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IL BAROCCO

Come il 500 è stato il secolo della riforma luterana, il seicento, al contrario, è stato il secolo della
controriforma cattolica, anche se molto spesso definito anche come il secolo del barocco. Alla
profonda crisi di valori e al grande disorientamento morale che avevano caratterizzato gran parte
il 500, infatti, il seicento contrappone le forti rinnovate certezze spirituali della Chiesa.
I principi su cui si basa la controriforma sono:
- la censura, ripristinata dopo il Rinascimento, dove invece era presente una grande libertà
espressiva (Michelangelo dipinge ignudi nella Cappella Sistina, e poi successivamente verranno
coperti da Daniele de Voltaire detto il braghettoni, nel seicento.)
-L'inquisizione, istituita da Giovan Pietro Carafa. Le vittime dovute all'inquisizione sono state
molte e tra questi abbiamo Paolo veronese, che stato giustiziato per aver dipinto l'ultima cena.
-indice dei libri proibiti, introdotto nel 1543 e abolita solo nel 1966 dal concilio Vaticano
secondo. Libri proibiti comprendevano principalmente testi scientifici e narrativi.
Sul piano della dottrina e della predicazione il principale strumento della controriforma cattolica
è stato quello della fondazione di nuovi ordini religiosi dei gesuiti e dei filippini. I gesuiti erano
una compagnia militante che aveva il compito di colonizzare le nuove terre. La loro è una cultura
rigorista (moralmente), che pone molta attenzione all'aderenza ai principi primi del
cristianesimo. La cultura per i gesuiti è molto importante, infatti in ogni città è presente una
chiesa è un collegio che permetteva la formazione delle classi dirigenti. L'ordine dei filippini
(Oratoriani) invece è stato istituito da San Filippo neri. Egli costruisce oratori dove accogliere i
bambini disagiati.
Per cui al rigorismo gesuita si oppone l'accoglienza dell'ordine dei filippini.
Invece per la diffusione di massa delle idee contro riformiste e last e l'arte ad assumere il ruolo di
maggiore importanza. Con la propria arte la chiesa del seicento si propone l'ambizioso traguardo
di persuadere eretici e dubbiosi riconducendoli a quella che riteneva essere la giusta dottrina
cattolica. Ma affinché ciò avvenisse occorreva che questa nuova arte avesse la forza e la
grandiosità necessaria per imporsi. Grandiosità è un concetto che non si riferisce esclusivamente
all'imponenza e alla spettacolare alla spettacolarità, ma soprattutto alla capacità di prenetrare a
fondo nelle coscienze. L'arte 200 esche infatti deve saper anche sedurre e commuovere, al fine di
conquistare il gusto non solo attraverso l'armonia e la razionalità, Come avveniva nel
Rinascimento, o attraverso la bizzarria, come venivano in manierismo, ma grazie alla capacità di
suscitare emozioni e sentimenti. Una delle novità più importanti per l'arte è che in Italia la pittura
è nettamente indietro rispetto al resto dell'Europa, e questo ritardo è dovuto ai limiti imposti dalla
controriforma.
Molto importante anche la convocazione del concilio di Trento, che stabilisce nuove dottrine e
contro riformiste. Durante l'ultima sessione (1563) si discute dell'arte sacra. L'arte infatti doveva
rispettare diversi criteri. Primo che tre Erio: il vescovo doveva verificare la conformità delle
opere d'arte sugli altari, altrimenti sarebbe stata applicata la censura. Molto spesso infatti i pittori
come Caravaggio hanno dovuto modificare le proprie opere proprio perché non rispettavano i
cavoli imposti dalla controriforma.
Lo stile impiegato e quello pietistico-devozionale: l'opera sacra doveva suscitare la pietà dello
spettatore, il fedele doveva riuscire ad immedesimarsi nel soggetto. In architettura le necessità
statiche e costruttive rimangono necessariamente prioritario rispetto a quelle ideologiche ed
espressive, ma il gusto seicentesco si prescrive soprattutto attraverso la ricchezza e la
monumentalità delle costruzioni. Ad esempio abbiamo piazza san pietro a roma di bernini. nelle
le chiese si prediligevano la navata unica, la pianta centrale, spesso ellittica, la copertura a cupola
e la volta a botte. Proprio in questo periodo Jacopo Barozzi da Vignola, trattativista e architetto,
realizzerà una Chiesa che sarà il modello sul quale verranno realizzate tutte le chiese gesuite.
