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Stefano Barbati

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FONTI DEL DIRITTO ROMANO

Il diritto romano ha influito sul diritto privato in Italia fino al 1860, ha posto le basi del diritto
Europeo e del diritto che conosciamo oggi.

CODICE DI GIUSTINIANO – pubblicato nel 529 d.c


L’imperatore Giustiniano raccolse in un unico codice, dandogli valore ufficiale i tre codici a lui
pervenuti:

1. Codice Gregoriano raccoglie le costituzioni imperiali dal 136 al 294 d.c ordinate per
argomento
2. Codice Ermogeniano raccoglie le costituzioni imperiali dal 136 al 294 d.c ordinate
per argomento
3. Codice Teodosiano il quale si aggiunge nel 438 d.c, contiene le costituzioni dal 300
d.c in avanti ed è composto da 16 libri e riconosceva ufficialmente i due codici
precedenti (Ermogeniano e Gregoriano)

Giustiniano opta per raccogliere in un unico codice i tre codici, aggiungendo anche
costituzioni degli ultimi 90 anni, facendo riferimento sempre ai codici ed estrapolando gli
argomenti che venivano ritenuti ancora in vigore.

Unendo i codici e raccogliendo norme precedenti poteva sorgere il problema che si


presentassero norme antinomiche (in contrasto fra loro), per ovviare al problema, la norma
che si riteneva valida, e quindi applicabile, era la più recente in ordine cronologico.

DIGESTO – pubblicato nel dicembre del 533 d.c


Giustiniano raccolse inoltre, in un secondo codice chiamato Digesto, i passi dei giuristi dal
240 d.c al 90 a.c. non raccolse gli scritti dei giuristi a lui contemporanei perché non erano
allo stesso livello dei loro predecessori. Infatti, i giuristi contemporanei a Giustiniano, si
limitavano a trascrivere, commentare o parafrasare gli scritti dei giuristi che li avevano
preceduti.
● Era organizzato in 50 libri e diviso per argomento.
L’impostazione del Digesto era la seguente:
Nome del giurista – Opera e citazione – numero del libro – testo
● Inoltre, i giuristi all’interno di ciascun titolo non sono in ordine cronologico ma in
ordine sparso.

Vi sono due teorie su come Giustiniano sia riuscito a elaborare un’opera come il Digesto e a
raggruppare circa 300 anni di scritti:

1 Teoria delle Masse – teoria non plausibile


Si ipotizza che Giustiniano avesse diviso il lavoro a vari gruppi di commissioni e
sottocommissioni in modo tale che ognuna si occupasse di differenti argomenti, seguendo
ordini differenti: ordine dell’Editto del pretore, ordine di procedura civile e l’ordine casistico.

2 Teoria dei Predigest – teoria plausibile


Si ipotizza che i commissari nominati da Giustiniano si servirono di modelli già esistenti,
quindi a dei precedenti di minor imponenza.

ISTITUZIONI – pubblicato nel dicembre del 533 d.c


In ultimo Giustiniano, creò un’opera destinata agli studenti del primo anno di giurisprudenza,
in modo da facilitare l’inserimento e lo studio del diritto. Le istituzioni erano un manuale di
diritto civile e privato Romano, presi anch’essi da manuali precedenti.

VALORE PRATICO DEL DIGESTO:


Per valorizzare la funzione pratica Giustiniano diede ai commissario il compito di attualizzare
gli scritti giuristi, così da essere attuabili.
Es… per trasferire la proprietà di alcuni beni a ROMA era necessario compiere
l'EMANCIPAZIO
● nell'impero di Giustiniano L'EMANCIPAZIO era troppo difficile e allora ogni volta che
trovavano un riferimento a lui lo cambiavano nella semplice CONSEGNA.
Es… per fare il testamento a ROMA si stabilivano condizioni particolari dette LEGATI
● Con Giustiniano erano equiparati ai FEDI COMMESSI: DISPOSIZIONI FIDUCIARIE
con efficacia dopo la morte, la cui esecuzione andava all'erede. Per lui i
FEDECOMMESSI avevano la stessa efficacia dei LEGATI.

