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La 

guerra dei cent'anni[N 1] fu un conflitto tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia che durò, con
varie interruzioni, centosedici anni, dal 1337 al 1453; le cause che lo scatenarono furono diverse, ma il
pretesto ufficiale fu la questione dinastica sulla corona francese rivendicata nel 1336 da Edoardo III
d'Inghilterra e duca d'Aquitania in quanto nipote di Filippo IV di Francia.
La guerra iniziò favorevolmente per gli inglesi che inflissero pesanti sconfitte ai francesi a Crécy (1346)
e a Poitiers (1356) dove arrivarono perfino a catturare il re Giovanni II di Francia. Con il trattato di
Brétigny del 1360 Edoardo III rinunciò alla sua pretesa ereditaria sulla Francia garantendosi, tuttavia, il
dominio di tutta l'Aquitania e di Calais. Otto anni più tardi la tregua fu rotta da Carlo V di Francia che
riuscì a riconquistare gran parte del territorio ceduto agli inglesi. Tra il 1407 e il 1435 la Francia fu
dilaniata da una guerra civile tra Armagnacchi e Borgognoni che, in seguito all'alleanza di Giovanni di
Borgogna con Enrico V d'Inghilterra, fece riprendere il conflitto. La battaglia di Azincourt (1415) segnò
una delle più gravi sconfitte francesi, gli inglesi occuparono tutto il nord-ovest e nel 1420 entrarono
persino a Parigi; due anni dopo Enrico VI d'Inghilterra si nominò re di Francia. Mentre gli
inglesi assediavano Orléans, nel 1429 iniziò la riscossa francese guidata da Giovanna d'Arco che
aveva ricevuto dal delfino Carlo VII, nel frattempo rifugiatosi a sud della Loira, il comando di un
esercito. Giovanna riuscì a rompere l'assedio di Orléans, invertendo definitivamente le sorti della
guerra, e a entrare a Reims dove Carlo fu incoronato re di Francia. Successivamente i francesi furono
in grado di espellere gli inglesi da tutti i territori continentali, fatta eccezione per la cittadina
di Calais che rimase inglese fino al 1559. Alla conclusione delle ostilità la Francia aveva
sostanzialmente raggiunto l'assetto geopolitico moderno.
Nel corso del secolo furono introdotte nuove armi e nuove tattiche che segnarono la fine degli eserciti
organizzati su base feudale e incentrati sulla forza d'urto della cavalleria pesante. Sui campi di battaglia
dell'Europa occidentale rividero la luce gli eserciti professionali, scomparsi dai tempi dell'Impero
romano. Si trattò inoltre del primo conflitto sul continente nel quale si impiegarono armi da fuoco in
campo aperto.[N 2] Nonostante la notevole durata del conflitto esso fu caratterizzato da un numero
relativamente contenuto di battaglie; ciononostante il territorio francese subì ingenti devastazioni da
numerose incursioni di armati (dette chevauchée, celebre quella del Principe Nero del 1355), spesso
accadute in periodi di apparente tregua, che contribuirono all'impoverimento della popolazione e alla
diffusione della peste nera.
La straordinaria importanza della guerra dei cent'anni, nella storia dell'Europa nel suo complesso, è
evidenziata dal fatto che la sua fine nel 1453 è una delle date convenzionalmente poste dalla
storiografia moderna a conclusione del Medioevo europeo, vista anche la concomitante caduta di
Costantinopoli.[N 3]

Indice

 1Contesto storico
o 1.1Origini
o 1.2Francia
o 1.3Inghilterra
 2Cause
o 2.1Il problema dinastico
o 2.2La questione della Guienna
o 2.3Ragioni economiche e sociali
o 2.4Intrighi e dichiarazione di guerra
 3Svolgimento del conflitto
o 3.1Suddivisione cronologica
o 3.2La fase edoardiana (1337-1360)
 3.2.1Gli inglesi irrompono nella Manica e sul continente
 3.2.2Prime difficoltà e la questione bretone
 3.2.3La Francia in crisi, la battaglia di Crécy e la presa di Calais
 3.2.4Ripresa delle ostilità, le scorrerie del principe Nero e il trattato di
Brétigny
o 3.3Guerra carolina (1360-1389)
 3.3.1Preludio: il periodo di pace tra il 1360 e il 1369
 3.3.2Prima guerra civile castigliana
 3.3.3Ripresa del conflitto: i successi di Carlo V di Francia
 3.3.4Armagnacchi e Borgognoni
o 3.4Guerra dei Lancaster (1415-1429) e unione delle corone
o 3.5Giovanna d'Arco e la vittoria francese (1429-1453)
 3.5.1Giovanna d'Arco
 3.5.2Pace di Arras e fine delle ostilità
 3.5.3Trattato di Picquigny
 4Conseguenze
o 4.1Demografiche
o 4.2Economiche
o 4.3Militari
o 4.4Crisi del papato
o 4.5La differenziazione tra Francia e Inghilterra
 5Note
o 5.1Esplicative
o 5.2Bibliografiche
 6Bibliografia
 7Voci correlate
 8Altri progetti
 9Collegamenti esterni

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]


Origini[modifica | modifica wikitesto]
Variegati, e spesso conflittuali, erano stati i rapporti tra Francia e Inghilterra nei secoli precedenti, sin da
quando Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia e quindi vassallo del re di Francia, era asceso
al trono inglese; il matrimonio tra Enrico II d'Inghilterra ed Eleonora d'Aquitania (nel 1152) aveva poi
portato alla Corona inglese l'Aquitania e la Guienna, mettendo così in mano ai sovrani d'oltremanica, in
qualità di feudatari, vasta parte del territorio francese.[1]
Lo stridente legame tra i vassalli inglesi e i re francesi sfociò in aperto conflitto quando al principio del
XIII secolo Giovanni Senza Terra si schierò col nipote Ottone IV per la successione a Enrico VI di
Svevia mentre Filippo Augusto, impegnato nell'unificazione monarchica del territorio francese,
appoggiava Federico II: con la vittoriosa battaglia di Bouvines e il successivo trattato di Chinon la
Francia riannetteva i possedimenti a nord della Loira (Berry, Turenna Maine e Angiò) mentre
l'Inghilterra conservava in Francia solo l'Aquitania e il Ponthieu.[2]
Dopo un breve periodo in cui le parti si capovolsero e un sovrano francese (Luigi VIII di Francia, nel
1216-1217) sedette sul trono d'Inghilterra, i successori di Filippo Augusto portarono avanti la politica di
riunificazione territoriale, sia con le alleanze e i matrimoni, sia con le armi. Il trattato di Parigi del
1259 complicò ulteriormente la situazione: con vari aggiustamenti territoriali, se pure pose temporanea
fine a un periodo di lotte durato oltre ottant'anni, ribadì il ruolo di feudo dei possedimenti inglesi in
Francia lasciando inalterate le ragioni di conflittualità fra le due potenze.[3]

Francia[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Francia medievale.
Il re di Francia Filippo IV il Bello e la sua famiglia

