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IL POSITIVISMO
Si diffonde in questo periodo un nuovo modo di pensare, il positivismo, che riprende i concetti dell’ illuminismo
come la ducia della scienza e nella tecnica, e dal romanticismo l’esigenza di rispecchiare la realtà concreta
della vita e dei popoli. Il positivismo nacque in Francia. L’idea chiave del positivismo è che l’unica vera
conoscenza è quella che si ottiene con il metodo scienti co, basato sul’ osservazione dei fenomeni e stella
scoperta delle leggi che li mettono in relazione.
Nel pensiero di spencer, che abbiamo visto nel brano tratto dai “principi di sociologia “ spencer riconduce i
fenomeni sociali alle stesse leggi naturali operanti nel campo biologico.
Taine in “razza, ambiente e periodo” afferma che i comportamenti e le scelte dell’ uomo sono il frutto di questi
tre fattori, il fattore ereditario, l’ambiente, ovvero il contenuto in cui vive e il momento storico.
Nell’ ambito del pensiero positivista assunse un ruolo centrale la teoria dell’ evoluzione, formulata da Darwin
nell’ opera “l’origine della specie” nella quale afferma che le specie tendono a modi carsi per variazioni casuali
ma solo gli individui più forti e più adatti, sopravvivono (selezione naturale)
PENSIERO MARXIANO
Il concetto chiave de pensiero marxiano è che la base della società è una struttura economica, gli uomini
entrano in determinati rapporti che sono i rapporti di classe. Sulla base economica si eleva la sovrastruttura,
costituita dalle forme politiche e da tutti i prodotti spirituali
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Zola afferma che l’autore deve essere come uno scienziato, ri utando il narratore onnisciente ma nonostante
questo nei romanzi interviene dando dei giudici di condanna del potere nei confronti delle classi sociali più
deboli.
IL VERISMO
In italia, si sviluppa verso la ne dell’ 800 il verismo, una corrente letteraria che si ispira al naturalismo francese, i
cui pi+ù importanti esponenti furono Giovanni Verga e Luigi Capuana . Le opere seguono il principio dell’
impersonalità, descrivono la vita quotidiana. La differenza tra naturalismo e verismo sta nel fatto che Zola
descrive il proletariato francese per cercare di migliorare le condizioni di vita di esso, mentre per verga la
letteratura era solo arte quindi non aver la funzione di denuncia. Inoltre i naturalisti avevano un ottica ottimistica,
pensavano di poter migliorare, mentre i versetti erano coincidenti che la povertà e l’emarginazione delle classe
più basserà erano una realtà inevitabile.
VERGA
- Nacque a Catania nel 18840, dove rimane no al 1872, scrive due romanzi ma non veristi, erano romanzi
post-romantici. La svolta si ha nel 1874 quando scrive Nedda, prima opera verità ma non viene messa in atto
il canone dell’ impersonalità. Quando si trasferisce a Milano aderisce al verismo e scrivi le sue opere più
importanti:
Vita del campi, novelle in cui descrive il mondo della campagna siciliana, un mondo fondato sua ripetizione
di ritmi sempre uguali.
- Novelle rusticana, trattano sempre ambiente e personaggi della campagna siciliana, ma in prospettiva più
amara, portando in primo piano la fame e la miseria. Il mondo descritto da queste novelle si basa sul
possesso della roba, sulla ricerca della bellezza
- I romanzi del ciclo dei vinti, dovevano essere 5 libri
1. I Malavoglia: lotta per i bisogni materiali nelle classi sociali più basse
2. Mastro-don Gesualdo: ignoranti e poveri che grazie al loro egoismo e cattiveria si arricchirono →
avidità di ricchezza nella borghesia di provincia (muratori chiamati "mastro")
3. La duchessa de Leyra: rappresenta la nobiltà dell'epoca, ormai squattrinata. Figlia illegittima di
Mastro-don Gesualdo, ma lui non lo sa e decide di farla sposare a un casato nobile, al duca de Leyra
4. L'onorevole Scipioni: si occupa della classe politica e della sua corruzione
5. L'uomo di lusso: si occupa del mondo dell'arte, anch'esso considerato corrotto
Verga doveva con questi romanzi tracciare un quadro sociale, passando in rassegna tutte le classi sociali del’
epoca, partendo dai ceti popolari, alla borghesia di provincia, no all’ aristocrazia.. i romanzi successivi seguono
una parabola ascendente: la lotta per la sopravvivenza
Brano: Nedda
È una storia di miseria e sventura: Nedda è una giovane bracciante siciliana che lavora duramente per
mantenere la madre ammalata dopo la sua morte cede all'amore del giovane povero ma questi muore prima di
poterla sposare mentre lei è incinta
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mostra un po di affetto. Egli necessita di soldi per mantenere la famiglia, perciò accetta di un lavoro pericoloso,
abbattere un pilastro, compito che nessuno degli altri lavoratori ha accettato. Il padre rimane vittima, sepolto
dalle macerie.
Da quel momento la vita di Rosso peggiora ancora di più. Morto il padre alla cava viene a lavorare un ragazzino
che di soprannome fa Ranocchio per via del modo in cui cammina e con cui Malpelo stringe un forte rapporto
di amicizia. Passa poco e, purtroppo, Ranocchio muore perché ammalatosi di tubercolosi e stremato dalle
fatiche del lavoro pesante. Malpelo è più solo che mai: il ragazzino decide di accettare il rischioso compito di
perlustrare una galleria abbandonata per non uscirne mai più
ANALISI.
È una novella di denuncia.
Possiamo notare il cronotopo spazio/tempo, la concezione del tempo come circolare, senza un ordine
cronologico. Il contesto storico in cui si svolge la novella è inde nito, come lo è il tempo della narrazione. I
luoghi sono inde niti, quando vengono citati sono luoghi che solo la gente del posto conosce.
Il narratore è interno ma non si conosce, perchè è collettivo
Malavoglia
Racconta le vicende di una famiglia di pescatori siciliani negli anni successivi all’unità d’Italia, i
Toscano, che vive nella “casa del nespolo” nel paese di Aci Trezza. La gente del paese li chiama “I
Malavoglia” perché era abitudine dei paesi siciliani dare un soprannome che diceva il contrario della
verità, perché in realtà i Toscano erano gran lavoratori. La famiglia è formata dal capofamiglia Padron
‘Ntoni, suo glio Bastianazzo e la moglie Maruzza (detta “La Longa” → non era alta, anzi), e i loro 5 gli:
‘Ntoni, Filomena (detta Mena), Luca, Alessio (detto Alessi) e Rosalia (detta Lia). Quando ‘Ntoni parte
per la leva obbligatoria, la famiglia perde un lavoratore e una fonte di reddito, Padron ‘Ntoni decide
così di tentare la via del commercio: compra dei lupini per poi rivenderli, offrendo come garanzia la
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casa del nespolo, ma il peschereccio su cui viaggiano (chiamato la “Provvidenza” *) naufraga,
Bastianazzo muore e perdono anche la casa (poi saranno costretti a vendere anche la barca). Anche la
madre muore, Luca si arruola in Marina e viene ucciso, ‘Ntoni è rimasto affascinato dalla vita delle città
e non vuole tornare a fare il pescatore, si mette a fare il contrabbandiere e nisce in prigione. Lia inizia
a fare la prostituta e Mena viene lasciata dal suo danzato. Il nucleo familiare è ormai distrutto e
Padron ‘Ntoni si ammala, tuttavia Alessi riesce, dopo tanti sacri ci, a ricomprare la casa del nespolo.
Padron ‘Ntoni muore in ospedale, lontano dalla casa e dalla famiglia, mentre il giovane ‘Ntoni, uscito
dal carcere, capisce di non poter più essere parte di quella vita e abbandona per sempre Aci Trezza.
* Per gli umili del Verga non esiste il concetto della "divina provvidenza"( la nave dei Malavoglia
affondata si chiama per ironia “Provvidenza”)
DECADENTISMO
Il decadentismo è un movimento (culturale, letterario e artistico) che nasce in Francia alla ne
dell’Ottocento e si riferisce ai poeti simbolisti, il nome deriva dalla rivista “Le Décadent”, che
conteneva una sorta di manifesto del movimento. Gli esponenti principali francesi sono Charles
Baudelaire, Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, mentre in Italia Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio.
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Questi poeti vedono la società come qualcosa di decaduto, criticano i valori del loro tempo e si
sentono incompresi dalla società. Questo porta a una vita da bohemien, cioè vivono di sregolatezza, di
eccessi, di alcool e droghe.
Nella poesia Languore; Verlaine, afferma di identi carsi con l’impero romano alla ne della
decadenza, ormai incapace di forti passioni e azioni. Alla base della visione del mondo decadente vi è
l’irrazionalismo, i decadenti ri utano il positivismo che intende la realtà come un insieme e di
fenomeni materiali regolati da leggi meccaniche e che crede che la scienza sia in grado di fornire una
conoscenza oggettiva e che vede nel progresso la possibilità di andare avanti in meglio e scon ggere
i mali.
