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Le cause:
casus belli (la scintilla): invasione della Polonia il 1° settembre del ‘39 (corridoio polacco,
cioè Danzica, città che costituiva per la Germania importante
sbocco sul Baltico) da parte di Hitler (sicuro della “non-
aggressione” dell’URSS di Stalin con la quale aveva firmato, un
mese prima, il Patto Molotov-Ribbentrop)
cause ideologiche: in Italia, Germania e Giappone i regimi totalitari erano incentrati sul
culto della violenza e sul culto militare;
idea comune ai tre regimi di portare nel mondo un “Nuovo Ordine”
attraverso la selezione razziale nell’Europa continentale, nel
Mediterraneo e nel Pacifico;
gli USA capitalistici e l’URSS comunista si alleano (gli Alleati) sulla
base della comune idea di combattere il nazifascismo e il razzismo
(questo, però nella seconda fase della guerra, dal ’42).
Gli avvenimenti:
Le vicende della Seconda Guerra Mondiale comprendono il periodo che va dal 1° settembre del
’39 (invasione della Polonia) al 6 e 9 agosto del’45 (l’atomica su Hiroshima e Nagasaki): cinque
anni di conflitto che si conclusero con la resa del Giappone agli USA.
Gli eventi che si verificarono in quei cinque anni possono essere raggruppati in 4 fasi:
Seconda fase: quella della Guerra Planetaria (giugno ‘41- novembre ‘42),
Terza fase: quella in cui gli Alleati (Americani) procedono alla riconquista (o liberazione)
dell’Europa dal nazifascismo (novembre ‘42-dicembre ’44);
Quarta fase della guerra: quella dell’epilogo della Guerra (gennaio-agosto ’45).
Entriamo nel merito specifico di ciascuna fase della Seconda Guerra Mondiale:
Hitler invase la parte occidentale della Polonia (1° settembre ’39) con una “guerra lampo”
(strategia con truppe motorizzate e corazzate, e con l’aviazione e i paracadutisti).
Dopo pochi giorni anche l’URSS di Stalin invase la zona orientale della Polonia, che risultò
subito spartita tra Germania e URSS;
Inghilterra e Francia (che erano rimaste neutrali in occasione della guerra civile spagnola
del’36-’39, quando Germania e Italia entrarono in aiuto del filofascista Franco) dichiarano
subito guerra alla Germania poiché apparve chiaro il progetto espansionista dei totalitarismi
di
destra in Europa ⌠vedi punti a) e b) su Inghilterra e Francia⌡
Si è detto che Inghilterra e Francia erano entrate in guerra: nel ’40, a) la Francia subì la pesante
occupazione tedesca e b) l’Inghilterra affrontò un’importante battaglia dell’aviazione. Vediamo
nello specifico:
a. sconfitta francese e occupazione tedesca della Francia (1940): violando la neutralità di
Olanda, Belgio e Lussemburgo, Hitler penetrò in Parigi da nord e in breve piegò l’intero
Paese che venne diviso subito in due parti, entrambe sotto il suo diretto controllo. Il nord
della Francia, e le relative coste atlantiche, divennero infatti aree di occupazione delle truppe
tedesche; il centro e il sud della Francia, ed anche le colonie, vennero affidate al “governo
fantoccio” del maresciallo Pétein (con sede a Vichy), un governo francese filo-tedesco,
“collaborazionista” anche per quanto riguardò la questione ebraica. La Francia rimase
occupata dai tedeschi per 4 anni, fino allo sbarco alleato in Normandia (6 giugno del ’44).
