MANIFESTO \ Articolo
Intorno al tema del modernismo ci sono due posizioni opposte: da un lato vi è chi ha visto nel
modernismo una de nizione più storiogra ca al lato opposto vi è chi ha tentato di rendere il
modernismo una categoria critica interpretativa, volta a de nire quell'area dello sperimentalismo
che si registra nella narrativa italiana. A nostro avviso risulta estremamente pro cuo restringere
cronologicamente l'arco del movimento ai primi decenni del secolo ed esclusivamente a
quell'area sperimentale senza rinnegare l'eredità ottocentesca.volendo proporre poi delle date
signi cative ma solo indicative possiamo collocare il modernismo tra il 1904, anno di
pubblicazione de il fu Mattia Pascal e il 1925-1929, anno di pubblicazione di uno nessuno e
100.000 quando termina la stagione umoristica italiana e sempre nel 25 scoppia il caso di Svevo.
Sulla base del modernismo vi è un atteggiamento de nito di s ducia nei confronti della parola
ultima che si riscontra anche per ciò che concerne la rappresentazione e la ricerca della verità, la
maggior parte degli autori ricorrono infatti ha narratore omodiegetico, che sta raccontando in
quanto parte della vicenda, infatti ha una visione parziale, limitata e circoscritta, ma la non
onniscienza non coincide con l'azzeramento della verità, ma conduce piuttosto a una verità
frammentaria, in tutti questi casi il lettore si trova di fronte a una verità oggettiva perché basata su
dati reali ma sempre parziale e mancante di qualche elemento perché mediata dal narratore che è
coinvolto in prima persona.per i modernisti la verità va detta o almeno all'usa nelle nzioni e
nell'alterità della lingua, senza l'illusione di un suo accesso diretto.la necessità di dire la verità e
l'impossibilità di raggiungerla è il drammatico paradosso che si trovano a scontare Pirandello,
Svevo, tozzi, Bea, ma anche ciò che costituisce il loro indice di modernità.
Introduzione
I tratti distintivi del modernismo italiano si contrappongono tra tensione meta sica, auto
ri essività, osmosi tra vero e falso e tra tutte la prima è stata la metamorfosi del narratore.
La capziosa ironia con cui Zeno replica alle accuse del dottor S che no alla prefazione ha de nito
autobiogra a del suo paziente è un miscuglio di verità e bugie che esibisce lo statuto paradossale
di un libro al cui al centro c'è un vecchio bugiardo che prende la parola e scrive a un destinatario
preciso con l'intento di ingannarlo. All'interno del romanzo Zeno incarna la gura chiave della
letteratura novecentesca ovvero il narratore inattendibile si sgretola così la tradizione millenaria
del narratore come gura di consiglio, custodire la memoria dell'esperienza.nel caso di Zeno la
trappola è potenziata dalla scelta della narrazione in prima persona, Che esclude l'u cio voti o
punti di vista alternativi ma anche in presenza di un narratore etero 10 etici come nei romanzi di
tozzi l'attributo di chitarra non sembrare una scienza ma l'ignoranza e l'incomprensione di
avvenimenti e personaggi tra l'oblio del passato e la cecità del futuro.
Il ri uto della vecchia ingenuità narrativa condiziona soprattutto la costruzione della trama, infatti
uno dei tratti distintivi del romanzo modernista è il sabotaggio dell'intreccio dei vecchi romanzi
che i nuovi spesso disprezzano dall'altra parte svevo costruisce la coscienza di Zeno scardinando
la cronologia della fabula e organizzando il libro attraverso blocchi analogico tematici in cui i vari
piani temporali si intrecciano e si confondono secondo un tempo misto della coscienza in cui
nirà per perdersi da parte sua Pirandello continua proporre trame piene di cliché melodrammatici
ed espedienti convenzionali, ma in cui la trasmissione tra i giunti narrativi si è inceppata e gli
e etti non sono prodotti dalle cause, gli avvenimenti trascinano i personaggi in una deriva
immotivate arbitraria di nessuno e tantomeno il romanziere ne possiede la chiave.
