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NATURA MORTA

Natura Morta è il termine utilizzato per indicare le rappresentazioni di forme ed oggetti


inanimati; i temi principali di queste reppresentazioni sono composizioni di fiori recisi, frutta,
verdura, selvaggina morta, vasi, libri e strumenti musicali.
I primi cenni di natura morta vengono riscontrati in alcuni affreschi del periodo romano, dove
troviamo le prime composizioni di oggetti inanimati.
La natura morta è una corrente artstica appartenente al sedicesimo secolo. I principali
esponenti di questo movimento furono gli olandesi, fortemente attratti dal gusto della
descrizione miniaturistica, molto coerente con la natura morta.
Ma è di un pittore italiano, Caravaggio, quello che pùò forse ritenersi il massimo esempio di
questo genere di pittura.
La natura morta, conobbe un periodo di decadenza nel periodo neoclassico per poi tornare in
auge con gli impressionisti ed in particolare con il grande Cezanne.

Cezanne, Caravaggio

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Natura Morta, natura morta, oggettistica, arte inanimata

La Natura morta. Da Manet a Cézanne passando per Van Gogh e Gauguin


per arrivare alle tele di Picasso e Morandi in mostra alla galleria d'arte
moderna di Bologna.

Con questa esposizione si compie un primo tentativo di seguire lo sviluppo tematico e stilistico dell'arte
che ha come soggetto la natura morta. Questo genere, fondamentale all'interno delle ricerche artistiche di
vari movimenti, viene ripercorso attraverso oltre 140 opere di artisti tra i maggiori degli ultimi centotrenta
anni. La ricerca parte infatti dal 1870, analizzando tre fondamentali modelli ottocenteschi di natura morta:
due composizioni di fiori di Fantin-Latour ed una delle ultime opere di Manet: "Puneaux" del 1880.

L'esposizione prosegue mostrando come l'opera originale di Cézanne sia riuscita a dare una dignità
particolare al genere. Cézanne infatti studia la dinamica ottica e fisica della percezione visiva, costruendo
le sue composizioni artistiche secondo i risultati della sua attenta osservazione ed ottenendo uno spazio
esteticamente autonomo. Molti degli autori rappresentati in mostra infondono nelle composizioni di genere
l'impronta originale della propria creatività artistica, Van Gogh e Gauguin, tra gli altri, dipingono nature
morte impregnate di motivi metaforici ed autobiografici che spesso svincolano l'opera dal suo significato
oggettivo per trovarne altri ben più profondi.

Tra le più significative sperimentazioni artistiche si segnalano le opere futuriste e cubiste, nelle quali la
decostruzione dell'oggetto supera e stravolge ogni regola accademica. Severini, Boccioni, Picasso e
Braque rifiutano la rappresentazione realistica, ricercando nuove relazioni spazio temporali. Tra gli autori
in mostra non si può dimenticare Giorgio Morandi, artista simbolo della natura morta, che fa di questo
genere la sua realizzazione stilistica più rappresentativa. Morandi sperimenta differenti visioni di un
numero ristretto di oggetti d'uso quotidiano. 

Dagli anni cinquanta in poi le correnti informali relegano la natura morta ad un interesse secondario,
sostituito da altre istanze di ricerca. Sarà la Pop Art a rinnovare il genere, facendo dell'oggetto o più
spesso della sua rappresentazione pubblicitaria, un protagonista assoluto. La mostra presenta inoltre
un'ampia sezione dedicata agli sviluppi fotografici del genere. Questa sezione è introdotta da una stampa
su carta salata del 1844 di William Henry Fox Talbot, intitolata "Articoli di vetro".
La mostra, curata da Peter Weiermair, direttore della Galleria d'Arte Moderna di Bologna, con la
collaborazione di Samuel Vitali e Uliana Zanetti, costituisce la prima parte di un progetto più ampio che
prevede altre due esposizioni, dedicate rispettivamente l'una al corpo e al nudo l'altra all'autoritratto.

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