Sei sulla pagina 1di 19

Il Settecento

Il Settecento fu lepoca della crescita demografica ed economica, dello sviluppo della stampa
clandestina, della rivoluzione americana e di quella francese, insomma, un secolo pieno di novit.
Nel giro di pochi decenni si susseguirono eventi, cambiamenti e trasformazioni che mutarono
profondamente il volto non solo dellEuropa ma di tutto il mondo. Non avrebbero per avuto luogo
senza quel mutamento profondo della cultura e del pensiero europeo che conosciamo con il nome
di Illuminismo. Fu un movimento ideologico e culturale, che inform di s tutto il Settecento, volto
a portare i lumi della ragione , cio lesercizio del giudizio autonomo, in ogni campo dellattivit
umana , per rinnovare non soltanto gli studi e le varie discipline, ma la vita sociale intera, la cultura
e le istituzioni, combattendo per mezzo della critica i pregiudizi, frutto dellignoranza e della
superstizione, che impediscono il cammino della civilt e si oppongono al progresso e alla felicit
degli uomini .

La rivoluzione demografica

Nel XVIII, tutto cambia e la popolazione aumenta con una rapidit che parve, inaudita, e perfino
allarmante, ai contemporanei .
Come mai ? Perch?
Innanzitutto i fatti : secondo calcoli approssimativi, la popolazione dellEuropa passa da 118
milioni, verso il 1700, a 187 milioni nel 1800; la Francia da 18 a 26 milioni , lItalia da 15 a 22
milioni, la Spagna da 7 a 11 milioni , lInghilterra da 6 a 10 milioni , la Svezia da un milione e mezzo a
due e mezzo. Laumento medio della popolazione dellEuropa fu dunque del 60 % ,ma questa
percentuale varia a seconda dei paesi. Inghilterra tocca l80% , in Russia il 120% , in Italia il 50%, in
Francia e in Spagna un po pi debole .

Crescita demografica
200.000.000
180.000.000
160.000.000
140.000.000
120.000.000
1700

100.000.000

1800

80.000.000
60.000.000
40.000.000
20.000.000
0
Europa

Francia

Inghilterra

Svezia

Italia

Spagna

Resta il fatto che, a differenza di quanto accadde nel corso dell XI e del XVI secolo, quella del
Settecento una crescita destinata a non arrestarsi pi nella storia mondiale.

La crescita demografica del Settecento spesso definita una rivoluzione demografica in quanto con
questa espressione non sintende la sola crescita, quanto il sostanziale mutamento del regime
demografico: infatti, i secoli precedenti avevano visto alternarsi periodi di crescita e periodi di
diminuzione o stagnazione, mentre la crescita che si rafforz in questo periodo si rivel
permanente (cio senza interruzioni da parte di eventi catastrofici).
Ma opportuno sapere come tale incremento si sia potuto determinare. La popolazione pu
crescere per un aumento del tasso della natalit. Questa ipotesi esclusa. I tassi di natalit erano
infatti su per gi al loro massimo. La popolazione aument dunque per la bassa mortalit . Ma
anche in questo campo bisogna fare delle distinzioni .
E la mortalit infantile, vale a dire quella dei bambini inferiori a un anno, che diminu ?
O di quella degli adulti, o ancora di quelli dei vecchi?
Soltanto studi particolareggiati che vertono su un piccolo numero di localit , permettono di
rispondere a questi interrogativi.
In Francia, in sette comuni della Linguadoca, si costata che la mortalit infantile , nel secolo XVIII,
piuttosto che diminuire, aumenta . In un villaggio passa dal 143 al 216 per mille dal 1700 al 1792 ;
altrove non muta in modo sensibile. La mortalit dei giovani adulti ossia det compresa tra i 15 e i
39 anni, cala invece notevolmente. I tassi precipitano dal 193 al 106 per mille in una localit, e dal
125 all81 per mille in unaltra . I tassi di mortalit di adulti anziani ( dai 40 ai 59 anni ) cala nelle
medesime proporzioni : da 154 a 90 per mille, in un villaggio, e da 100 a 87 per mille in un altro.
Anche il tasso di mortalit dei vecchi di oltre 60 anni diminuisce ma meno nettamente.
Non c dubbio che la diminuzione della mortalit degli adulti sia allorigine dellaumento della
popolazione. Essendo pi numerosi gli adulti formarono un maggior numero di famiglie e queste,
nel complesso ebbero pi bambini, aumentando il numero delle nascite in proporzione a quello
delle coppie, sebbene i tassi di natalit fossero rimasti stabili, o addirittura avessero manifestato
una tendenza al calo. Nella vicina Catalogna, lincremento fu superiore e pi rapido. Dal 1717 al
1748 la popolazione catalana aument del 100% . Mentre in Linguadoca lavvio della rivoluzione
demografica si rileva verso il 1740, in Catalogna gi incominciato fin dal 1714. I tassi di natalit
rimasero molto elevati durante tutto il secolo, mentre la mortalit diminu pi in fretta che in
Linguadoca, fino ad scendere al di sotto del 30 per mille . In Inghilterra, la popolazione comincia a
crescere con rapidit a partire dal 1740 a causa di un rialzo della natalit e di un rilevante calo della
mortalit . In Svezia lincremento della popolazione fu meno forte che in Inghilterra, ma superiore a
quello della Francia, avendo superato il 66 %. Per la Svezia si possiede una vasta, non cos per