I decadenti affermano che attraverso solo l’ utilizzo della ragione e della scienza non è possibile
raggiungere una conoscenza reale e per raggiungere dobbiamo attraversare degli stati abnormi tipici
nei malati, della follia, della nevrosi e delle allucinazioni. Gli stati abnormi possono essere provocati
attraverso l’uso di alcool e droga. Attraverso l’utilizzo di queste il decadente si sottrae alla realtà per
poter vedere al di la delle cose. Attraverso delle visioni che vengono chiamate epifanie (illuminazioni
fulminee) che squarciano nuovi mondi.
L’ESTETISMO
Fra gli strumenti privilegiati della conoscenza vi è l’arte. Il poeta, il musicista, il pittore non sono altro
che sacerdoti, capaci di vedere dove l’uomo comune non vede. L’estetismo non si limita solo ad un
culto della bellezza artistica ma vuole anche che ogni scelta di vita sia improntata all’eleganza, alla
raf natezza. L’esteta ha come principio regolatore della vita, non i valori morali, il bene o il male, ma il
bello. “la vita è arte l’arte è vita”.l’esteta si circonda di oggetti raf nati e preziosi e prova banalità per la
gente comune. Sono stati esteti, Oscar Wilde, Joris Karl Huysmans e in Italia Gabrielle d’Annunzio, essi
manifestavano la loro posizione esteta non solo attraverso le opere ma anche attraverso la vita stessa,
che sembrava un opera d’arte. L’arte rifugge dalla rappresentazione della realtà sociale e si svincola da
tutti gli intenti pratici ed educativi, diviene arte pura.
HUYSMANS
fu allievo di Zola , ma con la pubblicazione nel 1884 di A REBOURS , (a ritroso o controcorrente) si
vede la sua rottura dal naturalismo. Il protagonista dell’ opera è il duca Des Esseintes, che disgustato
dalla volgarità dei suoi contemporanei e si ritira a vivere nei dintorni di Parigi, in una casa appartata i
cui cura minuziosamente l’arredamento. Gran parte del libro è occupato dalla descrizione degli arredi,
dei quadri, dei libri, purtroppo il protagonista sarà costretto a ritornare in città per via della sua
malattia.
OSCAR WILDE
Oscar Wilde, visse tra Londra e Parigi, in lui possiamo notare come la corrente dell’estetismo non si
stata solo letteraria ma un vero e proprio stile di vita, il romanzo il “ritratto di Dorian Gray” è stato
scritto nel 1890, ed è centrato sul amore di un pittore per un giovane bellissimo, lord Henry un amico
comune riesce a prendere il posto del pittore nel cuore di Dorian . Dorian corrotto da Henry si da ad
una vita viziosa, e la sua bellezza e gioventù restano intatte, mentre i segni sono visibili sul ritratto
realizzato dal pittore, Dorian quando scopre che l’immagine rifatta non è altro che la sua coscienza,
decide di distruggerla ma nel Momento in cui colpisce l’opera, muore e il suo cadavere è quello di un
uomo invecchiato e consumato dai vizi, mentre il ritratto riprende le fattezze originali.
I decadenti intendono indirizzare il loro lavoro ad un pubblico di eletti. Una gura presente nelle
opere è il Dandy, un uomo che vive in maniera inimitabile, vive la vita come arte.
IL SIMBOLISMO
Il simbolismo nasce come movimento poetico in Francia, il cui precursore è Charles Baudelaire, che
elabora il concetto di poesia fondata sulla suggestione musicale delle parole e sui simboli.Alla base
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delle poesie simboliste c’è la poesia delle corrispondenze, solo il poeta è in grado di cogliere la realtà
attraverso i sensi grazie all’intuizione e utilizzando un linguaggio analogico, basato parole o immagini
che devono evocare la realtà che si nasconde dietro le apparenze. Per questo i simbolisti privilegiano
il suono e l’aspetto fonico delle parole e fanno largo uso di gure retoriche come la metafora,
l’analogia e la sinestesia.
BOUDLAIRE
Boudlaire, nacque nel 1821 a Parigi da una famiglia di condizioni borghesi, intraprese una vita da
Boheme, nel 1857 anno di pubblicazione di Madame Bovary, pubblica i “ ori del male, per la
pubblicazione di quest’opera insieme a Flaubert venne condannato e subì un processo per
immoralità, dal quale Flaubert fu assolto, ma Boudlaire condannato, e dovette rimuovere alcune
poesie dal libro. Boudlaire dopo aver intrapreso una vita sregolata, divenne critico d’arte , dopo aver
speso gran parte del patrimonio familiare fu fatto interdire e si riduce in miseria e morì ancora giovane
Scelse la vita da Bohémienne perchè perchè in un mondo incentrato alla produzione, un attività
gratuita come la poesia è condannata alla marginalità, il poeta è un diverso, un esiliato, un estraneo
risputò al produttivismo dominante “essere un uomo utile mi è sempre sembrato qualcosa di
rivoltante”
L’ALBATRO->conclusa nel 1859 e tra le prime poesie dei ori del male, ed ha una funzione di
introduzione e di presentazione.
Nel testo ri ette sul ruolo dell’ artista nella società di massa. L’uccello marino viene catturato,
tormentato e deriso dai marinai. Esso è l’allegoria del poeta, quest’ ultimo, principe delle nubi, cioè
parte privilegiata di un mondo più elevato, distante da tutto ciò che avviene sulla terra, dove egli è
incompreso, deriso e tormentato, il poeta nella società borghese dell’ epoca aveva perso la sua
sacralità non è più un individuo superiore. Ciò che rende diverso il poeta sono “le sue ali di gigante”,
cioè la sua immaginazione, preziosa negli spazi in niti dell’ ispirazione poetica ma ingombranti nelle
strettoie della vita quotidiana.
Corrispondenze-> la natura è vista come un tempio vivente, una foresta di simboli , che solo il poeta
grazie alla sua sensibilità può capire . Secondo B. la realtà che vediamo ne nasconde una più
profonda, in un cui ogni elemento è legato reciprocamente. I colori, i suono , i profumi del mondo
sono legati tra loro in una sorta di dialogo o corrispondenze . Il poeta può percepire, grazie alla
propria intuizione i legami, ma non conoscerli nel profondo. Il brano è ricco di gure della sinestesia
che gli conferiscono un carattere inde nito, perchè unisce sensazioni diverse, basate sul’ intuizione
non su rapporti logici
Il sonetto ha una struttura quasi geometrica: la prima quartina enuncia la tesi ( la natura come foresta
di simboli), la seconda approfondisce e introduce il tema dell’ unità tra le sensazioni, che viene poi
esempli cato nelle ultime 3 terzine.
La perdita dell’ aureola->è un poemetto in prosa . Nella frenetica vita di Parigi il poeta ha perduto
l’aureola, che gli è caduta nel fango e che racconta l’avvenimento ad un amico incontrato in un
bordello, lo scenario cittadino e il bordello non sono causali, il poeta frequenta le prostitute cosa che
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potremmo pensare inaccettabile perchè p attratto dall’ analogia fra loro e la sua situazione. Il poeta
dopo aver perso l’aureola non vive più nell’ Olimpo, ma è solo uno della folla
Chi raccoglierà quell’aureola non sarà un poeta ma un “poetastro”, ovvero un artista che scriverà per
accontentare i volti della borghesi.
ARTHUR RIMBAUD
nasce nel 1854 in una famiglia borghese, a soli 16 anni scappa di casa e si diede ad un esistenza
vagabonda per le capitali europee, insieme al suo amico Paul Verlaine, con il quale ebbe una relazione
amorosa. Mori in africa.
STEPHANE MALLARME’
A differenza degli atri condusse una vita tranquilla . Mentre Rimbaud sviluppa l’aspetto visionario della
poesia di Boudlaire. Mallarme ne riprende l’ambizione di essere rivelazione dell’ esano più profonda
della realtà
GIOVANNI PASCOLI
Nacque a San Mauro di Romagna nel 1855. Il 10 agosto 1867, il padre Ruggero Pascoli,
amministratore nella fattoria dei principi di Torlonia, morì assassinato, i responsabili non furono mai
individuati, naturalmente la morte del padre causò dif coltà economiche alla famiglia. Nel 1885 va a
vivere con due sorelle e ricostruisce quello che lui chiama il nido. Nel 1995 la sorella Ida si sposò e
Giovanni ebbe una crisi parossistica di gelosia questo perchè precedentemente andando a vivere con
le sorelle di ricreare quel “nido infantile”. Morì nel 1912.
