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STORIA

ECONOMICA
INDUSTRIALE
Giacomo Girolimini


1
INGHILTERRA DEI SECOLI XVI-XVIII

1) Prima metà del XVI secolo.

Con la crisi italiana e la svalutazione, la produzione italiana non riuscì più a soddisfare le richieste
dei mercanti tedeschi, i quali indirizzarono la loro domanda sui pannilana inglesi.

BOOM DELLE ESPORTAZIONI DI SHORT CLOTHS


TRA IL1500 E IL 1550 AD AVERSA

Si sviluppa l’ economia della lana nel sud est:

• Enclosures1
Circuito
• Putting out system2
commerciale
• Mercanti londinesi
Londra-Anversa

1 Con il termine enclosures ci si riferisce alla recinzione dei terreni comuni (terre demaniali) a
favore dei proprietari terrieri della borghesia mercantile avvenuta in Inghilterra tra il XVII ed il XIX
secolo.
2Gli storici usano l'espressione tedesca Putting out sy. per indicare un sistema di organizzazione
della produzione su commissione ampiamente adottato in Europa fra il XIII e il XIX secolo. Nel P.
O. S. il committente (di solito un mercante) consegnava al lavoratore la materia da lavorare e
pagava metà del salario pattuito, quando ritirava il prodotto finito (spesso dopo una settimana)
saldava il compenso.
2
2) 1560-XVII secolo.

CRISI DEI PANNILANA INGLESI


Sviluppo della Diversificazione


marineria:
produttiva:

Apertura della
•pirateria
società inglese agli
•vittoria sull’armada stranieri:
Abbiamo lo sviluppo
spagnola nel 1588 della NEW DRAPERY,
•affluenza di Valloni e un nuovo tipo di
Ugonotti
produzione laniera
opera di immigrati
• Nasce il Grand tour, valloni.
ovvero l’idea
dimandare i giovani
all’estero per
studiare e per fare il
tour del continente.

Nasce la potenza Nel 1688 abbiamo Crisi del legno del XVI
commerciale inglese:
la Gloriosa secolo e uso del
rivoluzione con la carbone.
•compagnie quale non fu una
commerciali
semplice lotta alla
•industria cantieristica
successione bensì
Impero coloniale l'inizio di una
commerciale
nuova monarchia
•Piazza commerciale di tipo
di Londra
costituzionale la
•Mercantilismo e quale, con la
protezionismo nati Dichiarazione dei
con i Navigation acts diritti (Bill of Rights
del 1651, i qusalitutte - 1689), riconobbe
le importazioni inglesi le prerogative del
dovevano essere Parlamento e i
trasportate su navi limiti posti
inglesi o del paese all'autorità regia. Al
esportatore, anche le re rimase
merci provenienti da sostanzialmente il
paesi extra europei. potere esecutivo.

3
3) Tardo XVIII secolo (Rivoluzione Industriale)

Ci fu un notevole sviluppo del commercio internazionale, il quale ha creato:

• Centri di fonti di approvvigionamento di materie prime (cotone)

• Mercati di sbocco e accumulazione di capitali

• Infrastrutture di trasporto, assicurazioni, pratiche d’affari, credito


commerciale, ecc.

Ci furono molte scoperte scientifiche:

SETTORE MINERARIO
• 1706 fusione col coke di Darby3

• 1783-1784 pudellaggio e laminazione di Cort4

SETTORE DELLA MECCANICA


• 1712 macchina di Newcomen5

• 1769 macchina di Watt e Boulton6

• 1812 locomotiva di Stevenson

• 1830 ferrovia di Manchester-Liverpool

SETTORE TESSILE COTONIERO


• 1764 spinningjenny di Hargreaves7

• 1774-1779 mule di Crompton8

• Anni 790’ filande a vapore

SETTORE LANIERO
• 1733 shuttle di Kay9

• 1769 filatoio idraulico di Arkwright

3Abraham Darby è ricordato in particolare per essere stato il primo ad ottenere la ghisa da minerali di ferro
utilizzando non più carbone di legna ma carbon fossile sia pure preventivamente trattato sotto forma di
carbon coke.

4Il puddellaggio (o pudellaggio, dall'inglese to puddle, rimestare) è il trattamento siderurgico di


ossigenazione di carbonio, manganese, silicio e fosforo (presenti nel metallo) e rimescolamento (puddling) a
cui viene sottoposta, in appositi forni, la ghisa per ottenere una maggiore duttilità e malleabilità del metallo.
5La macchina di Newcomen, sviluppata appunto da Thomas Newcomen, sostanzialmente la prima
applicazione del vapore ad un processo industriale, è una pompa a pistone azionata da un motore a vapore
a condensazione interna.
6La macchina a vapore di Watt (anche nota come macchina a vapore di Boulton e Watt) fu il primo
esempio di macchina a vapore con condensatore separato proposta al mercato mondiale.
7 La giannetta (nome derivante dall'originale inglese spinning jenny) è una macchina filatrice a lavoro
intermittente e dotata di fusi (mandrini) multipli, inventata attorno al 1765 a Stanhill in Inghilterra da James
Hargreaves.

8 La "mula" (il filatoio di Crompton, detto mule) stirava e torceva simultanemante lo stoppino e continuava a
tirare anche dopo che la torcitura si arrestava, producendo filati di titolo ben più elevato di quanto potesse
dare la ruota.
9La spoletta volante o navetta lanciata (in inglese flying shuttle) è un congegno inventato nel 1733 da
John Kay per consentire la tessitura automatica.

Consiste in una navetta (piccolo manufatto in legno di forma affusolata) che contiene una spoletta dove è
avvolto il filato. Essa viene lanciata da un lato all'altro dell'ordito da un apposito congegno posizionato sul
porta pettine (cassa battente) di un telaio da tessitura.
4
LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Con il sorgere o risorgere delle città ci fu una rivolta contro l’assetto agrario-feudale. Così si ebbe
l’inizio della fine di una società in cui potere e risorse economiche erano basati sulla proprietà
terriera. Cominciò ad emergere una società basata sull’attività mercantile e manifatturiera.

Essa si sviluppò dal 1760 al 1830 in Gran Bretagna

Tra il 1820 e il 1830 si diffuse nel continente europeo e in USA

Tra il 1830-50 abbiamo la fase matura con la nascita delle ferrovie

INNOVAZIONI TECNICHE

• Tessile (filatura del cotone)

• Meccanica

• Siderurgica

• Settore minerario

NUOVI MATERIALI

• Ferro

• Carbone (fonte energetica molto importante)

SISTEMA DI FABBRICA

• Concentrazione e specializzazione del lavoro

• Disciplina di fabbrica10

• Città industriali

10 Atteggiamento paternalista: all’interno delle fabbrica si riproduce il vita familiare.


5
Durante la Prima Rivoluzione Industriale si istituisce il “commercio
triangolare”, con il l’Europa concedeva manufatti all’Africa,
quest’ultima portava gli schiavi negli USA e quest’ultima portava in
Europa il cotone.

Questa Rivoluzione non necessitò di alti livelli di istruzione, infatti la


scienza si basava su cose semplici e già conosciute. Le invenzioni potevano essere realizzate da
singoli dentro Laboratori non particolarmente attrezzati. La lavorazione non si realizzava più a
domicilio ma in fabbriche dove era possibile la divisione del lavoro, dentro alle quali si utilizzavano
macchinari specializzati, questo ebbe due effetti:

1) L’accentramento della popolazione e sviluppo dell’urbanizzazione.

2) L’ espulsione delle donne dal mondo del lavoro, dovuto al fatto che esse
dovettero salvare la famiglia e colmare il vuoto dell’assenza del marito,
partito per andare a lavorare in posti lontani da casa.

Le imprese restarono sempre di piccole dimensioni, amministrate soltanto dall’imprenditore.


Le uniche imprese ad
avere ingenti
capitali
provenienti
dalla finanza
pubblica erano le ferrovie, non
direttamente gestite dallo Stato.

6
MODELLI DI INDUSTRIALIZZAZIONE

Qua enunceremo due teorie sullo sviluppo dell’industrializzazione.

1) “TEORIA DEGLI STADI DI SVILUPPO” ROSTROW

Con la sua teoria produsse degli stadi di sviluppo, i quali portano una società agricola a diventare
società industriale. Questi stadi sono 5:

A) SOCIETA’ TRADIZIONALE:

Questo è il punto di partenza, si ha un basso sfruttamento delle risorse naturali del suolo. C’è un
equilibrio popolazione/risorse con lenta crescita.

B) TRANSIZIONE:

La società incomincia il mutamento, e nascono delle figure imprenditoriali che accumulano


capitali da investire in nuove attività. Si creano le precondizioni dello sviluppo.

C) DECOLLO (TAKE OFF):

Avvio della crescita autosostenuta dei settori leader, dunque abbiamo una crescita settoriale
squilibrata con una compressione dei consumi.

D) MATURITA’:

Abbiamo una stabilizzazione della crescita. L’investimento ristagna e dunque si possono dedicare
più risorse ai consumi.

E) L’ETA’ DEI CONSUMI DI MASSA:

Il tasso di accumulazione diminuisce, si ha uno sviluppo dei settori tradizionali e più potere
d’acquisto può essere distribuito per il consumo.

La teoria di Rostow non è in grado di spiegare come si passa da uno stadio all’altro, quali sono i
meccanismi di formazione dell’imprenditorialità ed signora il ruolo dello Stato e delle interazioni
economiche internazionali.

7
2) “TEORIA DELLO SVILUPPO RITARDATO” GERSCHENKRON

Questa teoria non parla dell’intero processo di Industrializzazione ma parla soltanto di due fasi
(transizione e decollo). Esso identifica i meccanismi che permettono ai vari paesi di iniziare il
processo di sviluppo, pur trovandosi nella posizione di ritardatari11 .

A) Incomincia la sua riflessione con il concetto di arretratezza relativa dei paesi che si
sviluppavano dopo (Late Comer) rispetto a quelli che si sviluppano prima (First Comer).