lEuropa centrale e orientale documentazione. Quanto allItalia, difficile dare indicazioni


dinsieme, si conosce bene il movimento della popolazione nelle citt, ma meno nelle campagne.
Si pu dunque concludere che la popolazione europea crebbe notevolmente grazie alla diminuzione
della mortalit degli adulti. Di conseguenza, verso il 1780, tale popolazione caratterizzata dalla
sua giovane et.
Lincremento varia tuttavia secondo che si considerano le citt o le campagne. Nei villaggi , esso
sempre dovuto al miglioramento della bilancia nascite- decessi. Nella quasi totalit delle citt
europee invece, questa bilancia risulta negativa, cio si registrano pi decessi che nascite : le citt
crescono infatti grazie allimmigrazione. Leccesso della popolazione delle campagne si riversa nelle
citt . Cos Londra passa da 500.000 abitanti a un milione, Parigi da 400.000 a 600.000. Torino da
43.000 a 94.000, Napoli da 186.000 a 409.000. , Palermo da 100.000 a 140.000. Viceversa , Milano
stagna, la sua popolazione che era di 125.000 verso il 1700 non oltrepassa i 131.000 mila abitanti
un secolo pi tardi. La crescita di Roma debole ( 141.000 a 162.00) e Venezia declina (138.000 nel
1700 , 137.000 nel 1800) .

1.200.000
1.000.000
800.000

1700

600.000

1800
400.000
200.000
0
Londra

Parigi

Napoli

Palermo Torino

Roma

Venezia

Milano

Crescita della popolazione urbana

Ma la rivoluzione demografica non si limita soltanto allincremento della natalit, calo gi rilevante
in alcune regioni alla fine del XVIII secolo, come se gli abitanti spaventati dallaumento della
popolazione , avessero voluto frenarlo riducendo le nascite. Una riduzione delle nascite volontaria

probabilmente. La rivoluzione demografica provoc dunque effetti grandiosi : ringiovanimento


della popolazione, afflusso sul mercato del lavoro di una massa di uomini considerevole in grado di
fornire mano dopera ad unagricoltura o ad un industria in espansione; cambiamento della
mentalit popolare a proposito delle nascite . E una profonda rivoluzione della civilt occidentale,
provocata dalla diminuzione della mortalit degli adulti .
Perch diminu la mortalit degli adulti?
La diminuzione della mortalit degli adulti pu essere vista come la conseguenza della riduzione
della scomparsa della peste: infatti, dopo lepidemia del 1665-1668 ad Amsterdam, Londra e Parigi
(se si esclude quella che colp la Provenza e Marsiglia nel 1720) non ci furono pi casi gravi di peste
in Europa Occidentale. Per spiegare la scomparsa della malattia che per secoli aveva flagellato
lEuropa, sono state avanzate quattro ipotesi (e tutte valide):