Intanto, il generale Charles De Gaulle che, in difesa della “Francia libera”, aveva avuto le
redini del comando francese in una prima fase dell’accerchiamento tedesco, si rifugiò a
Londra da dove provvide ad organizzare un movimento di “resistenza”antifascista francese.
b. Battaglia d’Inghilterra (1940): mentre Hitler occupava la Francia, gli Inglesi che erano
sbarcati sul continente per fronteggiare le truppe tedesche impegnate nell’invasione del
territorio francese, subirono una dura offensiva, quindi furono costretti a reimbarcarsi a
Dunquerke, nella Manica. Hitler allora era convinto di piegare l’Inghilterra alla pace, alla
resa, ma il primo ministro britannico Winston Churcill decise per la “resistenza ad
oltranza”. A quel punto, la Germania di Hitler diede inizio alla Battaglia d’Inghilterra,
nota come “Operazione Leone Marino”(’40): si limitò ad essere una battaglia
dell’aviazione poiché ai Tedeschi non fu possibile portare al completamento il piano che
prevedeva l’intervento navale. Così l’aviazione tedesca bombardò diverse città britanniche,
provocando danni devastanti, ma la RAF (Royal Air Force) inglese oppose valida
resistenza uscendone vincitrice: era il primo fallimento militare di Hitler.
L’Italia entrò in guerra ( 1940, 10 giugno)
C’è da chiedersi perché l’Italia fosse entrata in guerra un anno dopo la Germania, considerando che
nel ’39 aveva firmato il ‘Patto d’acciaio’ con Hitler (patto di reciproco intervento in caso di
guerra)!
( Risposta ☺ :) Mussolini era consapevole della impreparazione delle forze armate italiane e
dell’inadeguatezza delle armi, per questo motivo, all’inizio, aveva proclamato la “non-
belligeranza”. Tuttavia, di fronte ai travolgenti e rapidi successi tedeschi (Polonia, Danimarca,
Norvegia, Paesi Bassi e Francia), e credendo che la guerra finisse in tempi brevi, il 10 giugno del
’40 l’Italia intervenne a fianco della Germania, dichiarando guerra a Francia e in Inghilterra.
Inoltre, il Duce sperava di poter condurre una vittoriosa “guerra parallela” alla Germania per
conquistare:
Così, le truppe italiane furono impegnate contro gli Inglesi in Etiopia, Somalia e Libia, e nel
Mediterraneo.
In Grecia (ottobre del ’40) l’esercito italiano, contrastato dalla dura resistenza locale, e dopo
aver riportato la disfatta, ripiegò in Albania. I Tedeschi, giunti nei Balcani in aiuto dell’Italia,
occuparono Iugoslavia, Grecia e Creta (‘41).
- Così il 22 giugno 1941, Hitler diede il via all’Operazione Barbarossa invadendo l’URSS
poiché era convinto di mettere fuori combattimento l’avversario attraverso la solita guerra-lampo, in
quel momento da Stalin inaspettata. Dopodichè si sarebbe concentrato ad annientare il suo ultimo
nemico: l’Inghilterra.
Nell’ Operazione Barbarossa i tedeschi furono coadiuvati dall’ARMIR (Armata italiana in
Russia) penetrando nel cuore del territorio sovietico. In breve tempo l’esercito tedesco occupò un
vasto territorio e ne trasse un vantaggioso bottino. Tuttavia, come accadde all’esercito napoleonico
durante la “Campagna di Russia” (1812), l’esercito sovietico sfuggì lasciandosi alle spalle una terra
desolata, deprivata di viveri e di ogni mezzo di sussistenza, nonché un forte movimento di
resistenza antinazista. Ciò mentre lo stesso esercito russo si apprestava a riorganizzarsi per una
controffensiva. A metà ottobre (1941) sopraggiunse anticipatamente il rigidissimo inverno che
bloccò l’avanzata italo-tedesca impedendole l’occupazione di Mosca e determinandone la
decimazione progressiva.
L’operazione Barbarossa fu la più vasta operazione militare terrestre di tutti i tempi; essa
avrebbe dovuto assicurare la vittoria totale del Terzo Reich e il suo predominio sul blocco
continentale eurasiatico, ma il suo fallimento, assorbendo buona parte delle risorse umane,
economiche e militari della Germania, contribuì a provocarne la completa disfatta.
