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Docsity Demografia Storica Corso Base F Rossi
Docsity Demografia Storica Corso Base F Rossi
base. - F. Rossi
Demografia
Università degli Studi di Padova
21 pag.
1.4 Mortalità
1.4.1 Tassi di mortalità generici e specifici
1.5 Fecondità
1.6 Nuzialità
1.6.1 Introduzione: tassi generici e specifici
Lo studio della nuzialità per le popolazioni del passato è forse più importante delle
popolazioni odierne a causa del forte legame con la fecondità, dal momento che le
nascite avvenivano per la maggior parte nel matrimonio; per tale motivo a modelli
diversi di nuzialità possono conseguire diversi livelli di fecondità. Il binomio nuzialità-
fecondità è stato in molti paesi il maggior responsabile della dinamica della
popolazione prima della transizione demografica. La nuzialità fornisce interessanti
elementi conoscitivi degli usi locali delle società sull’organizzazione familiare, sulla
trasmissione delle proprietà, sui legami fra famiglie ecc.
La misura più generale del fenomeno, analoga ai corrispondenti tassi di natalità e
mortalità, è il tasso generico di nuzialità - vedi specchietto
Questo tasso tuttavia ci fornisce solo un’idea dell’ordine di grandezza della nuzialità,
da confrontare con gli altri tassi generici, o da esaminare nella successione
temporale. Per un esame più approfondito dei costumi nuziali siamo interessati alla
conoscenza di due elementi sintetici del modello matrimoniale:
- quanti uomini e quante donne arrivano a sposarsi
- quando si sposano (età)
1.7 Migrazioni
1.7.1 Introduzione
La modesta quantità di lavori storico-demografici sulle migrazioni è motivata solo
dalla scarsa disponibilità di informazioni dirette su questo fenomeno. Sono carenti
fonti storiche su eventi di spostamenti nel territorio; si trovano in occasioni particolari
come in presenza di nuovi intensi flussi migratori a lunga distanza o in presenza di
provvedimenti volti a favorire il ripopolamento di città decimate da epidemie. A
parziale giustificazione della scarsità di informazioni, si può aggiungere che una
rivelazione completa ed affidabile è difficile anche ai nostri giorni, nonostante gli
strumenti oggi a disposizione.
Le migrazioni non sono di minor importanza rispetto a nascite, morti e matrimoni
nella dinamica delle popolazioni. La scarsità di informazioni non significa che il
fenomeno non esista; è raro che in una comunità gli spostamenti sul territorio siano
del tutto trascurabili. Nella maggior parte dei casi non ci sono informazioni sufficienti
a dare una descrizione compiuta dei vari spostamenti che avvengono; è però
possibile ricavare informazioni indirette da altri elementi noti.
Le migrazioni possono essere di vari tipi, classificabili secondo diversi criteri, come
l’ambito territoriale, il motivo, la durata.
Distinguiamo così le migrazioni con l’estero da quelle interne se lo spostamento
supera o meno il confine dello stato nazionale; il motivo è spesso di natura
economica, diretta o indiretta ma può essere anche di altro tipo, come gli
spostamenti forzati per motivi razziali, religiosi, militari, ecc. Secondo la durata, si
distinguono migrazioni temporanee o permanenti.
L’importanza della mobilità territoriale si comprende appieno se si considerano non
solo le cause ma anche le conseguenze, che sono di tipo demografico, economico,
sociale. Oltre alla dimensione dei flussi, sono interessanti le caratteristiche della
migratorietà, che riguardano aspetti geografici, legati ai luoghi di origine e di
destinazione dei flussi e alla loro distanza, e aspetti socio-demografici di chi si
sposta: età, sesso, stato civile, istruzione, stato professionale, famiglie.
