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Emanuele Pagano – 14/15 settembre

STORIA MODERNA: qualcosa di recente, dalla lingua latina, qualcosa di nuovo. Per indicare un’epoca
o una serie di fenomeni recenti, nuovi, rispetto ad un’età precedente, rispetto alla quale c’è una
discontinuità.

Periodizzare: per comprendere il passato e per includere nell’intelligenza la comprensione di esso (del
passato) è opportuno fare un’operazione, quella della periodizzazione: che significa interpretare una serie
di fenomeni che hanno delle analogie, cosi come sono anche diversi rispetto ad un’epoca precedente.

L’immagine di un vascello a vela armato di cannoni del 18 secolo rappresenta un’enorme trasformazione.
La Francia era una delle più grandi potenze dell’epoca e poteva vantare una flotta tra le più moderne:
questo oggetto nel medioevo non esisteva e si tratta dunque di una cosa nuova.

La storia, intesa come flusso di avvenimenti umani in un continuum, la possiamo intendere come una
permanente dialettica tra ciò che sta e ciò che cambia. Una dialettica tra permanenza e discontinuità.

Per comprendere i contorni e i caratteri di questa età moderna dobbiamo cogliere specialmente la
discontinuità: che cosa percepiamo di discontinuo e quindi di moderno rispetto all’epoca precedente?

Terminus a qu_ punto di partenza di tutta una serie di fenomeni e avvenimenti che noi comprendiamo
come se fossero una sorta di unità dotata di senso.

Se uno fa riferimento al 1453: parlerà della caduta di Costantinopoli travolta dalle armate di Maometto II e
quell’impero ottomano che cominciava a prendere forma.

Il momento iniziale di uno sviluppo geopolitico gigantesco che riguarda civiltà che si affrontano e
confrontano nell’area euromediterranea. L’impero ottomano che nel momento della sua massima
espansione occupò gran parte del mediterraneo con un’estensione al crocevia tra i tre continenti.

1492: l’epoca della scoperta dell’America e dal quel momento prende avvio una straordinaria dilatazione
dell’Europa fuori dall’Europa in una dimensione che in un capo a un secolo diventa mondiale: la prima
mondializzazione.

1517: da quel momento l’unità dell’Europa cristiana latina comincia a venire meno e comincia a diffondersi
quella dissidenza religiosa da Lutero in avanti e quindi l’Europa dal punto di vista confessionale cambia
volto. Avviene una frattura confessionale.

Si innesca un mutamento che ha segnato una discontinuità. Indietro non si torna più.

Età moderna come età di un cambiamento delle idee dell’uomo, della natura, della cultura, delle forme
politiche e l’avvento della scienza moderna con una serie di applicazioni tecnologiche. Il veliero con i
cannoni sulle fiancate è uno dei prodotti di questa straordinaria trasformazione.

DEMOGRAFIA:

Ovvero lo studio della popolazione e del suo sviluppo durante la lunga età moderna o dal tardo medioevo
fino a quel momento che è stato definito la transizione demografica.

Fattori e dinamiche: cambiamento che è essenziale per chi periodizza il passato e per chi vuole
comprendere a fondo le età e il loro sviluppo. Le epidemie sono un sotto tema, ma un sotto tema molto
rivelante, molto più rilevante nella demografia del passato rispetto a quella di oggi. Nonostante la pressione
mediatica s questo tema di recente ma l’impatto che le epidemie e le pandemie hanno auto sulle
popolazioni del passato non è nemmeno paragonabile a quello che possono avere malattie pur gravi nella
nostra epoca.

La parte del manuale nella versione ridotta da fare inizialmente è il 2° capitolo.

Premessa: la demografia è un tema importantissimo perché l’autentico problema prioritario non è


l’economia, ma la crisi demografica che riguarda la popolazione e la situazione all’inizio del 21 secolo è
quella di un tragico invecchiamento della popolazione: l’inverno demografico. Che stiamo vivendo.

Gli studiosi dicono che per mantenere stabile la popolazione deve esserci un tasso di fecondità di 2,1 figli
per donna eppure da 30 anni l’Europa, in particolare in Italia, è al di sotto di questo livello.

La grave crisi demografica ce ormai è una crisi irreversibile è all’origine anche della crisi economica perché?

Senza una crescita demografica i costi fissi di una società aumentano (pensioni, assistenza sanitaria,
ospedali, ospizi)per una popolazione sempre più vecchia e bisognosa di sostegno sociale e la quota che
produce reddito in età lavorativo si assottiglia e deve sopportare costi fissi molto superiori. Origine di una
decadenza di tipo economico e di una pressione fiscale che aumenta sempre di più. Tuttavia, crollando la
natalità e assottigliandosi la quota produttiva della popolazione tutto ciò porta a u consumo della ricchezza
accumulata e dei risparmi e porta ad una povertà generale.

Il mito della sovrappopolazione come causa di sottosviluppo:

TEORIA DI R. MALTHUS padre anglicano (saggio sul principio della popolazione del 1798) aveva teorizzato
che mentre la popolazione cresce in maniera geometrica (2,4,6,8) le risorse invece crescerebbero in
maniera aritmetica 1,2,3,4 >>> divaricazione.

Impoverimento, miseria, carestia. Nella storia questa teoria abbastanza lugubre che invita al controllo della
popolazione con tutti i mezzi possibili , riduzione dei matrimoni all’epoca di Malthus e tutta quella politica
contraccettiva che caratterizza anche il nostro tempo.

Anche se negli ultimi 115 anni la popolazione è aumentata di circa 5 volte ma la ricchezza è cambiata da 20
a 40 volte. Ancora una volta l’idea che dove c’è più popolazione c’è più povertà non è vera. Dei 21 paesi più
poveri solo 7 hanno una densità superiore ai 100 abitanti per km quadrato mentre 12 sui 21 paesi più ricchi
superano questo numero.

Neo malthusianesimo: Diffidenza per lo sviluppo demografico, ossessione del controllo che ha portato
quella catastrofe demografica in cui si trovano soprattutto le società più ricche, società europea in
particolar modo.

Le popolazioni del passato sono oggetto di studio, i fattori che ne costituiscono l’essenza, lo sviluppo e le
dinamiche in età moderna. Per studiare questo problema lo storico ha bisogno di una documentazione: si
parte dalle fonti: documenti non solo scritti che attestano dei fatti, degli avvenimenti, delle realtà, esistite in
una certa epoca.

Le principali fonti sono:

1. I censimenti dei fuochi (focolai) delle unità abitative che erano considerate delle unità produttive,
delle unità fiscali. Il fuoco è l’abitazione e la famiglia (unità lavorativa) – esempio: censimento dei
fuochi nel regno di Napoli all’inizio dell’età moderna, nel ‘500, furono registrati circa 500.000
fuochi, unità abitative. Ipotizzando quindi una popolazione di circa 2,5 MIL di abitanti.
2. Tra il 600 e il 700 si attuano periodi di censimenti della popolazione.
3. Nell’Europa cattolica, specialmente dopo il concilio di Trento, uno strumento utile sono i registri
parrocchiali che registrano appunto matrimoni, sepolture e nascite ecc.
4. Secondo 700 lo stato si impadronisce di una sfera di registrazione della popolazione che prima
faceva gratuitamente la chiesa e nasce il moderno stato civile e l’anagrafe di ciascun comune.

A seconda del paese in cui ci troviamo abbiamo più o meno dati e ricchezza di statistica o dei vuoti
notevolissimi: esempio la Russia fino al 18° secolo fu caratterizzata da un vuoto di dati.

Natalità: ovvero il n° dei nati vivi per anno su una popolazione esistente;

Mortalità: i morti;

Nuzialità: matrimoni celebrati su una data popolazione (per 1000);

Fecondità: nati vivi per n° di donne in età riproduttiva;

Speranza di vita alla nascita: durata media della vita, concretamente si sommano le età alla morte in una
determinata popolazione;

Tasso di urbanizzazione: quante sono le persone che vivono in una città.

SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA: età media alla quale di muore. Francia 1660, epoca di relativa pace, l’età
media è di 25 anni. Solo una metà della popolazione arriva tra i 20 e i 30 anni. In Europa c’è una speranza di
vita molto bassa.

Non esiste però un modello europeo: i demografi ci insegnano che ci sono comportamenti molto vari a
seconda delle epoche e dei climi nei vari paesi: l’Inghilterra è un esempio di demografia a bassa intensità,
natalità di circa il 30 per 1000 e una mortalità che oscilla tra il 22 e il 28 per mille. In Ungheria, alla fine del
700, sono stati registrati tassi di natalità del 50 per mille e tassi di mortalità più alti. Quindi i sono varie
situazioni.

TABELLA NEGLI APPUNTI.

LA FAMIGLIA

IL Motore dello sviluppo demografico è la famiglia. Con la parola famiglia si intende qualcosa di più esteso e
più elastico rispetto alla nostra concezione. Significa tutto l’aggregato domestico, household, garzoni, servi
che vivono in quella casa e sono sotto l’autorità del pater familias, a quel tempo ovviamente. La famiglia
vista come unità lavorativa. È una scuola confessionale, una scuola dove si impara una cultura, una
tradizione, una lingua.

UNA GRANDE CRESCITA:

dal 1500 al 1800 circa – all’opposto col nostro decadimento della nostra epoca, i tassi di natalità sono
ancora più alti e la fora vitale della popolazione che cresce e si modifica e che è uno degli elementi del
successo del ondo. Mondializzazione dell’economia. Nonostante i terribili freni dello sviluppo della
popolazione (tipo fame, peste, carestie) contro i quali si pregava nelle chiese.

Crescita dimostrata da una serie di tabelle del manuale.

Spinta vitale che non si può negare. Fiducia nella vita che non si può negare.
DEMOGRAFIA 1.2

LE CONGIUNTURE DEMOGRAFICHE E L’INTERAZIONE DEI FATTORI

Una delle cose affascinanti dello studio della storia è la differenza: evitare di appiattire tutto sul nostro
breve presente ma acquisire quella mentalità che ci fa vedere i problemi in profondità.

La popolazione che è un oggetto complesso e il suo comportamento nel tempo è uno studio affascinante
anche per capire il nostro presente.

1470-1620 = crescita l’età moderna fu caratterizzata dopo la peste nera da una tendenza forse alla crescita
le congiunture della popolazione sono queste: 1470-1620 = crescita

1630-1700 relativa stagnazione

1700 > = crescita

Il 500 è un secolo esplosivo per tutta Europa. Sec esplosivo la popolazione aumenta fino ai primi decessi del
600

La peste nera combinata con altri fenomeni come guerre ecc, in questa fase è quella di una relativa
stagnazione o crescita più lenta. Alla fine del secolo 17 i paesi avevano recuperato i numeri della
popolazione.

Il vaiolo le guerre ecc avevano devastato le popolazioni.

La crescita 500centesca – vedere grafico nelle slide.

A metà del 600 nell’Europa mediterranea ci fu una stagnazione, un momento di crisi – dal 1600 23,6 MIL a
22,5 MIL.

La città è un oggetto complesso e valutare il tasso di urbanizzazione è importante per capire lo sviluppo
economico di quel paese. In Italia nel 500 abbiamo Venezia, Napoli in parte Milano e molte citta medio
grandi. Mentre le isole britanniche o la Francia hanno solo 1 città importante.

Gli studiosi si inventano dei modelli e per spiegare nelle epoche preindustriali i movimenti della
popolazione hanno parlato di un sistema demografico abbastanza rigido:

La popolazione cresce, stagna o regredisce in base a dei fattori. Questi fattori si intrecciano danno una
risposta precisa. Risorse alimentari > posti di lavoro, diponibilità dei posti di lavoro, unità produttive che
coincidono con la famiglia. Il concetto di famiglia qui ha in sé un’idea di azienda che produce beni e servizi.
La tenuta della famiglia e a loro produttività.

A loro volta le risorse alimentare sono molto influenzati dalle condizioni climatico ambientali le quali hanno
un loro peso sulla dislocazione della popolazione. L’elemento che riguarda le epidemie nell’ambente delle
società dell’epica sono endemici, ovvero sono sempre presenti. Questa correlazione di fattori influenza la
popolazione.

Sistema chiamato Sistema demografico relativo all’Europa dell’epoca preindustriale e così si parla pure di
crisi demografiche tipiche dell’età moderna.

Quando si innesca una crisi?


La crisi può scatenarsi da fattori diversi: uno di questi è il mutamento climatico, che incide sui raccolti e
provocano le carestie: squilibrio tra domanda e offerta. Se il raccolto non soddisfa quella domanda allora
va a finire che il grano costerà di più e no tutti potrebbero permetterselo.

Anche una crescita spropositata della popolazione potrebbe distruggere un equilibrio.

Peste bovina.

Epidemie e pandemie incidono sulla feta produttiva della popolazione.

L’aumento della morbilità, perso e che si ammalano diminuisce la forza lavoro e l’aumento della mortalità.
La società dell’età moderna cerca di far fronte a questi momenti di crisi con la diminuzione di matrimoni e
nascite e quindi si parla di autoregolazione della popolazione.

Meccanismi di adattamento, di autoregolamentazione della popolazione: matrimonio tardivo, nuzialità,


fecondità. Il grosso della fecondità sta dentro il matrimonio. A quel tempo la riproduttività era determinata
dal matrimonio.

Celibato definitivo – gran parte della popolazione non si sposerà mai. Sono strumenti di
autoregolamentazione della popolazione.

1845 – parte della popolazione irlandese, che viveva in situazione coloniali. Buona parte della popolazione
ha come alimento solo le patate. La perdita dei raccolti di patate provoca una tragedia nazionale causò
emigrazione verso l’America, morte, carestia, debolezza.

IL CLIMA: UN FATTORE RILEVANE NELLE DINAMICHE DEMOGRAFICHE

Lo studio del clima nel passato è una medicina formidabile per relativizzare quello che avviene nel presente
e pe capire che certi allarmi non hanno ragione di essere. Il clima è un fattore rilevante nelle dinamiche
demografiche dell’età moderna.

Studio del clima nel passato: non ha una tradizione molto lunga. I francesi hanno innovato studiare la
paleoclimatologia non è molto facile. Abbiamo una documentazione storica affidabile per gli ultimi 2,3
secoli e una mentalità scientifica affidabile. (Registrazioni seriali di temperature e fenomeni climatici vari).

I carotaggi nei ghiacciai: il ghiaccio conserva tracce dei climi antichi. Sul piano storico citiamo Emmanuel Le
Roy Ladurie. “Histoire du climat depuis l’an mil”(1967).

Il clima cambia continuamente e nella storia si sono alternate ere glaciali molto lunghe a ere interglaciali
più brevi. Noi ci troviamo in una fase interglaciale. Ci sono state epoche in cui il pianeta era più caldo che
adesso. Sotto il deserto del Sahara sono state trovate delle tracce di una savana.

(Toponimo)Groenlandia: terra verde.

Saga nordica groenlandese- periodo caldo IX-XIII secolo

Si pensa che la fase di riscaldamento che viviamo adesso potrebbe essere iniziata circa 400 anni fa.

Negli anni 70 la maggior parte degli studiosi parlava di un riscaldamento del clima. Un aspetto che
contraddice chi sostiene che saremmo in una fase di riscaldamento preoccupante per il nostro pianeta.

31000 scienziati contestano la teoria della responsabilità umana nell’aumento dei gas serra: i cambiamenti
climatici sono governati da fattori naturali (correnti oceaniche, vulcanesimo, correlazione con l’attività
solare). Anno 1816 dopo le guerre napoleoniche, anno di carestia spaventosa, dovuta anche ad un’eruzione
importante nelle isole Java in Indonesia tanto che i raccolti sono stati devastati e da li è derivata una
carestia importante.

