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Controriforma e Manierismo

Pro lo storico
- Prima metà del XVI secolo è segnata da con itti e rivolgimenti
- Carlo I re di Spagna (imperatore Carlo V) vs Francesco I re di Francia → per il trono imperiale
- I due si scontrano sul suolo di un’Italia divisa e lacerata → anche a Roma (sacco nel 1527)
- 1517 con 95 tesi Martin Lutero avvia “riforma” protestante → condannata da papa Leone X
(1520) e da Carlo V nella dieta di Worms (1521) ma nella dieta di Spira (1529) si ha de nitiva
frattura tra Stati cattolici e Stati protestanti
- Due principi fondativi della moderna coscienza europea secondo Lutero: ri uto dell’autorità
incontestabile della Chiesa e la fondamentale libertà della coscienza individuale
- Chiesa a ronta un’autentica frattura nell’unità del mondo cristiano occidentale
- Papa Paolo III convoca il Concilio di Trento (1545-63) all’indomani della pace di Crecy (1544)
che sancisce la ne dei con itti tra Francia e Impero → protestanti si ri utano di partecipare al
Concilio e non si arriva a una paci cazione
- Nel Concilio emergono due orientamenti opposti: uno più conciliante e aperto alle istanze
innovatrici; uno teso alla ria ermazione dei dogmi tradizionali contro dottrine eterodosse →
prevale il secondo schieramento (progressisti mal visti): caduta aspirazioni a unità continente
- Chiesa si arrogava ruolo di unica interprete delle Scritture e stabiliva latino come lingua della
Bibbia (Lutero aveva proposto traduzione in tedesco), ria ermava il principio “extra ecclesiale
nulla salus” (“fuori della Chiesa di Roma non è possibile alcuna salvezza”) e i 7 sacramenti
(protestanti solo 3)
- Iniziative di riforma anche all’interno della chiesa stessa sul campo della disciplina del clero e
dell’insegnamento: introdotto il catechismo (obbligo di insegnare dottrina ai fedeli)
- Nascita della congregazione dei gesuiti (Compagnia di Gesù) fondata nel 1540 da Ignazio di
Loyola → importante in uenza politica (grazie anche ai legami stretti con principi e sovrani),
sociale e culturale: promozione della fede attraverso istituzioni educative o attività missionarie
- 1542 viene istituita l’Inquisizione romana (la prima ci fu nel XII secolo)
- Orientamenti sanciti nel Concilio hanno una forte ricaduta sulla vita culturale a partire dagli anni
Sessanta del Cinquecento (es. tendenza dei letterati a organizzarsi in istituzioni chiuse e
regolate da norme rigide come le Accademie; studi di lologia con recupero e valorizzazione
delle norme ssate dagli antichi autori)
- Chiesa intervenne nel dibattito letterario contemporaneo → Concilio impose direttive precise
attraverso il ra orzamento delle istituzioni repressive (es. Tribunale dell’Inquisizione, Indice dei
Libri Proibiti → Il Principe o Decameron riscritto e pubblicato in due edizioni “purgate”)