- Intanto gli USA, senza entrare, almeno per il momento, nel conflitto, e nonostante
l’isolazionismo, operarono secondo la “legge affitti e prestiti” di materiale bellico e di
prodotti agricoli ai paesi europei impegnati nella lotta antinazista.
- Inoltre, i presidenti Roosvelt e Churchill (il 14 agosto 1941) si incontrarono su una corazzata
nell’Atlantico (al largo dell’isola canadese di Terranova) per firmare la Carta atlantica
in cui USA e Inghilterra fissarono i fondamentali princìpi di garanzia della libertà e della
democrazia, da realizzare dopo il definitivo abbattimento del nazismo.
Sulla base della Carta atlantica, più tardi, nel ’42 (a Washington) USA, Gran Bretagna, URSS,
Cina e oltre 20 libere nazioni firmarono una Dichiarazione delle Nazioni Unite dalla quale
sarebbe derivata la Carta dell’ONU - Organizzazione Nazioni Unite- per la sicurezza
internazionale, per il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ( a San Francisco,
California, nel 1945).
- Nella seconda metà del ’41, il Giappone -senza dichiarazione di guerra- attaccò gli
USA a Pearl Harbor (7 dicembre ’41) → Ingresso degli USA in guerra.
Prima di entrare nel merito dell’evento, vediamo quali fossero i motivi dell’attacco giapponese.
Il Giappone aveva firmato con l’Italia e con la Germania il Patto Tripartito (1939)
condividendone la politica totalitaria e razziale del “nuovo ordine nel mondo”; inoltre da tempo
aveva mostrato le proprie mire espansionistiche in Asia ( nel ’31 aveva occupato la Manciuria,
approdando, nel ’37, alla guerra cino-giapponese che sarebbe durata, a fasi alterne, fino alla fine
della seconda guerra mondiale; infine, il Giappone aveva di recente occupato l’Indocina e tentava di
occupare le Indie Orientali Olandesi).
Il 7 dicembre del ’41 il Giappone rivolse di sorpresa un fulmineo attacco aereo alla base
navale statunitense di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L’evento ebbe conseguenze
catastrofiche per gli USA: furono distrutte navi corazzate, più di duecento aerei e quasi tutto
l’apparato bellico americano presente su quel territorio. L’azione giapponese determinò
l’immediato ingresso in guerra degli USA (il giorno successivo): la guerra diventava
planetaria.
Inoltre gli USA provvidero da subito ad interrompere le forniture di acciaio e di petrolio al
Giappone e ad estendere la legge “affitti e prestiti” alla Cina, a sostegno del movimento di
resistenza antifascista e antinipponico.
Nel ’41 gli Inglesi riuscirono a sconfiggere le truppe italiane nell’Africa orientale determinando il
crollo dell’Impero italiano dell’Africa orientale che Mussolini si era impegnato ad edificare dopo
la impresa etiopica del ’35 (quindi prima del secondo conflitto mondiale)
N.B.: Nel 1941 è anche l’anno in cui in Europa, anche in vista dell’attacco all’Unione sovietica,
cominciarono le deportazioni di massa e lo sterminio di Ebrei, militanti comunisti, zingari. Il
fenomeno toccò l’apice fra il ’42 e il ’45 con la “soluzione finale” nei campi di concentramento
fra fucilazioni, morti di stenti, camere a gas e forni crematori, oltre che a locali destinati, all’interno
dei lager, alle torture e agli esperimenti medici su cavie umane.
Questa di cui si è parlato fu la terza fase della persecuzione degli Ebrei. La prima fu quella delle
leggi di Norimberga (del’35), per le quali gli Ebrei furono esclusi dai pubblici uffici, fu vietato loro
di svolgere libere professioni, fu imposto loro di indossare sugli abiti la stella gialla di David per
esser riconosciuti. La seconda fase persecutoria fu quella della “Notte dei cristalli” (del ‘38) quando
i Tedeschi distrussero sinagoghe, abitazioni, botteghe e negozi ebraici. In quella circostanza, gli
Ebrei furono sottoposti anche a terribili violenze fisiche e indotti alla fuga. Molti si rifugiarono in
Palestina (che, al momento, era sotto il protettorato britannico, così come deciso dal trattato di pace
di Sevrés subito dopo la prima guerra mondiale.)
