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Bodyart:

La body art, come detto, è una corrente artistica nata verso la ne degli anni sessanta, nel 1968,
negli Stati Uniti e in Europa, come prolungamento e conseguenza degli avvenimenti storici e dei
cambiamenti sociali che si stavano veri cando in quel periodo. Dove la messa in discussione
politica e sociale, portò all’a ermazione di nuove loso e di pensiero, di una ricerca profonda della
propria identità e soggettività, di ribellione. E attraverso la quale si iniziarono ad analizzare e
indagare le diverse contraddizioni dell’essere.

Un movimento che nasce anche grazie alle in uenze portate dal dadaismo (il cui scopo era quello di
stravolgere l’ormai passata concezione dell’arte) dopo la prima guerra mondiale, o degli happening
tipici della corrente Fluxus sviluppatasi tra gli anni cinquanta e i primi anni sessanta, in cui si vede
l’unione di esperienze come la danza, la poesia, il teatro o la musica, nella stessa esperienza
artistica. Anche sotto forma di gesti estremi per il tempo, come la rottura da parte di musicisti dei
loro strumenti o l’utilizzo di corpi come pennelli.

Una corrente, quindi, in cui tutto è consentito e dove il corpo si trasforma, diventando il mezzo
espressivo per eccellenza, capace di esternare ciò che fa parte del mondo interiore, emozioni,
pensieri, angosce, paura, traumi, perversioni, dolori, gioie, ecc. Ogni minima sfaccettatura
dell’animo umano.

E sempre con un comune denominatore, la mancata attenzione verso la gradevolezza e l’esclusione


dell’idea che si debba avere un piacere estetico verso l’opera stessa.

Body art: denuncia e distacco

Proprio per questo distacco totale dalle forme d’arte più classiche, la body art provocò grandi
polemiche e scompiglio, perché ribaltava qualunque genere di regola no a quel momento
applicata, “portando in scena”, anche di fronte ad un pubblico (cosa che generalmente non
avveniva) il proprio corpo come mezzo artistico o come oggetto d’arte. Capace di manifestare,
sfogare e denunciare la condizione interiore vissuta dall’artista come singolo e come parte di una
società.

Tra i massimi esponenti di questa nuova corrente artistica non si possono non ricordare artisti
estremi come la francese Gina Pane, che si procurava ferite in ogni parte del corpo o si in lava
spine di rose nel corpo come manifestazione del dolore sentimentale.

O l’austriaco Hermann Nitsch (fondatore del Teatro delle Orge e dei misteri) che all’interno delle sue
opere rappresentava scene che riprendevano le orge dionisiache. O utilizzata carcasse di animali e il
loro sangue come colore. Ma anche l’artista italo-americano Vito Acconci che, per esempio, nella
sua performance “sfregando un pezzo”, si grattò un braccio no a farlo sanguinare, comunicando
emozioni unicamente attraverso il suo corpo.

La body art, quindi, nasce come un moto di sovversione, di distacco, di manifestazione spesso
cruenta di un vivere interiore controverso. Dove prende atto la massima necessità di libertà, del
vivere e del sentire. E che attraverso il corpo si esprime senza limitazione alcuna, eliminando
qualsiasi stereotipo e dando spazio a tutte quelle identità o concetti che no a quel momento erano
sempre state repressi
Gina Pane opere
La Body Art di Gina Pane ha come punto focale il corpo: l'artista lo mette in relazione, di volta in
volta, con la natura, con ciò che sta al suo esterno, cioè il mondo e, in ne, con il pubblico, che
diventa parte integrante della sua opera. Gina Pane e le sue opere sono veramente rappresentative
della Body Art anni '70 e, oltre a porre l'accento sull'intimità, criticano l'asservimento della politica
alle potenze militari e la condizione considerata subordinata della donna, in un periodo di forti
tensioni sociali. Prima di dedicarsi esclusivamente a metodi performativi, l'artista realizzò anche
dipinti dallo stile geometrico e sculture monocrome.

