Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La Seconda Rivoluzione Industriale cominciò intorno al 1870 e proseguì fino al 1945. Ebbe una
serie di caratteristiche che la distinse nettamente dalla Prima Rivoluzione Industriale:
La Seconda Rivoluzione Industriale ebbe come perno l’elettricità. L’elettricità, scoperta alla fine
del Settecento da Alessandro Volta, poté essere applicata all’industria a partire dal 1860, l’anno in
cui Antonio Pacinotti inventò la dinamo. L’elettricità permise a breve distanza l’invenzione del
telefono – ideato nel 1871 dall’italiano Antonio Meucci , del fonografo e della lampadina –
inventati entrambi negli Stati Uniti da Thomas Alva Edison rispettivamente nel 1876 e nel 1880.
La svolta decisiva avvenne però nel 1882 quando Thomas Alva Edison costruì la prima centrale
elettrica trasformando in elettricità l’energia creata dalle cascate del Niagara.
Le centrali elettriche fornivano energia alle macchine industriali e rivoluzionarono i mezzi di
trasporto elettrificando prima le tranvie urbane, poi le linee ferroviarie.
Le comunicazioni divennero rapidissime nel 1844, grazie al telegrafo inventato da Samuel Morse.
Poi la scoperta delle onde elettromagnetiche portò Guglielmo Marconi a inventare nel 1895 il
telegrafo senza fili e successivamente la radio. Nello stesso anno Wilhelm Conrad Röntgen isolò
i raggi X con i quali poterono essere effettuate le prime radiografie.
Intorno al 1880, Stati Uniti e Russia iniziarono su larga scala l’estrazione del petrolio, destinato a
sostituire il carbone come fonte di energia. Un suo derivato, la benzina, permise lo sviluppo del
motore a scoppio.
Si poté così realizzare nel 1885 la prima automobile (aveva solo tre ruote) costruita in Germania
da Paul Friedrich Benz. Negli stessi anni, ancora in Germania, Rudolf Diesel metteva a punto il
motore a gasolio.
Grazie al motore a scoppio, negli Stati Uniti i fratelli Wright riuscirono nel 1903 a far decollare il
primo aeroplano.
Fra le industrie nate nella seconda metà dell’Ottocento vi fu anche l’industria dell’acciaio.
L’acciaio fu usato:
per le rotaie delle ferrovie perché, essendo elastico, sopportava il freddo e il caldo meglio
del ferro;
per le fiancate corazzate delle navi da guerra;
per gli utensili domestici;
per le macchine industriali, che divennero più leggere, precise e potenti;
1
per la costruzione di edifici sempre più alti: basti pensare alla Torre Eiffel eretta tra il 1887
e il 1889, o al ponte di Brooklyn di New York, completato nel 1883.
diede corso alla produzione dell’alluminio, un materiale leggerissimo che ebbe infinite
applicazioni soprattutto in campo aeronautico;
all’invenzione della dinamite da parte di Alfred Nobel;
Sempre grazie alla chimica era nata la fotografia, prima in bianco e nero, poi a colori. Dalla
fotografia si passò facilmente alla pellicola cinematografica: nel 1895, infatti, i fratelli Lumière
proiettarono il loro primo film.
Anche l’industria alimentare si avvantaggiò della chimica: Pasteur mise a punto un procedimento,
la pastorizzazione, per conservare i prodotti alimentari, mentre carni e verdure potevano essere
congelate e inscatolate.
Gli Stati Uniti divennero i maggiori esportatori di scatolame, utilizzando la carne ricavata nei
giganteschi ranches del Texas e macellata a Chicago. Il procedimento fu utilizzato anche da altri
Paesi, tra i quali l’Italia, che cominciò a esportare pesche sciroppate, pomodori, fagioli e piselli in
scatola.
Nel settore della salute, intanto, si affermarono le teorie degli igienisti che collegarono il colera e
la tubercolosi con la scarsa igiene e ottennero che si costruissero fogne e si portasse acqua
corrente nelle case più povere. Una maggiore attenzione all’igiene permise anche di sconfiggere la
febbre puerperale che causava la morte delle partorienti.