Egli posiziona i vari paesi a una distanza dalla Gran Bretagna: il paese più vicino alle condizioni
della società inglese ha più possibilità di imitarla senza ritardi, il più lontano è più soggetto al
ritardo.

B) Si vede comunque una possibilità di recupero grazie alla creazione di fattori sostitutivi,
compensando i prerequisiti mancanti simili a quelli inglesi e capaci di svolgere il medesimo ruolo
ma in modo diverso. Questi fattori sono lo Stato (crea infrastrutture), le banche, il capitale
straniero, ecc.

C) Si ha un Big Spurt, ovvero un decollo della Nazione, molto più rapido rispetto a quello dei First
Comer perché il Late Comer non hanno bisogno di innovazione ma imitazione, ovvero
perfezionare quello che è già stato creato dal altri. I Late Comer vanno a superare o ad imitare i
First Comer, dunque si ha un agganciamento, chiamato Catching Up (Lo sviluppo dell’istruzione
generalizzata e diffusione delle conoscenze, sono molto importanti per imitare un altro paese).

LA DRAMMATICITA’ E’ PROPORZIONALE AL
RITARDO RELATIVO!

11 I paesi che si sviluppano in ritardo rispetto agli altri.


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BELGIO XVIII-XIX SECOLO

Il Belgio è un piccolo stato diviso in due regioni, la Vallonia e le Fiandre, unite dalla capitale
Bruxelles. Esso andò prima sotto il controllo francese e poi venne Accorpato ai Paesi Bassi.
Divenne regno autonomo soltanto dopo una rivoluzione avvenuta nel 1830.

Il Belgio vide il suo decollo nei settori tipici del modello inglese (siderurgia, tessile e meccanica) tra
il 1820 e il 1840. Tutto questo è dovuto a:

1) “Precondizioni”

• Dotazioni di risorse simile all’Inghilterra (carbone) soprattutto nell’area del Borinage.

• Tradizioni manifatturiere (lana a Vanviers) e commerciali marittime (porto di Anversa).

2) “Fattori sostitutivi”

• Immigrazione di operai, imprenditori e tecnici inglesi.

• Istituzione della Société générale de Belgique e della Banque de Belgique, le quali finanziarono
le imprese industriali, anche di notevoli dimensioni.

• Intervento pubblico nelle ferrovie.

Fu così che, grazie a questi eventi, nel 1840 il Belgio


divenne il paese più industrializzato del continente.


9
GERMANIA XIX SECOLO

Grazie alla Prussia, nel 1818, ci fu un’apertura agli scambi internazionali abbassando e
semplificando i dazi. Si creò lo Zollverein12, introdotta nel 1833. Tra il 1830 e il 1850 si formarono
le precondizioni per il decollo economico della Germania.

Con lo Zollverein e l’avvio dello sfruttamento dei giacimenti del bacino del Ruhr, la Germania ebbe
il suo decollo nel 1871 (dopo l’unificazione).

Si istituirono le banche MISTE o UNIVERSALI:

Credito industriale Investimento di capitali propri o dei clienti depositanti

(no specializzazione e offerta di molteplici servizi ai clienti).

Queste banche possedevano anche azioni di imprese, esse piazzavano i loro uomini nei consigli
d’amministrazione per seguire da vicino l’andamento dell’impresa ma non erano azionisti di
spicco.

Le banche favorivano, per abbassare i loro rischi,

forme di protezionismo e l’istituzione di cartelli13 .

Si svilupparono le industrie:

• Siderurgiche

• Chimiche Forza lavoro qualificata e nuove tecnologie

• Elettriche

Esse avevano convertibilità bellica, infatti queste industrie chiamate anche “Industrie pesanti” si
potevano tranquillamente trasformare in industrie di guerra.

Lo STATO contribuì ed istituì: Ricerca Scientifica ed istruzione scientifica.

Infrastrutture e previdenza sociale per i lavoratori. 


12Lo Zollverein (tedesco per "Unione doganale"), o Unione doganale tedesca, fu un'unione
doganale attuata nel 1833, durante la Rivoluzione industriale, per creare un miglior flusso
commerciale tra 38 stati della Confederazione Tedesca e per ridurre la competizione interna.
13 Un cartello, in economia, è un accordo tra più produttori indipendenti di un bene o un servizio
(anche illegali, come un cartello della droga) per porre in essere delle misure che tendono a
limitare la concorrenza sul proprio mercato.
10
FRANCIA XVIII-XX SECOLO

La Francia è un caso difforme da quello inglese perché, a differenza dell’Inghilterra, essa nel 1851
aveva un grande ritardo manifatturiero ed era caratterizzata dal settore agricolo (64% popolazione
attiva).

Le cause di questo diverso sviluppo si possono trovare:

1) Nelle fasi cronologiche (peso fattori politici):

• sec. XVIII assolutismo

• Rivoluzione, guerre napoleoniche e Restaurazione

• Monarchia costituzionale, II impero

• La Commune14, IIIRepubblica

• Belle époque

2) Nella struttura settoriale (peso domanda di lusso e base agricola):

• Alimentare

• Tessile

• Siderurgia

• Meccanica

• Elettricità

• Automobile

3) Nelle caratteristiche imprenditoriali (peso della relativa scarsità di carbone)

• Ridotte dimensioni d’impresa (lavorazioni artigianali)

• Dispersioni territoriali nelle campagne

Lo STATO si limitò ad appoggiare la costruzione di infrastrutture, a mantenere un certo


protezionismo e a sostenere una serie di importanti scuole superiori tecnico-professionali.

RIGUARDO ALLE BANCHE?

L’Haute banque parisienne finanziò principalmente il commercio e gli investimenti internazionali.

Soltanto con Napoleone, nel 1852, si istituì la Société Générale du credit mobilier, essa diede un
grande appoggio alle imprese industriali ma fallì ne 1867. Successivamente fu fondata, nel 1872,
la Banque de Paris et des Pays Bas nota come la Paribas.

IL FINANZIAMENTO ALL’INDUSTRIA FRANCESE NON FU MAI COSI’


IMPORTANTE.


14 La Comune di Parigi è il governo socialista che diresse Parigi dal 18 marzo al 28 maggio 1871.
11
USA XIX-XX SECOLO

Lo sviluppo degli USA non fu rapido.

Alla fine del 700’ gli USA avevano l’80-90% di forza lavoro agricola con una buona produttività,
data l’abbondanza di risorse. Le industrie vennero create già in quel periodo e continuarono ad
espandersi nella prima metà dell’Ottocento. Il vero decollo lo avremo con la costruzione delle
ferrovie e la fine della guerra civile.

Negli USA nacque la grande impresa (dal 1865) ed ebbe grande successo rispetto all’Europa,
tutto grazie a questi elementi:

1) Il rapporto tra risorse e popolazione;

Siccome le risorse erano abbondanti, gli Americani cercarono sempre di organizzarle e sfruttarle
al meglio, senza andare a sottrarle ad altre popolazioni.

2) Implicazioni dell’essere una popolazione di migranti;

La nazione americana aveva un popolo di coloni e quindi disponibili al rischio. Essi cerano di
costruirsi un futuro con le loro mani, senza farsi problemi di spostamento o di rischio (c’era una
bassa densità di popolazione immigrata).

La grande impresa venne creata anche grazie ad una forte meccanizzazione (alti salari e scarsità
di manodopera ) ed implicò una produzione di massa (grande domanda omogenea).

LE GRANDI IMPRESE VENNERO FINANZIATE DA:

Banche
Autofinanziamento

Borsa

Le banche vennero Al diretto servizio delle imprese

mantenute piccole

E statali, grazie a leggi

restrittive.

La grande impresa nacque dalle lunghissime ferrovie statunitensi, dunque esse avevano bisogno
di un forte coordinamento, creato grazie alla nascita del CAPITALISMO MANAGERIALE

Esso creò le burocrazie manageriali, la separazione della proprietà dalla gestione e una struttura
oligopolistica dei mercati.

12
Con lo sviluppo degli USA si ebbe una spinta nella creazione di:

• Economie di scala (fusioni)15

• Economie di flusso (imprese integrate + fordismo)

• Economie di diversificazione (imprese multidivisionali)16

• Economie di diversificazione territoriale (imprese multinazionali)

• Economie finanziarie e di gestione (conglomerate)17

Grazie alle grandi imprese e alla relativa scarsità di popolazione immigrata si creò

ENORME MERCATO INTERNO UNIFICATO DA:

1) Lingua;

2) Moneta: Si creò una grande banca centrale chiamata la Federal Reserve (1914);

3) Legislazione federale: Negli USA non c’erano leggi, essendo un paese da poco scoperto. Le
leggi incominciarono a formarsi in un ambiente democratico. Vennero richieste delle leggi
antitrust per difendersi dall’eccessivo gigantismo;

4) Protezionismo: Per poter sfruttare il proprio mercato interno senza preoccupazioni, si instaurò
nel 1898 il protezionismo.

I POTERI STATALI VENNERO MANTENUTI NEI CONFINI PIU’ RISTRETTI


POSSIBILI, GIOCANDO SOLTANTO UN RUOLO INFRASTRUTTURALE.

15 La locuzione economie di scala (economies of scale) è usata in economia per indicare la


relazione esistente tra aumento della scala di produzione (correlata alla dimensione di un
impianto) e diminuzione del costo medio unitario di produzione.
16Per economie di diversificazione, si intende il risparmio derivante dal perseguimento di obiettivi
diversi con i medesimi fattori produttivi.
17In economia, per conglomerato si intende una grande compagnia divisa in settori che si
occupano di affari diversi, spesso completamente differenti tra loro.
13
ITALIA XIX-XX SECOLO

Superati gli anni travagliati delle guerre napoleoniche, l’Italia venne riorganizzata dal Congresso di
Vienna (1815) in 7 stati. Con l’ascesa di Cavour e di Garibaldi, si dette adito al desiderio di liberare
il sud dai Borboni e successivamente di unificare l’Italia. Grazie alla I guerra d’Indipendenza
(1848-49) e alla II guerra d’Indipendenza (1860-61) venne creato il Regno d’Italia. Soltanto con la
III guerra d’Indipendenza (1866) venne annesso il Veneto e nel 1871 ci fu la presa di Roma.

