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V

il Trecento

La storia della letteratura italiana ha la singolare caratteristica di


presentare, nel suo primo gran secolo di vita, tre grandi nomi, ffe
< maggiori >. Tuttavia, la triade degli autori sui quali si appuntano i
rapporti franco-italiani della fine del Trecento e del'inizio del-
del Ouattro-
Qua
cento non B formara dai tre maggiori recentisti Dante r, Peffarca,
Boccaccio Perarca, dal Boccaccio e -da Coluccio Salutati.
Do dal Peffarca,
-,
Il Perarca B divenuto ben presto un classico alla cui autoriti,
autoriti morale, si fa appello alla pari con un S. Agostino, un Cice-
roie, un Aristotele 2. Coluccio Salutati b stato piuttosto un mediatore
i

efficace tra Ie due culture. A lui (si pensi ai suoi rapporti con Jean de
Montreuil e con altri letterati parigini) i personaggi piil eminenti della
cultura francese hanno guardato come ad un maistio di stile, il pit
autentico erede petrarchesco3. Con queste definizioni cosl << condin-
I Dante sembta < resistere > agli attacchi c-he gli vengono mossi da chi si interessa
nlla sua pri'la di:Eusione in Franciaf dlo stato attua-le della ricerca, la sola testimonianza
sicura I quella lasciataci da C.hristine de Pizan. Si vedano, olte allo studio ormai da rifare
di A. Fenrmr,Lr, Dante e la Francia, Milano, 1908, i recenti contributi di F. SruoNe,
Di naoao sa Dante e la caltara francese del Nnascimetro, ( Studi Francesi >, 20, !961,
pp. 201-2L7 e Umanesimo, Knascimento, Barocco in Francia, Milano, 1968, e di L, PE-
rnoru, .La prima segnalaziote di Dante in Francia, in Dante e Bologna nei tempi di Dante,
Bologna, 1967, pp. )75)87.
2 Alla fortuna del Pettarca in Francia ha dedicato pagine fondamentali F. Sruorn,
Il Nnascimento frutcese, Torino, 196L, (f ed. 1954), ip. l4l-222. Un nuovo ed inte-
tessaote coauibuto E &to da N. MANN, lt lortane de P€trarqae en Francez Rechercbes
sar le < De remediis >, < Studi Francesi >, ,7, L969, pp. 1-15,
3 Il nrolo di Coluccio Sdutati i essenziale per I'incremento dei rapporti tra umani-
sti itdiaai e francesi alla fine del secolo XIV. Sino a poco tempo fa si d creduto che i
rapporti tra C-oluccio e Jeao de Montreuil (si veda C. S,rr,uurr, Epistolario, ed. Novati,
t. III; p. 71 e t. IV, p. 131 e J. DB MoNrneutr, Epistolario, ed. E. Ornato, Torino, 1961,
p. 150) datassero degli anni intorno al 1395; in realtl, una felice scoperta di Gilbert Ouy
ha messo ora in luce che la prima corrispondenza scambiata dai due litterati data del 1384
(_dq. G. Brrr.eNovror-G. Ouy, I-a premilre conespondance entre Jean de Montreuil et
Coluccio Salutati, < Italia medioevale e umanistici '), VII, 1964, pp. l5Gl74). Questa
scopefta, olEetutto, dimorsu6 aocora una volta quanto poco conosciamo su fatti essenziali
pet Ia aascita dell'umanesimo francese e rnosra ihiaramente quale sia la srada da battere

1.
GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO

delDe remediis, dovuta a Daudins, maduzione che accrebbe e divulgb


sate>nonvorreidarel'impressionechelaquestionedellalortunae
dell,influenz" di q,r.rii';:;-t"tt" J*t"
ir.r,..t. sia un capitolo la sua fama di filosofo morale. La polemica col gallas calampniator6,
7, pur non procurando con-
sii fatto. Il terreno;;;; iJit. e non mancheri di.dare nuovi dimentata ed ancora viva ne1 Quattrocento
e con pa.ssione. fl -i"
fJ,r""i"*i J;;a i;;.;r;il:;" pazier:u,acome sensi e simpatie al poeta, valse ceftamente a renderne ancora pii
di ;t..tJ ,l Cnms, tht toi"o"t oochi i fondi manoscrittr
-{_r,:l; fa-iliare il nome in terra di Francia.
;; questi fondi rassomigliano Il pitr giovane Boccaccio finl per fare un po' Ie spese del successo
delle biblioteche, ,i .o*ii"l.
di-iip.r.t. che
a un iceberg, t" prri.-.6ttt"" f superiore a q"ella che vede la luce'
per portare il
che amideva all'amico. La stoda di Griselda
- in
cioe la novella decima
latino dal Petrarca,
del decimo libro del Decameron ffadsfta
Ed b dunqu" .or, ,rn'-pr'.".ir;--i[f,.lno:he ci incontriamo, una miglio- -
nostro contributo, -o'd.rro forsl ia nuovo certamente, Per si dilfuse come un testo originale di questi. La fortuna del Boccaccio
;;.;;.;;;;;; del Boccaccio nella cultura francese' in Francia, adunque, inizia all'ombra del grande amico, per interposta
persona se si vuole. Le vicende di questo testo, dopo gli studi dell'Hau-
Ilmiointerventotoccherirr.prrrrri-Anzitutto,vedremoinqual
per la ptima volta
;;.;,; il Bott"tiio si B inserito vette e della Golenistchefi-Koutouzofi, sono note. I1 Petrarca l'ha messo
modo ed in qual
di fatti esterni' in parte in latino, con conclusioni proprie, nel L373 E. Da questa traduzione fu
;d" ;il;rir"n.t.. i.Lgo-tt"o si awale
tirata una prima raduzione francese ad opera di Philippe de M6ziEres,
noti, ma .i p.rr.r.tr.ia ai iir.* a*ne date basilari e delle opere signi-
per il nos*;;;;. i" ogni modo, cercheremo di sottolineare corrispondente del Petrarca, tra il l)84 ed il 1189 e. Una seconda tra-
ficative
trc.,t'd;tffiil;n#;iliG,lf t^tii.u'affe due parti sono frutto duzione, anonima ed indipendente dalla precedente, data della prima
t"i ftt-O"attrocento e su Nicolas de Gonesse
delle ricerch" p.rroi"li-
meti del XVo secoloto. Contemporanea della prima traduzione francese
edi-n quate misura un letreraro attivo a b una imitazione in vetsi latini dovuta a Pierre de Hailles !r. Sul testo
t;;;;l*;.v.&;-;;
i:Ifl #:ffi "#ii'.::i:11[ttimxd;ii"6.,*5,1xi;l]#l mentc cotr Pierre Bersuire: la loro amicizia risaliva al loro soggiomo avignonese (cfr.
illi:ffi'il."i*rJri.',j.ir.d.ilifi "rionedi-duecapitoliparticolarmente
,n" polemica che
C. Seuen,rx-J. MoNrnIx, Pierre Bersaire priear de SainrEloi de Paris, < Histoire Litti-
fortunati del Boccaccio; cioE entreremo- nel vivo di rairc de la France >, t. )QO(IX, Paris, 1962).
non b appannaggio ;:;li ili|",ii"l afmirio del '400, ihe anzi gode 5 F. MeuNren, Essai sar la oie et les oaarages de Nicole Orcsme, Paris 1857,
pp. 152-1fi; L. Densw, Ancientes tradactions lruqaises du trail| de Pdtrarqae sar les
quale quelle fortunate-pa-
ei';;";il ."iobil.?adizione, ma per la ripensamento e di medita'
iinliles de I'ane et I'autre fortune, <Notices et exuaits des manusctits de la Bibliothlque
gine del Boccaccio il;r;;-f*.ito materia di Nrtioade >, t. )OO(IV, Paris, 1891, p. 26.
zione. Questa p"I;;;';;"iti" Jr" t"ct a testi inediti che mi fard 6 Cfr. P. G. Rrccr, La uonologia dell'altimo 'certamen' petrarcbesco, <Studi Pe-
trarcheschi,f, IV, 1911, pp. 47-57; il testo di Jean de Hesdin fu pubblicato dal C.octhia
l,onore di ,ottopo.;;;i^;.; i" p.i-" volta
all'attenzione degli stu-
negli < Atti R. Accademia fuch. ktt. Belle Arti di Napoli )0, VII, 1919; il testo del
diosi. Penarca ! ora in F. krnenere, Inoectiua contra eum qui maledixit ltalie, ed. Ricci, nelle
La f.ama poich6 non si pub narl'arg della fortuna
del Petrarca Prose, MilanoNapoli, 1955.

del Boccaccio ,*"-JiiJ-rrt- f"t -inimo ....tto al Petrarca - la 7 Cfr. F. Su,aour, ll Nnascimento Francese, cit., p.47 sgg.; E. OnNlro, lt prima
>, 14, 196L, pp. 201-217 e 15, 1961,
loiltna del Petrarca in Fraacia, < Studi Francesi
fama del P.u.,.",.-d,,oq.,.,,.ggio ...i,,i,t,".ore
del proprio..talento pp. ,101411.
;[d]" i;";tu=diii;aTn Francia essendo ancora vivo il poeta.
ilprt" t Ia raduzione E inserita nella .Sez. XVIII, 3, che E l'ultima lettera del Peuarca al
d#*""r.tll*1ru"fi 'ft*'$:5f*r't**:': Boccaccio.

l#fl"f f a.gli-anni intorno al D76Ia traduzione francese


e Su Philippe de MdziEres, si veda N. Jonce, Philippe de M€zi&es et la ooisade aa
XIVe silcle, Pari3, 1896 e D. M. Beu-, Etuie sur'le soife da uieil p]lerin de Pbilippe de
;j;;;;i.;.,- l{dzibcs (1327-1,1{)5), Genive, 1955. Per Ia storia di Grisclda, E. Gor.rNrstcsrrr-
Kotttrotzorr, L'histoire de Griseldis en France at We siCcle,Pafs 1933, soprattutto alle
pp.3l{1; HruverrB, Its plus ancieraes Traductions lranqaises de Boccace, < Bulletin
r, IX, 1909, pp. l-26.
ffi *H:'f ff #;Hrng "*i;il5:'*"ffi :$;::'#41"':#,}!;.,:i,;'f
Italien
ai ddbut du )(v m Il testo i stato edito ddla Golenistchefi-Kotrtouzofi (L'histoire, cit., pp. 19)-222;
franccse. si veda G' o, s#ffi,"fiz;;;'t!'l!id''ii";;;q';;;France me ei vedano pure le pp. 82-114).
;;;.rr;'R;;ia >, I)o(XVI, 1g65, PP. 4$'518' ll I ,16 versi del testo sono nel ms 9J della Biblioteca di Poitiers, che data del
questo epidio (si
veda la Fam'
a Il Petrarca stesso si ! .o'pittiuto-di raclontare a-Parigi egli tu a contatto certa' XV sccolo. L'autore E forse da identificare col segretario del conte di Blois, le cui funzioni
)o(II, 1' nel t. IV, p. rii i.rit[i]riir"J-Rossi8osco);
GIUSBPPE DI STEFANO rL TREcBNTo 5

della prima traduzione francese fu fatto


un adattamento scenico' un Essa era stata, perb, preceduta dalla traduzione di altre due opere, in
ii;;;
forr..r. di nhitipp. de J\ddzibres ebbe latino queste, del Boccaccio: il De casibus ed i De malieribas claris.
iea in versi nel 139iI.
Se ne conoscono almeno diciassette mano-
T;""'' Il secolo arui site.apre con la traduzione del De casibus, che b appunto
'i;1'.t;";;;;;
B, ma B piu inilt.ttri" tht t"o si incontta con frequenza dell'anno 1400 Essa E dovuta a quel Laurent de Premierfait al quale
scritti """it
i.;;;r;;i4i ,
&dattico del tipo del M6na- dobbiamo pure la traduzione del De settectilte a e del De atnicitia2t di
in volumi antotogici
ii
Cteaalier ile la Tou Landrv' Se ne Cicerone e, forse, quella di un trattato attribuito a Seneca 2 e cosl
oier de paris,n o ,..",i,J?t- iiri,
d-;i ;;;ht di Borgogna, a quella dei
;i#i; i:';;',;;; pure la riedizione della traduzione dell'Economia 6atta da Oresmea,
'i{,,i",ir*,.,"i
-S"lrrro, E' oltrech6 la traduzione del Decameron del L414.Il De casibus E quindi
ifi;;;i;;i-di ii'rorena, in Bretasna
Una recente li' -ttto in !uc9 che' accanto
..il;;;;iii'B,*iolo la prima opera del Boccaccio radotta integrdmente in francese. Essa
alla traduziorr. fran..',. itfu stessa noutU'' i Li"'
de la citd des ila' B fatta alla lettera ed ha i limiti che hanno le primizie letterarie.
mes diChristine a""if"irlrll""ri-.* L ;e;.ne
& altre trc novelle Laurent la riprese nel 1409 correggendola, migliorandola ed amplian-
interogativi che pub
del Boccaccio,.. n..t^.^-d]'titp.r4*. ad alcuni t"pportl col testo del
sollevare questa f.Ii* ;;tI;--i;;*it"i'o' i
'ir.pd;ri;of,.r,o .fi.ttiut..t ti tradotto e da chi re La data si legge nell'esemplare ms ldazarine ,880, f.
L13: < Iequel livre de
Boccaccio. Intendo: Boccace fut translat€ de latin en franchois par Iauent, famillier et clerc de noble et
giacch6 dalla loro
a stato tradotto ". aJJi-li.Uftti. sono basilari saige home Jehan de Chanteprime, conseillier du roy de France nostre sire, le samedi

soluzione dipende,;;;;te;;to, Ittt*ione del termine e del con- XIII jour de novembre de I'an MIIIIC >. Cfr. E. flirr.rwrre, De Laareilio de Pimo-
fato, Pais 1903, p. 4. Su Laurent de Premierfait si vedranno pure le pagine di A. Honrrs,
;i
cetto di italianismo"iir^'F.;;.i" Tr.-Qo"tttocento. Annunciata dalle Stadi salle opere latine del Boccrccio, Trieste, 1879, superate ma sempre utili, ed i receoti
;ilffi;i*;;;Ai';I;- q""li ho ta ptima traduzione cootributi segndati in F. SrMoNr, Contribtli per la storia della lortana del Boccaccio in

integrale drl "'i"""to'


prro#io')"#"iii ;;i 1411' apparve nel L4L4tt' Francia, < C.onvivium r, )Q(III, L955, pp, 62M2r.
20 La ttaduzione del De serrectute, dedicata d duca de Bourbon, E del 1405 (cfr.
ms B. N. fr. 1020, f. 44t). Cfr. E. Pr,n-ecnnt, Note sur deux manascrits enluminis
corrtenort le ' De serrectute' de Cic€rca aaec la tradaction lrungaise de lturent de Pre-
sono ettestate & docrrmeoti tra il 1]85 ed
il 1,90 (cfr. E. Gor.r.r.rrsrorrrr.KouTotzorr, aietfait, < Scriptorium r, XlI, 1958, pp. 276280. Va sottolineato che esistono d-
L'bistoire, cit., P. 115). meno due copie coo dedica a Carlo VI (J. Morrnrx, Iis tradactears et leur public en
--'- n ifr. iinrnirc ile Griselilis, ed' Roques' ParisGenlve'
1957' France aa Moyen Age, in < L'humanisme m€didval dans les litt6ratures romanes du
cit" pp' !82'L92' XIIG au XIVc silcle >, Paris, 1964, p. 259).
13 Cfr. E. GolBNrstereFFXoutouzorr, L'histoire, ,
ta l 'h verso il D%.
.o,p*to
Mhlasier.tu ed.fi,#ff.yI tlBX !lnliill#.}: 2t Anche la traduzione del De amicitia B dedicata al duca di Bourbon, che anzi ne
t pute il committente (cfr. ms B. N. fr. lO2O, f. 44vl; ma la data dell'opera i conrro
It Liure'tti'-CiTiair tle Tout ltndry.(tl '." sono naturalmente versa. Il ms B.N. fr. 1020, f.92v dicc: <Cy fine la livre de Tulle d'Anistii translat6
i tl"J?"iftiS'i'i," aut opttt *oo riunite
Paris, 1854) E del 1172: de latin en frangois par l,aurent de Premierfait le IXe jour de juillet, I'an mil CCCC et
p*i.'tioii, i* non di molto, alla taduzione francese'
E' scze r. Poichd il duca morl nel 1410, I'Hauvette (Dc Laurentio, cit., p. 7-8) propose di
ls Per l'insiem" di |,; produzione' si veda Gor'rnrsrorprr-Kourottzorr'
leggerc sir d posto di seze. Senonchd esiste pure una dedica della traduzione al duca di
L'bistoire, cit', PP. ll5'152' Berry, per il quale la data 1416 noo solleva nessuna difrcoltt, tanto piir che nel frattempo
Iaurent gli ha dedicato anche la riedizione del De casibas ed I Decameron francese.
C.ol Monfrin, possiamo cosl riassumere la questione del De amicitia: <La traduction fut
commatrdde peu aprbs celle du De senectate, en 1405; mais lorsque Louis de Bourbon
Eoulut ea 1410, Iaurent n'avait pas termind son tavail. Ic souci de plaire I Jean de
Bctry, qui avait command€ (ou s'Ctait laissd persuader d'accepter, c'est-Adire de 6nancer)
WMWWXsgwWWg'r,er la txeduction dt De cosibus et du Dicam€ioa de Boccace 41409-1414) le lui avait fait
ndgliger. Cr n'est qu'aprls 1414, qu'il reprit Ie texte de Ciciron pour lbffrir i son
nouveau protecteur, Berrv. Ainsi s'exoliouent
Iean de Berry.
Dtotecteur. Jean r€dactions de la prCface
s'expliquent les deux rddactions orCface >
0. lvloxrnu, Humanisme et trudaclions at Moyen Age, in < L'Humanisme m&iival . . . >,
at., p.2A.
ui''grt*;;:r:'if,'*+ffi:*ffi
che Per quest'ull
sembra,
,a:;r",*:#d: 22 Sulla traduzione dd De quattuol aiilutibas di Martin da Braga si ve&i G. Dr
c.he.biso.gna dare ad un cenno atl
sl$rl.t**r:"fj Stzrrxo, Claade de Seyssel, Jean Couttecaisse, I-aarent ile Premierlait o Jean TrcusseaaT,
"tufti,", saprei dire il credito
&il;;; ;a;.eiq h critica recente' secondo cur' '
q Studi Francesi >, 28, 1966, pp. 7680.
...d.trc'ti"i;#fi.d ;i a Cfr, A. D. lvIrr.rur, Tbe French aersion ol Aristotle's Economics in Rouen,
Bibl. Muic. ms 927, < Romance Philology D, 19fl, pp. 5542.
#,t1,:i$ly'm4.1'fgl*$""#f#,T'f.{iii:i'*-,-io'liziasarebbepoi'
GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO

dolail, per dedicarla al duca Jean- de Ber1y. cosicch6 nel ptimo decennio significativa per la fortuna francese del Boccaccio; data significativa, a
del secolo si hanno ben dul edizioni di questo testo. Per di pit, la mio parere, non perchd segna l'inizio della difiusione del nostro autore
traduzione del De malieribus clmis appawe nel 1401. Questa prima in lingua francese, ma piuttosto perchd essa b una tappa decisiva, direi
traduzione b anonima ma non b mancato chi l'attribuisce a Laurent il punto culminante di una influenza gii attiva ed operante. La tra-
de Premierf ait -
e pfesenta le stesse caratteristic}e-della prima tradu- duzione, il volgatizzamento per essere pit esatti, risponde ad una esi-
-
zione del De casibasiE letterale ed a tratti inintelligibile, << semilatina >> genza precisa, quella di fare accedere alla conoscenza dei testi un pub-
direi, tanto che essa fu riptesa e ritoccata per ben due _volte in date blico sempre pii vasto e culturalmente meno preparato. Vale a dire che,
non precisabili ma non mblto lontane dal 1401. Naturalmente, anche mentre i testi volgari vengono messi in latino perch6 la loro diffusione
le riedizioni sono anonime 5. sia pit vasta ra i letterati, i testi in latino vengono messi in volgare
Il Quattrocento si apre cosl sotto i 6.migliori auspici pet la diffu- perch6 la loro diffusione sia pit profonda pur se pit limitata. Il vol-
sione del Boccaccio nella iultura francese E l'anno 1400 e una data g$izzamento, nella cultura francese del Trecento, risponde ad una esi-
genza gid varie volte sottolineata, quella << politica > culturale come
2a L'Hortis credette essere questa la prima e sola traduzione del testo, ,e rimase ha rilevato il Monfrin !5mu13;4 gii durante il regno di Jean - le Bon
rmbaraznti di fronte all'afiermazione dell'autore circa una prima edizione della uadu- e proseguita da Carlo -V e poi ancora durante il regno di Carlo VI u.
;;ng:-;;.--e donques ia pieCa !e Laurens a I'enhortementtt requeste_de aulcuns (noi Che poi la difiusione di queste opere non sia stata trascurabile b atte-
non sappiamo chi; li primi eiizione non ha destinatario) eusse translati de latin en
frangoyi-le moins mal que ie peu ung tres noble et 919uiz. livre de Jehan Boccace des cas stato dal numero di manoscritti che sono gia stati segnalati. Soltanto
des nobles bommes et femmes, en Ia translacion duquel ie ensutvt preclsement et au delle due versioni del De casibus conosciamo attualmente ben sessan-
irrt. to r.riini.s p.ir.l du propre langaige de amandant,
I'acteur qui molt est.soubtil et artificiel
tasei manoscritti, sparsi nelle biblioteche del vecchio e del nuovo mondo,
i...t. l. donques silon le iucemint commun en se ie puis, la premiere transla'
iion'auait livie, vueil sani ii.ns condempner -del aultrefoys translater le dit
livte. . . r (ms mentre del Decanerofl ne sono stati rintracciati almeno quindici. ll De
B. N. fr. lrl, t. 5 v). ta giusta successione lavoro i ittestata dalla sottoscrizione del ms mulieribus claris E quotato, per le tre versioni, ad una cifra che supera
Mazar. 1880, gii citata. I dall'afiermazione di Laurent stesso. La radizione manoscritta i
.oncordi p.i i'.rrrro 1409; c'E pure nel ptologo una allusione allo schisma: < la robe de i dieci esemplari a. Naturalmente, piil che il numero complessivo e la
Ihesus sans piece et sans'cousiure a est? pai xxxii ans ganchee en deux, puis en trois $acenza attuale di questi manoscritti, sarebbe ben pit interessante
iieces. Er au saint et noble corp de l'Eglisi, dont Jhesus est le seul chief, sont surcleues conoscere l'origine e la circolazione di essi D. Per il De mulieribus
irois testes a manier de ung monstre > (ms cit., f. 6r). Il primo gennaio 1411 (n. s.)
.simpl"r. fu ofierto al du"ca di Berry da Martin Go1lgg, chC E il committente dellbpera
"n artificiale anche se comoda e pratica. Ic date delle prime traduzioni francesi del Boc-
[Jr. f. brrrsre, k Cabinet des manasoits de la bibliothlque- impiriale, Paris, 1868-
o la comparsa dell'autore in Christine de Pizan-cosl < cadono >, eccezion fatta per
iASf, t. I, p. 60 e t. III, p. 187). La riedizione del De casibas e la traduzione del caccio
Oriruroi, quindi si su...ddno senza un notevole intervallo. I manoscritti sono concordi Ia Storia di Giiselda, nel Quattrocento. In questa sede, E molto pit veritiera la divi-
jour
che la traduzione del capolavoro del Boccaccio fu terminata < le XV-e de sione per generazioni. La generazione che interessa il nosuo assunto E quella che si forma
"iU;.ttirtri"mil
j"in!,t;"n quatre cens et quatorzi>, e lo stesso Laurent,-n-el suo prologo,-afierma che nclla seconda metl del Trecento e si spegne in gan pae nd 1418 o negli anni imme
iiitii" rit"p..i per re anni. Si noti che il committente dell'opera.fu quel Bureau de diatamente zuccessivi. In dtre parole, i personaggi dei quali discorriamo iono attivi nel
Damfmartin^ocitoien de Paris et resorier de France> i[ cui nome E legato pure alla fta' quarantennio 1380-1420. E la generazione che ha vissuto e softerto il dramma d6l1e
duzione del De amicitia. Si veda pure P. M. Gernsncote, Filtee-ntb-c_e_n-tary translation. lcisma, legata in vario modo alla curia Avignonese, cioi, al carretoar della cultura europea
ii iearlopnent ol lturent, u Modern Language Quarterly )t, )O(I, 1960, pp' 165-70' di questo < Trecento > cosi inteso (cioe quel secolo che va dal ll08 al concilio di Co
stanza); E la generazione che ha vissuto la guerra dei Cento anni, le lotte fmtricide del
2s La data della ffaduzione si legge in vari manoscritti (ad esempio, ms B. N, fr.
repo di Carlo VI e I'eccidio del 1418 in cui perirono, con Laurent de Premierfait,
12420- t. 167 v): < Icv fine de lehanTo.... le livre des femmes renommees, translatd alcuai tra i pit validi esponenti della cultura del 1empo.
e;'l.ii"-;f;.ni:oir in'ttn ae grrce Mil CCCC et un, ac-ompli le XII. jour de_septembre. Tn i volgatizr;atori attivi durante il repo di Carlo V e quello di Carlo VI, a
;"il;-i;-;;il. i; jrg.- rotti Et 6is puissant et redoubti-prioce C-harles, VIc' pit rov de
Iaueot de Premierfait deve essere riconosciuto-un nrolo di piano non solamente per'la
France et dui de Normandie >. Non esiste il prologo del 6aduttore. L'argomento so-
mole e la qualitl delle sue ffaduzioni, ma soprattutto per avei saputo imporre un nuovo
[a;;r"h,lLtiiit*ion" a Laurent de Premiirfait-sia esclusa ] il seguente: nel ptologo reppofto nell'edizione del testo classico e del suo volcarizzamento.
volgarizzamento. Su questo aspetto
a-.U"'r*"ra"-iJirioni art ii casibls, Laurent non fa allusione a questo- suo eventuale attivitl sl
asDetto
,r+216. -
ffi..-N;;; **oi..itt", del resto,'gliene attribuisce la paternit)-. Inoltte, i passaggi ddla sue
sua attlvrte si veda J. MoNFRIN,
Monrnuv, Humanisme et baAactiots,
Morwnuv, ITumdntstne cit., pp. 2r+2)6.
tradacttot s, clt.,
a Cfr. H. Hrtrvnrru, De Laarcntio, cit., p, 7 e passim; P. M. Grmpncolu, Tbe
aa i, *itirribus utilizzati nella seconia edizione del De cisibar non, pFovengono. dalla
i."d*ion. ftancese. tE ue edizioni della traduzione sono in realtl due;-come ebbe a sctip* of l-aarent
Iilanasaipts Premierlait's uorks, < Modern Language Quarterly r, KX,
Laarent de Premierlait's
;fi;fi; l'Ila"rette (De fuarentio, cit. p. 10r), il cosiddetto Sruppo B dei manoscritti 1958, pp. 262270.
d rappresentato da codici deteriori del primo gruppo. ! Uoa prima sintesi sulla circolazione di questi volgarizzamenti trovasi in J. MoN-
r Mi preme sottolinear€ che, in senso stretto, non si pub parlare di o fortuna > del ruu, Izr tradactears et lear public ea France au Moyn Age, in < LTlumanisme m6di6
Boccaccio in Francia nel Trecento. Ma ognuno ia quant6 la-divisione per secoli sia vd...D, cit., pp. 247-262.
Dr srEFANo rL TREcENTo 9
8 GTUSEPPE

claris, tanto per limitarci ad un esempio, slqPiamo.che.gii s, nel 1401 scere l'origine precisa della traduzione delle altre re novelle. La di-
scussione cosl ci porterebbe verso l'italianismo di Christine, problema
;;J;;t;;.'d.il, traduzione tu ofieito I f-ilippo l'Ardito men6e
che qui resta ai limiti dei nostri interessi. Comunque possiamo ugual-
nori. di Filippo il Buono {t467) la biblioteca borgognona_ posse-
"il,
J.u. qrrt,ro .r.-pi"ri del De casib,us, tre del Decatneron, due del mente chiederci, come dicevo, quale E l'accezione precisa del concetto di
i, *)llerlbus claiis". Molti manoscritti sono stati difiusi secondo italianismo nel periodo che ci interessa.
orr"lla .ir. ,i.n. chiamata la << transmission familiale > dei testi 32. Questi Un italianista e cettamente Laurent de Premierfait che ha per
pit recenti metodi codicologici, pottg- primo tradotto in francese il De casibus ed il Decaneron. Ma il suo
ii"f[rni, se afirontati secondo iiiteressanti e forse anche inaspettati' italianismo b tinteggiato di latinismo, passa atraverso le maglie del
-C;;;q*,
rebbero certamente a risultati
;;r; luce verri certamente dal catalogo delle traduzioni latino, dal momento che la sua traduzione del Decatneron b stata fatta
s. sulla versione latina del francescano Antonio di Atezzo e non sul testo
-_ del Boccaccio che b in colso delle date precise, delle opere pre-
francesi
originale in lingua toscana. Il traduttore stesso ci informa che egli ha
Sin qui abbiamo sottolineato
cise. deeli'autori e dei destinatari conosciuti o no. Si tratta solamente lavorato per re anni sul testo ed in tale fatica gli' b stato accanto il
;il" "Gtto d.il" fo.*rra del Boccaccio i!_ Francia, quella manifesta- monaco toscano, pagato appositamente per tale ruolo di mediatore'
a^adi;;i alla loce del sole. Ma esiste un filone sotterianeo di scambi Laurent de Premierfait non esita a riconoscere di non essere padrone
. ii infl".*e, quell'aspetto piil ditcile da distticarg perchd ancora au- se- della lingua del Boccaccio: < Et pour ce que je suis Frangois par nais-
appunto. Non sempre sance et conversacion, je ne sgay plainement langaige forentin >'. E da
ooiio o abilrnente .r-,rfirto^. L'iceberg, -qli
;;ri di;;!"Ji t.rti alimenrano le loio opere, e non sempre abbiamo notare inoltre che alcuni manosc,ritti *, non tutti ch6 altrimenti il pro-
blema non si poserebbe, della traduzione francese del Decamerofl con-
elementi pre-isi per il confronto.
Noi'sappiamo, dopo lo studio del Jeantoy, ch9 il De nulieribas tengono la novella di Griselda secondo la versione anonima delf inizio
del XV secolo e non quella che appartiene in proprio alla traduzione s.
aor;i ei^-pli;;tp"[ ionte del Liare de ia ci't6'des danes composto_da
Christine de Pizan tra il l4O4 e il 1405, dunque ben avanti il 1411-
I problemi dunque che vengono sollevati in questa nostra rapida espo'
i4i4t. P;; il Jeanroy, Christine non avrebbe Conosciuto la traduzione sizione dei fatti sono maggiori, come numero e come importanza, di
quelli risolti. E da tali problemi che dovrebbero nascere i nuovi studi.
a.l i+Oii. Di.ltr" p.rt., la Golenistcheff-Koutouzofi sostiene chedes la
Ancora piir problematico e pii arduo diventa il nostro compito quando
,.iti"* della storia di Griselda introdotta da Christine nella- Cit6
i;;;;-p;;rk;; 4il" versione francese di Philippe de M6zibres, che si esce da questi nomi piil o meno noti. Abbiamo detto di Lautent
l'autrice- conosceva di persona
s. Ecco che diventa importante cono- de Premierfait e di Christine de Pizan, ma quanti altri autori hanno
conosciuto, hanno utilizzato, direttamente od anche indirettamente, le
I Cfr. G. DoumrnouT, I-a litfdrature frangaise I la Cour des ducs de Bourgogne, opere del Boccaccio? Sino a qual punto con quale accezione e con
Paris, 1909, P. 270. quali riserve lo abbiamo appena visto -si pub parlare a ragion veduta
il C(r. ;. q' 87)'
B^**orr, Bibliotblqae Protvpograp.hiqlg,.^P.tit, 183!, 875'
-
dell'italianismo in Francia? Queste domande non possono avere una
ti1ii,'-iiei, un esemplare del < livre de
eZe, SSOIA:81]'B$,irii,'
Griselidis >.
"o".iic.-r.i".'tf62) risposta soddisfacente perchd allo stato attuale delle ricerche mancano
32
J. Mo[IFRrN,Izs traductears et lear
pablic, cit', p' 252' gli studi preparatori indispensabili per impostare il discorso. Sino a
B Cfr. C. Batzoto,, Manasoits iles irductions fr-anqaise.s d'o911ttr9s^ de Boccace
1968, pp. 168.
ao6 trr-iitiitlmqii-iifiii:;;,-;'i;^li;Medioevale e i;mahistica)D, XI, 37 Ms B. N. fr. 129, f. lr; dalle parole del prologo della traduzione francese inten-
3r Cfr. M, LAlctB, k lire des trois oeftas de Christine de Pisan et son milieu diamo che Antonio di Atez.za ha messo per iscritto la sua versione latina; di essa non t
historique et litttraire, Paris, 1912, pp. 1l'15. rimasta traccia alcuna. Non si pub escludere che la versione latina avrebbe dovuto avere
rs Cfr. J. JreNnov, norr*, ii'Ctr*tin, -
de, P^isan,.cir-., p.9-4t < Il existait-d€ji uae rnche quella fuozione pratica che laurent volle per la diEusione della sua taduzione
t it rii'iitiiiiir;;i;,i; ; r+Ot, tia.^tiitterale et 1.Es imparfaite, que di Gcttone. L'Ilauvette ha dato un saggio su quello che avrebbe potuto essere il testo
"a,r"tioi-i,i'ti,
Ch.i;ti";;; paralt pas avoir connue >; si vedapute p' 99'
Ia letiao individuando alorne errate interpretaziooi del testo dowte appunto a questa me-
s Nous peosons que la version de Christine..piovient de l? -'-tt':,l- franqaise.
c
de diaziooe (De l-aarentio, cit., p. 15 setE.).
philippe a.-l4-er,ig.* pri&'ili-ij;;r;..-G 6l6ments qui n'appartiement qu'i.la s Nei mss B.N. fr. 2r),2&, LL22,.d esempio, i cosl pure nell'edizione a stampa
uaduction A t...1. tt etaiiiout l iait natutel que-cfuistioe'se serdlt de
la Eaduction
lectrices> dd 148r. Per i manoscritti parigioi si veda C. Bwor-o, Ilf,ansscaits des troductions, cit.
;;-Fi;iti; ai'' i,ieria*J^'aiil'.U.-irip.gU.Bt -*t une des premiEres
-co"ffrtrcrr"""-xo"r-otzoie, , E Gor.eNrsrq{srr-Kourorzorr, L'Histoire, cit., pp. 95-96 e L45.
iri. L'hbtoiri de Griselidis, cit', p' 127)' Cfr.
10 GIUSEPPE DI srEFANo 1t

ts.
quando l'iceberg non sveleri la parte sommersa, cio8 sino a quando grafo degli ultimi due libti della Genealogla Questo tentativo, comun-
ouove e calorosi energie non lo discioglieranno, l'ambizione di sctivere que, fu fatto non prima della meti del secolo. Malgrado questa appa-
una storia dell'influenza del Boccaccio nella cultura francese intendo rente lacuna, E certo che la Genealogia b tra i testi pit letti e pii
l'influenza pii autentica e duratura -
resteri una presunzione vana meditati dai letterati parigini attivi attorno al 1400. Jean de Montreuil
ed impotenie. Chiunque abbia la pur-minima dimestichezz con questi la cita *, Laurent de Premierfait la utrlizza per la seconda edizione
problemi sa quanto larghe siano le zone d'ombra e qual b il cammino della traduzione del De casibus as. L'opera E la sumtna dell'erudizione
da prendere o da riprendere perch6 l'albero dia ancora una volta buoni mitologica. Per & piU, essa contiene quell'appassionata difesa della
frutti. poesia che solleva tante discussioni in vari cenri culturali. Nei due casi'
Data la mia familiariti con I'opera oratoria di Jean Courtecuisse, il testo interessa la cerchia dei dotti e questo avrebbe potuto segnare
mi permetto di ricordare un fatto ihe a me sembra paradigmatico s. il disinteresse per un eventuale volgarizzamento.
Questi cita esplicitamente il Petrarca nei sermoni in lingua latina sol- Con il testo del Boccaccio, la polemica tradizionale sulla poesia
tanto. Non cita mai i[ nome del Boccaccio. Nei sermoni in lingua fran- veniva titemprata nella nuova cultura. Tale polemica b divampata in di-
cese non cita esplicitamente nemmeno il nome del Petrarca, eppure E versi centri iulturali europei sin dall'inizio del secolo ed ha coinvolto
certo che egli ne utllizza largamente le opere perchd ritornano nei testi
diversi autorevoli personaggi. La sua storia non d stata ancora fatta
in francese alcuni passaggi petrarcheschi utilizzati nei sermoni in latino. anche se vari studiosi vi hanno gii portato notevoli contributi dei qual
Quindi il Petrarca E presente e nell'opera latina e nell'opera francese ognuno deve e dovri tener conto. Conosciamo cosl da vicino qualorno
di Courtecuisse anche se nell'un caso isplicitamente e nell'alro impli
fonti mitologica dei
& questi dibattiti o piuttosto tenzoni, quella tra il Mussato e fra' Gio-
citamente. Un attento esame delle dell'erudizione
vannino da Mantova, ad esempio, f invettiva di Francesco da Fiano
sermoni mi ha dato la cefiezza dell'atiizzazione implicita, diretta o indi-
contro gli anonimi detrattori 6 o l'epistola di Piero da Monteforte allo
retta, della Genealogia.In particolare, pub essere citato un lunghissimo
i cui legami stesso Boccaccio. Per la Francia conosciamo ancor meno. Quello che
brano dedicato alle fatiche di Ercole ed al loro senso morale
ar. ci b noto verte sulla pii vasta polemica della << battaglia delle arti > e
con il testo del Boccaccio sono certi
1o dobbiamo a Dario Cecchetti. Nessuno, mai, ha tentato di studiare
La prima traduzione ftancese della Genealogia attualmente cono-
eventuali rapporti della nota querelle del Roman de la rose con la po-
sciuta riJale al tatdo 1499a2. Essa non rienta nel nostro discorso e
perch6 tardiva e perchd non contiene testimonianza di una evoluzione lemica sulla poesia. Ancora una volta, gli studi fanno difetto perchd
iegli interessi I gli ultimi due libri, - quelli dedicati alla difesa della fanno difetto i testi, che, tuttavia, non mancano, se possiamo qui proporre
poisia. Essendo noii i procedimenti del benemerito editore V6rard b & alcuni testi inediti che interessano la polemica sulla poesia. Di un
credere che egli abbia dato alle stampe una traduzione gii esistente, alro abbiamo soltanto conoscenza indiretta ed esso vemi certamente
come avviene per gli al6i testi del Boccaccio da lui editi. Mettiamo
da canto le ipolesi lasciandole a chi preferisce epilogare e sottolineiamo a, G. Molrsel.to, Per la lortau del Boccaccio in Francia. lean Mi4lot trodattorc
che non si ha nessuna notizi^ di gaduzione fatta all'inizio del Quat6o- di dae capitoli della'Genologfu', a Studi sul Boccaccio tt, l, 196r, pp. 4L544.
cento. C'e, E vero, il tentativo di traduzione dovuto a Jean Mi6lot, ma si
{ Si veda l'Epistolario, ed. cit., pp. 142-144; E' OnNeto, Pet la fortana del Boc'
crccio in Francia; ina letteta inedita di lean de Montreail, < Studi Francesi >, 11, 1960,
tratta di ben modesta cosa, un tentativo appunto, come ha visto bene pp. 260-267.
il Mombello: Mi6lot tentb di 6adurre, non dico uadusse qualche para' H. Heuwrre, De ltueatio, cit., p. 51.
{5
Il testo di Francesco da Fiano ha conosciuto una sorte curiosa: per lungo
a6
tempo lasciato nell'oblio, la pubblicazione fu annunziata dapprima da studiosi che non
{ Cfr. G. Dt Srereuo, L'opera oratoria di Jean
-e Cowtecuisse- e la letterutura pd' potercno mantenete la loro promessa, ed ora E stato pubblicato due volte dall'anicam
renetica del ){V' secolo, in'Miscillanea di Stdi Ncercbe sal Quattrocento fruncese, cpnosciuto. Si veda pertanto M. L. Pr.ersrNr,IJn opuscolo kedito di Francesco da Fiaao
cit., pp. 9r-l&. ia difesa della poesiZ, <Rinascimentor, I, li6l, pi. tts-tlz; I. Teu, Il'Contra obloca'
at Si veda in particolare il sermone Gloria et (VIII, ,70) in L'oeaare oratoire ftan' torct et detraitores poetarun' di da Fiano (con appendice di doatmenti
Francesco
qaise de lean Coartecuisse publide par G. Dr StrmNo, Torino, 1967, p.2tl6. biografui), < Archivio Italiano per la Storia della Pietl D, lV, 1965, pp. 2flJ50. Ia pii
a2 Cfr. H. Heuvu,trs, Les plus anciennes, cit., p. l)0. rtccnte edizione si raccomanda per la ricchezza dell'apparato.
DI rL TREcENTo It
12 GIUSBPPE STEFANO