Pascoli si auto-de nisce un eroe del dolore, un uomo che dal dolore è riuscito a conquistarsi un
grande ruolo morale e sociale, dalle sue testimonianze appare però in modo ben diverso, un uomo
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che tende ad ingigantire ogni dif coltà e che tende a percepire il mondo come ostile, appare nei suoi
atteggiamenti un fondo infantilissimo che ricorda “il fanciullino” simbolo dell’ ispirazione poetica.
IDEOLOGIA POLITICA
Dopo essere arrestato pascoli abbandono ogni forma di politica attiva. Pascoli non aderì al socialismo
Marxista, il quale sosteneva la necessità di uno scontro violento fra capitalisti e lavoratori per
cancellare il sistema capitalistico. Il socialismo di pascoli si può de nire “umanitario”,puntava ad una
fratellanza fra tutti gli uomini e le classi sociali senza con itti violenti. Pascoli esalta la piccola propria
privata, l’ideale di vita di pascoli è l’immagine del contadino che vive il suo, con attaccamento alla casa
e alla famiglia ( idea del nido) il simbolo è la siepe, ovvero la protezione che vieta l’accesso agli
estranei ( Leopardi nella siepe vedeva un ostacolo positivo che ci spinge ad andare avanti) ( la siepe è
un poemetto che pascoli dedica a d?annunzio nel 1897, che nello stesso anno in un discorso aveva
fatto della siepe il simbolo di difesa dell’ ordine e della propria privata)
Il socialismo di pascoli si lega al nazionalismo, perchè l’italia era una nazione proletaria i cui gli
emigravano per essere sfamati. Pascoli ammetto la legittimità delle guerre coloniali perchè attraverso
queste anche i più poveri potevano ricevere una propria e lavoro. Nel discorso “la grande proletaria si
è mossa” del 1911, Pascoli elogia la guerra in Libia
STILE
• la sintassi: pascoli rompe la tradizione poetica italiana dell’ epoca che era basata su gerarchie di
proposizioni principali, coordinate e subordinate. In pascoli la struttura sintattica si frantuma in frasi
brevi accostate mediante virgole e asindeti. Le frasi sono ellittiche, cioè senza soggetto oppure frasi
nominali, ovvero senza il verbo.
• il lessico: pascoli mescola fra loro codici linguistici diversi, nei suoi testi ritroviamo termini preziosi e
aulici provenienti dalla lingua dotta, e termini dialettali. Possiamo ritrovare una terminologia
botanica ed ornitologica per indicare le varietà di alberi, ori e uccelli in Italy ritroviamo anche
parole prese in prestito dalla lingua inglese.
• aspetti fonici vi sono molte riproduzioni onomatopeiche, non mirano ad una riproduzione
naturalistica dell’ oggetto ma indicano l’esigenza di identi carsi in esso stesso. I suoni delle parole
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assumono un valore fonosimbolico, ovvero alludono ad un signi cato anche dal punto di vista del
suono, sono presero anche allitterazioni e assonanze.
• la metrica, pascoli abbandona la forma chiusa del sonetto, poco adatta alle sue idee, ma ri uta
anche i versi liberi. Utilizza dello schema tradizionale gli schemi di rime e strofe. Ma distrugge la
struttura dall0 interno modi cando la posizione abituale delle sillabe accentate, utilizzando molta
punteggiatura, e gli enjabement, che spezzano sintagmi strettamente uniti, quali soggetto-verbo o
aggettivo-sostantivo
• gure retoriche: utilizza l’analogia, che consiste nell’af ancare tra loro immagini e situazioni,
apparentemente prive di un legame logico , costringendo così ad un volo vertiginoso
l’immaginazione. Oltre all’ analogia utilizza anche la sinestesia, ovvero l’associazione di parole
provenienti da sfere sensoriali diverse.
LE OPERE
È possibile de nire pascoli un autore sincronico, ovvero che portava avanti più opere
contemporaneamente, in una stessa raccolta è possibile trovare opere composte in periodi molto
diversi
MYRICAE
La parola indica le Tamerici, un tipo di pianta. Pascoli sceglie questo titolo perchè Virgilio nelle 4 delle
Bucoliche( 10 egloghe, componimenti divisi l’uno dall’ altro, esametriche, le cose relative ai pastori)
nomina le tamerici come simbolo della poesia umile e dimessa. La prima edizione comparve nel 1891
e conteneva 22 poesie, la quinta e ultima edizione del 1900, presentava 156 componimenti.
• Novembre: fu pubblicata sulla rivista orentina “vita nuova” nel 1891 e venne inseguito inclusa
nella raccolta Myricae. È formata da 3 quartine, lo schema ritmo ABAB. Nella prima strofa vi sono
una serie di descrizioni sensoriali, prima visive dopo olfattive ce richiamano un passaggio
primaverile ma questa è solo illusoria. Nella seconda strofa all’ illusoria primavera subentra
l’autunno, nella descrizione si avverte la costante presenza della morte. Alla morte alludono i rami
stecchiti, il cielo privo di uccelli e il terreno sterile e vuoto. Potremmo considerare immagini di
morte anche il rumore delle foglie secche che cadono e il silenzio. L’espressione “è l’estate fredda
dei morti” è un ossimoro ( ovvero un accostamento di due termini che esprimo concetti opposti)
racchiude il messaggio fondamentale, l’apparenza di vita della natura che cela in realtà la morte
• Lavandare : entrò nella raccolta durante la terza edizione, è composta da due terzine di
endecasillabi e una quartina, anch’essa di endecasillabi, le rime nel terzine sono incatenate (ABA
CDC) mentre nella quartina sono alternate (DEDE), con rima imperfetta (frasca/rimasta, perchè
assonanza). Il lessico è molto semplice nel titolo è presente un termine dialettale ( Lavandaie). La
poesia è circolare perchè si inizia con l’aratro e si termina sempre con esso. vi sono due forti
enjambements (Vv.2-3, Vv4-5). Nella prima strofa prevalgono le sensazioni visive, nella seconda
quelle uditive , nell’ ultima contrappone all’ interno dello stesso verso sia il lato uditivo sia quello
visivo. La poesia è un esempio di impressionismo pascolano in quanto il poeta come in un quadro
rappresenta, accostandoli, gli elementi che compongono la descrizione. vi sono due
interpretazioni della poesia, la più diffusa è che il tema sia la solitudine, l’aratro rappresenta
l’abbandono e la tristezza
I CANTI DI CASTELVECCHIO
Raccolta di circa 70 poesie che venne pubblicata nel 1903, che contiene poesie scritte dal 1897 in poi.
Il gelsomino notturno
venne composto in occasione delle nozze dell’amico Gabriele Briganti. Nella dedica pascoli scriveva
“alla gentile sposina non occorre che tu legga subito la poesia: domani se mai”. Questa
raccomandazione è molto utile per capire il simbolismo del testo. Il gelsomino notturno è un ore i cui
calci di aprono al tramonto e si chiudono di notte.
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Pascoli allude al rito di fecondazione che si svolge nella casa nuziale da cui deve nascere la nuova vita.
In questa prospettiva assume un signi cato importante anche l'immagine del ore che apre il suo
calice al calar della sera e per tutta la notte esala il suo profumo penetrante ed inebriante. Il ore si
schiude anch'esso per il processo di fecondazione, quindi l'immagine vegetale è allusiva all'altro rito,
quello che si svolge nel mondo umano. L'aprirsi della corolla e il profumo appaiono come un invito
all'amore, di cui poi succede la carica sensuale insistendo sulle intense sensazioni olfattive e
cromatiche. Il colore rosso, che allude ad una sensualità, si fonde con il profumo dolce e invitante che
ricorda le fragole. All'alba, compiuta la fecondazione, i petali del ore si chiudono. Pascoli avverte una
forte attrazione nei confronti del rito amoroso, ma al tempo stesso ne è turbato, poiché concepisce il
rapporto sessuale come una violenza inferta alla carne. Il componimento non presenta un inno di gioia
della fecondità, ma esprime piuttosto il rimpianto di chi si sente escluso dall'esperienza sessuale. Il
punto di osservazione si colloca all'esterno della casa dove avviene il rapporto amoroso, ad una
distanza incolmabile che separa l'osservatore dall'oggetto. Il poeta vuole celebrare la fecondazione,
ma sa che non può avere il suo nido, che non può essere il sereno e appagato padre di famiglia.