1.7.2 Qualche misura da dati correnti
vedi specchietto
Spesso sono note di una popolazione l’ammontare e le variabili naturali, ma non
quelle migratorie.
vedi specchietto
1.7.2 Altre informazioni sulle migrazioni
Dati sulle sole immigrazioni possono essere ricavati dai censimenti, sfruttando la
semplice informazione sul luogo di nascita o sulla cittadinanza dei censiti, sempre
2. RICOSTRUZIONI NOMINATIVE
2.1 Ricostruzione delle famiglie
2.1.1 Tecniche nominative
Del Panta e Rettaroli definiscono le tecniche nominative come una categoria di
“modalità di impiego delle fonti storico-demografiche che hanno in comune una
rilevazione dei dati di tipo nominativo, ed il successivo uso di tali caratteri in funzione
della ricostruzione di vicende, situazioni o biografie individuali”. La rilevazione e
l’utilizzo sono nominativi, ma i dati finali con i quali verranno presentati i risultati della
ricerca sono in forma aggregata, analoghi quindi ai risultati dell’analisi tradizionale. In
questa categoria rientra la ricostruzione nominativa delle famiglia proposta da Louis
Henry a partire dagli anni 50 del 900.
Lo scopo degli studi di Henry era di trovare livelli e modalità della fecondità naturale,
o comunque delle popolazioni del passato, in periodo pre-transizionale: per questo
aveva rivolto l’attenzione in due direzioni:
- ricerca di popolazioni che ancora all’epoca non usassero contraccezione
- ricostruzione della fecondità naturale a partire da dati storici
Per la prima, aveva trovato e studiato la fecondità degli Hutteriti, popolazione di
origine europea (tirolese), emigrati negli Stati Uniti negli anni 70 dell’800 e poi in
Canada, che per motivi religiosi non pratica alcuna forma di contraccezione.
Per la seconda, Henry mise a punto un metodo, la ricostruzione nominativa delle
famiglie, con il quale è possibile, da soli dati di flusso, poveri di informazioni, dirette,
arrivare a misure estremamente precise su eventi della storia familiare, quale
matrimonio, nascita di figli, morte, ecc. L’accostamento di atti individuali nominativi
della stessa persona, consente di ottenere informazioni non presenti negli atti: età
alle nozze, età della madre al parto, la distanza tra le nascite, l’età alla morte dei
bambini, gli anni di esposizione al rischio di procreare, la fine del matrimonio per
morte di un coniuge, la durata della vedovanza, ecc. Il procedimento consiste nella
ricostruzione delle vicende di ciascun nucleo familiare e successivamente nel calcolo
di misure di fecondità, sia rispetto alle donne sposate che rispetto al matrimonio,
nonché di nuzialità e mortalità, simili a quelle ottenute da dati aggregati e spesso
2.2 Risultati
2.2.1 Misure di fecondità
Successivamente alla ricostruzione delle storie familiari, i dati vengono riaggregati
per ottenere misure di fecondità femminile legittima, o di fecondità dei matrimoni, o
altre misure.
I risultati di ciascuna ricostruzione presente nella scheda di famiglia vengono riportati
in apposite tavole di spoglio, una riga per donna; occorre tuttavia tener distinte le
donne coniugate fin da giovani rispetto a donne sposate da più anziane.
Vengono trascritti i dati riepilogativi che erano stati inseriti nella terza sezione della
scheda di famiglia, nella parte età della donna: per ogni classe quinquennale di età
si trascrivono gli anni vissuti, che vengono chiamati anni-donna o donne-anno (DA),
ed i figli avuti nel quinquennio (N). Secondo le indicazioni di Henry, vengono
trascurate le unioni durate meno di 5 anni ed i nati nelle classi di età iniziate ma non
terminate per fine unione. Si calcolano quindi tassi di fecondità legittima per ogni
glasse di età della madre, rapportando i nati in ogni classe agli anni vissuti dalla
donna nella classe - vedi specchietto -
Un’altra misura di fecondità legittima è ottenibile dal rapporto, da calcolare per
ciascuna classe di età alle nozze, tra il totale dei nati e le donne sposate della
ricostruzione.
Da rilevare è il grande effetto della nuzialità sulla fecondità delle donne sposate: un
ritardo di 10 anni nell’età delle nozze fa sì che la fecondità quasi si dimezzi.
La fecondità legittima per età al parto e il numero medio di figli per matrimonio sono
le misure più frequentemente utilizzate per confrontare i risultati delle ricostruzioni
nominative.
