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Premessa Il Concilio l'adunanza dei vescovi allo scopo di definire questioni relative alla fede e alla morale. Pu essere generale o ecumenico se rappresenta tutta la Chiesa, oppure particolare se ne rappresenta una parte. Il Concilio particolare pu essere plenario (se riunisce tutti i vescovi d'una nazione) o provinciale (se riunisce solo i vescovi d'una provincia ecclesiastica). Presidente e capo del Concilio ecumenico il romano Pontefice: a lui spetta il diritto di convocarlo, celebrarlo e ratificarne le conclusioni. Il fondamento teologico di questi vari tipi di assemblee episcopali si rinviene nella sollecitudine e responsabilit che ogni singolo vescovo ha non solo nei confronti della propria Chiesa locale ma anche della Chiesa universale, essendo la Chiesa locale (o particolare) espressione concreta e storica dell'unica e medesima Chiesa cattolica o universale. Lo spiega bene il Vaticano II nel decreto "Christus Dominus": I vescovi, partecipi della sollecitudine per tutte le Chiese, esercitano il loro ufficio episcopale, in comunione e sotto l'autorit del sommo Pontefice, in tutto ci che riguarda il magistero ed il governo pastorale, uniti tutti in un collegio o corpo, rispetto a tutta la Chiesa di Dio. [...] I vescovi in virt della loro sacramentale consacrazione e in gerarchica comunione col capo e con i membri del collegio, sono costituiti membri del corpo episcopale. L'ordine dei vescovi che succede al collegio degli Apostoli nel magistero e nel governo pastorale, ed anzi l'ininterrotto prolungamento del corpo apostolico nel tempo, insieme col romano Pontefice, suo capo, anche il soggetto di una suprema e piena potest sulla Chiesa universale: una potest tuttavia che non si pu esercitare senza il consenso del romano Pontefice. Tale potest invero si esercita in modo solenne nel Concilio ecumenico; perci questo santo Sinodo dichiara che tutti i vescovi, che siano membri del collegio episcopale, hanno il diritto di intervenire al Concilio ecumenico (nn. 3-4). Indubbiamente per la vita della Chiesa e per la formulazione della verit dogmatica ebbero un grande peso anche i Concilio provinciali, soprattutto nel primo millennio del cristianesimo; ma una importanza ben pi rilevante ebbero ovviamente i Concili ecumenici. La Chiesa cattolica riconosce la qualit dell'ecumenicit a ventun Concili, mentre la Chiesa ortodossa l'ammette soltanto per i primi otto Concili, cio per quelli che ebbero luogo prima della separazione da Roma. Il processo del riconoscimento non ancora stato scientificamente vagliato, mentre stato assodato che gi verso la fine del Medio Evo gli otto Concili ecumenici dell'antichit erano universalmente riconosciuti come tali. Sussistevano invece incertezze nel giudizio sui primi Concili lateranensi e sul Concilio di Basilea. Ogni dubbio sparisce dopo il Concilio di Trento. Il card. Bellarmino, per l'edizione romana dei Concili, presenta il computo odierno, escludendo gli atti del Concilio di Basilea. Nell'elenco dei Concilio non figura il Concilio di Gerusalemme (il convegno degli Apostoli e anziani a Gerusalemme, descritto negli Atti degli Apostoli 15, 6-29 per dibattere la questione delle condizioni da imporre ai cristiani provenienti dal paganesimo), il quale tuttavia venne assunto quale prototipo delle adunanze di vescovi dell'antica Chiesa. Gi nel secondo e nel terzo secolo si ebbero importanti sinodi diocesani e Concili provinciali in Asia Minore, in Africa, in Spagna e a Roma. Ma il primo vero Concilio ecumenico quello che si tenne a NICEA nell'Asia Minore nel 325, convocato dall'imperatore Costantino e approvato dal vescovo di Roma, Silvestro, per chiarire la realt del Cristo e condannare l'eresia ariana. Con Costantino erano infatti maturate le condizioni per radunare tutti i vescovi della cristianit: La possibilit e al tempo stesso la necessit di radunare vescovi dell'intero Oecumene, vale a dire dal mondo di cultura greco-romana, si produsse soltanto quando per opera di Costantino il Grande il cristianesimo ebbe conseguito la tolleranza e divenne la religione predominante e infine la religione di stato (H. Jedin). Il Concilio di Nicea si conclude con la definizione della consustanzialit del Figlio col Padre e con la condanna di Ario (che l'aveva negata). Nel giro di poco pi di un secolo si tennero altri tre Concilio ecumenici: COSTANTINOPOLI (381), EFESO (431) e CALCEDONIA (451). Poi la frequenza delle riunioni ecumeniche si and diradando progressivamente, sia per ragioni politiche (il crollo dell'impero romano d'occidente e le invasioni 1
barbariche), sia per motivi religiosi (separazione della Chiesa ortodossa dalla Chiesa latina). Fino all'ottavo Concilio le sedi delle riunioni furono sempre in oriente: di nuovo Costantinopoli (per il 5, il 6 e l'8) e Nicea (per il 7). Dopo lo scisma della Chiesa greca tutti i Concili si tennero in occidente: ben sette a Roma (cinque col nome di Lateranense e due di Vaticano), due a Lione, uno a Vienne, uno a Costanza, uno a Basilea-Ferrara-Firenze ed uno a Trento. Molti i punti dottrinali discussi e definiti dai Concili: praticamente tutti i punti fondamentali della verit rivelata. Tuttavia si pu dire che i primi otto Concili hanno una tematica comune: i vari aspetti del mistero trinitario e di quello cristologico. Altrettanto vale per gli ultimi due Concili (Vaticano I e II): per entrambi l'obiettivo primario definire il mistero della Chiesa. I dieci Concili intermedi (dal primo Concilio Lateranense al Concilio di Trento) si sono occupati di soteriologia, di sacramentaria, di ecclesiologia, di antropologia e talvolta anche di questioni politiche (per esempio, il Concilio di Vienne il quale decise la soppressione dell'ordine dei Templari). In questo gruppo di Concilio emerge su tutti per la vastit dei temi e per l'importanza delle soluzioni adottate sia nell'insegnamento della verit della fede sia nel regolare la disciplina ecclesiastica il Concilio di Trento (1545-1563).