Il Manierismo
- Vicende letterarie e culturali del ‘500 che causano mutamento di prospettive hanno un
corrispettivo nelle arti gurative, caratterizzate da elementi di rottura e innovazione
- Intorno al secondo decennio del XVI secolo, il classicismo umanistico e rinascimentale diventa
oggetto di contestazione e arte si avvia sulla strada di uno “sperimentalismo anticlassico” →
questo orientamento con uirà verso la metà del secolo nella corrente del Manierismo
- Tuttavia i due orientamenti non possono essere distinti in maniera rigida (elementi in comune)
- Anticlassicismo orisce tra 1515-1525: protagonisti pittori Jacopo Pontormo e Rosso Fiorentino
→ diverso ideale estetico, disarmonico, antiortodosso, aperto a sperimentalismo
- Tendenze si fondano sull’ostentata dichiarazione di una crisi: della visione antropocentrica
dell’universo, del mito dell’antico, della convinzione che vi sia concordanza fra natura e ragione
e che natura sia pienamente conoscibile
- Forme, colori, composizione delle opere è caratterizzata da innaturalezza (es. Pontormo allunga
gure, a olla pitture di personaggi, ne accende i colori; Fiorentino ritrae volti allucinati, posture
deformate e impiega colori freddi e lividi)
- Manierismo eredita crisi del secolo ma la a ronta in modi diversi
- Principale teorico di questa corrente è Giorgio Vasari → de nisce “maniera” come “arte nata
dall’arte”: arte non è più rappresentazione della natura ma diventa ltro rispetto alla natura
- Si segue la “maniera”, ovvero lo stile proprio di un insieme di più modelli illustri: tra i principali
(sia per manieristi che per anticlassici) vi sono Leonardo e Michelangelo, dei quali si prediligono
i lati più oscuri, tormentati, inquieti → nasce un linguaggio artistico che oscilla tra invenzione e
imitazione dei modelli illustri, tra “varietà delle bizzarie” e “graziosissima grazia”
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- Imitazione dei modelli non deve giungere a eccesso della ripetizione vuota o a esagerato
allontanamento dalla verosimiglianza → ogni artista deve elaborare proprio stile
- Le radici di ↑ questa caratteristica sono causate dalla crisi delle certezze di fronte a
Controriforma, a nuove scoperte geogra che, dibattiti sollevati dalle scienze
- Mondo e natura appaiono come entità ina errabili e sfuggenti: impossibile rappresentare realtà
- Solo nella mente umana fatti e manifestazioni variabili della realtà assumono una struttura
coerente, in modo che immagine mentale diventa l’unica imitabile e rappresentabile
- Mente dell’artista, la sua individualità che si esprime nel suo stile (maniera) diventa principio
fondante della rappresentazione pittorica
- Estetica del Manierismo entra in crisi in seguito a contrasto con alcune posizioni del Concilio
(che promuovono l’idea di un’arte dalle nalità educative)
- Linguaggio ricercato e sottile dei manieristi, rivolto alle élites culturali e sociali entra in con itto
con esigenze di edi cazione popolare
- Gusto ermetico ed erudito, inclinazione al sensuale e talvolta al “satanico” delle scelte gurative
manieriste contrastavano con la necessità tridentina di un controllo assoluto dell’ortodossia
- Secondo chiesa tridentina l’arte non doveva essere nalizzata esclusivamente alla
rappresentazione del bello ma essere mossa dal criterio dell’utile morale
- Immagine diventava così forma visibile del dogma, mezzo di edi cazione, esempio,
persuasione e propaganda → Chiesa è maggior committente di opere d’arte (ricorda gesuiti:
riorganizzazione della cultura ereditata dall’Umanesimo e nell’arte promozione di nuovi criteri
estetici fondati sul rigore della fede e sulla meraviglia e il fasto della Chiesa → base Barocco)
- Prima della sua crisi, Manierismo genera alcuni cambiamenti di lunga durata: grande
importanza data all’individualità della mente creatrice si manifesta in un tratto nuovo del
temperamento di molti artisti di questi anni, d’estratti infatti come strani, solitari, inquieti…
- “Genio” assume una sionomia nuova → per la ne del secolo Caravaggio incarna gura di
artista fuori dagli schemi, capace di imporro i volti dei bassifondi nell’arte sacra
- Anche in ambito letterario la malinconia, elevata a forza intellettuale, diventa tratto distintivo del
genio: ne costituisce la condizione e la disposizione naturale
- Inclinazione all’isolamento porta, oltre a tendenza alla solitudine, a propensione alla creazione
- Carattere malinconico implica a una dualità fondamentale: oscillazione tra a ermazione e
dubbio di sé (es. inquietudine di Tasso e oscillazione tra isolamento e volontà di integrazione)
- Insieme a questa gura del genio nasce anche quella dell’eroe moderno (es. eroe del dubbio
Amleto di Shakespeare, eroe della generosità don Chisciotte della Mancia di Cervantes)
- Oscillazione tra integrazione e isolamento è legata anche a una vita di corte sempre più
arti ciosa e regolata da codici di comportamento (emblematico il Galateo di Della Casa)
- Centrale il principio della dissimulazione: necessità del cortigiano di mascherare i proprio reali
pensieri e di adeguare i proprio comportamenti al potere

