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Introduzione
Il sistema del Common law è un modello di ordinamento giuridico, di matrice anglosassone, basato sui
precedenti giurisprudenziali più che su codici o, in generale, leggi e altri atti normativi di organi politici. Il
sistema del Common Law è attualmente in vigore in Australia, Canada (esclusa la regione del Quebec),
Regno Unito (esclusa la Scozia) e Stati Uniti d'America (escluso lo Stato della Louisiana). Il sistema di
Common law è contrapposto al sistema del Civil law, l'altra branca della tradizione giuridica occidentale. È
importante notare subito che l'espressione Common law può assumere diversi significati secondo il contesto.
Nell'accezione più frequente con cui l'espressione viene utilizzata nei paesi di Civil law, Common law si
contrappone a Civil law. In tale accezione Common law è usato come sinonimo di diritto anglosassone,
mentre Civil law indica i sistemi giuridici “romanistici” propri dei paesi dell'Europa continentale e, almeno
formalmente, anche della maggior parte dei paesi extra europei che non abbiano mai avuto rapporti coloniali
con la Gran Bretagna. Nel diritto, per Common Law si intende un sistema giuridico di diritto non codificato
che si basa su un modello di "precedente giurisprudenziale", attraverso il quale i giudizi vengono stabiliti
sulla base di altre precedenti sentenze di casi tra loro molto simili, consolidandosi nel tempo. I sistemi di
Civil Law si basano su diritti codificati, ovvero un sistema di norme suddivise in categorie da genus a
speciem (codice civile, penale, di procedura civile e penale). Nei paesi di diritto anglosassone il termine
Common law designa una delle branche nelle quali si articola il diritto positivo, contrapponendosi quindi a
Statute law. In tale accezione Common law designa il complesso di norme di formazione giurisprudenziale
che storicamente costituiscono il cardine fondamentale del diritto inglese, mentre Statute law indica il
complesso di norme emesse dal legislatore in senso proprio. In tal senso Common law può essere utilizzato
quale sinonimo di Case law. All'interno del Common law come sopra descritto, vale a dire del diritto di
formazione giurisprudenziale, esiste un'ulteriore bipartizione tra Common law (o semplicemente Law) ed
Equity. Tale bipartizione riflette la struttura del sistema di corti inglesi e delle rispettive competenze; si tratta
di una bipartizione che ha dato luogo a due filoni giuridici ben separati sino al XIX secolo, allorquando le
due gerarchie di corti sono state unificate. Ciononostante la distinzione tra Law ed Equity rimane tuttora
fondamentale sia nel diritto sostanziale che processuale: la differenza si sostanzia in ordine non logico ma
procedurale:le azioni e i relativi diritti discendenti dal sistema di Common law (ad es. l'azione di
responsabilità per danni) sono detti at law, mentre gli altri diritti e azioni (es. l'azione di risoluzione
contrattuale) sono detti in equity.
GLANVILL
Risale alla fine del 1100 il primo trattato giuridico di Common Law, il Trattato di Glanvill, ad opera di
Ranulf de Glanvill, primo giudice sotto il regno di Enrico II. Da questa prima opera dottrinale, emergono due
aspetti importantissimi:
1) la varietà dei costumi locali e delle Corti, una caratteristica del sistema giuridico inglese che sarà
abbandonata soltanto nel 1971;
2) il primato della giurisprudenza come fonte del diritto, che rappresenta la caratteristica più rilevante del
sistema giuridico di Common Law.
Dall’opera emergono inoltre l’importanza che i writs avevano al tempo e la notevole influenza del diritto
romano. Inoltre, il libro di Glanvill è una prova di quante caratteristiche antiche del Common Law sono
rimaste radicate nel diritto anglo-americano attuale. Infatti, esso ci dimostra quali erano i settori del diritto
più sviluppati al tempo, e cioè la procedura, il diritto criminale, il diritto dei beni. Infatti anche oggi la
materia proprietaria e il diritto penale sono le branche del diritto anglo-americano che più delle altre hanno
mantenuto una forte di originalità. Siamo inoltre sotto il regno di Enrico II, sovrano cosmopolita, quando il
Common Law nasce nella sua forma moderna. È infatti proprio nel corso del suo regno che nasce quella
classe di giuristi che ha saputo tramandare fino a noi il patrimonio sapienziale del Common Law. A seguito
del regno di Enrico II, infatti, la giustizia regia si rafforzò a tal punto da non essere messa più in discussione,
neanche negli anni turbolenti della lotta tra Enrico II e i suoi baroni che portarono alla Magna Charta.