Anidride carbonica= 3,2%, di cui solo il 4% ha origine umana.

Testimonianza dei Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica, senatore a vita. Si presenta nel 2014 in
parlamento quasi deserto e legge un testo. Leggere testo sui file blackboard.

LE EPIDEMIE: altissima letalità (15%-60%)

l’avvento degli antibiotici è stato una rivoluzione straordinaria.

1. Peste bubbonica o polmonare


2. Vaiolo
3. Sifilide
4. Colera
5. Tifo esantematico o petecchiale
6. Dissenteria
7. Pellagra
8. Malaria
9. Tubercolosi

I nostri avi per secoli hanno vissuto in un’epoca con dei nemici invisibili e hanno provato a vivere
contrastando con metodi naturali. La peste è stata la peggiore. Non ha possibilità di paragone.

Sono tutte caratterizzate da un’altissima letalità.

EZIOLOGIA DELLA PESTE - IL PARADIGMA CLASSICO: Bacillo (Yersinia pestis) > Pulce (sangue) > Ratto >
Uomo. Con questa presenza di ratti, pulci, e tra l’altro i ratti viaggiano anche nelle navi quindi si
espandevano tra vari paesi. La peste nacque in Crimea in una città genovese assediata dai tartari e da li la
peste entrò nelle città portuali. On un ambiente in cui questi parassiti proliferano è chiaro che la peste
diventi endemica.

Altre ipotesi su pestilenze medievale:

1. Antrace (Graham Twigg 1984) – spore che avvelenano.


2. Febbre virale emorragica (tipo Ebola) (Susan Scott e Christopher Duncan)

La peste nera: lotta impari contro un nemico invisibile e sconosciuto.


Forma bubbonica classica, morte in 2/3 giorni dai sintomi.
Tasso di mortalità: 30%

Londra peste del 1665: impatto psicologico di queste stampe e la peste vista come un flagello che colpisce
con le frecce.

Provvedimenti e comportamenti in tempi di epidemia:

1. Uffici di sanità, fedi di sanità, lazzaretti, cordoni sanitari, città in quarantena, blocchi sulle strade
principali.
2. Disinfezione di monete, lettere, merci, persone.
3. Fuga panico, sciacallaggio, violenze, caccia al colpevole. Le “unzioni”: delirio e realtà.

I miasmi: la peste si trasmette attraverso l’aria, si accendono fuochi purificatori, ci si protegge l’apparato
respiratorio. Si pensa che la peste sia un manufatto di origine diabolica. Medico della peste: immagine di un
corvo che è vestito da medico – Ludovico Antonio Muratori: “Trattato del governo della peste” – la
maschera d’uccello riempito di essenze e profumi per sfuggire all’aria malsana.

La peste di Marsiglia: 1720-1722 fuoco purificatore e riti collettivi di espiazione.

Cronologia delle epidemie:

1. 1347-1351 pandemia di peste


2. 1360-1450 pandemie cicliche di peste
3. 1522-1530 peste/tifo
4. 1575-1577 peste
5. 1591-1592 tifo petecchiale
6. 1630-1631 peste
7. 1648-1650 tifo petecchiale
8. 1656-1657 peste
9. 1720 peste
10. 1743 peste
11. 1764-1767 tifo

Il lazzaretto di Milano è stato costruito nel 400 fuori dalle mura, a porta Venezia – a quel tempo chiamata
Porta Orientale. Al centro vi era una chiesa e dopodiché scomparve tutto il lazzaretto ma rimase la chiesa.
Memoria storica della peste. Ad un certo punto la peste scompare dall’Europa, indipendentemente
dall’azione umana. Scoperta di Yersinia pestis alla fine dell’800 – anni ‘40 del 900 i primi vaccini.

Quindi tutto cambia: mutamenti complessivi biologici, climatici e ambientali. Si afferma il topo di fogna, la
pantegana.

Dal vecchio al nuovo mondo: peste bubbonica, lebbra, colera, varicella, vaiolo, morbillo, scarlattina, tifo.

Dal nuovo mondo: sifilide.

Scambio colombiano: scambio di malattie infettive – svantaggioso per gli americani dell’epoca. La sifilide
era tipica in America, una malattia venerea che si trasmette con i rapporti sessuali.

Il vaiolo (letalità 35%) la peggiore malattia, nel XVIII sec. Il vaiolo si sviluppa nelle città molto affollate. Chi
sopravviveva rimaneva spesso sfigurato.

“Les liaisons dangereuses” – libro – alla fine la cattiva marchesa viene colpita nella bellezza si ammala di
vaiolo e diventa orribile.

Tutto il 700 tenta di creare vaccini. Prima di riuscire a convincere le popolazioni urbane e poi contadine a
vaccinarsi ce ne vuole. Passano decenni.

Luigi sacco nell’età napoleonica fu medico ma anche pioniere di questa campagna di vaccinazione.
Conoscenza della malattia e poi il trattamento efficace. Il vaiolo no si riesce a sconfiggerlo per tanto tempo.
Muoiono milioni di persone a quel tempo.

L’800 è flagellato da colera e tubercolosi. Colera di Napoli: Pacini, medico italiano, poi John Snow medico
inglese, osservando una parte di Londra che viene colpita dalla malattia, scopre finalmente che in questo
quartiere ci sono le condutture dell’acqua che sono contaminare dalle acque fognarie.
Febbre spagnola: 1918-1920, 50 milioni di morti. La più recente è la febbre che fece una strage spaventosa.

LEGGERE CAPITOLO 2.

21/09/20

GLI STATI TRA EGEMONIE ED EQUILIBRIO.

Una prima discontinuità che abbiamo visto caratterizzare l’età moderna: avvento di forme statuali che
prima non esistevano. Di quegli stati europei di fatto indipendenti del tutto o in parte anche se non
giuridicamente, ( molti di essi dipendevano ancora dall’impero) l’Europa si costituisce come lo spazio degli
stati indipendenti con una loro sovranità su un determinato territorio e accomunati dalla cultura cristiana e
dall’eredità del diritto romano: riconosciuto come diritto comune, cioè quella mescolanza di diritto
canonico (ovvero della chiesa) e diritto romano (riscoperto e rivisitato).

Società giuridica accomunata da una serie di idee principi e regole e che sul piano geopolitico si presenta
come una pluralità di stati.

Area euromediterranea con un lembo di asia occidentale e di asia settentrionale che costituiscono un unico
grande spazio con soluzioni di continuità fin dall’epoca antica.

I colori diversi della cartina rappresentano le principali unità statuali. Al centro dell’Europa vediamo un
complesso di possedimento del sacro romano impero.

CAP.7

CAP.13, PAG. 240-242,244-250.

CAP.15, PAG.273-285.

CAP.16

Dalla fine del 400 fino al 1648.

PREMESSA:

lo stato europeo che nasce in questo periodo è molto originale: Peculiarità dello “Stato” nell’Europa
cristiana: gli stati sono molti ma hanno in comune una tradizione giudica tradizione giuridica, una cultura
politica e teologica, la fede cristiana che orienta l’esercizio dei poteri pubblici – sia quello del principe che
quello ecclesiastico (sacerdotium) e con le relative Potestas e Auctoritas.

Distinzione tra una sfera politica e la sfera religioso-spirituale, la sfera del potere religioso. Alle origini di
questa distinzione che sul piano teorico vige ed è accettata dai poteri, mentre sul piano storico è spesso
nascosta o compressa, c’è questo famoso detto di Cristo: “rendete a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel
che è di Dio” (episodio quando mostrarono a Cristo quella moneta con l’effige dell’imperatore e Cristo
rispose spiazzando tutti questa frase). Su questa distinzione che non disconosce la legittimità del potere di
Cesare, ma dall’altra ribadisce che ci sono anche i diritti di Dio che vanno rispettati e che Cesare non può
conculcare.

