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Il periodo che si trova a cavallo tra il XIX e il XX secolo viene comunemente de inito
come in de siècle. La Russia vive la ine del secolo in modo diverso rispetto al resto al
resto d’Europa, anche perché diverso era stato il percorso della letteratura nel corso
dell’Ottocento. In Russia il senso di decadenza assume un signi icato particolare,
questo perché la letteratura russa deve fare i conti con il problema del rapporto con
l’esperienza del populismo (movimento che individuava nei contadini la forza
rivoluzionaria capace di sovvertire il sistema autocratico dello zar e passare al
socialismo senza attraversare la fase capitalista dell’industrializzazione). Negli ultimi
due decenni però questa esperienza giunge al termine. Intanto però si a erma il
pensiero marxista come alternativa al populismo.
In sostanza alla ine del secolo vi è un problema che si biforca in due: quello di un
rinnovamento che superi sia la fase di disgregazione del populismo, sia la fase di
a ermazione del populismo stesso. Da una parte c’è la cosiddetta decadenza,
dall’altra il retaggio dell’ideologia populistico-rivoluzionaria.
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le ragioni del ri iuto del retaggio e il suo difetto principale, Rozanov in un altro articolo
fa un bilancio dello sviluppo del pensiero letterario russo dell’Ottocento. Individua tre
fasi di sviluppo, legate a tre nomi: Belinskij, Dobroljubov e Grigor’ev.
• A Belinski riconosce una grande sensibilità, una grande capacità di cogliere la
poesia in ogni sua manifestazione concreta.
• A Dobroljubov riconosce la capacità di concentrare nelle sue immagini la realtà
della vita e la sua essenza più profonda. Con lui si entra inoltre nel primo
simbolismo russo. In lui si compie quella fusione di vita e poesia che costituisce la
tentazione costante dell’arte di questa face. Egli vive il decadentismo come un
credo individualistico, ateistico, demonistico, per lui il decadentismo diventa
l’anarchico ri iuto di ogni forma.
• Grigor’ev è invece capace di scoprire le caratteristiche essenziali e originali di ogni
opera letteraria.
Per Rozanov la grande letteratura russa recente (formatasi negli anni ’40-’50 ma iorita
negli anni ’60-’70) è caratterizzata da un profondo individualismo di tutti i suoi
scrittori, ognuno dei quali è un universo a sé, si di erenzia dalla letteratura dell’inizio
dell’Ottocento, quando gli scrittori erano più organicamente collegati tra di loro, vi
erano in luenze reciproche.
Le parole di Rozanov trovano riscontro in un’opera di Leont’ev: “Sui romanzi del conte
Tolstoj, analisi, stile e atmosfera”, saggio riconosciuto da Rozanov come uno dei
migliori degli ultimi anni. Egli analizza con attenzione e accuratezza lo stile di Tolstoj.
Volynskij — scrisse una serie di saggi. In particolare lui sottopone a spietata analisi
tutti quei sacri autori. Principalmente le sue critiche si rivolgono ai critici russi
dell’Ottocento, che per lui erano privi di una cultura iloso ica, e che scadevano
spesso su un piano puramente pubblicistico. Anche a Belinskij attribuisce il difetto di
non aver saputo conferire ai suoi criteri di valutazione letteraria una solida base
estetica. Egli fu inoltre fu sostenitore accanito dell’idealismo (visione del mondo che
riconduce totalmente l'essere al pensiero, negando esistenza autonoma alla realtà,
ritenuta il ri lesso di un'attività interna al soggetto) , combattendo contro il
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materialismo (l'unica realtà che può veramente essere detta esistere è la materia e
tutto ciò che deriva dalla sua continua trasformazione).