Agli inizi del XIV secolo il Regno di Francia contava una popolazione approssimativa tra i 15 e i 20
milioni, circa 3 o 4 volte superiore a quella dell'Inghilterra. Il paese era prevalentemente agricolo anche
se lo scarso interesse da parte della nobiltà nella gestione dei terreni aveva fatto sì che tale settore non
fosse particolarmente all'avanguardia, nonostante una più che buona diversificazione nei prodotti.[4]
Parigi, centro politico e intellettuale, vantava una popolazione di circa 250 000 abitanti, ma vi erano
anche altre città importanti, in particolare nel sud-ovest e nel nord. Seppur costretto alla convocazione
degli Stati Generali ogni qualvolta fosse necessario prendere una decisione importante, da Filippo IV in
poi fu concessa al re una certa autonomia e la sua autorità era riconosciuta in circa i due terzi del
paese.[5] Tuttavia, allo scoppio della guerra, la corona era avvantaggiata dai buoni rapporti che
intercorrevano con i grandi feudatari più autonomi, come i conti di Foix o d'Armagnac, anche grazie a
generose elargizioni. Le truppe di cui il regno disponeva erano chiamate alle armi con l'adunata
generale, ovvero il sistema dell'arrière-ban, che consentiva di avere un esercito numeroso ma
indisciplinato e malamente organizzato a causa dei continui dissidi che sorgevano tra i nobili; era
scarsamente coeso poiché composto da milizie feudali, provenienti dalle città e rafforzato da
contingenti di mercenari. Inoltre l'ultima generazione di soldati aveva poca esperienza sul campo
rispetto ai loro avversari di oltre Manica. Il re poteva contare anche sul supporto di altre forze, come
la Repubblica di Genova, il Regno di Boemia e la Contea di Savoia.[6]
Nel 1284 il re Filippo IV il Bello continuò la politica unitarista intrapresa dal suo predecessore
accorpando alla corona anche il Regno di Navarra collocato nei Pirenei. Nello stesso anno il
matrimonio con Giovanna I di Navarra portò alla Corona i territori di Champagne e Brie adiacenti all'Île-
de-France. Con l'ascesa al trono di Filippo IV gli inglesi iniziarono a preoccuparsi delle influenze
esercitate da Filippo nei confronti della regione delle Fiandre, da sempre una riserva commerciale per i
sovrani inglesi che di fatto ne avevano il controllo e vi esportavano ingenti quantitativi di lane grezze
prodotte in patria, acquistando con i proventi i vini del Bordeaux.[7]
Nel 1302, nella battaglia di Courtrai, in cui i francesi si trovarono di fronte le milizie delle città
fiamminghe insorte contro il dominio di Filippo IV, si assistette alla prima grande sconfitta della
cavalleria feudale, determinata in gran parte dall'inadeguatezza delle tecniche di guerra.[N 4] I francesi
comunque ebbero modo di rifarsi cogliendo un importante successo nella successiva battaglia di Mons-
en-Pévèle del 1304.[8] Filippo continuò il suo progetto unitarista annettendo al Regno di Francia tutti i
territori papali e confiscando i beni delle abbazie, il che determinò la successiva ostilità di papa
Bonifacio VIII; cercò di annettere anche i feudi inglesi presenti sul territorio francese ma, da questo
azzardato tentativo, derivò una rivalità di lunga durata che contribuì allo scoppio della guerra dei
cent'anni.[9]

Inghilterra[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Medioevo inglese.
Uno dei quattro esemplari della Magna Carta

Allo scoppio della guerra l'Inghilterra aveva una popolazione molto inferiore a quella della Francia,
arrivando a contare solo 5 milioni di abitanti. Anche l'economia inglese si basava principalmente sul
settore agricolo, tuttavia l'interesse attivo dell'aristocrazia aveva permesso lo sviluppo di un'agricoltura
più efficiente. Si coltivavano in particolare i cereali e si allevavano ovini; i commerci verso il continente
erano ben sviluppati con l'esportazione di stagno, lana e alimenti. L'unica città di dimensioni rilevanti
era Londra, che in quel periodo contava tra i 50 000[10] e i 70 000 abitanti.[11]
L'Inghilterra, a differenza della Francia, nacque già nel 1066 come stato unitario in cui tutte le terre
erano sotto il controllo del re e il potere dei vassalli era relativamente debole. Tale unità politica permise
ai monarchi inglesi di dedicarsi ad azioni di conquista su larga scala all'estero e di ampliare quindi
notevolmente i propri possedimenti al di fuori dei confini originari del regno. Nel 1152 Enrico II, già duca
di Normandia, duca d'Angiò e conte del Maine (tutti feudi francesi), sposò Eleonora d'Aquitania e ne
ottene l'immenso, omonimo feudo sul continente: per eredità e matrimonio, il primo re della
dinastia Plantegeneta si ritrovava a essere il principale possessore di terre nel regno di Francia, poiché
i suoi feudi erano ben più estesi di quelli del re capetingio. Sul fronte interno, Enrico tentò di rafforzare il
proprio controllo sulla Chiesa non facendosi scrupolo di assassinare Tommaso Becket, arcivescovo di
Canterbury, colpevole di aver ostacolato il suo ridimensionamento dei privilegi ecclesiastici (1170).
Presto il ducato di Bretagna, tra la Normandia e l'Aquitania, passò in mano ai Plantageneti e nel 1180
tutta la parte ovest del regno di Francia apparteneva di fatto al re d'Inghilterra.[12]

Edoardo I d'Inghilterra

Davanti a un tale potere il nuovo re di Francia, Filippo II Augusto, decise di attaccare gli inglesi per
allargare il proprio dominio. I figli e successori di Enrico II, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni
Senzaterra, combatterono in Normandia e nel sud-ovest della Francia per difendere i possedimenti
inglesi dalle mire di Filippo Augusto ma Giovanni fu sconfitto e il re francese recuperò la maggior parte
dei possedimenti inglesi in Francia, in particolare la Normandia;[13][14] di fronte al malcontento dei nobili
Giovanni Senzaterra fu costretto a cedere notevoli poteri al Parlamento emanando la Magna
Carta (1215). Nel corso del XIII secolo, gli inglesi, sempre padroni dell'Aquitania (per il possedimento
della quale dovevano prestare fedeltà al re di Francia), intrapresero nuove operazioni militari in Francia
ma furono sconfitti, come alla battaglia di Taillebourg nel 1242.[15]
Nei cinquant'anni precedenti lo scoppio della guerra dei cent'anni Edoardo I intraprese campagne di
conquista in Galles e in Scozia, sottomettendoli. Gli scozzesi, tuttavia, guidati da William Wallace e
da Robert Bruce si ribellarono e sconfissero le truppe di Edoardo II nella battaglia di
Bannockburn (1314). Il Galles, invece, grazie a un'opera massiccia di fortificazioni fu mantenuto
saldamente in mano inglese. Queste due guerre contribuirono a formare quegli arcieri che permisero
all'Inghilterra di dominare i campi di battaglia nella prima fase della guerra dei cent'anni.[16][17]
Dal punto di vista istituzionale l'autorità del re d'Inghilterra era più debole e nello stesso tempo più forte
di quella del re di Francia. La debolezza risiedeva nei forti poteri del parlamento (tra i quali era anche
presente il diritto di veto su qualsiasi imposizione fiscale) mentre la forza era dovuta alla rete capillare
di funzionari regi, detti sceriffi, che controllavano il territorio. Il peso della nobiltà nell'esercito, inoltre,
era relativamente basso poiché si preferiva che i feudatari inviassero al sovrano contributi in denaro
piuttosto che contingenti di cavalieri.[18] I soldati venivano reclutati in gran parte su base volontaria, con
contratti sottoscritti dai loro capitani in cui si dichiarava il tempo di ferma, la paga e l'eventuale
spartizione del bottino. Le recenti campagne contro il Galles avevano permesso alla truppa di
raggiungere una certa esperienza; il loro punto di forza era rappresentato da arcieri, a piedi o a cavallo,
capaci di maneggiare egregiamente l'arco lungo (o longbow).[17]