IL PLEADING
Scelta una form of action che consentisse il processo davanti alla giuria, il Common lawyer doveva
esercitarsi nel pleading, cioè sottoporre alla giuria di una questione di fatto. Nel diritto penale tuttora
funziona così. L’accusa presenta i fatti e li ascrive all’imputato. La difesa, attraverso la “plea of innocence”
nega vuoi sui fatti vuoi che essi siano ascrivibili all’imputato. La giuria ha un “issue” (exitus) da decidere
nell’alternativa, vero (colpevole) falso (innocente).
Invece di dedicarsi al pleading, una parte ha anche la possibilità di tagliar fuori la Giuria, ammettendo tutti i
fatti (demurrer), ma sostenendo che da quei fatti non discendono le conseguenze giuridiche allegate
dall’attore. Il demurrer è l’istituto più importante per comprendere l’originario sviluppo del Common Law.
Fino al 1540, quando lo Statute of Jeofails (1540) negò questa possibilità portando un cambiamento radicale
nelle tecniche del pleading, il demurrer veniva proposto provvisoriamente. Ne seguiva una piena discussione
tra i serjeants (sia nella funzione di giudici che di avvocati), a seguito della quale il demurrer veniva
confermato o cancellato. Così, in questo modo del tutto informale, stava nascendo il Common Law. Queste
discussioni informali che si svolgevano di fronte al Common Pleas divennero oggetto degli Years Books.
Dopo lo Statute del 1540, Enrico VIII vietò l’emendamento del pleading, questo assunse forma scritta e le
discussioni di diritto furono spostate in un momento successivo in cui i giudici erano chiamati a giustificare
di fronte ai loro “fratelli” serjeants la decisione adottata. Questo modello non cambierà più in tutto il
Common Law. Ciò che occorre mettere in evidenza è che il tecnicismo delle forms of action ha fatto in modo
che le Corti di Common Law non fossero mai sole nell’amministrazione della giustizia. Infatti sono sempre
state affiancate da sistemi alternativi di Corti, volti a provvedere alle esigenze di cui le Corti di Common
Law non erano in grado di farsi carico. In alcuni momenti storici queste Corti concorrenti sono state
numerose e hanno rappresentato una minaccia per il sistema di Common Law. Tuttavia i fatti della storia
hanno fatto sì che uno di questi sistemi alternativi riuscisse a svilupparsi quanto occorreva, fino a far
pervenire a noi la bipartizione fondamentale tra Common Law ed Equity.
LA NASCITA DELL’EQUITY
Nel 1400 molti litiganti si recavano a chiedere giustizia al cancelliere del re il quale, con il pretesto di
amministrare l’equity, andava a sovvertire le decisioni di Common Law. All’inizio la cosa fu sporadica, ma
divenne ben presto una minaccia per le Corti di Common Law che ovviamente erano gelose della propria
giurisdizione.La procedura utilizzata dalla Cancelleria era di tipo continentale - inquisitorio, rapida, pratica e
scritta (nota come bill procedure). Il litigante che agiva in giudizio presso una delle Corti di common law
comprendeva la problematicità delle barriere impenetrabili delle forms of action; ad esempio col trespass –
writ moderno sul risarcimento del danno che utilizzava la giuria – era sì favorevole agire in giudizio, ma sul
piano pratico conveniva poi rivolgersi al Cancelliere per ottenere l’effettivo risarcimento. Ciò portò alla
nascita di veri e propri diritti d’equity, c.d. equitable interests. Per tutte queste ragioni la Cancelleria acquistò
autonomia nel tempo, staccandosi sempre più dal King’s Council. Il successo della Cancelleria fu lo stimolo
più importante per le riforme procedurali e sostanziali che portarono al trionfo del “King’s Bench” sulle altre
Corti di Common Law. La cancelleria finì per specializzarsi in materia proprietaria e il King’s Council
mantenne la giurisdizione sui casi di giustizia straordinaria.
