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Gennaio 2019

Presentazione su Piero Manzoni


Federico Fauro, Veronica Amoruso; lll D

Introduzione all'artista
Piero Manzoni è uno degli artisti più radicali degli anni ’50 e dei primi anni ’60 che hanno
segnato profondamente l’arte del Novecento, nonostante la sua vita brevissima.
Discendente del celeberrimo Alessandro Manzoni, e quindi di famiglia nobiliare, Piero
Manzoni nasce a Soncino nel 1933 ed intraprende studi classici a Milano presso i gesuiti,
per poi proseguire la propria carriera scolastica iscrivendosi alla Facoltà di Legge
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, anche questa a Milano.
Artista appassionato e appartenente al circolo di Fontana, dal 1955 al 1957 Piero si stacca
dalla pittura tradizionale e comincia la sua esperienza nello sperimentare con l'arte.
In poco tempo le sue opere e le sue tesi si fanno apprezzare internazionalmente man
mano che l'artista aumenta più e più il suo messaggio provocatorio.
Piero Manzoni muore d'infarto nel suo studio qualche giorno prima di compiere trent'anni,
nel suo studio a Milano. La sua impronta è però rimasta, indelebile, e se oggi si parla di
arte provocatoria non si può non citare il suo genio, stroncato troppo presto.

Opere trattate

• Merda d'artista
• Achrome
• Fiato d'artista
• Linee
Merda d'artista

Piero Manzoni espone alla Galleria Pescetto di Albisola Marina le scatolette di Merda
d’artista nel 1961. Queste sono scatolette di latta non diverse da quelle comunemente
usate per conservare cibo a lungo termine, con un'etichetta che annuncia in varie lingue
l'origine del contenuto e vendute a peso d'oro. Il messaggio che l'artista vuole far capire al
pubblico è chiaramente uno di critica: nel mercato dell'arte moderna del dopoguerra un
artista conosciuto può vendere a peso d'oro addirittura i suoi scarti!
È certamente l'opera più famosa, che spesso si viene a conoscere prima del suo impavido
autore. Benchè fosse chiaro al tempo e nel suo circolo che il dare valore ad un oggetto
comune, soprattutto se un oggetto del genere, e venderlo a peso d'oro era una forma di
ribellione critica a quel mercato in cui si trovava, il record d'asta per uno di queste
scatolette è attualmente a 220000 euro, un prezzo infinitamente superiore di quello
assegnato, già spropositato apposta, dall'artista, all'nterno di quel mercato e con gli stessi
meccanismi che erano l'oggetto della protesta intellettuale dell'artista, il che può essere
interpretato come ironico, o forse come tragico.

Achrome

Si chiama "Achrome" è una serie di opere dell’artista prodotte tra il 1957 e il 1963, dedicate
interamente allo studio dell’assenza di colore. Le opere più rilevanti sono realizzate con
tele grinzate, fibre di vetro, altre superfici ricoperte di gesso grezzo, caolino, su quadrati di
tessuto, feltro, fibra di cotone, peluche o altri materiali.
Manzoni voleva sottolineare l’assenza di colori, sostenendo che “l’infinibilità è
rigorosamente monocroma”, ma cercando di realizzare effetti particolari con le superfici.
Ci invita ariflettere sulla e di finzione promossa dal colore stesso in ogni attività umana,
vuole in altre parole smascherare la facciata che dipingiamo per noi stessi in ogni nostra
attività, in ogni nostra interazione con il resto della società o con la realtà in generale, per
non parlare delle maschere che indossiamo per nasconderci da noi stessi.
Fiato d'artista

Per Pietro Manzoni un'opera d'arte è solo la manifestazione fisica di una riflessione
filosofica, tutto il valore sta esclusivamente nella meditazione precedente all'esecuzione,
nell'idea. I "Corpi d’aria", realizzati tra il 1959 e il 1960, parte di un progetto più ampio
intitolato "Fiato d’artista", secondo questa filosofia, contribuirono alla rifondazione del
concetto di arte. Manzoni realizzò ben 45 copie vendute poi a 30.000 lire ciascuna: ogni
opera comprendeva, generalmente, una scatola, un treppiede, un pallone sgonfiato e un
boccaglio. I palloncini venivano gonfiati dall’artista stesso in presenza del compratore, e il
prezzo dell’opera variava a seconda dei litri d'aria "acquistati". Attraverso questi lavori,
decisamente improntati su un sottile gioco di narcisismo estetico ed ironia, che d’altronde
accompagna l’intera carriera manzoniana, egli è in grado di concretizzare idee quali
immaterialità e atmosfericità, e di trasformare un semplice soffio d’aria in un manufatto
artistico a tutti gli effetti.
Linee

Molti lavori di Piero Manzoni esigono il nascondimento dell’opera d’arte. E’ il caso delle
Linee, realizzate in esemplari di diversa lunghezza tra il 1959 e il 1961. L’opera consiste in
una singola linea tracciata su un foglio di carta, arrotolato e posto all’interno di un
contenitore cilindrico che non si sarebbe mai dovuto aprire. La sparizione dell'opera d'arte
è esibita in modo palese nella Linea di lunghezza infinita: il contenitore racchiude
idealmente una linea che esiste solo come puro concetto. In questo modo l’opera d’arte è
inaccessibile, preclusa anche ad un potenziale compratore, chiusa nell’astuccio e in se
stessa. L’effettiva esistenza della Linea, evocata soltanto dall’intervento dell’artista (che ha
firmato l’etichetta, garantendone la lunghezza, il mese e l’anno della realizzazione) può
essere visualizzata dal pubblico solo attraverso una riflessione puramente mentale. Piero
Manzoni strappa all'arte la caratteristica che per millenni l'ha definita, la visibilità. Con
l'avvento della fotografia e la consequenziale crisi dell'arte rappresentativa c'era bisogno di
una rivoluzione concettuale che reinventasse l'arte da capo e Manzoni ha senz'altro
giocato la sua parte

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