Dopo il 1861 fino al 1876, la Destra storica governò il paese, la quale legò la moneta al Gold
Standard18. Non venne mai creata una banca centrale.

L’Italia stentava a decollare a causa:

• Alto debito pubblico

• Guerre

• Scarsità di ferro e carbone

• Scarsità di nuovi settori industriali

• Le banche non facevano finanziamenti industriali (Casse di risparmio, banche cooperative e


monti di pietà19

Nel 1876 fino al 1887 andò al potere la Sinistra storica con Depretis, da qua inizia la svolta
industrialista grazie al protezionismo. Si arrivò, nel 1882, al boom degli anni ottanta, grazie alla
creazione della prima acciaieria italiana a Terni.

A causa di una grande speculazione edilizia si andò, nel 1892, verso una grande crisi bancaria,
con a successiva creazione della Banca d’ Italia. Vennero create molte banche miste alla tedesca.

Nel 1898 vediamo il Take off italiano, fino alla I guerra mondiale, di molti settori industriali, in
particolare di quello elettrico, quello meccanico e quello della gomma. In realtà lo sviluppo pieno
avvenne nel nord-ovest italiano (Piemonte, Lombardia e Veneto, definito il triangolo industriale).

Il sud rimase poco progredito e venne aiutato da le leggi speciali, senza miglioramenti.

Nel 1887-96 abbiamo l’età crispina e nel 1901 quella giolittiana.

18 Spiegato successivamente.
19 Il monte di pietà è un'istituzione finanziaria senza scopo di lucro, di origini tardo-medievali,
sorta in Italia nella seconda metà del XV secolo su iniziativa di alcuni frati francescani, allo scopo
di erogare prestiti di limitata entità (microcredito) a condizioni favorevoli rispetto a quelle di
mercato.
14
Di seguito verrà spiegato il modello di sviluppo italiano:

L’obiettivo italiano era quello di conquistare il Mediterraneo, dunque serviva la marina militare e
l’industrializzazione.

Lo Stato fece queste opere:

• Protezionismo

• Salvataggi con la creazione della Banca mista e dell’IRI

• Equilibrio della bilancia dei pagamenti con l’importazione di materie prime e tecnologie

INDUSTRIE A TECNOLOGIE AVANZATE

(SIDERURGIA, ELETTRICITA’, MECCANICA PESANTE)

L’EQUILIBRIO DEI BASSI CONSUMI

E COMPRESSIONE DEL MERCATO INTERNO prevedeva la limitazione delle importazioni di beni


di consumo e l’esportazione della seta greggia.

Portò ad un ritardo dello sviluppo di settori di beni di consumo ad alta intensità di lavoro, dunque
aumentò l’emigrazione e la conseguenza di tutto fu:

L’ EQUILIBRIO DELLA BILANCIA DEI PAGAMENTI

15
RUSSIA XIX-XX SECOLO

La Russia aveva subito notevoli influenze dall’oriente e solo per iniziativa dello zar Pietro I il
Grande si era aperta a qualche maggiore influenza europea. Esso utilizzò la marina, i porti (S.
Pietroburgo), manifatture di stato (Urali), istruzione, ecc.

Con la perdita della guerra di Crimea (1855) la Russia mostrò l’arretratezza del paese, così nel
1861, lo zar Alessandro II abolì la servitù della gleba. Questo però non liberò affatto né la
coltivazione, né la terra né la mobilità dei contadini perché le decisioni sulla distribuzione delle
terre da coltivare e il controllo dei lavori furono date alla comunità di villaggio (mir), chi voleva
emigrare doveva continuare a pagare le imposte e le rate del riscatto (il pagamento del riscatto
venne abolito soltanto nel 1907 e si instituì la privatizzazione delle terre).

Nel 1880 ci fu un avvio dell’industrializzazione russa, essa si localizzò a Mosca, S.Pietroburgo,


Urali, Ucraina e nelle regioni polacche.

Si sviluppa l’industria pesante (+ nucaei industriali urbani) e le infrastrutture. La Russia era


finanziata da:

Stato Capitali stranieri (francese)

Nel XX secolo la crescita rallentò, poi ci fu la guerra russo-giapponese (1904-1905), che fu persa,
successivamente ci fu la rivoluzione che portò alla riforma agraria, la quale privatizzò le terre,
creando:

• Media proprietà contadina (kulaki)

• Ripresa e sviluppo industriale

Un parlamento (duma) non venne mai concesso.

Alla vigilia della prima guerra mondiale l’economia russa era disastrosa, gli imprenditori russi
erano pochi e male organizzati ma soprattutto relativamente emarginati dal punto di vista sociale.

ANCHE LA RUSSIA ENTRO’ NEL GOLD STANDARD


16
GIAPPONE XIX-XX SECOLO

A seguito della penetrazione Occidentale in Cina, gli americani, grazie all’ammiraglio Perry, tra il
1853-54 violarono il porto di Tokyo, approdo utile per le navi della California che andavano in Asia.

Gli americani imposero al Giappone, comandato dall’imperatore della dinastia Tokagawa, i trattati
ineguali, in base ai quali il Giappone si doveva aprire e non poteva imporre dazi superiori al 5%.

Nel 1868 andò al trono un giovane chiamato Mutsuhito, esso iniziò una serie di riforme
istituzionali. Questo movimento è noto come restaurazione Meiji:

• Vennero abolite le caste e i samurai non ricevettero più uno stipendio e vennero spinti a
intraprendere carriere d’affari

• La burocrazia statale venne modernizzata

• Il sistema educativo venne reso più efficiente e generale

• Vennero mandati giovani preparati in occidente per studiare le istituzioni occidentali e


consigliare il governo giapponese sul da farsi

• Il sistema feudale fu abolito

• L’amministrazione divenne di tipo centralizzata

• L’esercito venne riorganizzato

• L’industria e la finanza seguirono modelli tedesco e americani

• Venne creata una banca centrale

• Venne introdotta la Costituzione

GRANDE IMPORTATORE DI SETA GREZZA

Ricerca di risorse Avvio del colonialismo

• Guerra contro la Cina (1894-95) con la quale conquistò Taiwan, rinominata Formosa

• Guerra contro la Russia nel 1905 con la quale conquistò la Corea e la Manciuria

Nacquero le Zaibatsu, delle grandi costellazioni d’imprese, le quali lavorano sinergicamente. Esse
erano finanziate da delle banche ubicate al loro interno, di proprietà di famiglie nobili e erano, il
più delle volte, di proprietà familiare.

I più famosi Zaibatsu sono/erano:

Mitsubishi Sumitomo Mitsui


17
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La seconda rivoluzione industriale ha inizio nel 1860, quando i costi di trasporto


diminuirono grazie all’espandersi delle ferrovie e della navigazione a vapore
(integrazione fisica) e le informazioni incorniciarono a viaggiare
rapidamente con il telegrafo e poi il telefono. Fu possibile sviluppare
grandi impianti che risparmiavano sui costi fissi quanto più grandi
erano (economie di scala). Le tecnologie principali furono l’elettricità,
la benzina e l’acciaio. Queste innovazioni richiesero un maggiore
capitale d’investimento perché nacquero delle grandi imprese,
dunque ci fu la necessità di trovare nuove fonti di finanziamento e
non più soltanto la finanza privata (banche miste e borsa). Le grandi
imprese favorirono l’accentramento della popolazione in grandi
centri urbani e la formazione di potenti sindacati di settore.

Con la II rivoluzione industriale si creò la PRODUZIONE DI MASSA la quale portò alla

PRODUZIONE DI MASSA

1) Con la produzione di massa troviamo un forte aumento del commercio internazionale (bassi
costi di trasporto). Grazie alla multilateralizzazione del commercio, i paesi non avevano bisogno
di bilanciare le importazioni e le esportazioni (bilancia dei pagamenti) con ogni singolo partner
commerciale perché le compensazioni si potevano effettuare sull’aggregato. OGNI PAESE DEVE
PRESTARE ATTENZIONE ALLA PROPRIA BILANCIA DEI PAGAMENTI.

2) Ci fu lo sviluppo della circolazione di una moneta fiduciaria (Gold Standard, ne parleremo


dopo).

3) Si potenziò la centralità delle economie interne grazie alla grande impresa, la quale puntò su
economie di scala (integrazione orizzontale come trust, fusioni e cartelli) e su economie di flusso
(integrazione verticale a monte e a valle, come la figura sopra presentata)20. Con la centroità delle
economie interne abbiamo anche un’integrazione dei mercati interni, formata da:

• Integrazione fisica: Industrializzazione dei trasporti.

• Integrazione amministrativa-fiscale: Abbassamento dei dazi doganali con la clausola della


nazione favorita (trattato di Cobden-Chevalier)21 .

20Compagnie integrate verticalmente sono unite attraverso una gerarchia e condividono un


proprietario comune. Di solito ogni membro della gerarchia si occupa di step differenti e i prodotti
insieme soddisfano un bisogno comune.
21 La Clausola della nazione più favorita (CNPF) o Most Favoured Nation (MFN) è, nell'ambito del
diritto internazionale, la procedura secondo cui i paesi contraenti si impegnano ad accordare ai
prodotti/beni provenienti da un paese terzo condizioni doganali e daziarie non meno favorevoli di
quelle già stabilite negli accordi commerciali tra i paesi coinvolti. Uno dei più famosi trattati ad
introdurre per la prima volta tale clausola fu il trattato anglo-francese Cobden-Chevalier del 1860,
il quale gettò le basi per una serie di ulteriori accordi commerciali bilaterali tra gli stati Europei,
durante l'epoca di apertura che precedette l'era del protezionismo di fine del XIX secolo.
18
Vediamo come venne organizzato lo sviluppo della seconda rivoluzione industriale

1) L’organizzazione del lavoro era fondata sul fordismo (Con la parola fordismo si indica una
peculiare forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo della tecnologia della catena di
montaggio (assembly-line) al fine di incrementare la produttività.). Esso non deve essere confuso
con il Taylorismo (Taylor ideò alcune tecniche per migliorare e velocizzare il sistema produttivo:

• One best way (un metodo migliore di tutti gli altri): sequenza di movimenti attuata dagli
operai per arrivare al massimo rendimento col minimo sforzo.
• Selezione scientifica della manodopera: ricerca dell'operaio giusto al posto giusto, al fine di
ottenere il massimo rendimento.