Questo è fondamentale per capire come sono orientati sul piano del diritto gli stati cristiani.
Vi è inoltre l’originale concetto di persona e libertà personale che in tante altre civiltà non troviamo, la
cinese, l’ebraica, l’islamica. Cioè ciascuna persona ha una sfera intangibile rispetto a quella del potere
pubblico in quanto creatura dotata di anima a immagine e somiglianza del creatore e quindi dotata dal
creatore di una serie di diritti. Secondo questa dottrina del diritto naturale, tutti gli uomini hanno lo ius
naturale elaborato in maniera, ad altissime vette nel pensiero medievale e in particolare con San Tommaso
d’Aquino, è una delle sostanze principali della cultura politica anche dell’età moderna.

Il principe trova un limite, chiunque esercita un potere pubblico trova un limite nel diritto naturale, che
corrisponde al diritto alla vita, al diritto alla proprietà, a forme legali sull’intervento sulla libertà delle
persone, a un matrimonio ecc.

Nell’area cristiana il principe non ha un potere illimitato sul suddito. Se però esercita questo potere in
maniera illimitata compie un abuso, diventa un tiranno.

Questa distinzione ha favorito una DESACRALIZZAZIONE DEL POTERE. Il principe non può essere dio. Non
può essere venerato come un dio. Anche se si teorizza il Diritto divino dei sovrani e tanti re rivendicano
questo diritto divino però il Diritto divino non vuol dire che il principe sia dio. Il cristiano che ha una sua
sfera di libertà intangibile in quanto creatura è chiamato ad essere un buon cittadino e non un ribelle a
Cesare. Questo è il piano teorico della cultura politica e teologica.

Le due sfere devono collaborare anche se spesso storicamente esisterà un’ingerenza reciproca. Sono
chiamate a collaborare, come appare nella grande figurazione che Dante fa dei due poteri che su un piano
ideale sono chiamati a collaborare alla salvezza eterna delle anime a alla protezione dei sudditi. Il piano
della vita civile si deve sempre collegare col piano trascendente, che riguarda il destino ultimo dei sudditi e
delle anime.

Tra i 15 e il 16 secolo l’Europa vede questo proliferare di stati territoriali che giunge chi prima chi dopo a
forme di indipendenza. MA DA COSA SONO ACCOMUNATI QUESTI STATI?

a) Un sovrano, che può essere anche non nella forma di una persona, come accadeva nelle antiche
repubbliche di Genova o Venezia, può essere un organo collegiale che poi esprime un doge.
Chiamiamo principe il potere superiore. Questo potere non ha mai monopolio. Il principe non ha
mai il monopolio assoluto dell’autorità. C’è una stratificazione verticale e orizzontale dei poteri – e
qui introduciamo l’elemento b.
b) I ceti e i corpi – corpi locali. Aristocrazie, le università o corporazioni: molti soggetti che
contribuiscono alla tutela dell’ordine, alla disciplina, all’esercizio del diritto.
c) Sia a che b devono rispettare le regole che vigono su quel territorio che sono spesso gli antichi
statuti o le leggi fondamentali della monarchia. Riguardano il bene comune dello stato.
d) Il territorio: spesso non è cosi ben definito come quello degli stati odierni ma sicuramente nell’età
moderna gli statu si caratterizzano per un territorio più ampio e coeso rispetto alla frammentazione
feudale e medievale.

C’è una molteplicità di soggetti che lavora alla costruzione dello stato.

Nel XVI: avviene quella frattura dell’unità cristiana cattolica. Nascono gli stati detti “confessionali” ove cioè
il potere politico si indentifica in una confessione religiosa e gli spazi di libertà di distinzione tra potere
temporale e sfera religiosa appaiono più compressi. Alle origini c’è questa distinzione che nessuno mette in
discussione sul piano teorico.

L’impero: viene presentato come qualcosa di superato, di decadente, di sempre più anacronistico. Non è
giusta questa interpretazione: come può l’impero, se è così un organismo fatiscente e superato, avere
ancora vigore e sviluppare una serie di politiche per tutta l’età moderna ed essere imitato? (Francia).
Questo impero, il sacro romano impero, ha ancora un fascino e prerogative vastissime:
a) Aspetto simbolico => si vede in tutta un’iconografia araldica; ESEMPIO: blasone degli Asburgo:
rappresenta il Sacro Romano Impero – fondato da Carlo Magno nell’anno 800 si rifà all’impero
ottomano, all’impero dei Cesari. L’aquila bicipite è l’emblema dell’universalità, del potere
universale. Due teste: una che guarda a oriente l’altra ad occidente. Idea sempre meno realizzabile
dell’impero universale. Ovvero di un sovrano dei sovrani che solamente il sovrano pontefice può
guardare da pari a pari. L’impero rappresenta la fusione della tradizione romana con il diritto e co la
nuova linfa del Cristianesimo ne fa u organismo originale e di lunghissima durata.
b) Dal 1438 la casa degli Asburgo riesce a controllare le elezioni imperiali e l’età moderna, o meglio
l’ultima fase del Sacro Romano Impero, è caratterizzata da questo connubio con gli Asburgo.
l’impero è un organismo multipolare, multinazionale. Confine occidentale comprende l’area dei
paesi bassi e fino alla franca contea (ducato di borgogna) e alcuni paesi del nord appartenevano
all’impero a quel tempo. Feudi imperiali serie di stati italiani fino al confine con lo stato pontificio. Il
confine orientale escludeva la Polonia ed escludeva l’Ungheria.
c) L’imperatore è il primo sovrano per dignità e per potenza e tutti devono guardare a quello che fa
l’imperatore. Abbiamo una situazione fluida all’interno dell’impero ma la dignità imperiale ha un
primato inarrivabile e contestabile che non si può discutere.

L’impero è organizzato in una serie di istituzioni:

- L’imperatore = Kaiser (origine del nome Cesare) – il fascino del sacro romano impero, e il simbolo
dell’aquila. È l’autorità più importante del mondo cristiano latino – non è il dittatore con poteri
assoluti. Troviamo una collaborazione tra principi e ceti, il locale e il generale, dalla fine del 400
Massimiliano I d’Asburgo rimodula alcuni organismi per garantire un governo più coeso e
rafforzare i poteri centrali dell’impero che restano tuttavia abbastanza deboli. Il tribunale camerale
è il tribunale dell’impero (reich) primo Reich.
- L’impero è rappresentato da un rade parlamento: Reichstag, che si riunisce in varie città, l’impero
non ebbe mai una capitale permanente e dalla metà del 600 è a Ratisbona. Chiamata DIETA
(tradotta in italiano) è un vero parlamento dove siedono dei corpi collegiali.
- Ci sono 3 collegi distinti all’interno della DIETA: il più importante è quella dei PRINCIPI ELETTORI,
all’inizio sono 7, poi 8 e 9. Sono detti cosi perché hanno la suprema dignità di eleggere l’imperatore.
Hanno una dignità elettiva non ereditaria. Per diventare imperatore bisogna avere la maggioranza
dei voti e non perché si è nati da un padre imperatore.
- Banchi dove siedono i principi territoriali, i tani sovrani dei piccoli stati dell’impero che sono tutti
vassalli dell’imperatore
- E poi ci son tutte le città libere o città imperiali che hanno questa dignità: hanno un seggo dentro la
DIETA e possono votare.
- Corpi enti ceti che hanno seggio e voto e i più importanti votano per testa, gli altri votano per
collegio. L’imperatore da solo
- Massimiliano I d’Asburgo – suddivide il sacro romano impero in 10 circoli (Kreise), e ciascun
principe di ciascun circolo è responsabile delle materie più importanti. I principi rimasti fedeli
devono mobilitare truppe contro i protestanti e cosi via.

