Sei sulla pagina 1di 24

i quali sono stati i primi a diffonderne la lette- R.C.: Che progetti ha per il prossimo futuro?

ratura. Non sono invece d'accordo quando si


suona sulla chitarra moderna la musica barocca ]. T.: Come saprà io non sono unicamente so-
di Sanz, Corbetta, De Visée. Questi autori, e lista di liuto, ma dirigo anche un complesso,
gli altri della stessa epoca, usavano accordature The London Early Music Group. Registriamo
che non possono essere adattate all'attuale chi- molto, e ci interessa trovare nuova musica, spe-
tarra. cialmente italiana.

IL MANOSCRITTO GALILEIANO
DELLA NAZIONALE DI FIRENZE

N ELLA SECONDA versione del Fronimo/ Vin-


cenzo Galilei afferma di avere nel cassetto
parecchie cose per il liuto a sei ordini, pronte
Il presente saggio si propone di descrivere
il manoscritto e le composizioni in esso conte-
nute, di indagare le sue relazioni con altre opere
per essere pubblicate; si tratta, a suo dire di di Galilei e di presentarlo contro lo sfondo della
piu di 3000 fra canzoni francesi, spagnole, ita- cultura musicale italiana della seconda metà del
liane e mottetti, circa 200 ricercati e fantasie, secolo XVI.
composti parte da lui stesso e parte da altri,
piu di 500 romanesche, 300 passemmezzi e 100
DESCRIZIONE E REGISTRO
gagliarde, molte arie e saltarelli.
Un'ipotesi assai verisimile è che questo mo- Il manoscritto Gal. 6, cartaceo, mm. 390 X
numentale progetto si trovi in parte realizzato X 255, consta di cc. 141 modernamente nu-
in un manoscritto della Biblioteca Nazionale merate/ esiste anche una numerazione coeva, a
Centrale di Firenze, segnato Gal. 6, intitolato pp., da l a 265, che omette però le prime tre
e datato come segue : Libro d'intavolatura di guardie iniziali, due scritte (titolo e indice del-
liuto, nel quale l si contengono i passemezzi, l'opera), una in fine, bianca, e le cc. 137-141;
le l romanesche, i saltarelli, et l le Gagliarde sono bianche le cc. 69v, 93v, 139v. Le cc. 133-
et altre l cose ariose com l poste in diversi l 141, di formato un poco piu piccolo e di filigra-
tempi da l Vincentio Galilei l scritto l'anno na diversa, appaiono aggiunte in un secondo
1584. tempo e scritte con minor cura. Per pagina ci
In primo luogo, la data situa il manoscritto sono dieci esagrammi; nella parte finale (cc.
nello stesso contesto del Fronimo, la cui secon- 13 5-13 9), gli esagrammi sono tredici per p agi-
da versione apparve a Venezia appunto nel na, e sono tracciati meno accuratamente.
1584; inoltre il contenuto del Gal. 6 con i suoi Il manoscritto appare quasi tutto di una ma-
intenti sistematici ed esaustivi, lo rivela come no; personalmente tendiamo a considerarlo au-
grande opera didattica parallela e complemen- tografo, sia per frequenti interpolazioni e riman-
tare al Fronimo, e come realizzazione pratica di e per alcuni abbozzi e varianti che vi com-
dei discorsi sull'intonazione e sul temperamen- paiono, difficilmente attribuibili a un copista,
to strumentale, che costituiscono il campo prin- sia perché la scrittura presenta forti rassomi-
cipale della ricerc~ musicologica di Galilei. glianze con quella di altri manoscritti autografi. 3

l. Fronimo, Venezia, Scotto, 1584, p. 104. Chiamiamo 2. Nei riferimenti useremo sempre la numerazione in cc.
questa pubblicazione seconda versione e non seconda edi- 3. Per esempio il manoscritto Landau-Finaly Mus. 2
zione, perché il Fronimo del 1584 si discosta da quello del della Nazionale Centrale di Firenze . Un fac-simile di un bra-
1568, sia nel testo che nelle musiche, a tal punto che ci no di lettera autografa di V. Galilei è in A. Bertolotti,
pare opportuno considerare i due dialoghi come opere di- Musici alla Corte dei Gonzaga in Mantova, ristampa ana-
verse, nonostante il titolo in comune. statica, Forni, Bologna, 1978, p. 61.

5
La legatura è moderna in mezza pelle; sul Registro, come pure nel corso del presente sag-
dorso il titolo: Galilei seniore, vol. 6°, Musica . gio, consideriamo il liuto accordato convenzio-
Nelle osservazioni che appaiono nel seguente nalmente in MI: LA: RE : FA~: SI: MI.

REGISTRO

cc. N. TITOLI E IS CR I ZION I OssERVAZIONI

2 Una nota recente a matita dice che questa


intavolatura sarebbe servita per la compila-
zione del Fronimo; l' a~fermazione non è ac-
cettabile . ·
3 L ibro d'intavolatura di liuto, nel quale
si contengono i passemezzi, le
romanesche, i saltare/li, et
le Gagliarde et altre
cose ariose com
poste in diversi
tempi da
V incentio Galilei
scritto l'anno 1584.
parte prima
3v l Passemezzo Primo Antico, per MI, quattro parti
4 Sopra il medesimo altre 4 parti dello stesso passemezzo
4v ne segue un'altro à 256 pag. 256 = c.131v
5 2 Romanesca prima Quattro parti.
Cf. Fantasia terza, Fronimo, 1568, p.96.
sopra la medesima altre 4 parti
5v sopra la medesima altre 4 parti
6v sopra la medesima altre 4 parti
7 ne segue un'altra a .111. pag.lll = c.58v
7v 3 Saltare/lo primo Per MI maggiore
8 sono in tutto 21 modi diversi Si riferisce al numero di variazioni del Sal-
tare/lo.
4 Passemezzo secondo Antico, per FA, quattro parti
8v 5 Romanesca seconda Quattro parti
9v 6 Saltare/lo secondo In FA maggiore
sono in tutto disciotto modi diversi
10 7 Passemezzo terzo Antico, per FA~, quattro parti
10v 8 Romanesca t erza Quattro parti
11 Sopra la medesima Altre 4 parti.
Cf. Fantasia quinta, Fronimo, 1568, p.97.
ll v 9 Saltare/lo terzo In FA~ maggiore
sono in tutto diciotto maniere diverse
12 lO Passemezzo quarto Antico, per SOL, quattro parti
13 11 Romanesca quarta Quattro parti
13v 12 Saltare/lo quarto In SOL maggiore
sono in tutto 17 maniere diverse
14 13 P assemezzo quinto Antico, per SOL~, quattro parti
15 14 Romanesca quinta Quattro parti
15v 15 Saltarello quinto In SOL~ maggiore
sono in tutto 17 maniere diverse
16 16 Passemezzo sesto Antico , per LA, quattro parti
16v sopra il medesimo al tre 4 parti
17v sopra il medesimo altre 4 parti
18v sopra il medesimo al tre 4 parti
19 sopra il medesimo al tre 4 parti
20 .20. pag. 236 = c.121v
ne segue un'altro à 236. et 114 pag . 114 = c.60

6
17 Romanesca sesta Quattro parti
20v sopra la medesima Altre 4 parti
21v sopra la medesima Altre 4 parti
R itornello secondo Scritto su un esagramma aggiunto in basso
22 sopra la medesima Altre 4 parti.
Cf. Fantasia quarta, Fronimo, 1568 , p. 96.
22v sopra la medesima Altre 4 parti
23 ne segue un altra a .268. pag. 268 = c.137v
20 20: qui come altrove, un numero posto alla
fine di una composizione indica il numero
totale delle sue parti.
18 Saltarello sesto In LA maggiore
17
23v 19 Passemezzo settimo Antico , per Sib, quattro parti
24v 20 Romanesca settima Quattro parti
25 21 Salterello settimo In Sib maggiore
19
25v 22 Passemezzo ottavo Antico, per SI, qu attro parti
26 Sopra il medesimo Altre 4 parti
26v ne segue un'altro a 240 pag. 240 = c. 123v
27 23 Romanesca ottava Quattro parti
27v sopra la medesima Altre 4 parti
28 sopra la medesima Altre 4 parti
28v sopra la medesima Altre 4 parti.
Cf. Fantasia settima, Fro nimo, 1568, p . 98.
ne segue un'altra a .265 . pag. 265 = c. 136
29 24 Saltarello ottavo In SI maggiore
16
29v 25 Passemezzo nono Antico, per DO, quattro parti
30v 26 Romanesca nona Quattro parti
31 sopra la medesima Altre 4 parti
31v 27 Saltarello nono In DO maggwre
20.
32 28 Passemezzo decimo Antico, per DO~ , quattro parti
33 29 Romanesca decima Quattro parti
33v 30 Saltarello decimo In DO~ maggiore
18
34 31 Passemezzo tmdecimo Antico, per RE, quattro parti
35 sopra il medesimo Altre 4 parti
8
35v ne segue un'altro à carte 112 pag. 112 =c. 59
36 32 Romanesca undecima Quattro parti
Cf. Fantasia sesta, Fronimo, 1568, p. 98.
36v 33 Saltarello undecimo In RE maggiore
20
37 34 Passemezo (sic) dodicesimo Antico, per Mib, quattro parti
37v 35 R omanesca dodicesima Quattro parti
38v 36 Saltarello dodicesimo et ultimo In Mib maggiore
16
39 Romanesca undecima con cento parti Nella stessa tonalità della R. undecima a
c. 36. Le 100 parti sono numerate.
42 R itornello secondo È alla fine della parte 21 ; è una variante
alternativa.
57 v queste quattro ultime san' senza canto Si riferisce alle 4 ultime parti della R. unde-
cima, nelle quali il 'canto', primo cardine del
liuto, non viene usato.
58 v Sopra la medesima Romanesca prima v. c. 7 ; quattro parti della detta R.
59 Sopra il medesimo passemezzo 11° v. c. 35v; quattro parti .
60 Sopra il medesimo passemezzo 6° v. c. 20; quattro parti
61 36bis (Pezzo senza titolo, m onodico)

7
62v 37 La Matriciana Quattro parti sopra un'aria
63 38 Sopra l'aria del Gazzella, con XII parti