Egli si rappresenta come l'ape tardiva, che è rimasta esclusa dall'alveare e si aggira nella sua desolata
solitudine. Si chiarisce allora il signi cato delle immagini mortuarie che si alternano con quelle del
ore che invita all'amore. La tragedia familiare che ha distrutto il nido ha bloccato il poeta alla
condizione psicologica infantile, lo ha tenuto prigioniero del nido, impedendogli di uscirne. Anziché
instaurare un legame adulto e maturo col mondo esterno, egli stringe un legame viscerale, scuro e
ossessivo con i morti, che continuano a vivere come lugubri presenze nel nido costruito insieme con la
sorella. La fedeltà ai morti, gli impedisce di uscire da quell'ambiente chiuso e protettivo, ma anche
soffocante. Quando i ori notturni si aprono in un invito sensuale, egli pensa ai suoi cari. Uscire, legarsi
alla donna e generare un bambino, sarebbe un tradimento ad un vincolo sentito come sacro e
inviolabile. Vi sono anche le immagini che si riferiscono al nido. Si riproduce l’immagine chiusa e
rassicurante del nido originario, quello che è andato perduto che deve essere ricostruito dai superstiti.
Si crea dunque una contrapposizione tra queste immagini del nido e quelli della casa in cui avviene il
rito d'amore della notte nuziale.
METRICA: sei quartine di novenari( versi di 9 sillabe) ad accenti ssi, i primi due accentati sulla 2,5,8
sillaba, gli ultimi 2 sulla 3 e 8. La rima è alternata ABAB CDCD MNMN. Tutti i versi sono piani (accento
sulla penultima sillaba) ma sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba) in rima ipermetra: la sillabe
nale di pe-ta-li si fonde con l’articolo un, sillaba iniziale del verso successivo, la rima è peta(li)-segreta.
I temi appaiono e scompaiono in ordine casuale, sono i ori notturni e il loro odore, il pensiero dei cari
morti,, la casa osservata dall’ esterno, immagini della vita anomale centrate su tema del nido, del
riparo, delle relazioni familiari.
L’ASSIUOLO
Composta nel 1896, fa parte della raccolta Myricae. L’assiuolo è un uccello notturno il cui canto
secondo una tradizione contadina porta male. Sono strofe di sette novenari ( accento sula 2,5,8
sillaba), con un ritornello “chiù” che fa rima con il sesto verso, secondo lo schema ABABCDCD
l’andamento cadenzato è dato dall’ accentazione regolare dei versi, dai pochi casi si enjambements e
l’onomatopea nale che si lega al sesto verso interrompe l’andamento creando un effetto di
sospensione. La poesia esteriormente è la descrizione di un notturno lunare. Le strofe si strutturano
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secondo un analogo schema, la prima quartina propone immagini quiete, serene e di pace, nella
seconda immagini più inquinanti e poi un motivo di angoscia e dolore nella terza
- Sinestesia: “sof di lampi” v.5
- Enjambement, “cielo notava “ v.1-2, “mandorlo e il melo parevano” v.2-3, “le cavallette nissimi”
v.19-20
- Personi cazione: “veniva una voce dai campo” (uccelli, v.7) “ tremava un sospiro di vento” (vento,
v.18)
XAGOSTO
Il tema centrale di questa lirica è :
- La MALVAGITÀ UMANA che per interesse o per soddisfare un capriccio crudele, uccide creature
innocenti, un uomo e una rondine.
Queste due creature accomunate nel segno della morte diventano qui SIMBOLO DELL'INGIUSTIZIA E
DEL MALE che regnano in questa nostra piccola Terra.
La lirica ci immette nel mondo cosmico nel quale il Pascoli sentiva collocata la Terra: anch'essa è del
cielo, ma è la sola ad essere sede del male per la volontà perversa dei suoi abitanti. Il poeta dà alla
tragica morte del padre una DIMENSIONE COSMICA: anche il Cielo lontano partecipa con il suo
pianto al dolore degli infelici.
Le stelle cadenti non sono viste nella loro realtà scientifica, ma come pianto del cielo. Il dieci agosto,
giorno di San Lorenzo, è una DATA DOLOROSA perché gli ricorda la morte del padre Ruggero,
assassinato mentre tornava dal mercato di Cesena. È questo il motivo centrale della lirica. Nella notte
di San Lorenzo una pioggia di stelle cade dal cielo.
Il poeta afferma: «Io lo so perché»; ma prima di rivelarlo, racconta una favola allegorica, quello della
rondine innocente uccisa da un malvagio e l'assassinio di un uomo.Ora che HA RIVELATO LA
MALVAGITÀ DEGLI UOMINI, può spiegare apertamente il significato del pianto di stelle: piange il
Cielo, sul male che rende buia la terra, e piange con lacrime di luce perché si uccidono gli innocenti:
una rondine che aveva nel becco un insetto la cena dei suoi rondinini e un padre che portava alle sue
bambine due bambole in dono.
Vi sono riferimenti religiosi: la rondine che muore con le braccia aperte come in una croce e il padre
che perdona coloro che lo hanno ucciso !(la croce è presente anche nella lettera "X" nel titolo della
poesia).Il fenomeno naturale che si verifica nella tranquilla sera estiva finisce per DENUNCIARE LA
LEGGE DI SOFFERENZA E D'INGIUSTIZIA CHE SCONVOLGE L'UMANITÀ
GABRIELE D’ANNUNZIO
Nacque nel 1863. Scrive sin da piccolo, la sua opera primo vere diventa famosa, sopratutto dopo la
pubblicazione da parte di un giornale della precoce morte di D’annunzio per una caduta da cavallo,
notizia presto smentita ma forse resa pubblica dallo stesso d’annunzio. Scrive per diversi periodici.
Celebre per la sua vita sontuosa e sempre pronta allo scandalo. Nel 1890 si ha la svolta, no ad allora
era stato esteta puro ma inizia a far sentire la sua voce sui temi politici. Nel 197 diventa deputato e
incentra il suo discorso del tema della siepe, simbolo della proprietà privata che si deve difendere
dalla minaccia del socialismo. Nel 1900 dopo essere stato seduto per tre anni all’ estrema destra,
quando si delineava la vittoria della sinistra, decise di passare all’ estrema sinistra(come d’uomo di
intelletto vado verso la vita).
Si da alla scrittura di diversi dramma e scrive altri romanzi. Ne l1912 in occasione della conquista della
Libia scrive “le canzoni della gesta d’oltremare” . Partecipo alla prima guerra mondiale, dandosi all’
aviazione. Purtroppo si ferì alla testa e perse la vita da un occhio.. fu protagonista della vittoria mutilata
che rivendicava ume e la Dalmazia. Mori nel 1938.
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L’ESTETISMO
Inizialmente i suoi modelli sono Carducci e Verga ma con il suoi primo romanzo, il piacere abbandona
questa strada.
L’estetismo ha alla base il principio “ dell’ arte per l’arte”m considera l’arte non assoggettabile alle
regole della morale comune ed priva di intenti politici e civili.
L'esaltazione assoluta dell'arte si traduce nel ri uto del realismo e dell'utilitarismo borghese, a cui
viene contrapposta la rivendicazione della bellezza come esperienza superiore.
Secondo la teoria dell'estetismo l'artista deve vivere la propria vita come un'opera d'arte e da ciò
deriva la gura dell'esteta o dandy, cioè la persona aristocratica e raf nata che fa della sua vita una
continua ricerca del bello anche nella quotidianità, l'esteta odia la vita comune nutre disprezzo per la
società dominata dall'interesse materiale ed al pro tto, ma col tempo a un'ossessiva attrazione per la
mondanità. Egli intende vivere nel culto di una vita inimitabile segnata dallo scampo ora dallo
scandalo, sostituendo alla morale il culto del bello e andando continuamente alla ricerca del
piacere .
il piacere
il protagonista è Andrea Sperelli, un giovane esteta. Diviso tra l’amore sensuale e
quello per un altra donna che incarna il riscatto spirituale. Le donne in questione sono Elena
Muti( donna fatale) e Maria Ferrres ( donna pura). Andrea si farà distruggere dalla volontà di rendere la
sua vita un opera d’arte.
La voce narrante è quella del narratore onnisciente in terza persona che presenta due atterramenti:
- Critico, ci sono alcune condotte moralistiche
- Attrazione, verso lo stile di vita
LE LAUDI
Doveva essere un ciclo di sette volumi, intitolati alle stelle delle pleiadi. Ne furono pubblicati solo tre.
Maia (celebra la poesia come affermative del’ energia vitale, attraverso la rivisitazione delle ‘ Ellade
antica) Elettra (espone l’ideologia nazionalista e bellicista) alcione (celebrazione dell’ estate come
espansione di vitalità della natura e dell’ uomo.
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È presente il tema de panismo, ovvero l’identi cazione dell’ uomo con la natura vegetale . Il panismo
tende ad umanizzare la natura. Le parole sembrano quasi trasformarsi in musica
Meriggio
Composta da quattro strofe di 27 versi liberi. le prime due hanno un carattere descrittivo, in cui il
poeta canta il paesaggio. Le ultime due strofe hanno un carattere panico. Descrive l’identi cazione
con gli elementi della natura
L’ERMETISMO
Il termine rimanda ai libri ermetici, testi di scienze occulte, ovvero all’idea di una pagina della parola
poetica. Ermetico signi ca anche impenetrabilmente chiuso, una poesia oscura. Si rifà a MAllarmep e
al simbolismo, l’idea di una poesia pura. È presente in sentimento del tempo di Ungaretti. La poesia
degli ermetici è una poesia di stati d’animo, di ripiegamento interiore.