Il sacro romano impero è un organismo assolutamente vivo e vitale nel 500 e tutt’altro che decadente
posto nel centro dell’Europa e ha una sfera di influenza molto vasta che occupa una grande serie di stati
ben al di là del territorio tedesco e che riguardano importanti stati italiani e una porzione della Francia.

Il sacro romano impero dura mille anni. Estrema longevità ed estensione lo caratterizzano.
IDENTITA’ MULTIPLA: nazioni diverse e gerarchie di ceti e corpi (stratificata), per avere una
rappresentatività permanente non possono che operare in una dimensione collegiale che garantisce
un’ampia cultura rappresentativa. Il sacro romano impero è un soggetto politico multiplo che ha molte
anime ed ha un’unità, quella data dall’imperatore, e agisce su piani diversi, su un piano universale come
difensore del cristianesimo e in seguito del cattolicesimo.

Piano intermedio degli stati sovrani: che prendono consistenza e negoziano con l’imperatore spazi di
autonomia sovranità autentica e infine c’è la vita quotidiana che avviene in una dimensione locale, dove c’è
l’amministrazione concreta, l’estrazione delle risorse (tasse), applicazione delle leggi.

STRAGIE MATRIMONIALI DEGLI ASBURGO: gli Asburgo si vantarono ad un certo punto della loro strategia
matrimoniale. Molto importante è il matrimonio – gli Asburgo si vantavano di aver acquisito molto più dal
matrimonio che dalla guerra (distico in latino).

“Bella gerant alii, tu felix Austria nube


Nam quae Mars aliis, dat tibi diva Venus.”

CARLO V (1519-1556). Ascendenza, sapiente politica che ha prodotto questo mirabile complesso di domini,
eredità asburgica e spagnola tutte confluite in un solo uomo. Eletto sacro romano imperatore nel 1519 e
che ha segnato la storia per quasi mezzo secolo.

GLI STATI FINO AL 1555

Ampia Europa: per gli europei, parlare di Europa voleva dire arrivare fino a Berlino più o meno, la Russia
fino alla seconda metà del 700 non è considerata molto europea. Prendono forma una serie di stati, il
primo dei quali per potenza e popolazione è il regno di Francia.

La Francia è una prima potenza europea su tutti i piani, demografico, diplomatico, militare, economico.
Sarà, questo regno, uno degli arbitri degli equilibri europei e anche uno dei distruttori di questo equilibrio:
se c’è uno stato che ha ambizioni imperialistiche e che è il primo competitore dell’impero è proprio la
Francia.

I confini non sono quelli odierni, c’è una fascia orientale che va da Calais, nel territorio inglese, e tutta la
zona che appartiene all’impero dalla Francia del nord alla franca contea. Avignone e il contado Venassino
sono territori pontifici, il regno di Francia ha assunto una coesione notevole, è uno degli stati più vasti ed è
un gigante demografico.

Tra il 400 e il 500 si insedia sul trono di Francia la dinastia dei Valois, ramo cadetto della casa capetingia e il
più importante sovrano di questa casa è Francesco I di Valois. Il principale competitore in Italia e in Europa
dell’imperatore. Lunghi decenni di conflitto portano Francesco I, per contrastare la potenza imperiale e il
sogno universalistico di Carlo I, ad allearsi con il turco => fatto scandaloso (principale nemico della
cristianità).

Real politik che supera i confini religiosi e confessionali.

Francesco fu spregiudicatissimo.
Le isole britanniche sono un’area marginale sotto molti punti di vista. Dal punto di vista demografico e
politico. Parliamo dei 3 regni ed essi sono giuridicamente indipendenti (Scozia sotto la dinastia degli
Stewart). L’Inghilterra sta a sé e riesce dal 1535 ad incorporare il Galles e poi c’è il regno d’Irlanda, dove a
Dublino si trova un parlamento.

Con la fine della guerra delle due rose, che ha segnato il secondo 400, si impianta per un breve periodo di
pace la DINASTIA TUDOR, che coincide con la storia 500esca ed Enrico VIII – soprattutto per la questione
dello SCISMA, i Tudor segnano una svolta anche interna nella vicenda dei tre regni.

All’inizio del 500 l’Inghilterra è un’area marginale e i Tudor fanno di tutto per appoggiarsi alle grandi
potenze, come l’alleanza con Carlo V anche per via matrimoniale. Continua una certa ostilità con la Francia
che è ormai diventata una grandissima potenza.

Se ci spostiamo ad oriente, in quello che oggi è il centro dell’Europa ma che allora era fuori dall’impero e
quindi considerata una zona orientale rispetto al baricentro che stava tra Italia e Germania => abbiamo un
grandissimo stato, vastissimo sul piano territoriale, che è fatto di parti, un complesso degli stati della casa
degli Jagelloni: sono i granduchi di Lituania.

Territorio immenso che ad un certo punto si è unito al regno elettivo di Polonia (abbiamo uno stato molto
particolare – regno antico che ha una corona elettiva – questa è un po’ la sua peculiarità ma anche la sua
debolezza perché nessuna dinastia riesce ad imporsi per via ereditaria e quando muore un sovrano può
crearsi un vuoto pericoloso perché le potenze vicine vogliono imporre un loro candidato. La polonia unisce
il suo destino, la nobiltà polacca, consistenze 6-7% della popolazione che ha diritto di designare il nuovo
sovrano, la polonia unisce i suoi destini alla Lituania. Complesso di stati a carattere feudale sotto gli
Jagelloni.

Successo importante: 1466 quello che il sovrano polacco-lituano ottiene sui CAVALIERE TEUTONICI – ordine
feudale cavalleresco di monaci guerriere che si era imposto in Prussia in particolare assoggettandola ad un
dominio anche abbastanza ferreo e cattolicizzando anche tutta quest’area.

I cavalieri teutonici prestano omaggio di fedeltà vassallatica al re di polonia e anche quest’area è inglobata
nei domini degli Jagelloni.

Prende forma un enorme area territoriale dal Baltico al mar Nero.

Il regno di Boemia e il cui trono viene occupato dagli Jagelloni dal 1471 al 1526. Poi verranno soppiantati
dagli Asburgo. il regno di Boemia è importantissimo, è molto ricco sul piano economico (Slesia- che ha le
miniere) + agricoltura fiorente.

Il re di Boemia è il primo degli elettori dell’imperatore, ha un voto importantissimo per gli equilibri
dell’impero.

Il regno d’Ungheria, vastissimo e antico regno fondato intorno all’anno mille, che gli Jagelloni dal 1490
riescono a tenere fino al 1526.

Vasto complesso di territori sotto una dinastia cattolica che è praticamente accerchiata dagli ortodossi ad
oriente e dal principe di Moscovia, e a meridione è pressata dagli ottomani, dagli islamici, che compiono
una serie di incursioni verso l’area balcanica. Con la frattura confessionale nell’Europa latina verrà a
confinare con una serie di stati protestanti come la Prussia.

Questo grande dominio che tra il 300 e il 500 prende forma, gli Jagelloni sono stati una grande dinastia
europea tuttavia ha dentro di se una debolezza che la porterà alla fine alla dissoluzione.

1526: la sconfitta di luigi II Jagellone a Mohacs, che cerca di fermare le immense schiere del sultano
Solimano I che tuttavia hanno la meglio e dilagavano in Ungheria.
La morte di luigi ii porta al declino di questa dinastia e in parte la polonia manterrà il suo territorio, in parte
gli Asburgo si sostituiranno agli Jagelloni tra Boemia e Ungheria ma una buona parte di questo dominio
verrà ingoiato dall’impero ottomano.

All’estremo oriente dell’area cristiana, abbiamo uno stato remoto e semi barbaro la Moscovia. Tra il 300 e il
600 vive una espansione spettacolare. Dal nucleo 300esco alla prima espansione fino all’inizio del 500.
Assume addirittura una dimensione imperiale con due direttrici di espansione verso oriente e l’asia e verso
occidente dove trova formidabili concorrenti.