Rispetto al Taylorismo, il Fordismo prende atto che i livelli di produttività aumentano attraverso
incentivi materiali e l'incremento dei salari dei lavoratori, non solo con il controllo diretto del
caporeparto. In questo modo i lavoratori diventano anche consumatori degli stessi prodotti. Si può
dire quindi che la differenza sostanziale tra Taylorismo e Fordismo stia nel fatto che quest'ultimo,
che fa leva sulla tecnologia del tempo nel modificare le operazioni di montaggio, risulta essere più
concreto ed applicabile rispetto a quello che sembrava essere soltanto un metodo scientifico).

2) Il rapporto tra scienza e istruzione erano fondati su sitemi di istruzioni formalizzati.

3) Il finanziamento industriale si basava su:

• Autofinanziamento
• Grande banca (La banca centrale aveva il monopolio sull’emissione di carta moneta e del
mantenimento delle riserve auree.)
• Borsa

Da qua si differenziano due tipi di sistemi finanziari:

• Anglosassone, dove la borsa controlla il mercato e la banca ha un ruolo secondario


• Tedesco, dove la banca mista ha un ruolo più importante e la borsa un ruolo secondario.

4) Il coordinamento si basava sul management e sulla capacità organizzativa, da qua nasce:

IL CAPITALISMO MANAGERIALE che, sviluppatosi attraverso la nascita della grande impresa, si


caratterizza per la presenza di un efficiente apparato manageriale, dotato di imponenti mezzi
finanziari.

19
IL SECONDO COLONIALISMO

Il colonialismo non è stato praticato da tutti i paesi avanzati. Gli Stati Uniti non sono stati una
potenza coloniale, mentre molti paesi europei lo sono stati, anche il Giappone (Taiwan e Corea).

Esso è un fenomeno che ha avuto molteplici dimensioni

Nuove
terre Conversi
Competizione
con altre
d’insediamento one potenze

religiosa di Espansione della cultura


nuove del paese colonizzatore
popolazioni Controllo di
azione
militarmente
strategiche

La Gran Bretagna, alla vigilia della prima guerra mondiale, aveva un buon rapporto con le colonie.

Le colonie furono avvantaggiate perché molte imprese inglesi vi operavano come monopolisti.

GLI INVESTITORI GUADAGNAVANO GRAZIE AGLI INVESTIMENTI

LA GRAN BRETAGNA E CHI PAGAVA LE TASSE

PERDEVANO PERCHE’ DOVEVANO

FAR FRONTE ALLE SPESE DELLE COLONIE.

A causa dell’insistenza dell’Inghilterra sulle industrie della prima rivoluzione industriale (obsolete),
rifornite di materie prime delle colonie, essa perse la leadership perché venne superata
tecnologicamente.


20
IL GOLD STANDARD

Il sistema aureo (o, in inglese, gold standard) è un sistema monetario internazionale nel quale la
base monetaria è data da una quantità fissata d'oro.

La prima nazione ad adottare questo sistema monetario fu la Gran Bretagna. A partire dal 1815
conservò uno standard bimetallico (oro e argento). Durante le guerre napoleoniche, la Banca
d'Inghilterra, con l'autorizzazione del governo, sospese il pagamento, cioè si rifiutò di pagare oro e
argento in cambio delle proprie banconote.
Dopo le guerre il governo decise di ritornare ad uno standard metallico, ma scelse l'oro invece
dell'argento.

Dovevano essere osservate tre condizioni:


• La Zecca reale era obbligata a comprare e a vendere quantità illimitate di oro a prezzo fisso
• La Banca d'Inghilterra, e per estensione tutte le altre banche, era tenuta a convertire a
richiesta le sue passività monetarie (banconote, depositi) in oro.
• Nessuna restrizione poteva essere imposta sull'importazione o sull'esportazione di oro

Le quantità di oro che la Banca d'Inghilterra custodiva nei suoi forzieri determinava la quantità di
credito che essa poteva accordare sotto forma di banconote e depositi.
Di conseguenza il movimento di entrata e uscita dell'oro del paese, in funzione della bilancia dei
pagamenti, determinava fluttuazioni nella riserva totale di moneta, che a sua volta causava delle
oscillazioni nella dinamica dei prezzi:

• Import > Export = - valore (inflazione)


• Import < Export = + valore (deflazione)

Per i primi tre quarti del XIX secolo la maggior parte degli altri paesi adottò uno standard argenteo
o bimetallico. Alcuni paesi non ebbero alcuno standard metallico, tuttavia a causa della posizione
di preminenza della Gran Bretagna nel commercio mondiale, quasi tutti i paesi furono coinvolti
dalle sue fluttuazioni economiche.
La prima nazione dopo la Gran Bretagna ad adottare ufficialmente il gold standard fu il nuovo
impero tedesco.

IL GOLD STANDARD VENNE ABBANDONATO DEFINITIVAMENTE NEL 1973 PER DUE MOTIVI:

1) La scarsità di oro, che il grande aumento dell’attività economica rendeva inevitabile, venne
vista come un inutile fattore limitante perché creava deflazione.
2) La disciplina per impedire l’eccessiva inflazione venne ridimensionata dalla maggiore
consapevolezza e correttezza delle autorità monetarie dei paesi più forti, cosicché si capì che
era possibile mantenere stabili prezzi anche senza l’oro.


21
CRONOLOGIA ECONOMICA DEL XX SECOLO

22
LA PRIMA GUERRA MONDIALE E LE POLITICHE
MONETARIE DEGLI ANNI VENTI

La I guerra mondiale fu lunga e distruttiva. Quasi 9 milioni furono i soldati morti, in più 40 milioni di
persone furono uccise dall’epidemia di Spagnola, un’influenza letale. Essa fu in larga misura una
guerra di posizione ma non mancarono le incursioni aeree. Le spese militari furono consistenti e
molti paesi, come l’Italia e la Francia, dovettero ricorrere a nuove fonti di finanziamento industriale
perché il finanziamento privato ( tassazione e debito pubblico) non bastava per coprire tutti gli
impegni. I Governi fecero ampio ricorso alla stampa di cartamoneta, creando inflazione e dunque
uscirono dal Gold Standard. L’impero asburgico venne smembrato, nacquero 10 nuove nazioni,
più due città libere (Fiume e Danzica) e le regioni che passarono all’Italia. L’Europa si stava
frammentando sempre di più. La Lega delle Nazioni creata a Versailles non riuscì a fornire capitali
necessari ma i paesi dovettero raccoglierli sui mercati internazionali a tassi correnti. I nuovi stati
dovettero affrontare altri problemi:

•La riforma agraria.

•Il ridirezionamento del commercio.

•Il ricompattamento e il ridimensionamento delle infrastrutture.

•La promozione dell’industria

Si può affermare che la riorganizzazione territoriale dell’est Europa avrebbe avuto bisogno di un
periodo di prosperità internazionale e di pace per consolidarsi ma questo non avvenne perché
scoppiò la grande crisi e la II guerra mondiale.

Analizziamo i fattori che crearono un’accelerazione verso la crisi del 1929:

1)I primi fattori furono le conseguenze della I guerra mondiale:

• Distruzioni e rivolgimenti politici

• Frammentazione dello spazio economico europeo (e mondiale) a causa dell’uscita dal Gold
Standard.

Questi fattori portarono ad:

ECCESSI DI CAPACITA’ PRODUTTIVA

(SOVRAPRODUZIONE )

2)I secondi fattori furono le manovre di stabilizzazione monetaria dei vari paesi europei:

•GERMANIA: Il paese aveva perso il 13% del suo territorio, tutte le colonie erano state
confiscate, tutto il materiale bellico e pure la marina militare. La Germania fu obbligata ad inviare
svariati prodotti, in conto riparazioni, agli alleati.

Nei 14 punti di Wilson ve n’era uno che prevedeva che la Germania pagasse una somma
riparatrice per i danni subiti dagli alleati.

23
Come possiamo notare, non viene specificato nessun importo. Per arrivare ad una proposta
operativa, venne nominata una commissione per le riparazioni con sede a Berlino.

Dobbiamo soffermarci su un aspetto importante: L’INFLAZIONE DA RIPARAZIONI

Keynes, noto economista, disse di usare con prudenza le richieste di riparazioni perché esse
generavano inflazione. Egli disse che sarebbe stato meglio cancellare definitivamente le richieste
di riparazioni inviate alla Germania perché quest’ultima non sarebbe stata in grado di pagarle per
intero. Keynes esortò gli USA a essere larghi di aiuti per la ricostruzione europea. Esso non venne
ascoltato, gli USA, restando rigidi per le richieste di pagamento inviate all’Europa per i beni
concessi durante il conflitto mondiale, fece diventare rigidi anche gli stati europei.

Nel 1923, dopo che l’iperinflazione aveva reso il marco tedesco inservibile (1 dollaro valeva 4200
marchi), a causa delle altissime riparazioni e alla cessazione della produzione tedesca, venne
introdotto un nuovo marcato, chiamato Renten Mark. Venne affidata ad una commissione,
presieduta da un americano chiamato Dawes, il compito di fissare un piano ragionevole di
pagamento delle riparazioni. Nel 1924 entro in funzione il piano Dawes, esso prevedeva il
pagamento di rate annuali che aumentavano a seconda della prosperità dell’economia tedesca,
senza fissare un orizzonte temporale. Il piano prevedeva un prestito iniziale che doveva saldare la
bilancia dei pagamenti e pagare le riparazioni. Nel 1925 l’economia tedesca si rese totalmente
dipendente dai capitali stranieri, i quali finanziarono un terzo degli investimenti interni.