Cause[modifica | modifica wikitesto]
Il problema dinastico[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Rivendicazioni inglesi sul trono di Francia.

Parentele tra i re di Francia, d'Inghilterra e di Navarra

Fin dal 987 i re Capetingi avevano sempre generato un figlio maschio cui trasmettere la corona di
Francia. Questo "miracolo capetingio" ebbe fine nel 1316 con la morte di Luigi X, avvenuta solo due
anni dopo quella del padre Filippo IV il Bello: Luigi aveva avuto dalla prima moglie, Margherita di
Borgogna, solo una figlia, Giovanna II di Navarra, e quando morì la sua seconda moglie era in attesa di
un bambino, il futuro Giovanni I di Francia, destinato a sopravvivere per soli cinque giorni dopo la
nascita.[19][20] Il regno si trovò dunque in un caso senza precedenti, con una donna, Giovanna di
Navarra, unica erede diretta al trono. Tuttavia, un consiglio di dotti, di alti prelati e nobili (gli Stati
generali del 1317) decretò che la successione alla Corona poteva riguardare solamente un maschio,
avallando così l'incoronazione di Filippo V di Francia, fratello di Luigi. La scelta si basò anche su ragioni
geopolitiche derivanti dal rifiuto che uno straniero sposasse la regina e governasse così il paese.[21] Per
convalidare la tesi venne dato risalto all'accusa d'illegittimità di Giovanna, resa possibile dalla condanna
per adulterio di sua madre, la regina Margherita, accusata di aver intrattenuto una relazione
extraconiugale con il cavaliere normanno Philippe d'Aunay, fin dal 1311.[22]
La legge salica non fu in realtà invocata nell'immediato, ma solo trent'anni più tardi, intorno al 1350,
quando un monaco benedettino della basilica di Saint-Denis, scrivendo la cronaca ufficiale del regno,
citò la legge per rafforzare la posizione del re francese.[23] Dopo il breve regno di Filippo V, che morì
anch'egli senza un erede maschio, fu suo fratello minore Carlo IV a salire al trono nel 1322. Ma anche il
regno di Carlo durò poco, questi morì infatti nel 1328 senza nessun figlio maschio, e con lui si estinse la
dinastia capetingia.[21][24]
Il trono francese si trovò così a essere conteso tra due pretendenti: il futuro Filippo VI di Valois, figlio
del fratello di Filippo il Bello, Carlo di Valois, e il re Edoardo III d'Inghilterra, figlio di Isabella di Francia e
quindi discendente diretto per linea femminile dello stesso Filippo il Bello. Ultima figlia superstite di
Filippo, Isabella aveva sposato il re d'Inghilterra Edoardo II. Grazie al sostegno dei grandi feudatari di
Francia, che stabilirono che Isabella non poteva trasmettere un titolo di cui non poteva nemmeno lei
fregiarsi, Filippo di Valois poté cingere la corona e inaugurare una nuova dinastia. Come dodici anni
prima, i nobili francesi erano riusciti a scongiurare l'eventualità di uno straniero sul trono di Francia.
[25]
 Seppur con una certa riluttanza, Edoardo III d'Inghilterra prestò quindi omaggio feudale a Filippo VI,
in quanto, nella sua posizione di duca di Aquitania, egli risultava vassallo del re di Francia.[26][27] Si
aspettava peraltro di vedersi riconosciuto il diritto di agire come meglio credeva in Scozia, ma il nuovo
re francese confermò il proprio sostegno a Davide II. Tutto ciò fu preso da Edoardo come pretesto per
dare inizio alla guerra.[28]

La questione della Guienna[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio:  Guienna.

La Francia nel 1330


     Territori inglesi nel 1330
     Regno di Francia
     Domini plantageneti nel 1180

A lungo la storiografia ufficiale ha condensato nella rivalità storica fra le dinastie tutte le maggiori cause
della guerra; solo in epoca più recente si è rivolta con maggiore interesse alla "questione
della Guienna" (o Aquitania), indicando la conservazione e la legittimazione definitiva del possesso di
tale provincia come il vero obiettivo di Edoardo III, il quale con strategia difensivistica avrebbe
impostato tutto il conflitto a tale scopo.[29]
La Guienna si trovava in mano inglese dal tempo del matrimonio tra Enrico II con Eleonora d'Aquitania,
ma secondo quanto stabilito nel trattato di Parigi del 1259, il re di Inghilterra doveva considerarsi
formalmente feudatario del re francese e, di conseguenza, doveva riconoscere la sovranità del re
francese su di essa. In questa situazione, una sentenza giudiziale pronunciata in Guienna poteva
essere oggetto di ricorso dinanzi al tribunale di Parigi, e non a quello di Londra: il re di Francia aveva
dunque il potere di revocare tutte le decisioni legali, cosa ovviamente inaccettabile per gli inglesi. La
sovranità sulla regione fu quindi oggetto di un conflitto sotterraneo tra le due monarchie per diverse
generazioni.[30]
Nel 1323 Carlo IV di Francia fece costruire una fortificazione nei pressi di Saint-Sardos, nel territorio del
duca di Guienna, causando forti proteste da parte degli inglesi che attaccarono la fortezza e la
incendiarono.[31][32]

Edoardo III d'Inghilterra rende l'omaggio feudale a Filippo VI di Francia per il feudo di Guienna
Di fronte a questo atto il Parlamento di Parigi, sostenendo che il duca di Guienna non aveva reso
l'omaggio feudale al suo sovrano, confiscò il ducato nel luglio 1324. Il re di Francia invase quasi tutta
l'Aquitania, ma con riluttanza accettò poi di restituirla nel 1325. Per recuperare il suo ducato Edoardo II
dovette scendere a compromessi: mandò suo figlio, il futuro Edoardo III d'Inghilterra, a rendere
l'omaggio, ma il re di Francia gli offrì solo una Guienna priva dell'Agenais. La situazione si sbloccò nel
1327 con la salita al trono di Edoardo III che, il 6 giugno 1329, rese omaggio al re di Francia,
dichiarando tuttavia che ciò non avrebbe implicato la rinuncia alla rivendicazione delle terre estorte.[32]

Ragioni economiche e sociali[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio:  Crisi del XIV secolo.