69 Parte seconda.
nella quale si contengono altri Pass-
emezzi, et Roma
n esche
70 39 Introito Passemezzo moderno, per MI, una parte
in materia del primo
passemezo
sopra il medesim o Altre 4 parti
71 sopra il medesimo Altre 4 parti
72 ne segue un'altro a .264. pag. 264 = c. 135v
40 in materia della prima Romanesca Quattro parti
72v è scritto il suo saltarello a carte 9 pag. 9 = c. 7v
41 in materia del secondo passemezo Moderno, per FA, quattro parti
73 42 in materia della seconda Romanesca Quattro parti
74 è scritto il suo saltarello a carte 13 pag. 13 = c. 9v
43 in materia del passemezo 3° Moderno, per FA~, quattro parti
75 44 in materia della romanesca 3" Quattro parti
75v è scritto il suo saltarello à 17 pag. 17 =c. llv
76 45 in materia del Passemezzo 4° Moderno, per SOL, quattro parti
77 46 in materia della Romanesca 4" Quattro parti
77v è scritto il suo saltarello à 21 pag. 21 = c. Uv
47 in materia del Passemezzo 5° Moderno, per SOL~, quattro parti
78v 48 in materia della Romanesca 5" Quattro parti
79 è scritto il ~uo saltarello à 25 pag. 25 = c. 15v
49 in materia del Passemezo 6° Moderno, per LA, quattro parti
80 sopra il m;desimo Altre 4 parti
81 ne segue un altro à 262 pag. 262 = c. 134v
50 in materia ,della Romanesca 6a Quattro parti
81v sopra la mèdesima Altre 4 parti
82 è scritto il · suo saltarello à 40 pag. 40 = c. 23
82v 51 in materia tdel Passemezzo r Moderno, per Sib, quattro parti
83v 52 in materia tiella Romanesca r Quattro parti
84 è scritto il suo saltarello à 44 pag . 44 = c. 25
53 in materia del Passemezzo so Moderno, per SI, quattro parti
85 54 in materia della Romanesca sa Quattro parti
85v è scritto il suo saltarello à 52 pag . 52 = c. 29
55 in materia del Passemezzo 9° Moderno, per DO, quattro parti
86v 56 in materia della Romanesca 9" Quattro parti
87 è scritto il suo saltarello à 57 pag. 57 = c. 3lv
87v 57 in materia del Passemezzo xa Moderno, per DOj:f, quattro parti
88v 58 in materia della Romanesca X" Quattro parti
89 è scritto il suo saltarello a 61 pag. 61 = c. 33v
59 in materia del Passemezzo XIo Moderno, per RE, quattro parti
90 ne segue un'altro a 259 pag. 259 = c. 133
60 in materia della Romanesca XI" Quattro parti
90v è scritto il suo saltarello a 67 pag. 67 = c. 36v
91 in materia della medesima Altre 4 parti della Romanesca XI. Cf. Fanta-
sia ottava, Fronimo, 1568, p. 99.
9lv 61 in materia del Passemezzo XII 0 : Moderno, per Mib, quattro parti
et ultimo
92 62 in materia della Romanesca XII" Quattro parti
et ultima
92v è scritto il suo saltarello a 71 pag. 71 = c. 38v
93 Parte terza et ultima,
nella quale si contengono tutte
le sue Gagliarde

8
94 63 Calliope. Gagliarda la
94v 64 Talia 2a
95 65 Euterpe 3a
95v 66 Erato 4a
96 67 Melpomene 5"
97 68 Clio 6a
97v 69 T erpsicore 7"
98 70 Polymnia 8"
98v 71 Urania 9a
72 Tiresia 10a
v. nota a c. 118
99 73 Clorinda 11"
99v 74 Arianna 12a
100 75 Cloride 13
lOOv 76 Are tusa 14
.233. pag. 233 =c . 120, dove l'intera gagliarda
è riscritta con una variante nelle ultime 13
misure; il principio di tale variante appare
all'ultimo esagramma di c. 100v.
101 77 Fillide 15
78 Artemisia 16
l 01v 79 Amaltea 17
102 80 Siringa 18
102v 81 Dicilla 19
103 82 D oride 20
103v 83 Progne 21
104 84 Ciparissa 22
104v 85 Corinna 23
105 86 Amadriade 24
105v 87 Amaranta 25
106 88 Amarilli 26
106v 89 Rodopea 27
90 Clitia 28
107 91 Cintia 29
107v 92 Carintia 30
108 93 Moravia 31
108v 94 Stiria 32
109 95 Ecco 33
109v 96 Altea 34
110 97 Alchimilla 35
llOv 98 Galatea 36
111v 99 Dianira 37
112 100 Astrea 38
112v 101 Acoro 39
113 102 Andromeda 40
113v 103 Arimaspe 41
114 104 Agrippina 42
114v 105 Ortigia 43
115 106 Clitofonte 44
115v 107 Euridice 45
116 108 Aghatirsi 46
116v 109 Egeria 47
117 110 Antigone 48
117v 111 Salmace 49
118 112 T ire sia 50 Questa gagliarda ha solo il titolo in comune
con la gagliarda lOa, a c. 98v.
118v 113 51
119 114 (senza titolo e senza numero)
119v 115 Fiordiligi 53
120 115 bis 14 Aretusa v. nota a c. 100v
120v 116 55

9
121 117 56
121v Passemezzo sesto con parti v. nota a c. 20 . Sei parti di Passe m. antico,
per LA , da aggiungere al Passemezzo sesto
che comincia a c. 16.
123v Passemezzo .8. v. nota a c. 26v . Quattro parti, da aggiun-
gere al Passem. ottavo, per SI, che comincia
a c. 25v.
124v 11 8 (pezzo senza titolo)
125 Gagliarde et arie di diversi
119 Lanfredina l
120 Bordoccia 2
121 Cottrant
125v 122 3
123 La caccza 4
126 124 L a franza ( ? ) 5
125 6
126v 126 7
127 La cesarina 8
127 128 Mo rirò 9
129 L 'imp eriale 10
127v 130 Saltarello
128 131 Rttggieri Cf. S. Garsi, in R. Cavalcanti, Ms II , 275 ,
Bibl. Royale de Musique, Bruxelles.
128v 132 L'Agostina 11
133 12
129 134 13
135 14
129v 136 15
137 L a Corambona 16
130 138 17
139 18
130v 140 19
141 20 Cf . Gagliarda di Santina (Garsi), nel mano-
142 21 scritto Magi. XIX. 30, Bibl. N az. Firenze.
131 143 Viva Don Giovanni 22 Cf. S. Garsi, in R. Cavalcanti, cit .
144 La Moresca Cf. ibid.
145 Gagliarda 23
131v Passem ezzo .1. v. nota a c. 4v. Quattro parti.
132 146 Gagliarda
132v Passemezzo .11 . v. nota a c. 60. Quattro parti.
133 in materia del passemezzo 11 v. nota a c. 90. Quattro parti.
134v (senza titolo) Si tratta di 4 parti di passemezzo moderno,
per LA, da aggiungere al Pm sesto, che co-
mincia a c. 79. V . nota a c. 81.
135v (senza ti t o lo) Quattro parti di passem. moderno per MI,
da aggiungere a quello che comincia a c. 70.
V. nota a c. 72.
136v (senza titolo) Quattro parti di passem. antico per MI, da
aggiungere a quello che comincia a c. 3v.
V . nota a c. 131v.
137 147 Aria franzese
148 (senza titolo)
149 (senza ti tolo)
137v (senza ti t olo) Abbozzo di romanesca (due parti pitt due
misure), da aggiungere alla Romanesca sesta.
V . c. 23.
138 150 Gagd" Questo pezzo appa~·e sicuramente interpola-
to; la grafia e lo siile sono diversi dal resto
del manoscritto.
138v 151 (senza ti t olo)

lO
Dopo c. 139v, che è bianca, si trovano, ag- 140-141v), delle quali la seconda è priva di un
giunte in tempo non recente, due pagine (cc. pezzo. Cc. 140v e 141 sono bianche.

140 a c 235 buona nell'ultimo pag. 235 =c. 121 ; si riferisce alla gagliar-
da 56.
234 buona nel mezzo v. c. 120v; gagliarda 55 .
233 buona tutta Aretusa da copiare v. c. 120
229 buona nel mezzo Tiresia v. c. 118
228 buona Salmace v . c. 117v
221 buona Agrippina v. c. 114
220 buona Arimaspe v. c. 113v
219 buona Andromeda v. c. 113
216 buona Deianira (si c) v c. 111v
214 buona nel mezzo Galatea
cadenza in (?) non bellissima v. c. 110v
211 buona Ecco v. c. 109
21 O buona Stiria in ultimo v. c. 108v
203 buona Amadriade v. c. 105
19 3 buona Cl o ride v. c. 100
192 buona Arianna v. c. 99v
191 buona Clorinda da copiare e
da annettare (?) al (?) v. c. 99
256 Passemezo da copiare v. c. 131v
25 7 Gagliarda bella da copiare v. c. 132
259 Passemezzo da copiare v. c. 133
Gagliarda da copiare in ultimo

Sull'ultima pagina (c. 141 v), scritta a rovescio, compaiono voci come « biacca, olio, macinatu-
vi è una nota spese di materiali da pittore; vi ra », accompagnate da numeri.

DANZE SOPRA OSTINATI lL PASSEMEZZO

Per poter adeguatamente analizzare i conte- Nell'introdurre questa danza, è necessaria una
nuti del Libro d'intavolatura che abbiamo de- osservazione: non tutte le danze intitolate 'pas-
scritto, ci pare necessario delineare in breve e semezzi' sono basate sulla stessa progressione
generalmente i caratteri formali delle danze co- armonica, né tutte le danze basate sulla sequen-
struite sopra ostinati (o 'ariose', per usare un za armonica tradizionalmente detta 'passemezzo'
termine caro a Galilei) che compaiono nella sono nelle fonti denominate cosi. 5 Possiamo
prima e seconda pane del nostro testo . Non in- dire tuttavia che una certa progressione viene
tendiamo qui fare la storia del passemezzo, della usata molto frequentemente sotto il titolo di
romanesca e del saltarello, per la quale riman- 'passemezzo', benché in forme lievemente di-
diamo alla letteratura sull'argomento .4 Voglia- verse fra loro . Descriveremo ora le forme di-
mo invece semplicemente descrivere quelle verse della stessa progressione, definendole
strutture che, presenti nella tradizione musica- schematicamente per mezzo di un basso e un
le del Rinascimento, vengono in quest'opera discanto.
usate da Vincenzo Galilei.
F1

:: Il
4. O. GoMBosr, «Italia: patria del basso ostinato>>, oppure il Passo e mezo sopra la Battaglia, in J.C. BARBETTA,
in La Rassegna Musicale, XII, 1934, p . 14; ]. Ward , Tb e Il primo libro dell'intavolatura, Venezia, Scotto, 1569, non
Vibuela de mano and its music, Diss . New York Univer- hanno nulla a che vedere col passemezzo tradizionale di
sity, 1952, Univ. Microfilms International, Ann Arbor, cui stiamo trattando. Invece le due pavane alla Milanesa
Michigan, USA , p. 299, sgg.; L. MoE, Dance Music in Prin- di P .P. Barrono, una nell'intavolatura del Casteliono (1536),
ted I talian T ablature, Diss. I-Iarvard University, 1956. l'altra nell'intavolatura di Francesco da M ilano e P .P. Bar-
5. Per esempio il Pass'e mezo ditto La dura partita, rono (libro secondo, 1546 ), usano la progressione del pas-
in ]. GoRZANIS, Intab. di liuto, Venezia, Gardano, 1561; semezzo, ma non il titolo.

