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LE CAUSE
Il trattato di Versailles del 1919, conclusivo della Grande Guerra, impose punizioni estremamente dure per
gli sconfitti tedeschi, tra cui:
- cessione dell'Alsazia-Lorena alla Francia
- cessione di vaste zone orientali alla Polonia
- concessione d'autonomia a Danzica
- smantellamento dell'aviazione
- divieto di possedere mezzi corazzati in un esercito di non più di 100.000 soldati effettivi
- pagamento di un risarcimento di 132 miliardi di marchi in oro.
Condizioni estremamente punitive per una nazione che alla fine delle ostilità aveva truppe ancora attestate
sul territorio francese, e che contribuirono a creare il mito secondo cui a far perdere la guerra all'Impero
tedesco sarebbero stati pochi "traditori" interni non nazionalisti (la cosiddetta "pugnalata alle spalle").
Questo mito, e la pessima situazione economica della Repubblica di Weimar data dalle conseguenze del
crollo della borsa statunitense del 1929, fu importante per l'affermarsi del Partito Nazionalsocialista Tedesco
dei Lavoratori di Adolf Hitler: dopo la vittoria nelle elezioni federali tedesche del 1933, un parlamento
controllato dai nazisti concesse al leader nazista poteri dittatoriali e l'anno dopo, Hitler assunse la carica di
Führer.
Con Hitler al potere iniziò a formarsi un sodalizio tra la Germania nazista e il Regno d'Italia, sfruttando
anche la comunanza ideologica tra il regime hitleriano e quello fascista di Mussolini.
Questo rapporto fu rafforzato dall'intervento italo-tedesco a favore di Francisco Franco durante la guerra
civile spagnola, per poi concretizzarsi in un'alleanza militare tra le due nazioni (la cosiddetta "Asse Roma-
Berlino").
Mentre il riarmo tedesco continuava, Hitler attuò i suoi piani per un'espansione territoriale della Germania, in
modo che essa ottenesse quello spazio vitale (Lebensraum) di cui aveva bisogno per soddisfare le necessità
della sua crescente popolazione.
Sfruttando il fatto che gli anglo-francesi non mostravano desiderio di scatenare un'altra guerra e tendevano a
riconoscere alcune concessioni alla Germania (politica dell'"appeasement"), l'Austria fu pacificamente
annessa al Reich, nonostante il trattato di Versailles.
Più resistenza oppose la Cecoslovacchia a cedere la regione dei Sudeti, zona popolata a maggioranza da
popolazioni tedesche.
L'accordo di Monaco non bastò tuttavia a soddisfare i disegni di Hitler, e pochi mesi dopo:
- la Boemia e la Moravia furono dichiarate "protettorato del Reich"
- in Slovacchia fu istituito un governo fantoccio della Germania.
Il 1º settembre 1939, le truppe tedesche attraversarono la frontiera polacca utilizzando la strategia del
Blitzkrieg (guerra lampo): Hitler concentrò i carri armati e gli aeroplani in pochi punti, da cui avrebbero
scatenato congiuntamente la loro potenza.
In meno di tre settimane, il debole esercito polacco fu sconfitto.
Sin dal principio si fa intuito che sarebbe stata una guerra diversa rispetto alla prima: le nuove armi erano più
potenti, cominciarono d essere coinvolti i civili.
LA STRANA GUERRA
Francia e Gran Bretagna, non accettando di assistere inerti alla conquista di un altro alleato, decisero di
inviare un ultimatum ad Hitler in cui intimavano lui di ritirare le truppe entro 24 ore.
Il 3 settembre, perciò, le due nazioni dichiararono guerra alla Germania.
Nessuna delle due, però, aveva predisposto i piani per un’offensiva, cercando di evitare scontri schierando
solo forze sul confine, rimanendo ad aspettare.
L’inverno, così, trascorse senza combattimenti, perciò il periodo è detto “guerra strana”.
LA CAMPAGNA DI FRANCIA
Dopo la Polonia, Hitler invase anche Danimarca e Norvegia, rimaste neutrali.
Il successivo obiettivo fu la Francia.
Il suo esercito era schierato dietro la linea Maginot, sistema di fortificazioni costruito lungo il confine con la
Germania.
Nel 1940, i tedeschi invasero Belgio e Olanda.