A partire dal X secolo, grazie al progresso delle tecniche agrarie e al dissodamento dei terreni, la
popolazione in Occidente era progressivamente aumentata; ciò fece sì che nel XIII secolo in alcune
zone d'Europa la domanda arrivasse a superare la capacità produttiva agricola. I fondi agricoli, inoltre,
erano assai frammentati e i contadini possedevano in media appezzamenti di terra appena sufficienti
ad un'economia di sussistenza. In tale contesto il minimo imprevisto poteva rovinare una famiglia: la
popolazione rurale si era impoverita, il prezzo dei prodotti agricoli diminuiva e le entrate fiscali della
nobiltà erano in costante declino, mentre aumentavano le imposte e le tensioni sociali.[33] Molti contadini
tentarono la fortuna come lavoratori stagionali nelle città, ricavandone però salari molto bassi. La
cosiddetta "piccola era glaciale" portò a cattivi raccolti che a loro volta, insieme alla sovrappopolazione,
causarono tra il 1314 e il 1316 diffuse carestie in tutta l'Europa settentrionale.[34] A causa
della malnutrizione, Ypres perse ad esempio il 10% della popolazione e Bruges il 5%.[35] La crescita
demografica urbana, a sua volta, comportò un'ulteriore scarsità delle derrate alimentari reperibili e
quindi si dovette provvedere a intensificare gli scambi commerciali per importarle da regioni più o meno
lontane. D'altro canto, i consumatori più abbienti chiedevano beni abbondanti e variegati: il vino, ad
esempio, era ampiamente diffuso tra la nobiltà. Tale diversificazione dell'agricoltura andò ulteriormente
ad aggravare la carenza dei prodotti alimentari di base necessari alla popolazione più povera.[36]
La riduzione delle imposte riscosse obbligò i governi a rivedere i bilanci pubblici e a svalutare la
moneta, con l'effetto, tra l'altro, di ridurre il reddito fondiario. La nobiltà fu quindi costretta a nuove
strategie per compensare la diminuzione delle proprie entrate: la guerra era ritenuta un ottimo mezzo
per perseguire tale scopo, grazie ai riscatti che si potevano ottenere dopo aver catturato un avversario
di rango, al saccheggio e all'aumento delle imposte giustificato dalle esigenze belliche.[37]

Intrighi e dichiarazione di guerra[modifica | modifica wikitesto]


La continua crescita della tensione tra i due sovrani, sostenuta da una nobiltà sempre più propensa al
conflitto, portò inevitabilmente verso la dichiarazione di guerra. Già da alcuni anni il re di Francia aveva
offerto aiuto al regno di Scozia impegnato nella lotta contro l'Inghilterra, una politica che fu perseguita
per diversi secoli dai re Capetingi: la cosiddetta Auld Alliance. Il re di Scozia, Davide II, era stato
costretto all'esilio da Edoardo III nel 1333 e Filippo VI gli aveva offerto riparo a Château-Gaillard,
fornendogli inoltre sostegno per un'eventuale riconquista del regno scozzese. Dall'altra parte, Edoardo
III intrigava nelle Fiandre alla ricerca di alleati e il suo matrimonio con Filippa di Hainaut gli aveva
permesso di stringere legami nella Francia settentrionale e nel Sacro Romano Impero.[38]
Queste continue insubordinazioni di Edoardo, formalmente vassallo di Filippo, spinsero quest'ultimo a
confiscare la Guienna, il 24 maggio 1337. A tale azione Edoardo replicò mettendo in discussione la
legittimità di Filippo quale sovrano (in alcuni documenti inglesi si iniziò a scrivere di «Filippo che si
definisce re di Francia») fino ad arrivare al culmine quando, il 7 ottobre, rivendicò pubblicamente il
regno di Francia rinnegando l'omaggio feudale che aveva prestato per i feudi continentali. Nello stesso
momento, come d'usanza, un arcivescovo fu inviato a Parigi per lanciare il guanto di sfida: il conflitto
ebbe così inizio.[39]

Svolgimento del conflitto[modifica | modifica wikitesto]


Suddivisione cronologica[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Cronologia della guerra dei cent'anni.
Il conflitto fu costellato da tregue più o meno brevi e interrotto da due periodi di vera e propria pace
della durata rispettivamente di 9 e 26 anni che lo dividono così in tre fasi principali: la guerra
edoardiana (tra il 1337 e il 1360), la guerra carolina (tra il 1369 e il 1389) e la guerra dei Lancaster (tra
il 1415 e il 1429), alle quali deve essere aggiunta la fase conclusiva della guerra (tra il 1429 e il 1453).
Tale suddivisione è tipica della storiografia anglosassone, mentre altre periodizzazioni, in particolare
quella francese, prevedono una prima (1337-1389) e una seconda fase (1415-1453).[40][41][42]

La fase edoardiana (1337-1360)[modifica | modifica wikitesto]


Gli inglesi irrompono nella Manica e sul continente[modifica | modifica wikitesto]

Territori controllati da Francia e Inghilterra nel 1346


     Principali battaglie della prima fase della guerra
--- Itinerario dell'esercito di Edoardo III nel 1346
--- Itinerario del Principe Nero nel 1356

Edoardo III d'Inghilterra iniziò le operazioni militari prefiggendosi due scopi: affermare la sua autorità
sulla Guienna e farsi incoronare Re di Francia; per raggiungere ciò era conscio di dover affrontare una
lunga campagna che avrebbe visto lo scontro in campo aperto con le truppe di Filippo VI. Per prima
cosa raggiunse i Paesi Bassi dove cercò di reclutare forze tra i suoi alleati. Non riuscendo ad avere lo
sperato aiuto di Luigi I di Fiandra, tentò la strada della pressione economica sui fiamminghi, proibendo
l'esportazione della lana inglese, ottenendo così il supporto delle città di Gand, Ypres e Bruges mentre
Luigi, volendo rimanere fedele ai francesi, riparò a Parigi.[43]
Raggruppate così le forze, Edoardo iniziò scorrerie in terra francese, saccheggiando Le Cateau-
Cambrésis, Vermandois, Thiérache, sperando di indurre Filippo allo scontro. Tuttavia, quest'ultimo,
considerandosi impreparato a una battaglia in campo aperto con gli inglesi, preferì prendere tempo,
confidando che Edoardo non disponesse di sufficienti risorse economiche per continuare a lungo le
operazioni.[44] Insoddisfatto dell'atteggiamento attendista dell'avversario, Edoardo tornò
nel Brabante dove in cambio di sussidi ottenne ufficialmente, il 3 dicembre 1339, il supporto delle città
fiamminghe, ora guidate da Jacob van Artevelde. Nel gennaio dell'anno successivo si fece incoronare a
Gand come re di Francia, un'incoronazione riconosciuta solamente nella Guienna e nelle Fiandre, oltre
che in Inghilterra. La storiografia ha evidenziato la buona fede delle pretese dinastiche di Edoardo e
quindi la sua sincera convinzione nella legittimità di questa incoronazione, ritenendosi egli stesso un
difensore della giustizia e delle leggi che Filippo fu accusato di aver usurpato.[45]
Tuttavia la politica difensiva del re francese iniziò a dare i suoi frutti: Edoardo si trovò a corto di denaro
e dovette tornare in Inghilterra, dopo aver lasciato la propria famiglia in ostaggio dei creditori, per
convincere il Parlamento ad accordargli nuove risorse per finanziare l'impresa. Ottenuti i fondi, gli si
presentò il problema di trasportare il suo esercito sul continente. All'epoca il canale della Manica era in
gran parte controllato dalla flotta di Filippo VI che disponeva anche di efficienti arsenali a Rouen.[46][47]
[48]
 Nonostante i rischi dell'impresa e i consigli di diverso avviso, Edoardo ruppe gli indugi e il 22 giugno
la sua flotta lasciò gli ormeggi. Lo scontro tra le due forze navali avvenne il 24 giugno 1340
nella battaglia di Sluis che vide la piena vittoria inglese. Edoardo era riuscito a cogliere un doppio
fondamentale successo: aveva scongiurato una possibile invasione francese dell'Inghilterra e si era
assicurato la possibilità di far sbarcare il suo esercito sul continente.[49]
Prime difficoltà e la questione bretone[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Guerra di successione bretone.