11
Nella forma F1, la progressione compare, " Wascha mesa",· un altro esempio è la Pavana
spesso designata con titoli diversi e non sem- Milanesa (1546) di P.P. Borrono.6
pre rigidamente strutturata, nelle fonti delb Nella seconda metà del secolo, e anche oltre,
prima metà del secolo : si vedano per esempio prevale un'altra variante, che si discosta dalla
le prime otto misure della danza italiana ( "wel- precedente per avere al basso della quinta misu-
scher tantz") di H. Newsidler, chiamata da lui ra, il terzo grado della scala anziché il primo.

': : :
F2
Il
ll
Questa è la versione del popolarissimo pas- del Libro de intabolatura, manoscritto, di Gor-
semezzo antico o passemezzo per be molle, zanis.7
tanto frequente nelle fonti italiane e straniere, La versione che segue è relativamente rara:
che, se si vuol fornire qualche esempio, non sì il basso è quello di F1, m ~ il discanto e l'ar-
ha che l'imbarazzo della scelta. Comunque, val- monia sono di modo maggiore.
gano come esempi i 12 passemezzi per be molle
F3
~D ~~ 191 IQ e Il
n "tr
La progressione compare in questa forma, I nfine, se modifichiamo il solo basso di F.3
per esempio nella Pavana chiamata la Milanesa nella seconda e sesta misura, otteniamo un'altra
(1536) di Borrono e nel Pass'e mezo ala bo- progressione, usata assai di frequente.

"" ~~
lognesa di J.M. da Crema.8 F4

.
1Ei : ~
~~ ~ '
e

o
Il
E la base del passemezzo moderno o per be Nella sua forma canonica, il passemezzo con-
quadro, e fu pari alla versione F2 guanto a po- sta dunque di una o piu sezioni in ognuna delle
polarità europea. Anche qui, lo stesso imbaraz- guaii la stessa sequenza armonica appare con
zo della scelta di un esempio; citiamo di nuovo una differente diminuzione. Tali sezioni ven-
Gorzanis, coi suoi 12 passemezzi per be qua- gono spesso chiamate nelle fonti 'parti del pas-
dro del Libro de intabolatura. semezzo'.
Tutte queste varietà di progressioni armoni- Da un punto di vista metrico, il passemezzo
che venivano adoperate in funzione di ostina- è in misura binaria, il tempo è moderato. Da
ti, ossia venivano ripetute piu volte di seguito un punto di vista coreografico, esso è una dan-
nel corso dello stesso brano, e servivano di base za affine alla pavana, spesso non distinguibile
per continue improvvisazioni e diminuzioni, da essa.
cosicché, nel corso di un passemezzo, il discan-
to risulta spesso molto alterato e perciò difficil- LA GAGLIARDA E IL SALTARELLO
mente riconoscibile; il basso e la struttura ar-
monica fondamentale rimangono invece inva- Come la pavana, anche il passemezzo è mol-
riati. Per questo le composizioni di questo ge- to frequentemente il pezzo di apertura di una
nere possono essere definite come danze co- suite di danze.
struite sopra bassi ostinati. L'uso di disporre vari momenti di danza in
6. H. NEWSlDLER, Ein Newgeordnet Kiinstlich Lauten- zione moderna da Bruno Tonazzi, Edizioni Suvini Zerboni.
bucb, Norimberga, Perreio, 15.36. Il titolo \17ascha M esa 8. La Milanesa, 1536, op. cit., è pubblicata in r.rascri·
è molro probabilmente una corruzione del te rmine italiano zione, in R. CHIESA, Antologia di musica antica, vol. l,
'passemezzo'. Il W ascha M esa è stato pubblicato da O . Edizioni Suvini Zerboni.
CHILESOTTI in Lautenspieler der 16ten ] abrhunderts, rist.
Il Pass'e mezo ala Bolognesa, Intab. de lauto, Venezia,
anastatica, Bologna, Forni, 1976, p . .3. La Pavana Milanesa, Gardane, 1546, è pubblicato :n P. PossiEDI, op. cit.
1546, in op. cir., è pubblicata UJ P . PosSIEDI, Danze ita· Il teorico spagnolo Francisco de Salinas (De Musica,
liane per liuto, Padova, Zanibon, 1979. Salamanca, 1577, p . .356·.357 ) identifica la Pavana Milcmese
7. E nella Bayerische Sraatbibliorhek di Monaco di Ba- col Passemezzo, e cita in forma schemarica, come esempio,
viera: Ms. 1511, 1567. L'opera è stata pubblicata in trascri· per l'appunto il discanto di F3.

12
suites, nelle quali l'elemento unificatore è la a una misura di questa corrisponde una misura
tonalità, è alquanto antico, e risale per lo me- ternaria dell'altra danza.
no al secolo XIV. Anche nelle prime stampe È probabile che fra gagliarda e saltarello ci
petrucciane di intavolature liutistiche, trovia- fossero differenze soprattutto coreografiche. Sul
mo che la pavana è seguita da un saltarello piano musicale le due danze appaiono mal di-
e da una piva/ le quali non solo fanno uso stinguibili l'una dall'altra, tranne che per una
della stessa tonalità, ma sono anche variazioni, caratteristica, che è frequente, ma non univer-
in metro diverso, dei materiali armonici e me- sale. La gagliarda infatti, quando è formalmen-
lodici della danza di apertura. Analogo tratta- te legata a un passemezzo, del quale è una
mento viene riservato piu tardi, pressoché uni- variazione, consta in ogni sua parte di un nu-
versalmente, al passemezzo. mero di misure pari a quelle della parte del
La suite consiste di regola di due unità: la passemezzo. 10 Il saltarello invece presenta spes-
prima è il passemezzo, in una o piu parti, la so, oltre alle regolari otto misure, un'appendice,
seconda, di metro ternario, e che analogamente denominata nelle fonti "le riprese" ,n che sono
può essere articolata in una o piu parti, è detta frasi articolate su una semplice struttura armo-
gagliarda o saltarello del passemezzo. La suite nica di due misure, ripetute una o piu volte.
del passemezzo può essere schematicamente rap- L'illustrazione che segue permette di con-
presentata cosi: pml/pm2/pm ... // gl/g2/g ... frontare direttamente i tre bassi delle danze di
La relazione metrica e armonica fra gagliarda cui abbiamo parlato.
o saltarello e passemezzo consiste nel fatto che Pm
SJ: 101 Inl 101 101
Inl e 101 Il
~~
"'
Ga
-4):
_/ e· i l. e·
il.
e•
i l • e
J e·
Il
L e riprese Sl
!)= e· il' e·
i l •
e· il • e J l e· Il= " r l e· :Il
LA ROMANE s CA precedenti, e ogni sua parte è costruita sopra
un ostinato di otto misure ternarie, concluso
La struttura di questa danza ariosa appare da una ripresa di due misure. La progressione
armonicamente e ritmicamente molto simile a standard della romanesca differisce da quella
quella del saltarello che abbiamo descritto. An- del passemezzo an ti co (F2) solo per la misura
ch'essa è una composizione in parti, come le iniziale del basso :
Ripresa

:: Il,

l :: l g... l :: il •

l : gd l
:: Il o lf~ l :: Il
' -e-.

Benché la romanesca sia evidentemente con-


nessa e assai simile al saltarello del passemez-
zo,12 le fonti non la inseriscono usualmente in
suites, come le altre danze, ma la presentano
~.
-e-.
r
za della romanesca compare in suites, ciò accade
sotto titoli diversi. 13
PAoLo PossiEDI

come composizione indipendente. Se la sequen- (Continua sul n. 31 della rivista nell'aprile 1980)

9. J.A.DALZA, Intab. de lauto, Venezia, Petrucci, 1508. otto misure conclusive del citato W ascha M esa di New-
10. Si vedano per esempio le intavolature di G .A. Terzi sidler.
(Venezia, Amadino, 1593) e di S. Molinara (Venezia, Ama- 13. La sequenza della romanesca appare per esempio,
dino, 1599). ma senza ripresa, nel Passo e mezzo detto il Todeschin di
11. Cf. i sa!tarelli di Borrano, contenuti nelle opere ci- Gorzanis (Il secondo libro de intavolatura, Venezia, Scot-
tate. to, 1563 ).
12. L'ostinato della romanesca appare per esempio nelle

13
tipo cageano o post-cageano, formati da una F.D.: Oggi, tenendo conto che il nostro modo
viola, una tromba, un controfagotto, un piano- di ascolto è quello di miopi dell'orecchio poiché
forte, una percussione, un 'arpa. siamo abituati a grandi quantità sonore, la de-
pressione del suono chitarristico risulta ancor
R.C.: Circa la quantità sonora della chitarra, piu avvertibile. È difficile percepire le raffina-
cosa ti sembra? tezze, e tutto finisce in una specie di nebbia.
Nulla di male allora se senza modificare il tim-
F.D.: In molti luoghi è nettamente insufficiente. bro lo si può percepire maggiormente. E poi,
non vedo perché dobbiamo fare i puristi con
R.C. : Allora sei favorevol e ad una buona am- le cose altrui, mentre siamo noi stessi che dob-
plificazione. biamo tendere alla purezza .

