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Lezione 05/10/2021

Carlo Martello può sfruttare la sua pseudo-vittoria sui musulmani provenienti dalla penisola iberica
a livello propagandistico per presentarsi come protettore della cristianità e delle popolazioni locali,
che era flagellate dalle scorrerie musulmane. La risposta che Carlo Martello dà in realtà è parziale
(continuano nel sud della Francia) ma dà almeno una risposta: l’esercito del regno franco riesce per
la prima volta a ingaggiare con il rapidissimo esercito musulmano.
Progetto politico-militare più ampio:
- Annessione Turingia (Germania centro-occidentale); turingi, popolo turingio non si era
- Protettorato su regioni di area tedesca Alamagna (Svizzera e Germania sudoccidentale) e
Baviera (Germania sudorientale); regni tributari – cuscinetto con il mondo slavo e
mongolico e con le loro incursioni
- A Nord respinge Frisoni e Sassoni
I Franchi avevano scacciato a loro volta i visigoti, ma altre popolazioni premevano su quel
territorio.
Il regno è ancora diviso fra due esponenti merovingi (re fannulloni) ma Carlo Martello è
maggiordomo. Le forze politiche e sociali franche (aristocrazia e mondo ecclesiastico) non
sostengono i re ma fanno affidamento su Carlo M.
Progetto di cristianizzazione ad est:
- Le popolazioni del Nord della Germania erano rimaste pagane e i Pipinidi avevano capito
che cristianizzare quel mondo significava controllarlo, per esempio estendendo il potere
capillare delle Chiese, che erano organi di controllo. Manda missionari supportandoli
militarmente.
- Nascono grandi abazie e nuovi monasteri

(741) Morte di Carlo Martello: Il potere è quasi un bene personale per la mentalità barbarica e
quindi il potere viene spartito fra i figli Carlomanno e Pipino il Breve; Carlomanno si ritira in un
Monastero a Montecassino, forse come risultato della pressione del mondo aristocratico. Il potere di
governo reale del maggiordomo rimane a Pipino il Breve.
Pipino il Breve stringe un rapporto strettissimo con il papato romano: il papa, punto di riferimento
dell’Italia centrale, quando ha problemi si rivolge ai
I papi non si fidano dei Longobardi neanche dopo la conversione poiché hanno interessi politici
contrastanti. Il papato oramai è il punto di riferimento dei territori formalmente imperiali, su cui i
longobardi hanno mire.
Ogni volta che un re longobardo cerca di mettere le mani su un territorio importante che
appartengono formalmente a Bisanzio i Franchi intervengono presentandosi come protettori del
papato e minacciando i longobardi di intervenire militarmente.

751 Pipino il Breve depone Childerico III e si fa acclamare rex Francorum dall’aristocrazia di
governo del mondo franco, a cui si aggiunge nel 754 anche la consacrazione di papa Stefano II
(riconoscimento formale)
754 Stefano II si trova in grande difficoltà, all’interno del mondo latino e romano stesso si creano
due fazioni, una filopapale e una composta da famiglie importanti ostili al papa e con legami con i
longobardi. Questi ultimi prendono il potere a Roma e il Papa fugge in Gallia. Lì, riconosce
formalmente l’autorità dei pipinidi. In cambio Pipino, promette di intervenire in Italia contro i
longobardi in Italia e che avrebbe ceduto i territori strappati ai Longobardi al papato. Promissio
Carisiaca: elemento fondamentale per la costituzione del potere temporale del papa, ma non
abbiamo il documento originale, quindi è di dubbia originalità.

Seguono due spedizioni contro Astolfo, che respinge senza mai entrare troppo a fondo. Stringe un
accordo con i re longobardi, facendo sposare i suoi due figli con le principesse longobarde.

768 muore Pipino e si forma una sorta di diarchia tra i figli Carlo e Carlomanno, quest’ultimo
muore nel 771 lasciando sul trono solo Carlo.
Carlo Magno si distingue per un’attività militare incessante.
Spedizioni sanguinose dirette non solo alla conquista ma anche alla conversione forzata.
Espansionismo franco:
- Vs Sassoni
- Vs Avari (popolazione ugro-finnica) stanziatisi nella pianura ungherese, conquistata l’attuale
Austria, da cui lanciano spedizioni militari di saccheggio. Li sconfigge.
- Assoggettamento definitivo della Baviera
- Fermano?
- 774 conquista regno longobardi
- Fronte spagnolo: crea uno stato cuscinetto a ridosso dei Pirenei ma sul territorio spagnolo
(Marca Spagnola) per contenere le incursioni musulmane.
- Più a Sud, i ducati di Spoleto e Benevento rimarranno autonomi: il primo riconoscerà
l’autorità dei Franchi e verrà talvolta inglobato, mentre l’altro rimarrà formalmente
autonomo.