Le tendenze normative e la Poetica di Aristotele


- Timore per la derivazione della norma e la corrispondente ricerca di regole caratterizza anche
produzione letteraria e ri essione teorica su di essa
- Intellettuali si rivolgono ai classici per elaborare un metodo di giudizio sulle opere e una guida
per la loro composizione
- Linguaggio letterario e pittorico trovano punto di contatto: Manierismo promuove arte come
imitazione e ripresa personalizzata di modelli artistici, letteratura si a da alle teorizzazioni e alle
opere degli autori classici per stabilire le proprie norme
- Primi 40 anni del ‘500: ri essione letteraria legata ai precetti dell’Ars poetica di Orazio, in
particolare: necessità di uniformare stile e contenuti, conciliazione tra docere e delectare
- Nella seconda metà del secolo si riprende la Poetica di Aristotele (grazie a diverse traduzioni
dell’opera in latino e volgare, commenti e trattati ispirati ad essa)
- Riscoperta dell’opera di Aristotele anima un’intensa ri essione sull’ordinamento e
sull’interpretazione della letteratura nei suoi rapporti con la realtà → “aristotelismo critico”
- Secondo ↑ orientamento, arte (rappresentazione verosimile della realtà) può assumere una
precisa funzione educativa → ciò avviene a patto di rispettare le norme che consentono all’arte
di realizzare tale verosimiglianza: si a erma esigenza di ordine, de nizione e classi cazione
- Si delinea anche teoria dei generi letterari (in base a materia, struttura, caratteristiche stilistiche)
- Precetti aristotelici fondamentali: unità di azione che garantisce verosimiglianza, funzione
“catartica”(puri catrice) e quindi educativa
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- Necessità di incentrare il problema estetico sulle più concrete questioni tecniche e retoriche →
razionalismo critico di Ludovico Castelvetro, autore di Poetica d’Aristotele volgarizzata esposta
(1570): grande rilevanza al gusto realistico ma dilettare è ne ultimo della poesia → teorizza la
conciliazione tra il verosimile e il meraviglioso (<piacere del lettore)
- Anche Tasso nel suo poema tenta di unire il verosimile della materia storica con il meraviglioso
del soprannaturale di tipo cristiano

Da Ariosto a Tasso: il dibattito sul poema epico


- Orlando Furioso: grande successo il tutto il Cinquecento → ragionamenti suscitati dalla ripresa
della Poetica di Aristotele investono anche il poema di Ariosto, soprattutto in merito alla sua
collocazione nella tradizione letteraria, alla luce della de nizione dei generi e del nuovo
aristotelismo critico
- Inevitabile confronto tra opere di Ariosto e di Tasso → dibattito tra posizioni opposte
- Detrattori del Furioso gli attribuiscono molti elementi di incongruenza → non rispetta unità
d’azione (opera fondata su in nita varietà di vicende), incoerenza tra titolo (cavaliere folle
d’amore) e tema principale (guerra tra cristiani e pagani), eccessiva indulgenza verso la magia e
il meraviglioso di ascendenza pagana (contraria a spiritualità cristiana e a verosimiglianza)
- Difensori del Furioso rivendicano la grande forza innovativa e modernità del poema → non
difendono l’appartenenza al genere epico dell’opera ma rivendicano la sua radicale novità
rispetto all’epos antico e la legittimità della letteratura volgare (pari a quella antica) → Furioso
diventa testo canonico non attraverso l’assimilazione ma la di erenziazione
- Anni precedenti al Concilio inaugurarono una proli ca stagione del poema cavalleresco
seguendo l’esempio di Ariosto → vicende di Orlando, Astolfo, Rinaldo…
- Spiccano in ↑ questo contesto due esperimenti interessanti per le novità introdotte:
• Italia liberata dai Goti di Gian Giorgio Trissino (1527) → si ispira all’Iliade, utilizza l’endecasillabo
sciolto anziché l’ottava, materia basata su vicende storiche e reali delle campagne
dell’operatore Giustiniano per liberare l’Italia dai Goti, unità d’azione, adeguamento
dell’apparato mitologico classico ai valori propri di eroi cristiani
• Amadigi di Gaula di Bernardo Tasso (1560) → obiettivo dell’unità d’azione, dichiara l’importanza
maggiore del delectare sul docere ma nel suo poema l’intento moralistico prende il sopravvento
- Tra ultima edizione del Furioso e comparsa della Liberata si assiste a una vivace discussione
teorica ma nessuna grande opera letteraria
- 1585 Tasso pubblica Apologia in difesa della Gierusalemme liberata nella quale menziona
modello ariostesco ma rivendica radicale novità e originalità della propria opera rispetto a esso
- Tasso segue il romanzo cavalleresco nella materia (lotta contro infedeli) e nella forma stro ca
(ottava rima) ma per altri versi segue lo schema dell’epica classicistica
- Nell’Apologia Tasso utilizza metafora dell’opera-edi cio: Ariosto ha murato sull’opera di
Boiardo, lui invece ha formato un nuovo edi cio
- Tra le novità di Tasso vi è l’assunzione dei principi aristotelici e moralizzanti della Controriforma,
il tentativo di far convivere utile e dilettevole, vero e meraviglioso, unità e molteplice
- Pubblicazione della Liberata suscita da subito consensi e dissensi
- Tra i difensori della Liberata, Camillo Pellegrino ne' Il Carafa o vero della epica poesia (Firenze
1584) adopera stessa metafora dell’opera-edi cio per criticare Ariosto e sostenere Tasso
- L’Accademia della Crusca predilige per motivi linguistiche Ariosto (più classico),
contrapponendolo alla complicata sperimentazione tassiamo
- Galilei nelle Considerazioni al Tasso (1590) esalta l’armonica circolarità del Furioso contro la
forma ellittica (“cerchio distorto”) della Liberata
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