CAMBI DELLE INTERPOLAZIONI


1. FEDE COMMESSI: Non si ha una azione diretta per rivendicare la propria proprietà
ma si aveva solo l'azione per far valere la sua disposizione giudiziaria. Viene dato il
compito di trasferire il bene ad un altro.
2. LEGATI: Si può direttamente con una azione rivendicare la proprietà. Il bene passa
direttamente al beneficiario.

Dal libro 30 del Digesto, i giuristi affermano che i FEDECOMMESSI valevano come LEGATI.

● Le donne non potevano ereditare per via della legge BOCCOGNA e allora si fa il
FEDECOMMESSO: istituisce erede un uomo (fratello/altro figlio) e gli affida il
compito di lasciare l'eredità alla figlia femmina.
● Se il FEDECOMMESSO si impossessa del bene che dovrebbe dare, deve pagare un
risarcimento al destinatario.

FONTI DEL DIRITTO ROMANO


INIZIO 700 a.C 2 fonti:

● Leggi regie:
PRIMA DI VARRONE: per compiere qualunque attività pubblica bisognava consultare
gli dei. E si votava

VARRONE: 80-40 a.C:


In un'opera si chiese cosa significasse la sigla (QUANDO IL RE HA INDETTO IL COMIZIO
SUBENTRA IL FAS = porta bene), perché quando il re indice il Comizio ha condotto un
sacrificio, fino a quel momento è nefasto IL DIRITTO da quel momento è FASTO IL DIRITTO
= SI È SPESSO AGITO IN CONFORMITÀ DELLA LEGGE. Il sacrificio serviva perché
ispezionato le viscere capiva che erano di BUON AUSPICIO quindi poteva convocare il
COMIZIO (i cittadini romani si riunivano nel cosiddetto COMIZIO una riunione con le armi).
Dopo averlo convocato dichiara lo IUS DICAT (dichiarare solennemente qualcosa del diritto:
emette le leggi regie e chiede al COMIZIO l'approvazione, ma esso non ha potere di
cambiare il testo della legge, si poteva solo ACCLAMARE per la approvazione di una legge,
mentre prima si votava.

LE LEGGI REGIE QUINDI DICHIARAVANO IL DIRITTO: perché proclamate dal re. I


processi civili infatti si attuavano solo dopo l'approvazione delle LEGGI REGIE.

POMPONIO 6° 150 a.C:


Affermava che all'inizio quando si formò la comunità tutto era governato dalla MANO REGIA
(POTERE DEI RE), quindi il RE portava al COMIZIO le sue leggi per farle approvare dal
popolo NON tramite votazione ma tramite ACCLAMAZIONE. E così si formò il diritto a
Roma.

COME SAPPIAMO CHE NON MENTIVANO


Sappiamo che VARRONE e POMPONIO non mentivano perché nel 1989 si è trovato
(come dicevano loro) nel Foro Romano un CEPPO una tavola di pietra con un testo scritto
che affermava che chi passava sopra questa pietra sarà sacro. Questa pietra era in teoria la
tomba di Romolo.
Sacro = era una persona benedetta e maledetta, quindi colui che vi passava sopra sarebbe
stato maledetto o comunque consacrato agli dei = quindi il tuo destino è nelle mani degli dei
e non dei cittadini (quindi se venivi ucciso eri stato ucciso per mano degli dei non della
comunità).

● Consuetudini: sono dei comportamenti abituali, che si ripetono nel tempo e che
fondamentalmente ripetendosi nel tempo diventano comportamenti abituali
Si utilizzava soprattutto in ambito familiare dove in quella ROMANA il campo famiglia aveva
poteri invasivi e potenti e poteva quindi addirittura negare della vita i suoi stessi figli (anche
se i CENSORI lo potevano dichiarare INFAME = morte civile). Questo era consuetudinario
quindi non veniva imposto da una legge regia, anzi essa al massimo interveniva solo per
limitare i poteri del capo famiglia.
Es…Il capofamiglia poteva utilizzare i propri figli come garanzia, ma alla vendita/prestito del
3° figlio gli veniva tolta la POTESTÀ sul figlio.