Salvatore Quasimodo
- La prima fase, degli anni ’30, coincide con la sperimentazione e con la fase
dell’ermetismo.Importanti opere di questa fase sono “Ed è subito sera” e “Alle fronde dei salici”,
poesie ermetiche, oscure e incomprensibili nelle quali il poeta si rifà ai simbolisti francesi.
- Con il tempo, però, la sua poetica cambia ed inizia così la seconda stagione (in concomitanza con la
seconda guerra mondiale): nacque pertanto il “neorealismo” in cui la parola d’ordine era “impegno
sociale”, dove tutti gliartisti si dedicarono a denunciare l’orrore della guerra
PRIMO NOVECENTO
Quadro storico:
Il paese è ancora sostanzialmente agricolo e lo sviluppo industriale comporta la la costruzione di un
problema cittadino, inoltre abbiamo la crisi del positivismo, la teoria della relatività di Einstein
dimostra che le scienze esatte si fondano in realtà su presupposti convenzionali e relativi. Inoltre nasce
la psicoanalisi di Freud, che scopre e introduce la teoria dell’ inconscio- > l’inconscio è una parte della
psiche che sfugge dalla nostra consapevolezza, costituita da pulsioni elementari di carattere istitutivo,
ricordi, traumi infantili. L’inconscio è alla radice dei sintomi nevrotici che si manifestano quando di
incrina l’equilibrio con la coscienza, ma agisce anche nei comportamenti “normali”. L’io coscienze non
è altro che uno strato sottile in equilibrio precario. Freud però non è un irrazionalista, la sua cultura è di
impronta positivista, vuole dar una spiegazione scienti ca dell’ irrazionalità umana.
I linguaggio secondo cui si manifesta l’inconscio sono diversi: i sintomi nevrotici, il sogno ( presenta i
contenuti dell’ inconscio in forma rielaborata), gli atti mancati (lapsus)
Nasce anche il pensiero negativo di Nietzsche, la sua opera confuta le certezze della loso a e della
scienza uf ciali, respinge gli ottimismi del progresso e smaschera le falsità ideologiche
Nascono importanti riviste:
- La voce di Prezzolini, è contro la retorica ideologica, bisogna analizzare la realtà dei problemi
- Solaria, antifascista, progetto di una letteratura moderna in Europa
- Lacerba
- Il regno di Corradini, imperialismo. nazionalismo e bellicismo
- L’Unità
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LE AVANGUARDIE E IL FUTURISMO
Le avanguardie sono il segno più vistoso del mutato rapporto fra arte e società. Il termine deriva dal
linguaggio militare: le avanguardie erano le truppe che andavano in esplorazione. Si presentavano
con il suf sso (-ismo) e un manifesto organizzato e proprie riviste. Hanno in comune il ri uto delle
tradizioni. Nonostante il oro obbiettivo sia la provocazione del pubblico, utilizzando nuove forme,
sentono però il bisogno di imporsi alla sua attenzione, anche s e lo disprezzano
Futurismo
La prima avanguardia organizzata fu il futurismo italiano, lanciato a Parigi nel 1909 con un manifesto
del poeta Filippo Tommaso Marinetti, il movimento si estese a tutte le arti. Il tema dei manifesti era la
lotta al passato. Alla base c’era la volontà di adeguare le arti a ritmo della vita moderna industriale e
metropolitana. Il futurismo esaltava la guerra, la rivoluzione, il nazionalismo e aderì al fascismo
Con la diffusione internazionale nacquero una serie di manifesti (arti, teatro) le mostre, le provocazioni
delle serate futuriste vere e proprie zuffe con il pubblico
Sul piano formale l’idea-chiave è la simultaneità , la poesia e le arti devono imitare il dinamismo della
vita moderna
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Espressionismo
Nacque in Germania.l’espressionismo intrecciava atteggiamenti di critica con l’esaltazione di tutto ciò
che è soggettivo, vitale e irrazionale
Il dadaismo:
È il culmine della negazione totale, il movimento nacque nel 1916 a Zurigo, il nome fu scelto perché
non signi ca nulla. Il dada ri uta il passato ma anche di annunciare un futuro. Si esprime con
provocazioni beffarde
Il surrealismo
Venne fondato a Parigi nel 1924, guidato da André Breton. Breton avendo letto Freud cerca di
applicare le tecniche psicoanalitiche alla letteratura col metodo della “scrittura automatica”,
rinunciando ad ogni controllo il poeta si abbandona a scrivere il usso di immagini e di associazioni
che emergono dall’ inconscio, per portare alla scoperta di una sur-realtà
L’importanza assunta dalla poesia nei primi del novecento è stata superiore a quella della narrativa,
cosa che non si è più veri cata. La poesia ha invaso il campo della prosa, portando alla nascita della
“prosa lirica” per questo no parliamo di poesia nel novecento ma di lirica. Viene meno la ducia che i
poeti come d’ Annunzio e Pascoli avevano avuto nella gura dell’’ intellettuale, essi non avevano
ancora avvertito la crisi del rapporto tra letteratura e società che negli altri stati si era manifestata già
da molto tempo. Adesso invece bisogna capire che posto tocca al letterato nella società industriale.
Si vengono a creare tre scuole di pensiero:
• I CREPUSCOLARI, giocano al ribasso, riconoscendo la marginalità della poesia nel mondo moderno
• I FUTURISTI, invece elevano la letteratura cercando di metterla alla guida, della società industriale
• I VOCIIANI, hanno l’obbiettivo di voler rifare la letteratura, cerano a giusti cazione della letteratura in
un tormento moralistico
I CREPUSCOLARI
Non fu una scuola con un programma esplicito il termine nacque da una recensione del 1910 di
Giuseppe Antonio Borghese, che affermava che la poesia italiana dopo le laudi e i poemetti si era
spenta in un crepuscolo, sostituiscono il linguaggio della tradizione lirica con contenuti di umili
oggetti della realtà quotidiana, personaggi umili e paesaggi deserti.
(VEDI I RAPPORTO DELLE FOTOCOPIE) ??????????
Sono innovatori perchè sono i primi ad abbattere de nitivamente la barriera tra lingua della poesia e
lingua comune, abbiamo visto alcuni di essi:
GOZZANO
Celebra un ironica nostalgia per le buone cose di pessimo gusto. Il suo più famoso poemetto è “la
signorina Felicita ovvero la felicità” , essa ha un senso provocatorio, perché usa il termine signorina, in
una poesia che conosceva solo il termine fanciulla, vergine o virgo
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La signoria Felicita
È un lungo poemettto, in un giorno imprecisato il poeta ricorda di aver conosciuto una signorina con
quel nome, per la quale provò una specie di amore che gli fece vagheggiare una vita semplice,
lontano dalla città, sogno interrotto per un viaggio, dopo il quale al ritorno non rivide più la ragazza.
Anche se sembra che sogni una vita semplice, egli non è veramente lacerato e non ha voglia di
abbandonare il mondo borghese veramente. È un atteggiamento tipico crepuscolare dove i
sentimenti profondi sono banditi.
GIUSEPPE UNGARETTI
Nacque ad Alessandri d’Egitto nel 1888, inseguito si traferisce durante l’adolescenza in Italia. Studia a
Parigi e nel 1915 si arruola volontario per combattere sul fronte del Carso
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La poetica di Ungaretti
Poesia e biogra a sono strettamente correlate, la seconda fornisce molto spesso alla prima la materia
per la poesia, la presenza di quello che ha vissuto personalmente si manifesta con l’ uno frequente di
dimostrativi e possessivi, ma ah che dall’ indicazione di luoghi e date precisi.
Durante l’esperienza in trincea scopre una dimensione della vita e della vita che richiede nuovi mezzi
per essere descritta adeguatamente. La poesia ha un ambizione alta, non bisogna vergognarsi di
essere poeti com facevano i crepuscolari. Il compito della poesia è esplorare il mistero che è in noi e
salvare l’ umanità
Ungaretti utilizza una poetica dell’’ analogia, che deriva dai simbolisti, la parola mette i contatto realtà
distanti e quando tali contatti danno luce, è nata la poesia, maggiore è la distanza tra le realtà,
superiore è la poesia ( è più emozionante l’alluvione che la descrizione della realtà, perché come
diceva Leopardi il vero non è poetico) . La sintassi viene ridotta l’altro minimo, elimina la
punteggiatura. Ri uta anche i vincoli della metrica e della rima, non vengono più utilizzati i veri
tradizionali ma il verso libero.
Ungaretti coniuga la poesia dell’ analogia col bisogno di ritorno all’ ordine.