Il principale attacco tedesco fu scatenato a sud, attraverso la foresta delle Ardenne, il che consentì alla
Germania di evitare l’esercito inglese intervenuto a difendere l’alleato.
Di fronte all’avanzata tedesca, l’esercito francese si sfaldò e le forze britanniche in Francia, per evitare di
essere catturate, retrocessero verso Dunkerque, dove la marina inglese riuscì a reimbarcare 300.000 soldati.
La Francia fu invasa.
Poche settimane dopo fu firmato l’armistizio a Compiegne.
Con il crollo della Francia, i tedeschi decisero di occupare la parte settentrionale del paese, ma ne
consentirono la formazione di un governo autonomo, quello di Vichy, presidiato da Petain, il quale lo
trasformò in una dittatura di tipo fascista.
L’altra parte della Francia, non accettando di arrendersi ai tedeschi, sostenne de Gaulle, che organizzò a
Londra il governo della Francia Libera, che invitava il popolo alla resistenza.
L’OPERAZIONE BARBAROSSA
Operazione Barbarossa era il nome in codice dell'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania
nazista e di alcune altre potenze dell'Asse, iniziata il 22 giugno 1941.
L'operazione mise in atto l'obiettivo ideologico della Germania nazista di conquistare l'Unione Sovietica
occidentale per ripopolarla di tedeschi.
L'obiettivo finale includeva l'eventuale sterminio, la schiavitù, la germanizzazione e deportazione di massa in
Siberia dei popoli slavi e la creazione di più Lebensraum (spazio vitale) per la Germania.
Nei due anni precedenti l'invasione, la Germania e l'Unione Sovietica firmarono patti politici ed economici a
fini strategici.
Dopo l'occupazione sovietica della Bessarabia e della Bucovina settentrionale, l'Alto Comando tedesco iniziò
a pianificare un'invasione dell'Unione Sovietica nel luglio 1940 (sotto il nome in codice "Operazione Otto").
Nel corso dell'operazione, circa tre milioni di uomini appartenenti alle potenze dell'Asse invasero l'Unione
Sovietica.
L'operazione ha causato l'apertura del fronte orientale, in cui sono state impegnate più forze che in qualsiasi
altro teatro di guerra nella storia.
Fucilazioni di massa e uccisioni tramite gassazione, eseguite dai nazisti o da collaboratori volontari,
portarono alla morte di oltre un milione di ebrei sovietici come parte dell'Olocausto.
Operativamente, le forze tedesche ottennero vittorie significative e conseguirono successi tattici uno dopo
l'altro, occupando alcune delle aree economiche più importanti dell'Unione Sovietica (principalmente in
Ucraina) e infliggendo pesanti perdite.
I tedeschi erano fiduciosi di un rapido crollo delle forze nemiche come nella campagna di Polonia, speranza
alimentata ulteriormente dai loro iniziali successi, ma l'Armata Rossa assorbì i colpi più forti della
Wehrmacht e la condusse in una guerra di logoramento per la quale i tedeschi erano impreparati.
Il fallimento strategico dell'Operazione Barbarossa rovesciò le sorti della Germania nazista.
Con una guerra aperta su più fronti, le forze della Wehrmacht non poterono più attaccare lungo l'intero fronte
orientale e le successive operazioni per riprendere l'iniziativa e penetrare in profondità nel territorio sovietico
alla fine fallirono, il che portò la Wehrmacht alla ritirata e al tracollo finale.
In Italia il 25 aprile 1945 un’insurrezione popolare nelle principali città del Nord, guidata dal CNL
(Comitato di Liberazione Nazionale), obbligò i tedeschi alla resa.
Mussolini cercò di fuggire in Svizzera travestito da soldato tedesco, ma venne riconosciuto a Dongo, sul
Lago di Como, da una pattuglia partigiana e fucilato il 28 aprile insieme alla sua compagna Clara Petacci
ed i loro corpi, appesi per i piedi, furono esposti il giorno successivo a Milano, in Piazzale Loreto.
30 aprile 1945 – Hitler, rinchiuso nel bunker di Berlino da dove aveva diretto la guerra nelle ultime
settimane, si suicidò, imitato dai suoi fedelissimi Goobels e Himmler.
7 maggio 1945 - venne firmata la resa senza condizioni della Germania.