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La dittatura fascista

Nel 1922, a seguito della marcia su Roma, inizia il primo governo Mussolini, che andrà dal 1922 al
1924. Inizia così a instaurarsi in Italia quello che Hannah Arendt de nirà un totalitarismo parziale;
totalitario è uno Stato gestito da una persona che pretende di controllare tutta la società sia negli
aspetti pubblici che negli aspetti privati, privando gli uomini di una qualsiasi libertà. come però
evidenzia la Arendt, in Italia Mussolini non riuscirà mai a divenire pieno un dittatore totalitario, a
di erenza di Hitler e Stalin, poiché dovrà suo malgrado fare i conti con la presenza del re, dal quale
può essere deposto, e con la grande potenza presente su territorio italiano, cioè il Papa.

Il primo governo Mussolini


Mussolini lavorò n da subito per fascistizzare lo Stato. Tale possesso partiva con il privare di potere
e ettivo il parlamento, al quale il partito fascista si era sempre mostrato ostile. è la ne della
parentesi liberale italiana, che andava avanti dall’uni cazione del regno. Il primo provvedimento n
infatti la cosiddetta legge dei pieni poteri, con cui fu attribuito al governo una sede di funzioni proprie
del parlamento. Poco dopo Mussolini creò due nuove istituzioni:
Il gran consiglio del fascismo, convocato per la prima volta il 1922, ma divenuto e ettivo organismo
istituzionale nel 1928, e che aveva il compito di proporre le leggi e di consigliare il governo governo
sulle linee guida da seguire. I membri erano scelti da Mussolini. L’intento è ovviamente il parlamento
del potere legislativo, rendendo puramente formale la discussione da parte delle Camere.
La milizia volontaria per la sicurezza nazionale, istituita nel 1923, con la quale rendeva legale le
squadracce d'assalto fasciste. Mussolini sperava così di potere incanalare la violenza a proprio
piacimento, utilizzandola contro qualsiasi forma di opposizione. Fu istituito quello che era a tutti gli
e etti un organo paramilitare, che si dedicò a episodi di nodi vita violenza, come la morte di Giovanni
Amendola, un liberaldemocratico bastonato per aver accusato Mussolini di essere un dittatore, e la
morte del sacerdote Don Giovanni Minzoni.

Risale al primo governo Mussolini anche la cosiddetta riforma gentile, una riforma scolastica fatta dal
losofo Giovanni gentile, al tempo ministro dell'istruzione, e che seppur con diversi cambiamenti
rimarrà in vigore no agli anni 90, con la riforma Berlinguer.
La riforma prevedeva che la scuola dell'obbligo fosse quella elementare, che durava cinque anni. A
seguito si poteva frequentare la scuola media o in alternativa tre anni di avviamento professionale
che preparavano per l'inserimento immediato nel mondo del lavoro ed erano di norma frequentati dai
gli degli operai. Si introdusse poi la distinzione tra liceo classico, che forniva il libero accesso a tutte
le facoltà universitarie, e liceo scienti co, che consentiva solo accesso a facoltà scienti che, egli gli
istituti tecnici e magistrali. era chiaramente una riforma che ledeva la mobilità sociale.

La legge acerbo in ne, ossia una nuova legge elettorale, pose le basi per la costruzione di un vero e
proprio regime. Consapevole che suoi alleati liberali e conservatori avrebbero potuto abbandonarlo
da un momento all'altro, mussolini decise di varare una legge che favorisce chi avesse ottenuto la
maggioranza relativa dei voti. Il partito che si fosse assicurato il 25% dei voti sarebbe stato infatti
premiato con i due terzi dei seggi parlamentari. Così le elezioni il 1924, nelle quali fascisti si
candidarono all'interno del cosiddetto listone, cioè la lista nazionale che comprendeva anche
nazionalisti cattolici e liberali conservatori, furono un successo per Mussolini. la campagna elettorale
si svolse peraltro all'insegna di intimidazioni e brogli da parte dei fascisti, mediante violenza arma
arma armata e addirittura falsi cazioni dei voti.