alla luce se giace ancora in un angolo polveroso di qualche biblioteca. quelli che intercorrono tra maestro e allievo. Ne fa fede una celebre
Inoltre, E possibile inserire in questo dossier, come vedremo, un altro lettera del Boccaccioo nella quale l'agostiniano E ticordato afiettuo-
capitolo del Boccaccio che non E compleso nella Genealogia. samente come << padre e maestro > (il latino <( patef et magister > con
il quale si indica non soltanto il maesuo ma il protettore, il pdtrofi
diremmo con voce moderna). La cronologia vuole che a piori la pre-
senza si riveli negativa. Al commento di Dionigi B legato quello di Luca
Il pit importante ,." n r.r,l *"**, E dovuto alla penna e all'in-
da Penne, segret,rio pontificio. Di Luca da Penne ci sono piuttosto noti
telletto di Nicolas de Gonesie, di cui soltanto da poco si b intravisto e
riconosciuto il ruolo non ceftamente trascurabile avuto nello sviluppo
i rapporti col Petrarca. Non penso solamente ad una importantissima
il primo uadut- letteia a lui indirizzata dal poeta alla vigilia della morte, ma pit ad un
dell'Umanesimo francese. Nicolas de Gonesse b intanto
preciso riferimento all'epistolatio petrarchesco che si trova nel com-
tore francese di Plutarco. Non insisto particolarmente sul valore di
-da99,
ma mi si permetteri & mento ai Decretali (Luca fu insigne legista della scuola napoletana) e
questa traduzione e sul significato della
piir ancora ai precisi riferimenti del commento a Valerio. Del Boccaccio,
ricordate che essa b stata preparata non sulla prima raduzione latina,
comunque nessuna ffaccia. Si tenga presente che Luca da Penne ha
{atta in Avignone da Simone-Atumano nel 137), ma sulla riedizione
n. Questa precisazione cronolo- cornporio il suo commento verso il 1375. Ii ragioni cronologiche -e
fattane da ioluccio Salutati nel t194
quef ritardo relativo nella difiusione dell'opera-del Bocc-accio al Suale
gica fornisce un pfimo elemento di valore sulf italianismo di Nicolas $.
aicennarro in principio possono giustificare 11 silenzio o l'assenza
de Gonesse, un italianismo fatto, per lui come per i -suoi -contemPo-
ranei, di apertura verso li prove pit originali della cultura Era neceisario fari breveminte questa sintesi della diffusione di
umanistica"it.nt,
italiana.'L'opera piir impegnantiva, in ogni caso pit pondg- Valerio perch6 nel Trecento l'autore b-tradotto in lingua volgare o-ltre-
sr
ch6 commentato come non mai. E 6adotto in siciliano, in toscano ed
ror", ai Nicolas de Gonesse fu la-ftaduzione di Vderio Massimo, la
quale si iscrive in una ben definibile e definita 6adizione quella avi' infine in francese. Per il volgatizzamento francese B inesatto o comun-
g:not.r. che B naturalmente in litgo" latina{. - que incompleto parlare & ttaduzione solamente. In realti si tratta di
" L,^pp^rtenenza
- a questa tradizione invita ad una breve inchiesta una ttaduzione litterde accompagnata da un commento ed arricchita
,o di.r#per vedere se'esistono, in tale branca, elementi di una media- da addizioni. Per questa via d itato possibile riallacciare questa tradu-
,ion. J.fl'italianismo in Francia ed in particolare delle conoscenze del zione-commento alia tradizione esegetica latina. Ora, i legami del com-
g;."..io. La tradizione esegetica E uno dei canali piir scorrevoli nella mento francese con i commenti latGi che ho ricordato sono certi perch6
trasmissione e nella conreruLione di elementi eruditi per i quali funge esplicitamente ammessi dal 6aduttore, che cita il nome di Dionigi da
da mediatrice. Borgo S. Sepolcro, o comunque documentabili come b stato da noi
Il primo esegeta che qui ci interessa E Dionigi d.a !o5o s. Sepolcro, accertato in altra sede per Luca da Penne.
attivo irima de{ OqZ. f rapporti tra Dionigi ed il Boccaccio sono La traduzione francese b stata fatta in due momenti. Simon de
Hesdin ha tadotto i ptimi sette libri per la libreria di Carlo V intorno
r La traduzione francese del De cobibenda ira fu aggiunta d capitolo De ita della
traduzione iirt** ai- Va.rio Massimo, traduzione portata a termine da Nicolas de s La si veda in G. Bocceccro, Opere latine minori, ed. Massera, Bati, 1928,p' L26,
q,oil; p.iil duca di Berry tra il L3i9 ed il 1401-. La d-ata_{9lla^prima traduzione t, L'insieme di questi testi e la loro filiazione t stata esaminata in G. Dr Srer No,
fiancCre di Plut"r* era fissa'ta, prima di questa scoperta, al 15251 Su questi.fani, si
-oi$rrrto, Trdiione esegetico i traduziotti di Valqio J,fiass_imo n9l primo Umanesimo ftancese,
;.66-G. ln d€r6oirrt, de Plaurque,-cit.'Sulla biografia. di Nicolas di e Studi francesi b 2L, L96), pp. 4014L7. Due patole merita pure, tra parentesi, l4-coP:
(;onesse si hanno scaise notizie; era < magister in artibus, regens in artium facultate >
nel 1187; ottenne la licenza alla facoltir di-teologia il 2 maggio 1'100; il 99o nome com' mcnto composto da un cert6-frater Lucas chiconologicameote si inserisce ra Donigi
pare ancora tra i < magis6i in atibus et in theologia r_egenies >, nel 1403 e nel 14O{; & Borgo S. Sepolcro e Luca da Peone; purtfoppo questo commento, certamente esi.
ir" ao*ur.n36 ait r:SB ce lo mos6a legato al duci d'Oil€ans,-ma non sappiamo. qualc stito piich€
-forcsta util-izzato dal da Penne, non B stato rirovato. Si
noti che- per orientatsi
fu iI suo attrygrrurento dopo la uagica-ftre di questi. (Cfr. G Dr Smrur*o, $itl,:!,-, nella della tradizione, dclle uaduzioni e dei commenti valeriani bisogna rimuo
st Nicolas de*Gonesse tridattore Zi Valerio liassimo, < Studi Francesi>, 26, 1965, vcre pit di seicentocioquanta codici,
soprattutto alle pp. 204-206). sr A questo volgaizamento E legato il nome del Boccaccio (cft. M, T. Cesrr-r,r,
s Cfr. G. Dr SremNo, Tendenze calturali ilel primo tJmanesimo fraxcese, < Studi Il Vatoio ilassimo ii Volgare: dat llncit a! Boccaccio, < Italia Medioevale e Umani'
FrancesiD, 27, 1965, pp. 401-422. stica>, VI, L96), pp. 49-L6rl.
DI IL TRECENTO t5
14 GIUSEPPE STEFANO

al Lr76. Nicolas de Gonesse condusse a termine il lavoro per il duca viglia: in questo accostamento E gii palese la preoccupazione del tra-
de Berry nel 1401, vale a dire che egli era all'opera menffe, in duttore di supputare l'autoriti di un testo ( nuovo >, recente, ricor-
Jean
p.r lo alle prime raduzioni francesi rcndo ad un testo la cui autoriti B consacrata dalla tradizione e dalla
i"rt. itesso duca, si lavorava due
sua vetusti s.
del B&caccio. Le due date 1376 e 1401 sono particolarmente
-
favorevoli per chi srudia i rapporti - pe,rch6 l'inctemento
francoitaliani ll De malieribas claris e, soprattutto, il De casibas, sono le fonti
che essi hanno sublto in tali decenni b notevole. In Simon de Hesdin, principali di Nicolas de Gonesse per Ie addicions al testo. Da tali
da ouanto possiamo stabilite dal suo commento sola opera che si opere egli u1iliz7a, episodi relativi a Temistocle, Metello, Antioco,
.o16r." oggi ai lui - aPpare assente.
ogni traccia di cultura italiana Marco Antonio, Caracalla, Mitridate, Nerone, Callistene, Pigmalione,
Non inten-do dire che - Simon de Hesdin sia chiuso alla cultura italiana, Berenice, Ortensia, Laodicea, Perseo, Tolomeo, che arricchiscono la
ma non abbiamo alri elementi di giudizio per valutare una cultura che copiosa materia aneddotica dei Factorun. Ho detto fonti, si badi bene,
pii radizionali e qualsiasi ipotesi diviene gfatuita. ma non autoriti. Fedele al principio metodologico che vuole l'au-
' Diversadelle
si presenta
E la posizione di Nicolas de Gonesse. Ho ricordato su tenticiti garantita dall'antichiti del testo, Nicolas de Gonesse non
quale fondamento ha tradotto per primo Plutarco in francese-. Questo lascia mai il rinvio al Boccaccio senza l'avallo di altre fonti autorevoli.
ii autorizza a sostenere che Nilolal b stato in contatto con degli eru- Cosl, di volta in volta, il nome dell'autore del De casibas E legato a
diti itdiani e che, comunque, faceva parte del gruPpo degli italianisti quello di Plinio, di Giustino, di Floro, di Svetonio, od anche sempli-
parigini. Inol6e, nel suo commento a Valetio si trovano accenni e cemente a non meglio identificate << hystoires antiques >> $. Lo stesso
rirruli t.rrto al Petrarca quanto al Boccaccio. Il Petrarca E citato due concetto guida la seconda maduzione del De casibus tatta da Laurent
sole volte; non molto, dunque, ma la quantitA non va a detrimento de Premierfait s7.
della qualiti.
'nel Se ta presenza del De rcnediis non rappresenta una Il testo del Boccaccio ha un valore esemplare, etico quindi, piil
noviti 1401, dir.6" importanza assume il rinvio all'Africd. cire storico. Al Boccaccio non si guarda come ad uno storico, anche se
L'opera E ricordata, pit che citata, una sola volta; ma si osserveti Laurent gli riconosce il merito di essere << expert en anciannes hi-
.hi tg tutta la prodirzione petrarchesca,l'Africa E il.testo. che sem- stoites et toutes aultres sciences humaines et divines > 6, ma come ad
bra essere rimasti, allo statd attuale delle ricerche sulla cultura fran- un maesffo di vita t'. Questa concezione non B legata soltanto al De
cese del Tre-Quatitocento, nettamente aI di fuori degli interessi del casibus e al De malieribus claris: la traduzione del Decameron d-
primo Umaneiimo francese. Questa allusione Pertanto deve essere
,egnalata come una delle piil rare che siano rePeribili attualmente in
t.iti ii*..si degli anni iniorno al 1400 t. Credb anzi che sia la sola.
289. Il De montibts b tra i primi testi del Boccaccio che compaiono nella bibliotcca
pontificia avignonese (cfr. M. F.rucotrl, I^a librairie des papes Z'Aoignon, t. I, Paris,
Ben altrimirti massiccia E la presenza del Boccaccio nel com- 1886, p. 30 e p. 119).
mento francese. Le opere citate, tuttavia, sono 6e soltanto: Liure de
ss Iltesto della traduzione in ms B. N. fr.282, t. )46r.
$ Cfr. G. Dr Srer,rNo, Tendenze cultarali, cit., p. 410.
la ruine des nobles boimes, Liure des nobles lennes, Liare des lontoines
< Je vuei! moy ficher- en deux choses,
et des fleuues. Non meravigli la presenza del De montibus, un_o dei po- -c'est assavoir: mettre en cler langaige
t', les sentences du livte et les histoires qui par- I'acteur sont si briefment touchees-qie
chi testi del Boccaccio noi 6adotti in francese nel XV secolo P€f- il n'en met fots seulement les noms, je les aisouviray selon la veritd des vieilz historians
ch6 I'opera era certamente nota ai contemporanei di Nicolas de Go' qui au long les escipvento (ms B. N. fr. 131, f.6r).
$ C.osl nel De casibus, ms B.N. fr. l3l, t. lv e pii avanti: <<Qui [Boccace] en
n.rr. ,i Jean de Montreuil ne discorre pits.di una volta nel suo episto- son terpps fut tres- grant et renommd historian> (f. 6vJ; nel prologo-della traduzione
lario come di un testo corrente e d|ffuso Per Nicolas, il De monti' del Decameron lo di& < home bien enseign6 eo rience et kstoiies diiines et humaines >
bas ha valore enciclopedico, da consultare accanto ad Isidoro di Si' (msB.N. ft.lD,f .lv).
s
.. _ Petitpernel-nu-ll,a
Non il De casibus (XI, ,) fa parte dei testi che sostengono il discorso
{i J* dibattito che fece seguiio a['assassinio del duca d'drldans (cfr. A.
t Cfr. G. Dr SrsrANo, Tendenze cultaruli, cit., p. 413. C,ovtr.r.e, lean Petit; la question da -tyranticide au conrmerrcement du XVi siicle
Paris, 1912, p. 196; si veda pqe F. A. Slurn, ltarent de Premierfair,s French uersion
s3Cfr, H. IlAuwtre, bs plas ancietnes lraductions, cit., p' 195.
s Si veda l'Epistolario, ed. cit., p. l77z <Tacui de fluviis et montibus; satis ol the 'De casibus oirorum- illastrium,, wilh some notes on its'infuence in France,
< Revue de Littirature C-omparCe )>, XIV, 1934, pp. 512-l.26).
enim Johannes de Cetaldo loquutus est, trque de his ctebris in locis perlegisti ), e P.
GIUSEPPE DI STETANO IL TRECENTO L7
t6

sponde alla stessa esigenza. Nol b, rl Decameroz, un'opera destinata quegl stessi rinvii al Peuarca, e soltanto quelli, che sono nel com-
alla lettura amena, rn"]-r*.t,. il traduttore nel -prologo' tt Et combien mento francese. Lo stesso dicasi per l'addizione finale che, come ho
;;.;;ilI. fr*,if i"i...nt celui ou de ce,rlx q,ri sans precedente
de awertito, b stata tutta presa in prestito da testi del Boccaccio @. Poich6
#Hil;;;ril;;.1ffi dient et -pronuncent leur sentence, les cent la tradizione era ricca e vaia, tanto che il margine del testo di Vderio
;;;;ilt ..*ut*, pi"t t.tui" a dilectacion.gue au commun et parti- si era notevolmente ingrossato di glosse, non b poco merito, per Piere
*ti." prouffit, neaitmoins l'ascolteur ou liseur 9F lgnguement et H6rard, avere saputo operare la cernita di questo materiale eterogeneo,
-*r.ri.r,racomptees le compte de chacune nouve-l1e, il *ouvera es sapendo cosl cogliere quanto di pit nuovo il testo francese poteva
histoires "iui..r" pi"r ptirt, que. delict. Car illec sont tous vices ofirire all'erudizione del tempo.
;;;;i[* .t ,.prirrr, .', i.t ^".t* it bonnes meurs-y sont.admonestees
nombre des nou'
Nel commento a Valerio Massimo, nonostante la presenza con-
siderevole delle opere erudite del Boccaccio, mancano accenni alla
et loees en autant et pns ae manieres co[rme est le
;;il , Da questo brano, {a p&ch€
@. qu'stg manifesto' riteniamo soPrat- Geneologin, che sappiamo per altta via essere nota e largamente uti-
il; delict et profit su di esso ritorneremo. lizzata da Nicolas de Gonesse. Il testo di Valerio, scarno di esempi
'-'--ii.il binomio
Ni.Jm a.-C"rJrr. "U^'Ui" un suo -Posto auanzato pare nel no- mitologici, non deve avere oIlerto all'autore occa.sioni per f impiego
u.ro l.!ti-. iifi.nirr"* > francesi {el primo Umanesimo,
mi un di tde enciclopedia. Ma b certo, e di questo argomento voglio ora
fatto da ritenersi L'impegng culturale del
,tra{;1tt9.re pit estesamente parlare, che, componendo la sua difesa della poesia,
ii*..r. ha un suo";;i ".qirito.
preciso iignificato se si tiene Presente che l'rtaua-
dalla tradi-
Nicolas de Gonelse ha lavorato lenendo gli ultimi due libri della
nismo di Nicotas d:'E;;.;t?E aJ tutto indipindente
'rirr;;g;,i." Genealogia sul proprio scrittoio.
,ff" q"Je il suo commento b legato' b sollecitato
Ft:o cultura
.onairi..i stori-.h. della del *t!tt
;;p;;3;;;ri;.H;;.-uir. traduzione delle due prime
suo tempo, .orrr..f,o-r-"rr.. .Lqla della tutte le epoche vive, che a torto una storiografia ormai
pitl sottile tra queste tradu-
ooere del Boccacciotii F,-"-*i". U; nesso ^allo
C.ome
desueta definiva di ciisi, il primo Quattrocento francese ha vissuto
;i;Tffi;#;'il"" ;;r;;-il; . i.di.ate stesso, mecinate
- al-
nella persona dei suoi rappresentanti pit qualificati il dramma del
iirtiii* -
meno il De cosibus , i s'| Ji...to e credo di co,lierlo
commento francese a
nel
valore, del significato, del ruolo della letteratura. Esso si risolve, in
sesuente fatto. k 1ir-l*i Jel Boccaccio nel
due libri. tr boa.quet migliore certe impostiioni della vivace polemica, in quello che chiameremo il
v:;H",#;;;;;;;;;';qrltdff" "rii,,,i
add_icion finale. Ciots- f interesse
per dibattito sulla poesia. Collocato in una prosPettiva storica, questo
E addirittur" ,"ppt.r.ni.i" dibattito, f interrogativo che esso suscita afionda le sue radici fuori
il testo o pit o"trloi.ii. f"- Atp""ibigta di esso sembra avere colto della memoria dei tempi o3 e non E esagerato afiermare che esso B nato
if iiJ"r.te quando si era gii messo all'ooera' nel momento in cui la poesia stessa E n ta, e non si B mai spento, in-
checchd n. ,i"] ;;;.il; ,otioti".... un alffo jattg, che E certo.
cui-sono testimo- nestandosi nel corso dei secoli nella nuova letteratura e nella nuova
f" ,r.a-"rionl & Valerio ha awto un grande successo dit::i civilti n.
riarna qrr.i q,r"r*rllirrqu. t
ptY.'i"""ttti'ii . "ggi i- .EtE1t :-,il-
,.rio fti"..se, inserito nella tiadizione esegetica' B divenuto una u,a
francese del-
di accesso per la ;;;;.;i;;.-J.i no..t..io"n.1l" cultura Cfr. G. Dr Stnrer.lo, Tendenze cultaruli, cit., pp,
62 420.4.22,
L409, Pi;; H6rard di Reims compilb 6 Cfr. E. R. Cunrrs, Lo littdratare earopdenne et le Moyer Age latin, rad. Brdioux,
l'inizio del '400. <i"."at,
"a
un ennesimo .o."iJrii. iiri"" V.i.rio, non trascurb.l'afiermata
ua- Paris, 1955, p. 250: < La critique faite i HomEre par Platon marque le point culminant
de la lutte enre Ia philosophie et la poisie, lutte qui, i l'€poque de Platon, itait d6li
"
dizione avignonese i.if" q"a. to,,p""di"mo'-e
siamo ben autorizzati'
aicienne >. L'argomento E stato trattato in grande schema ed in ancor piir grandi linee
anche la tr"a*iorr.'-filri.*. C"ti..h6 in tale
commento ritroviamo da L. Terrnxravtcz, Deux mille ans de po|tique, < Doglne >, )OfXVIII, 1962, pp. 2-27:
I'articolo, qualunque sia la pertinenza delle osservazioni in esso contenute, E praticamente
inutiliza$ilg perchd privo di un appatato critico conveniente.
o Ms B. N. fr. 129, f. lv. 6{ Ancora in Flaubert (Tentation de St. Antoine) i viva la lotta ffa Saggezza ed
[mmnginazione poetica. La polemica sulla liceitl dello studio dei classici E stata r-ego-
lata, 6n interveito pontificirc, solamente nel XIX secolo, che E I'epoca dei Coars d'au'
^r,:;i;*;iffi';:t,,*,"#nyill:'u"!,'Ki{i3!il,"1,Y{s;:Maximus'
2.
Dr srEFANo IL TRECENTO 19
18 GIUSEPPE