La secolarizzazione dell’equity
La secolarizzazione dell’equity avvenne grazie allo scontro tra Enrico VIII ed il Papa, con la conseguenza
che il Cancelliere non fu più un ecclesiastico e che il diritto canonico venne bandito dalle università. Il
passaggio della Cancelleria dai canonisti ai common lawyers avrebbe avuto come conseguenza
l’assorbimento dell’equity nel common Law. I common lawyers infatti non si formarono mai all’Università e
quindi non avevano quella conoscenza dei principi romanistici e canonistici che la Cancelleria Ciò che rese
possibile il sopravvivere dell’Equity come sistema fondato su principi diversi dal common Law fu una delle
prime opere giuridiche apparse in Inghilterra, il “Doctor and Student” di S. Germain, un barrister con
ampia cultura canonistica a cui va il merito di aver studiato la pratica delle Corti di Cancelleria e di averla
riprodotta in forma intellegibile per un common lawyer. L’opera è una sottospecie di dialogo svolto tra un
dottore di teologia, in rappresentanza del diritto canonico e dell’equity, e uno studente di Common Law che
consegnò quei principi che i grandi Cancellieri common lawyers successivi come Francis Bacon, Thomas
More, Lord Eldon seppero sviluppare nella moderna equity. Senza quest’opera, l’iniezione del diritto
canonico nel diritto inglese sarebbe stata perduta per sempre.
L’EDUCAZIONE GIURIDICA
Probabilmente l’aspetto più rilevante tra i molti che determinano la scissione tra Common Law e Civil
Law è rappresentato dall’alternativa all’ Università nella formazione del giurista. Il giurista di Common
Law infatti si caratterizza per avere una forma mentis pratica rispetto al collega romanista. Questo
carattere pratico deriva dalla sua formazione extra universitaria.
Mattei sostiene che un’affermazione simile non descrive più la realtà attuale, ma rappresenta
comunque un dato storico importante. Nel periodo di formazione del Common Law, il Common lawyer non
riceveva l’educazione giuridica nelle Università ma negli Inns of Court, corporazioni che vennero a
svilupparsi intorno a Westminster Hall. Inoltre, altra differenza fondamentale rispetto alla tradizione
romanista sta nel fatto che la storia degli avvocati e quella dei giudici non può essere raccontata
separatamente. Infatti per molti anni giudici e avvocati hanno costituito un sol gruppo professionale e ancora
oggi vi è questo legame tra Bench (magistratura) e Bar (avvocatura).
La formazione pratica invece è stata abbandonata e proprio ad essa può essere attribuita una parte
notevole nella scissione tra Common Law e Civil Law. La storia che occorre narrare è storia di
“monopoli”. Un gruppo di studiosi di una curiosa gilda, il cosiddetto Order of the Coif, aveva il monopolio
sulla Corte di Common Pleas, tanto che i giudici di questa Corte e delle altre Corti di giustizia superiori di
Common Law potevano essere scelti solo tra i “Serjeants at law”, che sono proprio i membri di questa gilda.
In più, soltanto i serjeants at law potevano esercitare l’avvocatura di fronte a questa gilda.
Un secondo monopolio era costituito dal fatto che nelle mani di quattro gilde, i cosiddetti Inns of Court,
si trovava il monopolio sull’educazione giuridica dei giovani che volevano intraprendere la carriera
forense. Erano infatti gli Inns di ammettere i loro membri alla pratica di fronte a tutte le altre Corti
superiori di Common Law, in cui il “Serjeant at law” non aveva l’esclusiva.
DOCTOR’S COMMONS
Il civil law fu sempre riconosciuto come un diritto alla pari del common law in Inghilterra, almeno fino alla
rottura tra Enrico VIII e la Chiesa. Prima della vicenda, i canonisti gestivano le corti ecclesiastiche.
In seguito invece il sovrano non bandì il civil law, ma soltanto il diritto canonico, eliminato dalle università; i
civilians quindi successero i canonisti nelle corti ecclesiastiche.
I civilians erano organizzati in una sorta di gilda professionale, che richiedeva un dottorato universitario,
inglese o continentale: da qui il Doctor’s Commons, nome della corporazione. La materia del diritto
marittimo era affidata alla Corte dell’Ammiragliato, i cui giudici erano civilans e che ben presto venne a
svolgere la propria opera presso il Doctor’s Commons. La Corte si occupava di diritto commerciale
transnazionale ed esercitava una giurisdizione più ampia di quella a cui fu ridotta dopo gli attacchi di Coke.
Accanto a queste aree di esclusivo monopolio, i civilians gestivano alcune Corti minori, erano presenti
anche nella Corte di cancelleria e molti erano anche consiglieri del Privy Council.