Delitto Matteotti
Nonostante il successo elettorale, nel 1924 il regime di Mussolini incontra un momento di crisi,
poiché divennero chiare all'opposizione le intenzioni di Mussolini. Fu in particolar modo Giacomo
Matteotti, segretario del partito socialista unitario, a denunciare con un discorso alla camera le
violenze fasciste contro gli oppositori, mettendo in discussione la regolarità degli scrutini. Era il 30
maggio del 1924, l’indomani delle elezioni, e Matteotti aveva rmato la sua condanna a morte. Verrà
rapita assassinato da alcuni sicari fascisti, e il suo corpo martoriato dalle pugnalate fu abbandonato
in un bosco vicino a Roma e ritrovato più di due mesi dopo la sua scomparsa, nell'agosto dello
stesso anno. la notizia del delitto provocò grande indignazione nel paese, sia da parte

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dell'opposizione che da parte dei fascisti più ‘moderati’. Così, fu richiesta avrei la dimissione di
Mussolini e lo scioglimento della milizia, in un episodio che ricalcando quello della storia romana, è
noto come secessione della Aventino (dove i plebei si ritirarono per protestare contro i soccorsi dei
Patrizi). Vittorio Emanuele III però fu il suo sostegno al governo, e il duce il 3 gennaio del 1925
tendono un discorso in parlamento con il quale si assunse davanti al paese la piena responsabilità
dell'assassinio di Matteotti, a ermando che ‘il fascismo è un'associazione a delinquere, io sono il
capo’.

Le leggi fascistissime
Fra il 1925 e il 1926 furono promulgata alcune leggi speciali dette leggi fascistissime con le quali lo
Stato italiano fu trasformato in pochi mesi in uno Stato accentrato e poliziesco in cui non ce l'ha più
più alcuna spazio per l'opposizione democratica e l'espressione del dissenso. È u cialmente iniziata
l'unione di partito e stato.
L'unico partito rimasto legale è il partito nazionale fascista, e gli esponenti dei partiti di opposizione
sono costretti a scappare oppure sono arrestati e spesso condannati al con no; nitti si rifugia in
Svizzera, Luigi Sturzo Inghilterra, mentre Turati e Salvemini si rifugiarono a Parigi. Gramsci fu
arrestato. Luogo privilegiato per il con ne fu invece l'isola di Ventotene, dove Ernesto Rossi e spinelli
scrissero il manifesto di Ventotene, dove gettavano le basi per un'Europa unita, che loro
immaginavano, sulla scena di Mazzini, come una sorta di Stati Uniti d'Europa. Carlo Levi verrà
costretto al con no in una zona della Basilicata, e racconterà la sua esperienza in ‘cristo si è fermato
ad Eboli’.
Mussolini diveniva non più presidente del consiglio bensì capo di governo, detentore sia del potere
legislativo che di quello esecutivo, andando contro il principio sacrosanto degli Stati liberali, ossia
quello della separazione dei tre poteri.
Venne eliminata la gura del sindaco, sostituita da quella del potestà, di nomina fascista.
Comparve la polizia politica, ossia opera di vigilanza per la repressione antifascista, abbreviato in
OVRA.
La repressione contro dissidenti politici fu rivolta specialmente ai danni del movimento giustizia e
libertà, che si ispirava alle idee di Pietro Gobetti, vittima della violenza fascista, che proponeva un
socialismo di tipo liberale di matrice democratica repubblicana. Nonostante la di usione in gran
grandi centri come Torino Milano e Roma, e le azioni di propaganda antifascista mediante la stampa
di manifestini contro i regime, i leader del GL, cioè i fratelli Carlo e nello Rosselli, cadranno vittime di
agguato nel 1937. L'unica opposizione non clandestina tollerata dal fascismo fu quella del losofo
liberale Benedetto croce, personalità di spicco della cultura italiana e noto in tutta Europa, che
ritenne il fascismo una parentesi infausta nella storia del paese e che pubblicò sulla sua rivista ‘la
Croce’ il manifesto degli intellettuali antifascisti, scritto in risposta al manifesto degli intellettuali
fascisti pubblicato nel 1925 per iniziativa di Giovanni gentile, a cui hai preso parte, tra i tanti, anche
Pirandello e Montale.
In ne fu introdotto un nuovo codice penale, noto come codice Rocco, poiché ne fu Alfredo Rocco il
principali ispiratore, con il quale fu anche reintrodotta la pena di morte, abolita nel 1889 con il codice
Zanardelli.