La peste soggetta a cicli secolari di maggiore o minore virulenza


I cambiamenti climatici avvenuti nel Settecento (si parla di piccola era glaciale) hanno reso
lambiente poco adatto alla proliferazione delle pulci portatrici del bacillo;
La comparsa di una nuova specie di ratti (rattus norvegicus) ha portato alla scomparsa del
ratto nero, portatore della peste;
Lutilizzo della quarantena, dei lazzaretti e dei cordoni sanitari ha permesso di bloccare per
tempo il diffondersi della malattia;

Sono possibili altre due spiegazioni : progresso delligiene e delle cure mediche capaci di far
regredire le malattie , miglioramento della popolazione, delle derrate alimentari che vince fame e
carestie , eleva il livello di vita e, di conseguenza, favorisce anche la resistenza alle malattie.
La prima spiegazione regge poco di fronte allindagine. Allinizio del XVIII secolo, lattrezzatura
sanitaria sia nelle campagne che nelle citt europee risulta molto mediocre . Molti villaggi non
dispongono di un medico, n di un chirurgo, n di una levatrice . Nelle citt esiste un personale
medico pi o meno numeroso, ma poco competente ed efficace. La medicina dellepoca limita le
sue cure a rimedi a base di erbe , e impiega metodi empirici quali i salassi e le purghe. Dopo il 1750 i
corsi di levatrice si moltiplicano, il numero dei medici aumenta. Le epidemie, tuttavia continuano a
produrre morie, specialmente la sudamina e il vaiolo. Questultimo a Napoli, nel 1768, avrebbe
causato 16.000 morti; uccideva in media 2000 persone ogni anno in Russia . Dopo il 1721 ci si sa
premunire mediante l inoculazione del pus dun vaiolo ad una persona sana.

A partire dal 1720 in Inghilterra alcuni medici, per combattere le epidemie di vaiolo, avevano infatti
sperimentato un sistema giunto da Costantinopoli, dove lo si praticava da tempo: pungersi con un
ago infettato nel pus del vaiolo. In questo modo la persona contraeva la malattia, ma in forma
benigna, e dopo un breve periodo acquisiva un'immunit definitiva nei confronti del vaiolo. Il
sistema fu perfezionato dal medico inglese Edward Jenner, il quale aveva notato che alcune donne
di campagna, che avevano contratto il vaiolo bovino (o "vaccino"), risultavano immuni dal vaiolo
umano.
Nel 1796 Jenner iniett per la prima volta il vaccino, cio il vaiolo ricavato da una mucca infetta, a
un bambino: era nata la vaccinazione, uno strumento di difesa fondamentale nei confronti delle
malattie infettive.
La vaccinazione sebbene scoperta nel 1796 non si diffuse nel continente che dopo il 1800. Pertanto
i progressi della medicina non ebbero che una parte secondaria nella diminuzione della mortalit.
La mortalit degli adulti diminu dunque unicamente grazie ai progressi dellagricoltura, rivoluzione
demografica e rivoluzione agricola sono strettamente legate .

