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ASTRATTISMO

L'astrattismo nasce nel primo decennio del Novecento ed acquista una fisionomia rilevante tra il 1910 e il
1914. In esso l'arte non è più il luogo di descrizione della realtà esterna, bensì di espressione del sentimento
interiore dell'artista. In esso viene eliminata qualsiasi proiezione della vita interiore in oggetti reali: i
sentimenti sono espressi esclusivamente mediante il colore e forme astratte, quindi un'arte non
rappresentativa. L'artista che con più consapevolezza imboccò la strada di una produzione pittorica astratta fu
Vasilij Kandinskij. Dopo l'interruzione della prima guerra mondiale le ricerche astrattiste continuarono con
più vigore. In Russia maturarono il suprematismo, che faceva capo a Casimir Malevic, e il costruttivismo
fondato da V.E. Tatlin. In Germania operano Kandinskij e Paul Klee. Nei Paesi Bassi gli artisti neoplastici
diedero vita ad un movimento riunito dal 1917 intorno alla rivista “De Stijl” alla quale vi aderì anche il pittore
Piet Mondrian. Esito delle conseguenze futuriste, l'astrattismo si manifestò in Italia attraverso le esperienze
del pittore fiorentino Alberto Magnelli, che nel 1915 dipinse alcuni quadri di limpido astrattismo geometrico.
Ma soltanto nel 1934 a Milano si formò un vero e proprio gruppo astrattista composto da M. Reggiani, O.
Licini, A. Soldati e Luigi Veronesi, che ampliò la sua ricerca astratta alla fotografia e al cinema d'animazione.

Vasilij Kandinskij
Il russo Vasilij Kandinskij nacque a Mosca nel 1866 e morì a Neuilly-sur-Seine nel 1944. Pittore e anche
teorico dell'arte, è considerato il principale iniziatore dell'arte astratta e uno dei più grandi artisti del
‘900. Dal 1886 al 1889 studia Legge a Mosca. Nel 1896 rifiuta un posto di docente all'Università di Dorpat
per andare a studiare arte a Monaco. Nel 1910 produce il suo primo acquerello astratto (Composizione n.1)
mentre nel 1911 prese vita, dall'unione di più artisti, il gruppo artistico Blaue Reiter (Cavaliere azzurro).
Fondarono il gruppo in risposta all'esclusione da una mostra del quadro di Kandinskij ‘Il giudizio universale’.
Qui l'artista orchestra una sorta di tonante concerto di colori, dominato da variazioni di giallo. Nel suo scritto
La spiritualità nell'arte, lui compara quest'opera al suono di una tromba dove il giallo esprime il suono
apocalittico delle trombe che annunciano il giudizio universale.
Ne La spiritualità nell'arte parla di una nuova epoca di grande spiritualità e del contributo che le dà la pittura.
La nuova arte deve basarsi sul linguaggio del colore e Kandinskij dà indicazioni sulle proprietà emozionali di
ciascun tono e di ciascun colore. Qui dice che il colore può essere caldo o freddo, chiaro o scuro. questi quattro
suoni principali possono essere combinati tra loro: caldo-chiaro, caldo-scuro, freddo-chiaro, freddo-scuro. Il
punto di riferimento per i colori caldi e il giallo, quello dei colori freddi è l'azzurro. Alle polarità caldo-freddo
Kandinskij attribuisce un doppio movimento: uno orizzontale ed uno radiante. Il giallo è dotato di un
movimento orizzontale che lo fa avanzare verso lo spettatore rispetto al piano in cui è fisicamente, inoltre è
dotato di un movimento eccentrico-centrifugo perché si allarga verso l'esterno, abbaglia, respinge. L'azzurro
è dotato di un movimento orizzontale che lo fa indietreggiare dallo spettatore ed è dotato di un movimento
concentrico-centripeto perché si avvolge su se stesso, esso crea un effetto di immersione, attira lo spettatore.
Kandinskij, sempre in base alla teoria secondo la quale il movimento del colore è una vibrazione che tocca le
corde dell'interiorità, descrive i colori in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore,
paragonandoli a strumenti musicali. Egli si occupa dei colori primari (giallo, azzurro, rosso) e poi di colori
secondari (arancione, verde, viola), ciascuno dei quali è frutto della mescolanza tra due primari.
Nel 1926 pubblicò il fondamentale saggio Punto, linea, superficie dove si dedica alla parte grafica che può
esistere anche senza colore. Il punto è il primo nucleo del significato di una composizione, nasce quando il
pittore tocca la tela; è statico. La linea è la traccia lasciata dal punto in movimento, per questo è dinamica.
Può essere orizzontale (forma più concisa dell'infinita mobilità fredda); verticale (forma più concisa
dell'infinita mobilità calda), diagonale (unione uniforme di freddo e caldo). Può essere spezzata, curva, mista.
I singoli suoni possono essere mescolati tra loro; più la linea è variata, più cambiano le tensioni spirituali che
suscita: drammatiche se è spezzata, più liriche se è curva. Anche lo spessore cambia: può essere sottile,
marcato, spesso, variabile. La superficie è il supporto materiale destinato a ricevere il contenuto dell'opera, si
tratta solitamente di una tela (ma Kandinskij ha dipinto anche del vasellame e dei piatti). L'opera risulta dunque
essere limitata da due linee orizzontali e due verticali, oppure da una linea curva (per la tela a formato ellittico).

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