Il personaggio
La novella
Il modernismo esiste e non esiste, non esiste perché nessuno scrittore semmai de nito tale e
quindi si tratta di una ricostruzione elaborata a posteriori e dunque intrisa in una certa debolezza
dove l'Italia si è imposta solo recentemente, ma al tempo stesso esiste poiché la de nizione di del
modernismo in grado di circoscrivere una certa area letteraria che ben individuabile. I critici hanno
individuato l'area modernista nei primi trent'anni del 900 in questo trentennio prende vita una
forma di scrittura sperimentale da un punto di vista sia formale che tematico oltreché
epistemologico in genere la quale si di erenzia dalla precedente stagione ottocentesca. Le cause
del nuovo corso narrativo sono diverse: la prima di queste riguarda la funzione di Freud che nel
1899 pubblica l'interpretazione dei sogni e il successivo dibattito su tutta la pubblicistica
dell'epoca: l'intersezione tra il mondo tra io e il mondo cessa di essere quella classica tra
soggetto e oggetto per consumarsi nel primo dei due poli. È inevitabile pertanto che Leo se ti trovi
nella nuova e inaspettata situazione di dover scoprire e conoscere se stesso e questo di
conseguenza diventa anche l'obiettivo primo che la narrativa si pone, la rappresentazione della
vita psichica diviene il campo di indagine di romanzi e novelle. Zeno sosteneva che ciò che conta
nella vita di un individuo non sono le cosiddette giornate campali, ossia con i grandi eventi
memorabili, ma i giorni vuoti pigri e distratti quelli a cui un soggetto non presta attenzione perché
è proprio che nella vita quotidiana il soggetto prende forma. E nella vita quotidiana che si
veri cano lapsus, atti mancati, motti di spirito capace di tradire qualsiasi cosa che il soggetto
stesso che ce lare e non disposto da mettere nei giorni qualunque viene e quindi di svelato il
trauma nascosto che c'è alla base di ogni individualità.
Le novelle moderniste rappresentano pezzi di biogra a con l'obiettivo di o rire un ritratto fedele
del personaggio, dei suoi pensieri, emozioni e desideri. Ma le biogra e che meritano di essere
raccontate sono quelle degli inattivi e degli umili: e nello sperpero di vita e nella banalità che
emerge con maggiore sincerità l'identità del soggetto, allo stesso modo della rappresentazione
della vita quotidiana funzione alla descrizione dell'interiorità del personaggio vedere come si
comporta il protagonista vuol dire anche capire cosa pensa già che tra pensiero e azione c'è un
lo di continuità.
In sintesi nell'ottocento l'interiorità a tratti molto marcati che sono legati all'azione (ruolo dell'eroe)
secondo un nesso causa e etto e la vita quotidiana è annullata mentre nella nella novella model
resta quello che si con gura come un evento normale diventa ma mano che il testo prosegue
l'occasione di un confuso e caotico, radicale severo scandaglio interiore: È il sogno di
riconquistare se stessi. Questo percorso è fatto di contraddizioni, esemplare e quella del
socialismo inizialmente declinato come concreta utopia di una reale uguaglianza tra gli uomini e di
una loro liberazione, che per Svevo diventa una trovata narrativa permettere il protagonista di
fronte a se stesso il suo ideale di uguaglianza sfocia in un istinto violento contro chiunque vi si
opponga la tanto ricercata interezza riconsegna un individuo sgradevole e disumano, talmente
libero da non avere scrupoli nel sacri care la vita della della glia per la propria. Per questo motivo
il protagonista decide di compiere su di sé una rivoluzione copernicana evitando di ribellarsi
ulteriormente a qualsiasi limite imposto dalla vita. La disgregazione della propria interiorità, quel
volersi conoscere da cui abbiamo preso le mosse avviene dunque all'interno della vita quotidiana
e il trauma ovvero la situazione di crisi si colloca nella vita di tutti giorni. Chi legge ha accesso solo
agli stanche riti della vita quotidiana e può soltanto misurare i cambiamenti dei personaggi nel
succedersi dei singoli racconti. Proprio nel routinario svolgere del tempo i vari protagonisti fanno
emergere la propria individualità costruita dei desideri di emozioni e di scon tta delusioni.
Pirandello o tozzi in cardino i loro scritti sull'evento eccezionale che è una divergenza rispetto alla
consuetudine ma non smentisce normalità e quotidianità.ad esempio il treno schiato è un
racconto in cui i fatti non sono consueti ma siedi di fronte a qualcosa di particolare che Pirandello
sente l'esigenza di ricordare al lettore in maniera quasi ossessiva che quello che è appena
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accaduto a Belluca è del tutto normale: la situazione paradossale che dà vita al racconto ha
origine nella quotidianità.
La scissione dell’IO
Nella ra gurazione dell'io, ciò che si impone sulla pagina è un io scisso e non più conciliabile con
il grande maestoso e io di Descartes e Kant. In entrambi i casi la contrapposizione tra io sociale e
io interiore e io più vero è manifestata attraverso l'opposizione giorno notte o veglia e sogno, in
questo periodo lo stato onirico è interpretato dagli autori modernisti come uno strumento di
accesso alla verità. Leo insomma è spossessato, in costante lotta di riconquistare se stesso e la
novella mette in scena questo tentativo.