Mosca soprattutto dopo la caduta dell’Impero Romano d’oriente ambisce, ha una posizione di prestigio, a
protettrice di tutti i cristiani ortodossi che vivono nei Balcani momenti di sottomissione e sconfitta, e i
sovrani di mosca sempre più inalberano insegne molto ambizione. Nella foto possiamo vedere l’antica
bandiera russa con l’AQUILA BICIPITE, inalberano il vessillo dell’impero. Impero con ambizioni universali. I
russi si pongono, grazie ad un matrimonio, tra l‘ultima erede di Bisanzio Zoe Paleologa, nipote dell’ultimo
imperatore bizantino Costantino XI. Si sposa con Ivan III, grande principe di Moscovia, unificatore delle
terre russe. L’unione con l’erede Zoe Paleologa fa sì che i sovrani moscoviti possano fregiarsi di questa
dignità imperiale. Dopo una serie di passaggi Ivan IV sarà il primo a prendere il titolo di zar (da origine di
Cesare), l’ombra di cesare che si si nasconde dietro questi titoli.

All’estremo occidente: unificazione sul piano territoriale. Abbiamo diversi regni indipendenti: portogallo,
Castiglia, Aragona che si trovano a contrastare il potente dominio musulmano di spagna, articolato in
diversi regni, c’è questo conflitto con interruzioni e passaggi diversi tra i regni cristiani e i potentati islamici.
L’unione tra la Castiglia e l’Aragona : Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona, il matrimonio fa si che si
riescano a unire le forze per dare il colpo finale alla presenza islamica nella penisola iberica e con il 1492
l’ultimo regno musulmano di Granada cade e si completa questa “epopea” della storia spagnola chiamata
“Reconquista” (dal 1200 alla fine del 1400). La Reconquista completa della penisola iberica è un passaggio
davvero periodizzante. 1492 => rievoca la spedizione di Colombo che non sarebbe stata possibile senza
questa vittoria e la liberazione di una serie di risorse, prima impegnate in quel lungo e costoso conflitto, per
armare anche le tre caravelle. La spedizione di colombo la lotta ai musulmani e i nuovi orizzonti americani
sono strettamente intrecciati.

Sarà la Castiglia ad arrivare in America non la spagna genericamente.

GLI STATI ITALIANI, BARICENTRO DEGLI EQUILIBRI EUROPEI: gli stati italiani perché l’area italiana è il
baricentro degli equilibri. Il lungo conflitto tra Spagna e Francia o tra impero e Francia per la supremazia in
Italia è la prova di questo (UNITA’ 7).

Una fase terrificante fu il terribile “sacco di Roma” quando le truppe imperiali vollero punire l’ambigua
politica di Clemente VII PAPA he aveva parteggiato molto di più per la Francia che non per ‘imperatore e
quindi attirò su di sé questa vendetta.

Tra i principali protagonisti della storia europea all’inizio dell’età moderna c’è l’avvento di u nuovo gigante
geopolitico: l’impero ottomano, superpotenza tanto da rivaleggiare col sacro romano impero stesso, il
sultano ottomano una volta conquistata Costantinopoli, grande prestigio sul piano simbolico e giuridico, si
presenta anch’egli come l’erede dell’antico Impero Romano.

I turchi sono i più vicini dei mondi alieni rispetto all’Europa sul piano confessionale ed etnico. Il più vicino
agli imperi occidentali è quello ottomano.
DINAMICHE DEL PRIMO ‘500:

può essere considerato come un blocco – serie di dinamiche che interagiscono tra loro

1. 1500-1559: Ascesa di Carlo d’Asburgo, che si innesta nella fase più acuta delle guerre d’Italia
(Francia - Asburgo).
2. 1510-1530: espansionismo degli Ottomani – nuova minaccia per chi contrasta l’impero.
3. 1517-1521: rottura dell’unità cristiana e il protestantesimo (fin da Lutero che introduce un
elemento di divisione).
4. Anni Trenta – Cinquanta: verso un nuovo equilibrio.
1555: pacificazione di Augusta, in cui l’imperatore deve accettare che esistano stati dentro
l’impero non cattolici, luterani.
1559: pace di Cateau-Cambrèsis, grande conflitto tra Francia e Asburgo, termina con la sconfitta
della Francia e la pace di Cateau-Cambrèsis.

La Germania e l’Italia vengono pacificati. Il secondo 500 avrà delle dinamiche in parte diverse.

IL SECONDO ‘500:

questa epoca ha una sua coerenza dal punto di vista della periodizzazione: la sagna di filippo II, una
superpotenza dell’epoca.

Aree fredde e aree calde, aree tranquille e aree turbolente, aree stabilizzate e aree instabili. Questa
potrebbe essere un metodo di divisione. Immagine presentata: scena mediterranea, battaglia tra galee e
l’area mediterranea è profondamente destabilizzata e il conflitto, tra ottomani e impero, sta arrivando al
culmine.

Aree stabilizzate: Italia, Impero

Aree in crisi: Paesi bassi, Francia (guerra civile, religiosa), Mediterraneo (ottomani), Inghilterra (più avanti)
entrano in una fase di forte instabilità. Ragioni legate a conflitti che oppongono fedi diverse: la cristiana
contro la musulmana e le varie confessioni protestanti contro la confessione cattolica.

La Spagna è la più grande potenza dell’epoca, regno dai domini vastissimi. La spagna è impegnata su due
teatri: quello settentrionale, ovvero la crisi dei Paesi Bassi e quello mediterraneo dove si gioca il dominio
per il controllo del mediterraneo occidentale. La Spagna come principale stato cattolico deve contrastare
questa minaccia ottomano-islamica sul versante occidentale del mediterraneo e deve fronteggiare la
ribellione dei paesi bassi.

I domini italiani della Spagna fungono da retrovie per le truppe spagnole che devono affluire per via
terrestre (Milano) o sono in prima linea con le flotte via mare (Napoli) per proteggere coste e rotte del
mediterraneo.

La spagna del secondo ‘500 godeva di un’unità grazie alla lunga durata del regno di Filippo II d’Asburgo.
Inaugura la linea degli Asburgo di Spagna (mentre continua a Vienna la linea degli Asburgo della casa
d’Austria). Con filippo II c’è un cambio di stile rispetto al padre Carlo V che era fiammingo, si sottolinea che
filippo II fu educato in spagna e parlava lo spagnolo, tanto è vero che i suoi sudditi iberici lo riconobbero
con molto calore quando invece Carlo V era quasi considerato un estraneo in Spagna.

Viceversa, mentre Carlo V era considerato di casa nelle fiandre, filippo II era visto come un sovrano
straniero e anzi come un tiranno. Personalità complessa: sul suo cattolicesimo e sulla sua spiritualità
abbiamo delle testimonianze eccezionali. Tutta la vita di Filippo II si svolge all’insegna del lavoro. Il lavoro e
l’azione diretta di governo di filippo II e il fatto che lui si interessasse di tutte gli affari importanti
caratterizza il suo stile di governo. Il governo è qualcosa di molto complesso che uno solo non può fare.

RE > si interessa degli affari e dei dibattitti di tutti i suoi consigli. Ciascuno dei consilgi che forma il governa
produce dei rapporti e dei memoriali sulla situazione ecc. tutto finisce nelle mani del re per avere la sua
approvazione. La difficoltà e la competenza che serve per governare una superpotenza come quella
spagnola dovevano essere grandi.

I NODI PRINCIPALI DELL’EUROPA NELL’ETA’ DI FILIPPO II:

1. Ottomani e mediterraneo;
2. Paesi Bassi e conflitto che dal 1566 li oppone al sovrano spagnolo;
3. Crisi della Francia , guerre civili-religiose;
4. Portogallo (annessione dal 1580);
5. Inghilterra (conflitto dal 1588), Elisabetta I entra in conflitto con filippo II e cerano di evitare questo
conflitto, anche se appoggia i protestanti antispagnoli;
6. Scenario extraeuropeo.

