore venne applicata al trasporto sia di terra che di mare.

Contesto culturale e politico


La rivoluzione industriale ebbe un ruolo molto importante nella politica e nella
cultura. La costituzione inglese era tutt’altro che democratica: infatti solo il 3-5%
degli inglese poteva votare. La corona deteneva molto potere (in particolare quello
di decidere se dichiarare una guerra o concludere la pace. Sebbene il parlamento
avesse il diritto costituzionale di rifiutare i fondi per finanziare le guerre, non lo fece
mai. La costituzione inglese promosse la crescita economica: i francesi erano esenti
dalle tasse ma il parlamento inglese introdusse delle imposte ai membri della
camera dei lord e dei comuni. Tali imposte colpivano alcuni beni di consumo, quali la
birra, zucchero e tabacco importati. Il peso di queste imposte gravava sugli operai in
quanto non rappresentati in parlamento. Lo stato inglese incassava quasi il doppio
di imposte pro capite di quello francese, il denaro invece, veniva speso per
finanziare l’esercito e la marina militare. L’esercito era occasionalmente impiegato
all’estero ma sempre disponibile per mantenere il controllo all’interno del paese. La
marina era destinata ad espandere l’impero inglese e a promuovere il commercio
del paese. Anche gli operai ricavavano dei vantaggi da questa situazione, poiché
l’imperialismo stava alla base dell’economia ad alti salari. La crescita inglese fu
promossa anche dal potere del parlamento di espropriare gli individui contro la loro
volontà, il che non era possibile in Francia. Oltre che da un sistema politico
favorevole, la rivoluzione industriale fu sostenuta dalla cultura scientifica
emergente. La rivoluzione scientifica del XVII secolo portò ad alcune scoperte
relative alla realtà naturale. Il successo della filosofia naturale, inoltre, conferì
credibilità al metodo scientifico, ovvero il punto di vista che il mondo sia governato
da leggi che si possono scoprire con l’osservazione e applicare per migliorare la vita
umana. Il modello newtoniano del sistema solare fu il risultato più straordinario. I
cambiamenti più potenti furono l’urbanizzazione e la crescita del commercio, che
incoraggiarono la diffusione dell’alfabetizzazione, accrescendone il valore. Nel XVIII
secolo la maggior parte dei figli di artigiani, bottegai, agricoltori e operai (anche se in
misura minore) frequentavano la scuola primaria. La scolarizzazione interessò anche
un buon numero di ragazze.

Come spiegare la rivoluzione industriale


La conoscenza delle scoperte scientifiche non erano solo diffuse in Inghilterra ma in
tutta Europa. In Inghilterra i salari erano abbastanza alti da consentire a quasi tutta
la popolazione di consumare pane, carne e birra invece che sostenersi con l’avena.
La stessa cosa vale per l’energia. L’Inghilterra, grazie ai giacimenti carboniferi, aveva
l’energia più a buon mercato del mondo. Di conseguenza il rapporto fra il costo
dell’energia e quello del lavoro in Inghilterra era molto più basso che in qualsiasi
altro paese. A causa di queste differenze dei salari e dei prezzi, in Inghilterra le
imprese potevano permettersi di adottare tecnologie che risparmiavano lavoro,
intesificando l’impiego di due fattori: capitale e energia. Disponendo di una
maggiore quantità di entrambi i lavoratori inglesi divennero più produttivi (è questo
il segreto della crescita economica).

L’industria del cotone


Quella del cotone fu la prima industria ad essere trasformata dal sistema di
produzione di fabbrica. Lo sviluppo della produzione cotoniera portò all’esplosiva
crescita di Manchester e altre piccole città di Inghilterra e Scozia. L’espansione
inglese avvenne a spese dell’India, della Cina e del Medio Oriente (quando
iniziarono a reindustrializzarsi, il cotone fu una delle prime industrie che
avviarono). Il cotone veniva prodotto anche in piccoli centri sparsi in Asia e
Africa. Verso la fine del XVII secolo le varie compagnie delle Indie Orientali
iniziarono a spedire in Europa tele e cotone, che concorreva conto il lino e la
lana, i principali prodotti tessili europei. Il cotone ebbe così tanto successo che la
Francia ne vietò l’importazione e l’Inghilterra ne limitò il consumo interno. Un
forte sbocco per le importazioni però era costituito dall’Africa Occidentale che
barattava i tessuti di cotone con gli schiavi. La concorrenza internazionale fornì lo
stimolo che portò alla meccanizzazione della filatura del cotone. Vi furono
numerosi tentativi di meccanizzare la produzione. La spinning jenny, inventata
verso la metà degli anni 60 del Settecento (da James Hargreaves), fu la prima
filatrice meccanica ad avere successo sul piano commerciale, seguita a breve
distanza dalla waterframe (da Richard Arkwright), telaio ad acqua mosso da
energia idraulica. Il mule ( da Samuel Crompton, anni 70) accoppiò la spinning
jenny al telaio ad acqua. Queste macchine richiedevano anni di sperimentazione
per poter funzionare nel migliore dei modi. Il mule poteva poteva filare un
tessuto molto più fine rispetto a quello di qualsiasi altra macchina. La filatura
passava per tre fasi:
1. Le fibre di cotone grezzo venivano aperte per pulirle dai detriti
2. Si disponevano i fili in trecce
3. Le trecce passavano attraverso i “cardi” per essere filati e, infine,
trasformati in tessuto.