Il narratore non potrà più essere esterno e onnisciente, ma è condannato a raccontare il mondo
dall'interno, con un'ottica parziale e limitata come accade all'individuo nella vita.in quegli anni
Svevo era incuriosito dalle scoperte scienti che e in più occasioni cita Einstein, la teoria della
relatività ristretta scritta nel 1905 E la teoria della relatività generale del 1915 avevano sancito
all'opinione pubblica che l'universo era strettamente coeso ma secondo i nostri parametri
irregolare, se ne ricava quindi che la nozione spazio tempo si modi ca a seconda del punto
dell'universo in cui ci si trova.insomma ciò che è un uomo di cultura come Svevo poteva ricavare
dal dibattito scienti co e che il soggetto si muove sempre all'interno di un unico spazio da cui è
impossibile uscire la scienza non deve dimenticare che la nostra esperienza del mondo è
all'interno e non lo dimentica il narratore modernista che non ogni sua a ermazione rivela
consapevolezza di essere sempre all'interno dell'oggetto ovvero l'universo di genetico e che
rappresenta un punto di vista parziale e particolare.
Innanzitutto in moltissimi casi a narrare è un personaggio che ovviamente fa parte del mondo che
racconta e dunque impossibilitato a qualsiasi forma di esteriorità e di astrazione, in altri casi il
narratore è un osservatore come nel treno ha schiato di Pirandello in cui chi racconta è di fatto
un testimone degli eventi il motivo di tale scelta e chiaro, anche questo narratore è interno al
mondo raccontato e dunque coinvolto in prima persona e non onnisciente.non vanno dimenticati i
casi in cui chi racconta è inattendibile a volte solo per statuto: il narratore homo 10 etico infatti
spesso funzionale a un profondo scandaglio dell'interiorità, anche se sincero il protagonista
potrebbe aver sbagliato omesso o involontariamente forzato la lettura degli eventi e la regola è
ancora più vera quando si parla di se stessi in quel caso la sincerità e sotto scacco così come
sono incrinate l'inattendibilità della voce narrante e la ducia nei suoi confronti e nella coscienza
di Zeno si trova il classico di questi esempi. In tutti i casi l'obiettivo è quello di impedire una
visione totale il lettore deve espirare nell'atto stesso della lettura il senso della di coltà di
giungere a una verità de nitiva e necessaria una poetica della mediazione.
La poesia modernista
La storia della poesia modernista sembra oscillare tra due opposti.da un lato c'è la resistenza a
conguagliare sotto un solo nome personalità distinte, spesso troppo grandi per tollerare quella
che viene avvertito come una violenza. Dall'altro lato c'è la tendenza contraria e complementare a
fare storia della poesia oltre la pluralità, nella ricerca di un corso è una logica epocali che
promuove generi e forme simboliche come l'autoespressivismo e l’autobiogra smo.
Modernismo identi ca allora un campo di problemi comuni su cui ragionano molti poeti del
novecento italiano, un insieme di scelte di stile e posture intellettuali non identiche e non
riconducibili alle poetiche precedenti. Il modernismo non cancella le categorie storiogra che in
valsi né si sovrappone ad essi, piuttosto le connette e cercando di capire qual è la logica di
insieme che le governa e tenta di sgombrare il campo da qualche equivoco. È consuetudine
a ermata che il modernismo in Italia inizia con i crepuscolari del novecento, in particolare tutti i
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modernisti hanno appreso da D'Annunzio lo hanno attraversato o respinto politicamente. Saba
guarda alla modernità come da lontano o dall'alto della periferia mentre i modernisti guardano alla
modernità del suo interno anche se è rimpianto e nell'aspirazione qualcosa che la superi. La
prima serie di distinzioni necessarie riguarda la storia distingueremo perciò quattro tempi del
modernismo italiano: ferma restando alcune costanti
1. I primi modernisti sono i crepuscolari e la prima fase del modernismo può essere fatta
coincidere con l'estensione delle loro carriere, a partire dagli anni 60 i crepuscolari sono stati
spesso visti come un'avanguardia, i crepuscolari non si organizzano in gruppo, Ma il loro è
piuttosto uno scivolamento disincantato verso qualcosa di nuovo, è l'oscillare fra lucidità
intellettuale critica ai limiti del gelo so stico e della secchezza sentimentale e ripiegamento
malinconico nei versi consolatori in modo che la poesia si ri uti di essere un balsamo per i dolori
di quella vita borghese entro cui si nasce.