I campi di concentramento più tristemente noti furono quelli di Auschwitz e Treblinca (Polonia),
Buchenwald, Dachau e Ravensbrück (Germania), Mauthausen (Austria).
Lo stermino, durante la Seconda guerra mondiale, interessò complessivamente, circa 6 milioni di
Ebrei.
Anche in Italia la repressione nazifascista fu particolarmente feroce (vv. appunti relativi all’anno
1944).
Note: le isole Hawaii sono isole statunitensi, con popolazione asio-americana. Sono situate nel
Pacifico, a nord-est dell’Australia e della Nuova Guinea, quindi a ovest degli USA.
Questi due anni (dal’42 al 44) furono decisivi per le sorti del conflitto poiché:
- nel ’42 gli Alleati riportarono tre importanti vittorie nelle battaglie 1) di Stalingrado, 2)
delle
isole Midway (Pacifico) e di Guadalcanal (Nuova Guinea), 3)di Ei-Alamein (in Egitto)
Nonostante la vittoria degli Alleati in queste tre battaglie, il ’42 fu per loro un anno
molto duro e difficile a causa del minaccioso e irrefrenabile espansionismo nipponico.
Il Giappone sembrava non temere affatto l’ingresso in guerra del colosso USA (avvenuto
l’anno prima, nel ’41, in seguito all’attacco aeronavale di Pearl Harbor e della relativa
catastrofe subita dagli Americani); infatti il Giappone nel ’42 continuava la sua politica
espansionista in Oriente, minacciando da vicino l’India (ancora britannica), e
l’Australia sbarcando nella vicinissima Nuova Guinea.
(Da considerare che il Giappone già stava conducendo - dal ’37 - la guerra cino-
giapponese;
e che nel ’40, approfittando del crollo di Francia e Olanda, aveva occupato l’Indocina,
oltre ad essere sbarcato nelle Indie orientali olandesi).
- nel ’43 e nel ’44 gli Alleati realizzarono la riconquista dell’Europa muovendosi in tre
direttrici:
a. fronte meridionale: conquista dell’Italia
b. fronte settentrionale: Sbarco in Normandia per liberare la Francia (’44)
c. fronte orientale: riscossa definitiva dell’URSS e inizio dell’avanzata dell’Armata rossa di
Stalin.
Entriamo qui di seguito nello specifico degli eventi positivi dell’anno ’42- ’43 (battaglia di
Stalingrado; battaglia delle Midway; battaglia di El-Alamein).
Nonostante la vittoria degli Alleati in queste tre battaglie, il ’42 fu per loro un anno molto
duro e difficile a causa del minaccioso e irrefrenabile espansionismo nipponico. Il Giappone
sembrava non temere affatto l’ingresso in guerra del colosso USA (avvenuto l’anno prima, nel ’41,
in seguito all’attacco aeronavale di Pearl Harbor e della relativa catastrofe subita dagli Americani);
infatti il Giappone nel ’42 continuava la sua politica espansionista in Oriente, minacciando da
vicino l’India (ancora britannica), e l’Australia sbarcando nella vicinissima Nuova Guinea.
(Da considerare che il Giappone già stava conducendo - dal ’37 - la guerra cino-giapponese;
e che nel ’40, approfittando del crollo di Francia e Olanda, aveva occupato l’Indocina, oltre ad
essere sbarcato nelle Indie orientali olandesi).
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1 ) Battaglia di Stalingrado.