In conclusione le riparazioni vennero pagate totalmente con un ammontare assai modesto.

24
•GRAN BRETAGNA: La grande guerra aveva indebolito la Gran
Bretagna sia finanziariamente, sia sul piano industriale e
commerciale. L’inflazione era superiore a quella americana,
rendendo inevitabile una svalutazione della Sterlina. Nel 1925, la
Gran Bretagna rientrò nel Gold Standard con il tasso di cambio
con il dollaro che vigeva nel periodo pre bellico. La Gran Bretagna
era d’accordo, tranne Keynes, egli sostenne, dopo la
stabilizzazione della Sterlina, che la Gran Bretagna si sarebbe
trovata in una situazione di equilibrio apparante. Coì essa si trovò
a sostenere il cambio sopravvalutato, con una politica monetaria
restrittiva con alti tassi d’interesse, le esportazioni calarono le la
bilancia dei pagamenti divenne negativa con il conseguente
assottigliamento delle risorse della banca d’Inghilterra.

•FRANCIA: La Francia subì molte perdite a causa della guerra. Essa ritenne indispensabile
ottenere mezzi per la ricostruzione. Essa finì col ricostruirsi con i suoi propri mezzi, data la
lentezza dei pagamenti in conto riparazioni effettuati dalla Germania. La nazione aveva una
grande instabilità politica, infatti tra il 1924 e il 1926 si susseguirono 11 governi diversi.

La Francia trovò la salvezza in un galantuomo di nome Raymond Poincaré che nel 1928 stabilizzò
il franco, riportando ordine nella finanza pubblica e nella politica monetaria, senza danni per la
democrazia francese. Con la manovra Poincaré il franco si stabilizzò al tasso corrente, senza
tentare improbabili recuperi dei tassi di cambio prebellici.

Le esportazioni aumentarono del 50% e di conseguenza aumentò anche il reddito pro capite.

25
•ITALIA: L’Italia uscì dalla democrazia a causa dei seguenti fattori:

A) Il difficile processo di riconversione delle industrie dalla produzione di guerra a quella di pace.

B) Il conflitto sociale creato dalla disoccupazione e dall’inflazione, che però


all’occupazione delle terre e delle fabbriche nel “Biennio rosso” 1919-1920

C) Gli sviluppi politici, che videro la creazione del partito popolare e del
cambiamento dal sistema elettorale maggioritario a quello proporzionale.

D) La nascita nel 1919 del movimento fascista di Benito Mussolini.ù

E) L’atteggiamento scarsamente garantista del re, che non volle bloccare


la marcia su Roma del 1922, consegnando il potere a Mussolini per
formare il suo primo governo.

LE CONDIZIONI ALTERATE DALLA GUERRA E LA MANCANZA DI AIUTI


INTERNAZIONALI, SONO L’INIZIALE CAUSA SCATENANTE DI TUTTO IL
PROCESSO.

Mussolini nominò come suo primo ministri delle finanze Alberto De


Stefani, egli arrivò al pareggio di bilancio. Gli scioperi vennero aboliti e
l’economia si riprese con un trend troppo inflazionistico, così Mussolini sostituì De Stefani con
Giuseppe Volpi. Volpi dovette affrontare il pagamento dei debiti a Gran Bretagna e USA, che egli
si fece condonare, e poi dovette effettuare la stabilizzazione della lira per rientrare nel Gold
Standard. La sua volontà era quella di stabilizzare la lira al tasso di cambio del mercato ma
Mussolini non lo ascoltò e impose la “Quota 90”22. Contemporaneamente si fece una riforma
bancaria, in cui la banca d’Italia diventava la sola banca d’emissione.

Il consolidamento del regime portò l’Italia ad una ripresa, già nel 1928.

Il governo si dedicò anche alla bonifica dei terreni, con un


conseguente ripresa per l’agricoltura.

Non è quindi accettabile l’interpretazione tradizionale di un’economia italiana che ristagnò


durante il fascismo.

22 Quota 90 era un'espressione - creata da Benito Mussolini - per indicare il progetto di


rivalutazione della lira italiana volta a raggiungere il cambio di 90 lire per una sterlina inglese.
26
•RUSSIA: La I guerra mondiale aveva colto la Russia nel periodo della sua trasformazione
capitalistica. Essa partecipò alla guerra anche per affermare la sua grande potenza. Ma
l’economia e la società russa non erano in grado di affrontare le consistenti spese di guerra.

Si arrivò nel 1917 alla deposizione dello zar con una “rivoluzione borghese” che formò un nuovo
governo guidato da Aleksander Kerenskij. Successivamente, Lenin, con il suo partito bolscevico,
lanciò l’attacco al palazzo d’Inverno.

Seguirono 4 anni di comunismo di guerra:

• Il Decreto sulla terra distribuisce la terra ai piccoli contadini.

• Nazionalizzate le banche.

• Fondato il Consiglio superiore dell'economia nazionale ("Vesencha") per dirigere la


pianificazione.

• Nazionalizzata la Marina mercantile.

• Nazionalizzata l'industria dello zucchero.

• Istituiti i Kombedy, assemblee dei contadini poveri.

• Nazionalizzato il settore petrolifero.

• Nazionalizzata la grande industria.

• Viene adottato il baratto al posto del denaro (il cui rublo comunque oramai non aveva più
alcun valore), e le entrate tributarie sono sostituite da requisizioni eseguite dalle famigerate
squadre annonarie.

• Abolito il commercio privato.

• Nazionalizzata anche la piccola industria.

• Lenin introduce la Nuova politica economica che sostituisce il comunismo di guerra: torna
l'uso del denaro e le requisizioni sono sostituite da imposte. (NEP)

Dopo la morte di Lenin andò al governo Stalin, alto dirigente del partito sovietico, egli sottolineò i
risultati positivi che ebbe la NEP.

Nel 1929 Stalin dichiarò la collettivizzazione delle terre23 e si diede inizio alla pianificazione
centralizzata con i piani quinquennali:

STATO (GOSPLAN) dava obiettivi e approvvigionamenti a

Unità produttive in più stabiliva i prezzi

•Abolizione proprietà privata dei mezzi di produzione. •Prezzi amministrativi.•Piena occupazione.

23 I contadini sovietici ricevevano un certo tipo di dividendo soltanto dopo che erano stati inviati
allo Stato i beni che obbligatoriamente dovevano essere prodotti entro le quote stabilite.
27
Come abbiamo visto ci furono queste manovre di stabilizzazione monetaria:

• Piano Dawes 1923-1924


• Stabilizzazione della sterlina inglese 1925
• Manovra Poincaré 1926
• Quota 90 1927

Queste manovre portarono a:

A) Contrazione del potere d’acquisto


B) Crisi export e settori esportatori
C) Svalutazioni scorte e aumento tassi d’interesse
D) Riduzioni salariali
E) Rivalutazione rendite monetarie

QUESTI FATTORI PORTARONO ALLA CRISI DEL 29’

Intanto gli USA stavano godendo di un buon reddito e dell’intenso sviluppo industriale e
tecnologico.

28
LA CRISI DEL 29’ E LE POLITICHE ANTICICLICHE
DEGLI ANNI TRENTA

Si sa che l’Economia ha un andamento ciclico ma vi è molta discordanza sull’interpretazione dei


cicli. Esistono 4 scuole di pensiero al riguardo:

1) La scuola dell’instabilità, sostiene che il sistema capitalistico è instabile (Keynes, Maltus e


Marx).

2) La scuola della stabilità, ritiene che il mercato è in grado di dirigere gli shock di varia natura,
riportando il sistema in equilibrio (neoclassici).

3) La scuola dei cicli, mette il ciclo al centro della sua teorizzazione, riteneva che le innovazioni
potessero essere attuate da esse senza necessità di creare nuove imprese e, grazie
all'autofinanziamento ed all'accesso diretto ai mercati monetari, con minor ricorso al credito
bancario; riteneva quindi che si sarebbero avuti in futuro cicli economici di minore ampiezza
insieme ad un continuo calo dei prezzi (Schumpeter).

4) Teoria finanziaria, essa spiega come si creano le bolle finanziaria24, producendo prima
euforia e poi panico (Minsky).

24

1) Fase di accumulazione: a crescita piuttosto moderata e regolare e caratterizzata da volumi in aumento


e relativamente elevati; è una fase in cui si cominciano a muovere capitali di operatori istituzionali.

2) Bolla speculativa: durante questa fase il mercato prende una direzione decisamente rialzista e molti
operatori, anche medio-piccoli, si inseriscono nel mercato. A questa fase, che porta i corsi azionari molto in
alto con prezzi gonfiati, segue un periodo breve di ulteriore aumento dei valori di mercato in cui gli
investitori istituzionali cominciano ad alleggerire le posizioni vendendo agli investitori occasionali.

3) Scoppio della bolla: un crollo improvviso del mercato. Tale crollo di solito riporta i valori di mercato
indicativamente ai valori originari di inizio ciclo facendo perdere agli investitori non istituzionali gran parte
del capitale investito. All'esplosione della bolla speculativa è legato anche il tema della falsificazione del
bilancio e del sistema premiante dei manager, in particolare il meccanismo delle stock option.
29
Tradizionalmente, la grande crisi è stata fatta incominciare dalla caduta
della borsa di New York che incominciò il 24 Ottobre 1929. La
situazione economica di molti paesi crollò fino al 1932, andando a
colpire soprattutto il settore industriale e il commercio internazionale. I
due paesi più colpiti furono gli USA e la Germania.

Adesso esponiamo le cause di questa grande crisi:

A) Inflessibilità del mercato a causa dei mutamenti strutturali degli anni


20’.

B) Il sistema monetario internazionale aveva reintrodotto il gold


standard ma a condizioni molto squilibrate (tassi pre bellici).

C) Fragilità del sistema della banca mista.