2. Una seconda fase è quella della concomitanza con l'avanguardia qui si tratta di restituire alla
lirica la capacità di dire le cose ultime e di trovare nell'io costantemente minacciato di
cancellazione la radice di un discorso autentico
3. La terza fase è occupata dal primo tempo della poesia di Montale, vero protagonista del
modernismo modernismo italiano nel dopo guerra tuttavia l'in usso di Montale si fa sempre più
grande, anzi l’origine dell'ermetismo è segnato dalla pubblicazione di “Occasioni” che
suggestiona i poeti più giovani. Per Montale nonostante ciò il classicismo è un insieme di valori
culturali e morali in difesa di un Ethos umanistico e borghese da opporre alle barbarie fascista
4. La metà degli anni 50 è una soglia importante, nel 1956 esce la bufera con cui Montale prende
congedo dal classicismo modernista, gli anni 60 sono infatti unità dell'oro di quello che possiamo
de nire neo modernismo che si protrae sino a tutto il decennio successivo e a propaggini sino agli
anni 80 e 90.
Per i poeti modernisti fare poesia non è un atto scontato, garantito dalle condizioni sociali o
culturali o dettata dalle necessità della natura, cioè dall'ispirazione e indole del genio letteralmente
ciascuno di essi si chiede quali spazio possa avere la poesia in un mondo che la nega e ciascuno
di essi vive in un rapporto agonistico con il suo tempo e anziché avere già il suo pubblico deve
cercarsene e inventarsene uno. È uno dei topoi più indicati nell'immaginario primo novecentesco.
La poesia modernista cerca sempre una rilegittimazione di fronte alla crisi, la poesia modernista o
è accompagnata dal lavoro della critica o a una declinazione mito poetica. La critica rivela che la
poesia non basta a se stessa, precisamente perché non presuppone un accordo con pubblico ma
va spiegata perché deve esplicitare la sua posizione nel campo dell'arte e della cultura i suoi
valori e le sue ambizioni nel mondo.
Il poeta prende la parola in quanto depositario di esperienze eccezionali, sia pure di ordine
puramente interiore dell'io lirico parla per tutti perché è più profondo più sensibile e più ricco della
vita media di ogni uomo.
Il modernismo sfocia con lo sperimentalismo che è uno dei principi estetici poiché l'arte è un
lavoro che presuppone ricerca e non crede al progresso storico ma un progresso tecnico.
Il teatro
Già nel 1904 Pirandello si serve di una metafora teatrale per articolare la propria visione della
modernità, si tratta dell'avvenimento in cui Mattia Pascal si trova a Roma e facendo la
conversazione con Anselmo Paleari stanno guardando uno spettacolo di marionette, Anselmo
a erma che se nel momento culminante del dramma, quando si sta per vendicare il padre, Oreste
notasse uno strappo nel cielo di carta del teatrino e diventasse cosciente della natura costruita
del popolo e del mondo e della morale su cui si fonda si trasformerebbe da eroe modello della
tragedia in gura paradigmatica della modernità e che egli (Anselmo) traduce come morte di Dio.
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La di erenza cruciale tra narrativa il teatro sta nel fatto che nel secondo il cielo di carta non è
soltanto un utile metafora bensì una necessità strutturale: la fruizione del test richiede quel
secondo livello di mediazione così accennavo costituito, lo sperimentalismo modernista si trova in
altre parole a dover fare i conti con le limitazioni pratiche imposte dal mercato italiano, tra cui
dall'alto della produzione il predominio della gura del grande attore e delle relative convenzioni di
recitazioni e l'alto numero di compagnie in giro che davano la preferenza al repertorio
relativamente facile e popolare e dedicavano meno tempo alla preparazione, mentre dal lato della
fruizione le aspettative di un pubblico abituato alla ricezione passiva e voyeuristica del teatro
realista e naturalista, il teatro è soprattutto un riorientamento del rapporto tra opere pubblico da
qui l'insistita metateatralità del dramma modernista.
Il teatro grottesco mette in scena l'autenticità del mondo borghese anche laddove tenta
grammatico, il regista del teatro grottesco e quello parodico in quanto cosciente del proprio stato
di simulazione di secondo grado cioè di simulazione di un universo sociale che già esso stesso in
autentico e arti cioso. Da qui l'insistente richiamo metaforico alla gura della marionetta e ai suoi
a ni per descrivere queste creature che si comportano secondo la volontà del marionettisti cioè
dei codici di comportamento che nella società borghese regolano la vita pubblica e privata.