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Nonostante la grave perdita di uomini subita dalle truppe italo-tedesche in URSS durante
l’operazione Barbarossa del ’41, Hitler decise di perseverare: nel luglio del ‘42 le truppe
tedesche presero Stalingrado (città russa tra il Don e il Volga di notevole importanza
militare e strategica) con metodi violentissimi, saccheggiando casa per casa e seminando
il terrore. Tuttavia la popolazione russa riuscì a resistere per ben 180 giorni (circa sei
mesi), fino all’arrivo del rigido inverno, proprio quando l’esercito sovietico di Stalin
(che si stava riorganizzando dai tempi dell’Operazione Barbarossa del ‘41, dopo esser
sfuggito all’inseguimento tedesco) sferrò una poderosa controffensiva che annientò
totalmente la VI armata tedesca (morirono 280 mila soldati tedeschi). La disfatta tedesca
di Stalingrado si rivelò una disfatta anche per l’Armir (armata italiana in Russia) sul Don,
anche perché non adeguatamente preparata, e scarsamente equipaggiata e armata.
La disfatta italo-tedesca di Stalingrado ebbe invece effetti molto positivi sui soldati
alleati, gli anglo-americani, che cominciarono a credere davvero che il nazifascismo
poteva essere abbattuto definitivamente.
Per avvicinarsi all’arcipelago giapponese, gli Americani attirarono i Giapponesi nelle isole
periferiche del Pacifico: prima alle Midway (giugno ’42) e poi a Guadalcanal (agosto ’43): in
entrambe le battaglie gli USA riportarono la vittoria, dando inizio alla riconquista del
Pacifico.
Nel novembre del ’42 gli Inglesi riuscirono a sfondare il fronte italo-tedesco ad El-Alamein
nonostante la coraggiosa e determinata resistenza di Italiani e Tedeschi.
Contemporaneamente gli Americani erano sbarcati in Marocco ed Algeria dove non fu
difficile piegare le truppe francesi del governo filofascista di Vichy (governo “fantoccio” del
maresciallo Petèin istituito da Hitler nella Francia centro-meridionale, e nelle colonie, dopo
averla occupata nel ’40).
Nella primavera del ‘43 l’Africa settentrionale era decisamente nelle mani degli Alleati.
Passiamo ora ad esaminare gli anni della riconquista dell’Europa che gli Alleati
realizzarono attraverso tre direttici (dal’43 al ’44)
a. Prima direttrice:
fronte meridionale: conquista dell’Italia, 1943:
Dopo aver liberato l’Africa del Nord, e dopo la riscossa del Pacifico contro il Giappone, gli
Alleati - nelle figure di Roosvelt e di Churchill si riunirono nella conferenza di
Casablanca (Marocco) e decisero che bisognava aprire un varco in Europa per
liberarla dai nazifascisti: fu individuata l’Italia meridionale. Ciò sia per la posizione
geografica del territorio italiano favorevole allo sbarco, sia perché gli Alleati avevano ben
capito che
l’Italia, seppur coraggiosa, non era adeguatamente attrezzata e preparata sul piano militare: lo aveva
dimostrato in Grecia nel ’40; in URSS nel ’41 (Operazione Barbarossa) e nel ’42 (Battaglia di
Stalingrado); in Africa Orientale nel ’41 (crollo dell’Impero Italiano dell’Africa Orientale) e
nell’Africa del nord (Battaglia di El-Alamein del ‘42).
Così, nel luglio del ’43 le truppe anglo-americane, dopo essere sbarcate a Lampedusa e a
Pantelleria, approdarono in Sicilia liberandola piuttosto velocemente dalle truppe tedesche che
sopraggiungevano di continuo per opporre la vana resistenza.
A quel punto il re Vittorio Emanuele III, resosi conto che il regime fascista in Italia cominciava
a perdere consensi presso le popolazioni civili, a causa delle tante giovani vittime delle rovinose
battaglie in Russia e in Africa, nonché della potenza alleata, convocò Mussolini e il Gran
Consiglio del Fascismo: ordinò a quest’ultimo di dichiarare decaduto il regime fascista e di
arrestare il duce: era la notte fra il 24 e il 25 luglio del ’43 quando si ebbe la fine del regime
fascista in Italia. Mussolini fu condotto in prigionia a campo Imperatore, sul Gran Sasso (in
Abbruzzo).