Ben presto i Common lawyers, molto più numerosi a livello professionale, cominciarono a guardare con
sospetto la crescita di popolarità dei civilians e verso il 1590 iniziò l’attacco di Coke nei loro confronti.
I GENERI LETTERARI
Riguardo i generi letterari bisogna menzionare gli Year Books e i Reports nominativi.
- Year Books sono la forma più misteriosa e al contempo più caratteristica della letteratura giuridica
inglese medioevale. Organizzati cronologicamente per anno di regno, non si sa con precisione quando
cominciarono ad essere prodotti: Maitland fa risalire i primi casi al 1270. Si sa invece con certezza che
la loro serie fu interrotta nel 1535 per motivi sconosciuti.
Essi contengono, come i successivi reports, casi decisi in corte e anche appunti riguardanti l’attività
della Court of Common Please.
Chi fossero gli autori è stato oggetto di un’accanita controversia. Maitland ritiene che si trattasse di
appunti presi in maniera informale dagli studenti del “crib”, poi riprodotti ed utilizzati dagli stessi
studenti. Gli Year Books sono così informali da contenere riflessioni del tutto estemporanee dell’autore e
sono un oggetto letterario incomprensibile se non sono considerati nel panorama della letteratura dell’epoca.
Winfield sostiene risalgono ad un periodo in cui gli uomini stavano cercando forme adatte per
esprimere il diritto ma non sapevano bene cosa dovesse contenere un libro giuridico e come la materia
dovesse essere distribuita.
Con il definirsi dei generi letterari, gli Year Books vennero sostituiti nel sedicesimo secolo dai
- Reports nominativi, pubblicati tra il 1550 e il 1790 e contenti il resoconto delle decisioni giurisprudenziali
delle Corti superiori di Common Law citate con i nomi degli autori. L’inventore fu Plowden, un autorevole
Common lawyer cui fu negato il coif soltanto perché cattolico. Tra gli altri Reports nominativi pochi
meritano di essere ricordati perché la loro qualità fu pessima e l’attendibilità scarsissima.
Comunque, era nel disordine degli Year Books e dei Reports nominativi che si nascondeva tutto il
patrimonio del Common Law.
Stare decisis: è sinonimo di valore vincolante del precedente giudiziario e i sistemi di Common
Law condividono questa caratteristica tradizionale. Anzi, questo principio è considerato come una
delle più profonde e notevoli caratteristiche del Common Law. Bisogna, però, tener presente la
profonda diversità che intercorre tra la pratica costante di seguire i precedenti e la regola stare
decisis: la prima non è una peculiarità dei soli sistemi di Common Law, perché la regola secondo
cui i casi simili dovrebbero essere decisi in modo simile è un principio di giustizia riconosciuto in
tutta la tradizione giuridica occidentale. Stare decisis, viceversa, è l’obbligo imposto ad un giudice
successivo di non discostarsi da certi precedenti giudiziari, anche qualora siano sbagliati o ingiusti.
Solo questo secondo aspetto è da considerarsi sconosciuto al di fuori della famiglia di Common Law. Nel
corso del tempo la dottrina stare decisis è stata influenzata in maniera opposta da due fenomeni successivi:
1° periodo: scarsità dei precedenti da emulare.
2° periodo: abbondanza di precedenti da imitare e quindi difficoltà nello sceglierne uno.
Di fronte alla regola stare decisis sono state fatte delle critiche da parte del realismo giuridico (corrente che si
sviluppa nei primi anni dell’800 fino al 1960). Ci sono due correnti all’interno del pensiero del realismo
giuridico:
1. PARS DESTRUENS: il cui fautore è Jerome Frank e che sostiene che non può esserci una
regola “stare decisis”, perché le decisioni dei giudici sono imprevedibili. Il fondamento teoretico
della regola del precedente sta in quella che è la certezza del diritto, definita da lui “mito
infantile”, che impedisce al giurista di accertare l’inevitabile incertezza delle decisioni, e questo
bisogno inconscio di certezza del diritto conduce a seguire dei precedenti persino sbagliati da
parte di qualche giudice che prende troppo sul serio questa pratica, che porta così a causare
delle ingiustizie. Essendo i fatti unici e irripetibili, non può esistere una regola dello stare decisis.