IL MANOSCRI1~TO GALILEIANO «6»


DELLA NAZIONALE DI FIRENZE

ANALISI E COMMENTARIO za e 1n una sola parte, mentre quelle delle


suites di Galilei si articolano in pi11 parti .
Il contenuto del Gal. 6 appare solidamente Ambedue i lavori, organizzati come sono in
organizzato e pianificato, ma la stesura non maniera cosi caratteristica, sono notevoli a due
è ancora quella definitiva e pronta per il tipo- differenti livelli: su un piano puramente pra-
grafo; il disegno tuttavia è molto chiaramente tico, essi si presentano come opere didattiche
discernibile e sarebbe facile riordinare l'opera, destinate a esecutori alquanto avanzati, e ser-
seguendo le indicazioni dell'autore; si potreb- vono a esplorare le possibilità armoniche dello
be ottenere cosi, pressoché nella sua interezza, strumento e a sviluppare nell'esecutore l'arte
uno dei piu interessanti documenti dell'arte della diminuzione ; su un piano piu propria-
liu tis ti ca rinascimentale. mente teorico e musicologico, sono espressioni
Il Libro d 'intavolatura è suddiviso in tre di una problematica assai dibattuta nel Rina-
parti , piu una considerevole appendice di com- scimento; oggetto di .tale problematica erano
posizioni di diversi autori . La prima (cc. 3v- le possibilità di temperamento e di intonazione
68v) e la seconda parte (cc. 70-92v) conten- degli strumenti. 1
gono ognuna dodici suites , formate dalle tre
danze passemezzo, romanesca e saltarello; le
dodici suites sono disposte secondo una scala lL LIUTO BEN TEMPERATO
ascendente di dodici semitoni: la prima suite In particolare, i suonatori di liuto, come pu-
ha come tonica il basso a vuoto, la seconda ha re di viola, da · mano e da gamba, sentivano
come tonica il busso al primo tasto, ossia un da sempre l'esigenza di accordare i loro stru-
semitono piu acute , e cosi via, fino alla dodi- menti e di disporre i tasti sul manico in tal
cesima sui te, basa t a su una tonica al primo maniera che uno stesso tasto potesse produrre,
tasto del tenore. su corde diverse, semitoni diatonici e cromati-
La disposizione delle suites del passemezzo ci di intonazione sempre accettabile; in altre
secondo una progressione cromatica che va dal parole, richiedevano ai loro strumenti le qua-
basso a vuoto fino al primo tasto del tenore lità del temperamento equabile.
non è cosa nuova: Gorzanis, qualche tempo
prima , aveva fatto lo stesso nel suo Libro de
intavolatura (Ms di Monaco, cit.); il lavoro ,., Continuazione dell 'articolo comparso sul « Fronimo »
di Galilei è però sviluppato piu ampiamente, n. 30 del gennaio 1980.
l. Il lavoro fondamentale su qu es to argomento è J.M.
in quanto le suites di Gorzanis constano di due BARBOUR , T tming and Temperament, a Historical Survey,
sole danze , passemezzo e saltarello, e ogni dan- Eas t Lansing, Michigan State College Press, 1953.

5
Le ragioni di questa esigenza erano molte- Perché ponendo la nota ut sopra qual tasto si sia,
plici. La piu evidente ragione è nella pratica le sue seguenti note senza errar ne i seguenti tasti
della musica d'assieme e d'accompagnamento, si troverà.
che richiede di poter suonare in diverse tona- (Scintille di Musica, Brescia,
1533, p. 140-142)
lità senza dover cambiare lo strumento. Ma
piu ancora, la possibilità di eseguire musiche Quasi un secolo piu tardi, Alessandro Pic-
in tutte le tonalità era richiesta dall'arte di cinini apre la prefazione alla sua I ntavolatura
intavolare per liuto musiche vocali. di liuto, et di chitarrone con la lode del pro-
Tale arte forniva ai liutisti grandissima par- prio strumento:
te del repertorio e costituiva un momento assai Fra tutti gli stt·omenti musicali, quanto sia il
importante della loro preparazione musicale e liuto celebre, e degno, non è alcuno per cosi me-
teorica. Ebbene, l'estensione e i caratteri idio- diocre intelligente, e versato, che sia nella Musica,
matici di una particolare composizione da in- il qual non sappia, e conosca, si per l'Eccelenza,
tavolare imponevano al liutista l'uso di una e soavità della sua melodia, come per la musical sua
determinata tonalità. Un liuto « ben tempe- perfettione; Poiché con esso perfettamente si può
rato » permette appunto di eseguire musiche sonare una composizione meza voce, una voce, e
in diverse tonalità senza intollerabili stonature. due piu alte, e piu basso, per aver esso li semituoni
Diversamente, si possono presentare due al- in ogni loco.
(J ntavolatura, Bologna, 1623 , p. l)
ternative : o si muovono i tasti a seconda del-
la tonalità della composizione che si vuole ese- I due passaggi esprimono il senso del tem-
guire, oppure si devono usare strumenti con peramento, benché non forniscano un metodo
differenti tastature per differenti tonalità. La per temperare il liuto; nel secolo XVI però
prima alternativa è consigliata da un musicista il problema era stato risolto in diverse ma-
di valore come L. Milan, la seconda è prospet- niere per mezzo di operazioni aritmetiche e
tata dal teorico J.L. Bermudo. 2 geometriche; e pure altre possibilità di in to-
Lungo tutto il periodo rinascimentale com- nazione non temperata erano state proposte. 3
paiono nelle fonti parecchie testimonianze sul- Nel Fronimo (Venezia, 1584, p. 102), Galilei
l'esistenza e sull'uso del temperamento; i se- informa dell'esistenza di diversi sistemi d'in-
guenti due esempi, che riguardano proprio tonazione e polemizza in favore del suo pro-
l'esigenza di un liuto « ben temperato », si prio metodo. Ogni tipo di strumenti, egli di-
situano agli estremi cronologici della letteratu- ce, ha la sua propria maniera di temperamen-
ra di quel periodo. G.M. Lanfranco scrive nel to, come pure le voci. Sbaglia dunque chi col
1533 che, appunto per la sua capacità di pro- liuto vuole imitare l'intonazione delle voci; e
durre a ogni tasto semitoni uguali, il liuto, sbaglia pure chi vuole imitare sul liuto il tem-
strumento perfettissimo, può vantare ascen- peramento degli strumenti a tastiera; è in fine
denza divina, essendo stato originalmente in- un errore voler rendere la statura del liuto
ventato da Mercurio e conosciuto nell'antichità piu complessa del necessario, aggiungendo agli
sotto il nome di lira o cetra: otto tasti ordinari dei « tastini », che hanno
la funzione di « torre alle terze e alle decime
Il liuto il quale (secondo il mio credere) è quella maggiori ... parte dell'acutezza loro ». 4
propria e tanto celebrata lyra o Cethara che si chia- Il metodo di Galilei di temperare il liuto
ma, che fu primieramente ritrovata da Mercurio, e è in verità semplice e funzionale : i semitoni,
accresciuta dai suoi successori, è il piu perfetto
instrumento di tutti gli altri, percioché in esso di tutti uguali, sono espressi per mezzo del ra-
tasto in tasto ogni voce e suono si ritrova. Laonde porto epimorio 18 l 11, cosicché il primo tasto
in esso instrumento si può trovare che in ogni posi- divide le corde in due porzioni, della quali una
zione della Mano è qual sillaba cantabile si vuole. è 1l 18, e l'altra '7 l 18 delle corde. Il secondo sud-

2. L. Mrd.N, Libro de musica de vihuela de mano. 4. Fronimo, 1584, p. 105-106. Questo accorgimento, usa-
Intitulado El maestro, Valencia, 1536, p. 30. to da piu d'uno , per quan to ne dice Galilei nel passo cita-
J.L. BERMUDO, Declaracion de instrumentos musica/es, to , presenta analogie col sistema usato da Andrea Vicentino
Ossuna, 1555, pp. 96 sgg. per il suo archicembalo; si tenga presente che anche questo
3. ].M. BARBOUR, op. cit., pp . 6-8, 11, 57-59, 99 sgg. , ~trumento era effettivamente usato, e non semplicemente
104, 141 sgg., 146, 149-151, 153, 164, 184-1 88, 199. frutto di disquisizioni teoriche. Cf. ].M. BARBOUR, op. cit.,
- --- ~--- p. 119.

6
divide la porzione compresa fra il primo tasto ta e la quinta sono tollerabilmente calanti. Il
e il ponte nella stessa maniera, e cosi via, fino punto debole è costituito invece dall'ottava,
alla sistemazione di tutti i tasti del liuto. d avvero troppo molle per essere accettabile.
Come Lanfranco era ricorso alla mitologia Per dire la verità, in tutte le sue polemiche e
greca per rintracciare le origini mercuriali del discussioni sull'intonazione, Galilei si guarda
prestigio del liuto, cosi Galilei, non meno ver- bene dal sollevare il problema dell'ottava. 6 La
sato nella cultura classica, dice che il suo me- sua tastatura tuttavia è decisamente accettabi-
todo di divisione della tastiera è ispirato alla le, soprattutto se la si corregge e la si adatta;
speculazione del teorico greco Aristosseno, pri- diverse soluzioni di questo problema furono
mo fra quelli che avevano postulato la divisi- indicate da Mersenne e Nassarre. 7
bilità di tutti gli intervalli armonici in parti In som ma , massime se opportuna mente mo
uguali ; i.r:~ particolare, Aristosseno aveva pro- difi cato, questo temperamento è 111 pratica al
posto una divisione dell'ottava in dodici semi- trettanto buono quanto quello fondato sulla
toni uguali. L'operazione di Galilei è appunto progress io ne in base 1 ~ che è quello accet
un tentativo approssimato di mettere in pra- tato ogg i. La validità pratica del metodo gal1
tica tale divisione. leiano è dimostrata del resto dalla sua diffu
La seguente tabeiLl mostra gli scarti fra Jl sione : per almeno due seco li e mezzo il mero
sistema di Galilei e gli intervalli naturali , 1 do fu adottato da musicisti e liutan m diversi
valori degli intervalli sono espressi 111 deCJ paesi d'Europa .8 La ragione è ev idente tra
mali (per esempio: 3/2= 1,5, 4/3= 1,3, e cosi durre la progressione con base is /17 111 mdica
via); abbiamo considerato gli m tervalli di ter zioni pratiche per fissare 1 tasti , è cosa abba
za maggiore , quarta, quint a e o ttava, perché stanza se mplice ; l 'operazione può essere ese
la loro intonazione presenta, su un piano pra guita ari tmeticamente oppure geometricamen
tico, problemi piu urgenti che 111 altri 111tervai!J te, con riga e compasso, mentre la progressio-
intervalli m ton aziOne Sistema di mrervalli
ne con base 1Vznon è reali zzabile altrettanto
naturale Gali lei differenziali agevolmente.
terza magg. l ,25 l ,2568813 + l ,005505
quarta 1,3 1 ,3308 15~ - 1,00 18919
quinta l ,50 1,~919867 -1,0053709
LE SUITES
ottava 2 1.9855508 - 1.0072771
Come ogni temperamento strumentale, an- A un liuto « ben temperato » come quello
che quello di Galilei rappresenta un compro- descritto sono evidentemente destinate le 24
messo, in cui tutti gli intervalli sono stonati, suites contenute nelle prime due parti del Li-
benché non tanto stonati da essere rifiutati bro d'intavolatura.
dall'orecchio. Quello di Galilei è un compro- I passemezzi della prima parte appartengo-
messo abbastanza funzionale: la terza maggiore no al tipo chiamato "antico" o "per be molle".
è un po' crescente rispetto a quella naturale Secondo l'uso del tempo, la sequenza armonica
espressa dal rapporto 5/ 4, ovvero dal decimale viene ripetuta diverse volte per ogni passemez-
l ,25, ma certo meno crescente di quella pi- zo, il quale viene cosi articolato in piu parti,
tagorica ( 81 /M, ossia 1,265625), proposta per diverse fra loro. L'ostinato si presenta nelle
esempio da Bermuda per la vihuela. 5 La quar- due varianti Fl