Il re conferì al generale Pietro Badoglio l’incarico di formare il nuovo governo. Badoglio, che
inizialmente aveva sostenuto il regime, si ritrovava ora costretto a firmare segretamente con gli
Alleati l’armistizio di Cassibile (in provincia di Siracusa) il 3 settembre del ’43, l’armistizio
che fu reso ufficiale l’8 settembre, il giorno dello sbarco alleato a Salerno).
L’8 settembre del ’43 fu anche il giorno in cui Roma (che negli ultimi tempi aveva subito i
bombardamenti degli Alleati che puntavano a scacciare i Tedeschi e chi li sosteneva) fu totalmente
conquistata dai nazisti, così come questi avevano previsto nel “Piano Alarico”. Esso infatti
prevedeva di controbilanciare la presenza degli Alleati nell’Italia meridionale attraverso la
conquista e l’occupazione tedesca di tutta l’Italia centro-settentrionale.
All’alba del giorno dopo il re e Badoglio lasciarono Roma e si rifugiarono a Brindisi presso gli
Alleati.
L’esercito alleato intanto stava risalendo lo stivale attraverso la Calabria mentre la stessa
flotta giunse a sbarcare a Salerno l’8 settembre (’43). Gli Alleati si preparavano quindi a
giungere a Napoli per liberarla.
Intanto, il 12 settembre, un gruppo di paracadutisti tedeschi liberò Mussolini dalla prigionia sul
Gran Sasso e lo condusse in Germania. Ormai fantoccio nelle mani di Hitler, Mussolini tornò in
Italia e, a Salò, cittadina sul lago di Garda, fondò la Repubblica sociale italiana (una
“repubblica” fascista in mano tedesca) denominata anche Repubblica di Salò.
I civili, a Napoli insorsero spontaneamente il 27 settembre del ’43 e la città era già libera
quando giunsero gli Alleati. Fu la prima città d’Europa a cacciare da sola i Tedeschi.
Gli Alleati puntarono a procedere verso il nord del Pese per liberarlo, ma furono bloccati fino
alla primavera seguente (’44) sulla Linea Gustav, il fronte difensivo che le truppe tedesche
avevano costituito saldamente a Cassino (Frosinone) giungendo numerose e in fretta dalla
Germania.
Il fatto che l’Italia del centro-nord fosse in mano tedesca, e totalmente occupata dai nazisti, non
significò affatto che gli Italiani ne fossero tutti compiacenti o soddisfatti, anzi si attivò un
determinato e consistente movimento di Resistenza partigiana. In alcune zone esso si presentò
spontaneo e disorganizzato, in altre invece si organizzò in maniera unitaria col nome di CLN
(Comitato di Liberazione Nazionale), che si distribuì in due gruppi: uno al nord e un altro al
centro. Ad esso aderirono tutti gli schieramenti politici antifascisti: i comunisti della Brigata
Garibaldi, i democratici e i socialisti delle Brigate Giustizia e Libertà, oltre che le formazioni di
orientamento cattolico e monarchico.
1944:
Mentre nel nord dell’Italia erano attivi i partigiani del CLN, nel gennaio del ’44 ci fu a Bari un
congresso dei partiti antifascisti nel quale i liberali e i democratici chiesero l’abdicazione di
Vittorio Emanuele III ritenuto responsabile delle sciagure del Paese, mentre si socialisti e i
comunisti chiedevano l’abolizione della monarchia. In quel contesto fu determinante la voce di
Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano appena rientrato dall’URSS dopo
diciotto anni. Egli offrì il suo appoggio al governo Badoglio e individuò un accordo condiviso da
tutti i partiti. In base all’accordo il monarca si impegnava a nominare, una volta avvenuta la
liberazione di Roma, il figlio Umberto “luogotenente del regno” e ad indire un referendum
popolare sulla scelta tra monarchia e repubblica al termine della guerra.
