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la seconda via di fuga è l’etica della responsabilità e della compassione ossia ogni soggetto
assume come proprie le so erenze di altri con un senso di solidarietà connesso all’idea di
giustizia. Schopenhauer parla di una giustizia eterna secondo cui il dolore del mondo colpisce
tutti quindi sia coloro che commettono il danno sia coloro che lo subiscono per cui secondo
Schopenhauer carne ce e vittima sono un tutt’uno. Da questa giustizia può nascere una
rassegnazione cosmica ovvero un’accettazione passiva degli eventi.
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la libertà per Schopenhauer non è positiva ma è una libertà negativa che consente di acquisire la
consapevolezza del dolore. Inoltre Schopenhauer fa corrispondere l’idea che la virtù nasca da una
conoscenza concreta che non si può comunicare e insegnare.
l’amore puro e la vera bontà leniscono il dolore ma non lo eliminano
la vera bontà si manifesta nell’amore puro e disinteressato verso gli altri ovvero senza un
obbiettivo, si tratta di un amore inteso come pietà che consiste nel mettere sullo stesso piano se
stessi e gli altri e condividere il dolore. Nonostante ciò anche questa via di fuga non è risolutiva
poiché non elimina il dolore o alla liberazione dalla volontà ma la bontà disinteressata e l’altruismo
possono solo superare l’ egoismo e lenire il dolore.
LA NOLUNTAS
l’uomo sapiente vuole liberarsi dal molteplice e aspira all’ essenziale ovvero a superare
l’esperienza in questo senso vuole liberarsi dai suoi bisogni. È possibile inoltre trovare l’essenza
del mondo e di sè solo essendo indi erenti nei confronti delle esperienze individuali e si possono
così superare i limiti dell’esistenza. Per Schopenhauer il suicidio non è la soluzione adatta per
liberarsi di sé e del mondo poiché distrugge la coscienza che è l’unica fonte di consapevolezza e
quindi di elevazione oltre i limiti del mondo.
l’ascesi è la strada della liberazione
l’unica via per liberarsi dal dolore di vivere è l’ascesi ossia elevarsi oltre le passioni e i desideri
raggiungendo una condizione di pace. la rinuncia alleghiamo individuale si realizza con
l’abbandono del principio di individuazione ovvero la lacerazione del velo di Maya. si tratta di una
condizione ascetica, dove il desiderio viene soppresso e si ha un elevazione oltre i limiti del
mondo e Schopenhauer ne trova un esempio nel buddismo e nel cristianesimo.
Per noluntas si intende la negazione della volontà di vivere ma questo nulla è una condizione di
pienezza e appagamento.
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