Gina Pane opere performance


Come anticipato, Gina Pane e le opere performance della sua produzione, che sono preponderanti
rispetto al resto, si possono classi care in tre fasi esplorative. Della prima, incentrata sulle azioni dei
fenomeni naturali, fanno parte le azioni Dessin verrouillé (1968), in cui il disegno dentro una scatola
di ferro non si rivela allo spettatore prima dell'ossidazione, Pierres deplacées (1968), che vede
piccoli interventi dell'artista sul paesaggio, come spostare dei sassi dall'ombra alla luce, Peche
endeuillée (1968), un'installazione contro i danni del nucleare e Stripe-Rake (1969), cioè un'azione
che prevede il rastrellamento di un mucchio di sabbia bianca, e che fu presentata alla Galleria LP
220 a Torino.

GINA PANE AZIONE SENTIMENTALE


Gina Pane e la Body Art come estrinsecazione della so erenza e costrizione cui le donne sembrano
spesso costrette, trovano il loro massimo culmine poetico nella performance denominata Gina Pane
Azione Sentimentale. L'azione si è svolta a Milano, nel 1973, alla Galleria Diagramma del critico
d'arte e scopritore di talenti Luciano Inga Pin e, nello stesso anno, presso il Centre Pompidou di
Parigi. L'artista, e donna, si presenta a un pubblico di sole donne indossando un completo bianco,
che rimanda alle vestali o alla sposa cattolica. In mano tiene un mazzo di rose rosse, dalle quali man
mano stacca le spine per con ccarle nel suo braccio. Il sangue, così, macchia gli indumenti bianchi,
mentre il mazzo di ori rossi lascia il posto a quelli bianchi.

Gina Pane con la performance delle rose, com'è anche nota Azione Sentimentale, rimanda da un
lato al martirio religioso, dall'altro allo status stereotipato della donna e del suo ruolo di sposa,
moglie e madre.
LAND ART
La Land Art è una forma d’arte contemporanea sorta negli Stati Uniti tra il 1967 e il 1968 che si basa
sull’intervento dell’artista sull’ambiente circostante che diventa parte essenziale dell’opera d’arte
(temporanea, il più delle volte).
La land art rappresenta l’espressione della presa di coscienza della questione ambientale da parte
del mondo dell’arte. È la pre gurazione artistica di nuovi modelli di vita. È una ri essione sul
rapporto dell’uomo con l’ambiente che si inscrive pienamente nella costruzione epistemologica
delle categorie natura-cultura, sviluppatasi in seno al pensiero moderno occidentale.
Fare arte utilizzando il paesaggio non solo come soggetto ma come materia stessa dell’opera. È
questa l’essenza della land art. Nata come reazione di molti artisti alle atmosfere museali percepite
come asettiche, la land art porta l’arte al di là degli spazi espositivi tradizionali. Lo fa tuttavia in
modo più radicale rispetto alla “sited sculpture”. Le sculture non sono solo situate nel paesaggio
con sensibilità al contesto in cui sono inserite. La land art consiste in “una forma integrata di
scultura come paesaggio e di paesaggio come scultura in cui il contesto con le sue mutevoli
condizioni assume valore di soggetto principe nella formazione e nella percezione dell’opera”
(Beardsley 1984).
Il land-artista fa del paesaggio naturale ed urbano non solo il contesto dell’opera ma l’opera stessa,
realizzando su e attraverso di esso interventi a varia scala e invasività. Dalla scala in nitesimale
dell’impronta, della debole traccia lasciata dal passaggio dell’artista (si vedano i cicli di opere
“Walking a Line” e “Walking a Circle” di Richard Long), alla grande scala dell’intervento che
trasforma, anche se in maniera solo e mera, interi paesaggi, distese desertiche, scogliere, isole (si
veda per esempio l’opera di Christo & Jean Claude Javache “Wrapped Coast, one million square
feet”, Little Bay, Australia, 1968).

I principali artisti della land art sono Michael Heizer, Robert Smithson, Walter De Maria, Richard
Long, Dennis Oppenheim, Beverly Pepper, James Turrell e Christo, ma anche Robert Morris (nel
1966 progetta un grande anello di terra ricoperto d'erba per un aeroporto, ma solo nel 1971 in
Olanda riesce a concretizzare il suo progetto Observatory, una complessa costruzione ad anelli
concentrici) è protagonista di operazioni ambientali di notevole rilievo. L'artista Alberto Burri, pittore
e scultore italiano, gura internazionale di primissimo piano nell'arte del dopoguerra, realizza,
rivestendo le macerie della ormai distrutta (dal terremoto del 1968) città di Gibellina, un famoso e
mirabile esempio di Land Art.

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