Tt
In sintesi diciamo che, nel tempo, gli spiriti hanno oscillato tra concetto, e soprattutto la pratica, di inuolacrut
e di integumettann
la condanna o la denigr azione e la difesa o l'esaltazione della poesia
6. & una parte e, dall'alua, la redactio ed il convincimento che nel pen-
Purtroppo non possiamo rifare in questa sede la storia, appassionante, siero classico fossero in germe alcune veritA deila nuova Fede'3, hanno
a q".r* oscillazione durante il medioevo 6. Ricordiamo soltanto che permesso all'esegetica ed alla retorica cristiana di continuare ad avere
familiari gli autori pagani con buona pace della coscienza e con pro-
l" pole.i.u ha assunto valore nuovo nel mondo occidentale con l'av- fitto delfintelletto. I difensori della poesia ricorrono a questi mezzi
vento della civilti cristiana che ha dovuto risolvere, e lo ha fatto6?.non
afinchd la poesia venga ricuperata in quanto attiviti utile, debellando
serrza dificolti e ripensamenti, il problema dell'erediti classica In
un cpsl l'accusa di falso, ciob di inutiliti, che gravava sui poeti. In questa
particolare, .rr" ...f,itrva dalla letGratura dei gentili imbarazzante
batteglia il concetto di inuolucrurz E decisivo giacchi i difensori della
frgrsfio di o favole >> che hanno costituito il punto .focale della viva poesia se ne sono serviti per mettere in chiaro che, se i detrattori de-
. tl",ig" polemica. Che la polemica fosse diretta essenzialmente, ma non ridono e combattono le finzioni dei poeti, ts giocoforza che detestino
.r.lrr"iui,r.nte, con6o |e favole mitologiche, le finzioni poetiche, ap- parimenti la Sacra Scrittura che per buona parte possiede un involucro
medievale, ch_e
;;;;;"ia;";e-dal fatto che per_i teori.i della-po_etica 6, Iavoloso 7o e che condannino anche gli scritti degli Apostoli
7s.
Cosl, il
hanno ostinatamente cercato ia distinzione fra la filosofia e la poesia m. dibattito sulla poesia si E ridotto in gran parte ad una qaerelle di teo.
o i" ,to.i" e la poesia
e, uf, Lucano b classificato tra gli storici I1
rici, se non pfoprio ad un usato luogo comune: i retori ed grammatici
hanno continuato a praticare i poeti e le loro favole per esffarne quanto
pub servire alla conoscerna della Veriti ed i poeti hanno continuato
teu$ sacr|s di F. Vervost (Paris, 1859) e della polemi-cl tra.Du.panloup e Gaume'
dell'arte E pitr vivo che mai ai
il,iii..rlg",ir.-.t" roU-.*-it'-ruot6 a.tU'letteratura- epolemiche a comporre versi perch€ la via della Veriti passa anche per i sentieri
;;;';;;i; U.r1"-rii*rillle dirussioni ed alle che accompagnano I'ap fioriti della poesia ft.
parizione delle opere degli autori pii engagds. Adunque, perch6 sia colta da vicino, in una formula concisa
6s Cfr. J. Lrcle*cq, L'amoar des letnes et le disit de Dieu, Paris, 19612; A' quanto eficace, la sentenza del letterato medievale responsabile di
Vrscenoi-Erirtica, tradiiione scolastica, letteratara Eoo europeo,
militante nel Meilio
<HeliconD, III,1941, PP.75-87.
6 Una buona rattazione d'insieme, anche se necessatiamente sommaria, trovasi in 7r M. D, Clrwu,
'lnaolautm', le mytbe selon les tb€ologiens tttddi€oaax, <At-
A. Ger.Leiir, tn ,oeioor-iii;ci ii rubirtino Mu_ssato, in Scritti oai.di erailizionepagine
e di
chives dtristoire doctinale et littiraire du Moyen 6ge>, )O(II, L955, pp.75-79.
iitii-iiiiiri a; fi.. Reiier, Torino, L912, pp. 16l-159 se,pre. utili sono varie- z E. Juurveev, L'usage de la notion d" integumentam' I traoers les gloses d.e
JiE {. Cr*rirr, L tiiieiolop earopdetie,iit., passim; si veda pure ilcapitolop' dedi' Gaillaume de Concbes, < Archives d'hist. docr. et litt. du Moyen 6ge >, )O(IV, 1957,
c"to ai preor.sori di Francesco da Fiano in I. Teri, ll'Contra oblocatores', cl.t'' 257'
pp.- 11100i M. T. D'ALvstNv, Visions cosmiqaes; le cosmos symbolique da XlIe silcle,
6z Cfr. H. L Menr.ou, Saint Atgastin et la fin de la culture dntiqle! Paris, 19582 ( Ibid. ), )O(, 195r, pp. 3L41.
(t tuttor"-t;op.ra fonda-.ntale sul pioblema_dell;ereditl classica nel Medioevo e sulla 73 Cft. F. Sttuoue, Ia
'redactio artium ad Sacram Scripturam' qaale espressione
*l*ion. che'si t g.rr...[o*ti imposta), H. HeceNnruil.,_I-atin Fa-they an.il the Classics, deilAmanesimo medieuale fino al secolo XIl, < C,onvivium h, 1946, 6, pp. 887-921; Y.
G6i;b;rg, 1958 e i. nrc*f, iaoiioo e't cattare dans l'Occident barbare ($e-8e silcles), L. Seurxren, L'humatisme classiqae et la pensde cbrdtienre, in <Actes-iu C.ongrli G.
iiir, iiLZr. per l,aspetto che qui ci interessa piir da vicino, si veda E. De BnuvNe, Budd), Grenoble, 1948, pp. 262-284.
Etudes d'esthdtique mddi*ttale, ) vol., Bruges, 1946. 7a Ia questione delle metafore bibliche t < la pierre angulaire > del dibattito
6 < Poetarum enim est ludere et lascrivire; philosophorum autem- rerum veri- (E. R. Cunuus, It littdratare earopdenne, cit., p. 164; si veda pure G. VrNev, .}z/i
tatem subtili ratione ini.rt-G*r-in"*, bAuxti*i, Commentum in Martianum Ca' sd Massato. Il Mrssato e l'estetico medieoale, < Giornale Storico della ktteratura Ita-
pellam, ed. G. E. Lutz, kiden 19624, t. I' p.67). li.o. ), QO(\,T,1949, p. 119). Nicolas de Gonesse uatta minu,iosamente.Ia questione (cfr.
os B. N. lat. 7941, f. I v) seguendo lo schema di Geneal., XIV, 18.
o Cioa la distinzione tra historia, intesa come tblrdlio r,ei geste, e fabula, intesa
nec vera trec verisimilis narracio>: Vtxc' DE BEAryAIS, Dec' - 75 lA posiziooe E cosl riassunta nel capitolo dedicato all'Apologia de dictis pbiloso-
""^" fniliTii"fJ"est
doctr. ms B. N. fr. eCZA,-'f.-Airi;;i;. E. De Bntmtp, Etudes_.d'estbdtiqae, t. \,-p..50
pbgflm @ poetout, (I, 8) dello Specalam doctrinale di Vincent de Beauvais: <Nec
guisquam vero red-atguendum Ele putet eo quod multa de gentilium philosophorum
nls^-r*o",- iu 1 1:b;;r-;;i;r;;'ol pootry in Me'diaeaal literary tb'es',' *Medium k"t gt poetanrm .libris nonnulla etiam de quibusdam appocrifis in hoc opere- posui,
"-il.
Aevum >, )QO(, 1951, PP. 1-18. droqurn et apostolus redarguere poterit qui ex utroque genere nonnulla in epistulis
-
m < Propter quod ibidem (Nicolas de Gonesse ha appena citato Rabano Mauro, ruis testimooia usurparrunt (ms B. N. lat. 6428, f . 7 v).
ma la stessa Jefinizione trovasi in Lattaraio, lttst., 1,2,24; it Isidoro, Etym.,.1'I[II,7, - _I-lMendrcia poetarum inserviunt Veritati> (JreN Dp Seussuny, Policraticas,
quam
etc.) dici6 Lucanum non fuisse poetam,, quia scilicet visus est pocius hystort,rs S..y"b!, -fford,_1909,I,54r, 19. Si veda anchi-il proemio al Carm'en Pascale di
poetica confecisse > (ms B'N. lat., 7941, 1.2 v). Scdulio io Migne, P. L. XIX, ,3r).
20 GTUSEPPE DI srEFANo IL TRECENTO 2t

fronte al problema dei tapporti con la lette-ratura ed il pensiero clas- argomentazioni boccacciane derivano dalle nobili pagine petrarchesche
sico, mi ,i, p.r..5o di riiordare un capitolo di un testg quanto mai ddla Inaettiaa e della lettera al fratello Gherardo (Fan. X, 4) o rie-
difirro, lo Speculun doctrinale di Vincent de Beauvais. Il titolo-E gii dreggiano la lettera di Pietro da Monteforte 8r. Tuttavia, soltanto le
silnificativoi ., De secularibus litteris ad eruditionem non ad volupta- pagine del Boccaccio, qualunque sia la loro originaliti, hanno avuto
t# kgendis > (II, l5). In tale capitolo, Jinpenl.de Beauvais, ricor- il potere & sollecitare cosl vaste e cosl nuove polemiche, ben olme i
a*aor1 di una' pagina'di Beda, riafierma la liceit) et la necessiti di limiti di un cenacolo.
il;.;p.i. le cose"utili (utilia, E il-concetto dt profit.dunque) che si La cultura francese, in particolare, ha trovato nei capitoli del
i;d;; nei libri profani: < Turbat acumen legencium et deficere Boccaccio nuova linfa alla soluzione di un problema che sembrava
cosit oui eos a lesendis secularibus libris omnino existimat prohibendos, destinato ad inaridirsi nella pratica e comoda soluzione della redactio.
licet >. Una
i;"q"iilr simut Ji qua inveniuntur utilia quasi sua sumere profittevole. Nelle pagine della conispondemr di Nicolas de Clamanges e di Jean
r.fr= .jr"raq limite b posto a qritto commercio de Montreuil e, nei capitoli sulla poetica e sulla poesia del Sopbilogium
"" roio
iipi"..r., ii'delit: << Cur .rgo l.go prohibentur_que tam. racionabiliter
e delT'Arcbelogesopbia di Jacques Legrand, dei quali diremo pii
i.g'.ia" pr"U"nirr, r.ili..t i.colir.i litteras? Quidam legunt7.ad vo- avanti, certamente in un ffattato non identificato del Moccia a, nella
--5 primo
ffi",.,o'poetarum figmentis et.ornatu verborum delectati >> collatio infine di Nicolas de Gonesse, le riflessioni sulla poesia portano
Il euattr6cento eredita questo dramma - d1amm2-
pg1-
chiaramente ed esplicitamente l'impronta dell'influenza e della medi-
,onull-.';;;;;;i-g-pfo, come B' stato gius.tamente .definito78 - tazione delle pagine del Boccaccio.
doll, problematica dC'f-f,i*i.to medievale. Tale tradizione mova il
;;--'";;;;; piu r".*iato, il suo compimento nell'appassionata di-
,..**
i.o a.U" po.ri, .o, crri il Boccaccio .hi.rd. laelevato Genealogia'. Cosic-
.irE iiiilrrTiv; . XV' del monumento erudito dal Boccaccio
La collatio di Nicolas de Gonesse s, inedita come sono inediti
il
.U.'frrofl che uattano a.LU a.i e degli eroi divengono testo obbli-
proporia di risoluzione del delicato pro- i due testi di Jacques kgrand, se esaminata nei suoi elementi costi-
;;;;;"gni meditazione,-ogni il tutivi, non presenta nulla di assolutamente originale, poich6 quasi
blema in vari centri cul;urAi i'E rop^. Non b che nel. Trecento
aii"iii. for.. .,,rouo , dtd, anzi B delf inizio del sec_olo_ la polemica che tutti i motivi messi avanti dall'autore sono presenti nella uadizione ed
e. in essa consolidati. E quell'eclettismo nella raccolta dei supporti di
.pp"r. ft Mor.uro .. fra' Giovannino da Mantova Del resto, alcrrne
un discorso tipico delle composizioni medievali che risultano fatte
7 Cito il testo dal ms pariSino B. N. lat. 6428, f..-.79 v' I.nsisto.sul fatto che Vin-
-"" "*n..tto a mosaico. Le tessere di questo mosaico sono saldate insieme negli
cent de S;""u"it tip"t. q"i ticorrente n",gli autoti cqistiani, d.q Origene. a
presso gli autori dei
ij.d;.;;R"b.rro li"u.o T'a*"JI aU,r-bliEr.. e c[e ritorne-r]
fi;fi J'J;;ffi. 6;; F;*"t.o-ao n.no si vedaI'ultima il testo in M' L' Pr'errwr' Uy opa'
:;i; ;;ii;":';il- ;:-tr1)'-P;*lrd sia compresa frase della citazione, si.tenga
autori delle artes-(si veda
:, 9!..
p. l2l;
Lzti Io., 9r.BrrurNovrctr,
LD., yretlo
Pieno ytccolo
P,e,tralcg letteratoi
Piccolo da lwot
Montelorte
!, soiuoio.del
tra il Petrarca
Petrarca, Roma, 1947,
e il Boccaccio, in Mediocoo e
;;:'.".r;;;h."i" J,i.ilaiilii-u.rio e "it.ut"tr,.oprrttu-tto, daglipodtiques du. xII" et itu
t
E;teno" il"dffi;;'t"iiiiti'-see'-i; E.'Feier., ki ari ascimento, Srudi in onore di B.
Nnascimento,
Kirrascineito, B. Nardi, Firenze, L955, pp. 1-76. Pe Per il testo delle
bu f*.r*rs., du Moy.en Age,I-ouvain, invettive, dr, F. PBrnencA, Inoectioe cortia medicam,, ed. Ricci,Rihi, Roma,
Roma, 1910.
71li:*riki;p*ii, tgZC,-p. ii(;; b'. u'estbttique
t2 Cfr. D. Ceccuerrr, L'elogio delle arti liberali nel prino (Jmanesimo
1947, p. 2471. francese,
'ri A. Vrscenrr, Estetica, tradizione scolastica, letteratura militante nel Meilio <Studi Francesi>, 28, 1966, pp.-l-14.
Eoo euoPeo, cit., P, 79, L'opuscolo ci B co,nosciuto indirettamente (cfr. A. Sortlrr, Tracce petrarcbesche
zs Ill-monumento al quale il Boccaccio attese. per.tanti anni e con tanta cura'
- -t3
lColonia, in. <-Herausgegeben vom Italianischen Kulturinstitut > Kiiln, 1965,'pp. 109-120).
l. p"gi"f-d.[a-'-"aG" a-e!i- poesia] sono ormai le'soti ch9 possono-interessare la Pi Giovanni Moccia, poeta napole_tano vissuro dla corte avignonese, afriio di Jeari
.riti.f-F.i *i, rinvio ;V. fin;;, Bicaccio_Medieuale,-Fir{nze, 'E' 1956.; F. Ttlot Mutet, corrispondeate & Coluccio Salutati, si potri vedere una"raccolta di epistole-me-
ii:ii,iri i'piiiiri i,i uiaiilri'i-niTotiiiiiis, -Bal, 1e60;>, rr,Gp.sgN, Poisie et virila triche contenuta nel m. parigino B. N. iat. a4r0 dedicata al cardinde Amedeo di
i;;; p ;Gr;iiiiciol
; i B;;;;; ", o sruai sul'Boccaccio te&, pp., 251-282' seluzzo (cinque .lii componimenti sono stati pubblicati receotemente da E. onmro,
Aamanistlr Jeal Mqrel id il sto dialogo.Di contemptu mortis,, in Miscellanea di
Alla poletica hanno dedicato pagine particolannente interessanti A. Ger.Larrr,
t",osi;i'7;r;;;;ii Atb;;;oi-uiuit6,-7r1,; E n cu.arIus.,-r-a L.;tt(r,a17r1earoptenne Stadi c Ricerche sal Qaattrocento Fratcise, cit., pp. 14i-3fi).
t{ Il testo E stato messo in luce ed a me cortesemente segnalato dal mio diret-
; i;'ti";;;ri'i-rrtii, ii.i'ii'.-2e;i:iio';-G. itNtv, studi sil Mussato' It Mussato e t'este' tore di ricerca, M. Gilbert Ow, maltre de recherche al CN.R.S--
tica medieoale, cit., pp. llr-L59.
GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 23
22
s, impostata se- ciob ai fortunati Distica Cathonis e, n6 una citazione del De uetula at-
schemi rigidi e non meno tradizionali delLa collatlo ttibuito a tutte lettere ad Ovidio o. C'8, infine, il Boccaccio.
condo deie rationes opinionis e delle suppositiones sciolte nella solu- Su cosl ricca messe di autori bisognerebbe operare una cernita
tio. Tuttavia, come in ogni autofe di talento, accanto a questo defe- per caratterizzarc e puntualizzare il valore di queste presenze. E certo,
;;;r. ;;dio alle regole"della tradizione, non manca la notapoich6 originale
ad esempio, che l'Aristotele qui citato E l'AriJtotele latino, radotto e
i-p..rru u'lT,.rp.ri.nrlu libresca dall'esperienza personale. E la
commentato. Del resto, sappiamo per altra via che il greco non era
tecnica del trattato medievale ripropone continuamente un
materiale
familiare a Nicolas de Gonesse come pure ai suoi coitemporanei s.
timane il compito, non sempre agevole' di di-
;;J";;.riiro, rLlettore e la nuova significazione che,il vario dosag- La presenza di Platone implica la stessa riserva e soltanto in teoria po-
sfficare il nuovo contenuto tremmo fare risalire il fondamento della polemica sulla poesia alla
gi" . f, varia combinazione degli stessi ilementi sono destinati ad ali- antichiti greca. Nella pratica, le belle illusioni saranno cadute non ap-
il""ir... Non si dimentichi ch-. difer,rori e detrattori hanno laIl stessa pena sari .stato detto che la presenza di Platone d. un topos: l'antii-
formazione retorica e dispongono delle stesse risofse erudite.
com- stetica del De republica o, pii precisamente, l'affermazione che vuole
;l;; ai;;r. tanto pit ".dro i"r, qrunto queste polemiche.sono condotte i poeti scacciati dalla citti retta dai filosofi viene filtrata dai testi di
iella elevata al tan-go di..au- Cicerone prima e poi da quelli di S. Agostino, autentico punto di par-
ii ;;?.r;;r" b.rni.ndo l'arma ciiazione
di conseguenza'-di giudizio tenza della polemica che ci interessa m. Nella stessa prospettiva, hanno
torid, ed E un gruu. .i.ore di prospettiva e,
funzione di usati luoghi comuni tutte le immagini che vivificano l'ele-
.o"nfonde.. font. ed autoriti. Nel1'analisi del ptoblema
" diventa indispensabile, come ha awertito il Marrou,
"rri.itr.. gante prosa di Nicolas de Gonesse. Per intenderci meglio, faccio allu-
a.lf" l"fr"ra
.i1rri"g".t entre les mat6^riaux qui la composent et les principes
e. flLa complessa tradizione e la grande diffusione di questo opuscolo sono state
directeuis qui l'informent >> ampiamente studiate in E. Ruse, Untersacbungen zu den altlranzisischen Ubersetzungen
Gli autori ai quali Nicolas de Gonesse fa appello nella.sua collatio der 'Disticba Catonis ', Mi.inchen, 1968.
pattistici e Sco- s Sulla fortuna di Ovidio esiste un'abbondante letteratura: mi limito a rinviare a
rappresentano tutta la gamma che, tra autori classici,
l"rti.i, la cultura medieiale ha avuto familiari. Il pensiero greco
E rap- S. Vrrnnr, La suntie d'Ooide dans la litt&atare scientifque des XIIe et XIIIe silcles,
Poitiers, 1266 d alla_bibliografia riportata in tale opera. 1l De uetula occupa un posro a
;;;;r;;;;;i d". piJ *iiai nll.astqi, Aristotele i Platone; la latiniti p4rte tm i testi che la tradizione medievale ha attribuito al poeta. Nicolai de Gonesse
classica fornisce Cii..orr" e Sallustio per la-pro.sa, Oruzio e Persio chiude la sua collatio con un rinvio al De oetala (ms N. B. lat. 7941, f. 5r), mentre Fran-
cesco da Fiano,^non soltanto cita il testo piU volte, ma spiega pure perchd Ovidio occupa
per la poesia, -."r."^l.i.h6 ;;".-""hi la decadenza
si fa appello a tanta parte:- << Quid Naso in libello a posteris, ut quorundam fidedignorum uadit auctr>
Macrobio. v.ngoro-poi i pit significativi autofi
cristiani: S' Agostino, ritas, in ipsius invento sepulco, clui vitula titulum dedit? Ibi enim Christrrm precernens
ad essi. sono da se- futurum- tempusque magnalium ac mirificorum ipsius instare, qui se avidum'describere
S. Girolamo ,Luttunlrl', il;;" Ed Irido.o; accanto innuit, fatetur .tanta misteria suo .non esse ingenio pervia . . . , (cfr. M. L. Pr,arseur,
gnalare i .o...rtutoti A"":tqt ed Alherto Magno,
e.poi ancora Ra- utt opuscolo, cit., p. 147); E qui fatta allusione al ritrbvamento dei testo sulla tomba dei
poeta, al.la di lui conversione ed alla predicazione dell'Incarnazione, della Passione, della
ggtt'"ne' Non manca un rinvio a Catone'
bano Mauro .d g.rir.i a. del Cristo e della vita e dell'Assunzione della Vergine.
Resurrezione, dell'Ascensione
fa allusione Francesco da Fiano non E altro che l'accessus \cf.r.
L'au-c-toritas alla quqle
A,.Qqery, Tbe nediaeual rccessus ad auctores, <Ttaditio >>, III, L945, p. 222-2Di. Si
$ il conferenza della seta, (cfr. A. I,Ecor
o piuttosto la
v.eda,-_i9-fine,..I!. Cocnrnrs,-It oieille, ou les derniires atnours dtou;de,'poime
l-,a collatio era
pp re MeneIr', I'a chaire i;;;;;i;;'
sermone,
ise, Paris' 188#' p' 225;- ma.si veda pure !t1-{VIe silcle, traduit dt latin de Ricbaril de Fourniual par Jean Lefeure',lrangais
piris,
r861.
'.'Movcn doctrinale et litt6-
G. Morr.nr, L'oeuure "rri"irr"-il" Cll;;;|-V1,";Archives d'tistoire che, i1 termine collatio ha
se Nicolas de Gonesse afferma
esplicitamente di non mnoscere il greco nel com-
raire du moyen ige ", tii,"is!d,; rir, a"i" a-pt.iirato mento a Valerio Massimo (cfr. G. Dr SiareNo, Tendenze culturali del priino IJmanesimo
un,accezione piir ampia). t d, .r.i.r., ,iurqr., che
il testo sia stato originariamente francese, cit., p. 405).
destinato ad una lettura. si ueda t'esempio citato alla
nota 100 dove B fatta allu'
sione mihi
<< et c"t ri.. ,udi"irr;;;.-a;;;rque, d indubitabile che nella forma e nelle . n( La critica della poesia fatta da Platone nelDe repablica B enrata nella nadizione
comme une question po_sde, une tentation, un dcfi, et chaque gdniration, chaque
tir,o come prefazione all'edizione di lllic;a
condizioni in cui esso.i'!-p"rr""rio-a tttTlizzato
per il ms B. N.
Iettre,-.a dii, pour son compte, la reconsidirer r> (H. I. Menrou, Histoire de l'4ducation
un testo poetico classico, i":r;- 1;;;;* innia di Virgilio, come avviene dars I'dntiqait6,Pafis,-19.650,i. 122'). Il letterato medievale ,on h. .onor.i"to ;;ii; p;:
lat.794l. Iemica platonica, ben altrimenti complessa e profonda (si veda almeno p. yrclups,, pliton
p. 545. ctitiqae littdraire, Paris, 1960), che quanto gli ha tamandato cicetone (De repubt., ry,
86 H. L Mennou, saint Aagustin et la fin de la cultare antique, cit.,
Dr srEFANo IL TRECENTO 25
24 GIUSEPPE