La costruzione del consenso


L’ideologia fascista, inizialmente confusa e contraddittoria, si delineò con maggiore coerenza. E
vengono introdotti alcuni punti chiave tra cui il culto della romanità, e in particolar modo della Roma
imperiale, da cui furono tratti simboli come il fascio littorio , l’aquila imperiale e il saluto romano, ma
anche le forme architettoniche e la statuaria che riproposero l'imponenza celebrativa dell'arte
romana. Iniziò poi un vero e proprio culto di Mussolini, che diede a se stesso l'appellativo di duce,
iniziando a parlare alla folla al balcone di pazzo a Venezia.
Era chiara al regime fascista la necessità di ottenere il consenso delle masse, anche mediante
l'indottrinamento vero e proprio. È per questo che il governo Mussolini ano si impegnò per plasmare
ogni aspetto della vita degli individui. In primis venne introdotta la tessera fascista, indispensabile per
lavorare negli u ci pubblici ma anche per accedere a determinati servizi di assistenza in generale per
conducono una vita tranquilla a riparo dallo sguardo vigile della polizia. Fu anche introdotta l'opera
nazionale dopo lavoro, con la quale veniva scandito il tempo libero del cittadino, con gite e gare
sportive organizzate dal governo stesso.

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Il governo trovò poi nella scuola uno strumento di propaganda validissimo che plasmare sin
dall'infanzia e dall'adolescenza il nuovo uomo fascista, che doveva essere atletico e pronto al
sacri cio. Già l'iscrizione dei bambini alla scuola primaria comportava automaticamente il loro
ingresso nell'organizzazioni giovanili del regime. Fu imposta l'adozione di un libro di testo unico
approvato dallo Stato, e i docenti giurarono fedeltà al fascismo. A partire dai sei anni tutti i giovani
furono inquadrati in associazioni quasi di tipo militare, che facevano capo all'opera nazionale balilla,
e che dovevano abituare i bambini giovani a ‘credere obbedire e combattere’, come recita lo slogan.
I bambini tra i 6 e i 7 anni erano gli e gli della lupa, poi i maschi tra gli otto 14 balilla, e tra i 14 e i
18 avanguardisti, mentre le donne piccole italiane e Giovani italiane. Alle donne hanno riservato
invece un ruolo molto marginale, quello di angeli del focolare; fu loro vietato l'accesso a carriere più
prestigiose quali la magistratura e l'insegnamento universitario e fu considerato l'aborto un crimine
contro lo Stato anche perché Mussolini aveva iniziato una battaglia per la crescita demogra ca
considerato una priorità per il paese. A sostegno della maternità, tramite l’Opera nazionale maternità
e infanzia, nota come Onmi, vennero stanziati degli aiuti economici, in realtà piuttosto scarsi. La
propaganda comunque fu molto e cace, e Mussolini concesse i premi in denaro e onori cenze alle
‘madri proli che’.

Il regime seppe individuare anche nelle nuove tecnologie dei potentissimi mezzi per la propaganda.
In radio vennero iniziati a essere trasmessi discosti Mussolini, e nel 1927 fu fondato l’EIAR, c'è l'ente
italiano per le audizioni radiofoniche, sotto sottoposto a un rigidissimo controllo del regime fascista.
Mussolini intuì inoltre le straordinarie potenzialità del cinema e con i cinegiornali realizzati
settimanalmente dall'istituto luce a Roma e proiettati in tutte le sale dei lm, mussolini informò i
cittadini sugli avvenimenti internazionali e sui fatti dicono nazionale, raccontando gli eventi ltrandoli
per propaganda. L'Istituto luce non era stato creato dal fascismo ma partire dal 1925 venne
nazionalizzato e passa alle dirette dipendenze del capo del governo. Il fascismo che è un vero
ministero che doveva occuparsi della propaganda e della censura, il ministero per la cultura
popolare, usa abbreviato in Minculpop, che sorvegliava anche giornali e le case editrici
sottoponendo un'attenta censura tutto ciò che veniva pubblicato.