D) Disarticolazione del mercato internazionale e sovrapproduzione


relativa.

E) Politica monetaria USA molto restrittiva con speculazione sul


mercato borsistico.

F) Trasmissione della crisi a causa del gold standard, accresciuta dal protezionismo e dalla
caduta dei prezzi.

IL RUOLO DELLA CADUTA DI WALL STREET E’ STATO MOLTO ENFATIZZATO COME


MOTIVO PRINCIPALE DELLA CRISI. A RIPROVA DI CIO’ SI PUO’ RICORDARE CHE SI
EBBERO CRISI DI BORSA , DI MAGGIORI PROPORZIONI, SENZA CONSEGUENZE COSI’
GRAVI.

Ora analizziamo la crisi nei vari paesi:

•AUSTRIA E GERMANIA: La prima crisi scoppiò


in Austria con il fallimento della Creditanstalt, la
più grande banca mista del paese, nel 1931. La
Reichsbank perse metà delle sue riserve d’oro.
Gli USA dovettero correre in aiuto, così, il
presidente Hoover, accordò una moratoria nei
pagamenti delle riparazioni, si provò ad
organizzare un prestito internazionale ma con
scarso successo. La crisi bancaria esplose con il
fallimento di una grande banca mista, la Danat
Bank. Il governo decise di chiudere banche e
borsa per una settimana (vacanza bancaria). La
Germania applicò le politiche deflazionistiche in
un modo estremo: imposte e tassi aumentati.
Aumentò il consenso per il partito
nazionalsocialista di Hitler. Brüning, il cancelliere della repubblica, non aveva alternative alla
politica restrittiva (Blocco cambi, rialzo tassi e intervento sulle banche). Nel 1933 andò al
governo Hitler, egli non si dedicò immediatamente al riarmo ma operò per riavviare gli investimenti
nel settore edilizio e nel trasporto. Il presidente della Reichsbank Schacht, emise dei certificati
di credito che potevano essere utilizzati in pagamento solo da banche e imprese, evitando così
che la nuova moneta potesse essere usata per i consumi. Egli spese capitali anche per le
infrastrutture (muraglia occidentale). Nel 1936 si creò un piano quadriennale per il riarmo.
Esso utilizzava un approccio a livello economico misto, infatti le risorse erano sotto controllo dello
Stato. Il Nazismo creò un’arma da guerra potente e tecnologicamente avanzata.

30
•INGHILTERRA: La crisi tedesca
diffuse i suoi effetti in tutta Europa,
creando una corsa all’oro, la quale
mise sotto pressione la banca
d’Inghilterra che aveva riserve
modeste. Uno sciopero del
personale di Marina, che protestava
per la riduzione delle paghe,
provocò ulteriori perdite d’oro.
L’Inghilterra abbandonò il gold
standard. La sterlina, nel corso del
1932, si svalutò quasi del 30% nei
confronti del dollaro e del franco
francese. Lo sganciamento dal
gold standard permise
all’Inghilterra di svolgere una
politica monetaria interna
espansiva, con bassi tassi d’interesse che incentivarono gli investimenti. La produzione
industriale ed edilizia ebbero un grande recupero e la disoccupazione scese. Nel 1931 anche
l’Inghilterra tornò al protezionismo, non essendoci più le condizioni internazionali per
essere portabandiera del libero commercio, ma ci tornò concedendo particolari condizioni
ai paesi del Commonwealth con il trattato di Ottawa. Nel 1938, soltanto il 30% delle
esportazioni inglesi erano dirette in Europa. Le conseguenze furono un grande impatto della
decolonizzazione postbellica e il scarso interesse per un’ iniziale integrazione europea.

•ITALIA: La grande crisi giunse anche in


Italia, i direttori delle più grandi banche
miste italiane chiesero aiuto a
Mussolini. Il Duce incaricò Alberto
Beneduce di organizzare un piano di
salvataggio per le banche. Quest'ultimo
fondò un nuovo istituto di credito
industriale, L’istituto mobiliare italiano
(Imi) che doveva assumere il ruolo di
finanziatore delle imprese al posto delle
banche miste. Egli creò anche un altro
istituto, l’Istituto di ricostruzione
industriale (Iri) che doveva gestire le
partecipazioni azionarie delle banche
miste. Nel 1936 venne emanata una
legge grazie alla quale le banche
miste divennero soltanto banche
commerciali possedute dall’Iri (smobilizzo banche miste). L’Iri controllava la totalità della
produzione delle armi e una serie di imprese in vari settori, che egli cercò di rivendere ai privati.
Successivamente diventò un ente permanente. Sempre nel 1936 venne emanata una legge che
rendeva pubblica la Banca d’Italia e aboliva la pratica di banca mista, in più venne abbandonato il
gold standard e la lira venne legata al dollaro. La bonifica integrale perse di significato
economico, trascinandosi in una stanca routine. Nel 1935 Mussolini progettò un intervento
militare in Etiopia e portò nel 1936 alla conquista di tale territorio e la proclamazione
dell’impero. Con la campagna di Etiopia incominciò una corsa al riarmo, che proseguì con il
sostegno italiano al generale Franco in Spagna e poi con l’avvicinamento ad Hitler fino ad
arrivare al Patto d’acciaio del 1938. La ripresa italiana fu prevalentemente basata sul riarmo.

31
•FRANCIA: L’unico paese europeo che fu risparmiato dalla crisi fu la
Francia, a causa della sua ampia riserva d’oro pari al 24% dello
stock mondiale. Soltanto con la svalutazione della sterlina la Francia
ebbe una calo delle esportazioni e delle entrate turistiche. La Francia
mandò al potere un governo di sinistra guidato da Léon Blum (Fronte
Popolare). Vennero aumentati i salari e diminuite le ore di lavoro con gli
accordi di Matignon. Gli imprenditori francesi spostarono i loro capitali
all’estero, causando la svalutazione del franco. Successivamente ci fu il
governo Pétain, il quale si adoperò per migliorare i metodici produzione
dell’industria francese, aumentando la produzione. Il ministero della
produzione, guidato da Jean Bichelonne, si strutturò in comitati
settoriali in cui vennero coinvolti gli imprenditori.

•USA: Con il presidente Hoover si arrivò alla crisi bancaria del 1933. Il nuovo presidente
americano, Franklin Delano Roosvelt, dovette chiudere le banche per poter emanare
successivamente il Glass Steagall act, con il quale mantenne la piccola dimensione delle banche
americane, ma ne separò le attività:

BANCHE DI DEPOSITO BANCHE DI INVESTIMENTO

Roosvelt creò il New Deal, il quale portò ad una modifica dell’economia e della società
americana.

I principali provvedimenti che caratterizzarono il New Deal


furono:

• Interventi di emergenza, attraverso la Fera la quale provvide


ad offrire lavoro in opere pubbliche e infrastrutturali anche
attraverso la Aaa, con la quale si alzò i prezzi dei prodotti
agricoli, misure analoghe per le industrie si introdussero
con la Nra.
• Gli interventi di emergenza vennero poi tramutati in
componenti permanenti delle politiche macroeconomiche
americane (sussidi).
• Interventi sulla sicurezza sociale attraverso il Social
Security Act, che riordinava il sistema pensionistico, le
assicurazioni contro la disoccupazione e gli schemi di
sostegno ai disabili e agli orfani.
• Lavori pubblici progettati ed eseguiti da agenzie
specializzate, una delle più importanti fu la Tua, che
bonificò, elettrificò e canalizzò l’acqua in una vastissima
area.

32
Dopo questi periodi di crisi Keynes raccomandò un intervento anticiclico della politica economica,
con politiche monetarie e fiscali espansive in presenza di una caduta della domanda, e politiche
restrittive in presenza di un eccesso di domanda.

In conclusione si può affermare che da un lato l’assenza di cooperazione internazionale rese il


gold standard una camicia di forza, mentre dall’altro le politiche interne volte al pareggio di
bilancio non fecero che peggiorare la situazione.


33
L’ECONOMIA DI GUERRA DEL SECONDO
CONFLITTO MONDIALE

Possiamo notare che le economia più brillanti godettero di politiche monetarie espansionistiche,
mentre quella tedesca si avvantaggiò di politiche economiche efficaci da ogni punto di vista.
L’economia americana venne rovinata da politiche inadeguate e rimise in moto la propria
macchina produttiva solo con la guerra.

La II guerra mondiale consumò un’incredibile quantità di risorse. Gli incredibili livelli raggiunti dalla
Germania e dall’URSS, sono dovuti ad una grande disponibilità di risorse provenienti dall’esterno.
Durante gli anni di guerra la Germania e la GB elaboravano le loro proposte per la riorganizzazione
del mondo dopo la fine del conflitto, mentre la Francia con il governo di Pétain diede il contributo
più rilevante allo sforzo bellico tedesco. La Germania cercò di realizzare piani di produzione
integrati, con l’apertura di nuovi impianti da parte delle principali aziende tedesche, invece in GB
si dovette risolvere il problema della scarsità delle risorse, la quale si rivolse agli USA.

Nel 1941 il Congresso americano approvò una legge secondo la quale qualsiasi aiuto di
guerra sarebbe stato fornito senza contropartita, allo scopo di eliminare una ripetizione
degli effetti dei debiti di guerra. Venne varata la Carta Atlantica, in cui si affermava
esplicitamente il principio del multilateralismo25 e si invocava un assetto mondiale
cooperativo. A seguito di quell’accordo nel 1942 venne approvato uno schema di aiuti noto
come Lend-Lease, con la quale gli Stati Uniti fornirono a Regno Unito, Unione Sovietica,
Francia, Cina e altri paesi alleati grandi quantità di materiale di guerra durante la seconda
guerra mondiale tra il 1941 e il 1945. Gli USA entrarono in guerra nel 1942 e vararono, nel
1943, un piano di aiuti per la popolazione civile, chiamato UNRRA, il quale portò in Europa
circa 4 miliardi di dollari in aiuti alimentari fino al 1947.