Così si costituì a Salerno il nuovo governo, un governo di unità nazionale, mentre il CLN otteneva
dal governo la delega dei poteri nella conduzione della lotta partigiana nel centro-nord.
Nella primavera del ’44 gli Alleati riuscirono a entrare in Roma e la liberarono (4 giugno) e i
primi di agosto riuscirono a liberare anche Firenze, seppur avanzando lentamente e con molte
perdite. Proseguirono poi per liberare il nord, ma a settembre vennero nuovamente bloccati sulla
seconda linea difensiva tedesca: la Linea gotica situata a nord di Firenze tra il Tirreno e
l’Adriatico. Da quel momento l’Italia rimase divisa, per un altro inverno, in due blocchi: fu un
inverno terribile per le popolazioni civili del nord che patirono la fame, il freddo, i bombardamenti e
violenze di ogni genere.
b) seconda direttrice:
Alla fine del ’43, nella Conferenza di Teheran (in Iran) i tre “grandi” -Roosvelt, Churchill,
Stalin- decisero di dover pervenire alla vittoria aprendo un secondo fronte in Europa.
(Il primo fronte era stata l’Italia, fronte che era stato aperto con lo sbarco in Sicilia nel luglio del
’43; gli Alleati erano giunti fino a Salerno, ma nel risalire verso il centro-nord, all’inizio del ‘44 –
come si è detto in precedenza- furono bloccati dalle truppe tedesche sulla Linea Gustav, presso
Frosinone).
Si capì che la situazione di stallo in Italia non si sarebbe risolta in breve, pertanto i tre”grandi”
idearono un secondo fronte in Europa, che fu individuato nella Normandia, nella Francia
settentrionale.
Così, nel giugno 1944, si ebbe lo “Sbarco in Normandia”: truppe valorose, perfetta
organizzazione e gigantesca quantità di navi e mezzi bellici abbatterono la resistenza tedesca, prima
in Normandia, poi –in agosto- in Provenza (nel sud della Francia). A settembre ’44 la Francia
era stata completamente liberata; anche De Gaulle era tornato a Parigi dal mese precedente.
c) terza direttrice:
Quarta fase della guerra:quella dell’epilogo della Guerra (Resa del Giappone,
gennaio-agosto ’45).
Dopo la morte di Hitler e dopo la resa della Germania (maggio ’45), delle potenze del Patto
tripartito rimaneva solo il Giappone, il quale aveva da tempo continuava a subire pesanti sconfitte
nel Pacifico (sin dalla vittoria americana nelle Midway del ’42 e di Guadalcanal – Nuova Guinea-
del ’43).
Nel ’45 il Giappone continuava a perdere potere nel Pacifico, ma non si arrendeva agli USA,
anzi numerosi kamikaze (giovani aviatori suicidi) si gettavano sulle navi americane con i loro
aerei carichi di bombe. Il fanatismo giapponese esprimeva la volontà del Paese di combattere ad
oltranza.
A quel punto, il nuovo presidente americano Harry Truman (succeduto a Roosvelt che era
morto) decise di sganciare l’atomica. Così il 6 agosto 1945, nelle prime ore del mattino, un
aereo USA sganciò la prima bomba atomica sulla grande città di Hiroshima (70 mila furono i
morti e oltre 100 mila i feriti). Il 9 agosto (proprio quando l’URSS notificò al Giappone la sua
dichiarazione di guerra) fu sganciata la seconda bomba atomica, su Nagasaki, città assai
popolosa.
Il 1° settembre 1945 il Giappone firmò la resa.
La guerra fredda
Con il termine guerra fredda si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che venne a
crearsi intorno al 1947, e che si protrasse fino al 1989, anno in cui crollò il muro di Berlino, tra le
due principali potenze vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti d'America e l'Unione
Sovietica.