Le nuove tendenze lettere russe trovarono la loro prima diretta espressione in due
conferenze intitolate: “Sulle cause della decadenza e sulle nuove correnti della
letteratura russa contemporanea” che Merezkovskij tenne nel 1892 e che poi
pubblicò. Per lui la nuova letteratura russa nasce come superamento della decadenza
e della consapevolezza che la letteratura russa ha avuto nel periodo precedente alla
decadenza (periodo dal romanticismo a Tolstoj). Il proposito della nuova letteratura è
quello di continuare la grande letteratura ottocentesca. Merezkovskij cerca quindi le
cause della decadenza. Per lui la Russia non h avuto una letteratura, ma solo dei
grandi poeti, infatti sostiene che a partire da Puskin in Russia si siano susseguiti
moltissimi poeti, ma che non si sia formata una civiltà letteraria, non vi è organicità,
ogni autore russo è “solo”, da questo deriva la stagnazione letteraria e intellettuale
della Russia degli anni ’80. Inoltre altre cause sono: la corruzione del linguaggio,
l’organizzazione dell’editoria e lo stato della critica.
Merezkovsij passa poi in rassegna la nuova generazione letteraria, come Cechov.
Sostiene che a nuova generazione è una rinascita dell’arte ideale.
La ine del XIX secolo culmina in una grande iniziativa: la fondazione di “Mir
Iskusstva”, rivista che uscì a Pietroburgo e che voleva promuovere la rinascita dell’arte
russa. In questa rivista vi sono due tendente: una artistica, dedita alla ricerca
rinnovatrice delle varie arti. E una iloso ico-letteraria, legata alla problematica
religiosa.
La vita letteraria e artistica russa acquista una moderna democraticità e attraverso la
sua apertura alle nuove tendente europee penetra più a fondo nel suo terreno
nazionale.
La nuova poesia nasce come esplosione del nuovo senso della parola. Questa
rivoluzione ha due e etti importanti: da una parte costringe il lettore ad uscire dalla
sua passività abituale di fruitore di un piacere poetico “esplicito” e dell’altra ha una
funzione retrospettiva, in quanto educando esteticamente il lettore, lo rende capace
di leggere in modo nuovo a poesia precedente.
La vecchia poesia dominante degli anni ’80 aveva il suo caposcuola in Nadson, nel cui
linguaggio stereotipato, trova voce l’uomo super luo, reso ancora più lamentoso dalla
scon itta del populismo. Il “nadsonismo” fu l’espressione di un stato d’animo che
troviamo in molti racconti di Cechov. In questo ambiente poetico si formano Minskij e
Merezkovskij. Con Minkij si passa a una poesia intellettualistica, che si costruisce una
complessa base meta isica. Si tratta di una ricerca meta isica e religiosa di Minskij,
che non ri iuta tuttavia il vecchio ideale “rivoluzionario”
Gor’kij
Gor’kij fu uno degli esponenti della prosa del periodo insieme a Cechov. La sua prosa
non sconvolse però la mentalità tardo-populistica a di erenza di Cechov. Gor’kij
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tacqua all’interno della crisi del populismo, inoltre nello stesso periodo era nato il
marxismo russo. Gor’kij si avvicinò all’ideologia marxista, e il suo cammino di
avvicinamento all’ideologia è quello della sua evoluzione letteraria: dal periodo
dell’anarchismo romantico al “realismo socialista”. Il suo primo periodo sempre rifarsi
al vecchio romanticismo, basato su una “volontà forte, un isolamento orgoglioso di
carattere” , contrapponendo sé stesso al mondo. Lo schematismo delle sue prime
composizioni deriva proprio dalla sua mentalità “romantica” (consiste nel dividere
nettamente gli uomini tra chi si integra nella realtà e chi vuole volare al di sopra di
essa). Lo schema resterà essenzialmente lo stesso anche nella fase marxista, ma vi
aggiungerà qualcosa di nuovo, una nuova prospettiva, seguendo la sua esperienza di
conoscitore delle masse popolari umilia degli impulsi culturali allora di usi in Russia.
Diventa uno scrittore “di massa” e quindi anche critico nei confronti dell’intelligencija.
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