Con l'arrivo delle truppe inglesi sul continente, la guerra poté riprendere: Edoardo poteva contare su
una forza di circa 30 000 uomini in armi inglesi e fiamminghi a cui si contrapponevano 20-25 000
francesi. Dopo alcuni scontri di modesta entità a Tournai e a Saint-Omer, con l'approssimarsi
dell'inverno fu stipulata, il 25 settembre 1340, la tregua di Esplechin, che sarebbe dovuta durare fino al
giugno 1342.[49]
La tregua fu propizia per entrambi i contendenti che dovevano fare i conti con alcune difficoltà interne. Il
re di Francia si trovava in serie difficoltà finanziarie e il pagamento delle truppe era stato assolto solo a
fronte di una svalutazione monetaria; per far fronte alla situazione fu costretto a introdurre, il 16 marzo
1341, una gabella sul sale. Nel frattempo aveva tentato anche una sortita nella Guienna ma una forza
di 3-4 000 armati fedeli a Edoardo III gli aveva impedito il successo.[50] Il re d'Inghilterra, dal canto suo,
prendeva atto della perdita degli alleati fiamminghi, scomunicati da papa Clemente VI per essersi alleati
con gli inglesi ribellandosi a Luigi I. Inoltre Davide II di Scozia, alleato di Filippo di Francia, riprese le
ostilità costringendolo a investire risorse militari anche in patria. La situazione condusse Edoardo a non
riuscire più a onorare i propri debiti, causando la bancarotta dei suoi maggiori creditori, tra cui i
banchieri fiorentini Peruzzi e Bardi.[51]
Nel frattempo, a seguito della scomparsa di Giovanni III di Bretagna, si era aperta anche la questione
della successione al ducato bretone. Due erano i pretendenti: Giovanni di Montfort, fratellastro del
defunto duca, che aveva conquistato Nantes e aveva riconosciuto Edoardo III come re francese,
[51]
 e Carlo di Blois, nipote del re francese, che era stato investito della carica dallo zio.[52] Il 9 gennaio
1343 tra i due contendenti fu siglata la tregua di Malestroit con cui gli inglesi occuparono le piazzeforti
bretoni, guadagnando così una nuova base sul continente.[53]
La Francia in crisi, la battaglia di Crécy e la presa di Calais [modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Battaglia di Crécy  e  Assedio di Calais (1346).

Battaglia di Crécy

Il 12 luglio 1346 Edoardo mise, dunque, nuovamente piede sul continente per riprendere la campagna.
L'inizio delle ostilità fu totalmente a sfavore dei francesi: l'esercito inglese, che inquadrava i famosi
arcieri armati d'arco lungo, sconfisse duramente la cavalleria pesante francese, meglio equipaggiata
ma indisciplinata, nella battaglia di Crécy del 26 agosto; molti nobili di Francia caddero nello scontro e
lo stesso re fu ferito.[54] Successivamente gli inglesi misero sotto assedio Calais che, comunque, cadde
solamente il 3 agosto 1347; la città resterà avamposto inglese, difesa da una solida guarnigione, per
oltre due secoli. Edoardo poté quindi dilagare verso sud arrivando ad attraversare il 26 agosto
la Senna nei pressi di Poissy.[55] La situazione entrò nuovamente in una fase di stallo: i francesi erano in
vistosa difficoltà, sia militare che economica, mentre gli inglesi, nonostante i successi, non erano riusciti
a cogliere una vittoria decisiva. Così, grazie alla mediazione pontificia, si arrivò alla tregua di
Calais sottoscritta il 18 settembre 1347. Gli storici non hanno mancato di osservare che, più di tale
tregua, fu lo scoppio dell'epidemia di peste nera la vera causa dell'interruzione del conflitto.[56]
Rappresentazione della peste nera che colpì Tournai nelle cronache di Gilles Li Muisis. La peste bloccò per un
periodo le operazioni belliche

L'epidemia, partita probabilmente dall'altopiano della Mongolia, arrivò nel 1347 in Sicilia e da lì si
propagò in tutta Europa fino al 1353 quando i focolai della malattia si ridussero fino a scomparire.
[57]
 Secondo studi moderni la peste nera uccise almeno un terzo della popolazione del continente,
provocando verosimilmente quasi 20 milioni di vittime.[58]
Nel frattempo, il 26 agosto 1350, Filippo VI morì lasciano il trono di Francia al figlio Giovanni II, detto il
Buono. Il nuovo sovrano, conscio dei gravi insuccessi toccati al padre, si preoccupò di riorganizzare
l'esercito e in particolare la cavalleria; a tale scopo istituì l'Ordine della Stella in risposta
all'analogo Ordine della Giarrettiera creato da Edoardo d'Inghilterra.[59] Negli anni successivi, complice
la peste, gli eventi bellici furono assai rari e perlopiù costituiti da piccoli scontri spesso risoltisi col
successo francese; gli inglesi dovettero anche rinunciare al controllo delle città fiamminghe.[60] Tuttavia
Edoardo III riuscì a instaurare un'alleanza con il re di Navarra Carlo II, detto il Malvagio.[61] L'intensa
attività diplomatica svolta nel frattempo non portò a nessuna soluzione che mettesse d'accordo i
contendenti e alla fine, con la rinuncia di Giovanni a tentare altre trattative, il conflitto riprese.[62]
Ripresa delle ostilità, le scorrerie del principe Nero e il trattato di Brétigny [modifica | modifica
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Lo stesso argomento in dettaglio:  Chevauchée del Principe Nero (1355)  e  Trattato di Brétigny.