sione ai notissimi motivi del sogno di s. Girolamo ", della


<< spoliatio ripeto) ha valore e significato probante, allora preciserb che le argo-
e.ruoiiot"- > e, della << captiva gentifis >>e3 eccetera'
'*-ii;;
mentazioni della difesa della poesia di Nicolas de Gonesse provengono
per i sette decimi dalla difesa della poesia del Boccaccio
q.
,rn^..ntoi. di citazioni e di immagini, conti-
i, irnq"., Questa
pfesenza ha valore ancor piil significativo se si tiene presente che lo
nuamente riptoposte'n.il, lu,g' tradizione' Questo
non ci.impedisc.:'
taluni elementi indispensabili
ffi;i'16;;.'ai .."ni" u', Z^ infatti, quel lavoro fondamentale,
vicino. itesso materiale non A esclusivamente boccacciano ma ts proprieti let-
tentia comune, f.a pate di quello che si pub definire il << comunismo )>
G^p;;r;6i..1" "or,i, in.f,i.rtr. Se,
le fonti vslg in- letteratio. Per chi possiede la pur minima pratica dei testi medievali,
irun.rrrr.it. ingrato, che mira a fare riaffiorare piil -
;;;e;[];;ti ,i"" .iurri.t" o lontane ma quelle vicine, quelle. che questa percentuale non ha per nulla il sapore dello scandalo o della
i;;;; fun io".--ediatrice per qu.ito materiale tanto abbon- ripetizione meccanica, perch( si tratta, come avvertivo avanti, di una
"*.o
dante quanao .r.rogJrr;;-: ;e d"nq"t questa ricerca' ingrata (lo pratica corente. L'originaliti, la noviti di un testo non E in rapporto
& c"rru a efietto con l'estensione dei prestiti che, a posteriori, il ri-
5eTusc.disp.,lI,11).Benlontanodalsuo-verocontesto'iltestoplatonico'seditesto cercatofe riesce a fissare, tanto pit che non sempre questa licerca,
soggetta a varie servitt, B fruttuosa. Anche per questo ho insistito
*itil**ti6i:.'i'ru +i:H,-,,',f il",,t,i.*-,,p*xriTlp.i'+:'HliTi1 sulla distinzione tra fonte ed autorit), tra citazione e source. Del re-
M:Yii;',:k"ri,vr'; '" t;l;Hl,*:J1i:iffi"fl[:".ffi:Hi"Frl'l."ii,ii';-t"t'*'""i sto, Nicolas de Gonesse non ha fatto mistero di questi pfestiti ci-
'#r;; or;;r;,ij, xxri,-,iii'i;iliJri*^p*.Jrri. Ho-.*m illum inclitum, laudatum_et
restrln' tando a tutte le lettere il nome del Boccaccio per ben dieci volte nel
coronarum, de civitate q"i*- i.-..i-"..'instituebat, eiecit ". Quest'ultimo.testo,
eendo Ia polemica ,u1" p|.rir"rir";;i;;r-i;[;1i;tre
omero, mette in risalto un'dtra giro delle nove pagine del manoscritto. Si tenga presente, inolre, che
et la'po6sie, <Rev,e des Etu-
iontusione, che ha avuto rfi;;il; i.f.-G Cir",-ilitoi Ia pame finale del tfattatello E una divisione retorica originata dalle
des Grecques D, XLI, 1928, P' L7l' artis; quindi, li dove si tratta di argomentare, la presenza del Boc-
eI < In huius ,.i .*#p'lu-'.rid.*. esse Jeronimus qui ante tribunal iudicis celestis
'C"i iudex dixit: Mentiris, cice-
interrogarus quisnam .r..;,1";;'Jil ; .,-."." .firt"i""um. caccio b ancota pit fitta, pii densa.
se ipso natrat in quadam
ronianus es! ac inde dure ilagellatus est, secundum q"od ipi..d. Non pub esserci esempio pit lusinghiero, bisogna convenirne,
l"' ]sil,l''t'l; si veda p919- P' DB Le-
episrula >> (Epist., )oill, ;6i".?;;;"8."N Roma, 1920. pp' 227'
nirorrr, Le sonse a, triTi'i)la'*'i,'i"'iiiiilrrio Grron;iana, del ruolo issunto dal Boccaccio come autorit}, autoriti morale final-
z,5;F.Cev*lrne, Saint l6i6ne, sa oie et roo oru,rii't-. i, i"rit, 1922,'p.29. P. Ar'rrru,
mente o in ogni caso come << pierre de touche >> in materia di poesia
Autoar du sonse ar rrir/itii'*i';R;;eli E*dtt latines'' n'1't2e1'pp')5U377'
e2 <<Hec ,u,.rn p..fijirrir d".rrn, Exodi I (Esc.-III, 2l-22) :ubi dicitur: P::-ry]:l*
nella cultura francese del primo Quattrocento.
mulier a vicina sua vasa aufea et argentea et vestes, Per
hanc mglierern sacra saplentra Ma c'b di pin. Quando si fa allusione alla difesa della poesia del
interpretatur; per vicinai pt'iioiofir'o*tn tt poltt*-
gentilium secundum quod
ab Egiptiis petimus' Boccaccio, si pensa automaticamente, non proprio a torto, agli ultimi
innuit gtosa ,rrpet lo.,rrri' ,rrJg,i"-'Jit"ns: Aur"m et argentum ut divinam scriptu- due libri delli Genealogia e solamente a quelli. E risaputo che in tali
;;l;i.E;.ulum Dei f;;;;;;;; poetas et phitosoohos legimus,
philosophiquog^Tryg: nobis sunt
;#"';;;.";ii;.i'i..*ai'?I;;;';'d;;' rto..ti."ipi.figi,.atum pagrne il Boccaccio ha difeso a spada tratt.a la poesia contro le accuse
vicini quia in muttis r"b;J;;;;;irii"i.
'n# 't {uit in I Regum ubi
dei detrattori e degli ignoranti. Ma anche il De casiblJ contiene un
narratur quod ad .o""*.ilri.*-t.'ip-fiS;b.;rit ;;t soltim vocati fue-runt arti{ices de
filiis Israelis. sed etiam Tiri et Sydonis, per _quod-d.notrtr.etiam quod Ecclesia non solum capitolo (III, 16) in cui sono prese le parti della poesia contro i de-
Xjri.i,ia? ."ti ;H;; ;;;til it.i"*iri..tr,'"licorum, sed
La
inndelium gentilium >
' reductio attiutn ai
trattori. I1 capitolo << Poeseos cbmmendatio >> non ts sfuggito all'atten-
(ms cit., f. 2 v). Per l" diff";;. a;i-,i. tema. si :9d" F' Srr'roNe'
zione ed agli interessi di Nicolas de Gonesse che lo ha allegato assieme
iirii"sirotrlir*-;, irt.""i"ffii, 0;;i.; Tie Medieaal accesstts ad auctores, cit.,
pp. 2D-224. con quelli della Genealogia nelJ,a propria collatio ". A mia conoscenza,
e3 .. in Deuteronomio Domini voce preceptu,, -lllt'l:-taptive radendum
Legerat
et ungues corporis amputandos, et sic.eam habendam coniu-
caput, superctlia, omnes pilos
;;5. iIi.iA;-r'itrr, Ji ego tapii"tiam secularem.propt-er eloquii venusttltt t'-,TiI: ea Si veda nelle varie note un saggio dell'utilizzazione del testo del Boccaccio da
prurssrmo parte di Nicolas de Gonesse. I brani dCl'JLa Genealogia presenti, implicitamente o esplici-
Bi.*i, zut.t1ritrair."i, de ancilla atque captiva Israelitam facere cupio, et mixtus
iamente (ma sempre dla lettera) ndlla collatio sono, nell'ordine: XIV, 5; XN, 4; XV, 9;
;;tp"tiu.rn".rlor.* "" g.*... Dominoi.' (m.s cit', f'4')'N'"gl1-de-^Gonesse
XIV'
si serve
tema della XV,9; XIV, 7; XIV, 7; XIV, 7; XIV, 9; XIV,6; XIV, li; XlV, 20; XIV, 17, XIV, 6;
dalla lettera LXKI, z a'i-i. CltAamo; si pqre ,1P.' Il
-veda Q'eneaL, xlv, r.
I|"i,i*'l*,ifir, * ai p..i'pir* .oil..."a**:^si vedano ONonro o'AuruN, De-.doctr"
9s < Propter quod idem Bocacius, libro de casu uirontm illusuiun dicit quod si opti'
ii)iti.,-x|; Rnr*o Meino, be cler. institutione, III, 18, in P' L'- CVII , 196 o I'ampia
mus homo sit, poesis optima apparebit> (ms B.N. tat. 7941, f .4v); <Undc Johannes Bo
iiilfi.gi"n.'r. j. ou C""-r--i,ii, i, *orrr*ent ih1otogique au Xlle silcle,Paris,79482. cacii, libro suo de casa airorun illustriam: Non fuerunt adeo dementes antiqui, qui suo
pp,94-91.
26 GIUSEPPE DI STEFANO 27

si tratta della sola ed unica testimonianza attualmente venuta alla luce Laurent de Premierfait raduttore del Boccaccio, sono i due termini
di una tale fortuna. Sia chiaro che la citazione in s6, per appartenere di una equazione alla quale si impone un equilibrio stabile, giacchd
ad un capitolo di un testo radotto in francese sin dall'anno 1400 e l'etudito non sa o non pub liberare la poesia dalle remore dell'utiliti.
poi ritradotto ancora qualche anno piil tardi, ciob ben difiuso in latino In ogni caso, l'estetica ts sempre vincolata all'etica. Donde la neces-
quanto in volgare nel momento in cui la collatio veniva composta, non siti pratica awertita da Nicolas de Gonesse di alternare fonte moderna
dovrebbe sorprendere. Ma intendo insistere sul fatto che non b stata e autorita ben stagionata. Ne segue che diventa arduo distinguere con
mai segnalata la fortuna del capitolo sulla poesia contenuto nel De chiarczza il ruolo del Boccaccio nella elaborazione delle idee sulla
casibus che E complementare a quelli ben alttimenti noti della Genea- poesia di Nicolas de Gonesse. La tecnica stessa del trattato vuole che
logia.
l'autore miri non tanto ad una <( difesa > nel senso stretto del termine,
Nicolas de Gonesse ha fatto un uso personale delle due opere
che tenda cioB verso l'apologia, ma piuttosto a dettare uno schema
del Boccaccio e ad una prima lettura il suo testo non lascia intrav-
dialettico fondato sulla dimostrazione,la confutazione e l'evidenza. Il
vedere una cosl estesa adozione di materiale boccacciano. Questa
sistema cosl costruito si regge su pochi ma chiari principii, e non E
invadenza, tuttavia, non inganni. Non si tratta di un'adozione cosi
possibile dedurre, pef strano che cib possa sembrare, una << poetica >>.
entusiasta e cosi riverente da escludere le critiche e le riserve verso
il verbo del Boccaccio. Anzi, se necessario, il nome dell'autore Nicolas de Gonesse di la pteminenza alla propria attivita di teo-
della Genealogia d citato appunto per muovergli delle critiche, e logo e un posto secondario alla sua << passione )> per la poesia e la lette-
alle definizioni del Certaldese sono conrapposte e preferite quelle ratura e. Egli E cosl ossequiente verso la tradizione che, tta tante vi-
pii tradizionali e pit autorevoli di Aristotele e di Orazio s. Di Orazio cissitudini, opera ancora in lui e nei suoi contemporanei riafiermando,
B ripreso 1'<< aut prodesse volunt aut delectare poete >', formula ben conffaddicendosi magari 1@, la preminenza del o ptofit >> sul << delit >>

nota, d'una importanza storica decisiva, soprattutto da quando, nel dell'attiviti letteraria. Mettendosi all'opera per portare a termine la
XII" secolo, la poetica gode di una certa autonomia di fronte alla gram- uaduzione di Valerio Massimo egli sottoscriveva implicitamente f im-
matica ed alla retorica%. Prodesse e delectare, iL profit e 1l delit di
rola chiave di tutta l'esegetica; negli accessus, gli autori e le opere
more concesserunt solis triunphantibus et poetis lauream in laborum premium et testimo- vengono invariabilmente muniti di una etichetta che li faccia rien-
nium virtutis etefnum, ut victores et mendaces equo munere decorassent > (ibid.). Lau-
rent de Premierfait, avendo tradotto in francese il De casibus, ha riecheggiato questo
brano nel prologo della traduzione del Decameron: << Aux nobles et divins poetes en I < Predictis potest addi altera ratio. Nam indecens videtur christiano homini
leur temps furent a bon droit rendues dignes honneurs publiques et provisions de choses
necessaires a leur vie a6n que par reddicion de publique honneur et de condigne emolu-
tractare aut studere gentilia, cum talia habeant non nunquam mentes legentium in etro-
ment chacun poete s'efiorEast surmonter les auffes poetes de son temps. Celui est noble neas opiniones deducere et sep€ opinantes periculo detinere. In huius rei exemplum vi-
labour, celui debat est iuste, celle envie est saincte, par lesquelz homme s'efforce estre le detur esse Jeronimus [...] Hec autem contra me singulariter applicari potest, quantum
plus excellent en vertu. Le seul noble couraige entreprent surmonter les auffes non si christianus universaliter gentilium studiis immiscere non debet, multo minus qui tante
pas par fiction mais par oeuvre tres clere > (ms B. N. fr. 129, f. 1v). perfectionis professione inchoavit, sicut est sacra sapientia, in huius studiis se debet occu-
Si veda in appendice l'edizione delle due redazioni francesi del capitolo dedicato pare, presertim cum in tanta universitate multi sint in huius studiis doctores . . . >> (ms
ai poeti. Per la comoditi del lettore, il testo francese E stato messo vicino a quello latino. 794L, f. lv; il brano Natr indecens . . . detinere proviene, alla lettera, da
N. B. lat. 7941
% << Unde Oracius in Sermonibus: diio|,ri', *'".r lrir.
GeneaL- XV- 9: nel brano q"i"."..r.
oui omesso a
"ipott"to
li
E rioortato il *e,ii-ai Gil;[-; che ho iitrt"
S. Girolamo .hi-ri"
sosno di S. citato
nelle note precedenti).
Ingenium cui sit, cui mens divinior atque os l@ << Ex presumptione igitur et temeritate procedere viderur quod hoc pre ceteris
Magna sonaturum, des nominis huius honorem. (1, 4, 4)-4\ assumpserim: satius enim est in divinorum libtorum studio occupari. Antequam huius
dubitationis aliam partem determinem, ad id ultimum respondeo, et primo ad id quod me
Hec desoiptio viderur mihi melior illa quam ponit Bocacius dicens: " Poesis est concernit dico igitur quod huius operis sarcinam vires meas excedentem ex presumptione
fervor quidam erxquisite inveniendi... " r> ms B.N. lat. 7941, f. )r; Geneal., XIV, 7). nullatenus assumpsi, sed ex zelo mihi primo proficiscendum et ceteris auditoribus. quod
q Cft. E. De Bnuvxr, L'estb1tique du Moyer Age, cit., p. 4l; G. YrNtu, Stadi onus ptecipue pro tanto sumere volui perlegendum, ne sensus meos sopiret inercia nec
sul Massato, cit., p. 117. ambigo huius srudium in aliquo periculosum mihi existere cum in 6dei ortodoxe docu-
s La sua teoria pub essere definita ancora come una estetica, usando i termini del mentis suftcienter instructus scripta gentilium execrabilia esse non formidem reputemque
De Bruyne, << du contenu, de la veriti, de l'utiliti, de la moralitd > (L'estb€tique, cit., falsa et erronea queque fidei catholice sunt obvia > (ms B. N. lat. 7941, f. 1v).
p. 191). ror (fg. m5 B.N. fr. 9749, f. 7v.
28 GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 29