Passemezzo sesto, prima parte

5. J.L. BERMUDO, op. cit., pp. 96 sgg. 7. M. MERSENNE, Harmonie tmiverselle, Parigi, 1636-
6. Ci riferiamo specialmente alla polemica contro Zarlino 37, p. 48; P. NASSARRE, Escuela musica, Saragozza, 1724,
(V. GALILEI, Discorso intorno alle opere di Gioseffo Zar- pp. 462 sgg., citati in J.M. BARBOUR, op. cit., pp. 58 sgg.
lino, Venezia, 1589) e, piu generalmente, all'atteggiamento 8. Cf. J.M. BARBOUR, ibid.
aggressivo presente nel Fronimo e anche nel Dialogo della
Musica antica et moderna, Venezia, 1581. c.-c::;R:d0Qé)
7
fn _ ~~_Jnp.n 1.('- r J1D p-o l#~ J J J j J J 1l
~=_ r Jl~;
r r# r o n

4~ t;~ F rr ,..b n
f r i # f F
1
n- r·
f1 r
J1 1~ J qJ J n ~::na
pr·
1 1 1

~~ ~ J JJ
r
pnn lp* ~ ~r * ~~~= r·N J JJ priJ Jpn qJJ ul
ed F2 Passemezzo sesto, terza parte

~ d~ r r r ~ . - l ;. .rJ 3 .f Di l iJ J JJ J J ~
E i

8
~

~
Galilei preferisce la seconda, ma usa spesso « ne segue un altro a 266 ·»; alla pagina indi-
anche la variante Fl. cata (corrispondente a c. 136v della numera-
Una caratteristica del Libro riguarda il nu- zione moderna), scritte dalla stessa mano, ma,
mero delle parti , sia dei passemezzi che delle come abbiamo detto, con grafia affrettata, so-
romanesche: generalmente le danze sono ar- no aggiunte, senza titolo, due parti del mede-
ticolate in gruppi di quattro parti ciascuno, in simo passemezzo. Come appare dai rimandi,
maniera da constare di quattro parti o di un nu- il Passemezzo primo doveva essere articolato
mero di parti multiplo di quattro. Esempio: in quattro gruppi , ciascuno di quattro parti;
a c. 3 troviamo il Passemezzo prim o; al ter- ma l'autore ha solo sbozzato l'ultimo gruppo.
mine della sua quarta parte, a c. 4, appare l'in- In una versione definitiva del Libro d'intavo-
titolazione « sopra il medesimo », e seguono latura, la danza sarebbe dovuta essere ordinata
altre quattro parti dello stesso passemezzo. Al come segue.
termine di questa è l'indicazione « ne segue Passemezzo primo,
un 'altro . a .256 »; alla pagina 256 della nume- parte prima Ì
razione antica (modernamente c. 131v), .sotto parte seconda ( gruppo primo
il titolo Passemezzo l , vi sono ancora quattro parte terza ~ (c. 3v)
parti del- medesimo. Alla fine, l 'indicazione parte quarta )

8
parte quinta avviene: la danza che segue il passemezzo è
parte sesta gruppo secondo normalmente una gagliarda o un saltarello, e fa
parte settima (c. 4) uso, come abbiamo detto, dello stesso ostina-
parte ottava to; la romanesca ap pare di soli t o nelle fon ti
parte nona come pezzo indipendente . Galilei invece la in-
parte decima gruppo terzo serisce qui come secondo brano della suite. 9
parte undicesima (c. 131v) L'ostinato delle romanesche della prima par-
parte dodicesima te è generalmente quello tradizionale che ab-
parte tredicesima biamo descritto: apertura sul terzo grado del-
parte quattordicesima gruppo quarto la scala di primo modo, otto misure di 3 h,
(c. 136v) piu una coda di due misure (ovvero, secondo
un'altra scrittura, sedici misure di 3/4, piu una
Le romanesche della prima parte sono pre- coda di quattro misure). Questo ostinato tra-
sentate quasi come variazioni in tempo ter- dizionale è sempre usato da Galilei per la pri-
nario dei passemezzi. In altre fonti ciò non ma parte delle romanesche:
apertura della Romanesca prima

J
8
r
Non cosi nelle parti ulteriori, per le quali con apertura cioè sul primo grado della scala:
l'autore usa talvolta la sequenza dell'antico, La coda però non è mai omessa.
Romanesca prima, seconda parte

Come i passemez21, anche le romanesche Passemezzo 3 -FA:!!: 4


sono articolate in uno o piu gruppi di quattro Romanesca 3 FA:!!: 8
parti. Passemezzo 4 SOL 4
Non tutti 1 passemezzi e le romanesche, Romanesca 4 SOL 4
nelle loro diverse trasposizioni (o "poste", per
usare un vocabolo piu galileiano )10 , presentano Passemezzo 5 sou 4
lo stesso numero di parti. La seguente tabella
Romanesca 5 SOL:!!: 4
rappresenta lo sviluppo delle danze nelle di- Passemezzo 6 LA 30
verse tonalità (considerando il liuto convenzio- Romanesca 6 LA 22
nalmente accordato in MI-LA-RE-FAjt-SI-MI) . Passemezzo 7 Sib 4
dan ze tonalità numero delle parti Romanesca 7 Sib 4
Passemezzo l MI 14 Passemezzo 8 SI 12
Romanesca l MI 20 Romanesca 8 SI 20
Passemezzo 2 FA 4 Passemezzo 9 DO 4
Romanesca 2 FA 4 Romanesca 9 DO 8

9. Del resto, la romanesca poteva ben avere la fun - 10. Propriamente una « posta» è una maniera di im-
zione , almeno coreografica, della gagliarda: T. Arbeau la maginare una scala modale sopra la tastiera del liuto . P er
considera appunto una varietà di gagliarda: <<suonavamo esem pio , la scala del primo modo per RE può apparire
sempre sui nostri liuti e sulle nostre cetre la gagliarda sopra il liuto « ben temperato » in 12 poste diverse, a
chiamata La R omanesca >>. Trad uciamo dalla traduzione seconda che si legga il RE sul basso a vuoto, oppure sul
inglese : T. ARBEAU, Orchesography, Langres, 1588, transl. basso al primo tasto, o sul basso al secondo tasto e cosi
by C.W. Beaumont, Dance Horizons, New York, 1968, via, fino a leggere il RE al primo tasto del t enore. Cf.
p. 86. Fronim o, 1584, pp. 8-12 .

9
Passemezzo l O DO l; 4 apposto il numero di "maniere" nelle quali la
Romanesca l O DOl; 4 danza si articola .
Passemezzo 11 RE 16 A differenza dei passemezzi e delle roma-
Romanesca 11 RE 104 nesche, i saltarelli appaiono tutti conclusi e
Passemezzo 12 rifiniti, non ci sono rimandi né pentimenti;
Mlb 4
Romanesca 12 Mlb ancora, non ci sono notevoli differenze quan-
4
titative nello sviluppo dei saltarelli nelle varie
poste o tonalità.
Come si può vedere, le tonalità piu svilup-
pate son quelle del basso, bordone, tenore e Un'ultima osservazione riguardo il modo dei
sottana a vuoto ; tale preferenza è presente saltarelli: pur appartenendo a sui t es del primo
anche nel resto del Libro. modo, essi sono di modo maggiore, ma della
Il terzo tempo delle suites è il saltarello. stessa tonalità delle altre due danze . Ciò per-
Benché i saltarelli del Gal. 6 siano, come gli mette all'autore di usare gli stessi saltarelli
altri pezzi, basati sopra un ostinato, essi non anche per le suites del passemezzo moderno,
sono un'altra variazione del passemezzo; la nella seconda parte del Libro .
sequenza, di quattro misure ternarie e/4) e A c. 61 è un pezzo, che dura 115 misure
con valori dimezzati rispetto alle romanesche, e che non si adatta al resto del Libro: è a
che può essere schematizzata come segue, voce sola e non ci sembra una composizione
solistica completa, in quanto che avrebbe biso-
gno di un sostegno armonico, che non compa-
? r· 1 J 1 r r J r r·
1 :Il 11 re altrove nell'opera; e neppure ha l'apparenza
di una serie di diminuzioni sopra un .basso
ostinato. La composizione ci ricorda piuttosto
ci ricorda, nella sua elementare struttura ar- la parte del primo liuto nei due ricercati a
monica e ritmica, certe lunghe riprese che due liuti inclusi da Galilei nella seconda ver-
servivano come appendice di saltarelli, come sione del Fronimo (pp. 178-181) e da lui attri-
quelli di Barrono; talvolta le fonti presentano buiti a un misterioso gentiluomo fiorentino
le riprese non insieme col saltarello, ma come che l'autore non identifica se non con le ini-
un pezzo staccato, che evidentemente può es- ziali B.M.
sere usato per diverse danze in una determina- La prima parte del Libro d'intavolatura vie-
ta tonalità . Ciò accade, per esempio, nell'Inta- ne conclusa con due composizioni "ariose",
bolatura de lauto di Bernardino Balletti (Ve.. cioè arie con variazioni: La Matriciana, arti-
nezia, 1554 ); quello di Balletti sarebbe dun- colata in quattro parti (c. 62v) e dodici parti
que un precedente rispetto al trattamento che Sopra l'aria del Gazzella (c. 63-68v). Ricor-
Galilei opera sulla progressione. rono dunque le stesse strutture compositive e
Un altro ostinato che presenta una certa anche le stesse articolazioni numeriche (grup-
analogia con quello dei saltarelli di Galilei è pi di quattro parti) del resto della prima parte.
la sequenza, che però è di metro binario e A c. 69 è l'intitolazione: Parte seconda./
non ternario, chiamata Bergamasco o Moresca; nella quale si contengono altri Pass-I emezzi,
una Moresca di questa forma appare a c. 131 et Romanesche. Anche la seconda parte (c. 69-
del nostro manoscritto. 92v) contiene dodici suites, ordinate per semi-
Come i due precedenti pezzi delle suites, toni ascendenti, allo stesso modo della prima.
anche i saltarelli sono sviluppati in parti, che I passemezzi sono questa volta "per be qua-
l'autore designa sempre col termine "modi" o dro" o "moderni", ossia basati sull'ostinato di
"maniere"; alla fine di ogni saltarello è infatti settimo modo F4.