La battaglia di Poitiers

Agli ordini di Edoardo il Principe Nero, principe di Galles e primogenito del re d'Inghilterra, gli inglesi
lasciarono Bordeaux per una grande operazione, tra l'ottobre e il dicembre del 1355, volta a
saccheggiare l'Occitania. Dopo il successo di questa scorreria, detta chevauchée, agli inizi dell'anno
seguente Edoardo volse le proprie forze verso nord e sconfisse a Poitiers la cavalleria pesante del
nuovo re di Francia, Giovanni II, che fu catturato e liberato solo con la promessa del pagamento di un
pesante riscatto; a garanzia il re dovette lasciare i due figli come ostaggi. Durante la prigionia del
sovrano il delfino Carlo, figlio di Giovanni e legittimo erede al trono, fu nominato dagli Stati
Generali difensore del regno in assenza del padre.[63] La evidente superiorità militare inglese poggiava
sull'esperienza conseguita nel corso di guerre lunghe e complesse, come quelle in Scozia, Irlanda e
Galles; inoltre Edoardo seppe sfruttare l'impreparazione e la disorganizzazione delle forze francesi,
simili a un'accozzaglia di milizie private radunate alla svelta col metodo dell'arrière-ban.[6]
1365: La Francia dopo il trattato di Brétigny.
     Territori controllati da Edoardo III
     Territori ceduti dalla Francia all'Inghilterra per il trattato di Brétigny
     Territori del duca di Bretagna, alleato degli inglesi

In seguito alla disfatta la Francia sprofondò nel caos: i borghesi di Parigi, stanchi delle continue
svalutazioni monetarie e dell'imposizione di sempre nuove tasse, strapparono al delfino la Grande
Ordonnance (1357) che concedeva agli Stati Generali il potere di autoconvocarsi, il potere di deliberare
sulle imposizioni fiscali e infine il diritto di eleggere propri rappresentanti nel Consiglio del Re, mettendo
così la monarchia sotto controllo. Questa situazione indusse il Delfino a scendere a patti con gli inglesi;
quando giunse a Parigi la notizia degli accordi di Londra che concedevano agli inglesi la sovranità su
un terzo della Francia senza contropartita, i borghesi si ribellarono (rivolta di Étienne Marcel, del 1358).
Carlo fuggì allora da Parigi e organizzò una controffensiva, vessando ulteriormente la popolazione
rurale per rifornire l'esercito. Scoppiarono così numerose rivolte di contadini, conosciute
come jacquerie. I grandi borghesi parigini si rifiutarono però di appoggiare le rivendicazioni contadine:
l'esercito dei nobili riuscì facilmente ad avere ragione dei rivoltosi, che furono massacrati; Parigi fu
infine isolata, Marcel assassinato e il delfino poté tornare in città.[64][65]
Edoardo pensò di approfittare della precaria situazione della monarchia francese e preparò un'offensiva
verso Reims con l'intenzione di prenderla e farsi incoronare re di Francia. Tuttavia, nonostante un
assedio di oltre un mese intrapreso nel dicembre 1359, la città resistette ed Edoardo fu costretto ad
abbandonare i suoi propositi, per prepararsi a fare ritorno in patria. Entrambi i regni di Inghilterra e di
Francia erano stremati, e Giovanni il Buono si affrettò a concludere definitivamente un patto con
l'Inghilterra, concedendo a Edoardo III, col trattato di Brétigny del 1360, l'intera parte sudoccidentale
della Francia (praticamente la Guienna) e un appannaggio di 4 milioni di scudi, ottenendo in cambio la
rinuncia da parte del re inglese alle pretese dinastiche.[66]

Guerra carolina (1360-1389)[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio:  Guerra dei cent'anni (1369-1389).

Preludio: il periodo di pace tra il 1360 e il 1369 [modifica | modifica wikitesto]


A seguito del trattato di pace l'Inghilterra trattenne come prigionieri alcuni ostaggi francesi, in attesa del
pagamento del riscatto stabilito. Tra di essi vi erano due dei figli di Giovanni II, diversi principi e nobili,
quattro abitanti di Parigi e due cittadini di ciascuna delle diciannove principali città della Francia. Nel
frattempo il re si adoperava a raccogliere fondi per pagare il riscatto. Nel 1362 uno degli ostaggi, il
figlio Luigi I d'Angiò, fuggì da Calais dove era detenuto; Giovanni II, per senso dell'onore, si sentì
obbligato a rientrare nuovamente in Inghilterra come prigioniero.[67][68]
Carlo V di Francia sul trono

A peggiorare ulteriormente le cose erano i continui tentativi di Carlo il Malvagio, re di Navarra, di


ottenere la corona, che perduravano fin dal 1354. Nel 1363 Carlo colse il momento apparentemente
favorevole, dovuto alla prigionia di Giovanni II e alla debolezza politica del delfino di Francia, per
rinnovare le proprie pretese regali.[69] Sebbene non esistesse un trattato formale, Edoardo III
d'Inghilterra appoggiò le mosse di Carlo rallentando deliberatamente i negoziati di pace. L'anno
successivo Giovanni II morì a Londra ancora prigioniero degli inglesi e il figlio Carlo V gli succedette sul
trono di Francia.[70] Il 7 maggio 1364, tre giorni prima della sua incoronazione, la Navarra di Carlo il
Malvagio subì una schiacciante sconfitta nella battaglia di Cocherel da parte delle truppe francesi
condotte da Bertrand du Guesclin.[71] L'anno successivo, con il primo trattato di Guérande in cui si
confermava Giovanni V quale duca di Bretagna, si mise fine alla guerra di successione bretone: il
ducato diveniva uno Stato vassallo del regno di Francia, pur godendo di ampia autonomia.[72]
Una volta salito al trono Carlo V si ritrovò a gestire una situazione difficile: la Francia era nel pieno di
una vasta crisi economica, un terzo del regno era controllato dagli inglesi e le rivolte contadine e
autonomiste (come quella fiamminga) si susseguivano senza sosta, anche a causa degli aiuti inviati
agli insorti dall'Inghilterra. Un altro grave problema nacque dalla smobilitazione degli eserciti: si trattava
delle cosiddette Grandes compagnies, vere e proprie armate di mercenari privi di ingaggio che si erano
dedicati al brigantaggio che terrorizzavano le popolazioni, saccheggiando e devastando. Nonostante
tali difficoltà e ostacoli, Carlo V stabilì che occorreva riprendere le armi per riconquistare le terre
perdute e, per fare ciò, ricorse a un pretesto.[68][73]
Prima guerra civile castigliana[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Prima guerra civile castigliana.