Per raccolte di poesie sono due: “allegria” e “sentimento del tempo”, in ne ci sono i versi della
maturità
ALLEGRIA
Allegria continente le poesie scritte dal 1914 al 1919, la parte più signi cativa contiene quelle scritte al
fronte, ovvero quelle del porto sepolto. Il titolo originale era “allegria di naufragi”, contiene un
ossimoro ( il naufragio è infatti tutt’altro che qualcosa di allegro). Dopo un naufragio l’uomo, il
superstite sente rinascere in se la volontà di ricominciare da capo: questa vitalità istintiva è la allegria.
I temi: la vita di trincea, il contatto quotidiano con la morte, desolazione esistenziale ricordi della vita
precedente, contemplazione e fusione con la natura
Forme: poesie brevi e fratte di versi liberi cortissimi, poche e scarne parole, isolate tra spazi bianchi,
senza punteggiatura; metafore e similitudini analogiche
IN MEMORIA
È la poesia con cui si apre il porto sepolto, è dedicata a Mohammed Sceab, un amico libanese
conosciuto in Egitto che si suicido a Parigi.
Il tema principale. è lo sparsamente, di chi non ha più una patria. La terza e quarta strofa coincidono
con la descrizione della volontà di Sceab di riconoscersi in una patria, tanto che cambia il suo nome in
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Marcel. La sua nuova identità Francese però non è stata suf ciente a dargli e una vera, inoltre l’aver
abbandonato le proprie origini non lo rendeva più capace di vivere nella “nella tenda dei suoi”, ne
ascoltare il corano. Sentendosi senza patria si tolse la vita.
Ungaretti riesce a sopportare il medesimo destino perché possiede il dono della poesia. Ungaretti
nella poesia trova un modo per liberare la sofferenza, al contrario Mohammed “non sapeva sciogliere
il canto del suo abbandono” .
Negli ultime strofe ricorda il funerale e poi af da alla poesia la funzione di eternare e ricordare per
sempre il suo amico
PORTO SEPOLTO
Il porto fa riferimento al porto di Alessandri D’Egitto. Il testo è un richiamo alla funzione del poeta che.
Quella di riportare alla luce ciò che è nascosto. L’uso del “VI” indica che il poeta viaggia verso il suo
porto sepolto, luogo familiare, vi si immerge e trona verso l’altro con i propri versi. Per Ungaretti la
poesia è nascosta ed è il l’età che deve scoprirla per pori restituirà a tutti.
La prima strofa riassume tre momenti, che esprimono il senso stesso del far poesia secondo Ungaretti.
La poesia è de nito a come:
- Viaggio: immersione nell’ io profondo, dove la poesia attinge i propri canti
- Ritorno, la poesia risale alla luce
- Dispersione: i canti si dispergono nell’ attimo in cui si comunicano al mondo: il messaggio della
poesia è fragile, ed è af dato alle cure dei lettori
La seconda strofa rappresenta il risultato della poesia, da una parte vi è il nulla, l vuoto dall’ altra un
segreto inestimabile
Il titolo della poesia costituisce il verso zero, senza il quale non è possibile comprendere la poesia
VEGLIA
Venne scritta durante la prima guerra mondiale, il giorno è scritto, il tema trattato è la sofferenza patita
in guerra e l’angoscia della morte che incombe.
Ha trascorso l’intera nottata a anco a un compagno morto, che lascia in lui un forte senso di
sgomento e ammutolito non può fare altro che restargli accanto. In questo momento a sentito la
necessità di scrivere lettere d’amore. Avviene quello che i greci chiamavano EROS E THANATOS,
quanto più ti senti vicino alla morte, tanto più ti senti legato alla vita e all’ amore.
La poesia è composta da due strofe, la prima di 13 versi e la seconda di 3 versi. Si tratta di versi liberi
se noi rendessimo i versi un unico testo con l’aggiunta della punteggiatura, il testo sarebbe più
scorrevole ma perderebbe gran parte del suo impatto emotivo
( collegamento all’ espressionismo per la bocca e le mani)
SOLDATI
Il titolo ha la funzione di verso zero. Vi è una similitudine tra la vita umana e le foglie, topos che
discende dai classici. La troviamo nell’ Iliade, in Virgilio, Dante ( nell’ inferno paragona alle foglie i
peccatori sulla riva dell’ Acheronte, canto III). I quattro versicoli della poesia formano in realtà due
settenari. Nella prima versione del 1918 venne pubblicata con il titolo militari, il come stava al secondo
verso e non al primo
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analogico e astratto che sarà di ispirazione alla stagione dell’ ermetismo . Nella seconda parta, prevale
il tema religioso, trattato con un linguaggio più piano, eloquente e solenne
LA MADRE
È dedicata alla madre, che il poeta non vedeva da quando aveva abbandona Alessandria D’Egitto e
rivide quando la madre per pellegrinaggio giunse a Roma. Nella poesia la riscoperta del sentimento
religioso si lega a un esperienza di affetti personali. Il poeta si proietta al momento della propria
morte, quando si ricongiungerà alla madre. L’amore liale si identi ca con il sentimento religioso.
Nella poesia riprende la tradizione metrica. Il rapporto fra metro e sintassi è lineare, ogni strofa
coincide con un periodo. Il ritorno alla fede corrisponde al ritorno all’ utilizzo di forme tradizionali. In
entrambi i casi, agisce il bisogno di ancorarsi ad un ordine, a valori sicuri e consacrati
MONTALE
Nacque nel 1896 a Genova. La sua prima raccolta comparve nel 1925. Aderisce al manifesto degli
intellettuali antifascisti. Scopri Svevo. Scrive per solaria. Mentre lavora per il Gabinetto Viesseuex,
come traduttore a Firenze, incontra Irma Brandeis una giovane studiosa per cui scrisse sotto il nome di
“Clinzia”. Nel 1939 conosce Drusilla Tanzi, la quale diventerà sua moglie nel 1962 ed appare nelle sue
poesie sotto il nome di “mosca” perché portava gli occhiali .
Nonostante la consapevolezza che la poesia non sia libertà o redenzione per l’uomo, continua a
cercare la bellezza anche in una condizione esistenziale di prigionia
LA POETICA
Montale non si è mai attribuito una missione o un ruolo profetico . Nel discorso per il conferimento del
premio nobel, afferma di aver ricevuto un premio perché ha scritto poesie, un prodotto assolutamente
inutile, ma quasi mai nocivo ed è questo uno dei suoi titoli di nobiltà. Sotto questa affermazione c è la
ocnvicnione che la poesia sia qualcosa di molto importante. Il solo problema della poesia è a sua
merci cazione. La poesia deve essere invece ispirata. Inoltre afferma che ‘argomento della sua poesia
è la condizione umana in sè considerata, non questo o quel’ avvenimento storico.
All’ origine della sua poesia sta un sentimento di totale disarmonia con la realtà, si sul piano
psicologico ma anche per quanto riguarda la condizione umana. Non accetta la crisi. Continua la sua
ricerca . Afferma che la sua è una poesia meta sica, non loso ca come potrebbe suggerire il termine
ma una poesia che va alla ricerca della verità.
Per vivere la disarmonia del vivere , utilizza sonorità aspre e termini tecnici. La poetica più vicina è
quella dell’oggetto, quella del correlativo oggettivo, ovvero l’utilizzo di una serie di offerti, o una
situazione o catena di eventi che evocano determinate emozioni. Potrebbe ricordare l’allegria
medievale, ma la differenza p che gli MobileMi medievali facevano riferimento a un repertorio
simbolico consolidato, di cui il lettore possedeva le chiavi, mentre egli emblemi della poesia del
correlativo oggettivo derivano da esperienze del poeta, quindi di dif cile interpretazione per il lettore.
La poesia non libera l’uomo dal male di viver ma lo può condurre solo alla sua accettazione, l’unica
salvezza è l’indifferenza divina
Il male di vivere è la conseguenza della disarmonia, ma la causa a monte è data dalla condizione dell’
uomo, infatti vi è stato un crollo delle certezze, la cui causa è stato il cambiamento della società, lo
sviluppo della società di massa
Il correlativo oggettivo parte dal personale per parlare di qualcosa di universale
OSSI DI SEPPIA
Pubblicata prima nel 1925 e poi nel 1928. I temi: sono il confronto tra l’io del poeta e una natura
grandiosa e potente, sede del male di vivere, paesaggi liguri aspri, riarsi in cui il poeta vorrebbe
identi carsi ma si sente estraneo.