25Pluralità di interessi o di rapporti, specialmente nell'ambito di una prassi o di un programma


politico oppure di accordi economici e commerciali tra più paesi.
34
IL PIANO MARSHALL E IL MULTILATERALISMO

Nel 1947, il segretario di stato George Marshall annunciò che gli USA erano decisi a
finanziare un piano pluriennale di sostegno alla ricostruzione di tutti i paesi europei. L’
obiettivo del piano Marshall era quello di coprire mediante aiuti americani i disavanzi delle
bilance dei pagamenti dei paesi europei. Con
questo piano gli americani non si limitarono ad
offrire fondi ma progettarono anche un
meccanismo di distribuzione degli stessi,
basato su due piloni importanti:

• Si trasferivano direttamente i beni richiesti


• Qualunque decisione doveva essere
concordata con gli americani che
manifestavano la supervisione dell’intero
sistema

Questi governi organizzavano la vendita dei beni sui


loro mercati, ritirando moneta locale, che doveva
essere accumulata in un “ fondo di contropartita ” il
cui utilizzo doveva essere concordato con gli
americani.

Successivamente alla emanazione piano


Marshall, venne creato a Parigi un Comitato
pere la cooperazione economica europea. Il
compito di questo Comitato era quello di far
effettuare degli studi sulle economie europee
per permettere ad ogni paese di sviluppare il
proprio piano quadriennale. Nel 1948 questo
Comitato venne chiamato OECE, gli americani affidarono a quest’ultimo il compito di
suddividere i fondi provenienti dal piano Marshall. Nel 1961 esso venne chiamato OECSE e
vennero inseriti altri paesi, come il Canada, l’Australia e il Giappone. Nel 1950 venne messa
in funzione l’Unione europea dei pagamenti, ovvero la UEP, la quale dovette finanziare
deficit temporanei delle bilance dei pagamenti allo scopo di non intralciare i flussi di
importazioni ed esportazioni.

Con il piano Marshall si arrivò nel 1948 ad un contributo totale pari a 100 miliardi di dollari.

Vennero creati organismi economici internazionali per sostenere il multilateralismo, vediamo quali
sono:

•Nel 1945 venne creato, grazie agli accordi di Bretton Woods, il fondo monetario
internazionale FMI e la banca mondiale, la quale divenne una banca per lo sviluppo dei
paesi arretrati, mentre la FMI dovette supervisionare il nuovo sistema dei cambi fissi e
garantire dei sostegni finanziari ai paesi temporaneamente in difficoltà.

•Nel 1948 venne creata un’altra organizzazione chiamata GATT, era un forum per i negoziati
commerciali, essa stabilì dei criteri per la conduzione dei negoziati:

1) La clausola della nazione più favorita venne praticamente eliminata, salvo qualche
eccezione.
2) Vennero eliminate le restrizioni quantitative.
3) Venne invocata la reciprocità, ovvero la concessione delle stesse condizioni fra tutti i
privati.
35
Le sedute di questa organizzazione vennero chiamate “round”. L’ultimo negoziato venne
chiamato Uruguay Round, il quale terminò nel 1994 con l’inserimento dei negoziati
commerciali internazionali del settore agricolo e dei servizi e con la creazione del WTO,
l’organizzazione mondiale del commercio.

•Nel 1951 venne creata la CECA, la quale fu un accordo diretto con i tedeschi per la
costituzione di un organismo per il controllo dei settori del carbone e dell’acciaio. Negli anni
successivi venne creato un mercato comune per il carbone e per l’acciaio.

Si può dire che durante il secondo dopoguerra ci fu un grande attivismo istituzionale sia a livello
economico, sia a livello politico (ONU 1941) e militare (NATO 1949).


36
LA RICOSTRUZIONE E I MIRACOLI ECONOMICI

Con la seconda metà del Novecento ci fu un grande processo di catching up (recupero) da parte
dell’Europa occidentale, dunque ci furono dei veri e propri Miracoli economici. Analizziamo le
condizioni favorevoli che portarono a questo:

• L’esistenza di una vasta riserva di forza-lavoro occupata o disoccupata, pronta a lavorare


nelle industrie senza chiedere aumenti salariali.
• I vantaggi dell’arretratezza rispetto agli USA che permisero all’Europa di imitare gli
americani.
• Il basso costo delle materie prime e dell’energia.
• La stabilità economica e politica, tramite la creazione di nuove istituzioni e la politica dei
tassi di cambio fissi che permise un abbassamento della speculazione finanziaria.
• Le politiche economiche espansive, sul lato delle politiche industriali di qualificazione e
sostegno dell’offerta.

Il welfare state permise di contenere le diseguaglianze al punto da generare l’idea che la crescita
per sua natura è in grado di diffondere benessere su tutta la popolazione.


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LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La terza rivoluzione industriale, la


quale incominciò a diffondersi in
contemporanea con la rinascita
dell’instabilità mondiale degli anni
Settanta, abbandonò la catena di
montaggio ed introdusse la
produzione flessibile. Si tratta di
una flessibilità interna all’azienda ,
grazie all’introduzione di robot e di
impianti automatici, ma anche di
una flessibilità in termini di
localizzazione delle fabbriche
stesse, che si frammentano in tanti
luoghi diversi, con ciascun
impianto specializzato in una fase
della produzione.

Il commercio mondiale diventa un


commercio soprattutto di prodotti
intermedi che vengono poi assemblati da qualche parte. Le imprese sono spinte a delocalizzare
per acquisire vantaggi che non si potrebbero ottenere nel luogo di origine. Le imprese della terza
rivoluzione industriale sono organizzate a rete. Il lavoro d’ufficio è stato reso molto più efficiente
con l'elaborazione di software. Anche il processo di imitazione si è reso più rapido, con una corsa
alle invenzioni nei paesi avanzati. Essa è bastata soprattutto sulle energie alternative, ad esempio
il nucleare, le biomasse, il fotovoltaico, ecc.

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DALLA CRISI DEGLI ANNI SETTANTA ALLA SVOLTA
DEI NOVANTA

Molte delle condizioni che avevano sostenuto i miracoli economici non potevano durare
fino all’infinito, vediamo quali sono stati i fattori che portarono alla crisi dei fattori di
sviluppo:

• L’aumento dei salari.


• La crisi del fordismo.
• La crisi petrolifera.
• Crisi dell’intervento pubblico.

Questi fattori portarono all’aumento dei prezzi di alcune materie prime. Con la
Decolonizzazione e la crisi dei fattori di sviluppo, si arrivò, nel 1973, alla crisi dell’egemonia
USA con la conseguente inconvertibilità del Dollaro, la quale portò all’abbandono, da parte
degli USA, dei tassi a cambio fisso, introducendo i cambi flessibili.

Si arrivò alla fine della super crescita dell’Europa, la quale cercò di far fronte a questo mutato
contesto mondiale attraverso l’integrazione europea.

Dal 1980 il presidente USA Ronald Reagan mandò avanti una politica di liberalizzazione del
settore finanziario, chiamata Deregulation. Essa favorì le fusioni e le creazioni di filiali, arrivando
nel 1999 all’abolizione del Glass Steagall Act,
permettendo alle banche di investimento di
utilizzare per le proprie attività anche i depositi dei
clienti.

Gli investimenti della banca americana furono


soltanto a scopi speculativi e non di sostegno delle
attività produttive o del risparmio privato.


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IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA

Subito dopo la CECA, l’Europa provò a costruire una Comunità europea di difesa, la CED ma
senza risultati, in più si ebbe il fallimento dell’OECE, nel 1948.

INTEGRAZIONE COMMERCIALE:

Nel 1955 si creò a Messina, formata dai paesi aderenti alla CECA, un’unione doganale chiamata
Benelux.

Con la firma dei trattati di Roma del 1957 si crearono la Comunità economica europea (CEE),
denominata anche MEC, e l’Euratom che creava la comunità dell’energia atomica. La MEC
riuscì, nel 1968, ad eliminare totalmente i dazi doganali.

Come risposta al successo della MEC, i paesi europei non appartenenti ad essa, formarono
l’EFTA, la quale aboliva in dazi interni ma lasciava la libertà di negoziare i dazi verso l’esterno.
L’Unione Europea divenne il più importante soggetto di commercio internazionale.

Nel 1972 aderirono alla MEC la GB, l’Irlanda, la Danimarca e successivamente anche la Norvegia.

Nel 1981 Aderì la Grecia.

Si volle creare un mercato unico, così si introdusse il mutuo riconoscimento, ovvero si stabilì
che un prodotto fabbricato o commercializzato in uno stato membro doveva essere in linea di
principio ammesso sul mercato di tutti gli stati membri della Comunità. Si creò persino una
legislazione antitrust per tutte le imprese della Comunità.

Nel 1986 aderirono la Spagna e il Portogallo.

Con l’adozione della Carta comunitaria si parlò per la prima volta di Unione europea.

Nel 1991 si arrivò alla proclamazione del trattato di Maastricht, esso includeva una
riorganizzazione della legislazione precedente, istituiva l’Unione Europea ed incorporava le
disposizioni per la realizzazione dell’Unione monetaria.

L’EFTA venne eliminata e i paesi rimasti fuori dalla MEC, vi entrarono soltanto nel 1995.

INTEGRAZIONE SOCIALE ED INDUSTRIALE:

In campo finanziario, con i trattati di Roma, si creò la BEI, ovvero la banca europea di
investimenti, essa era un’agenzia di finanziamento dello sviluppo.

Per il lavoro era stata introdotta la libertà di movimento dei lavoratori all’interno dell’Unione. Venne
creato un fondo sociale europeo, chiamato anche FSE, per facilitare l’aggiustamento dei migranti
nei nuovi paesi di destinazione.

Nel 1974, nel bel mezzo della crisi petrolifera, venne creato un fondo europeo per lo sviluppo
regionale, chiamato anche FESR.

Nel 1980 venne creato l’ESPRIT, un progetto nel settore dell’elettronica, i programmi di ricerca
incominciarono a proliferare.