La battaglia di Nájera della prima guerra civile castigliana

Nel 1366 era scoppiata per cause dinastiche la prima guerra civile castigliana in cui le forze del
sovrano Pietro I di Castiglia (detto "il Crudele"), sostenute dalla corona inglese, combatterono quelle del
fratellastro Enrico di Trastámara (detto "il Misericordioso"), il quale godeva invece dell'aiuto francese.
Carlo V di Francia inviò sul teatro delle operazioni un contingente militare forte di 12 000 uomini al
comando di Bertrand du Guesclin.[74][75]
Per fronteggiare la minaccia Pietro I fece appello all'Inghilterra e a Edoardo il Principe Nero, ma
inizialmente non ricevette alcun aiuto; fu pertanto costretto ad abbandonare il suo regno e riparare in
esilio in Aquitania. Tuttavia, poco dopo, fu lo stesso Principe Nero a mettersi alla testa di un esercito
anglo-guascone diretto verso la Castiglia, dove sconfisse Enrico di Trastámara nella battaglia di
Nájera del 3 aprile 1367, rimettendo Pietro sul trono.[76] Ma Edoardo era ammalato e le sue truppe
flagellate dalla dissenteria: gli inglesi dovettero abbandonare la Castiglia senza, peraltro, aver ricevuto
quanto pattuito da Pietro per l'aiuto ricevuto. Cogliendo l'opportunità, Enrico e Bertrand du Guesclin
tornarono all'attacco, attraversarono il regno d'Aragona loro alleato e occuparono la metà orientale del
regno di Castiglia.[77]
Dopo oltre un anno di stallo, il conflitto e la causa dinastica si risolsero con l'uccisione di Pietro I da
parte, sembra, dello stesso fratello Enrico, in occasione di un incontro tra i due avvenuto nella notte tra
il 22 e il 23 marzo durante la battaglia di Montiel. La Francia ottenne così l'alleanza della Castiglia, e in
particolare della sua flotta che svolse un ruolo tutt'altro che marginale nel conflitto con l'Inghilterra,
minacciando le rotte che attraversavano la Manica e cogliendo una strategica vittoria nella battaglia di
La Rochelle combattuta il 22 giugno 1372.[76][77]
Ripresa del conflitto: i successi di Carlo V di Francia [modifica | modifica wikitesto]

Il condottiero Bertrand du Guesclin viene nominato Connestabile di Francia

Una condizione degli accordi di pace stipulati a Brétigny prevedeva che in cambio della rinuncia inglese
al trono di Francia il re francese avrebbe perso la sovranità su tutte le terre cedute e, così, Edoardo III
aveva affidato i suoi possedimenti d'Aquitania al principe del Galles. Inizialmente il principe Edoardo fu
benvoluto dai suoi sudditi, ricevendo l'omaggio feudale da centinaia di vassalli, e dimostrando notevoli
capacità amministrative. Tuttavia le ingenti spese cagionate dalla fallimentare campagna castigliana
non erano state ripianate, poiché re Pietro non aveva versato la cifra pattuita per l'aiuto ricevuto.[75] A
causa di ciò si introdusse nel 1368 un focatico, un'imposta che colpiva ogni singolo nucleo famigliare, di
ben 10 scudi. Molti vassalli si ribellarono: in particolare il conte Giovanni I d'Armagnac si rivolse al re di
Francia per un arbitrato, negando di fatto che l'Aquitania fosse un dominio inglese.[78] La situazione
precipitò e il 3 giugno, nel Palazzo di Westminster, Edoardo III si nominò nuovamente re di Francia. Il
30 novembre Carlo V confiscò l'Aquitania e pretese che il principe del Galles gli prestasse giuramento
di fedeltà come vassallo. Al rifiuto del figlio del re d'Inghilterra la Francia rispose con la dichiarazione di
guerra, riaccendendo il conflitto con i Plantageneti.[79]
Le operazioni iniziarono dunque nel 1369 con una scorreria di Giovanni di Gand, duca di Lancaster, nel
nord della Francia.[80] Questa volta la superiorità militare inglese non fu più tanto netta: la nuova tattica
francese ideata da Bertrand du Guesclin e consistente nel cosiddetto "sciopero delle armi", ovvero
nell'evitare lo scontro campale prediligendo una guerra di logoramento, colse del tutto impreparati i
nemici che, abituati alla vecchia guerra d'incursione, si impegnavano in lunghe e infruttuose spedizioni
di devastazione. Carlo V perciò riuscì a conseguire svariati successi e, in meno di dieci anni,
riconquistò la maggior parte delle terre precedentemente perse: nel 1380 agli inglesi rimanevano solo
le città di Calais, Cherbourg, Brest, Bordeaux e Bayonne. La vittoria sembrava a portata di mano, ma la
Francia fu nuovamente risucchiata da un'ondata di rivolte.[81]
La battaglia di Roosebeke, miniatura di Loyset Liédet

Oppresse dal peso di una pesante fiscalità, infatti, le città delle Fiandre si erano ribellate e
pretendevano il riconoscimento dell'indipendenza. Gli inglesi fecero grande affidamento sulla
sollevazione, in quanto da sempre avevano interessi in quella regione. La Francia, tuttavia, con l'aiuto
di Filippo II di Borgogna, sconfisse nel 1382 i ribelli nella battaglia di Roosebeke, senza però riuscire a
prendere Gand. Il duca borgognone fu ricompensato con l'annessione delle Fiandre ai propri domini.[82]
Nel frattempo si era anche tentata una soluzione diplomatica al conflitto: tra il luglio 1375 e il giugno
1377 si erano svolti negoziati a Bruges a cui avevano partecipato come mediatori dei legati inviati
da papa Gregorio XI.[83] Nonostante ciò non fu possibile trovare una posizione che conciliasse i
belligeranti; nemmeno la proposta di una tregua della durata di quarant'anni poté essere accolta.[84] Vi
fu anche un avvicendarsi dei protagonisti del conflitto. Il 21 giugno 1377 era morto Edoardo III
d'Inghilterra, a cui succedette il nipote Riccardo II di soli 10 anni, mentre Edoardo il Principe Nero era
scomparso già l'anno precedente.[81] Il regno di Riccardo si aprì subito con una crisi: dovendo far fronte
alle ingenti spese militari, la corona accrebbe la pressione fiscale suscitando malcontento nella
popolazione, che sfociò nella rivolta dei contadini, iniziata nel maggio 1381 a seguito della predicazione
di John Wyclif.[85] Anche sul trono di Francia sedeva ora un regnante diverso: Carlo V era infatti morto il
16 settembre 1380 lasciando il posto al figlio Carlo VI.[86]
A seguito dello Scisma d'Occidente gli inglesi decisero di appoggiare papa Urbano VI, il primo pontefice
non francese dopo la fine della cattività avignonese. Questi, il 6 dicembre 1382, aveva indetto
una crociata contro i francesi sostenitori dell'antipapa Clemente VII. A essere incaricato dell'impresa
militare fu il vescovo di Norwich Enrico Despenser detto il "vescovo guerriero". Despenser sbarcò
quindi nel maggio 1383 a Calais riuscendo a conquistare tutta la costa fiamminga e arrivando ad
assediare Ypres. Non ricevendo però gli aiuti sperati da parte inglese, spaventato dall'ingente
contrattacco francese, il vescovo dovette abbandonare le terre conquistate e fare un precipitoso ritorno
in Inghilterra. Gli eventi portarono a una nuova tregua, seppur breve, che avrebbe fermato le ostilità dal
26 gennaio 1384 al 1º maggio 1385.[82]
Armagnacchi e Borgognoni[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Guerra civile tra Armagnacchi e Borgognoni.
Incoronazione di Carlo VI di Francia. Ben presto il re mostrò segni di squilibrio mentale rendendo necessario
l'istituzione di un consiglio di reggenza