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Forme: estraneità allo sperimentalismo dell’ epoca, sintassi triturata, tono discorsivo, sonorità aspre e
stridenti
CIGOLA LA CARRUCOLA
Il tema è la memoria e l’impossibile recupero del passato. Il poeta evoca il ricordo di una persona cara,
lo fa apparire come una speci di rito magico. Nel momento in cui cerca il contatto con l’immagine
evocata questa si deforma, si allontana e svanisce. Il passato non si può recuperare
LE OCCASIONI
I temi sono precisi istanti di vita, relazioni, affetti, da cercare di rivivere attraverso la memoria. Poesia
più dif de, con una maggiore concentrazione lirica
LUIGI PIRANDELLO
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Nacque ad Agrigento nel 1867. Nel 1901 pubblica il uso primo romanzo L’esclusa dopo aver iniziato
ad insegnare all’ Istituto superiore dei Magistero. Roma fungerà da sfondo a il fu Mattia Pascal non
come la città sontuosa di D’Annunzio ma come un mondo di impiegati e burocratici una città morta.
Nel 1903 la miniera di Zolfo di famiglia in cui era stato investito anche il patrimonio della moglie si
allaga, rovinando economicamente tutta la famiglia. La moglie comincia subito dopo a manifestare
disturbi psichici, nel 1919 egli sarà costretto a ricoverare. La letteratura diventa un mezzo per
mantenere la famiglia, nel 1904 pubblica a puntate sulla “nuova astrologia” il romanzo “il fu Mattia
Pascal” . Escono i saggi “arte e scienza” e “l’umorismo”. Durante il periodo della guerra inizia a
dedicarsi al teatro, raggiungendo la fama internazionale sopratutto nel 1921, anno dell’ uscita di sei
personaggi in cerca d’autore. Abbandona l’insegnamento e fonda una compagnia d’Arte a Roma,
nella compagnia conobbe Marta Abba, della quale si innamora teatralmente diventando la sua
ispiratrice e interprete prediletta ma con la quale non ebbe mai nessuna relazione. Nel 1926 torna a
pubblicare romanzi, “uno nessuno e centomila” e continua la sua produzione teatrale con “Enrico IV”,
“ciascuno a suo modo”, “questa sera si recita a soggetto” nel 1934 vince il premio Nobel per la
letteratura.Nel 1936 mentre segue le riprese di un lm tratto da il fu Mattia pascola si ammala di
polmonite muore nel steso anno. In un periodo segnato dall’ amarezza e dall’isolamento
PIRANDELLO E IL FASCISMO
Pirandello aderisce al fascismo nel 1924, all’ indomani del delitto Matteotti ma il suo rapporto con il
remiga rimane contraddittorio, aderisce per l’idea si spinta vitalissima che condivideva con esso ma si
pensa che abbia aderito per un suo tornaconto, in alcuni rapporti informativi della polizia politica è
possibile leggere, che Pirandello portava il distintivo all’ occhiello ma non sul cuore” e viene accusato
di appro ttare dei viaggi all’ estero per diffondere idea anti- regime.
2. IL PENSIERO
Nella prefazione di sei personaggi in cerca d’autore Pirandello sintetizza i punti chiave del suo
pensiero
- il rapporto tra la vita e la forma ( la prima in continuo muovere e cambiamento ssata dalla forma)
- La frantumazione dell’ io e il relativismo
- Il sentimento del contrario
VITA E FORMA
vi è un continuo contrasto tra vita e forma. La vita in sintonia con le loso e vitalistiche è un usso
continuo e spontaneo, profondo è l’stinto, l’irrazionalità che le circostanze dell’ esistenza e le
convenzioni socializzi obbligano (la vita è come magma incandescente in continuo scorrimento, prima
della nascita e dopo la morte vi è solo magma, dopo non siamo più noi, quando siamo destinati ad
una forma). Bloccare in una forma, una prigione in cui dobbiamo stare per essere accettati dalla realtà.
La vita vorrebbe uscire dall forma ma non è possibile. Una rappresenta come vorremmo essere e
l’altura cosa dobbiamo essere. Le prigioni per Pirandello, sono la famiglia, il lavoro
Legato al concetto di vita e forma vi è quello di maschera. La maggior parte delle persone pensa di
vivere in libertà ma invece recita una parte, indossa una maschera. Quando si capisce la falsità della
vita e si ci toglie la maschera, la società ci emargina. “Pupi siamo e come pupi siamo manovrati dalla
società che tiene i nostri li e ci fa agire come burattini”
La maschera però si può rompere. Attraverso l’alienazione( si ha un continuo spostarsi tra la vita e la
forma non è la rottura de nitiva della forma),la pazzia( totalmente fuori dalla forma) forestiero della
vita (il fu Mattia Pascal, recitando una parte)
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non si può de nire una volta per tutte . Conoscere la verità su noi stessi è impossibile, a maggior
ragione non esiste una verità oggettiva per il mono esterno essa è soggettiva, ognuno di noi a vede in
modo differente. La verità- così come la intendeva il positivismo- non esiste perchè esistono tante
verità. L’ho abbiamo visto nel dramma teatrale “cosi e s vi pare” in cui il signor ponza e la signora Frola
portano due veti differenti, contrapposte tra loro a paradossalmente entrambi ver. alla ne quando
entra in scena la donna che avrebbe dovuto risolvere il mistero, essa sostiene che entrambi dicono la
verità.
3. LA PRODUZIONE
Pirandello scrive 225 novelle, racchiuse sotto il titolo di novelle per un anno, le prime sembrano molto
vicine al verismo, sopratutto per l’ambientazione siciliana- come in ciaula scopre la luna, ma in realtà
sono molto distanti sia dal punto ddi vista linguistico, manca la coralità, sia da quello della tecnica
manca l’impersonalità. I temi sono quelli tipici di tutta la produzione pirandelliana, la achea, la vita
intesa come nzione e la solitudine dell’ uomo moderno. Pirandello racconta la satira di uomini che
possono essere de niti dal punto di vista psicologico casi umani, attraverso l’utilizzo di toni grotteschi
e situazioni grottesche desidera sottolineare l’assurdità della vita. I personaggi sono costretti a vivere
una vita grigia e infelice dalla quale provano ad uscirci ma non ci riescono. Pirandello abbandona le
novelle per ritornarci sono nell’ ultima parte della sua vita e si dedica prima ai romanzi scrivendone 7 e
al teatro.
LE NOVELLE
La carriola
Il treno a schiato
I ROMANZI
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Il fu Mattia Pascal fu il primo romanzo in cui applica la poetica umoristica, la vicenda viene narrata in
prima persona del protagonista, la prime emozioni che uscita la lettura sono spiazzamento e curiosità,
i quale basa la sua storia su una aggrovigliata schermata che va a rompere i rapporto di ducia tra
lettore e narratore dei romanzi dell’ ottocento
Trama: Mattia Pascal un bibliotecario, sfugge dalla suocera e la moglie e a Montecarlo viene una cifra
considerevole, sul treno di ritorno legge sul giornale i familiari lo hanno identi cato con il cadavere di
un suicida. Mattia coglie l’occasione per rifarsi una vita, si trasferisce a Roma e assume l’identità di
Adriano Meis. Li alloggia nella pensione di Anselmo Paleari. Incontra una donna ma non può sposarsi
inoltre il genere del padrone di casa gli ha rubato il denaro che non poteva depositare in mancanza di
un identità. Decide di innescare un secondo suicidio e di lasciare per sempre casa e ritornare dalla
moglie, la moglie purtroppo si è risposata, vive così all’ interno di una biblioteca lasciata da un prete
come eredità al comune e i cittadini di esso totalmente disinteressati alla cultura.e e dopo scrive la sua
incredibile storia. Mattia vive come forestiero della vita, viene sottolineata l’impossibilità di avere una
vita libera da ogni forma, le forme impediscono di vere ma senza non si può vivere. Il romanzo inizia
dalla conclusione e non è altro che un lungo Flashback . Particolare è l frase secondo cui la sua test
può usare la sua capacità di pensare solo per capire di essere la testa di un ombra e non l’ombra di
una testa, ciò che rende diverso Mattia è la consapevolezza sapere di vivere come un ombra ed è li
che risiede il proprio tormento
- Un caso strano e diverso
- Io e la mia ombra
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I vecchi e i giovani
Opera del 1913 e legato ai temi del verismo. Denuncia il fallimento della generazione dei vecchi e
quella dei giovani incapaci di trovare nuove strade. È l’opera più politica di Pirandello e mostra una
visione pessimistica della società e della storia
I quaderni di per no Gubbio operatore
Venne pubblicato inizialmente con il nome “si gira”È un romanzo-saggio in forma di diario. Il
protagonista Sera no è un operatore cinematogra co che viene alienato dal suo lavoro,
identi candosi come un appendice della macchina. Egli continua a girare meccanicamente anche
quando la scena diventa terribile, durante la ripresa di una scena dell’ uccisione di una tigre da parte
di un cacciatore, la tigre si avventa contro il cacciatore uccidendolo. Dopo l’evento Sera no diventa
muto per il trauma, escludendosi dalla realtà
IL TEATRO
L’immagine della vita come una pupazzata è ricorrente nelle opere di Pirandello, nel 1910 iniziò a
dedicarsi al teatro, quasi tutte le sue opere teatrali sono rielaborazioni di personaggi, vicende delle
novelle. Le prime novelle sono di sfondo siciliano, vi è la rappresentazione di individui anormali
costretti a recitare un ruolo marginale e grottesco.