Macchina a vapore
La macchina a vapore fu una delle scoperte più importanti della rivoluzione
industriale. La forza vapore fu un prodotto della rivoluzione scientifica. Attirando
l’attenzione di molti scienziati, questi dimostrarono che una volta creato il vuoto
all’interno di un cilindro, la pressione dell’atmosfera vi avrebbe spinto un
pistone. Nel 1675 il francese Denis Papin creò un rudimentale prototipo di
macchina a vapore, elaborato poi da Newcomen. Questa funzionava producendo
vapore da acqua bollente riempendone il cilindro per poi iniettare all’interno
acqua fredda per far condensare il vapore, in modo tale che il pistone
all’interno del cilindro si abbassasse (grazie alla pressione atmosferica). La
teoria della forza vapore era nota in tutta Europa, ma le attività di sviluppo e
ricerca furono svolte in Inghilterra (poiché era lì che conveniva usare la macchina
a vapore). Lo scopo della macchina a vapore era quello di drenare le miniere,
che in Inghilterra erano di più rispetto agli altri Paesi. Al di fuori dell’Inghilterra
erano poco utilizzare. Nonostante le scoperte scientifiche, la macchina a vapore
non sarebbe stata sviluppata se non fosse esistita l’industria carbonifera inglese.

L’invenzione ininterrotta
Il maggiore risultato della rivoluzione industriale fu che si susseguirono molteplici
innovazioni. I metodi di produzione e lavorazione del cotono continuarono ad
occupare un posto di primo piano. La filatura era stata integrata in un sistema di
fabbrica, la filatura veniva ancora svolta a domicilio con telai a mano. Questa
situazione fu modificata dal reverendo Cartwright, il quale dissipò il suo
patrimonio per perfezionare un telaio meccanico. Il suo telaio però non era
sostenibile commercialmente, molti inventori lo migliorarono poco a poco. In
Inghilterra il telaio meccanico stava rimpiazzando i telai a mano, che però
continuarono ad essere utilizzati fino agli anni 50. L’industria cotoniera fu
all’avanguardia nell’applicazione della forza lavoro nelle fabbriche. Tuttavia le
fabbriche continuarono ad utilizzare l’energia idraulica fino agli anni 40 dell’800.
Fu solo allora che il consumo di carburante delle macchine a vapore era sceso
quanto bastava per farne una fonte di energia più economica. Dopodiché l’uso
del vapore come fonte energetica continuò ad espandersi costantemente.
Il vapore rivoluzionò anche il trasporto. Nelle ferrovie, le rotaie di ferro
sostituirono quelle di legno e le linee ferrate furono estese. La ferrovia lunga 26
miglia (tra Stockton e Darlington, 1825) fu progettata per il trasporto del
carbone, ma dimostrò che si poteva guadagnare denaro trasportando merci e
passeggeri. La prima ferrovia in grado di farlo fu la linea di 35 miglia fra Liverpool
e Manchester, aperta nel 1830. Fu un grande successo e innescò un’ondata di
frenetiche iniziative per la costruzione di ferrovie in Inghilterra. La macchina a
vapore fu applicata anche alla navigazione. Le navi a vapore comparvero
simultaneamente in vari luoghi (i primi battelli funzionanti furono francesi, il
Palmipede e il Pyroscaphe). Il vapore andava sostituendo la vela nel trasporto
oceanico. Il Great Western segnò un passo decisivo in quanto dimostrò che si
poteva attraversa l’Atlantico con una quantità di carbone sufficiente a bordo. Il
Great Britain fu la prima nave costruita in ferro spinta da un’elica anziché da una
ruota a pale. Ci volle però un altro secolo affinché il vapore prendesse il
sopravvento sulla vela. Quando si riuscì a ridurre il fabbisogno di carbone le navi
riuscirono a percorrere distanze più lunghe, il vapore poté sostituire la vela anche
su rotte più lunghe. La forza vapore è anche un esempio di general purpose
technology, tecnologia multi-scopo che può servire a molteplici applicazioni. Altri
esempi di GPT sono l’energia elettrica e il computer.

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