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Esercizio 5 pagina 123.

1. Durante l’epoca dei Severi e nel corso dell’Anarchia militare si instaura una profonda relazione
tra il potere imperiale e l’apparato militare. In e etti l’esistenza di uno è profondamente legata
alla coesistenza dell’altro. Troviamo quindi una diretta correlazione tra il potere imperiale e la
decisione degli eserciti già dalla riforma di Mario: in epoca imperiale diventa poi fondamentale
l’aspetto bellico poichè detta legge in campo politico: di fronte alla necessità di un capo le
legioni impongono il proprio generale, e nel caso di una situazione malvista, sono pronte ad
abbattere l’autorità imperiale con l’uso della forza. Ma dal punto di vista più economico, si
instaura una relazione concatenata con la moneta: a causa dell’in azione vediamo cadere il
salario dei soldati, ne dopo qualche riforma sono ancora insoddisfatti: spesso si andrà
incontro ad omicidi di carattere politico.
2. L’imperatore Settimio Severo promosse una lunga serie di riforme: con l’accrescimento
dell’esercito, l’aumento della paga dei soldati, l’introduzione di premi e onori, a ancati a nuovi
diritti, come quello di matrimonio provinciale, l’esercito acquisì importante spazio, sempre
maggiore. Riforme “minori” sono l’eliminazione della guardia del pretorio e la sostituzione con
le guardie date danubiane, e la scelta di comandanti esperti a capo delle cariche maggiori.
Abbiamo una scelta di ridimensionare il ruolo del Senato, con la maggioranza provinciale e la
minoranza romana. Il glio Caracalla invece si concentrò sull’aspetto delle nanze, reso aspro
dall’enormità delle riforme promosse dal padre. Infatti, con la Constitutio Antoniniana viene
introdotto e sancito l’obbligo di pagare le tasse a tutti, specialmente quelle di successione.
Una importante riforma promossa in campo sociale da Caracalla è invece l’editto di Caracalla,
un provvedimento destinato a cambiare il volto romano del mondo: la cittadinanza veniva
concessa a tutta la popolazione libera dell’impero.
3. Con l’ascesa dell’impero persiano dei Sasanidi Roma riconobbe l’urgenza di bloccare il
potenziale nemico in ascesa: i Persiani vennero scon tti nel terzo secolo proprio con
Alessandro Severo, mentre quella del 244 fu una grande vittoria di Shapur I: una pace si
instaurò con Filippo l’arabo. Negli anni successivi la pace venne infranta e Valeriano catturato
schiavo da Shapur: l’impero romano subiva una pesante scon tta.
4. La crisi sociale del III secolo incise profondamente su sentimento religioso individuale: infatti si
era instaurata una diretta proporzionalità tra l’insoddisfazione provocata dai culti tradizionali e
la di usione dei culti orientali, tra i quali il cristianesimo. Nonostante questo le autorità
romane, in parte spinte dalla popolazione, condannarono i cristiani in modo particolare, con
persecuzioni.
5. La crisi del III secolo venne sicuramente causata da motivi di tipo economico: con una
esperienza minima dovuta allo studio della storia e della politica (antica ma soprattutto
moderna) ci si rende conto di quanto la politica sia detratta dall’economia: con
l’espansionismo romano, la repubblica ed il senato, le guerre intestine e quelle di espansione,
la crescita economica è alla base di tutto. Dato il fatto che prima del terzo secolo, bene o
male, l’autorità del senato decideva chi ci dovesse essere al governo, la scelta ricadeva sulla
promessa di denaro e crescita: questo succedeva anche nel caso della deposizione di un
sovrano o dell’elezione forzata (o militare) di un altro. E questo permane durante il terzo secolo
dopo Cristo: con l’attuazione di numerose riforme in campo sociale, economico e militare, la
scarsità nanziaria dell’impero viene ad essere pressante: si riconosce una grande in azione e
un continuo cambio monetario: è i segnale di crisi. Parlando poi del calo demogra co si può
dire che venne alimentato dalla decisione di stanziare i contadini e il resto della cittadinanza ai
propri luoghi di origine. DI conseguenza si organizzava una ripetitività collettiva che andava ad
in uire fortemente sulla popolazione: con la decisione di trasmissione del mestiere il dato
diviene evidente. C’è da dire che con la possibilità data da Settimio Severo di matrimonio
provinciale si cercò di venire incontro a questa mancanza demogra ca.
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