Con la salita al trono di Carlo VI la politica francese proseguì sulla falsa riga di quella seguita sotto il
monarca precedente, ed in questo modo la posizione dei Valois continuò a rafforzarsi. Complici la
vittoria di Roosebeke e il fallimento della crociata di Despenser, i francesi tornarono a pianificare una
strategia offensiva. Il piano era attaccare direttamente l'Inghilterra, sbarcando sia nei pressi
dell'estuario del Tamigi per dirigersi su Londra, sia in Scozia per impegnare gli inglesi a nord. Le
oggettive difficoltà di simili operazioni frenarono comunque gli entusiasmi francesi e ben presto le
ostilità ristagnarono nuovamente: nell'agosto 1388 entrò in vigore una tregua che l'anno seguente
divenne generale, segnando un riavvicinamento tra i due contendenti.[87] La tregua fu quindi conclusa il
9 marzo 1396 a Parigi e, nelle intenzioni dei negoziatori, era previsto che dovesse durare fino al 1426. I
termini dell'accordo, in realtà, non furono sempre rispettati e in molte occasioni si verificarono scontri,
seppur di lieve intensità in quanto nessuno dei belligeranti era in grado di costituire forze di rilevanti
dimensioni.[88]
A partire dal 1392 Carlo VI di Francia aveva iniziato a mostrare una personalità sempre più instabile
fino ai primi segni di pazzia. A causa di ciò, dall'anno seguente, il paese fu messo sotto il governo di un
consiglio di reggenza presieduto dalla regina Isabella. Il membro più influente del consiglio era il duca
di Borgogna Filippo l'Ardito che era anche zio di Carlo VI: egli era contrastato dal fratello del re, Luigi
d'Orléans.[89][90]

Giovanni senza Paura, ritratto di scuola olandese, del 1415 circa

Nel 1404 Filippo l'Ardito morì e suo figlio, il nuovo duca di Borgogna Giovanni senza Paura, ebbe nel
consiglio di reggenza un'influenza molto minore del padre e si scontrò con Luigi d'Orléans per ottenere
il controllo della Francia. Nel 1407 l'uccisione del duca Luigi a opera dei partigiani di Giovanni fece
sfociare la lotta per il potere in una vera e propria guerra civile. Il successore di Luigi fu il
figlio Carlo che, nel suo desiderio di vendetta, raccolse intorno a sé diversi nobili, detti orleanisti, e nel
1410 si alleò con il suocero Bernardo VII, conte d'Armagnac e i suoi cavalieri guasconi (da cui il nome
di Armagnacchi). Egli intraprese così un'accanita lotta contro la fazione dei Borgognoni. Questi ultimi
non esitarono a chiedere l'aiuto degli inglesi per assicurarsi la vittoria, aprendo l'ultima e decisiva fase
della guerra dei cent'anni.[90][91]
Nel frattempo, il 16 settembre 1400, Owain Glyndŵr era stato incoronato Principe di Galles. Nel 1405, i
francesi si allearono con Glyndŵr e con i castigliani in Spagna; scoppiò una vasta ribellione, la più
grande contro l'autorità dell'Inghilterra dalla conquista del 1282-1283 e quasi contemporanea alla lotta
intestina francese. L'esercito franco-gallese avanzò fino a Worcester, mentre gli spagnoli diressero le
proprie galee contro la Cornovaglia a Southampton, saccheggiando e distruggendo i porti inglesi, prima
di riparare a Harfleur. La ribellione di Glyndŵr fu infine sedata nel 1415 ma comportò per un certo
tempo la semi-indipendenza del Galles.[92]
Guerra dei Lancaster (1415-1429) e unione delle
corone[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio:  Guerra dei cent'anni (1415-1429).

La battaglia di Azincourt in una miniatura del 1422 circa

Nel 1411 il duca di Borgogna Giovanni senza Paura, desideroso di conquistare il trono francese, aveva
chiesto aiuto al re inglese, promettendogli in cambio alcune città fiamminghe e il supporto in una futura
campagna in Normandia. A quel tempo sul trono inglese, dopo la deposizione di Riccardo II nel 1399
(morto l'anno successivo) e la fine della dinastia dei Plantageneti, sedeva il primo monarca
dei Lancaster: Enrico IV. Enrico, già stanco e malato, accettò l'alleanza ma si dimostrò prudente,
inviando solo una parte delle proprie forze a supporto del borgognone.[93]
Fu pertanto il giovane e ambizioso Enrico V d'Inghilterra, incoronato alla morte del padre avvenuta nel
1413, a ravvivare le pretese al trono di Francia e a preparare una spedizione militare, approfittando
della guerra civile che indeboliva in quel momento i francesi. Così, dopo aver tentato una strada
diplomatica che gli rese evidente l'impossibilità di ottenere per vie pacifiche la Normandia, si decise a
muovere verso il continente.[94] Le truppe inglesi, circa 12 000 uomini, sbarcarono a Chef-de-Caux il 14
agosto 1415 e misero sotto assedio Harfleur. La città resistette più a lungo del previsto ma alla fine si
arrese il 22 settembre. I francesi, quindi, radunarono un ingente esercito per contrastare gli invasori: le
due potenze si scontrarono il 25 ottobre 1415 nella battaglia di Azincourt, a nord della Somme.
Nonostante l'inferiorità numerica, l'esercito di Enrico V colse una grande vittoria, sbaragliò l'esercito
francese e fece prigioniero, fra gli altri, il maresciallo di Francia Jean II Le Meingre detto Boucicault.
Circa il 40% della nobiltà francese perì nel sanguinoso scontro.[95]

Ratifica del trattato di Troyes tra Enrico V e Carlo VI. Atto scritto in latino e datato 21 maggio 1420

Enrico, forte del sostegno popolare per la vittoria ottenuta, con una fortunata attività diplomatica ruppe
l'alleanza tra i francesi e l'imperatore Sigismondo, attraverso la stipula del trattato di Canterbury (15
agosto 1416). Con tale atto, Enrico sostenne l'azione diplomatica svolta da Sigismondo nel Concilio di
Costanza per porre fine allo Scisma d'Occidente; da parte sua, Sigismondo si dichiarò favorevole a
riconoscere la legittimità della guerra intrapresa da Enrico stesso. L'8 ottobre il sovrano Lancaster
rinsaldò l'alleanza con Giovanni senza Paura incontrandolo a Calais, dove pare che Giovanni fosse
disposto a riconoscere Enrico V re di Francia.[96][97] La Francia, nel frattempo, stava sempre più
sprofondando nella completa anarchia: la sconfitta navale subita alla foce della Senna proprio il 15
agosto 1416,[96] il fallimento delle trattative per ostacolare la coalizione con Sigismondo e la morte,
nell'aprile 1417, del delfino di Francia Giovanni,[98] contribuirono a demoralizzare la corte francese. Con
un re folle, la minaccia perenne del duca di Borgogna e l'esercito francese annientato, Enrico poteva
rivendicare la corona di Francia, data la giovane età del nuovo delfino, il quattordicenne Carlo VII di
Francia.[98]

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