trare nel genere dell'etica e della morale r@. Proprio come abbiamo Auffugiente nicbi di Jean de Montreuil 16 b appunto una difesa della
visto per Ia traduzione francese del Decanzeron. poesia conffo un detrattore, un ignoto legista, il quale aveva messo
innanzi, a sostegno delle proprie aberanti afiermazioni, un passo del
De filio prodigo di Nicolas de Clamanges.
La letteru di Jean de Montreuil B concepita appunto, fatto non
L'insieme della presenza del Boccaccio nella collatlo di Nicolas insolito nella produzione epistolare, come un trattatello dedicato alla
de Gonesse B cosl massiccia, cosl invadente che essa finisce per esten- ( pura esaltazione della Poesis >> 16. Naturalmente ed b per questo
dersi all'unico elemento interno al testo che pub essere sfruttato per che richiamiamo questi f.atti -
il testo monsteroliano risente della
la datazione. lezione del Boccaccio, al quale - b fatta esplicitamente allusione 'o, fra
Il trattatello di Nicolas de Gonesse non E datato. Esso B conte- la soluzione proposta si discosta da quella della Genealogia, essendo
nuto nel ms lat. 7941 della Biblioteca Nazionale di Parigi ed B messo l'autore ligio alle sollecitazioni della uadizione ed ai problemi propri
come introduzione all'opera ornnia di Virgiliot6. Dagli elementi pa- della cultura francese. A proposito di questa lettera si b insistito su un
Ieografici, il codice ts databile al periodo L440-50. Esso E certamente aspetto che E sembrato peculiare della cultura francese di questo pe-
anteriore al 1460, essendo segnalato per quell'anno un cambiamento riodo. Nella teoria dei due umanisti francesi si trovano altemativa-
di proprietario nei fogli di guardia. La copia I posteriore all'originale, mente tre prese di posizione, ciob l'esaltazione , la reductio e la nega-
eseguita, come si deduce dal colophon (quondaru edita), dopo la morte zione e la condanna: <.t giammai il concetto di poesia come scrittura
dell'autore, precisazione senza peso, almeno per il momento, ai fini ispirata, rivelazione divina )>'*. Si E dedotto che a quest'epoca tale
di questa inchiesta, perchd non conosciamo la data del trapasso di Ni- ,opo.r fosse peculiare della cultura itals,ana. Senonch6, Nicolas de Go
colas de Gonesse. nesse propone anche tale concetto nella propria esposizione t@. Bi-
Il testo contiene una precisa allusione dell'autore alla propria sogna quindi riconoscergli il merito, nella sua ostentata oggettivita,
posizione di professore di teologia che permette di fissare la compo- di avere esposto tutte le ragioni di poetica, non escluse quelle che
sizione del testo ad una data posteriore all'anno L400, che ts quello altrimenti sembtano esffanee al movimento attraverso l'esclusivo esame
della di lui licenza in teologiars. Ma E impossibile precisare di quanto di testi a tesi come sono quelli finora noti.
la collatio E posteriore all'anno 1400. Con una approssimazione che In tale dibattito, dunque, la posizione di Nicolas de Gonesse
sembra essere, anzi d definita come di oggettivo distacco dalle parti
non soddisfa l'esigenza della precisione, ma che attualmente B la so]a
estreme. L'analisi proposta b descrittiva. Certo l'autore conosce quanto
possibile, la composizione del testo (non la copia dell'esemplare cono-
sciuto) risale ai primi decenni del XV" secolo. Questa precisazione cro-
nologica b tuttavia utile, pur cosl imprecisa e provvisoria, dal mo- _ ro5 Edita nell'Epistolario, cit., pp. L42-144; cfr. E. OnNero, Per la fortuna del
Boccaccio in Francia, cit., pp. 261-262; D. CeccnErrr, L'elogio delle arti liberali, cit.,
mento che permette di aflermare che la difesa della poesia di Nicolas pp. 11-12.
de Gonesse b stata concepita nel periodo in cui sappiamo, per altra 16 D. Cpccrrerrt, L'elogio, cit., p. 12.
lot < ... et ut me eo quem proposueram labore sublevem, ac te pfocessu exsolvam
via, che i letterati parigini dibattevano la questione. All'inizio del longiore, satis fuerit Bocatii, viri expertissimi et scientificissimi, pro determinatione in-
Quattrocento, in Francia come altrove, la polemica E stata viva. Ad serere sententiam et huius pervenerande Poesis sublimium effectuum declarationem subse-
essa hanna dato il loro sostanziale conffibuto due tta i maggiori lette- guerllem: Ut puta Poesim ipsam mentem in desiderium [...] et egregios meritis extollere
laudibus et huiusmodi plura > (J. De Moxrnpurt, Epistolario, ed. ait.; p. L$); il testo del
rati del tempo: Nicolas de Clamanges e Jean de Montreuil. L'epistola Boccaccio (Gen. XIY,7) i citato pure da Nicolas de Gonesse e da Francesco da Fiano
(cfr. inlra).
rG D. CrccnE,trt, L'elogio, cit., p. 12,
10r Cfr. R. B. C. HuycIrsNs, Accessus ad auctores, << Latomus >, XII, 19rr, pp. 296 r@ < Ex hoc dicto (l'A. ha appena citato, attraverso la Gcnealogia, XIV, 7, il
)lL e 460-484.
Its Non si conoscono alri esemplari della collatio. l1o- Arghig, citazione che, attraverso il Boccaccio, deriva dal Peuarca, Contra med., I,
2p6; ed. Ricci, p. 3) videtur quod poesis sit immediate ex dono Dei procedens, vel ex
ls Per i pochi dati biogafci che possediamo attualmente su Nicolas de Gonesse dono nature procedens, vel ei sinu Dei immediate procedens r> (ms^ B. N. h;. 7941,
si veda G. Dr SreEeNo, Ricercbe su Nicolas de Gonesse, cit., pp. 201-20('. f. 3 r).
30 GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 3t

si b dibattuto sulla poesia, giacch6 la sua esperienza nel vasto movi- conda parte del fiattato si apre con un preciso attacco contro i deni-
mento degli studi retorici che lo hanno anticipato E solida, e le ac- gratori che vale la pena di ricordare:
cuse che io.ro tt"t. fatte contro di essa, vale a dire: l'ignorunza dei Preterea non nulli ntodernoranz hominum apud uulgas auctoritatis non
poeti, le loro contraddlzioni, la loro oscurite, le loro menzogne; e poi modice o-biciunt in poetas, asserentes in eis sub melle- latere venenum, et
,n.om l'immoralith della poesia, l'adulazione od il ricatto implicito Iicet eruditissimi atque eloquentissimi fuere viri. Eos tamen asserunt parum
negii attacchi personali della produzione teatrale, l'apologia, l'errote, Irulsse prudentes..,
per finire con la falsa rappresentazione degli dei e degli eroi.
ll-vizio,'pensiero
Il suo risulta cosl chiaro in un sistema che rischia altri- Questo brano B preceduto da una lunga citazione della Genea-
menti di presentarsi come un'accozzaglia di << pezzi > di disparata pro- logia. Esso stesso pub venire sezionato risultandomi essere composto
venienza. Del resto, cosffuire un trattato sulla poesia non presentava di due parti: 7a pfima (<< Preterea nonulli modernorum hominum
ostacoli di sorta per difensori e per denigratori: gli autori che sono apud vulgus auctoritatis non modice obiciunt in poetas >) ts verisimil-
chiamati ad esseri le << autoriti > del dibattito possono fornire argo' mente originale, mentre con la parola asserentes riprende la lunga ci-
menti utili agli uni quanto agli altri nell'insieme della loro opeta; lo tazione letterale delTaGenealogiatt3. E notevole che Nicolas de Gonesse
stesso afgomento, e si veda come caso tipico I'esempio tirato dalla abbia adottato, parola dietro parola, una buona pagina boccacciana
Repubbtiia platonica, pub servire ad illuminare due tesi opposte. Pit spezzandola ed inserendovi una frase che ritengo originale. Se poi an-
imLanzzante, ed anche piil arduo era farne una norlna pratica so- che tale frase dovesse rivelarsi boccacciana, ma appartenente ad una
pfattutto per i denigr"to.i, i quali, dovendo anch'essi attingere alla ttascrizione da me non conrollata della Geneologia tta, il problema non
iradizione comune, cadevano automaticamente nel compromesso con cambierebbe nella sua essenza, perch6 non sarebbe meno vero che Ni-
sli autori non ortodossi. Lo stesso loro linguaggio risulta intriso di
ii.o.Ji forniti dagli autori gentili. Giovanni da Samminiato E uno dei Per maggior c\iarezza cito tutto il
.harumrr3racionum brano (ms B. N. lat. 7941, f. 1v); < plures
pochi autori di cui ci sia giunto un trattato contro la poesia' Ebbene, tangit Johannes Boccacii, tibro 14' de genealogia deorum, cap.'6", dicens:
proprio in apertura della iua polemica lettera,, non pub evitare di la-
Eorum poemata sunt obscuta nimis atque mendacia, lasciviis plena et deorum gentilium
nugis atque-ineptiis referta, asserencia Jovern quendam adulierum et spurcidim homi-
sciare .ader. duil, sua penna dal suo intelletto un << sub iudice lis nem, nunc deorum patfem, nunc celorum fegem, nunc ignem, nunc aerem, nunc homi-
"
est > la cui paternitd oiaziana non doveva di certo sfuggire al suo in- nem, nuDc taurum, nunc aquilam et huiusmodi inconvenencia; et sequitur: Mentium insu-
per seductores clamitant esse poetas ac suasores criminum et, ut turpiore, si possint,
terlocutore 116. 1r, ogni modo, appare ben evidente che lo spirito degli Sgmmacullnt nota, predi"lnt eos philosophorum simias esse; hrmantei i"a., poerarum -rrt
awersari della poeiia b impregnato profondamente d1 quella cultuta libros legisse tenere grande
fulciti Platoni
srande pericu[um et,et.- nulla factos distinctione, arrcroritrte ut aiunt,
distinctione- auctoritate, airrnt
Platonis, eos nedum e domibus, se< sed ex urbibus asselentes esse pellendos et eorum
lhe si prefiggorl di combatiere-. Per guesto insisto sulla necessiti che scenicas merefficulas,
sc.enicas mere Boecio approbante in exicium usque dulces, detestabiles fore atque
l'insieme dei-testi venga riconsiderato su un criterio pit vasto. eicieadas una cum eis et renuendas omnino! hec ille.
Preterea non nulli modernorum hominum apud vulgus auctoritatis non modice
i^ proclamata olgettiviti di Nicolas de Gonesse non impedisce o.biciunt.in_ poet-as, asserentes in eis sub melle latere venenrim, et licet .rualtir.i-i atqui
di collocarlo tra i pit mnvinti difensori della poesia "'. 9.1'9, bisogna eloquentissimi fuere viri, eos tam€n asserunt parum fuisse prudentes, in qo"rrtrr.'
pensare ad un diiensore del tipo definito nil testo di Vincent de tempus omne terentes, facultatem sequti sunt, ex qua post longos labores nulli conse-
quuntur opes, et hinc pauperimos homines sempel fuisse poetas, nullis diviciis . . . >>
bea,ruais, cioE nella pit schietta linea della tradizione, ch6 gli oppo- (si veda Gen.,.XlY,-5,
r12.
E un fatto che la se- -ed, Romano, II, p, 696, e XIV, 4, ed. cit., II, p. 6g6). Il se-
sitori sistematici non- sono forse mai esistiti curdo brano, citato.implicitamente da Nicolas de Gonesse e separato dai primo in modo
netto-da b9c ille, si presenta cosl nel testo del Boccaccio: n... si continsant inter lo.
oyendunl fieri.mentio .poetarum, illos extollere laudibus, -quoniam .*aiiii.i-i .iq*
eloquentissimi fue_re viri; tandem post
llo Cito la lettera dal ms B. N. lat. 8571, f' 91r' Non i un'eccezione (cfr' J' Ln- tamen, emittunt dicuntque eos parum fuisse -multa absconditum sub-melle venenum, non letale
prudentes, in quantum, tempus ornne teten-
cLERce, L'amour des lettres, cit', p. 109). tes, tacultatem secutl sunt. . . D.
lll <( Nrulc ponenda est smrnde existimationis, que verior--est, tesponsio, -que pro rra IIo collazionato il testo della collatio
e con I'edizione Basilea, l5j2 e co1. il
conclusione certa- ponit quod studium po€tarum non est inutile, ymo quamplurimum testo pubblicato in o. rlecren, Bocc-accio-Funde, Braunschvei!,1soi,
i.'tii. nip..rJ.ro
fructuosum > (ms B. N. [at,7941, t. 2r). la.questione con la pubblicS:ione della--< difesa >,
-" p*. i,nfr.riuriJ,"r" J" ;iA^; ;;
1r2 Cfr. F. Srr"rova, It ' redactio artiutt ', cit., p. 910 e passim. Nrcolas conosca un testo difierente dalla Volgata.
GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 33
)2
quale allude Pietro da Monteforte, un religioso, come egli scrive al
colas de Gonesse si scaglia congo i detrattori spiacente che essi siano
Boccaccio, fresco dottore in << sacra pagina >> col quale egli ha discusso
<( uomini di non poca autoriti presso il popolo
>'
Che il bran6 sia autenticd o che eiso sia preso_in prestito, resta della poesia e dei poeti ta. Tuttavia, della polemica che ha visto alle
a" i.-r.arrsi se si tratta di un topos.-tht in quanto tale prese verbali C,oluccio Salutati, Angelo Corbinelli e Giovanni di S.
"g"utir.-"r.
n3" fru valore storico preciso, oPpure se
-E
possibile dare un nome Miniato sono dmaste prove emananti dalle due parti, ancorchd sol-
,dt ;.;.""1t a**oii. rrs. il lioccaccio, nella sua polemica, si scaglia tanto i testi del Cancelliere fiorentino abbiano trovato sino ad oggi
116.
contro 1 <( lurls periio, )> I1 Petrarca polemizza- con un. medico un editore disposto a difionderli, menre b proprio la lettera del suo
agfti-"..iri ii t.gg. ed agli uomini di midicina viene tacciata la loro antagonista a rivestire maggiore interesse documentario u. Valore pre-
,J*fi,a e la loro"iinor^ni^, men6e il poeta_viene proie.ttato, sia colti- ng,lla ciso in quanto documento che fornisce una prova diretta, anche se
C;;;rhg;.i, ".1b, casibus, i9 unoifondo sereno ed idillico, In Francia,
lontana pet noi, essendo dell'inizio del XIII" secolo, assume purc la
;;;. 1". ,"litudine, la contemplazione e la me&tazione.poesia,.quale prefazione dell'Aurora di Pierre Riga dove l'autore inveisce contro
i';;;;r;;.i" 1."r,Ji J. Mo"rri"il nella polemirca.sulla la poesia profana 2. E si pub citare ancora Guido Vernani che attacca
ci b dato .orror.... atffaverso il suo epiitolado, b ancora un ignoto i << fantastice poetizantes et sophiste verbosi > E, oppure le pagine del
i.rir,;;;. Vi.n; qorti ii sospetto.ch. {,,.tto p91e1!ca.,. presa la china
Locula noctis del Dominici, dove E stigmatizzato l'uso della poesia
i[-iipor, "bbi, un.h. *eat; degli etzplois,- dli tipi.di allorchd Sisi
personaggi.
classica quale << genus turpe atque nephandum r> r2a.
fi;l*..i.ti.a..si se non si f,onga'un falso problem.a Il testo di Francesco da Fiano ha per noi un duplice interesse.
vuole trovare un equivalente storico di questi temi e di questt
per-
i Esso b stato molto probabilmente la <,r difesa > che inaugura la pole-
;;&gi. IL dubbio iit g.ru. vieg_e allorch6 ci si accofgg che testi
mica sulla poesia intorno al 1400 E. Se questa ipotesi dovesse ri-
,"p.iititi sono invaiiabiimente delle difese e che non si hanno. P9ch9 sultare vera, saremmo certi che la polemica sulla poesia, o meglio il
dificolti a ritrov"re Jei testi che rappresentino le ragioni dei deni-
il;;i. Credo che ci sia li una la.on, imputabile pit ad un difetto
iella ricerca che della realth storica.
----i;;;i..i., venuto a conoscenza di queste critiche, prende la penna < contra ridiculos oblocutores et
che mise alle prese.il Mussato e fra' Giovannino fellitos detractores poetarum, (M. L. Pr-AlsANr, Un opascolo inedito, dt., p. 124; l,
sll'inizio d.l Tr..ento la polemica che B << pr{lude du combat > - Tti, ll Contra oblocutores, cit.). Le cause di questa polemica appariranno inv6ig5imili
*l-ancorch6 - a chi porl mente al fatto che I'impiego dei gentili era postulato dai teorici della predi-
il;;;t;; il frate^domenicano ci sia conosciuto soltanto at- cazione medievale e messo in pratica dallo stesso ponteEce nei suoi discorsi (cfr. G.
i."u..r" i iocumenti della polemica. La difesa della poesia composta Mor,ur, L'oeuure oratoire, cit., p. 267).
ar'fiun."..o da Fiano intorno al 1400 ha delle radici storiche, es- 14 < Incidit enim cum quodam religioso doctorato noviter in sacra pagina de
sendo storicamente cefta I'occasione che ha dato origine alla disputa: poctis atque poesi. Cepit ille fastidiosissime stomacari et exacrabiliter abhorrere > (cfr.
G. Brr,r.enovrcn, Pietro Piccolo da Monteforte, cit., p. 49).
volta delle ragioni del detrattore sono rimaste soltanto
"".or, "n,
delle testimonirrr.- indiret"te "'. Lo stesso dicasi del personaggio al
r2r Ben awertl il Billanovich < con quanto dschio i posteri tascurino in queste po
lemiche le voci dei mediocri > (Petrarca letterato, cit., p. 125).
tD Cfu. Pernr Rrcer Aarora, ed. Beichner, University of NoreDaoe Press, 1965,
1r5Si veda soprattuto Geneal., XIV,4, ma anche De casibus,III' 16' p. 4.
n6 Rinvio all,edizione Ricci gii citata. Il Salutati, nel De laboribus Herculis (s\ s di Daote, si veda T. Ketrprr,r, Der Dantegegner Gaido Ver-
Su questo detrattore
veda I'ed.'Uilrnrn, 2ii.i.f,,-firii-fii" liir sulle generali: <.De poesi, co.ntJa.
d91119to;11 nari O, P. aon Rimini, Quellen und Forschungen aus Italianischen Archiven und Bi
<
compendiosa defensio> (I, 1), e non_ci i dato conoscere chi siano.questl
cletrattorl. rer blioteken >, )O(VIII, 1937-8, pp. LO7:146 e N. Merrrrx4 Il piit antico oppositore poli-
i"'ie;-;iGar;;i; *tta p";;i;;;t G"; ,nth. u"d... le lertere allo Zonarini, quelle a tico di Dante: Gaiilo Veruani da Nmini, Padova, 1958.
Giovanni di Samminiato e quella a Giovanni Pierleoni. s G.'Dorvrxrct, Locala toctis, ed. Coulon, Paris, 1908, p. 179 (il testo del Do
rr7 Cfr. E. OnNero, Pir la fortana del Boccaccio, cit', p' 261; legista E pure il corri-
minici si legge pure nell'edizione E. Hunt, Nome-Dame, 1940).
spondente nella polemica sul Roruan de le Rose. E Gli editori del testo lo datano ua il 1189 ed il 1404 (cfr. M. L. h,lrseur,
rrE E. R. Cunrrus, Ia litt1ratare etrop1enne . .. , cit.,p' 274
Un oprscolo izedilo, cit,, p, 122 e L Teri, Il'Contra oblocutores ', cir., p. 2671, identtfr-
ile occasione della difesa fu il fatto che maestro Stefano di Arezzo, non altri- cando il < cardinalis bononiensis > destinatario del trattatello con C,osimo de' Migliorati,
menti conosciuroci, aveva iitato dei poeti gentili in -un dissorso. ptonunziato dinanzi al che divenne papa Innocenzo VII nel 1404.
pl1t.n... Ne nacque u", poi.rni.r-;;i;;;fi le critiche sutl'ardito oratore' Il da Fiano,
3.
34 GIUSEPPE, DI STEFANO IL TRECENTO
35