I 21 CONCILI ECUMENICI:
1. I Nicea (325); 2. I Costantinopoli (381); 3. Efeso (431); 4. Calcedonia (451); 5. II Costantinopoli (553); 6. III Costantinopoli (680-681); 7. II Nicea (787); 8. IV Costantinopoli (869-870); 9. I Lateranense (1123); 10. II Lateranense (1139); 11. III Lateranense (1179); 12. IV Lateranense (1215); 13. I Lione (1245); 14. II Lione (1274); 15. Vienne (Francia) (1311-1312); 16. Costanza (1414-1418); 17. Basilea-Ferrara-Firenze (1431-1442); 18. V Lateranense (1512-1517); 19. Trento (1545-1563); 20. Vaticano I (1869-1870); 21. Vaticano II (1962-1965).
Questa confessione di fede, dopo il riconoscimento del Concilio del 381 come ecumenico, divent la confessione di fede ufficiale della Chiesa greca. Pi tardi fu accolta anche dalla Chiesa latina con lespressione del Filioque1 ed introdotta nella liturgia della messa dove presente anche oggi ed chiamata Credo.
Fu avversata vigorosamente da Fozio, patriarca di Costantinopoli nell867 e 879; la Chiesa orientale non accolse l'aggiunta per due motivi: 1) la modifica era stata apportata unilateralmente, mutando un credo approvato da concili ecumenici; 2) la formula rifletteva una visione occidentale della Trinit, a cui si opponeva la maggior parte dei teologi bizantini. Al concilio di Ferrara-Firenze del 1439 si comp un infruttuoso tentativo di unificazione delle due prospettive. Le Chiese d'Oriente e d'Occidente sono rimaste separate e la dottrina del Filioque considerata uno dei motivi principali della loro divisione.
fede dalla fine del IV secolo, la formula non venne autorizzata per l'uso liturgico generale prima dell'inizio dell'XI secolo.
Calcedonia una localit dell'Asia Minore, sul Bosforo, in cui si svolto nel 451 il IV Concilio ecumenico. il Concilio che sorpass per numero di partecipanti (si parla di 600 vescovi) tutti i Concili precedenti e la maggior parte di quelli successivi fino al Vaticano I. L'occidente fu numericamente poco rappresentato, ma fu una rappresentanza assai qualificata e sufficiente per garantire l'ecumenicit del Concilio. Infatti essa includeva, tra gli altri, i cinque Legati papali (tre vescovi e due sacerdoti), che in conformit alla richiesta di papa Leone presiedettero il Sinodo. Nella seconda sessione, venne data lettura della confessione di fede nicena e di una lettera dogmatica di Leone Magno sulle due nature in Cristo. Questa la fede dei Padri - esclamarono i vescovi - questa la fede degli apostoli. Cos crediamo noi tutti. Attraverso Leone ha parlato Pietro. Si ritenne allora opportuno elaborare una nuova formula di fede, pienamente conforme alla lettera dottrinale del papa. Fu abbozzata da 23 vescovi e nella sesta sessione fu proclamata e sottoscritta da tutti i vescovi: Noi insegnamo tutti concordemente uno e stesso Figlio, nostro Signor Ges Cristo, perfetto quanto alla divinit e perfetto quanto all'umanit [...] in due nature inconfuse e immutate (contro i monofisiti), indivise e inseparabili (contro i nestoriani), ambedue presenti in una persona ed una ipostasi2. Con questa celebre definizione venivano condannati sia il dualismo ipostatico (due persone e due nature) di Nestorio, sia il monofisismo (una sola natura ed una sola persona) di Eutiche (DS 30). La definizione calcedonese (che salva ad un tempo l'integrit e l'unit del Cristo) non diede luogo a discussioni fino a tempi molto recenti: quando dopo la met del secolo XX si cominci a reclamare la de-ellenizzazione del cristianesimo e un profondo rinnovamento del linguaggio teologico. Allora qualcuno (P. Schoonenberg) ha avanzato la richiesta di rovesciare la definizione calcedonese: mantenendo le due nature, umana e divina, in Cristo ma riconoscendogli una persona umana, anzich quella divina. H. Kng per qualche tempo (almeno in Essere cristiani) fece sua questa tesi, che fu pubblicamente sconfessata dall'episcopato tedesco nella sua Dichiarazione sul caso Kng (1980), nella quale, riaffermata la irrinunciabilit della personalit divina del Cristo, si osserva che il teologo non pu mai essere vago su questo punto della professione di fede cristiana. Si