Il fascismo e la Chiesa
L'iter raggiungeva un accordo fra la chiesa e il governo fascista fu lungo e richiese più di due anni.
L'11 febbraio del 1929 nel palazzo Laterano a Roma, il cardinale Gasparri e Mussolini rmano i patti
lateranensi, che si articolavano in
un trattato internazionale, che riconosceva città del Vaticano come uno Stato indipendente.
Una convenzione nanziaria, poiché l'Italia si assumeva la colpa di aver inglobato i territori dello
Stato ponti cio, e versa quindi un'indennità pari a 2 miliardi di lire.
Un concordato, che prevedeva che la religione cattolica fosse religione di Stato, che essa fosse
insegnata nelle scuole, che il matrimonio religioso avesse e etto civile e che vescovi fossero scelti
dal Papa ma giurassero fedeltà al fascismo. (Sembra quasi il problema medievale delle investiture)
Rimanevano comunque dei motivi d'attrito tra l'acceso e il fascismo, come ad esempio l'azione
cattolica, che nel 1928 era stata sciolta poiché venivano sciolte tutte le associazioni non fasciste, ma
che Mussolini accettò che sopravvivesse a patto che si limitasse al campo religioso. Nel 1931 in
realtà Mussolini ne stabilirà lo scioglimento e ordinerà il sequestro delle tessere del PDF per i suoi
membri, poiché essa continuava a interferire con l'operato di gruppi giovanili fascisti. Ma a seguito
dell'enciclica del Papa Pio XI ‘non abbiamo bisogno’, il 2 settembre 1931 Mussolini accettò che
l'azione cattolica esistesse in maniera de nitiva, ma ne fu modi cato lo statuto e si dichiarò
u cialmente apolitica.

La politica economica
Dal punto di vista economico il fascismo conobbe tre fasi distinte.

• Inizialmente il primo governo di Mussolini si ispirò a principi economici di stampo liberista e si


impegnò per ridurre la spesa pubblica e sostenere l'iniziativa privata, incrementando la produzione
ma svalutando la moneta, con una conseguente forte in azione che colpiva il potere d'acquisto di
ceti medi. Così il governo intervenne per dare una stabilità nanziare al paese attraverso il

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ra orzamento della lira, introducendo quel progetto noto come quota 90, cioè si puntava rivalutare
la moneta moneta in modo da arrivare un cambio di 90 lire per una sterlina. questa battaglia
comportò che si riducessero le esportazioni in alcuni settori industriali penalizzati da perdita di
competitività dei loro prodotti sul mercato internazionale.
• Una seconda fase dell'economia fascista fu quella dell’autarchia, in cui si accarezza il sogno di
raggiungere l’autosu cienza. Questa politica protezionista precedette l’aumento dei dazi di
importazione. Coincide con il periodo della battaglia del grano; l'economia dell'età fascista era
fondata prevalentemente sul settore agricolo, E si voleva produrre abbastanza grano da non
doveva ricorrere all'importazione dagli Stati Uniti e dall’Argentina. portò alcuni vantaggi come la
coltura di terreni incolti nel latifondo del meridione ma nì anche con il penalizzare le coltivazioni
legate alle esportazioni come quella dell'olio e della vite (l’agricoltura specializzata) . Il sogno
dell’autarchia però si scontrò conto la mancanza di materie prime che danneggio l’industria; il
cuoio dovette essere sostituito dal cartone pressato e il ca è dal carcadè.
• A partire dal 31-32, la crisi internazionale e la guerra aggravarono i problemi economici italiani e
iniziò una politica di nazionalizzazione e accentramento, che portò alla nascita di istituti come l’IMI,
ossia l'istituto mobiliare Italiano che faceva credito credito all'industria in di coltà, l’IRI, c'è
l'Istituto per la ricostruzione industriale, con cui lo Stato rilevava le banche in crisi e anche alcune
industrie come l’Ilva.

Nonostante gli sforzi per modernizzare l'economia e la società il fascismo non è eliminò alcuni
problemi di di ondere ereditati dallo Stato liberale né migliorò in modo sostanziale il tenore di vita
della popolazione. le opere pubbliche di boni ca delle terre avranno una portata limitata e l'intervento
dello Stato in campo industriale favorì soprattutto la grande industria ma non la media e piccola
impresa, non colmando il divario fra il Nord il sud.

Sotto il pro lo dei diritti dei lavoratori, furono soppressi i sindacati e vietato il diritto di sciopero, e
vennero introdotte le corporazioni. nell'ottocento si di use una dottrina sociale cristiana detta
corporativismo che indicava nelle corporazioni e nella collaborazione al loro interno tra lavoratori e
datori di lavoro la migliore forma di associazione lavorativa. Il fascismo fa proprio il corporativismo
proponendolo come una terza via alternativa rispetto al capitalismo e al collettivismo sovietico.
Comunque i grandi gruppi industriali, di ottimi rapporti con il governo, avevano molto più da
guadagnare da sistema corporativo che lavoratori salariati.

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