La rivoluzione agricola
La rivoluzione agricola caratterizzata da un aumento notevole dei prodotti dellagricoltura . Tale
aumento dovuto a varie cause. Messa a coltura di terreni incolti, miglioramento dei terreni gi
coltivati, colture di nuove piante dal maggior rendimento. La messa a coltura di terreni incolti
avvenuta in diversi modi. In alcune regioni come, si tratta di terreni mai coltivati: ad esempio , in
Olanda e in Zelanda, la creazione di polders, che ha luogo dal XII secolo, non cessa di estendersi, vi
si praticano colture dortaggi e si riservano praterie allallevamento del bestiame. Nelle altre
regioni, come la Bretagna e la Guascogna, i paesi di montagna, vengono dissodate le terre incolte .
Dopo il terribile inverno del 1709-10, che aveva causato una mortalit eccezionale, molti terreni
erano stati abbandonati per la morte di quelli che li coltivavano. Negli anni successivi si assiste ad
una redistribuzione di terreni abbandonati. Per esempio in numerosi villaggi della Francia, i terreni
abbandonati vennero divisi tra giovani coltivatori a partire dal 1715. Nelle aree pi densamente
abitate, come lOlanda, la pianura padana e alcune regioni francesi, una maggiore abbondanza dei
raccolti fu ottenuta mediante lintroduzione di nuove tecniche di coltivazione . Era diffusa da
qualche secolo nellEuropa continentale la rotazione triennale : lintero arativo veniva suddiviso in
tre settori, uno dei quali era seminato a cereali invernali ( grano, segale) uno a cereali primaverili (
orzo e avena ) e uno lasciato a riposo ( maggese ) .

A partire dallInghilterra si diffuse nel Settecento il cosiddetto sistema di Norfolk, che prevedeva
una rotazione quadriennale e lintroduzione di legumi , trifoglio, rape, luppolo: tutte piante che
alternandosi ai cereali ricostituivano la fertilit del suolo, da questi impoverito, e rendevano inutile
la pratica del maggese che in passato lasciava improduttivo un terzo della superficie coltivabile. Il
sistema comportava altri vantaggi : rape e trifoglio , destinati allallevamento degli animali,
consentivano di estendere lallevamento oltre i limiti imposti un tempo dallimpossibilit di
sottrarre alla cerealicoltura superfici da destinare al pascolo. Pi animali significava pi carne per
lalimentazione umana, ma anche pi concime .

Nel Settecento inoltre prosegu la pratica delle recinzioni. Il modello agricolo di base, che copriva la
gran parte delle propriet europee, era costituito da una serie di terreni contigui fra loro e posti
sotto la giurisdizione di un villaggio; i proprietari dei singoli campi erano anche possessori del
raccolto che ne ricavavano, tuttavia fornivano una serie di diritti alla comunit, come quello di
pascolare gli animali, quando il campo non era messo a raccolta. Mentre le terre boschive o incolte
erano aperte a tutti indipendentemente dallutilizzo che ne si faceva. Questo modello cominci a
essere rimpiazzato dalle recinzioni nel corso del 500 per poi divenire una rarit nel XVIII secolo.
Verso il 1770 l84% della superficie coltivata in Inghilterra e Galles era chiusa con recinzioni. Nelle
terre chiuse, non pi gravate da servit , i proprietari , o i loro fittavoli, poterono tentare
esperimenti agricoli, selezionare cereali, rendimento , piantare foraggi artificiali ( trifoglio,
lupinello) che favorissero lallevamento .

Il letame pi ricco e pi abbondante, dovuto al maggior numero di bestie e di cavalli , conferisce maggior
fertilit alle terre coltivate a cereali, e il rendimento di queste cresce. Lestensione dellallevamento, ai danni
dellagricoltura, nellInghilterra del XVIII secolo fece diminuire la richiesta di lavoratori agricoli , precisamente
nel momento in cui , grazie allaumento delle risorse , la popolazione cresceva. La grande massa dei rurali fu
quindi ridotta alla disoccupazione e alla mendicit. Lo stesso avvenne, ma su scala minore nel continente
europeo. La produzione agricola aument grazie al miglioramento della resa . A questo riguardo, grandi
progressi furono compiuti in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi con la selezione dei cereali, il miglioramento dei
concimi e degli ingrassi ( impiego di cenere, o della calcinatura delle terre silicee) e il perfezionamento
degli attrezzi agricoli. Gli Inglesi, preoccupati di migliorare laratro al fine di ottenere solchi pi profondi,
costruirono aratri a orecchia e aratri a pi vomeri. Si diffonde la falce lunga pi efficace del falcetto, i nuovi
tipi di seminatrici ed erpici.

