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Giovanni Gentile

Tra la ne dell’ottocento e l’inizio del 900 si a erma in Italia la pedagogia idealistica di Giovanni
Gentile, losofo pedagogista e politico italiano, che aveva come presupposto loso ca l’idea di
Fichte dell’atto del pensiero come principio unico e fondante la realtà.

Egli fu una gura importante per la pedagogia, in quanto partecipó alla corrente pedagogica
dell’attualismo contraria all’attivismo. L’attualismo, è una dottrina loso ca, che riconosce l’attività
dell’Io in nito, come principio, e grazie all’intervento di Hegel riconosce all’idea l’attualità perfetta
di conoscenza. dunque tutto ciò che si realizza, è quello che deve realizzarsi (essere/dover
essere). Il soggetto di tutto ciò è l’Io puro, cioè lo spirito universale che in quanto assoluto, non ha
nulla fuori di sè. Quindi il soggetto pensa e conosce gli oggetti universalizzar di grazie all’Io puro.

Da questa concezione loso co-antropologica gentiliana deriva che la pedagogia si risolve nella
loso a, unica base sulla quale può vertere la pedagogia, in quanto la pedagogia idealista non dà
spazio alla psicologia. Non c’è spazio per la natura del fanciullo, che è come se fosse già
posseduta. Il maestro deve soltanto estrarre questa natura che coincide con la natura dello
scolaro.Secondo gentile l’educazione è una particolare forma di auto educazione che si realizza
quando nel rapporto educativo la mente del maestro è quella dello scolaro divengono una mente
sola. Il maestro viene visto come la gura dell’autoritarismo (espressione del fascismo).

La pedagogia sperimentale è negativa per Gentile, dal momento in cui egli pensa che la
pedagogia può de nirsi l’arte che realizza la perfetta unione tra maestro e alunno. All’interno del
sommario di pedagogia, scritto tra il 1912 e il 1913, Gentile sottolinea particolari caratteristiche
fondamentali del rapporto maestro-studente:

• relazione socio-a ettiva, che permette un rinnovamento è una crescita del maestro con lo
scolaro costantemente no a diventare uno stesso spirito.

• Autoritarismo del maestro, che è fondamentale nel rapporto educativo perché permette al
maestro di comprendere pienamente l’alunno, la sua vera indole, i suoi bisogni, e la sua vita. Il
maestro guida dunque l’anima dell’allievo verso i valori spirituali superiori. nella relazione
d’incontro con l’autorità del maestro gli alunni sono però liberi perché il loro spirito segue quello
del maestro.

• Prevalenza della dimensione culturale, in quanto l’atto educativo si realizza pienamente soltanto
nella dimensione culturale che il maestro vive e incarna, che è la terza caratteristica
fondamentale del rapporto maestro-studente. L’insegnante, nello svolgimento della sua opera
formativa non penso ad altro che a ciò di cui parla.

Queste sembrano essere le premesse loso co-pedagogiche della riforma scolastica del 1923
che gentile, in qualità di ministro della pubblica istruzione nel periodo del fascismo, realizzò sulla
base dei principi della sua pedagogia dell’attualismo.

inizialmente ad esistere vi erano gli istituti magistrali, istituti tecnici, e la scuola classica, la quale
aveva il compito di dover formare la classe dirigente. Successivamente si cercò poi di equiparare
le scuole, eliminando la scissione sociale, che veniva però riproposta nella scuola elitaria.

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