Talvolta la presenza ornamentale di statue, cornici, false finestre e altri elementi puramente dei
decorativi, arriva ad essere più importante della stessa struttura architettonica. In questo periodo
la facciata perde la sua importanza architettonica e ne acquista un altro, di tipo celebrativo e
scenografico, Adattandosi sempre di più al desiderio di monumentalità imposto dal potere papale
e dagli interessi politici di Spagna e Francia, i due Stati cattolici principali. A Roma, nel tentativo
di ripristinare l'immagine di potenza e ricchezza dell'antica caput mondi, si demoliscono interi
quartieri, si tracciano nuove strade e si costruiscono nuovi palazzi, chiese, fontane, pensando più
al effetto visivo Che all'utilità reale. All'interno delle città, o nelle sue immediate vicinanze, si
sviluppa un ulteriore elemento, il giardino. La sua realizzazione non coinvolge più solo la scheda
la scultura (statue) e l'architettura (Gore grotte artificiali, padiglioni) ma anche la botanica
(selezione di piante sempre più particolari), L'idraulica (fontane e giochi d'acqua) e addirittura la
meccanica (autonomi e altri congegni semimoventi).
Con il termine barocco non s'intende individuare uno stile o corrente artistica, ma lo spirito
dominante del seicento, e le sue principali modalità di espressione artistica. La parola a origini
incerte. Deriva forse dallo spagnolo barrueco e dal portoghese barocco e sta indicare un raro tipo
di perla (detta scala mazza) di forma irregolare, per cui particolare e preziosa. Nel 500 assume un
significato metaforico di strano, tortuoso,. A partire dal XVIII secolo, la definizione viene
applicata anche al campo artistico e assume un significato spesso dispregiativo. Invece la critica
moderna, A tolto qualsiasi valore negativo al termine. Il barocco si trasfonde molto rapidamente,
partendo da Roma, in tutta Italia, negli Stati cattolici d'Europa, negli stati colonizzati in America,
per cui le forme artistiche con la quale si manifesta sono varie e differenziate. Diventa così uno
stile storico, l'ultimo elaborato in Italia. Dopo il seicento infatti l'Italia perde il primato nella
diffusione dell'arte. Inizialmente nasce come un'esplicita risposta al protestantesimo, ma in breve
arriva anche a diffondersi degli stessi paesi protestanti. Proprio per questo motivo sarebbe quasi
criticamente più corretto parlare di più barocchi anziché di un solo generico barocco.
La produzione artistica del Rinascimento è stata sempre legata a delle personalità singole, poco
propense a condividere le tecniche della propria arte al di fuori della propria bottega. La bottega
era uno studio privato di un maestro che avviava i propri allievi all'arte. Questo concetto è del
tutto assente nel seicento, dove intorno al 1582, Ludovico, Agostino, Annibale Carracci fondano
la prima scuola di pittura nell'eta moderna. Essa fu inizialmente chiamata Accademia del
naturale, in quanto la sua finalità principale era quella di promuovere negli allievi lo studio e la
riproduzione dal vero. In seguito viene anche detta Accademia dei desiderosi, per il desiderio di
rendersi gloriosi nell'arte, e infine Accademia degli incamminati, allo scopo di sottolineare
impegnativo percorso di barbato un'azione artistica a quale ogni allievo era chiamato. I tre
Carracci erano originari di Bologna, una piccola città che fino al 1506 era sotto il dominio della
famiglia Bentivoglio. Bologna era diventata la capitale di questa cultura perché era la sede del
cardinale Gabriele paleotti, amico di Ludovico Carracci. Aveva partecipato al concilio di Trento
e ne aveva scritto un resoconto in un libro, pubblicato nel 1582 (stesso anno della fondazione
dell'Accademia). il libro è intitolato "discorso intorno alle immagini sacre e profane". Due frasi
molto importanti sono: "Le immagini sacre penetrano dentro di noi con molta maggior violenza
che le parole". Ciò vuol dire che le immagini entrano maggiormente nell'immaginario del fedele
perché sono più comprensibili, soprattutto perché il popolo era quasi del tutto analfabeta, di
conseguenza non comprendeva il latino. È stato utilizzata la parola violenza, poiché le immagini
sacre possono essere violente, perché devono imprimersi fortemente della mente del fedele. La
seconda frase "il pittore, con la sua opera, dovrà essere in grado di persuader è il popolo ad
abbracciare alcune cose pertinenti alla religione". Questa frase nasce dall'esigenza di dover
riportare il fedele al cristianesimo. L'opera d'arte occupa un ruolo fondamentale. In questa frase è
stata utilizzata la parola persuadere e non convincere, poiché con convincere intendiamo
qualcosa di razionale di logico, mentre la persuasione è un convincimento che fa leva sulle
emozioni, le sensazioni, per far cambiare opinione. Successivamente sarà conquistata dallo stato
pontificio. La loro formazione è abbastanza variegata, in quanto si riallaccia sia alla tradizione
classicista di Raffaello e Michelangelo sia quella veneziana del colore avendo presenti anche
l'esperienza di Correggio e di vari altri pittori emiliani e lombardi del periodo. Il loro
insegnamento all'interno dell'Accademia prefigura quello di una moderna scuola d'arte in cui,
oltre alla pratica del disegno si dà spazio anche alle discussioni filosofiche allo studio delle
lettere alla matematica alla geometria e all anatomia. La formazione di un artista per cui deve
svilupparsi sia a livello pratico che a livello teorico. Viene per cui cognata l'espressione
"classicismo Carraccesco", con questa espressione si vuole alludere alla volontà dei tre artisti
bolognesi di superare alcune birra bizzarre estremizzazioni del manierismo Tardo cinquecentesco
per ricollegarsi direttamente al gusto classicheggiante Del Rinascimento e al colorismo dei veneti
con Paolo veronese.