Nel 1988, quando si riorganizzarono tutti i fondi strutturali con un disegno unitario, i quali obiettivi
erano: lo sviluppo delle aree arretrate, la promozione delle regioni a bassa intensità abitativa e la
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lotta alla disoccupazione. L’aspetto più importante della riforma era che non venivano più allocati
fondi a livello nazionale, bensì a livello regionale. Successivamente si creò un nuovo fondo di
coesione, destinato ai paesi con un reddito

pro-capite inferiore al 90% della media europea. L’Europa finanziò la ristrutturazione o la chiusura
di molti impianti, sostenendo anche la riconversione o il prepensionamento di migliaia di
lavoratori.

Nel 1990, dopo l’unificazione della Germania, si creò la BERS, la banca per la ricostruzione e lo
sviluppo.

Con il trattato di Maastricht si incorporò all’UE, la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e
la politica in materia di cooperazione di polizia e di giustizia (AIG).

INTEGRAZIONE AGRICOLA:

A partire dal 1960 si incominciò ad organizzare una politica agricola comune (PAC), ci si accordò
su un protezionismo basato sul sostegno dei prezzi di alcuni prodotti strategici e sui dazi
doganali. Ogni primavera venivano concordati i prezzi per i singoli prodotti, da mantenere fissi per
l’anno successivo.

Questo sistema entrò in vigore nel 1962 e venne amministrato dal fondo europeo di orientamento
e garanzia agricola (FEOGA).

Nel 1992 si ebbe una riforma integrale della PAC, chiamata riforma MacSharry. Essa prevedeva
una progressiva riduzione dei prezzi, una compensazione diretta dei redditi dei contadini,
l’imposizione di quote di produzione per i prodotti soggetti a rimanenza, compensi per la
conversione di aree coltivabili in aree riforestate e degli incentivi alla coltivazione di prodotti per i
quali non vi è rimanenza.

INTEGRAZIONE MONETARIA:

Nel 1971 si ebbe la prima crisi sul mercato dei cambi a causa dell’inconvertibilità del Dollaro.

Nel 1972 venne varato il serpente monetario che prevedeva una fluttuazione delle monete
comunitarie fra di loro limitata e un agganciamento al Dollaro, nei confronti del quale si fissava
nuovamente una fluttuazione limitata. Esso durò soltanto 7 settimane perché nel 1990 la Sterlina
inglese ed irlandese dovettero uscire.

Nel 1978 si creò una versione più matura e flessibile del serpente, ovvero il Sistema monetario
europeo (SME), esso era basato sulla fissazione della parità di ciascuna moneta con una moneta-
paniere di riferimento (l’ECU). Quando una moneta divergeva dalla parità, il paese doveva
intervenire, anche con qualche aiuto temporaneo da parte di un fondo predisposto a tale scopo.
Se poi anche questo non fosse bastato, allora si sarebbe arrivati al riallineamento.

Tra il 1992 e il 1993 la Lira e la Sterlina uscirono dallo


SME, il quale stava giungendo al termine.

Con il trattato di Maastricht si creò la UEM, con la


successiva creazione di una moneta unica.

Nel 1998 venne creata la Banca centrale europea, la BCE.

Nel 2002 venne creato l’Euro ma essa si rivelò debole


rispetto al Dollaro. Essa si riprese ma fino al 2008, quando
scoppiò una crisi internazionale.

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L’ASCESA DELL’ASIA

La Decolonizzazione, la Globalizzazione e i crescenti flussi turistici, hanno portato alla crescita


dell’Asia. Noi parleremo del Giappone, delle tigri asiatiche, dell’URSS, della Cina e dell’India.

GIAPPONE:

La ripresa del Giappone fu fortemente aiutata dagli americani che avevano bisogno anche in Asia
di un presidio contro la Russia. I Zaibatsu vennero smantellati e
vennero creati i Cheiretsu, al loro centro avevano una banca
e un’assicurazione, mentre verso l’esterno operava una
trading company comune, che provvedeva alla
commercializzazione dei prodotti dell’intero gruppo. Fu
così che il Giappone entrò con ingenti investimenti nel
settore dell’acciaio, dei mezzi di trasporto, del macchinario
strumentale e soprattutto dell’elettronica. Lo Stato ebbe un
ruolo di sostegno delle politiche industriali. Alla fine degli
anni ottanta l’economia di quella nazione entrò in una grave
crisi. Il Giappone ebbe questa crisi a causa del debito
pubblico e della fine del processo di imitazione.

LE TIGRI ASIATICHE:

Le Tigri asiatiche è il nome attribuito principalmente a quattro Paesi asiatici per via del loro
ininterrotto sviluppo, sostenuto dalla GB, durato fino alla crisi del 1998. Questi 4 paesi sono:

•  Taiwan
•  Corea del Sud
•  Singapore
•  Hong Kong

Taiwan venne ceduta ai giapponesi nel 1894 e questi iniziarono un processo di industrializzazione,
la sua industria è diversificata ed è particolarmente forte nell’elettronica, nel macchinario, nella
petrolchimica e nei tessili.

La Corea del Sud era diventata colonia del Giappone nel 1910 e anche qui i giapponesi fecero lo
stesso lavoro come fecero a Taiwan. Il paese venne diviso in due, il sud più popoloso e agricolo,
controllato dagli USA e il nord più industrializzato e controllato dai sovietici. L’esercito
nordcoreano invase la Corea del sud ed iniziò una guerra che causò molte perdite. Gli USA
sostennero la ricostruzione della Corea del sud. Nel 1960 andò al governo un certo Park che volle
promuovere l’industria pesante la quale venne sostenuta dalle banche e venne sottoposta a
controllo statale.

Singapore era passata sotto controllo della compagnia delle Indie Orientali inglese, diventando
una forte colonia e una base navale importante.

Hong Kong diventò una colonia britannica, la sua economia divenne profondamente terziaria,
dando molta importanza alla finanza.

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DALL’URSS ALLA RUSSIA:

Egemonia USA

Guerra fredda Strutturasi del blocco sovietico

1969: Primavera di Praga

Con successiva crisi del blocco sovietico

CROLLO DEL BLOCCO SOVIETICO TRA IL 1989 E IL 1992


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CINA E INDIA:

Mao Zedong, comunista, fece una rivoluzione culturale ma la Cina soffrì molto per questo e per la
sua Repubblica (La Repubblica di Mao).

Dopo la sua morte nel 1976 si ebbe un riavvicinamento dell’occidente, quindi venne liberalizzata
l’agricoltura e si riconobbe per la prima volta che la Cina necessitava di tecnologie importanti e
nacquero le zone economiche. La Cina sviluppò un’importante industrializzazione e uno dei fattori
più importanti di questo successo fu l’investimento in capitale umano.

L’India aveva sviluppato un’importante attività mercantile anche con scambi con l’Occidente. Nel
1989 furono introdotte varie liberalizzazioni. Così l’India diventò un paese industrializzato.

L’ascesa dell’Asia è basata su un processo di imitazione del modello occidentale, essa si rese
capace di partecipare alla circolazione mondiale di persone, merci e capitali.

LA SECONDA GRANDE CRISI FINANZIARIA


INTERNAZIONALE

Vi furono due crisi finanziarie di non piccola portata: la


prima, nel 1997-98, dovuta al collasso di alcuni Paesi
asiatici e della Russia e, a seguire, di un grandissimo
fondo di investimento; l’altra, proprio all’inizio del nuovo
secolo, con una caduta pronunciata e prolungata del
mercato azionario come reazione agli eccessi
speculativi del quinquennio precedente. All’inizio
dell’estate 2007, nei mercati si comprese che le
crescenti insolvenze dei mutui ipotecari liberalmente
concessi negli Stati Uniti avrebbero causato un
sostanziale deprezzamento di una buona parte delle
attività finanziarie legate al credito fondiario. Quello
shock, che in sé pareva poca cosa rispetto alle
dimensioni dell’industria finanziaria mondiale, bastò a far
collassare l’intero castello di carte che anni di crescita
incontrollata e poi degenerata della finanza avevano
eretto. Le conseguenze ben si possono definire epocali. Una crisi finanziaria senza precedenti si è
manifestata in una caduta drastica e improvvisa dei prezzi di prodotti finanziari privi ormai di
mercato; nel venir meno della fiducia reciproca nelle relazioni fra controparti dell’industria
finanziaria, in un processo disordinato di contrazione del credito; in perdite sempre più gravi subite
dalle banche; in un crollo delle borse; in un’impennata della volatilità. Negli Stati Uniti e nel Regno
Unito sono falliti o sono finiti in amministrazione controllata grandissimi istituti che dominavano la
finanza mondiale, e con essi decine di banche locali e storiche istituzioni del credito fondiario. Non
solo negli Stati Uniti, l’intervento pubblico, un tempo deprecato, è stato invocato per sostenere o
ricapitalizzare le banche. Sin dal 2008, la crisi finanziaria si è trasmessa all’economia reale: prima
negli Stati Uniti, poi nelle altre economie industrializzate, infine nel mondo intero. Il rallentamento
della crescita è divenuto recessione. L’intervento della politica economica, oggi più tempestivo e
deciso, probabilmente impedirà che essa si trasformi in una lunga depressione, ma, anche nella
migliore delle ipotesi, la ripresa sarà lenta. Nel 2012 la BCE acquistò i titoli degli stati in difficoltà.

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CONCLUSIONI

POSSIAMO CONCLUDERE CHE L’EUROPA HA CAMBIATO IL MONDO PERCHE’ HA RIFIUTATO


L’IMPERO E IL GOVERNO DALL’ALTO E HA DATO ORIGINE A UN PROCESSO POLITICO,
ECONOMICO E SOCIALE DAL BASSO.

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BIBLIOGRAFIA

• STORIA ECONOMICA DELLA SOCIETA’ PRE-INDUSTRIALE “CARLO M. CIPOLLA” IL MULINO

• PERCHE’ L’EUROPA HA CAMBIATO IL MONDO UNA STORIA ECONOMICA “VERA ZAMAGNI”


IL MULINO LE VIE DELLA CIVILTA’

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