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Storia de a critica d’arte

3.10.2022

Rinascimento e il nuovo ruolo dell’artista: per gran parte del periodo medievale, ino ai
tempi pregiotteschi, quello che oggi de iniamo artista si considerava come un artigiano, una
persona abilissima nello svolgere il proprio lavoro, soprattutto manuale.
Nell’antichità le arti si distinguevano in due rami: “Arti liberali”, la cui creatività veniva af idata
all’intelletto, e “arti meccaniche” che implicavano tecniche ben precise e collaudate per la
manipolazione della materia.
Da un punto di vista sociale, le arti liberali erano molto più apprezzate di quelle meccaniche.
Le arti igurative – siano quelle realizzate dai pittori, che dagli scultori –si includevano tra le
arti meccaniche. Nel Medioevo attribuivano la paternità dell’opera d’arte soprattutto al
committente, mentre lasciavano passare in secondo piano l’artista che l’aveva eseguita.
Quindi la capacità nella realizzazione di un’opera non venne più considerata come quella di un
semplice esecutore e l’artista acquisì più libertà creativa.
Con l’arrivo Giotto si assistette ad un’eccezionale cambiamento di rotta sulla considerazione
sociale dell’esecutore di un’opera d’arte. Poco più tardi, già nel Primo Rinascimento, l’artista
incominciò rivendicare con forza il proprio ruolo di intellettuale.

L’artista si sposta nelle corti: Nel corso della Storia dell’arte, ino al Rinascimento, vediamo
come i creatori d’opere d’arte sono ritenuti semplici esecutori.
Con l’avvento del Rinascimento, invece, questi incominciarono a godere di una nuova
considerazione. Con il Rinascimento cambiò anche l’ambiente di lavoro dell’artista: mentre
prima lavorava quotidianamente nella propria bottega, da questo periodo in poi incominciò a
spostarsi ed aprire nuovi cantieri presso le numerosissime corti, cui la nostra penisola era
divisa. Nelle corti, infatti, poté così entrare a diretto contatto con l’alta
aristocrazia e con gli intellettuali del tempo: scrittori, poeti, iloso i e così via.
Finalmente anche l’artista viene considerato fra gli intellettuali del tempo.

Madonna Rucellai, Duccio. Opera che si pensava fosse di Cimabue, fa


parte della maniera greca, ovvero prima di Cimabue, e si accosta alla maniera
moderna. Si tratta dell’opera più grande mai fatta su tavola. È la realizzazione
degli angeli che la accosta alla maniera moderna.

Le “Vite” di Giorgio Vasari. Il nome completo di questo libro è “Le vite de’ più eccellenti
pittori, scultori, e architettori”, ma è diventato famoso come Le Vite del Vasari, importante
pittore ed architetto. Il libro fu scritto nel corso del XVI secolo e pubblicato nel 1550 (prima
edizione Torrentiniana). Si tratta del primo libro della storia dell’arte e racconta delle vite e
delle opere degli artisti vissuti tra Medioevo e Rinascimento. Giorgio Vasari non è stato il
primo uomo che ha cercato di scrivere un libro con le biogra ie degli artisti più importanti.
Prima di lui ci ha provato Paolo Giovio con il libro “Uomini illustri”, nel quale tratta pero
solamente delle vite di Michelangelo, Raffaello e Leonardo. Nel 1568 pubblica la seconda
edizione (edizione Giuntina), includendo al suo interno i ritratti degli artisti presenti
nell’opera, i quali mostrano dei dettagli nel volto, o espressione, i quali rimandano al
“carattere” degli artisti. La differenza sostanziale tra le due edizioni inoltre, è la scelta degli
artisti inseriti: nella prima edizione sono presenti solo gli artisti non più in vita e
Michelangelo, considerato il più grande artista di tutti i tempi (il genio) da Vasari, mentre nella
seconda sono stati aggiunti molti artisti ancora in vita
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