2. PARS COSTRUENS: il cui fautore è Lewellyn, che ritiene che nella pratica quotidiana del
diritto americano sono riconoscibili due aspetti che convivono nello stare decisis:
- la prima che vuole superare il precedente e che utilizza la tecnica del distinguishing (distinguere il nuovo
caso che si sta esaminando rispetto al precedente);
- la seconda che invece accoglie il precedente gradito basandosi sul fatto che una Corte abbia
deciso in maniera autoritativa tutti i punti su cui ci si sia soffermati nel corso dell’opinion.
E proprio il fatto che questi due aspetti convivano nello stare decisis spiega come il diritto cambi e
si sviluppi ma, allo stesso tempo si basi sul passato.
Lewellyn contesta la tesi di Frank, affermando al contrario che le decisioni dei giudici hanno un alto
tasso di prevedibilità.
Lo stare decidis può avere portata orizzontale o verticale: nel primo caso l’obbligo è imposto ad una Corte,
che seguirà i propri precedenti; nel secondo caso l’obbligo grava su una Corte inferiore, la quale seguirà i
precedenti decisi presso una Corte gerarchicamente superiore. Per i giudici inferiori questa situazione
rappresenta un reminder del rapporto gerarchico, mentre per quelli superiori è un modo di perpetuare la
propria influenza, gravati soltanto dalle proprie decisioni.
Ma lo stare decisis in senso orizzontale ha avuto breve durata negli Stati Uniti: anzi, non è mai
stato osservato dalla Corte Suprema. Non sopravvive oggi neanche in Inghilterra, dove la House Of Lords
(ossia la Corte Suprema Inglese) si è sentita liberata da questo vincolo nel 1966.
Secondo la cosiddetta teoria dichiarativa del Common Law (Blackstone), compito dei giudici è
quello ius dicere e non ius dare, cioè i giudici devono solo decidere i casi, ma NON POSSONO
CREARE DIRITTO.
Da questa teoria derivano due corollari che sono antitetici tra di loro:
1) il giudice è vincolato a seguire il precedente perché ogni caso che se ne discosti è considerato
contro il diritto (contra iura);
2) qualora la decisione precedente sia sbagliata, c’è comunque la possibilità per il giudice
successivo di correggerla e modificarla.
Con questa teoria da un lato si abbraccia la dottrina stare decisis e dall’altra quella contrapposta.
La storia del valore vincolante del precedente è una storia lineare, si è passati dalla prassi
all’obbligo giuridico. La prassi di seguire i precedenti si è sviluppata nel 1700, ma già all’inizio del
1800 si è trasformata in un obbligo, un obbligo che i giudici si sono autoimposti, non essendoci un
atto legislativo a prevederlo appositamente.
La teoria classica del precedente può essere spiegata tramite due punti fondamentali:
- L’estrazione della ratio spetta alla corte chiamata a seguire il caso. Questo procedimento si suddivide a sua
volta un primo momento, induttivo, in cui si scartano gli obiter dicta e si coglie il principio giuridico, ed in
un secondo momento, in cui si applica il principio di diritto, o la ratio decidendi.
- La Corte sarà legata ad applicare il principio di diritto scoperto nella prima fase.
Tutto ciò che non rientra nella ratio decidendi, ricade nell’obiter dictum.
2) La seconda contrapposizione è quella tra Opinion e Decision.
L’opinion è costituita da tutte quelle parole che un giudice utilizza per motivare la decision, cioè la
sentenza del giudice, che può essere estrapolata anche senza l’opinion scritta, visto che è la decision a
fare da precedente e non l’opinion.
Da questa contrapposizione, derivano due corollari.
Il primo corollario prevede che una decisione non pubblicata nei law reporters ha lo stesso valore
precedenziale di quella pubblicata, e quindi la dottrina stare decisis si è potuta sviluppare solo in
correlazione con lo sviluppo di sistemi attendibili di law report.
Il secondo corollario prevede che la Corte non può rendere vincolante alcuna sua affermazione
che non sia ratio decidendi, la cui estrazione spetta alla Corte successiva. Una volta estratta,
sorge un vincolo che impone di applicare la legal rule ad essa connessa al caso che si sta
esaminando e ai casi successivi svolti di lì innanzi.