Mondo Franco:
- Fase insediamento: capacità simbiotica che permette una rapida fusione con le popolazioni
latine sconfitte, che in questo modo si accrescono in numero grandemente.

I Franchi si trovano a contatto con l’organizzazione vescovili già estesa e dunque si appoggiano ad
esso ampliandone i poteri giurisdizionali
Arruolano in loco gli ufficiali. Gli elementi della popolazione sconfitta vengono quasi
immediatamente coinvolti nella gestione del potere

Ogni re in competizione deve convincere


Grandi famiglie che, pur partendo dall’Austrasia fra Francia e Belgio, hanno accumulato territori
sparsi; per convincere queste potenti famiglie aristocratico viene offerto in pegno parti del demanio
regio, che è il patrimonio economico ma anche militare della famiglia reale. I re fannulloni non
avranno influenza né potere anche perché non avranno a disposizione risorse del demanio regio
sufficienti perché dilapidato
Turingi, Bavari, Musulmani dai Pirenei, mentre i re sono presi a dilapidare risorse in conflitti
interni, premono sui territori.
Trustis, consiglio del re composto da collaboratori strettissimi chiamati antriustiones
I maggiordomi, invece, riescono a stringere rapporti con aristocrazia sia laica che ecclesiastica,
poiché risponde ai loro bisogni: respingere le minacce esterne e diffondere il cristianesimo anche
materialmente, estendendo il sistema di chiese e monasteri. Non sono funzionari pubblici, ma solo
persone con cui il re ha un rapporto diretto di fiducia personale, guadagnata attraverso la pratica del
beneficium: è un rapporto personale

Le grandi famiglie franche di origine austrasiane controllano grandi latifondi e quindi grande potere
economico che permette loro di investire nell’attività militare di espansione, che a sua volta
contribuirà ad estendere i loro latifondi

L’elemento iniziale delle assemblee degli uomini in armi scompare, anche perché è materialmente
impossibile riunirli tutti.
I consiglieri del re, invece, assumono sempre maggior potere: i maggiordomi di palazzo sembrano
più in grado del re di gestire le esigenze dei regni.

Precaria: rapporto clientelare in cui un inferiore prega un superiore chiede della terra da poter
coltivarla e sopravvivere, in cambio coltiva pezzi di terra maggiore a vantaggio del signore; n.b. è
un legame personale in cui si legano un superiore e un inferiore
Ciò avviene non solo a livello dei privati ma anche a livello pubblico: Vassi: un ricco signore può
sfruttare la sua ricchezza personale per costituire un esercito, attraverso il rapporto interpersonale
del beneficio (attraverso cui l’inferiore può procurarsi cavallo, armatura e armi)
Il beneficio di solito è un appezzamento di terra che viene concesso in cambio del servizio delle
armi (può essere di tutto, un cavallo, una somma di denaro)
È un rapporto asimmetrico economicamente ma paritetico dal punto di vista degli obblighi nel senso
che entrambi hanno dei doveri da rispettare, c’è un obbligo da entrambe le parti;

Nasce fra VII-VIII nasce il Feudalesimo o rapporto vassallatico-beneficiario

Diverso modello militare: con la caduta in disuso, per ragioni di praticità, delle assemblee popolari,
non si conta più su un esercito popolare composto da tutti gli uomini in armi in grado di combattere;
bensì, l’esercito si forma intessendo queste relazioni interpersonali.
Ciò ha conseguenze politiche: il re deve appoggiarsi alle grandi famiglie di latifondisti se vuole
raccogliere un esercito, ciò significa che esse hanno un peso politico-militare grandissimo; il modo
in cui è possibile accaparrarsi la fiducia di queste famiglie aristocratiche è concedere loro ulteriori
benefici che vadano a ingrandire ulteriormente i loro latifondi e a diminuire il demanio regio.

Lezione 07/10/2021

Carlo Magno: fine VII sec si raggiunge con Carlo Magno la massima espansione franca:
- 772-791 Spedizioni contro i Sassoni (Germania del Nord): crudeli ritorsioni, deportazioni e
insediamenti con il fine di sottomettere militarmente questa popolazione ma anche di
cristianizzarla, in quanto l’unità religiosa viene vista come un elemento di controllo:
Attività di evangelizzazione: vengono create nuove strutture ecclesiastiche, in particolare
sedi vescovili metropolitiche di Magonza e Colonia; raccolta delle decime: una parte delle
risorse economiche (dei raccolti) vengono prelevate al fine di supportare l’evangelizzazione.
- Tassilone di Baviera (re dei Bavari) aveva approfittato della morte di Pipino il Breve e si era
rifiutato di pagare la somma dovuta ai franchi per il rapporto di protettorato stabilitosi, Carlo
interviene militarmente
- Baviera e Friuli diventano le basi per le spedizioni vittoriose contro gli Avari, che sono
addirittura costretti a ritirarsi e abbandonare del tutto
- Creazione Ostmark (da cui Austria): marca orientale destinata a difendere i confini orientali.

Carlo Magno capisce che, in un territorio così vasto come quello occupato da Franchi, i punti di
confine sono estremamente delicati e pertanto le marche di confine, territori grandi e importanti
affidati a persone di fiducia del re, devono avere maggior poter e autonomia, poiché devono essere
in grado di rispondere immediatamente a minacce esterne senza dover attendere che l’esercito li
raggiunga.
Slavi

Le minacce vengono soprattutto dalle popolazioni slave che vorrebbero procedere verso occidente.
L’esercito franco, tuttavia, pone una barriera per cui si formano stati sedentari e federati (Boemi,
Croati)
Spagna
Sin dagli anni 70 dell’VIII sec. iniziano interventi militari in Spagna
778 battaglia Roncisvalle: l’attacco sui Pirenei non fu dei musulmani ma dei Baschi, che non
accettavano che l’esercito passasse sul loro territorio senza contrattare. Le canzoni cavalleresche
nascono da questo evento ma il nemico deve essere il musulmano.
Costituisce la Marca Ispanica per protezione della Francia meridionale e la affida a capi militari
abili

774 Carlo Magno entra attraverso i valichi alpini nella pianura padana e si avvia alla conquista
dell’Italia longobarda non trovando grande resistenza da parte dei duchi longobardi del nord d’Italia
che si fanno da parte. Arriva a Pavia, sconfigge Desiderio e assume il titolo di Rex Langabardorum.
Non c’è una fusione dei due popoli, i franchi non si stanziano in Italia e solo alcuni vengono
trasferiti da Carlo in Italia per ruoli di gestione del potere. La classe dirigente di questo mondo
rimane longobarda, probabilmente Carlo aveva raggiunto accordi con molti dei duchi che
comprendevano gestione parziale del potere.
Parziale autonomia: dopo alcuni anni il titolo di Rex Italiae viene concesso da Carlo al figlio Pipino
e solo una parte piccola dell’aristocrazia in Italia sarà composta da franchi; n.b. il ducato di
Benevento, all’estremo Sud del territorio longobardo conserverà la propria autonomia.

Questa nuova compagine assumerà il nome di “Impero”, nella convinzione di essere ancora parte
del mondo antico imperiale. Ma con un territorio così esteso è anche necessaria riformare le
modalità di governo, riprendendo sia la tradizione barbarica che quella romana e sanitizzandone
alcuni aspetti:
- Distribuisce 200/300 conti sul territorio in qualità di rappresentati del potere centrale regio:
molti dei conti assumono il governo di alcune circoscrizioni dette contee, entro cui il potere
è affidato a un membro fidato probabilmente preso dalle antiche famiglie austrasiane alleate;
ci sono poi conti “mobili” che vivono a corte e vengono inviati a seconda del bisogno. I
conti hanno: - poteri militari (radunare e guidare l’esercito) e - poteri giudiziari, il potere di
convocare e presiedere i placiti, assemblee in cui si decideva sulle vertenze in corso in un
determinato territorio.
Amministrazione della giustizia: veniva gestita dal conte che faceva affidamento sui giudici, cioè
coloro che sono in qualche modo esperti di diritto. Nelle campagne (per spazio) venivano convocate
queste grandi assemblee in cui gli abitanti della contea si riunivano e portavano di fronte al conte i
propri litigi, le contese che avevano in corso e chiedevano giustizia. Il conte, con il supporto dei
giudici, decretava una risoluzione.
Il conte non è proprietario della contea: è un funzionario pubblico inviato dal re, che magari, per
ricompensarlo dei suoi servizi, gli dona anche delle proprietà private all’interno della circoscrizione
che amministra.
Ciò significa che la sua carica non è ereditaria. Quando muore il re lo sostituisce con un altro
funzionario, poiché il territorio appartiene comunque al re.
I marchesi (marchiones) hanno territorio molto più ampi delle contee, ossia le marche, che per la
rilevanza strategica che hanno rispetto alla difesa dei confini, devono essere più potenti e in grado
di mobilitare difese per una prima risposta in attesa che arrivi anche l’esercito regio. Lungo i confini
nascono quindi le marche: circoscrizioni come le contee ma più grandi quindi in grado di mobilitare
eserciti più ampi. Ex. Marca friulana (da dove passava i popoli diretti in Italia); L’Ostmark

(rispondere alle incursioni degli slavi e degli Avari); Marca di Brandeburgo (vs slavi); Marca
spagnola (a ridosso della penisola spagnola sui Pirenei per arginare i musulmani); Marca di
Bretagna (Francia settentrionale, per difendere dalle incursioni dei Bretoni); ducato di Spoleto
(mantiene l’etichetta tradizionale di ducato ma è una marca che serve a controllare i territori rimasti
in mano ai longobardi e poi anche le incursioni dei musulmani).

Conti: persone di cui il re si fida, formate nella corte regia e uscite dalle grandi famiglie
aristocratiche che collaborano con il re nella gestione del potere. Ovviamente, una volta lontano un
conte potrebbe sviluppare interessi privati sul territorio, ma il modello che ha in mente Carlo Magno
non va confusa con le degenerazioni del sistema dei conti. In cambio di questi servizi, la monarchia
concede un beneficio che spesso consisteva in ampi terreni all’interno del territorio in cui svolge il
suo ruolo pubblico, ma non è sempre così, spesso il beneficio è composto da possedimenti lontani,
in modo che il conte non si radichi e quindi non confonda la sua funzione con gli interessi privati.
Ci sono anche i conti palatini, che sono mobili.

Vassi dominici: funzionari pubblici che vivono presso il re a corte sostenendolo anche militarmente
e vengono inviati su tutto il regno per controllare l’operato dei conti o per occuparsi di aree ancora
non assegnate. Detti anche missi dominici, di solito in coppia, un laico e un ecclesiastico.

Zone immunitarie: c’erano zone che non appartenevano alle contee, cioè non erano soggette al
controllo dei conti (potere amministrativo, giudiziario). Nel caso di enti ecclesiastici
particolarmente importanti (vescovati e grandi abbazie), il re concedeva il privilegio dell’immunità
(dal conte) e rispondevano direttamente al re; in pratica erano autonomi, e amministravano queste
zone spesso tramite la figura di un advocatus, cioè un laico che amministra per conto del vescovo.
Per esempio, chi viveva in una diocesi immune non doveva essere arruolato sotto il conte.

Assenza di una capitale: la mentalità ancora nomadica delle popolazioni di origine germaniche non
è vicina all’idea di una capitale a rappresentare il potere centrale.
Carlo Magno sente invece questa esigenza: 794 Aquisgrana, nel territorio austrasiano di riferimento
per il potere tradizionale franco, viene eletta a residenza privilegiata. Tuttavia, fa fatica a imporsi
come capitale. Carlo fa costruire un palazzo ispirato al Laterano a Roma e fa costruire una cappella
ispirato a San Vitale a Ravenna.

Abolizione della carica di maestro di palazzo: i Pipinidi avevano utilizzato questa carica come
strumento di ascesa politica e quindi sono consapevoli che l’eliminazione di questa posizione in
realtà rafforza il re. Emergono invece altre cariche specifiche, che è una prima evoluzione dal
sistema del consiglio di uomini fidati dal re, che nella tradizione barbarica si occupavano
indistintamente di tutto.
Arcicappellano: consigliere del re nella gestione delle questioni riguardanti le strutture e le
gerarchie ecclesiastiche; anche le nuove diocesi e abbazie, che come viste nella pratica di portarle
durante le invasioni, è un metodo; naturalmente è anche il cappellano del re
Camerario: amministratore del demanio regio, che gestisca tutte le fonti di reddito del re tramite
tutte le aziende agricole, dato che in questo momento storico la leva fiscale non è un mezzo
applicato. Questo serve anche ad evitare che i conti si approfittano della lontananza del re per
guadagni personali.
Apocrisario: colui che si occupa dei documenti e tiene la corte del re in contatto con le contee.
Coppiere: si occupa di fornire l’alimentazione di tutta la corte, dunque migliaia di persone
Siniscalco e contestabile: si occupano del comando militare delle truppe a ridosso della curia regia

Schola Palatina: ad Aquisgrana Carlo vuole fondare una scuola a palazzo, affidata a uno dei più
grandi intellettuali dell’epoca, Alcuino di York. Intellettuali da tutto il mondo: ex. Dungal,
astronomo irlandese; il poeta visigoto Teodulfo, che si era rifugiato; Paolo Diacono, longobardo e
autore Historia Langabardorum, in cui mette per iscritto la grande tradizione orale longobarda;
Eginardo, intellettuale franco autore della Vita Caroli: importante non tanto per l’affidabilità della
fonte, ma per comprendere la mentalità dell’epoca.
Anche i grandi centri monastici nascono scuole monastiche importantissime per la trasmissione
della cultura classica. La Schola Palatina è un’eccezione perché non è una struttura religiosa a
costituirla, ma il volere del re: Carlo Magno, pur non essendo egli stesso un uomo di cultura,
comprende l’importanza dello sviluppo della cultura. Per questo produce dei capitolari appositi per
regolare le attività delle scuole (capitolari: accorpamenti di leggi su uno stesso aspetto in un testo
unico per regolare un certo aspetto). Si cerca di recuperare il modello classico per educare i giovani:
- Arti del trivio (grammatica, retorica, dialettica)
- Arti del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica)

Nelle grandi abbazie c’erano anche gli scriptoria, in cui i monaci ricopiavano i testi della grande
letteratura classica e dei grandi intellettuali del medioevo.
A questo proposito, c’è l’adozione di una nuova grafia molto più leggibile: Carlo impone un canone
di scrittura più leggibile e che si diffonde sul territorio.

Accanto al latino, che rimane la lingua ufficiale, cominciano ad emergere le lingue volgari, che solo
adesso vengono registrate dalle fonti (molto più antiche di così, è un lungo e lento processo di
evoluzione).
Ex. 813 concilio vescovile di Tours che stabilisce che il clero di quella diocesi che i chierici (chi è a
contatto con il popolo) devono predicare non in latina ma in “rustica Romana lingua aut Theotisca”.
N.b. non la liturgia che è fissa ed è in latino, ma la predica.

Fenomeno delle Chiese private: il sacerdote delle nuove fondazioni religiose costituitesi grazie al
contributo economico di un privato e alla donazione di terreni, era scelto dalla famiglia di
quest’ultimo, come privilegio in cambio del dono fatto. Lo stesso vale, in più grande, per gli abbati
dei monasteri. Donazioni pro anima.
Questo si diffonde molto nel mondo franco ed è una possibile minaccia perché queste istituzioni
sembrano sfuggire al sistema diocesano: invece, Carlo, stabilisce che esse comunque sono
sottoposte all’autorità del vescovo. Ma quando è il re a fondare un’abbazia, le concede
immediatamente il beneficio dell’immunità per sottrarla dall’influenza del vescovo.
Oltre al livello spirituale, dietro al fenomeno delle chiese private c’è un interesse economico:
quando la persona è incerta sul diritto che effettivamente ha su un certo terreno, può donarlo ai fini
della fondazione di una nuova chiesa per assicurarsene il controllo, dato che, potendo scegliere il
sacerdote, può scegliere sempre un familiare e continuare a sfruttare il ricavato di quella terra. Per
esempio, nel caso di appropriazione indebita di un possedimento regio, tanto il re non proverà mai a
confiscare terreni alla Chiesa. Questo succede anche con i longobardi quando sono minacciati dai
normanni nel Sud d’Italia.

Capitolari di Carlo Magno mette in ordine anche la geografia ecclesiastica


Territorio diviso in diocesi
Pievi: Chiesa con una circoscrizione molto vasta e solo lì possono essere amministrati i sacramenti.
Le parrocchie nasceranno dalla frammentazione di queste pievi.

Professio iuris: un mondo in cui convivono persone di etnie svariate: in una causa, l’attore
principale stabilisce a quale tradizione normativa risponde.

Riforma monetaria

Muoiono tutti i figli di Carlo, rimane solo Ludovico il Pio; quindi, il regno non si divide

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