L'opera che segna una rottura de nitiva con le convenzioni del dramma borghese e “Così è se vi
pare” del 1917, la novità della parabola pirandelliana sta nel fatto che non si limita a mettere in
luce le convenzioni e le ipocrisie della società che si rispecchia sulla scena, ma smonta dal di
dentro la struttura del teatro realista, no alla scena nale l'opera è un susseguirsi di convenzioni
del teatro realista e a da alla trama e alle relazioni tra i personaggi la critica dell'ipocrisia e della
violenza e dell'ambiente ritratto. L'azione si svolge in un buon salotto borghese che diventa presto
la stanza della tortura, addirittura il dramma si preoccupa di fornire una giusti cazione logica
all'impossibilità di trovare un riscontro oggettivo a una delle due visioni rivelando che i documenti
relativi ai nuovi arrivati sarebbero andati perduti. Il pubblico e i personaggi non sono più situati su
piani di erenti e la distanza tra palcoscenico e platea viene annullata nel momento in cui agli
spettatori viene negata la fruizione dell'opera in maniera passiva, ma anzi costringe lo spettatore a
condividere la curiosità frustrata poi l'impotenza conoscitiva del dramma, se cioè il pubblico viene
proiettato nello spazio di energetico del dramma attraverso l'identi cazione del suo punto di vista
con quello dei cittadini curiosi, vi è un poi un movimento parallelo e contrario che porta uno dei
personaggi a forare la quarta parete e a svolgere il ruolo di intermediario tra il pubblico e il
palcoscenico. Il tema del teatro implicato nella drammaturgia futurista e grottesca trova
un'esplicita realizzazione in sei personaggi in “6 personaggi in cerca d’autore”.
I temi
Il modernismo è dunque un'arte del dubbio, la sua atmosfera intellettuale e di scetticismo quella
emotiva di solitudine irrequietezza e smarrimento. Le linee tematiche sono numerose, una linea è
quella dell'indagine su cui si incentrano diversi romanzi più importanti del modernismo italiano, sia
che l'oggetto in esame prende la forma del classico crimine da risolvere.la verità esibisce così una
sua prima e fondamentale proprietà ovvero l'assenza mentre si propaga di conseguenza la gura
dell'eroe ragionatore la cui attività mentale è spiccatamente superiore a quella pratica per quantità
e qualità.al contempo prende piede anche la gura diametralmente opposta del personaggio
incline a mentire agli altri e a se stesso, questo connubio paradossale non è un'anomalia ma anzi
una sintesi estrema delle preoccupazioni moderniste da cui un tema centrale esplorato nelle sue
diverse sfaccettature, è proprio quello della reversibilità dei termini vero falso e dei limiti ogni
sforzo di coscienza.
A Leo spetta un ruolo da protagonista, protagonista patologico e vulnerabile che non suscita
ammirazione ma inquietudine, a partire dal tardo ottocento da più parti si va a mettendo in dubbio
la solidità che sia sempre preteso di avere.essere se stessi è una fatica e nonostante questo
sovra ollamento interiore la condizione del personaggio modernista è di scostante solitudine e
probabilmente essa stessa la protagonista del modernismo. Un tratto fondamentale del
modernismo è dunque l'approfondirsi della frattura tra Leo e il mondo senza però che le due
dimensioni si separano del tutto.il modernismo non celebra l'individuo avulso dalla società, ma
piuttosto si concentra sul suo desiderio frustrato di esservi accolto. Non sempre però la solitudine
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è un problema esibito, a volte si espande e risuona attraverso la altri campi semantici come il
linguaggio. Un'altra sfaccettatura della solitudine corrisponde a una novità importante che
distingue la narrativa modernista rispetto alla tradizione precedente: l'impossibilità dell'amore.la
letteratura si è sempre nutrita di passioni contrastate e non sempre il lieto ne riusciva a trionfare,
ma del modernismo il senso di isolamento è così forte che per no l'amore ha smesso di essere
una forma di legame tra gli esseri umani, è una forza separatrice più che uni cante È di cile
scovare nella letteratura modernista italiana una coppia sinceramente felice, ma d'altronde non è
neppure facile trovare la felicità che verrà vedono i poeti. Questa normalità oscura che viene
rappresentata è molto angosciosa e ricorre il tema ben noto del male di vivere e del dolore che
accomuna tutte le creature.
Realismo e sperimentalismo
I rapporti fra modernismo, realismo e sperimentalismo possono essere concepiti in almeno tre
modi diversi.un importante tradizione critica maggioritaria nel dibattito internazionale no agli
ultimi decenni del novecento considera il primo il terzo elemento quasi sinonimi e li oppone al
secondo. Lo sperimentalismo modernista ri uterebbe così il realismo ottocentesco.
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