rinnovarsi del dibattito ha un'origine curiale ''' Inolte avremmo il frammentaria ed incompleta od E sommariamente e malamente edita.
;;;;;, ...[-n.1 quale viene ir.tt,-consapevolmente a,profitto la Questo B il muro confto cui b destinata a cozzare la ricerca.
lezione boccacciana deili .rltimi libri della Gineqlogia. La linea della .- L'epistola Aaffugiente nichi di Jean de Montreuil, ottimo punro
aii.r" del da Fiano reita quella sostenuta gii dal Petrarca e dal Boc- di riferimento per la polemica, ,o, L daata se non con un'approssi-
;;;;i; ., pti." di chiuderi la sua difesa, l'autore,. che forse ha pure mazione di un decennio (L)96-1407), n€ si conosce il nome del'desti-
pres.nti' le ragioni dell'Inuettirta del Pe6arca, finisce per-aggiungere natario rD. D'altra parte, proprio dei primi anni del secolo E Ia celebre
il ,orn. del B=occaccio'n alla lista delle autoriti sulle quali poggiano qaerelle sul Ronan de la rose nella quale fu coinvolto il nome dello
le sue ragioni polemiche. stesso Jean de Montreuil, nelle vesti di difensore. In tale dibattito,
Non" E drnqrr. fuor di luogo inquadrare il testo di Nicolas de il ruolo dell'accusatore principale fu tenuto da Jean Gerson,r, a chi
Gon.rr" in un ciima di polemic[e doire, se-la ricetca b fortunata, i ben si addice l'attributo di ubrao << apud vulgus aucroritatis non mo-
d.gli antagonisti finiscono per-venir fuori ed E estremamente dice > usato da Nicolas de Gonesse. N.tt, su-a epistola sul Roman si
"o-i
pi.Urlit,=" .h. l'u",rr..o dell'autor. d.llu collatio non sia un platonico pub_ anche scovare una frase che potrebbe essere riallacciata all,accusa
Ld oss.qrrioso, vuoto del resto, omaggio alla traduione retorica. Ma di Gonesse: Gerson si serve dell'immagine << venin envelop6 Je miel >> ,3,
ii.rt...oiutivo che pesa sui nomi di (uesti derattori o sul detrattore che troverebbe eco nella frase << suL mefle latere ,.r.nrr,n > della
dificilmlnte avri uia risposta precisa.-La ricerca si imbatte qui in una collatio. Tuttavia, f immagine del Boccaccio, ripresa da Nicolas de Go-
aim."fri non lieve. I1 faito che si alluda correntemente, anche nel mio nesse, utilizzata da Gerson, si incontra in altri contesti ,,r. La pru-
A;;;;;, a difensori e detrartori della poesia non deve essere inteso
!ry^, quindi, invita a non andare pit lontano in questo confrorto,
,r.l ,.n* che sono esistiti due campi ,i.ttu..ttt. distinti, quello dei
le inc.ognite- essendo molteplici: in primo luogo bisogna farc i conti
iif.r*.i e quello dei detrattori. Lo due tendenze, arni.le varie ten-
con il circolo vizioso che si crea dovendo conlume l{nchiesta su do-
-",rror. di pensiero, coesistono nelf in-
denze. perchd .rirtono varie sfumature cumenti che si sottraggono ad una precisa datazione. A me preme sot-
;#;'i.1i;&il;tb .r.t.o chg, 9L non si tiene presente di
tolineare che, alla data iq cui la quirelle obbligb Gerson a pionunciarsi
f.1"[ta il particolare contesto della enunciazione,- pub essere
poesia, Nicolas de Gonesse ivera da poci terminato la maduzione
".f-i"
i"..i",o di evidenie con6addizione. Si pensi soltanto. alla posizione "ull3
di valerio Massimo ed era attivo all'Universit) parigina. Egli non pot6
;;fib.l*ione di,, Ni.ol^r de Clamanfes gh9, secondo le parole del
ra. ignorare tale dibattito, tanto pit che .rro pr.id.rr" for,,,". pii gene-
ili.1]i,;,;irfiil una oscillazione tiplca del primo I1manesimo >>
Si uggi"ng, chl non sempre i testi conosciuti sono convenientemente
;;,;?i; .h"; inoltre di molti, troppi autori la produzione ci b giunta rD Cfr. E. Onulto, Per la
lortuna del Boccaccio, cit., p, 26).
,,n tbe
., 'lcjr, F. weno, Th-e Episttes on tbe Romance ol the Rose and other Docaments
l)ebare,9hicagg,-_1911.;. E. rercr.ors, l,e traiti de Gerson contre le Roman
attorno a Jean de Montreuil i letterati parjg-r-ni si sono chiesti r(ote, (Komanla,r. XLV.-.191&f9, pp. D4g; L. Thuesrur, Le-Roman de la de la
Rosi,
126 AlIa stessa epoca,
lirenzio i-n una prosopopea della Chiesa inseriu Cbrcnotog'ie'ie'1pii)es-ru, i nl"ioi-ai'i;'i;r;, in Etudes
,. ,i" u"iilo f...-ngrir.."'i.i-rirri.ii di questi testi e sul loro tontanes didiAes trf'T,
\y1:.!?4t,,1. i Gaston .Paris,Pais, 1891, pp. ll3-L2o;
i" ,'*i.-irTitirr"'to "t pini.h... Srtt. curioset, interpreiazioni A. couaes, ]ioiie uootiriiit
"i
;i"il
"moyen
:;;;.'-;i-".aia a. i;;;H cii"i-ii naisiance de t'bamanisme' u Revue du et le cbancelier Gerson, cit., p, l5i,
Age latin >>, I, 1945, pp. 259-284- r3r si veda iI testo in
F. _Lexcr-ors, Le trait| -de Gerson, cit. p. 39; I'accusarice,
rn <Sed ut scribit vir ille ingenio clarus ac sonantis stili gravitate potens et per ttr lllr f" christine
! couvertes de pizan che a sua ,olt. rt.iiioi'"r'1i*rl-h;il1*
cuncta scriptu.rrr- g.o.i"^ *ti"*'!,-ti.i"lai.tt'tut,. pottt*-.,Siin deside'
mentim mcrices soubz ombre de bien et vertu > (cfr. "u.u,
F. !7,rno, Tte Epiiii-,ii.,
ptura,*.'(G_eneal.,. xIV,-7; cfr.. il testo in
iiii'-t.'.'.1'"iitiiii'liiiiti-it-ii;"iiii cit.,-i'.t571.'.Il p. -?6). si noti che nel De_ innoccntia puerili--Geisoi-ri i.*"'Jlritroi.r.-rif".
iiiiiiio-}riiit',
Iut"L.'i;i,;;i,ti, p.ti"i.r,'l'.;ir,.;;; rinvio al Boccaccio E !unq99 ,!:t!!-,!?fr! (il testo.in Grnsourr, oii)i,".ra.Erfi*;"-iil, i'iiii'i.1gr);exmabocB
.r"r[i.-.lir.nto. J.'r'f,inao erudito comune a questi testi impedi- ltrrlxlsslbile tate un confronto.letterale perchd la versione latina dil terto no'n
E di'Gerion,
"l
L5'ii'.irar-."rii".;;-r.;;1"; ;;;;;;i'i;.d"no .orunque gli.accosiamenti fatti dagli come ha dimosrato il Langlois.
.alt*i J.f iiii" ai pr.n..r*e;-Fi.rd i1 not" alle edizioni). Il secundum brano del Boccaccio t 132 Per citare
un esempio che viele dal < ddbat sur l,honneur f6minin >, l,altro
;*.; pri; iiil:uti^io- a; c;;.;,-.iUtti-o ionsiderandum est eundem Bo-
poesis sunt mentem
fiIone nel quale va cercato il suic;;;; ;;f R;r;;;;;Jo;.'plllrJiar.iffi ,,er proces
;;;ild-iib; de g:enealogia deoram, quod sublimes afiectus ipsiusB.N. lat. 794L, f. )r\.
d'honnear.feminin, dice delle donne che di,nno la bere < soubz do"I..ria.'mier
venin
i;-J;;i'd;.i". [..]l .*toil.t..laudibus er huiusmodi.plura>_(ms ruoftel> (ms Atsenal 3i2r, f. ts9"l. pit gen.i"l,,"nt.,
ta D. Ceccurrr4 L'elogio dellc arti liberali, cit., p. 5. inquit sapiens
r.rr-a. s.iirlr*, nvenena
non dantur, nisi melle ?ir*-iiirl,-ipi,i"i., rlrl gl."-''
- -
IL TRECENTO )7
GIUSBPPE DI STEFANO
)6
B' l'autore cerca di assegnare un posto alla poetica tra le altre discipline,
rali, e pit teotiche, nggli -scritti di un Montreuil o di
un Clamanges
iscritto nel gruppo ma non B men vero che per definire la. poesia ed i suoi fini, l'autore
Ed b chiaro che Nicola"s de Gonesse non pub^essere ticorre a Giovanni Boccaccio ed alla sua Genealogia. Il rinvio a
.fr.i.* ..po a Christine deP'aan e a Jean Getson' < Bocacius novellus poeta, libto de genealogia deorun )> come
*** b detto nel testo latino, d esplicito; << Et a ce propos - nella
E detto
versione ftancese nous lisons comment Boccace en- son livre de la
pit -
genealogie d,es dieux reprent les poetes dessusdits en disant: Pluseurs
testi di Jacques Legtand-presentano- per. noi un
intetesse
I in francese, e proven- poetes faignent leurs dieux luxurians et les dient efiorceurs de pu-
limitato. Essi sono Jr., ,rio in latino e I'altro celles; lesquelles choses sont laides a dire et pourtant, quant a ce,
dd' sophitogiam'Y' An-
sono rispettiur*.nti*LfA,;i9i;q;;ipt';o'
-Ia ilz sont moult a reprouver >>'o. Come si vede, B sempre la moralit)
ihe se il testo fr^n.Jr.-iln-J .h. *aduzione di quello 1n lingua la-
un pubblico dell'arte, della poesia nella fattispecie, che viene difesa anche a costo
tina, insieme hanno; ;;;;tit'it1 di po"te interessare oppure quello dei di tmvisare il senso della citazione boccacciana, isolandola. E questo
molto vasto, ,iu .rr"'i".ilo-c.i-a"rii icclesiastici
laici meno PreParati.
il solo rinvio esplicito alla Genealogia nel capitolo, ma non E da esclu-
dere che un confronto pii minuzioso riveli alue corispondenze. Dopo
;:aiui.':'iJ*ll:J1Lx,,;s',1il'*'!'::'J,'"i+--x.f 11i. tutto quello che b gii stato detto a proposito di Nicolas de Gonesse,
L'autore ui fa prova di una grande ha un interesse relativo puntualizzare uno dietro l'altro tutti i cosid-
dro della nosffa inchiesta. "onin comune con gli altri testi
originaliti di p.nri.ri^."i.
-[ .p.i:-h.nno detti prestiti. Oltretutto, si tratta di un fondo divenuto il patrimonio
dello stesso genere - ..*i*de >, medievale e no' per la compo comune dell'etudizione.
sizione a mosaico. Ii-C;# h, di.otrtato che--1'agostiniano << s'est Comunque, non possiamo afiermare che Jacques Legrand dimostri
,oii"iii.;;^d.'*;;;ir;.
oench6defagonparticulibtementatt-entive>sulloSpeculamdoctri- di avere assimilato la lezione del Boccaccio che B integrato tra le
r poi.rc 1o studioso francesedi ha awto << auctoritates )>. << Nous nous trouvons 6fig1rna giustamente il Com-
[.'" ,"gi.".,4p;[;;;; ..oJ" dal coville,_di tentare rivaloriz- bes dans l'ordre de l'apostolat et- de la pddagogie >> "' ed ogni
;;;;^l'il;; Jiir.q"* G'*a, ;1 si.meravigli'.'b' la sua dotta e - ogni citazione d piegata a questa esigenza, Ma l'omaggio reso
autore,
minuziosa inchiesta'si ri" fir.i"t" sfuggire,
o i'bbi" lasciato in ombra, all'autore della Genealogia, in un simile testo appunto, inserendone
interessi che vanno oltte
iieri".i.t.;;i-;h. ;;1".; ;;q;r_g_oriiiiu.o
Vi"ctnt Beauvais' Certo da Vin-
il nome nella stessa famiglia dei vari Lattanzio, Ovidio, Alfarabi, Vir-
la spremutir.i-u .*i.top.au di de gilio, Isidoro di Siviglia, Ugo di S. Vittore, S. Agostino, Rabano
cent de Beauvais ril;fi;; uJ-et f".rUit37, attraverso il quale Mauro, Alexandre le Mauvais (Nequam), Agellio (A. Gellio), Platone,
Cicerone, Boezio ed i suoi commentatori, Macrobio, S. Ambrogio, S.
,^ ,*reye nonfinr con gli scritti del 1402 ed un secolo pit tardi
--; la posizione
all'ediiione del
di Gerson era criticata' il^idtffi ?;i;:^ id"-#;il'*di-i':Gtov
ilr;;;-;; ti iotr, Patis, 1955,
p' )oNIII-)aoN)' I'opposite, come Alpharabe en son livre de la diuisiott des sciences, lequel dit que poe-
trie est la derreniere partie de logicque, et dit oultre plus que poetrie est science qui
Tiiii,:ii{'i;i;)if;:*;i'i"1,:l,t;li:'s*}"?:Wi:i;i:!i.:,s1iiLi:',
et le Sophilosium, i;:':;;;,'i'f,j"itt#ptttti"* da
* Au-ri'-s-tiniana >' VII' 1957 e aprent a vetsffier et a ordoner ses motz et ses paroles par certaine mesure > (ms B. N. fr.
141, t. 399r). Queste definizioni provengono dallo Speculum: < Post artem rethoricam
oitti
i;iii,'riiai'j.-f,.;,*i,1;";;;; i;,';/.:.-{i;s";fui;"". VII' re57' !',&:i;&, dicendum restat de poetica quam Alpharabius in libro de diuisione scientiarum intet
logice partes ultimam ponit et ipsam in libro de orta sciertiararz ita describit: Poetica,
*,'11+*;i rxj!:,*::;i"V',1r,{folif#i!?';'.*3T:1,"1?i*:"'ffi,;'ir-s'";ii;:
di tiorc de bonnes filoeurs' inquid, est scientia ordinandi metra secundum proporcionem dictionum et tempora pedum
ii;;:i;:;;";i;';;;i ;i"d col titolo ac aumerum eorum > (ms B. N. lat. 6428, f. 85r).
l3s Cfr. A. Covrlr-e, De Jacobi Magni, cit', p' 52' r3E tr{s. B.N. fr. 143, f.. )99r. Il testo latino E pit conciso: <<Rursus sciendum
ls A. Cor"rsss , Jacqaes kgrand, cit', p' 45' god poemia non est inventa propter mentiri aut propter turpia de diis fingere, quin
< Npha.rabius in libto_/e scientiarum imno Bocacius novellus poeta, libro de genealogio deorum illos poetas redargu.it qui
r37 scrive
- Jacques 6gmnd nel Sopbilogium: .,*.,if$t
a i u is i o n e H;-;Iti_am partern,o"n, ;x,{:
i'.ii ffi-tii*a"m .,-.grffi;' ii*l,_*,*S :n.
suorum deorum canunt illecebras> (Ms B.N, lat., 4901, f. l19r).
lffi ,iiir -.i."' dr[';;,i'f;;;;;i;;tl
ptoporiion'!- ..diction
u 6i"' est vrav que aucuns dient
r39 A. Colanss,
Jacqtes Legrand, cit., p. 80.
f. 148v); il testo
,8 GIUSEPPE DI SIEFANO

m, quest'omag'
Girolamo, E*po, Tito tivio, Jean de Sdisbury, Ap"lerg
gio E, dunquel una testimonianza certa per comprendete sino-a qual
iroto il B&caccio sia enuato a fate parte del bagaglio erudito abi-
'tr"l" d.i dotti rappresentanti dell'Umanesimo francese sin dalla prima
generazione.

Grusrppr Dr SrBrruo

APPENDICE

(De casibas,III, 16)

ro Questi sooo gli autoti citati esplicitemente nci capitoli sulla rebrica e zulla
poetica.
De la pugacion de l'acte*r et la commendacion de poesie

Certes je doubte que je ne enchee en mon peril tandis que je m'efiorce


ddendrc autrui. Qui se doubte que aucun ne viengne disant: Pourquoy
doncgues tu, Jehan Boccace, autre part recommandes tant oisivetez, se tu
devoies tant parler contre oisivetC? J'ay quelle chose je responde sans difi-
cult6:
Ainsi comme est une seule maniere d'ommes, aussi sont ilz plusieurs
manieres d'estudes, desqueles manieres d'estudes une chacune maniere entent
or cuide alet en une seule bieneurt6. Pource que le chevalier quiert et habite
les pavillons,cil q,ri les drois scet quiert et habite les parlemens, le laboureur
quiert et habite les champs, et, a ce que ie laisse les aultres sans nombre,
le poete quiert et habite les lieux solitaires. Le chevalier s'esjouist en
armes et en bnrit; le lqgiste s'esjouist en riotes et en plaiz; le laboureur
s'esiouist en beaut6 et en planteureusetd de champs, et le poete s'esiouist ou
son de ses chansonnettes. Le chevalier se soulace en discors, le legiste se
soulace en visitacions, le laboureur se soulace en bonne adventure dJtemps,
le derrenier, c'est assavoir le poete, se soulace en contemplacion. Le chevalier
oride que victoire puisse donner le bien quiz, c'est J dire bieneurt€; le
lqiste cuide que monnoie puisse donner bieneurti; le laboureur cuide que
phnteuansetd puisse donner bieneurt€; le derrenier, c'est assavoir le poete,
oride que t€nommee puisse donner bieneurti.

Arctoris pargatio et poeseos commendatio

Veteor equidem ne dum alterum tutari conor in meum discrimen inciderim.