Alla fine della seconda guerra mondiale truppe americane, inglesi, francesi e sovietiche
occuparono il suolo tedesco, una parte del quale fu ceduto alla Polonia. Le zone di occupazione
furono ben delimitate a seguito della spartizione dei territori.
Fra il 1947 e il 1949 USA, Gran Bretagna e Francia unificarono le rispettive zone, mentre nella
sua zona l’URSS dava il via a misure economiche e politiche che miravano chiaramente alla
costituzione di una repubblica tedesca comunista. È così che nel 1949 si assistette alla formazione
di due Germanie:
Ma la situazione della Germania delineava in realtà una situazione ben più ampia, che andava
oltre la divisione di un solo paese. Attorno alle due grandi potenze vincitrici si erano formati due
blocchi di stati:
• Ad Oriente regimi comunisti sorgevano nei paesi liberati dall’Armata Rossa. Il principio di
spartizione dell’Europa in zone di influenza, formulato già durante il conflitto, cominciava a trovare
attuazione.
Inoltre essi temevano l’espansione del dominio sovietico in Europa e perciò favorirono
l’allontanamento dei partiti socialisti, ma soprattutto comunisti, da tutti i governi degli stati
dell’Europa occidentale.
Il 5 giugno del 1947 gli USA avviarono un vasto piano di assistenza economica ai paesi europei
fidati, il cosiddetto Piano Marshall. Questi aiuti, oltre a permettere ai paesi beneficiari il
superamento delle gravi difficoltà economiche dovute alla ricostruzione, costosa e necessaria,
consentivano politicamente il rafforzamento dei regimi democratici e per contro l’indebolimento
delle aspirazioni irrealizzabili filosofiche o rivoluzionarie dei partiti comunisti occidentali.
Le potenze dominanti erano principalmente due, e radicalmente contrapposte sul piano ideologico.
Il conflitto per molti anni sembrò inevitabile, e diverse volte sembrò di essere sul punto di una terza
guerra mondiale. Questa situazione di bilanciamento forzato dovuta ai potentissimi armamenti di
cui entrambe le potenze erano in possesso, e di tensione dovuta al timore di un nuovo conflitto,
portò alla scelta del termine Guerra fredda:
Guerra, perché la contrapposizione tra i contendenti sembrava un vero e proprio conflitto, e perché
all’interno dei paesi coinvolti andava delineandosi una mobilitazione militare, economica e
psicologica “di guerra”;
Fredda, perché le armi, che continuavano ad essere prodotte e accumulate, non potevano essere
usate.
Si può definire come “guerra fredda” tutto l’assetto mondiale dall’immediato dopoguerra fino alla
fine degli anni ottanta (la caduta dell’URSS è del 1991). Questo lungo periodo, però, ha avuto 3
fasi:
La prima di guerra fredda vera e propria, durata dal 1947 ai primi anni Sessanta, in modo
particolare due furono i momenti critici: la guerra di Corea (1950-1953) e la questione cubana con
picco di tensione nel 1962.
La seconda, detta la fase di distensione, negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta;
Dopo il 1973, una nuova fase di tensione internazionale basata però su strumenti in parte nuovi.
Gli arsenali militari stessi erano una delle principali armi messe in campo per questo nuovo
conflitto: le armi atomiche e la loro potenza distruttrice erano ben note già dalla fine della seconda
guerra mondiale. Per questa ragione, lo studio sul nucleare continuò, fino a dare vita ad armi
potentissime, sempre più sofisticate e capaci di una potenza distruttiva ben più alta di quella già
nota con Hiroshima e Nagasaki.
L’accumulo delle armi divenne, sostanzialmente, una sorta di sostituto simbolico dell’uso effettivo
delle armi stesse.
Una vera e propria fase di distensione significativa cominciò negli anni Ottanta con l’ascesa al
potere in Unione Sovietica di Gorbaciov, fino alla dissoluzione dell’U.R.S.S. nel 1991.