La crisi dei Paesi Bassi: crisi profonda e violenta piena di strascichi da occupare il secondo ‘500 ma da essere
protratta fino a tutta l’epoca della guerra ei trent’anni, fino alla metà del ‘600.

La questione religiosa: il sovrano rimaneva cattolico e si presentava come il principale difensore di un


cattolicesimo che non permetteva sconti per quanto riguardava le eresie. La questione si complica fino alla
frattura tra i paesi bassi del nord (7 Province Unite che derivano dall’unione di Utrecht) dichiarano la loro
secessione e si staccano dal resto dei domini della provincia spagnola, dalle province del centro sud che
restano cattoliche. Stiamo assistendo alla nascita dell’olanda moderna: diventerà indipendente e comincerà
una corsa nella storia e sui mari che frutterà grandi possedimenti e un successo strepitoso. Mentre Belgio e
Lussemburgo restano.

Da secoli le province dei paesi bassi avevano una struttura collegiale, repubblicana, mostrano come dl
livello delle singole città, attraverso una serie di assemblee e votazioni
LEZIONE DEL 29/09/2020

NAZIONALISMO RIVOLUZIONARIO FRANCESE E PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE

L’origine dei BENI CULTURALI

J. Dumont, “I falsi miti della rivoluzione francese”.

PRINCIPI DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE:

- Concezione razionalistica, immanentistica, naturalistica della storia e della politica – concezione


dentro la vita terrena, politica governata dalla ragione umana e ormai completamente slegata da
quella visione trascenente che era stata la filigrana dello stato del principe cristiano.
- NAZIONE, “volontà nazionale”, LEGGE – corpo collettivo dei cittadini in cui risiede la sovranità,
prima il sovrano era il re e mentre adesso è dalla nazione e dal corpo di tutti i cittadini da cui arriva
questa sovranità, la sovranità arriva dal basso. Qual è la massima espressione della nazione? La sua
volontà nazionale che viene dalla filosofia di Rousseau. Si tratta di una fictio. Perché ci saranno i
rappresentanti del popolo che diranno “io sono la nazione” e saranno quelli che produrranno la
legge.
- “Stato legislativo”, sorgente di ogni diritto – la Rivoluzione francese ha avuto un’ambizione
enorme che vediamo ancora all’opera oggi, l’ambizione è quella di azzerare la storia vista come un
cumulo di errori. Bisogna cominciare dall’anno primo della repubblica. C’è bisogno di un uomo
nuovo. Il cittadino appartiene ad un’umanità rigenerata. Liberare ul cittadino da tute le ingiustizie e
dalle superstizioni del passaro.
- Divisione dei poteri
- Nuova concezione dell’uomo: umanità rigenerata
- Nuovo modello educativo. Culto dello stato repubblicano come religione civile.

La terza fase dell RF (1795 – 1799) – l’espansine rioluzionaria in europa.

- La costituzione repubblicana dell’anno III: il regime del DIRETTORIO


- Rivoluzione in europa: la repubblica francese crea delle repubbliche a sua immagine e somiglianza.

IL CONSOLATO (1799 – 1804) E L’IMPERO 1804 – 1815)

NAPOLEONE BONAPARTE AL POTERE

1794 – 1815

La più grande trasmigrazione di opere d’arte e beni cultirali mai avvenuta nella storia dell’umanità.

Muta la coscienza civile e la sensibilità riguardo ai problemi della consrvazione, della valorizzazione e della
fruizione del patrimonio storico-artistico e storico culturale in genere. Si sviluppa una coscienza nuova.

Nascono i moderni concetti di patrimonio nazionale, di museo, di storia dell’arte come disciplina
scientifica. Tuto avviene dentro questo trauma gigantesco.

Le opere d’arte hanno due valenze:

1. Merce preziosa, mezzo di pagamento per i loro valore intrinzìseco


2. Assumono un vaore simbolico cultyrale delìntro un progetto estetco che rigurad la percezioen delle
arti ma anche PEGìDAGOGICO: educare un nuovo cittadino anche attraverso l’uso di quest
patrimonio.
La Francia si erge sopra tutti gli altri stati l’unica che può realizzare questa nuova concezione delle
arti e delle scienze.

La RF ha messo in pratica una politica di spoliazione.

Sistematiche spoliazioni delle nazioni vinte, umiliate nel loro patrimonio artistico – devozionale, strappato
ai luoghi di culto profanati. O asportato dalle collezioni private delle famiglie nobili (collezioni principesche)

Mette in atto una serie di spoliazioni sistematiche.

La Francia rivoluzionaria sfrutta il patrimonio artistico a fini pedagogici e di propaganda

Crea un mercato antiquario fiorente e redditizio.

IDEOLOGIA RIVOLUZIONAZIOA FRANCESE

Duplice idea di patrimonio artistico – culturale:

- NAZIONALISTICA
La grande assemblea legislativa decreta che il Louvre, palazzo reale da secoli, tolto dal sovrano che
nel frattempo è stato ghigliottinato – il Louvre diventerà MUSEE DES MONUMENTS FRANCAIS: idea
di restituzione, del patrimonio nazionale al legittimo proprietario: il POPOLO.

- UNIVERSALISTICA
Filosofia delle spoliazioni: La “patrie de la liberté” è l’unica degna di ricevere ed esibire il patrimonio
artistico dell’umanità.

Ambizioso progetto del Louvre:

creare il catalogo materiale i quanto di meglio l’umanità abbia prodotto, attraverso le spoliazioni.

le spoliazioni, le requisizioni prodotte dalla RF hanno ragioni ideologiche.

Camagna di guerra nei Paesi Bassi (1794 – 95)

Confiscati oltre 200 capolavori di pittura fiamminga e olandese (quadri di Rubens, Rembrandt): il luovre è
chiamato “Musee francais” = nazionalismo.

Bonaparte genio della comunicazioe capisce bene il valore delle arti e delle scienze in termini di prestigio e
propaganda – il valore politico dell’arte per magnificare un regime: per dare agli espropri questa parvenza
di legalità inserisce nei trattati di pace, come indennità di guerra, delle clausole che prevedono la cessione
di varie opere d’arte.

I beni cultirali inseriri nei trattati:

- Armistizio di bologna, 23 giugno 1796 – la francia impone allo stato pontificio la consegna di “cento
quadri, busti, vasi o statue”.
BONAPARTE AL DIRETORIO :

nell’agosto 2796 napoleaone informa il direttorio che : 110 grandi caplavoti sono in strada per parigi da
milano parlìma modena e bologna, oltre all’infinità di altri oggetti di valore. “La commissione degli esperti
ha fatto un buon raccolto” dice napoleone.

L’uso politico dell’arte e quest nuova sensibilità per l’arte: “monumentes des sciences et arts” – immagine
che rappreenta una sfilata dei capolavori anche presi dall’Impero Romano. In questo corteo guidato da due
statue colosali del tevere e del nilo statue greche e romne e cavalli di san marc, giraffe e cammelli ecc.

NON TUTTI SONO D’ACCORDO:

Quatremère de Quincy. Sostiene un principio storico di conservazione la dove i beni sono stati prodotti.
Lettera sul pregiudizio che hanno portato all’asportazione dei beni artistici dall’Italia e la spoliazione delle
sue collezioni e gallerie.

Egli rifiuta la retorica “patria della libertà”. Sostiene che il popolo romano è erede legittimo della Roma
antica.

A quell’epoca continuavano gli scavi ed emergevano tuti dei capolavori dell’antichità. Chi abita quelle terre
ha un diritto immediato su quei beni.

LABRETON, Francois Cacault e molti altri: requisizioni di beni artistici come indennità di guerra e per le
migliori garanzie che la Francia dà nella loro valorizzazione.