Questa accademia costituirà il prototipo di numerose altre accademie che, nel corso del seicento,
fioriranno in tutta Italia.
Agostino Carracci nasce a Bologna nel 1557 e muore a Parma nel 1602. È il più colto dei tre e il
suo contributo all'Accademia e di tipo soprattutto teorico. Attraverso la storia dell'arte e la
filosofia insegna ai suoi lievi il valore della classicità e della storia come fonti primarie di
ispirazione. Per Agostino ogni realizzazione pittorica deve essere preceduta da una profonda e
rigorosa fase di studio, connessa al significato che l'opera vuole assumere e il messaggio che
vuole diffondere.
Ludovico Carracci nasce a Bologna nel 1555 e muore nel 1619. È probabilmente meno
intellettuale del cugino e il suo contributo all'Accademia e soprattutto di tipo tecnico pratico. Egli
aderisce alle indicazioni controriformiste.
Annibale Carracci è il più importante tra i Carracci e nasce a Bologna nel 1560 e muore a Roma
nel 1609. La sua forte personalità e le sue grandi capacità pittorica l'ho con loro al vertice
dell'Accademia, al quale si dedica più con l'esempio che con la teoria. Il suo esempio erano i
grandi modelli del Rinascimento fiorentino-romano, Del colore merito e della grazia di
Correggio. Una sua celebre frase è "noi altri dipintori abbiamo da parlare con le mani". Con
questa frase vendica ai pennelli e colori una capacità di comunicazione simile, se non superiore,
a quella della parola stessa. Annibale si riallaccia direttamente alla grande tradizione
rinascimentale Fiorentina utilizzando il tratto morbido ma deciso. Favorisce una fusione è già in
vigore delle forme di Michelangelo e la serina classicità di quello di Raffaello, maturando così
uno stile nuovo e personale.
Annibale, dopo il 1595, si trasferisce definitivamente a Roma. Nella capitale egli affina la
propria conoscenza dell'arte classica e, studia da vicino Grande ci rivalità di Michelangelo e
Raffaello. Su incarico del cardinale Odoardo Farnese, lastre artista affresco-intorno al
1595/1596-la volta e le lunette del camerino del palazzo di famiglia, dove il cardinale aveva il
suo studio privato. Realizzo degli affreschi in seguito per la galleria di palazzo Farnese, senza
dubbio il ciclo pittorico più impegnativo dell'intera carriera artistica di Annibale. Si tratta di una
complessa figurazione a carattere miro mitologico, ispirato dallo stesso cardinale Odoardo. Essa
aveva per soggetto principale gli Amori degli Dei. Sulla volta a botte della galleria, Annibale
crea l'illusione di nove dipinti appesi, con sontuosi cornici dorate. Dietro di essi rappresenta una
finta struttura architettonica prospetticamente aperta sul cielo. Questo appare a sua volta
incorniciata e sorretta da statue e medaglioni che, pur essendo solamente dipinti, assumono un
certo rilievo. L'illusione complessiva che si viene a creare è così realistico e suggestiva che
l'affresco diventa uno dei principali ti di riferimento per la successiva pittura barocca. Al centro
della volta, spicca, il grande affresco del trionfo di Bacco e Arianna, sia per dimensioni che per
importanza. In esso è raffigurato reato il festoso corteo nuziale di Bacco e Arianna. I due
personaggi principali avanzano su due carri trainati rispettivamente da due tigri e da due bianchi
arieti. Intorno ad essi ci sono saturi e mènadi danzanti, E putti e Amorini, simbolo di grazia e
spensieratezza. Questo affresco è stato dipinto senza l'intervento di un'opera di censura, perché è
stato rappresentato in una casa privata, poichè la censura è applicata solo ad immagini sacre in
luoghi sacri. Annibale Carracci in questo affresco riesce a far convivere sia equilibrata
compostezza di una raffigurazione classica (ad esempio personaggio di destra e di sinistra si
corrispondono per numero, lineamento, composizione più di parentesi sia per le prospettive
fantastiche e gli spazi illusori. E proprio questo supremo equilibrio che sta la grandezza di
Annibale Carracci, ultimo grande testimone della pittura classicista e primo, fondamentale punto
di riferimento di quella barocca.

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