Questo esercizio bifase, ovvero estrazione della legal rule e applicazione ai casi successivi, ha
fatto notare come ci sia un diverso ragionamento giuridico in Common Law rispetto al Civil Law, in
quanto nel primo si usa un metodo induttivo (dal particolare al generale), nel secondo un metodo
deduttivo (dal generale al particolare).
Quindi possiamo notare come l’equity attraversi tutti i settori del diritto privato patrimoniale attraverso i suoi
rimedi. Ciascuna branca del diritto è interessata principalmente da un tipo rimediale: alla Law of Property
fanno capo i rimedi relativi al trust (cioè il tracing e il constructive trust); ai torts (l’injunction); ai contracts
(la specific performance). In ogni branca del diritto patrimoniale il Common lawyer è abituato così a lavorare
su diritti principali, tutelati at law, e i diritti cadetti, tutelati in equity.
LAW OF PROPETY
È la branca del diritto di common law che ha mantenuto i caratteri più nettamente propri rispetto al civil law.
Gli istituti della law of property inglese hanno maturato la loro fisionomia in un momento precedente al
nascere del rapporto contrattuale, quindi un gran numero di quei rapporti negoziali a cui nel civil law si
applica il diritto delle obbligazioni, in common law rientrano nella law of property. “Property”, nella
terminologia giuridica inglese, ricopre l’intera nostra nozione di patrimonio: sono quindi property una
polizza assicurativa, come un pacchetto azionario, come un contratto di locazione.
La law of property è organizzata nella differenza tra real property e personal property, a seconda del
differente rimedio esperibile a tutela dell’una o dell’altra. Non sussiste più la differenza tra real action e
personal action, poiché nel common law la prima mirava al recupero del bene, la seconda nel mero
risarcimento, ma la diversificazione è infine venuta meno: oggi è possibile ottenere una tutela sia risarcitoria
che ripersecutoria per tutti i tipi di proprietà.
La principale distinzione che rimane è quella tra Real Property e Personal Property:
- la Real Property è organizzata attorno a quella che è la nozione di estate, dal latino status. Questa
nozione è comprensibile solo all’interno di quello che era il rapporto feudale che legava il lord al tenant
(vassallo): questo rapporto è noto come rapporto di free tenure. Dunque per capire la real property occorre
concentrarsi sul periodo feudale con un excursus storico: durante il periodo feudale accadeva che tutta la
terra apparteneva al re il quale infeudava i signori locali che divenivano Tenants in chief, che a loro volta
potevano infeudare alri tenents. Questo rapporto tra lord e tenants era noto come rapporto di free tenure.
Il rapporto di free tenure poteva avere caratteristiche diverse in base al contenuto del rapporto: il lord doveva
concedere al tenant l’uso della terra e il tenant aveva alcune obbligazioni, per esempio l’obbligo di conferire
cavalieri e soldati per l’esercito del lord (militare tenure) oppure recitare preghiere per il lord (ecclesiastical
tenure) oppure di pagare una somma di denaro (socage). Questi diversi contenuti del rapporto feudale erano
noti come incidents of tenure. Se il contenuto della tenure era definito dagli incidents, la sua durata era
definita dal tipo di estate che l’infeudazione creava in capo al tenant.
I principali tipi di estates sono:
• LIFE ESTATE che si esauriva alla morte del tenant;
• ESTATE IN FEE SIMPLE, destinato a trasferirsi agli eredi del tenant e quindi ad estinguersi
soltanto all’estinzione di un casato;
• ESTATE IN FEE TAIL, legato ad una determinata e specifica linea successoria; per
esempio l’estate in fee tail female, in cui l’estate passava alle figlie femmine.
LAW OF CONTRACT
Se si confronta con le altre branche del diritto, come il diritto penale o i torts, il diritto dei contratti sembra un
parvenue, dato che non è stato oggetto di trattati importanti fino al IX secolo. All’inizio del ‘600 con lo
Slade’s case in Inghilterra si stabilì che una promessa seria è vincolante. Prima di questo Slade’s case una
promessa poteva vincolare solo casi del tutto eccezionali, perciò era necessario che la promessa fosse redatta
nella forma solenne del deed, cioè un atto che serve a dare valore giuridico impegnativo a numerosi atti
convenzionali o unilaterali e quelli più significativi sono le donazioni, cessioni o rinunce di un diritto,
modificazioni ed estinzioni di diritti reali. Vi è poi la necessità di un conveyance, cioè un atto scritto e
sottoscritto e tuttora utilizzato per il trasferimento della Real Property e per le donazioni.