I disegni di attrezzi agricoli nei volumi del Settecento si diffusero in tutta


Europa sullesempio dellEncyclopdie. Due modelli di aratro, incisione da
un volume scandinavo del XVIII secolo. (Archivio Pizzi)

Tavola dell Enciclopedia (XVIII sec.) dedicata ai lavori della terra

Tuttavia ci che caratterizza essenzialmente la rivoluzione agricola nel secolo XVIII la coltura di nuove
piante . La zucca, il pomodoro e il fagiolo sono legumi che si coltivano negli orti fin dal sec. XVI . Essi
variarono lalimentazione , il fagiolo specialmente si sostitu alla fava , o fu utilizzato insieme con essa . Se
tuttavia queste piante migliorarono lalimentazione, non erano sufficienti a determinare in questo campo
una rivoluzione. Non si pu dire lo stesso del granturco e della patata .
Il primo trasportato dallAmerica nella penisola iberica al
principio del secolo XVI , era allora , nella sua terra
dorigine , la base dellagricoltura india, a partire da sud dei
Grandi Laghi fino alle regioni montagnose dellattuale
Argentina. Il granturco si estese dapprima nelle regioni
mediterranee e alla fine del sec XVI era coltivato nelle
pianure del Po , del Danubio e in Francia.
Il suo successo dovuto al suo notevole rendimento. Mentre il grano presentava, una resa da 3 a 5 per uno,
il rendimento del granturco era in media da 30 a 50 per uno. Inoltre, essendo, una piantagione nuova , per la
maggior parte di quel tempo non era soggetta a decima, n apprezzata dai proprietari nobili e borghesi , che
per tradizione esigevano grano dai loro fittavoli e mezzadri , per cui veniva abbandonato ai contadini. I quali
poterono quindi farne abbondante consumo con poca spesa , sia sotto forma di farinata sia indirettamente
utilizzando il granturco per ingrassare il bestiame . E fuori dubbio che lestensione della coltura del gran
turco miglior notevolmente lalimentazione degli uomini e rinforz la loro resistenza alle malattie e alla
morte.

La coltivazione della patata ha avuto , nelle


altre regioni , analoga importanza. La patata
era coltivata sugli altipiani delle Ande al tempo
dellarrivo degli Spagnoli. Allinizio del sec XVI
fu introdotta in Spagna per poi passare in Gran
Bretagna e in Italia. Di qui giunse nelle pianure
danubiane , nella Polonia e in Germania e in
Francia.

Questo vegetale aveva il vantaggio di crescere facilmente in zolle povere ed essere insensibile alle
intemperie che affliggono la produzione del grano. E stata chiamata a ragione il pane del povero.

La diffusione del granturco e della patata costituisce il fattore pi rilevante della rivoluzione agricola ; ma
bisogna aggiungervi lo sviluppo delle colture industriali, specialmente la vite e il tabacco, anchesso
importato dallAmerica.

La vite era coltivata pi o meno come oggi.

Forse di pi , perch se ne trovava vero, nelle regioni settentrionali , dove per cresceva male e non
produceva che vino mediocre, ma indispensabile alla celebrazione della messa . Di meno , giacch non
esistevano regioni in cui la vite fosse , come oggi, la sola coltura, vale a dire una monocoltura. A differenza
del grano di cui soltanto un esigua quantit poteva essere venduta dal coltivatore , la quasi totalit della
produzione di vino veniva commercializzata. Il viticoltore poteva , senza gran danno, bere acqua , o la parte
pi scadente della sua produzione , il vinello. La vite dunque rendeva denaro al produttore e permetteva
al viticultore di riservare il denaro per altri acquisti.

La coltivazione del tabacco presentava le


medesime caratteristiche : procurava denaro
ai contadini con cui essi potevano migliorare il
loro vitto, specialmente comprando carne m
in unepoca considerata ancora nelle
campagne un lusso inaudito.

E dunque fuori dubbio che la rivoluzione agricola abbia migliorato lalimentazione umana, alimentando ,
di conseguenza, la resistenza delluomo alle malattie , diminuito la mortalit e contribuito pertanto
allincremento demografico.

La rivoluzione industriale
La seconda met del Settecento conobbe anche linizio di un processo di profonda trasformazione
delle attivit produttive, che avrebbe portato al superamento di un mondo dipendente quasi solo
dallagricoltura . In Inghilterra infatti verso il 1760 si sviluppo la cosiddetta rivoluzione industriale.
La parola rivoluzione sottolinea che lindustrializzazione provoc un cambiamento radicale,
anzitutto a livello economico-produttivo, ma anche in altri ambiti e settori. Cambiarono i rapporti
tra le classi, cambiarono i rapporti tra mondo rurale e mondo urbano, cambiarono infine tanti
aspetti della vita quotidiana e della mentalit.
La rivoluzione industriale inglese fu un processo che si dispieg nellarco di diversi decenni,
un tempo comunque molto breve, se paragonato alla lentezza delle trasformazioni nel sistema
produttivo avvenute in Europa nei secoli precedenti: anche da questo punto di vista, dunque, una
rivoluzione. La rivoluzione industriale inizi in Inghilterra e lentamente si propag sul continente,
e, pi lentamente ancora, nellAmerica del Nord.
Perch nata in Inghilterra?
Indubbiamente perch in quel paese le rivoluzioni demografica e agricola facevano pi decisamente
sentire le loro conseguenze. Lo sviluppo dei campi chiusi, la sostituzione progressiva
dellallevamento allagricoltura, congiunti ad un incremento rapido della popolazione, gettano sul
mercato del lavoro, una massa enorme di disoccupati .

Campi recintati raffigurati in un dipinto del Settecento (Bridgeman Art Library/Alinari)

Certo alcuni emigrarono in America e dal 1800 in Australia , ma la maggior parte in grado di
fornire mano dopera a buon mercato allindustria sorgente . Ma altre ragioni spiegano pure come
la Gran Bretagna abbia visto nascere la rivoluzione industriale . La ricchezza del sottosuolo in
miniere e specialmente in carbone, la vecchia installazione di unindustria tessile prospera,
soprattutto in ci che concerne la fabbricazione di drappi di lana; labitudine di esportare
oltremare, e soprattutto labbondanza di capitali dovuti al traffico del commercio marittimo e
allintraprendenza bisecolare delle banche; lesistenza infine di una borghesia ricca e di una nobilt
largamente orientata non solo verso lagricoltura, ma anche verso lindustria e il commercio.
Verso la met del Settecento tra gli scienziati e gli ingegneri inglesi si era manifestato un notevole
interesse per vapore e le sue possibili applicazioni. Il progresso decisivo fu compiuto nel 1769 da
James Watt che brevett una macchina a vapore in grado di pompare fuori lacqua dai pozzi.

La grande svolta per avvenne nel 1781 quando


Watt brevett una macchina che utilizzava il vapore
come forza motrice.

Questa macchina fu adottata per far girare le mole


de mulini, ma soprattutto, venne applicata ai
nuovi filatoi e ai nuovi telai : fu cos che verso la
fine del Settecento quasi tutti i grandi filatoi e gli
stabilimenti di tessitura inglesi funzionavano con
macchine a vapore. La produzione di tessuti
divent cos il primo settore produttivo industriale
ad alta meccanizzazione.
Sistema di fabbrica alimentato con macchina a vapore

Lavvento del vapore apr una fase decisiva della rivoluzione industriale, perche le macchine a
vapore non erano pi legate ad un luogo specifico . Gli stabilimenti potevano essere costruiti
ovunque, bastava che fosse possibile rifornirli del combustibile ( legna e poi carbone ) necessario
per far funzionare le macchine .