in materia del Passemezo 6°, prima parte

lO
,#~fd5pn f?-&aaW'#plbJf~F#J>I~p?pm,~JJJJJ,
1

l# r~n ~PF li[ r er tr lik?bJf J] J ,h jJ ~j tu#r l


L f

• me~
8 ~ r u·IV!
-
J~WJ 'ka&ipdJ#HJfW
tf#fTF
- .. ~~~r
Le romanescbe sono basate sulla variazione ste romanescbe "per be quadro", le singole par-
in tempo ternario dei passemezzi; anche in que- ti sono concluse da una coda .
in materia della Romanesca 6", prima parte

Anche in questo Galilei si discosta dalla tra- cioè col basso Fl e il discanto di modo maggio-
dizione, nella quale non esiste una romanesca re. Tale è il caso della Romanesca undecima
"per be quadro". Talvolta inoltre, l'ostinato (c. 91 ), che era già apparsa, col titolo Fantasia
della romanesca di modo maggiore compare, in ottava, nella prima versione del Fronimo.
questa parte del libro, nella forma piu rara F3,

in matena della medesima

11
~# ~G /w ~r n~ 1§ ~~JJJtm ~~- ~ J
~
~
J

r
)
4
#. J ~l~ i~ ~ ~~ ~ qr6rl rt: J J1 #6r 1 J
E

'ij ~ ~r J
E
(Coda)

11 a ~ 1n 1 j
i

:nrPB rfrJ JJid JJ


J
'"JJ J uf
r i l
Anche le composizioni della seconda ~arte so- parte, ma sono segnalate per mezzo della locu-
no articolate in uno o piu gruppi di l quattro zione "in materia del passemezzo" e "in mare-
parti; ma il numero delle parti è decisamente ria della romanesca". Si tratterà dunque forse
inferiore a quello delle suites "per be molle". di avanzati abbozzi, ai quali dovevano essere
danze tonalità aggiunte altre parti.
numero delle parti
Anche in queste suites possiamo notare la
Passemezzo l MI 13
Romanesca l MI 4 predilezione per le tonalità del basso, bordone
e tenore a vuoto, predilezione che avevamo ri-
Passemezzo 2 FA 4 levato già nella prima parte.
Romanesca 2 FA 4 Per le suites di questa sezione, Galilei non
Passemezzo 3 FA~ 4 ha composto speciali saltarelli , né si proponeva
Romanesca 3 FA~ 4 di comporne. Alla fine di ogni romanesca infat-
Passemezzo 4 SOL 4 ti troviamo il rimando al saltarello della pri-
Romanesca 4 SOL 4 ma parte scritto nella stessa tonalità: per esem-
pio, dopo la prima romanesca, a c. 72v, è l'in-
Passemezzo 5 sou 4
dicazione« è scritto il suo saltarello a carte 9 »;
Romanesca 5 SOL~ 4
. si tratta naturalmente del Salt arella primo della
Passemezzo 6 LA 12 prima parte (c . 7v), che si adatta alla suite "per
Romanesca 6 LA 8 be quadro" anche per il modo maggiore.
Passemezzo 7 Sib 4
Romanesca 7 Sib 4 LE GAGLIARDE DI GALILEI
Passemezzo 8 SI 4 La terza parte incomincia a c. 9 3: Parte terza
Romanesca 8 SI 4 et ultima, l nella quale si contengono tutte l
Passemezzo 9 DO 4 le sue Gagliarde. A prima vista il numero delle
Romanesca 9 DO 4 "sue Gagliarde" (''sue", ossia composte daGa-
Passemezzo lO DO~ 4 lilei ) ammonta a 56 (c. 94-121); in realtà però,
Romanesca lO DO:!+ 4 le gagliarde di questo gruppo sono solamente
Passemezzo 11 RE 55. Quella intitolata Aretusa, 54" nell'ordine
8
Romanesca 11 RE 8 (c. 120), è infatti identica, tranne che nelle ulti-
me 13 misure, a quella che appare con lo stesso
Passemezzo 12 Mib 4 titolo ma quattordicesima nell'ordine, a c. 100v.
Romanesca 12 Mib 4
Si tratta dunque di una sola composizione con
Lo sviluppo meno vistoso fa pensare che due finali diversi . L'autore indica la correzione
l'autore intendesse ampliare anche questa se- a c. lOOv, dove, alla fine della gagliarda Aretu-
zione del libro, fino a raggiungere una maggio- sa 14, pone l'indicazione "233", ossia la pagina
re omogeneità e simmetria . L'ipotesi può esse- (corrispondente nella numerazione moderna a
re sostenuta anche per un altro indizio: le com- c. 120) dove si trova la seconda versione; non
posizioni non sono intitolate semplicemente solo, ma l'ultimo esagramma di c. lOOv con-
"passemezzo" e "romanesca ", come nella prima tiene le prime du e misure della variante. Il grup-

12
po delle gagliarde da c. 94 a c. 121 consta dun- tiplo di 4, non doveva spiacergli . A c. 132 in-
que di 55 pezzi, quasi tutti intitolati con nomi fatti c'è un'altra gagliarda, non numerata né
delle nove muse apollinee, ninfe e altri perso- altrimenti intitolata, scritta affrettatamente ma
naggi femminili in prevalenza appartenenti alla completa; crediamo che questa fosse destinata
mitologia classica . Vincenzo Galilei era, come a sostituire il doppione di Aretusa, di cui abbia-
tanti intellettuali del suo tempo, molto adden- mo detto.
tro nel campo della cultura greco-romana; 11 sor· Ci sono relazioni fra i titoli mitologici e lo
prende un poco dunque che, a un certo punto, stile di queste composizioni? Molto rare. Ci pa-
si sia trovato a corto di nomi: quattro gagliarde re di paterne ravvisare solamente in due casi:
del gruppo (51, 52, 55 e 56) rimangono inno- in Polymnia (c. 98) e in Ecco (c. 109).
minate, e il nome Tiresia 12 designa due gagliar- In Polymnia (letteralmente, il nome significa
de diverse fra loro, la n. 10 e la n. 50. Anche " dai molti inni") possiamo notare rigide strut-
questa serie sarebbe stata probabilmente rifini- ture contrappuntistiche e imitative, proprie di
ta , almeno nei titoli. uno stile molto amato dagli strumentisti dell'e-
Non ci pare invece che l'autore volesse anche poca, ma di regola alieno al carattere delle com-
modificare il numero delle gagliarde: 56, mul- postzwm originali di Galilei .13
Polymnia, gagliarda 8"

r
J] rra
J.
lr
rr ~r r
,#, ~ f <@j l~- J ~ f_Lb f. Jp l {2 l p b lbp tm Il
J
r
l~·
r ~ ; i!J ~ L- ptr ~~L. ~, 1

~ 1 l 1
l F~ 1r 1 l~

J a
i i
11. Basti pensare che il nostro autore faceva parte di 12. Tiresia nella mitologia era un uomo , che però, per
quel cenacolo fiorentino che, indagando la natura della un certo periodo della sua vita, era stato trasformnto in
tragedia class ica, la ricreò piu tardi sotto specie di melo- femmina. Cf. Ovmro, Metamorfosi, III, 323-33 1.
dramma ; egli stesso, profondo studioso di musicologia gre- 13. Si pensi, tanto per res tare nel campo dell 'ar te Euri-
ca, scopri importanti frammenti di quella scomparsa civil- stica, ai ricercari e fantasie di Backfark, Barbetta o Dio-
tà musicale, e riempi i suoi scritti teorici di allusioni e mede. L'antipatia di Galilei per questo genere di compo-
disquisizioni mitologiche. sizione è espressa nel suo Dialogo della musica, cit., p. 87.

13
#~ ~· Jpt lp. ;~&l;.·d
Polymnia potrebbe essere definita come una seconda metà del secolo decimosesto. Nella ga-
fantasia mottettistica in forma di gagliarda, e gliarda Ecco (cioè la ninfa Eco di Metamorfosi,
come tale è un unicum: "dai molti inni", come III, 356-401) è facile ravvisare, come il titolo
dire formata da voci diverse, che si muovono suggerisce, brevi imitazioni e ripetizioni di
indipendentemente, come in una fantasia della frammenti di frasi :

da: Ecco, gagliarda 33

- J.J J l~ J ~ l~. r r l~. r ~ l ecc.