Quis enim dubitet quin adveniat quis dicens: Quid igitur tu alibi tamen com-
Ecodas ocia, si in ocium adeo invecturus eras? Habeo quid absque dificultate
rtspoodeam:
Hominum uti genus est unicum, sic studiorum species plurime. Quarum
pelibet aut tendit aut qristimat in felicitatem unicam ire. Ilinc miles castra,
iurisperitus pretoria, agrestis arva et, ut infinitos rdiquos sinam, poeta soli-
trdines querit et incolit. Armis [atqueJ tumultu gaudeat milites iurgiis liti-
disque lqisperitus; rusticus pulcritudine atque fertilitate camporum, et carminum
42 GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 4)

L'excusation de l'aatear et la reconmandation de poesie esjoist en habundance de fruitz terriens; le poete se solace et se deduit en
contemplacion. L'homme chevalereux cuide que bienheurtd soit avoir victoire
Pource qLre ou chapiltre precedent j'ay blasm6 les nobles hommes qui de ses ennemiz; I'advocat cuide que la monnoye qu'il gaigne lui puisse
sont oysifz ei pereceuli et riquoys et que j'ay lo{.ceulx qui,tousiours donner la bienheurtd qu'il quiert; Ie laboureur cuide que grant plantd de
labourent et gavaillent, j'ay paour-que je-ne soye encheu_ou peril de moy biens terriens puisse donner bienheurtd, et le poete cuide que renommee et
mesme qui suy t.quoyt et'oysif, trtidi,'qu. je m'efforce de excuser le duc gloire aprds Ia mort puisse donner bienheurtd.
el.ibi"dir qui'tousdiz'vesqui en travail ef en'soulcy. Certain est qu9 aulcun La contrarietd doncques des estudes est si grande, combien quc rme
;;;;" di'r. po.,rq,roy u,rlt.. part, c'est assavoir elr cgst present chapiltre, 6n soit desiree, que ce qui plaist a I'un soit a bon droit haynneux a I'autre et,
tant t..o-tnrndd ia vie dis hommes contemplatifz, qui est quoye et consider€ la qualitd du desirant, par aventure une chacune chose est louable
i'ay ou au moins n'est pas merveillable. Et pour ce j'ay condampn6 oisiveti et
samble oisive, puis que je devoie tant parler ou chapiltre_precedent contfe
oysivet6 et conie ceuix qui pourrissent en tepoz et peresse. Mais j'ai response entommisement en Alcibiades, homme habille a aquerir resplandisseur par
pertinent et sanz difrcultd. armes et par prouesse. Pour tant je n'ay mie condempn6 mon desir, se je
' Car ainsi comme il est une seule maniere de hommes quant a samblance quier oisivetez, conme chevalerie soit estude ou dit Alcibiades et le dicti6
de une mesme nature, tant en corps Comme en ame, aussi sont ilz plusieurs soit estude a moy. Et pour ce la chose m'est a fouir, qui est a querir a
manieres d'estudes selon lesquelfus les hommes habituent et appliquent Alcibiades, afin que, selon mon jugement, je puisse convenir avec lui en
leurs couraiges a diverset oeuvr.. et a divers mestiers. Chascun cuide venir fin bieneuree.
et attendre"a sa propre
-esf bienheurtd par le mestier et par l'es-tude que il Mais ie ne vueil mie que aucun cuide que les poetes quierent les foss6s
ensuit. Se aulcun chevalereux, il trace et quiert le pays de guerre et des montaingnes, les ombres des boys, les cleres fontainnis et les bruians
poursuit tentes et paveillons, car il cuide que en ceste chose soit sa bienheurt6. ruisseaulx et les delictables et loingtainnes taisibletez des champs, lesqueles
5e aulcun scet leJ droitz civilz ou les droitz canons, il requiert et poursuit choses les anciens ont appellees oisivetez, ainsi comme je les-appelle icy,
les cours, les parlemens ou I'en plaide les causes civiles et crimineles' afin que ilz szulement servent a la guise du ventre et a leur saoullement
Se aulcun est htoureur, il quiert et hente les champs convenables a blefs et luxurieux. Ja ne soit. Omer le divin poete et nostre Virgile d'engin celestial
a arbres portans fruitz, et ainsi est des aultres particuliers mestiers sanz ce n'eussent peu par leur hault entendement accroistre les consideracions
que je putl. d.t arrltres qui sont sanz. nombre,-esquglx et en chascun d'eulx celestiaulz entre les tamboisseuses compaignies d'ommes, entre les bruiz divers
l.r horn*.r qui les pouisuivent cuident que leui bienheurt6-y soit. Celui et mouvemens des citez, et icelles consideracions comme prinses du giron de
qui est poete quiert les lieux secretz et solitaires et illeuc habite pour soy Dieu, ilz n'eussent peu par leur tres grant gloire avoir ouvert aux hommes
presens et les avoir laissees aux hommes avenir par leur merveilleux ouvraige
oster d. noyr. .i d. tumulte afin qu'il puisse plus franchement vaquer a la con-
templaciondeschosesdir,inesethumaines,dontilfaitversetchan9ons<...> et par leur dicti6 exquis. Et pour ce les anciens ont apelld oisivetez ces
Celui qui scet les droiz canons et civilz se esjoist e_t delicte en plaitz et en lieux dessevrez et defiaillans de tout tumulte de citez,
citez. esqueles toutes choses
riotes;'le laboureur se esioist et delicte en ses beaulx champs et plantureux sont environnees d'un floct.
de blefs et d,autres frdtz, et le poete se esjoist et se delicte ou son de
ses vers et de ses chanEonnectet. L. chevalier se soulace en discourant et
chevaulchant de ung puyr.n aultre; ung advocat_s-e esjoist et solace a mihi carmen studium sit. Et ob id quod illi querendum, mihi fugiendum est,
visiter les procds Jer^ .iut.r a lui commises; le laboureur se solace et ut secundum existimationem in beatum cum eo possim concurrere finem.
Verum nolim arbitretur quis poetas anma montium, nemorum umbras, nitidos
fontes, tivulosque sonantes et amena atque semota ruris silentia, que uti ego sic
et prisci -ocia vocavere, exquirant tantopere, ut venris sagine aque libiiiinose
satietati deserviant. Absit. Nequisset divinus vates Homerus-et nostar ingenio ce-
iile, visitationibus iste, successu temporum alius, lcsti Vergilius inter turbulentaJhominum conciones et civitatum stepitus motusque
resonantia vates. Discursionibus
Ille victoriam, iste pecuniam, fecunditatem varios sublimi intellectu celitas augere
ausere considerationes,
considerationes. illasoue
illasque quasi sremio Iovis
ouasi e gremio
ultimus contemplatione oblectatur.
alius, et ultimui famam arbitratur quesitum bonum posse concedere. rtPtas artificio mirabili et carmine exquisito maxima suasua gloria aperire presentibus
presentibus
Fit igitur tanta studiorum contrarietate ut, quamvis finis optetur unus, et relinquere futuris. Idcirco selecta illa loca et omni tumultu civico vacantia ocia
quod uni -placet, alteri et merito odiosum sit, et adpetenrtis qualitate Penslta vocavere, quasi respectu urbium in quibus adsiduo fluctu circumagunt omnia.
unumquodque fortasse laudabile ceu non mirabile saltem. Et idcirco[si] in Alci- Hec ego commendavi sepius. Mihi hec ego cupio si darent, nec adhuc obiurga-
biade viro irmis et strenuitate fulgorem querendo ocium damnavi atque torporem, tione solutus sum. Morsu iam carpor acutiori. O quam paucis literis, dicet alter,
non propterea meum damnavi desyderium, si ocia quetam; quum illi militia, quam vafre se iste poetam aut fecit aut credi vult, eo quod poetarum ocia adfectare
44 GIUSEPPE DI STEFANO IL TRECENTO 45

La contrarietd donques et la difierance des estudes et des mestiers est J'ay souvent recommend6 ces oisivetez. Je les convoite souvent se elles
si grant que, ja soit ce que tous les hommes desirent une mesme fin, c'est me fussent donnees, ne encores ne suis je pas delivre de la plaidoirie. Je
assavoir blenheurt6, toutevoies par celle conmariet6 de estudes il advient que suis ja prins d'un mors plus aigu. O dira un autre comme, par pou
la chose qui plaist a l'un est haynneuse a l'autre, selon droicte raison. Et de letffes, comme malicieusement cestui - se fait poete ou- veult estte cuidi6
consideres la qualit6 et I'estat de cellui qui desire faire ou avoir aulcune poete, pource qu'il s'est monstr6 desirer les oisivetez des poetes. A iceulz
chose, je di que elle puest estre tele que, au resgart de la personne, elle est <. . ..r soie tenu de si grant raige que je ose confesser moy estre ou vouloir estre
par adventure bonne et loable ou au moins elle n'est pas merveillable; et tenu poete, ce que je ne suis mie. Certes ie desite estre poete et m'estudie
pour ce j'ay condempn6 oysivet6 et entomissement en la personne de Alci- selon mes forces que je le soie, mais Dieux scet se je sui a venir a la bourne.
biades qui estoit homme habile de acquerir regnom et gloire par armes et par Certes je cuide que mes forces ne soufiriront mie a si long cours, comme
prouesse de corps. Pourtant toutevoies je n'ay pas condempn6 le desir de
enffe cela ait pluseurs landes et roches trenchees et pluseurs crouppes ma-
moy qui quier repoz et oysivet6 et lieux requoys, car chevalerie et fait d'armes
laisees a aproucher. Combien que pluseurs folz cuident legiere chose estre
estoit estude appartenant audit Alcibiades, et escrire dictiez et vers est
de toucher Ia borne de poesie, aflermans de leur orde bouche les poetes esue
estude qui a moy apartient. Et pour ce je qui sui historian et poete, je doy
mengongiets et bourdeurs et qu'ilz mentent comme heraux des aulfes sciences,
celle chose fuir que Alcibiades chevalier et homme d'armes devoit querir
et tracier, a6n que, par I'estude que je poursuy en escripvant histoires et combien que telz hommes ainsi certes entendans comme ilz dient ne saichent
dictiez, je viengne a celle fin qui selon mon jugement est bienheurtd, c'est quelle clrose est poesie.
assavoir a renornmee et a gloire, ainsi comme Alcibiades par suivre armes Certes poesie est science moult noble par clartd soubtive, haulte et
cuidoit venir a sa bienheurt6 par acquerir victoire de ses ennemis, attournee, qui seule s'est efiorcee d'ensuivir les traces de la Saincte Escripture
Mais quelconque chose que je die de oysivet6 et repoz, je ne vueil mie que en tant qu'il est possible a la foiblesse humainne. Car ainsi come la Saincte
aulcun cuide que les 1rcetes quierent ne tracent les foss6s des montaignes Escriptue a declairii soubz couverture de figures aux prophetes les choses
et les umbraiges des boys et les cleres fontaines et les ruisseaulx bruyans et avenir et les secrez de la pensee divine, aussi ceste poesie a commenc6 soubz
les lieux requoys et loing de gens et les villages champestres sans noyse et couvertur€ les haulx entendemens de ses fictions, et se l'omme poete est
sans bruit, lesquels lieux les ancians appellent oysivetez, ainsi comme tres bon, la poesie semblera estre tres bonne.
mesmement je les appelle yci, afin que les poetes engraissent leurs ventes ne Ne les anciens hommes n'ont pas est6 si entagiu que par leur constume
afin qu'ilz se saoulent de delectacions charnelles, car je ne l'entens pas ainsi. ont donn6 aus seulz vainqueurs et aux po€tes la couronne de laurier en
Et certain est que le divin poete Omer, qui fut grec et nez du pays de perpetuel salaire et tesmoingnage de leur Iabour et de leur vertu, que iceulz
Asie, et aussi Virgile, le poete latin qui fut nez de Mante, une cit6 en Italie, anciens eussent honnur6 d'un mesme louiet les hommes vainqueurs et les
qui fut homme de engin celestial, ilz ne eussent peu par leur hault entende- poetes mensongiers.
ment atteindre aux grans consideracions des choses divines, s'ilz eussent
demour6 et habit6 en la compaignie des hommes ou tant a de tambo'isseiz
et de noises, ne s'ilz eussent hant6 ne conversii enre les divers bruitz
et movemens qui se font es citez et entre habitans d'icelles! ces deux
poetes, Omer et Virgile, pour l'acroissement de leur grant gloire et regnom
ne eussent peu ouvrir ne declairier aux hommes qui lors vivoient ne laissier
saltus plurimi et vertices inadcessibiles fere intersint. Quamvis ignari plerique
a ceulx qui aprds eulx vindrent les grans et subtilles consideracions que_ ces existiment perfacile poeseos terminum posse contingi, ore marcido adserentes,
detrx poetes prirent ou giron de Dieu, lesquelles ilz escrivirent par merveilleux quum ipsi quid sit poesis ignorent, poetas mendaces et fabulosos homines esse,
artificL et par exquiz langaige. Et pour ce les anciens ont appell6 oysivetez et aliarum facultatum quemadmodum histriones. Mentiunt profecto sic intelli-
Ies lieux solitaires et requois qui sont sanz noyse et sanz tumulte et qui gentes ut exprimunt.
sont loing de citez et de villes, esqueles comunement sont noyses et tensons. Est quidem de se indyta plurique artificiosa, sublimis et ornata facultas,
sola quantum humane imbecillitati possibile est Saoe pagine vestigia sequi conata.
Nam ptout illa divine mentis arcana prophetis futura que sub figurarum tegmine
teseravit, sic et hec celsos suorum preceptus sub figmentorum velamine tradere
se monstraverit. His ultro fateor me non esse poetam. Absit ut tanta dementia oma est. Et si optimus homo fit, poesis optima adparebit.
tenear, ut quod non sim me esse fateti ausim aut haberi velim. Esse qqidem opto Nec fuerunt adeo dementes antiqui, qui suo more concesserunt solis triun-
et pro viriFus ut sim studeo. Utrum autem ad metam perventurus sim Deus novit. phantibus et poetis lauream in laboris premium et testimonium virtutis eternum,
Ego quidem vires tam longinquo cursui non sufiecturas arbiuor, quum prerupti ut victores et mendaces equo munere decorassent,
46 GIUSEPPE DI STEFAn.O IL TRECENTO 47

Mais a6n que nous venons la ou nous tendons, se je convoite oisivetez,


J'ay en mes escriptures plusieurs foys recommand6 les oisivetez des je ne les convoite pas a ce que je vueille esue reput6 poete, mais cuidant
poetes. Je desire souvant que ie le peusse avoir. Encorez ne suis ie pas
quicte que aulcun ne plaide contre moy parce que yci devant j'ay dict que icelle chose moult pouoir valoir a moy. Laquele chose ja piega a estd quise
escrire dictiez et vers est une estude qui a moy apartient et pour ce desire des poetes par souverainne cusanEion. Abayent doncques les chienz, et la
et quier les oysivetez, c'est a dire les lieux solitaires et requoiz, car par lune rousse courre par les cleres regions selon sa constume. (mss B. N. fr.
mes propres paroles y'e suis pris et actrupez plus que par avant. Or dira 24289, f. ,1r e fr. 597, 52v).
aulcun envieulx contre moy: Comment cestui Jean Boccace par pou de
paroles et malicieusement monstre qu'il soit poete, ou il veult que l'en Sed ut eo quo tendimus veniamus, si ocia cupio, non ut poeta estimari velinr
cuide que il soit poete? A ceulx qui contre moy ainsi parlent je confesse cupio, sed existimans id mihi plurimum posse conferre. Quod dudum summa cura
a poetis quesitum est. Lament igitur canes, et luna fulgida celi more suo Pgr_clrrat
de plain 916 que je ne suis pas poete, et ja ne adviengne que je soye si lympidas regiones (dall'ed., Paris, s.d., J. Gormontius et J. Parvus, f' XXXIII).
ertagi€ que je ose confesser que je soye poete ne que je vueille estre tenu
pour poete, ce que je ne suis mie. Mais certain est que je desire estre poete
et si estudie et met toutes mes forces que je le soye. Mais Dieux scet se Mais afin que nous venions ou point a quoy nous tendions, je di que
je pourray adveindre ne toucher a la bourne de poesie. Je cuide que mes se ie couvoite lieux secrez et requoiz que l'en appelle oysivetez, je ne les
forces corporelles ne les vertus de mon coraige ne soufiront pas a courir si desire pas afin que je vueille estre reputd pcete, maiz pource que je cuide
que une chose, c'est assavoir gloire de renommee, me seroit de mout grant
loing comme est la bourne de poesie. Car ou lieu ou je suiz jusques a la
bourne de poesie sont plusiurs lendes, plusieurs rochiers cornuz, plusieurs profit et valeur, car ceste gloire de renommee ont ia pieEa quise et tracee
oetes ancians et, pour ycelle avoir, ilz y ont mise toute leur cusanEon.
les poetes
trompes ( ? ) dont a paine l'en se puest approucher, par lesquelz il me conven-
droit courir pout venir a celle bourne, combien que plusieurs folz cuident que Je vueil donques que les chiens, c'est assavoir les envieulx des poetes,
rnt contre
abaient poesie, et si vueil que la lune rousse,
contre eulx et contre poesie. rousse. c'est
Iigiere chose soit de y toucher et adveindre et afierment par leur bouche par
assavoir poesie, coure et voise les cleres regions du zodiaque, ainsi comme
deslavee que les poetes sont hommes mensongiers et bourdeurs et que ilz
mentent comme heraulx et jongleours des aultres sciences. Ceulx qui ainsi
elle a acoustumdl c'est a dire que poesie, non obstans ses blasmeurs, ne
entendent des poetes comme ilz dient ne scevent quele chose est poesie.
vault ja pour ce moins, ne que la lune ne vault moins pour les chiens qui
conme elle abaient et glatissent.
Certain est que poesie est une noble science subtille, haulte et grande- (Mss B. N. fr. 131, f.99r e fu. 226, f. 87r).
ment atournee. Poesie et nulle aultre science se est efiorciee de ensuivre les
uaces de l'Escripture Sainte au plus pres qu'elle a peu selon la foiblesse de
I'entendement humain. Car ainsi comme la Sainte Escripture a declar6 et
ouvert subz couverture de figures aux saints prophetes les choses advenir
et aussi les secretz de la pensee divine, aussi ceste science de poesie a com-
mancid a descrire soubz couverture les haulx entendemens des ficcions dont
le poete parle. Et se l'omme est bon poete, certain est que sa poesie samblera
estre bonne, ainsi come il est advenu en I'ancian temps que les bons
prophetes, qui droictement ordonnoient leurs prophecies, ont estd reputez
pour bons prophetes.
Et pour confuter ceulx qui dient que les poetes sont heraulx et jougleours
des aultres sciences et qu'il sont bourdeurs et mensongiers, je replique et
respons que les ancians vaillans hommes n'ont pas estd si enragiez ne si folz
que, selon leur coustume approuvee, ilz eussent donnd seulement a deux ma-
nieres de giens couronne de lorier en perpetuel salaire et en tesmoignagede la-
bour et de vertu, c'est assavoir aux vaillans chevaliers victorieux en armes et aux
subtilz poetes escrivans bien et doulcement en vers. Ne les ancians vaillans
hommes ne eussent pas pareillement honnourd ne salarid les chevaliers victo-
rieux et les mensongiers poetes, se les poetes ne desservissent par leur labour
et vertu ainsi bien la couronne de lorier comme font les chevaliers aprds
qu'ilz ont desconfiz leurs ennemis.
Gio.ranni Boccaccio
u fabbro, della sua prima
fortuna francese

Nella cultura francese di almeno otto secoli la presenza del Boccaccio


E sempre-stata caratteristica, talvolta singolare, io*zente inattesa. Tut-
tavia, anche pit caratteristica e per molti-episodi del tutto significativa
ed illuminante E la presenza dil prosatori italiano nella st-oria della
civilti letteraria della Francia del iecolo XV. Nei decenni in cui, per
vie note ed ignote, non senza fatiche, enori e molte incertezze, la civilti
francese partecipa attivamente e consapevolmente alla formazione del-
purupa r[uqerna,
rl'Europa in annl
mode-rna, rn capitali pei
anni caprta[ lo svuuppo
per ro di una cultura gla
sviluppo d1 gii
gloriosa, quando ormai un popolo ha maturato gii iaea[ . pr.pmrt6 i
mezzi r--
------- per afiermare la sua uniti
srrrlq
t;, allora, pit che mai,
allora. pit mai. sono presenti
oresenti
esempio, atflvl
come esemplo, guida, Ii rappresentantri qualrtrcati
attivi come gulcla, . qualificati della prima
cultura italiana. Si direbbe che le ., tri corone > indichino ai Francesi
la via regale da percorrere 2. Dante, per ragioni ancora da chiarire, forse

I L'autonomia storica e l'originaliti culturale del Quatrocento francese non mi


sembrano pii _contestabili dopo quanto E stato fatto per attirare I'attenzione degli studiosi
su di un slcolo per troppo tempo _trascurato dalla iritica e, anche piir, dalla ltoriografia
letteraria. Per una storia particolareggiata dell'abbandono stcriografico e degli -svia-
menti critici mi sia lecito rimandare alla mia prolusione torinesi del 1957 (Per ana
ruoaa oalatazione del Qaattrocento lraacese in-<Studi Francesi >, l, 1957, pp. 5-Z:-:
,, pp: ?!2-1771..ora in ll Nnascimento francese: stadi e ricerche, Torinii t96?,
pp. 71-118 con il titolo: L'Originaliti del Qaattrocento francese lra Medio' Eao i
knascimenlol; alla Miscellanea di stud.i e Ricircbe sul Qaaitrocento'francese pubblicata
nel 1967 (Torino, edizioni Giappichelli), e ai favorevoli'iommenti che essa hi suscitato
(cfr. << