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Lezione 23/11/2021

I tre figli maschi di Filippo il Bello muoiono e si apre così la Guerra dei Cent’anni (1337-1453)
Contrappone il mondo inglese al mondo francese e affonda le sue radici in tre questioni:
- Problema di controllo territoriale: dopo la morte di Filippo il Bello, la dinastia dei
Plantageneti di Inghilterra è riuscita, tramite una politica matrimoniale, ad estendere il
proprio controllo su metà della Francia (Francia occidentale). Il re di Inghilterra in teoria in
quei territori è solo un feudatario subordinato al re, ma accumulando più potere rischia di
avere più peso del re di Francia stesso.
- Problema dinastico: 1328 alla morte del terzo figlio di Filippo il Bello, il parlamento degli
aristocratici francesi decide che la corona deve passare a Filippo di Valois, esponente
capetingio. Edoardo III d’Inghilterra, essendo il figlio della figlia di Filippo il Bello di
Valois e nipote della sorella di Filippo il Bello, quindi dal punto di vista del sangue è più
vicino del cugino eletto dai baroni francesi.
- Problema economico: quei territori del Belgio, Fiandre e Olanda che hanno un rapporto
economico molto stretto con l’Inghilterra ma che rientrano tra le mire espansionistiche
francese.
Questa guerra è distinguibile in tre fasi
- 1337-1360 dallo scoppio alla pace di Bretigny. È il momento dell’attacco inglese alla
Francia. L’esercito inglese sbarca in Normandia, attraversa la Francia devastando i territori
controllati dalla monarchia francese, poi arrivati a Bordeux, si imbarcavano e ripartivano.
Operazioni rapide che però a volte venivano intercettate: nelle battaglie più importanti,
soprattutto 1346 battaglia di Crecy e Poitiers 1356, l’esercito francese risulta sconfitto.
Superiorità militare degli inglesi sui francesi. N.b. esercito inglese era composto da un gran
numero di francesi arruolati fra i territori controllati dalla corona inglese. Gli eserciti
francesi, tradizionali basati sulla cavalleria pesante, hanno difficoltà ad affrontare l’esercito
inglese, basato su arcieri che li colpiscono prima ancora di arrivare a contatto. Nella
battaglia di Poitiers, il re francese Giovanni è stato anche fatto prigioniero e nel 1360 deve
accettare nella pace di Bretigny condizioni molto sfavorevoli. Mantiene il titolo regio ma
deve cedere tutto quel territorio controllato dagli inglesi: il re inglese si svincola dalla
subordinazione alla monarchia francese; inoltre, si fa pagare una grande somma di denaro
per “i danni di guerra”.
- Con Carlo V l’esercito francese di riorganizza e il conflitto riprende ma il figlio Carlo VI
non è in grado di eguagliare il padre a causa di problemi di sanità mentali. La corte francese
stessa si divide in due partiti: Aramagnacchi e Borgognoni (duca d’Orleans fratello del re vs
duca di Borgogna). 1415 ad Acincourt, una nuova decisiva battaglia persa.
- Fase conclusiva: con il trattato di Troyes (1420) Carlo VI cede a Enrico V Lancaster la
propria corona, stabilendo che gli verrà assegnata dopo la propria morte. Questo accordo
viene sconfessato da Carlo principe ereditario di Francia, il delfino di Francia. Nel 1429 si
presente al principe ereditario una donna di umile origine, Giovanna d’Arco, si offre di
guidare le armate francese come missione di difesa e, cosa molta strana, lui gliela affida. Ha
successo e riesce a liberare la città d’Orleans dall’assedio inglese, città simbolica perché
centro originario del potere capetingio. Porta entusiasmo anche l’idea di un’inviata di Dio
che guida l’esercito. 1430 Giovanna d’Arco viene catturata dalle milizie borgognone che le
consegnano agli inglesi che la accusano e processano per stregoneria e viene arsa sul rogo. I
francesi riprendono la lotta. Carlo VII raggiunge un accordo con il duca di Borgogna,
ricompattando il fronte francese e riuscendo a riprendere la guerra, contro un’Inghilterra che
è anch’essa sfinita dallo sforzo bellico ed economico. Lentamente Carlo VII, in maniera

progressiva, riesce riconquistare il territorio. Battaglia di Castillion viene riconquistata


anche Bordeux, roccaforte inglese, a cui rimane solo Calais.

Nel frattempo, in territorio francese assistiamo a due grandi rivolte anni ’50 del 1300:
- La rivolta dei borghesi parigini guidata da Etienne Marcel, capo della comunità cittadina che
guida una rivolta contro la monarchia, la Chiesa e l’aristocrazia. I costi della guerra e le
tasse, così come le devastazioni e le continue sconfitte, vanno a pesare sui ceti produttivi.
- Rivolte della Jacquerie: rivolte violentissime dei contadini contro feudatari e la rete dei
funzionari del re, che oramai non controlla più nulla perché il controllo reale è saltato.
Queste due rivolte rimangono separate e dunque vengono represse militarmente nel sangue (nel
1358). Naturalmente questo ha un costo per la guerra.
Di nuovo, l’assenza di un governo centrale che garantisca la pace e difenda dalle ingiustizie e le
prepotenze dei signori locali, porta a una tensione sociale che scoppia.

Prospettiva dell’Inghilterra.

Enrico II Plantageneto, conte d’Angiò vs Stefano di Blois (lo scontro per la corona inglese è fra due
grandi esponenti della aristocrazia francese)
1154 Enrico II d’Angiò vince:
- Rafforzamento del potere regio con il nuovo re che cerca di recuperare i territori presi in
mano dalla aristocrazia che aveva approfittato della debolezza della monarchia per
appropriarsi dei beni demaniali.
- Cerca collaborazione con baroni ed ecclesiastici che vengono coinvolti tramite assemblee
nelle decisioni del re.
- Formazione di un vero e proprio governo centrale e formazione di rete di funzionari
distribuiti sul territorio che li sorvegliando per conto del re. Grandi circoscrizioni con
sceriffi (rappresenta il re nelle contee) e giudici itineranti, che si occupano di risolvere i torti
subiti a causa delle prepotenze dei signori locali. Nasce così un gruppo di grandi intellettuali
e giuristi che elaborano anche l’idea del costituzionalismo: il potere è tenuto a rispettare la
legge. Ancora una volta chi si occupa del rapporto è il cancelliere, che tiene i legami tra la
monarchia, tra il governo centrale, da una parte, e le organizzazioni periferiche e gli stati le
altre monarchie europee il papa le altre entità politiche del continente dall’altra. C’è il
tesoriere. Il gran giustiziere che gestisce i giudici itineranti.
In Inghilterra non ci sono grandi principi territoriali, ma contee relativamente piccole, e
sotto il controllo non solo di un conte, ma anche di uno sceriffo che lo monitora e risponde
al re. Lo sceriffo arruola gli armati, riscossione delle tasse e rispetto dei decreti del re.

1215 Magna Charta Libertatum: Giovanni senza Terra è stato sconfitto an Bouvines ed è in un
momento di grande debolezza, impoverimento delle grandi casate aristocratiche con la perdita di
tutti i territori occidentali. Si forma dunque una forte opposizione fra i baroni scontenti: i baroni
costringono il re a sottoscrivere certe pretese.
- Nuove imposte devono essere approvate dai grandi del regno (grandi baroni e grandi
ecclesiastici);
- Si prevede la costituzione di un collegio di 25 baroni che sorveglino sul rispetto
dell’accordo;

- Magnum consilum: i grandi baroni che si riuniscono in assemblea per assistere le decisioni
del re sulle questioni più importanti del regno: non vincolante, ma forse antesignano della
camera dei lord;
- Habeas corpus: nessuno può essere messo in prigione in assenza del mandato di un giudice.
È il potere giudiziario a decidere non il potere esecutivo.
Giovanni senza Terra afferma che gli è stata estorta e si fa sciogliere dai doveri dal papa.
Prima guerra baronale 1215-17: la monarchia verrà costretta a ribadire
Seconda guerra baronale 1264-67

L’Inghilterra perde la guerra dei Cent’anni e deve rinunciare a ogni pretesa sui territori francesi.
Nuova guerra intestina fra due dinastie (rami dei Plantageneti): Lancaster vs York. Viene
combattuta sul territorio inglese per trent’anni (1485-1509). Dimostra che ci sono grandi tensioni
fra le varie famiglie aristocratiche inglese, che hanno perso grandissimi territori con la sconfitta in
Francia (molte grandi dinastie si sono estinte durante in conflitto). Si combatte con bande di
mercenari, arruolate anche fuori dal territorio. Problematiche, se non pagati o durante i periodi di
tregua, i mercenari per guadagnare minacciano e saccheggiano i territori. Finita la guerra dei
Cent’anni queste bande rimangono sul territorio inglese.

Dopo 100 anni di guerra, il re vittorioso Carlo VII diventa il simbolo della nazione.
La Francia è una nazione da intendersi modernamente.
Ugualmente, in Inghilterra si sono persi i contatti con il continente. Ora punta al mare.

Lezione 25/11/2021

Prima metà del 1200


Enrico VI di Svevia eredita dal padre Federico Barbarossa una situazione stabile in Germania:
- Anche quando un grande feudatario come Enrico il Leone duca di Sassonia e di Baviera, FB
è rientrato in Germania e lo ha processato e condannato, di fatto costringendolo alla fuga e
all’esilio.
- Il potere imperiale
- Matrimonio di Enrico VI con Costanza d’Altavilla e pretende il controllo sul Sud d’Italia.
L’aristocrazia normanna gli contrappone Tancredi, figlio naturale di Ruggero II, ma dopo la
morte di quest’ultimo anch’essa si sfalda e Enrico riesce a penetrare con le armi e ad
affermarsi come sovrano.
- I collaboratori di Enrico VI mettono le mani anche sulle circoscrizioni appartenente all’area
del papato

1197 muore inaspettatamente, avendo come erede solo Federico, nato solo tre anni prima. L’anno
dopo 1198 muore anche la madre, Costanza d’Altavilla, che provava grande antipatia per la
presenza germanica nel sud d’Italia, e vuole conservare per lui il regno degli Altavilla. Per questo
raggiunge un accordo con il papa appena eletto, Innocenzo III.
Alla morte della madre, isolato nella corte palermitana tutti (vescovi, grandi feudatari, l’inviato
papale il cancelliere di Sicilia Gualtieri di Pagliari, anche i cavalieri tedeschi rientrati dopo essere
stati cacciati da Costanza) cercano di controllarlo perché ciò significa controllare il regno.

1208 Federico viene incorato re di Sicilia e comincia a prendere le redini. Allontanando per esempio
Gualtieri.

Il papa è in realtà molto contento della debolezza del sud d’Italia, perché aveva a lungi temuto la
pressione normanna proveniente da Sud. Nel frattempo, il Germania, appoggia l’elezione di Ottone
IV di Brunswick, l’esponente guelfo avversario della dinastia degli svevi. Tuttavia, quest’ultimo,
che aveva promesso di non interessarsi alle questioni italiani, invece addirittura muove pretese sul
regno di Sicilia, riproponendo proprio la situazione di attanagliamento dello stato pontificio temuta
dal papa.

Il papa allora appoggia le pretese imperiali di Federico II (1212), che parte con un piccolo esercito
di cavalieri e arriva in Germania, lì si allea con Filippo II Augusto.
Nel 1214 Ottone IV, che si era schierato con gli inglesi, aveva riportato una dura sconfitta nella
battaglia di Bouvines, mentre Filippo II Augusto era risultato vincitore, a fianco del re francese. Il
favore si sposta verso Federico e aumentano i sostenitori.
Il modo in cui ottiene questo consenso nel mondo tedesco è ambiguo: egli concede i diritti di
governo che spetterebbero al potere centrale ai principi locali che ottengono sempre maggiori
privilegi e quindi ancora più autonomia, a danno della forza del re. Federico II ha perso così il
controllo di quasi tutti i beni demaniali e controlla quasi solo i territori della Svevia. Formalmente,
tuttavia, ora controlla le tre corone (Germania, Nord e Sud d’Italia).
1220 Onorio III incorona Federico II imperatore.
Federico non sembra troppo interessato alla Germania ma si dedica soprattutto ad affermare il
proprio potere in Italia.
1226 convoca una dieta a Cremona per fare ciò che aveva il nonno II a Roncaglia 1158. Vuole
recuperare le regalie e i poteri concessi alla città del Nord, che nel frattempo, dopo la morte di
Enrico VI, è stata abbandonata a sé stessa.

1226-27: seconda lega lombarda e si arriva allo scontro armato con i comuni.

L’esercito imperiale riporta molte vittorie, anche una grande nel 1237 a Cortenova, e Federico è
convinto di avere la meglio, immaginando una riorganizzazione radicale del regno d’Italia: oltre alla
totale restituzioni delle regalie e dei diritti e privilegi imperiali, vuole stabilire una rete profonda di
funzionari imperiali, vuole che sia l’imperatore a nominare capitani o podestà (lo farà dove può con
funzionari meridionali). Questi funzionari dovranno poi rispondere a dei magistrati superiori, a cui
viene affidata la gestione dei 9 vicariati generali in cui Federico divide l’Italia, vicari regionali che a
loro volta rispondo a Ezio, re di Sardegna, figlio naturale di Federico. Così si perde tutta
l’autonomia delle città.

1231 Costituzioni di Melfi: normativa organica che riguarda il regno di Sicilia, riorganizzato al fine
di creare un forte governo centrale monarchico, dividendo il territorio in Province, al fine di
controllare le realtà aristocratiche, vescovili e cittadine.

Tuttavia, le città più importanti continuano a combattere il papato capisce che le mire di Federico
vanno contro i propri interessi, sostenendo quindi le istanze comunali.

1245 Concilio di Lione, papa Innocenza IV scomunica l’imperatore dando così un alibi a tutti i
ribelli. La scomunica ha perso la sua importanza, ma è una sorta di alibi morale. Dopo questo fatto,
Federico II è costretto a reprimere congiure nel regno di Sicilia, in cui tante famiglie meridionali
cercano di ribellarsi e vengono schiacciate dall’intervento di Federico, che ha pieno controllo di
queste aree.

Anche a Parma, una città storicamente ghibellina, quando viene eletto Innocenzo IV Fieschi,
famiglia stretta con i Rossi di Parma. Federico temendo un complotto assedia Parma.
Durante l’assedio, mentre Federico è impegnato in una battuta di caccia, l’esercito di Parma esce
per una battuta di alleggerimento e riesce a far grandi danni, dando fuoco alla cittadella di Vittoria
che viene rasa al suolo. Prima grande sconfitta sul campo.

1249 battaglia di Fossalta: le truppe imperiali guidate da Enzo vengono ed Enzo viene preso
prigioniero

1250 dicembre muore Federico II

Federico aveva fatto eleggere re di Germania prima il primogenito ed Errico (si ribella e lo fa
deporre) e poi il secondo genito Corrado IV. Naturalmente l’incoronazione imperiale da parte del
papa è difficile da ottenere. Corrado ha ereditato una situazione difficile che non avrà nemmeno il
tempo di risolvere, perché muore nel 1254.
In Italia, emerge il potere di Manfredi, figlio naturale di Federico II e donna Biancalancia. Si
avvicina al papato in funzione anti-Corrado, ma morto il fratello assume il comando nel meridione e
diventa punto di riferimento dei ghibellini sparsi per tutta Italia. È in grado di intervenire con
sostegno economico e militare, avendo a disposizione un esercito superiore a quelli comunali,
avendo un bacino di reclutamento molto ampio in un Sud d’Italia in cui è ancora preminenti il
sistema feudale volto al servizio militare.

1260 vittoria ghibellina a Monteaperti, dopo cui quasi tutta la Toscana, compresa la guelfa Firenze,
cade in mano ai ghibellini.
I pontefici sono dunque preoccupati, ora che c’è un problema solo italiano.

1265 papa Clemente IV chiama Carlo d’Angiò. Partendo dalla Provenza, attraversa con l’esercito i
territori guelfi e del Piemonte (sotto il controllo angioino) cercando di evitare scontri diretti prima
di arrivare nel Sud d’Italia.
1266 battaglia di Benevento in cui Carlo d’Angiò sconfigge Manfredi, che muore da cavaliere.
Aveva in realtà altri reparti con cui combattere

Corradino, figlio di Corrado IV, a 14-15 anni, parte con un gruppo di cavalieri tedeschi e
ricostituisce un esercito ghibellino, ma viene sconfitto a Tagliacozzo, venendo poi catturato e
giustiziato.

Regno angioino:

- Francesizzazione delle strutture feudali: i cavalieri francesi mettono le mani sui feudi più
importanti dell’Italia meridionale, dopo aver accompagnato Carlo in Italia
- Eccessiva fiscalizzazione che pesa sul meridione per recuperare i debiti fortissimi di cui si è
fatto carico attraverso le banche italiane e il papato per condurre la guerra
- Trasferimento capitale da Palermo a Napoli, che è più centrale per il regno, ma è un colpo
economico per Palermo
- Egemonia angioina in Italia, pone uomini fedeli e truppe anche nei ruoli di comando
dell’Italia settentrionale (Bologna, Piemonte); scambio militare

Malcontento diffuso in tutto il regno, con rivolte delle vecchie famiglie aristocratiche, con la
maggiore che è la rivolta del Vespro siciliano, che parte da Palermo e si espande in
Chiama in soccorso Pietro III d’Aragona, che aveva sposato Costanza figlia di Federico II. Gli
aragonesi alleati con i siciliani cacciano gli Angiò e poi cominciano a risalire nel sud continentale.
Pietro III aveva già un esercito pronto, la rivolta è una rivolta organizzata, ma per non dare troppo
nell’occhio aveva giustificato la mobilitazione militare spargendo la voce che stava preparando una
crociata.
I ribelli vengono inoltre finanziati da Bizantini, poiché per Carlo d’Angiò l’Italia meridionale è un
trampolino verso il Mediterraneo orientale, ha già mandato truppe in Albania, e stava preparando
anche truppe contro Bisanzio, per costruire una sorta di Impero mediterraneo.

Italia nel 300.

1302 trattato di Caltabellotta


Regno di Sicilia in mano a Federico III d’Aragona, che secondo l’accordo doveva restituirla agli
angioini alla sua morte (non lo farà)
Regno di Napoli, controllato dagli angioini
Domini pontifici nel centro Italia
Italia settentrionale estremamente frammentata ma i comuni più grandi cominciano a espandersi
inglobando i comuni più piccoli, come ad esempio Milano.

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