8
r r t r t P1
~~~~
. r ~: F ~ ~
8 r· lf ~ ~ l~ j J J Jf J l~
r r r
~ ~J

'#~~ '~ J 1
/ f f l ~ J JJ ;r J lt :J ~J l~d

J

effetti di "eco" insomma, quali erano abbastan- parecchie gagliarde si concludono su un tono
za usitati nella pratica vocale e strumentale del differente da quello dell'inizio.
tempo. L'analisi rivela che le gagliarde si articolano
Quanto al resto, i titoli ci sembrano casuali in sezioni, spesso ripetute; ma la ripetizione
e intercambiabili; essi conferiscono tutt'al piu non è mai indicata dal segno di ritornello, né
alla serie una patina di classicismo e prestigio. segnalata dalla doppia barra verticale; l'autore
Lo stile delle gagliarde, prevalentemente ar- · ha preferito ricopiare nota per nota la sezione
monico, va considerato sia nel contesto del Li- da ripetere (strana preferenza, in un'epoca nella
bro, sia in quello della musica per danza (o quale era di regola il risparmio della carta),
basata sulla musica per danza) del secolo XVI. certo per evitare di suggerire la diminuzione
Esaminiamolo dunque secondo ambedue i pa- e per imporre all'esecutore una resa ad litteram
rametri. del brano.
Se le 24 suites delle prime due parti svilup- Quelle di Galilei si differenziano dalle ga-
pavano sistematicamente l'arte della diminuzio- gliarde che si usavano comporre nel secolo XVI
ne, le 56 gagliarde vi si contrappongono rigi- anche nella loro suddivisione in sezioni e per
damente, per un sostanziale rifiuto delle tecni- il ricorrere delle sezioni. Il secolo XVI aveva
che della diminuzione e della variazione; anche elaborato due forme fondamentali di questa
lo spazio tonale vi è esplorato in maniera di- danza: potremmo chiamare la prima "ariosa",
versa : contro la monotonia tonale e modale ossia composta di diminuzioni sopra un ostina-
degli ostinati, 14 appaiono qui frequenti modula- to; essa si presenta spesso come la variazione
zioni, condotte a volte cosf liberamente, che in metro ternario del passemezzo, e può essere

14. Diciamo monotonia tonale, in quanto i singoli pezzi dei singoli pezzi: questo fatto può essere compreso, dice
non presentano particolari vari età; qu anto alla monotoni a Galilei, «dalle Romanesche et Passemezzi, l'un et l'altra
modale, è da notare che, alla sensibilità di quell'epoca , edu- delle quali sono del primo tuono, et nondimeno la diver-
cata a percepire sfumature d 'intonazione che oggi ci sfu g- sità delle poste le fanno pa rere hora piu et hora meno
gono, le diverse trasposizioni presentavano caratteri « etici » meste, et hora pi u et hora meno all eg re >> . Fronimo, 1584,
differenti, per cui i modi variano a seconda della posta p. 107 .

14
esposta in una o piu parti: A (NIINIINII ... ). 15 tore, ma semplicemente suggerita all'esecutore
La seconda forma, frequentissima anche fuori per mezzo di segni di ritornello: A: II:B:II:C;
d'Italia nella seconda metà del secolo e vitale spesso però l'autore scrive per intero il tutto:
fino al periodo barocco, consiste di due, piu A l A' Il B l B' Il c l C'.
spesso di tre sezioni di simile lunghezza, ognu- Galilei invece usa nelle sue gagliarde le piu
na delle quali va ritenuta in forma diminuita; disparate sequenze di sezioni. Eccone alcuni
talvolta le diminuzioni non sono scritte dall'au- esempi. 16

i r~r r f r

'##jn ~ J l~ f2 flèr ~ fjJ l~ J:J JJ ~ ~


l~ J J 3 ~
r r
Il

Il
Calliope, 1". Forma: A l A Il B Il C l C Tre sezioni, la prima e la terza ripetute; la sezione
Tre sezioni, delle quali la prima e la terza sono centrale, lunga 14 misure, è divisibile in due parti:
ripetute, mentre la sezione centrale, di 7 misure, nella prima (B) il tema è esposto dalle due voci
è esposta una volta sola. superiori; poi (B') il tema passa al basso e la voce
Polymnia, 8" (riportata sopra). superiore espone un controssoggetto.
Forma: A l A Il B l B' Il C l C

##' ~ 1tp n J 1 ~J t pJJ n j j ~


1 1 1 ~n JJ §J 1

'#~ Pn n 'P n t!P n n '~ J J ~_J_f r ~


15. Tali per esempio le gagliarde di Molinara e quelle 16. Nel trascrivere questi esempi, usiamo il segno di
dei passemezzi di Terzi. Talvolta questa forma compare ritornello, in maniera da indicare con chiarezza le ripeti-
tematicamente indipendente dalla danza di apertura della zioni; ma si tenga presente che l'autore scrive i pezzi per
suite, come nel saltarello di Barrono intitolato «Pescatore intero.
che va cantando>> (Castelliono, 1536)

15
,g !{ ~ )>.-
hJ IF[L J
~
B

~ ij ~
r r r
.b~
~ ~ ~ ~ ~

~i
8
~
i
PU Bzt
~ 1

r
o
f

r
r~r

f -- l
' '~ ~
r r
p~
B3

o~lb P l~ J. r 4Ù f ~ f ~~~ ~ ~
f r----
l':\

~~~ Ìj j J 4
?É 9
8
---r r r
-..:.;
1 2 3 4 5
Urania, 9"- Forma: A l A Il B l B ! B 1B l B IB La moresca, a c. 131. Quest'ultima aria di dan-
La prima sezione di 12 misure, esposta due volte , za, come pure la gagliarda 23, pure a c. 131 e
è seguita da sei parti sopra un ostinato di 4 misure. riecheggiante l'aria di follia, sono scritte per un
Ciò che quelle di Galilei hanno in comune liuto a sette ordini, col contrabbasso in SI.
con le gagliarde dell'epoca sono specialmente i Anche se l'autore non avesse designato que-
vigorosi metri ternari, oscillanti fra il 3/4 e il ste composizioni come appartenenti a "diversi",
3
h; in altre parole, quelle di Galilei suonano non sarebbe difficile notare la grande diversità
come gagliarde, benché non siano tali da un stilistica che caratterizza questi pezzi e che li
punto di vista formale. differenzia da tutti i precedenti: qui siamo di
A c. 124v è una composizione senza titolo, fronte a musiche decisamente piu semplici e
lunga 84 misure ternarie, notevole per la sua piu facili, almeno sul piano compositivo, ben-
qualità . A noi non sembra né una danza, né ché non siano sempre altrettanto piu facili dal
una "cosa ariosa" (benché, a prima vista, ne punto di vista tecnico. Si tratta insomma di
abbia l'apparenza ), bensi una specie di diverti- musica leggera e probabilmente di consumo,
mento informale che l'autore ha collocato a dello stesso genere delle danze di Caroso e di
questo punto, quasi per concludere piu libera- Negri.
mente la parte del Libro dedicata alle discipli- Sarebbe naturalmente interessante identifica-
natissime 56 gagliarde. re gli autori di questa serie. Ne abbiamo iden-
tificato uno, Santina Garsi . La G agliarda 20, a
COMPOSIZIONI DI AUTORI DIVERSI c. 130v, compare infatti col titolo G agliarda
di Santina e con qualche non sostanziale va-
A c. 125 il titolo : Gagliarde et arie di diversi. riante, in un altro manoscritto, per il res to ano-
Questa sezione contiene una serie di 23 gagliar- nimo, della Biblioteca Nazionale Centrale di
de , tutte numerate ordinatamente e in parte Firenze, il Magl. XIX.30. Pure a Santina G arsi
anche intitolate; nella serie sono inseriti quat- sono attribuiti nel manoscritto Cavalcanti 17 un
tro pezzi non numerati: Courant, scritta fret-
tolosamente negli ultimi due esagrammi di c. 17. Q uesto libro è de Raffaelo Cavalcanti, Ms. II . 275,
125 ; Saltare/lo, a c. 127v; R uggieri, a c. 128; Bibliothèque Royale de Musique di Bruxelles. G li altri

16
Ruggieri molto simile a quello di c. 128, la vano con cui si apre la seconda versione del
gagliarda n. 22, dal titolo Viva Don Giovanni Fronimo . Forse l'autore vuole concludere in
a c. 131, e la Moresca, con lievi modifiche ri- modo analogo questo libro, che del Fronimo
spetto alle versioni galileiane. costituisce il complemento.
A c. 13 7 so n tre pezzi, il primo in ti t o la to Al manoscritto sono state aggiunte in epoca
Aria franzese, per liuto a sette ordini, col con- non recente altre quattro pagine (c. 140-141v),
trabbasso in SI. Gli altri due non hanno titolo, di formato piu piccolo, scritte da una terza ma-
ma per le analogie che rivelano col precedente, no. C. 141 contiene una serie di giudizi intorno
possiamo pure designarli come "arie francesi "; a diverse gagliarde e passemezzi di Galilei, con-
uno è per liuto a sei ordini, l 'ultimo per liuto tenuti nel libro. Evidentemente qualcuno si
a sette ordini, col contrabbasso in RE. proponeva di trarre dal Libro d'intavolatura un
C 13 8 appare scritta da una mano differente piccolo florilegio per suo uso e consumo; co-
d al resto del libro Il tracciato delle cifre è stui era forse un pittore, poiché l'ultima pagina
differente, 1 segm ntmiCl so no mensurali (c . 141-141 v), alla quale manca un pezzo, con-
(
0
J J )l,;~ ) mentre altrove sono sempre qu el- tiene una specie di nota spesa, nella quale com-
h usualmente adoperati nelle intavolature ita- paiono accanto a numeri gli articoli « biacca,
ltane ( 1 ri F F), anch~ ~l sin:bo~o per le
note tenute con la mano sm1stra e d1verso da
olio , macinatura » .

quello usato da Galilei nei manoscitti e nelle


stampe 18 Il wolo è qui abbreviato in Gal" PIA NO DEL MANOSCRITTO
È una bella gagli arda in tre sezioni con diminu- Il Libro d'intavolatura appare portato prati-
zioni (A IA ' iiBtB'!I CIC'), del tipo di quelle usit a- camente a termine nella composizione e facil-
te a cavallo dei due secoli (Dowland, Vallet mente riordinabile. Se poi esaminiamo il nu-
ecc.), scri tta per liuto a se tte ordini, col con- mero delle composizioni, appare evidente che
trabbasso in RE . La composizione è certamente l 'autore non intendeva inserirvene altre, ma so-
una tarda aggiunta ed è estranea al piano del lo rifinire o completare qualche p arte di danza
libro . " ariosa" e decidere tra un paio di varianti. La
Alla fine del volume (c. 138v) ricompare la
ragione per cui pensiamo che l'opera sia com-
consueta grafia in una lunga composizione sen-
piuta balza agli occhi se si considerano i nume-
za titolo, che si estende per 191 misure di tem-
ri tondi e simmetrici dei pezzi in esso contenu-
po pari. È questa una severa composizione den-
ti ; escludiamo dal computo il pezzo senza titolo
samente contrappuntistica, del genere di quei
a c. 61 e la gagliarda d'altra mano e d 'altro stile
ricercati che Galilei, come abbiamo veduto, non
a c. 138 .
amava comporre, ma nemmeno disdegnava in-
serire nelle sue opere, qualora li trovasse di buo-
na fattura, accanto alle sue trascrizioni di opere Prima parte Passemezzi per be molle 12
romanesche 12
vocali; un buon esempio è la sua intavolatura saltarelli 12
del ricercare a quattro voci di Annibale Pado- composizioni ariose 2

pezzi di San tina si trovano trascritti in H. Osthoff, D er Seconda parte passemezzi per be quadro 12
Lautenist Santina Garsi da Parma, Lipsia, 1926. romanesche 12
18. Vincenzo Galilei aveva un modo tutto peculiare per
in dicare il suono tenuto. Esempio :
Terza parte gagliarde 56
(r) r~ F r ~ ~":"
pezzo senza titolo l