L'illustrazione mostra una delle prime fabbriche tessili inglesi


mosse a vapore. Si nota la collocazione in riva al fiume
necessaria per azionare la ruota idraulica, usata prima del
vapore.

La macchina a vapore e i nuovi telai e filatoi non sono sufficienti a caratterizzare la rivoluzione
industriale : bisogna aggiungervi la trasformazione della siderurgia e i progressi dellindustria
chimica . Nel Settecento la fusione del ferro avveniva ancora in forni alimentati con carbone di
legna e il prodotto finale era ferro poco resistente, tanto che lInghilterra preferiva importarlo dalla
Svezia e dalla Russia. Questa situazione si rovesci grazie allutilizzo del coke ( un combustibile
ottenuto dal carbon fossile ) nei processi di fusione del metallo e alla scoperta di nuove tecniche di
laminatura come il puddellaggio : due innovazioni che resero il ferro inglese il migliore dell Europa.
Lindustria chimica si svilupp pi lentamente. La scoperta pi sensazionale fu quella dellidrogeno
mediante la scomposizione dellacqua che permise linizio della conquista dellaria con palloni
lanciati dal 1783 in poi.

Miniera di carbone nelle


Midlands in cui si usa la forza
del vapore per lestrazione,
1820 ca

La rivoluzione industriale provoc profondi mutamenti nella composizione e nella organizzazione


della societ. La vecchia societ agricola e feudale era caratterizzata dal rapporto tra le classi sociali
dei proprietari terrieri e dei contadini; con industrializzazione a essa si sostitu il rapporto tra
borghesia e proletariato . Alla met del 700, in Inghilterra il termine borghesia comprendeva
figure sociali molto diverse : banchieri, imprenditori industriali, intellettuali, grandi e piccoli
commercianti, impiegati, e fittavoli agricoli. Ma protagonista assoluta del processo di
industrializzazione che invest lInghilterra nella seconda met del 700 fu la borghesia capitalistica
composta da imprenditori che disponevano del capitale necessario per acquistare mezzi di
produzione (macchinari, terreni, fabbriche) e investire in attivit produttive. Mentre si affermava
l'importanza della classe borghese e gli imprenditori aumentavano i loro capitali nasceva il
proletariato, una nuova classe sociale formata da coloro che possedevano solamente le braccia per
lavorare e una prole ( cio dei figli ) da sfamare e accudire. Caratteristica del la figura del proletario
era quella di percepire un salario come remunerazione del lavoro fornito : il proletario agricolo
lavorava come salariato o bracciante nelle campagne , quello industriale come operaio nelle
fabbriche. La condizione del proletariato industriale era molto dura. Nelle fabbriche gli orari di
lavoro erano massacranti. Gli operai lavoravano in condizioni pessime , con turni che andavano
dallalba al tramonto . Un operaio dunque compiva meccanicamente lo stesso lavoro per 12/ 16 ore
al giorno, in pessime condizioni igieniche e con un salario appena sufficiente per vivere. Questi
lavoratori erano dei veri e propri "schiavi, imprigionati in afose fabbriche alte otto piani fino a sera,
senza un attimo di riposo salvo i tre quarti d'ora del pasto. Compagna di vita di ogni operaio era
linsicurezza: non essendo prevista nessuna forma di indennit o di assicurazione sociale, chi i
infortunava o chi si ammalava rischiava veramente di morire di fame . Quando veniva raggiunta
let in cui si veniva considerati poco redditizi per il processo industriale chi non poteva godere della
solidariet della famiglia era costretto a vivere di espedienti, affidandosi alla pubblica carit.

