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STORIA ROMANA

a.a. 2021-2022

Luca Fezzi
Università degli Studi di Padova
luca.fezzi@unipd.it
Il corso

1) Storia e istituzioni politiche (753 a.C. – 476


d.C.)
2) Tra Cesare e Pompeo
3) Le grandi ‘svolte’
4) Storiografia e ‘fortuna’ di Roma antica (476
d.C. – oggi)

5) Modulo su esercito romano


(Marco Rocco)
Il corso

testi e modalità di esame

ricevimento:
Mercoledì ore 13.00-14.00
Storia e istituzioni politiche
(753 a.C. – 476 d.C.)

1) Monarchia (753 – 509 a.C.)


2) Repubblica (509 – 31 a.C.)
3) Principato (31 a.C. – 284 d.C.)
4) ‘Dominato’ (284 d.C. – 476 d.C.)
Monarchia (753 – 509 a.C.)
Repubblica (509 – 31 a.C.)
Traiano (†117 d.C.)
Aureliano (271 d.C.)
Tetrarchia (293-305 d.C.)
Costantino (324 d.C.)
Arcadio e Onorio (395 d.C.)
Storiografia e ‘fortuna’ di Roma antica
(476 d.C. – oggi)
NUCLEI PROBLEMATICI

1) IMPERIALISMO / IMPERO

2) ‘ROMANIZZAZIONE’ / MÉTISSAGE

3) REPUBBLICANESIMO

4) ‘TARDOANTICO’
IL DIRITTO ROMANO
Corpus iuris civilis

Institutiones – 4 libri (533)


Digesta o Pandectae – 50 libri (533)
Codex repetitae praelectionis – 12 libri
Novellae
IL PROBLEMA DELLE FONTI
superficie dura o supporto non deperibile:
le tavolette cerate

Superficie dura o supporto non deperibile:


un altro problema.
Les tabulae ceratae sono servite a due usi
differenti: in virtù della possibilità di
cancellare la scrittura e di riutilizzare il
supporto sono servite a prendere appunti; in
virtù della loro perennità sono servite per usi
amministrativi, documenti ufficiali e notarili.
La scrittura veniva effettuata sulla superficie
cerata utilizzando l’estremità appuntita di uno
stilo. Questi scritti potevano essere cancellati
levigando la cera, dopo averla riscaldata, con
l’estremità piatta dello stilo.
La superficie è dura ma il supporto è
deperibile: è dominio dell’epigrafia.
Brigetio
IL PROBLEMA DELLE FONTI
IL PROBLEMA DELLE FONTI
Livio
(59 a.C. – 17 d.C.)

Di questa vasta trattazione (ab Urbe condita libri) sino alla morte di
Druso (9 a. C.)in forma annalistica sono giunti a noi i libri I-X (dal 754-
53 al 293 a. C.) e XXI-XLV (dal 218 al 167 a. C.) oltre a numerosi
frammenti (come quello del libro XCI, su Sertorio, conservato in un
palinsesto, e quelli del libro CXX, sulla morte e la figura di Cicerone,
conservati da Seneca ‘il Vecchio’), cioè circa un quarto dell'opera che,
come ci informano i sommarî (periochae) compilati nei secc.
III-IV d. C., era costituita di 142 libri.
Dionigi di Alicarnasso
(60 a.C. – 7 a.C.)

Della sua Storia antica di Roma, detta di solito Antichità


romane (῾Ρωμαικὴ ᾿αρχαιολογία), in 20 libri, dalle origini al 264 a.C.,
sono giunti a noi i primi 11 ed estratti dei rimanenti: doveva essere,
secondo l'intenzione di D., modello di stile classico e narrazione
completa di storia e di sapienza politica. D. la preparò nei 22 anni di
dimora a Roma elaborando le sue numerose fonti (di preferenza i più
recenti annalisti)
Alba Longa
Alba Longa
Mentre era questore pronunciò dai Rostri, secondo la tradizione,
l’elogio funebre della zia paterna Giulia e della moglie Cornelia, che
erano defunte. Ecco ciò che disse durante l’elogio funebre di sua zia, a
proposito degli antenati di lei e del proprio padre: ‘… Da parte di
madre, mia zia Giulia discende dai re; da parte di padre si ricollega con
gli dèi immortali. Infatti i Marzii Re, alla cui famiglia apparteneva sua
madre, discendono da Anco Marzio, ma i Giulii discendono da Venere,
e la mia famiglia è un ramo di quella gente. Confluiscono quindi, nella
nostra stirpe, il carattere sacro dei re, che hanno il potere supremo tra
gli uomini, e la santità degli dèi, da cui gli stessi re dipendono’.
Svetonio, Cesare
La ‘fondazione’ (753 a.C.)
La ‘fondazione’ (753 a.C.)
Italia preromana
Italia preromana
Tevere
La foce del Tevere
Collegi sacerdotali
Fasti Antiates

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