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1. Le premesse
1.1 Il fallimento della Società delle Nazioni - I presupposti del trattato
di Versailles, che addossavano alla Germania e all’Austria la
responsabilità della Prima g., non potevano alla lunga essere accettati
dai Tedeschi; d’altra parte, le condizioni finanziarie e territoriali imposte
alla Germania, mentre da un lato erano troppo dure, dall’altro non erano
sufficienti a impedirne la risurrezione militare e industriale. Di fatto, le
clausole del trattato costituirono il terreno di coltura per una rinascita del
militarismo e del nazionalismo tedesco.
Altre minacce alla pace si andarono addensando nel corso degli anni
1930, mostrando la debolezza della Società delle Nazioni. L’impresa
giapponese in Manciuria (1931-32), con la costituzione dello Stato
vassallo del Manchoukuo, inferse un primo colpo al principio della
sicurezza collettiva e si concluse con l’uscita del Giappone dalla Società
delle Nazioni, abbandonata nel 1933 anche dalla Germania, dopo il
fallimento della Conferenza di Ginevra per il disarmo. Mentre il governo
nazista dava libera attuazione a un massiccio incremento delle forze
militari, in violazione delle limitazioni imposte dal trattato di pace,
rimasero anche prive di efficace applicazione le sanzioni decretate dalla
Società delle Nazioni contro l’Italia quando attaccò l’Etiopia (1935).
Quando la Germania rioccupò militarmente la Renania (7 marzo 1936),
fu la Gran Bretagna, nello spirito proprio della diplomazia tradizionale
volta a un equilibrio delle forze, per contrastare in Europa l’influenza di
URSS, Francia e Italia, a negare il suo consenso a un intervento attivo
della Società delle Nazioni. L’uscita formale dell’Italia fascista dalla
Società delle Nazioni nel dicembre 1937 ne sanzionò definitivamente la
crisi.
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3. La guerra in Africa
Nell’Africa Orientale Italiana l’entrata dell’Italia nel conflitto portò
l’Asse a contatto con l’Impero britannico in Egitto,
Sudan, Uganda, Kenya, Somalia, per una frontiera di circa 6000 km.
Nelle più lontane regioni del suo Impero d’Africa lo Stato Maggiore
britannico, per guadagnare tempo e per risparmiare energie e uomini,
abbandonò le zone più minacciate dalla schiacciante superiorità iniziale
italiana: così fu evacuata la Somalia britannica. La controffensiva fu
preparata contemporaneamente in Africa Orientale e in Libia: nel primo
territorio, per il netto squilibrio delle forze opposte, dopo circa un anno e
mezzo di operazioni, la difesa italiana non poté evitare la vittoria
britannica (6 aprile 1941, capitolazione di Addis Abeba; 27 novembre
1941, caduta di Gondar, ultimo presidio italiano in Etiopia a deporre le
armi).
6. La battaglia dell’Atlantico
Dall’inizio del conflitto fino al maggio 1945, ebbe luogo nell’Atlantico
il confronto tra gli Alleati e le forze dell’Asse per il controllo delle rotte
di navigazione utilizzate dai primi per i rifornimenti di armamenti e
materie prime.All’inizio della guerra il naviglio di superficie pesante
franco-britannico era enormemente superiore a quello tedesco. La guerra
di corsa volse all’esaurimento dopo l’eliminazione della corazzata
tedesca Graf von Spee nelle acque del Río de la Plata (17 dicembre
1939) e i sottomarini, come già nella Prima g., vennero a costituire il
nerbo della flotta navale tedesca. La lotta contro gli U-Boote si fece per
gli Alleati progressivamente più faticosa: l’ammiraglio K. Doenitz nel
1940 aveva costituito a Lorient, in Bretagna, un comando centrale, che
sulla base dei dati informativi raccolti dall’aviazione impartiva ordini ai
sottomarini per guidarli, durante la notte, alla presa di contatto. Gli
Inglesi provvidero alla difesa munendo di reti parasiluri le navi destinate
a occupare le posizioni esterne dei convogli, con nuove fregate a grande
autonomia, con il sistema di rifornire in mare il naviglio di scorta meno
efficiente, accrescendone l’autonomia, con l’impiego di aerei di più
grande raggio e, soprattutto, attraverso la realizzazione progressiva di
navi portaerei di scorta. La battaglia conobbe fasi alterne, ma nell’aprile-
maggio 1943, l’introduzione, per la localizzazione dei sottomarini, di
nuovi apparecchi (radar e sonar), pose in crisi la guerra tedesca ai
convogli degli Alleati, e solo in parte i Tedeschi poterono, verso la fine
del 1944, riprendere il loro piano di guerra ai convogli applicando agli
U-Boote nuovi dispositivi (Schnorchel) che consentivano una prolungata
immersione, al riparo dall’offensiva aero-navale avversaria.