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a del regime, a tal punto che alcuni fascisti trapanesi presenteranno al Duce una
petizione, lamentandosi dei metodi eccessivamente rigidi adottati da Mori e chie-
dendone l’allontanamento. Mussolini però appoggerà sempre e strenuamente il
Prefetto nelle sue azioni, facendogli sentire la propria ducia e concedendogli
“carta bianca” nell’azione repressiva, espellendo tutti gli autori di quella petizione
dal Partito Fascista Nazionale.
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Sebbene Mori avesse tentato di colpire anche i piani alti della ma a, nel momen-
to in cui egli era sul punto di mettere le mani su altri capi della cupola ma osa,
venne richiamato dalla Sicilia e nominato senatore a vita, forse perché Mussolini
considerava la lotta alla ma a conclusa.
Sicuramente l’azione portata avanti dal regime fascista fu importante, in quanto si
trattò della prima vera e propria politica antima a della storia del nostro Paese, la
prima volta che la ma a venne combattuta così frontalmente, ma fu comunque
una lotta portata avanti solo parzialmente, in quanto non se ne ebbe allora una
percezione chiarissima e per questo motivo alcuni grandi interessi economici del-
l’organizzazione criminale rimasero intatti
Altri movimenti di lotta alla ma a degni di nota sono di sicuro i Fasci Siciliani, nati
nel 1889 come una delle prime organizzazioni sindacali della storia d'Italia, orga-
nismi di denuncia sociale da parte della classe agricola, che chiedeva riforme per
il miglioramento delle proprie condizioni sociali e la salvaguardia dai soprusi che i
baroni ed i potenti perpetravano nei loro confronti
Dopo la ne della seconda guerra mondiale ci fu una nuova iniziativa ad opera
della classe contadina che, guidata dagli esponenti sindacali, volle s dare e con-
trastare gli interessi dei ma osi, chiedendo l'applicazione delle leggi Giulio-Segni
in forza delle quali i terreni sequestrati ai baroni che erano complici della ma a,
proprio perché sequestrati e lasciati incolti, venissero af dati a loro, ma anche
questo movimento fu contrastato dalle intimidazioni e dagli atti di violenza, no ad
arrivare a veri e propri omicidi, commessi dai malavitosi
Una svolta decisiva alla lotta contro la ma a fu data da parte dello Stato nel 1982,
con l'introduzione nel codice penale del "reato di associazione di tipo ma oso"
come risposta alle aggressioni e omicidi anche nei confronti di esponenti delle
istituzioni statali. Grazie a magistrati come Falcone e Borsellino furono indagati e
processati gli esponenti di spicco di Cosa Nostra che no ad allora riuscivano
sempre ad essere assolti dalle accuse di ma a per mancanza di prove, poiché
corrompevano i testimoni o distruggevano le prove a loro carico
In quel periodo si parlava sempre più apertamente del fenomeno ma oso, come
piaga della società e si cominciava a sviluppare una sensibilità di lotta al sistema
anche attraverso molte testate giornalistiche siciliane, tra cui I Siciliani e l'Ora,
che portavano avanti servizi e reportage sull'argomento
Cresce in quegli anni anche la coscienza sociale antima a all'interno delle piaz-
ze, delle associazioni e delle scuole, in cui si tenevano sempre più frequentemen-
te convegni e manifestazioni per diffondere un nuovo concetto di "legalità" come
motore di difesa alla violenza, alla sopraffazione e alle intimidazioni
Una lotta sempre più incisiva contro le stragi ma ose si uf cializza con la crea-
zione di veri e propri pool antima a, composti da esperi magistrati tra cui Falcone
e Borsellino, che portarono al processo non solo ma osi ma anche esponenti po-
litici che con essi risultarono implicati. Si acquisirono inoltre una serie di preziose
testimonianze da parte dei Boss ma osi che si dichiaravano "pentiti", i quali co-
minciarono a collaborare con lo Stato fornendo negli interrogatori a cui li sottopo-
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nevano i magistrati una serie di informazioni per catturare altri esponenti ma osi
e scardinare così il sistema organizzativo di Cosa Nostra
In ne nel 1991 lo stato istituì la DIA (Direzione investigativa antima a) e la DNA
(Direzione nazionale antima a), inoltre fu variato l'art.41 bis dell'ordinamento pe-
nitenziario che regolava la detenzione e il carcere duro per i colpevoli di reati ma-
osi.
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