tratta infatti della verit della nostra salvezza: se in Ges non Dio stesso che si dato agli uomini, allora Ges pu anche non liberarci dal peccato e dalla morte. Su questo punto tutte le chiese cristiane sono d'accordo. Tutte le affermazioni sulla umanit di Ges e sulla sua esemplarit sono significative per i credenti soltanto se sono intimamente legate con l'affermazione assoluta di "vero Dio". In effetti se Cristo non fosse Dio non potrebbe agire sugli uomini in modo diverso di come agisce qualsiasi altro personaggio umano: Socrate, Buddha, Maometto, Gandhi, ecc. Rinunciare alla persona divina del Cristo vuol dire compromettere irreparabilmente la sua missione e proclamare la fine del cristianesimo. Perci quanto la Chiesa ha definito, dopo laboriose ricerche ed interminabili dispute nel Concilio di Calcedonia, non rappresenta un reperto culturale di interesse semplicemente archeologico, bens una conquista teologica di valore perenne (da riesprimersi con assoluta fedelt nei nuovi linguaggi e nelle nuove culture); non quindi soltanto un modello a cui deve guardare qualsiasi nuova cristologia, ma anche una verit da riproporre con chiarezza e con coraggio ai cristiani d'ogni tempo. Tuttavia rimane pur vero che anche la definizione calcedonese, come tutte le definizioni dogmatiche, un punto di arrivo ma anche un punto di partenza. uno dei grandi serbatoi della fede, che non dovr mai essere svuotato, se non si vuol rischiare di perdere completamente il senso della fede stessa. Ma un serbatoio, attraverso il quale il meraviglioso fiume della fede ha continuato a scorrere fino a noi, cittadini della citt secolare. stato quindi e dovr
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Ipostasi: questo termine greco fu introdotto dai filosofi per significare l'individualizzazione ultima di un'essenza sostanziale. Con questo stesso significato venne usato dai neoplatonici. Il termine venne ripreso dagli autori cristiani i quali ne fecero ampio uso nelle questioni trinitarie e cristologiche. I Padri Cappadoci se ne avvalsero per chiarire il mistero trinitario, spiegando che la Trinit costituita di tre ipostasi e di una sola natura. Questa dottrina venne solennemente definita dal Concilio di Costantinopoli (381). Verso lo stesso tempo Apollinare di Laodicea introdusse il termine nella cristologia, sottolineando con esso l'unit personale del Cristo. Con questo significato h. si impose per opera di Cirillo di Alessandria. Chiaramente distinto da natura il termine entr nella formula cristologica calcedonese.
essere per sempre anche un punto di partenza, sorgente di ulteriori sviluppi. Come ha scritto autorevolmente Karl Rahner in un saggio ( Problemi di cristologia oggi): Abbiamo cos non solo il diritto ma anche il dovere di considerare Calcedonia come termine e inizio. Noi ci allontaneremo da essa non per abbandonarla, ma per intenderla con spirito e cuore, per accostarci per suo mezzo all'Inafferrabile e Irraggiungibile, al Dio senza nome, che ha voluto farsi cercare e trovare da noi in Ges, il Cristo. Torneremo sempre di nuovo a questa formula di Calcedonia, perch dovremo sempre far ricorso alla sua chiarezza modesta e sobria, se vogliamo esprimere in poche parole ci che riscontriamo nell'ineffabile conoscenza, che fondamento della nostra salvezza. Senza ripeterla torneremo ad essa veramente se per noi punto non solo di arrivo ma anche di partenza. Testo della Professione di Fede cristiana o Credo Niceno-Costantinopolitano CREDO IN UN SOLO DIO, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili. Credo in un solo Signore, Ges Cristo, unigenito figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si incarnato nel seno della Vergine Maria e si fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, mor e fu sepolto. Il terzo giorno risuscitato, secondo le Scritture, salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verr, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avr fine. Credo nello Spirito Santo, che Signore e d la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verr. Amen.