Cosi è se vi pare
Nel 1917 pubblica un opera “cosi è se vi pare” che affrontava il tema del relativismo gnoseologico,
l’impossibilità di conoscere la verità . È la storia del signor Ponza e della signora Frola secondo i
pettegolezzi del paese la signora ponza e la madre comunicano solo con dei bigliettini. I personaggi
decidono di raccontare la loro versione dei fatti. La signora Frola afferma che il genere per una folle
gelosia impedisce alla moglie di comunicare con la madre. Mentre il genero afferma che la suocera è
impazzita dopo la morte della glia e vede nella sua seconda moglie la glia. Per risolvere l’enigma
deve intervenire la moglie la quel appare in scena con il volto velato come se fosse senza identità e
con tutte le identità, è afferma di essere colei che si vuole che si. La verità non esiste si spezza una
convenzione del teatro naturalista secondo cui quello che appare in scena deve apparire verosimile
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Enrico IV
È un opera teatrale nel teatro
Sei personaggi in cerca d’autore
Segna la rottura radicale con le convenzioni teatrali del realismo ottocentesco, in cui il sipario
era il con ne tra la platea e il palcoscenico.
ITALO SVEVO
Nasce a Trieste da una famiglia agita di origini ebraiche. Inizia gli studi commerciali ma per problemi
nanziari inizia a lavorare in banca. Dedica le ore libere alla letteratura, la scrittura è terapeutica ed è
autoanalisi= cura il proprio male di vivere, permette di conoscere se stessi e la realtà esterna. Nel
1892 pubblica a sue spese il romanzo una vita. Sposta Livia Veneziani gli di un industriale nel
frattempo scrive Senilità l’insucesso dell’ opera lo spinge ad abbandonare la scrittura. Entra a far parte
della ditta del suocere. Per anni continua a vivere in una altalena di odio-amore per la letteratura,
scrivendo solo per se. Un iniezione di ducia viene dall’ incontro con Joyce. Un altro incontro
fondamentale è quello della psicoanalisi, avvenuta nel 1910, quando il cognato di Svevo malato di
nevrosi, era in analisi da Freud. Svevo non ha ducia nel valore terapeutico della psicoanalisi ma si
appassiona alle implicazioni teoriche del pensiero di Freud, ovvero il ruolo dell’ inconscio nel
determinare i comportamenti e l’incapacità dell’ uomo di guidare la propria vita razionalmente. Con lo
scoppio della guerra, la famiglia della moglie di nazionalità italiana deve abbandonare Trieste,
l’industria viene requisita. Non vi è più nulla tra la letteratura e Svevo. A guerra conclusa scrive la
“coscienza di Zeno”
Una vita
romanzo della scalata sociale: segue il modello del romanzo psicologico di formazione
un giovane provinciale ambizioso si propone di conquistare il successo nella società cittadina anche
se Alfonso si limita a sognare il successo
Senilità (1898)
Trama: Emilio Brentani (35 anni) vive con la sorella Amalia. Il suo amico Stefano Balli si trova in una
situazione molto simile alla sua: entrambi sono dei borghesi declassati, ma rispondono in maniera
opposto. Per uscire dalla monotonia della vita da impiegato decide di lanciarsi in un avventura con
Angiolina.
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• Struttura spezzata della narrazione: la narrazione va continuamente avanti e indietro nel tempo,
seguendo la memoria del protagonista
L’ARTE DI IMPEGNO
Dopo gli anni della guerra si diffuse la tematica dell’ impegno politico della letteratura, la
vittoria del nazifascismo, una possibile rivoluzione sociale imminente spinse gli intellettuali a
prendere posizione. Essi si schierarono prettamente a sinistra.
Il maggior teorico dell’ impegno fu JEAN PAUL SARTRE, egli prese ispirazione dall’
esistenzialismo di Heidegger, elaborando una concezione tragica dell’ esistenza, l’uomo si trova
in un mondo privo di Dio, senza valori, condannato ad una totale libertà per la mancanza dei
fondamentai assoluti di valore. Dopo aver partecipato alla resistenza, ci fu una svolta nel suo
pensiero in “L’esistenzialismo è un umanismo” delineò un esistenzialismo volto all’ impegno
politico e sociale, infatti affermò che la nostra libertà, dipende dalla libertà di tutti. Inoltre in
“critica della ragione dialettica” si sforza di conciliare il marxismo con l’esistenzialismo.
Le letteratura viene vista quasi come un dovere morale. La scrittura, la letteratura non sono altro
che specchi critici al servizio tutti ddli uomini.
Nel 1945 sulla rivista “les temps Moderns”, scrive che l’intellettuale concorre nel produrre certi
mutamenti e si schiera dalla parte di chi vuole mutare insieme alla società.
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Il maggior filosofo marxista fu LUKACS, egli afferma che l’arte è sempre realista, ovvero il
rispecchiamento di una realtà oggettiva come lo è ogni tipo di conoscenza. Inoltre visto che alla
base della realtà vi è la lotta di classe, che prende verso forme più avanzate di società, il
realismo è sempre progressista
IL NEOREALISMO
L termine neorealismo inizio d essere usato a partire dal 194, riferito prima al cinema che ebbe
una stagione creativa con Luchino Visconti, Roberto Rosselli e poi alla letteratura. Nella narrativa
non esiste però una scuola neorealista con una poetica esplicito a ,a esso è piuttosto clima ,
ovvero una consonanza di temi che si diffusero nel periodo al 1945 al 55.
All’ origine vi è l’impulso di raccontare e raccontarsi, si è appena usciti dalla seconda guerra
mondiale, carichi di storie, con ognuno la sua.
La poetica neorealista si manifesta con l’adozione di un linguaggio semplice, vicino al parlato,
intinto di elementi dilettali, in una narrazione in cui ii sommari e la descrizione sono ridotti al
minimo, inoltre vi è l’adozione del racconto in prima persona. Come una testimonianza con
frequenti appelli al lettore come se fosse presente.
Gli autori italiani i quel periodo avevano come punto di riferimento solamente Verga, ecco
perchè si inizi a prendere ispirazione dalla narrativa americana. In cui vedevano l’eco di un
mondo vergine, libero e forte.
Oltre allo stilemi neorealismo è caratterizzato dall’ utilizzo di una stessa tematica, le storie di vita
contemporanea, l’attenzione al ceto popolare. I tutto filtrato da una volontà di impegno che si
traduce in moralismo, con la contrapposizione tra i buoni, i partigiani e i cattivi, i fascisti e i
borghesi. La fragilità ideologica degli scrittori di questo perdio, comunisti ma con una
formazione estranea al marxismo fa si che spesso il loro impegno si traduca in semplice
populismo, ovvero l’esaltazione sentimentale del popolo e dei valori che un intellettuale
borghese ama attribuirli.
VITTORINI ELIO
Nacque a Siracusa si trasferisce a Firenze, centro della letteratura dove fa il correttore di bozze.
Aderisce ad un fascismo di sinistra8rivoluzionario e antiborghese)e in letteratura a “solaria”,
rivista europeizzante. Viene espulso dal partito fascista. Partecipa alla lotta clandestina
antifascista e si iscrive dopo un periodo di carcere al PCI, fonda il Politecnico. Nel 1959 insieme
a Calvino fonda la rivista “menabò”. Muore nel 1996 per un cancro.
Uomini e no, il libro è il più neorealista di Vittorini esso è un romanzo della resistenza, il tema
centrale è la guerra a Milano condotta da i Gap (gruppi di azione patriottica) nel 1944. Il
protagonista è Enne “ un intellettuale della resistenza. Inoltre è presente una cornice al tema
principale, ovvero la storia d’amore tra il protagonista per una donna sposata, amata in passato.
La narrazione è in terza persona, il narratore non commenta per bocca dei personaggi ma in
alcune parti dialoga direttamente con Enne 2, evocando gli eventi del passato e commentandoli
in un sorta di sovrapposizione continua tra il passato e il presente
il titolo rimanda ad un opposizione netta tra il bene e il male, rappresentati dalla lotta partigiana
e dall’ occupazione nazista, da un lato abbiamo infatti una vittima innocente dall’ altro la
crudeltà dei persecutori. Sono considerati uomini solo i moralmente corretti, mentre i non umani
sono quelli che agiscono come bestie condannando gli innocenti
Il garofano rosso, è ill primo romanzo di Vittorini, uscito su solaria, narra l’educazione
sentimentale di un liceale. Il libro è composto da elementi realistici ma anche da aperture liriche
ITALO CALVINO
La gallina di reparto