13~:~1;@:;.: . l : l Quarta par te gagliarde di diversi


arie di diversi
23
7
Da: «duo del primo modo», pezzo senza titolo l
Fronimo, 1584, p. 13
Lo stesso passaggio era notato usualmente in modo diverso :
In totale, 150 composizioni, delle quali 120
sono attribuibili a Galilei come compositore o
trascrittore (tale è probabilmente il caso dell'ul-
timo pezzo senza titolo), mentre di trenta pezzi
è la serie di autori diversi.

17
RELAZIONI FRA IL GAL. 6 E ALTRE OPERE DI ossia, come si diceva a fine di secolo, concepite
GALILEI come variazioni su composizioni preesistenti,
d'autore oppure tradizionali . Le prime due fan-
Il titolo del Gal. 6 dice che le danze e le « cose tasie sono basate sui madrigali Nasce la pena
ariose » in esso contenute sono state « compo- mia dello Striggio e Ancor che col partire di
ste in diversi tempi »; è del resto facile mettere Cipriano (p. 92-95); le altre sei sono tutte ro-
insieme parti di danze sopra ostinati tradizio- manesche in quattro parti, e come tali vengono
nali, anche se composte in tempi diversi. Alcuni inserite, praticamente senza cambiamenti, nel
pezzi, Galilei li aveva addirittura dati alle Libro d 'intavolatura. Allo stesso tempo, tutte
stampe. le fantasie scompaiono dalla seconda versione
Nella prima versione del Fronimo (1568), il del Fronimo.
protagonista presenta al suo discepolo otto fan- Ecco, in particolare, la corrispondenza fra le
tasie,« fabricate sopra soggetti ariosi» (p. 61), sei fantasie e le romanesche del Gal. 6.

Fronimo, 1568 Libro d'intavolatura, 1584

p. 96 Fantasia terza c. 5 Romanesca prima


p. 96 Fantasia quarta c. 22 Sopra la medesima (romanesca sesta)
p. 97 Frantasia quinta c. 11 Sopra la medesima ( romanesca terza)
p. 98 Fantasia sesta c. 36 Romanesca undecima
p. 98 Fantasia settima c. 28 Sopra la medesima (romanesca ottava)
p. 99 Fantasia ottava c. 91 In materia della medesima (romane-
sca XI, per be quadro)

Il fatto che le fantasie del Fronimo sono eli- L'arte delle diminuzioni e dei passaggi, svi-
minate indica, a nostro avviso, che Galilei con- luppata nel Libro d'intavolatura (le parti prima
cepiva il Libro d'intavolatura come complemen- e seconda sono dedicate alla diminuzione, la
tare al Fronimo; i due lavori sarebbero due se- terza è specificamente dedicata ai passaggi) in-
zioni di un'opera didattica vasta e sistematica: troduce invece lo studioso ad altri problemi
la formazione del liutista ha come base l'arte tecnici , quali l'agilità e la rapidità dell'esecuzio-
dell'intavolare e l'arte di eseguire strutture ar- ne, lo abitua alla pratica dell'improvvisazione,
moniche e diminuzioni ( « passaggi e diminuzio- impattante per la musica solistica e d'assieme,
ni » diceva Galilei) in tutte le tonalità (o « in in particolare per l'allora nascente pratica del
tutte le poste », come pure diceva il nostro au- basso continuo, e lo fa sentire a suo agio entro
tore). L'intavolatura di opere vocali o strumen- qualsiasi ambito tonale .
tali , ma non concepite specificamente per il liu- Un altro testo connesso col Libro d'intavo-
to, quale è discussa nel Fronimo, risponde a latura è un altro manoscritto della Biblioteca
di v erse esigenze: su un piano tecnico , eseguire Nazionale Centrale di Firenze, contenuto nel
composizioni non destinate allo strumento e per- libro segnato Landau-Finaly, Mus. 2.
ciò poco idiomatiche, conduce a risolvere com- Si tratta di una stampa della prima versione
plessi problemi di diteggiatura e di fraseggio e del Fronimo, alla quale sono state aggiunte 20
di conseguenza ad approfondire la tecnica; su carte manoscritte; nel rilegarlo insieme al Fro-
un piano piu ampiamente culturale, attraverso nimo , il manoscritto è stato tranciato ai bordi,
l'arte di intavolare, il liutista è portato a cono- in maniera da farlo coincidere con la parte stam-
scere quello che accade nel mondo della musi- pata. La tranciatura però non lo ha danneggiato
ca, anche al di fuori del suo campo specialistico, troppo : qualche titolo è stato in parte tagliato,
viene ad accostare le opere dei grandi maestri, ma senza che la comprensione ne venga pregiu-
che arricchiscono il linguaggio musicale di nuo- dicata. La legatura è moderna; il manoscritto è
ve invenzioni e forme; infine, attraverso l'ana- ritenuto autografo di Galilei. 19 Esso è stato le-
lisi e lo studio di opere magistrali, e perciò esem-
plari, egli può imparare dalla viva esperienza 19. F. BECCHERINI, op. cit. , p. 132. Per la maggior
la maniere e le regole della composizione . parte, il Landau-Finaly Mus. 2 appartiene alla stessa mano

18
gato col Fronimo probabilmente per il suo con- nel Gal. 6, ma quelle del Landau-Finaly ci sem-
tenuto, che consiste di 18 intavolature di ma- brano costituirne una versione prepara t oria: la
drigali, spesso accompagnate da una voce (usual- scrittura è qui spesso affrettata e l'autore usa
mente il basso) in notazione mensurale; oltre a la stanghette non per dividere le misure, ma
questi pezzi, accomodati per suonare e cantare solo per separare le parti delle composizioni.
al liuto, ci sono alcuni passemezzi e romanesche. La seguente tavola mostra le corrispondenze fra
Anche queste composizioni si ritrovano tutte i due manoscritti.

Landau-Finaly, Mus. 2 Gal. 6


c. 7 Romanesca con quattro parti c. 20 Romanesca sesta
c. 7v Pass'e mezzo (due parti; alla c. 4v (La prima parte corrispondente
fine della pagina il primo rigo alla prima di S apra ilrnedesimo)
è ripetuto con una variante) c. 3v (La seconda parte corrisponde
alla prima di Passemezzo primo)
c. 8 Pass 'e mezzo (due parti) c. 4v Sopra il medesimo, terza e quarta
parte
c. 8v Romanesca con quattro parti c. 77 I n materia della Romanesca 4"
c. 9v Romanesca con quattro parti c. 5 sopra la medesima
c. lOv Passemezzo con quattro parti c. 80 sopra il medesimo
c. llv Romanesca con quattro parti c. 5 sopra la medesima

CoNCLUSIONE vrebbe, a nostro avviso, diventare una delle


basi per uno studio razionale dello strumento.
A parte il suo valore estetico, che qui non Abbiamo mostrato come il Libro d'intavola-
intendiamo discutere, il Gal. 6 ci pare impor- tura e il Fronimo siano integrati entro un piano
tante soprattutto come documento di letteratu- didattico vasto e funzionale. Della seconda ver-
ra didattica; un tipo di letteratura non frequen- sione del Fronimo (1584) esiste una buona edi-
te nelle fonti del Rinascimento, nelle quali gli zione in facsimile/ 0 ed esemplari di ambedue
autori si limitano di solito a discutere argomenti le versioni sono reperibili in diverse bibliote-
elementari o anche fondamentali, ma raramente che europee e americane. Un manoscritto pur-
si avventurano nel campo della formazione tec- troppo è un unicum, e ciò significa non solo che
nica del liutista. reperirlo è cosa piu laboriosa, ma anche che una
Eppure, di fronte alla profondità e alla com- troppo frequente consultazione lo porta a depe-
plessità delle composizioni pervenuteci, non rire. Le condizioni del Gal. 6 sono al presente
possiamo non presupporre l'esistenza di adegua- molto buone e il .codice si presterebbe, per la
ti sistemi d'insegnamento. L'opera di Galilei, chiarezza della grafia e per la qualità della carta,
insieme con poche altre, contribuisce a riempire a essere riprodotto. Un'altra possibilità sareb-
questa lacuna. Il suo valore come didatta, del be un'edizione, la quale disponesse le composi-
resto è dimostrato non solo dai suoi lavori, ma zioni nell'ordine voluto e suggerito dall'autore.
anche dalla brillante attività di originale liutista Ci auguriamo dunque che questo nostro mo-
e compositore del figlio e con tutta probabilità desto lavoro di ricognizione possa suggerire a
allievo Michelangelo. chi ne ha i mezzi e la volontà un'impresa edi-
Nell'attuale rinascita dell'arte liutistica, la toriale veramente fruttuosa.
produzione didattica di Vincenzo Galilei do- PAoLo PossiEDI

che ha scritto il Gal. 6, tranne che per i primi tre pezzi, da quella usata da Galilei nell'intavolare lo stesso madri-
e cioè una intavolatura del madrigale del Palestrina Vestiva gale nel Fronimo (p. 26-28). Anche le diminuzioni, pre-
i colli (c. l), della sua seconda parte Cosi le chiome mie senti nella stampa specialmente in cadenza, qui non appaio-
(c. 2) e il basso di questa seconda parte, in notazione no o sono assai ridotte .
mensurale (c. l v) . La posta di queste intavolature è diversa 20. Forni, Bologna, 1969.

19

Potrebbero piacerti anche