Caratteristica fondamentale della Law Of Contract è la consideration: l’elemento giustificativo del contract.
La nozione di contract si basa su quello che è lo scambio (bargain). Il semplice accordo (agreement) non è
sufficiente e non produce effetti vincolanti se non è sostenuto da una valida consideration, a meno che non vi
sia la forma solenne (contracts under seal). Anche in questo settore del diritto è intervenuta l’equity con i
suoi elementi e ha introdotto la specific performance (esecuzione in forma specifica). Quindi accanto al
rimedio di Common Law in ambito contrattuale vi è la specific performance in casi residuali, anche se la
sfera di applicazione di questo rimedio si è ampliata in tempi recenti.
Il codice tedesco riconosce la violazione del contratto solo in caso di “impossibilità” o “ritardo”
nell’esecuzione di una delle parti, diversamente dal codice francese e italiano che riconoscono una clausola
generale di inadempimento (contemplano anche il risarcimento per adempimento inesatto) Cosi non erano
tutelate situazioni di “inadempimento difettoso” che generava comunque un danno per le parti.
A questo punto il giurista Staub riforma la teoria perché capisce le mancanza del codice. Considera casi che
non sono solo “inadempimento” o “ritardo”, ma anche “l’adempimento inesatto” o “il compimento di
un’azione che non si deve fare” che rappresentano azioni positive (diversamente dal ritardo e
dall’inadempimento che sono omissioni). Queste azioni non erano sanzionabili secondo l’art 286 (danno
provocato dal ritardo) , cosi Staub ravvisa nel codice un principio generale di risarcimento per violazione
dell’obbligazione con azione positiva (se la legge in materia non lo esclude). La teoria di Staub fu subito
accolta dalla teoria tedesca ( soprattutto nei casi in cui una parte voleva svincolarsi dal contratto). (contratti
di durata; violazioni contrattuali parziali; contratti bilaterali)
Anni dopo questa teoria fu rielaborata da Stoll che considerò che nel contratto devono essere protetti non
solo gli interessi di adempimento del contratto ma anche altri interessi. Cosi ravvisa che gli “interessi
secondari” sono quelli di “non voler subire lesioni personali o patrimoniali nell’esecuzione
dell’obbligazione”.
Cosi teorizza gli obblighi di protezione che integrano la fattispecie “dell’adempimento inesatto” e trovano
la propria fonte nell’obbligo di buona fede. la teoria elaborata da Stoll è stata applicata anche alla “culpa in
contraendo” ricollegando le “obbligazioni di protezione” anche alla trattativa precontrattuale.
Gli obblighi di protezione sono obbligatori anche per i “terzi estranei al contratto” ma danneggiati dallo
stesso (come stipulation pour autrui tacite francese) esempi:
contratto di locazione: un parente del conduttore di un immobile prende la tubercolosi perché il locatore
non ha effettuato la disinfestazione dopo che il precedente conduttore aveva contratto la
malattia. condannato il locatore che deve tutelare il locatore e i “terzi” nei limiti della prestazione ( prima
era extracontrattuale cioè delittuale adesso è contrattuale)
contratto d’opera: committente fa montare contatore in casa, questo esplode e ferisce domestica. Il
committente deve risarcire la domestica perché è obbligato a tutelare la salute sia dei familiari sia dei
domestici (effetto protettivo del contratto).
danno meramente economico: donna danneggiata dalla negligenza dell’avvocato (non si era recato dal
notaio a far redigere testamento che l’avrebbe nominata unica erede), l’avvocato è condannato non solo a
risarcire le spese della donna ma anche a risarcire i danni per quello che la donna non aveva ottenuto.
(lesione patrimoniale risarcita).
Nel 2002 avviene la riforma del BGB che porta alla positivizzazione della clausola generale di
responsabilità contrattuale (art 280) che considera qualsiasi violazione degli “interessi” delle parti
suscettibile di “estinzione” del contratto e considera possibile l’esistenza di una obbligazione di risarcimento
nonostante l’estinzione dell’obbligazione principale. Nell’art 241 vengono riconosciuti ufficialmente gli
obblighi di protezione (sia prima che dopo l contratto) e vengono riconosciuti “autonom2i dall’obbligo di
prestazione quindi l’obbligazione viene riconosciuta come rapporto complesso formato da obblighi di
“prestazione” e “protezione”.