Dominique Vivant Denon: consulente di Bonaparte, direttore del Louvre dal 1802: rimase fino a dopo la
caduta di Napoleone. Era talmente competente e appassionato che rimase alla direzione del Louvre fino a
dopo la caduta di napoleone.

PARIGI RIVOLUZIONARIA E NAPOLEONICA

Il Louvre di Denon: 1803 il Louvre diviene “MUSEE NAPOLEON” e assume una struttura di un autentico
museo moderno: è qualcosa di statale, aperto al pubblico e ha oltre ad un’esposizione permanente ha
anche delle esposizioni periodiche delle nuove acquisizioni.

Nascono laboratori di restauro delle opere, dei cataloghi di settore, frutto dello studio scientifico delle
opere

Produzione di copie, calchi, stampe delle opere più celebri. Segno visibile di un nuovo stato.

Le campagne di napoleone sono le campagne di Denon.

Ogni dove va napoleone ci arriva anche Denon, città spagnole che rigurgitano opere d’arte infinite e cosi
anche l’Italia, riconosciuto il paese dell’arte.

Il bottino è immenso.

Gli ultimi anni di Denon in Italia: Denon vorrebbe gli exempla di tutte le scuole locali. Pensa dunque che al
Louvre manchino ancora i primitivi toscani (Cimabue, Giotto).
ITALIA: PAESE DELL’ARTE

LA POLITICA DELLE SPOLIAZIONI E LA NASCITA DI UNA COSCIENZA DEL PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE
NAZIONALE ITALIANO

L’italia era un paese diviso in stati a seconda del secolo, è stato un mosaico, dire italiano e nazionale è
qualcosa di nuovo, di rivoluzionario. Nell’immagine vediamo la cupola di Brunelleschi di Firenze.

Dipinti confiscati dai repubblicani francesi per effetto del trattato di Tolentino che confermò la pace.
Mentre l’armistizio di Bologna era solo una tregua.

- “La deposizione di cristo” (Caravaggio)


- “La trasfigurazione” (Raffaello)

Capolavori di scultura come: il Laocoonte, l’Apollo del Belvedere, la Venere Capitolina, l’Antinoo, il Galata
morente, l’Amazzone, lo Spinario, le statue colossali del Nilo e del Tevere.

Qualche testimonianza: Cacault dice: l’articolo dell’armistizio a fatto molto male al cuore del popolo
romano e dell’Italia tutta, dove sono molto attaccati a questi monumenti. Sarà difficile sottrarre al popolo di
Roma i suoi monumenti ai quali è molto affezionato e i commissari inviati per sceglierli, andandoci da soli,
rischierebbero d’essere assassinati.

Trattato di Tolentino, 19 febbraio 1797: conferma il precedente armistizio di bologna.

Gaspar Monge: matematico, commisario del direttorio in italia: diritto di conquista, ideologia, superiorità
francese. Monge si occuerà delle biblioteche, non ha scrupoli.

Sostiene lsuperiorità francese repubblicana, disprezza veneti e rmani, considera il cattolicesimo romano
decadenza rispsetto alla roma antica – occorre una regenereration in italia.

Criteri operativi per le requisizioni

1799: ministro dell’interno francese alla “commision des scinces e des arts” in italia. La scuola fiorentina
(uffizi) “è la più preziosa per stabilire in maniera precisa i progressi delle arti dopo il loro rinascimento”.
Vivant Denon dice: di prendere le opere di maestri rari e non di “spogliare le città di tutti i quadri ce
possono servire alla pubblica istruzione”.

Napoleone investe molto nella sua repubblica italia per creare un piccolo louvre a brera. I francesi non
rubavano solo per parigi e la francia ma hanno rubato anche per milano, per rigenerare la nuova europa.

Brera come il Louvre:

- 1802, Milano capitale della repubblica italiana (presidente: Napoleone Bonaparte).


- 1803, fondazione della Pinacoteca.
- Andrea Appiani e Giuseppe Bossi: coordinano commissioni itineranti che rastrellano nei vari
dipartimenti opere rappresentative delle diverse scuole pittoriche italiane.

Imperialismo culturale napoleonico

- Ruolo pedagogico universale di parigi: parigi deve essere unfar per tuta l’eutopa rigernerata – è
importsnte che ttti gli artisti e intellettuali europei si istalino a pargii.
- Antonio Canova, è un classico imitatissimo, era originario del Friuli, e lavorava per il papa.
Napoleone lo invita a Parigi e nel 1810 egli accetta e lascia Roma. Canova non va a fare il lecchino di
napoleone cominciò una difesa del patrimonio italiano utilizzando degli argomenti.
- “i monumenti antichi formano catena e collezione con infinti altri che non si possono trasportare né
da Roma né da Napoli”.
- Egli mostra come il popolo romano abbia un sacro diritto sopra tutti i monumenti che si discoprono
sul terreno per “una eredità dei maggiori” e “premi di vittoria degli antichi.”
- Concezione storica e territoriale del patrimonio artistico italiano prende dunque forma di fronte al
progetto pedagogico e universale dei francesi.

I francesi hanno portato via la venere medicea (Venere dei medici), e allora canova scolpisce una nuova
Venere e la chiama VENERE ITALICA (1812). Dove c’erano i quadri asportati per esempio a Modena, dove ci
sono i vuoti delle tele portate in Francia vengono messe delle tele nere, come fosse un lutto.

La missione di cavìnova a parigi: la restituzione delle opere

- Canova aiutato dal fratelo e da altri artisti presenti a parigi, ha un compito mandato dallo stato
pontificio.
- Canova usa due argomentazioni:
- legale: i francesi hanno violati il trattato (odvevano esser 100 opere e invece erano più di 500)
- Storiche e artistiche: i monument sono posti coll’oridne della atura, che non vuole siano collocati
altrove.

UN DIFFICILE NEGOZIATO

I francesi vogliono conservare il bottino. Lo zar Alessandro I è contrario alle restituzioni al papa.

Mediazione e appoggio della Gran Bretagna e dell’Austria che chiede restituzioni per Modena e Parma.

BILANCIO: 506 oggetti presa dai francesi allo stato pontificio: 249 restituiti, 248 rimasti in Francia, 9
dispersi. Canova sceglie, a nome del papa, 22 sculture e 45 quadri come dono a Luigi XIV.

I furti dall’archivio segreto e della Biblioteca Vaticana

Vicino all’archivio segreto (vuol dire speciale non è segreto) vaticano. Da Roma partirono più di 100 vetture
cariche di casse (furti, dispersioni). Commissione pontificia del recupero (guidata da Marino Marini).

Paul Wesher, “I furti d’arte. Napoleone e la nascita del Louvre”.

NUOVE POLITICHE CULTURALI

Il ritorno nello stato pontifico di tante opere d’arte suscitò un autentico problema di politica culturale: non
sapevano dove metterle.

Dibattito tra due importazioni:

1. Storica: le opere devono essere ricolocate nei loro contesti orriginari


2. Ideologico-pedagogica: concentrazione nei grandi musei, luoghi di studio e di rivalorizzazione del
patrimonio artistico.
Nasce il museo moderno:come collezione aperta al pubblico, statale, come struttura pedagogica,
conosciutiva, doe si insegna, si fa ricerca. L’opera è decontestualizzata, diventa l’arte per l’arte o l’arte a
servizio dell’uomo. Nasce con il museo la concezione di PATRIMONIO DELLA NAZIONE. In reazione a quello
che ha fatto la francai tutta l’europa è cambiata.

Uno sguardo in avanti: la seconda ondata di razzie. Per tutti i paesi occupati dal Germania nazista. La
Germania nazista asportò un numero enorme di opere. Ma nel 1945 non c’era un Canova che si è fatto
restituire le opere. Non sono tornati in Italia almeno 1653, 800 dipinti, decide di sculture, arazzi, tappeti,
mobili, violini e manoscritti preziosi.

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