2.2.2 Altri risultati di ricostruzioni nominative
Altri possibili risultati derivabili dalle ricostruzioni:
1. in tema di fecondità, sfruttando le schede di famiglia e il riquadro unione, si possono
costruire tassi di fecondità per durata del matrimonio rapportando i nati in ciascuna
classe di durata alle donne-anno della stessa durata;
2. ricavabili, l’età media della madre alla nascita dei figli, distinguendo l’ordine di
nascita e il caso particolare dell’età media alla nascita dell’ultimo figlio, che
rappresenta la fine della fecondità e anche della fase di espansione della famiglia; è
possibile il calcolo della distanza fra il matrimonio e la prima nascita, intervallo
protogenesico, e di quelle fra i nati successivi, intervalli intergenesici.
3. studio della nuzialità, nei tempi in cui si accede al primo matrimonio, nonché agli
eventuali matrimoni successivi; si può accedere dunque all’età media al primo
matrimonio ed in caso la durata ed esito della vedovanza.
4. altro settore di ricerca è la mortalità, dove lo studio della mortalità infantile e
giovanile risulta più facile rispetto a quella degli adulti, perché più dispersiva. Inoltre
sono possibili anche delle misure raffinate come il calcolo delle probabilità di morte e
3. COMPLEMENTI
3.1 Aspetti generali
3.1.1 Esame di serie storiche
Dati di stato: prevalentemente di origine civile, sono senza regolarità o cadenza
precisa; questo causa seri problemi di omogeneità delle informazioni, per quanto
riguarda il motivo della raccolta dei dati, le modalità seguite nella raccolta e l’ambito
territoriale di riferimento.
Dati di movimento naturale: sono frequenti come disponibilità di serie storiche di
eventi naturali da fonti civili o registrazioni parrocchiali.
In entrambi i casi è utile un’analisi preventiva dei dati
3.1.2 Stagionalità degli eventi
è rilevante il tempo dell’anno in cui avvengono i movimenti naturali; nei registri
parrocchiali la data di registrazione è uno degli elementi più sicuri in quanto ad essa
corrisponde la data dell’evento. La distribuzione degli eventi secondo il mese in cui
3.2 Fecondità
3.2.1 Numero medio di figli per matrimonio
1. Misure di fecondità delle donne, le più frequenti misure di fecondità, i tassi
specifici di fecondità per età, si costruiscono con dati correnti sulle nascite e con dati
sulla popolazione femminile: vedi specchietto
informazioni sulle nascite per età della madre non sono disponibili in Italia prima del
1930 ed anche i dati sulla popolazione per età sono noti fino a gran parte del XX
secolo solo dai censimenti. Le fonti storiche tradizionali, religiose e civili sono ricche
di dati di movimento: è frequente dunque trovare serie storiche, anche lunghe, di
nascite e di matrimoni. Con questi soli dati è possibile giungere, sotto alcune
condizioni a buone misure di fecondità, riferite ai matrimoni
Misure di fecondità dei matrimoni, disponendo delle nascite legittime
classificate secondo l’anno del matrimonio, è possibile costruire per un qualunque
anno t, tassi specifici di fecondità legittima per durata del matrimonio: vedi
specchietto
L’informazione sull’anno del matrimonio da cui provengono le nascite non è
disponibile fino al 1930; Gini propose un’altro metodo
Numero medio di figli per matrimonio, metodo di Gini, si può mostrare che il
numero medio di figli per matrimonio si può scrivere: vedi specchietto
Il numero medio di figli per matrimonio relativo ad un dato anno si può ottenere
anche dal rapporto tra i nati legittimi dell’anno e una media ponderata dei matrimoni
dai quali essi provengono. La media è ponderata secondo il contributo di ciascuna
annata di matrimoni alla fecondità dell’anno: contributo che sarà alto per i matrimoni
più recenti e sarà via via più basso quanto più i matrimoni sono anziani. I pesi da
usare per questa media non sono evidentemente disponibili. Gini suggeriva di usare
come pesi pi quelli di una situazione nota presumibilmente simile: quella di un altro
anno o di una popolazione diversa.