La zona industriale di Sheffield con


le molte ciminiere e la concentrazione
di case. Gli operai vivevano
ammassati in alloggi fatiscenti in
quartieri degradati . Litografia del
1855. (Sheffield, City Museum

Una condizione ancor pi dura era quelle delle donne e soprattutto quella dei bambini molto
spesso prelevati dagli orfanatrofi o tra gli indigenti a carico delle parrocchie. I bambini entravano
dai cancelli alle cinque del mattino e ne uscivano verso le otto di sera, compreso il sabato. I pasti
venivano consumati in brevi soste: mezzora per la prima colazione, unora per il pranzo.

Ogni mancanza o ritardo veniva punita


con feroci battiture.

Il lavoro dei bambini-operai era reso ancor pi duro dalle condizioni in cui si svolgeva. Capannoni
dai soffitti bassi, dalle finestre strette e quasi sempre chiuse: la temperatura dei locali oscillava tra i
26 e i 30 gradi. Frequenti erano anche gli infortuni, come lasportazione di una falange del dito, a
volte di un dito intero, o anche di tutta la mano, stritolati dagli ingranaggi delle macchine. Infatti, il
fermo produzione era impensabile, e tutte le operazioni venivano svolte con i telai costantemente
in movimento.

Giovani donne e bambini dai sei anni in su erano molto utilizzati perch venivano pagati di meno
rispetto agli uomini . Nel settore tessile per esempio percepivano da un terzo a un sesto del salario
di un lavoratore maschio adulto. Tuttavia , donne e bambini non venivano utilizzati solo per questo
motivo, o perch erano pi disciplinati degli uomini. In alcuni settori fornivano migliori prestazioni :
nella filatura , per esempio, avevano dita pi fini capaci di manipolare la fibra con maggiori agilit e
velocit; i bambini erano inoltre estremamente veloci nellinfilarsi sotto i macchinari per recuperare
il cotone disperso durante la lavorazione .

Le miniere erano anche peggio delle


fabbriche.

Qui i bambini, per lo stesso motivo che li rendeva


ideali come spazzacamini (unaltra loro diffusa
occupazione allepoca), venivano usati per
portare il materiale estratto dal fondo della miniera
in superficie, attraverso stretti cunicoli.

La presenza di bambini -operai nelle fabbriche e nelle miniere fu una costante del processo di
industrializzazione, con effetti disastrosi per la societ sul lungo periodo: individui disfatti sul piano
fisico (malformazioni, malattie professionali, sviluppo stentato) e sul piano morale (mancata
istruzione, lontananza dalla famiglia).

Lindustrializzazioni ebbe dunque altissimi costi umani e sociali, pagati in prima persona dal
proletariato industriale . Questa nuova classe sociale si trov a lavorare in un ambiente malsano e
pericoloso ed ad abitare in condizioni precarie e in citt insalubri e caotiche . Inoltre le terribili
condizioni di vita portavano all'aumento del degrado e della criminalit nei tetri, malsani e
sovraffollati centri industriali, dove l'assenza di servizi pubblici e di misure igieniche era quasi totale:
si trattava di veri e propri agglomerati di case, sorte senza ordine, senza un piano preciso, senza il
minimo rispetto per l'uomo e per la natura. Di solito intere famiglie abitavano in un'unica stanza,
senza finestre o con piccole prese d'aria. Nelle strade buie, fangose e malsane della Londra del XVIII
secolo, dove si conduceva una vita particolarmente squallida e misera, si diffondevano la
delinquenza organizzata, il borseggio, la prostituzione, il gioco d'azzardo, l'alcoolismo e soprattutto
lo smarrimento di valori di moralit e la crisi della famiglia.

Solo dalla met dell800 i benefici economici della rivoluzione si sarebbero diffusi tra le classi
popolari.

Potrebbero piacerti anche