EVOLUZIONE DELLE LEGGO REGIE E CONSUETUDINI


Nel 500 a.C viene istituita una nuova forma costituzionale, la Repubblica, il potere che prima
aveva il re etrusco (monocratico/vitalizio) ora appartiene a 2 consoli per 1 anno
(diarchico). Venne istituita una nuova forma di Governo fra Patrizi e Plebei, dove questi
ultimi vennero svantaggiati. Fuori dalla città ci fu una secessione perché svantaggiati e per
ciò nacque un CODICE con scritto il DIRITTO senza che i consoli commettessero troppi
arbitraggi.
QUESTO CODICE VENNE APPROVATO E VENNERO NOMINATI 10 UOMINI
Con lo stesso potere dei consoli, sempre al potere per 1 anno e mettevano per iscritto le
leggi.
● Pubblicarono 10 tavole il 1° anno.
● E l'anno successivo altre 2 per un tot di 12.
Su queste tavole c'era tutto il diritto dell'epoca.

TAVOLE TRAMANDATE IN MANIERA DIRETTA E INDIRETTA:


● INDIRETTA: non cita il testo ma lo spiega es… (nella 10° tavola era istituito che
nessuno potesse essere seppellito in città).
● DIRETTA: cita il testo

CONTENUTO DELLE TAVOLE:


Probabilmente si persero in un incendio, ma questo non fu un problema perché vennero
scritte in un latino ritmico e più semplice da ricordare a memoria e per questo i giuristi del
tempo le impararono a memoria per questo non venne perso il contenuto.
● Non si può ricostituire l’ordine originario perché arbitrario.
● Erano concepite come esaustive = contenevano tutto il diritto.
● Venne introdotta una nuova azione processuale = venne introdotta la possibilità di
chiedere che la sentenza del processo fosse emanata da un giudice privato.

INTERPRETE E CUSTODE DEL DIRITTO:


I pontefici avevano il compito e il monopolio dell’interpretazione del diritto = spiegare le
norme e chiarire i dubbi.
- I pontefici era un collegio di 4 e poi di 9 persone: che inizialmente avevano il compito
di costruire i ponti sul Tevere, costruendo ponti iniziarono a creare dei legami con la
divinità, avvicinandosi alla divinità poterono iniziare a dire al Re di creare delle leggi,
divennero quindi collaboratori del Re perché essendo vicini alla divinità potevano
diciamo costituire una sorta di contratto sociale con la divinità.
- Così arrivarono a creare qualcosa di nuovo: IL FORMULARIO (sul quale si basavano
durante i processi per decidere chi vinceva e perdeva la causa).
- A partire dalle 12 tavole oltre a comprenderle, istituirono cose nuove, come
l’EMANCIPAZIONE: a 30/40 anni il figlio che voleva diventare autonomo (senza
uccidere il padre), dopo la 3° vendita, il padre perde la potestà sul figlio, quindi dopo
aver venduto per finta il figlio alla 3° volta colui che lo “compra”, e si aprono 2 strade
per dare la libertà al figlio:
● lo libera dalla schiavitù ed è libero.
● l’amico del padre prende la potestà sul figlio, e poi lo ridà nuovamente al
padre come “schiavo” che non più suo “figlio” giuridicamente, ma solo
schiavo. Questo perché lo schiavo liberato aveva dei vincoli nei confronti di
chi lo aveva liberato, una sorta di riconoscenza (PATRONATO), lo schiavo
libero ora era (LIBERTO).
Il patrono aveva diritto a una quota del patrimonio del liberto in caso di morte prevenuta
senza figli legittimi (nonostante un testamento contrario).
● Il figlio emancipato se è nominato nel testamento del padre naturale, una volta
emancipato deve accettare l’eredità per prenderla.
● COLLAZIONE: Quando si arrivava a percepire l’eredità, se uno dei 2 fratelli aveva
ricevuto prima una casa, al momento dell’apertura della successione si dividevano le
quote e si componevano a metà e metà.
● Se i fratelli dovevano ricevere l’eredità in egual maniera, il figlio emancipato non
gudagnava di più ma la stessa quota del figlio non emancipato.

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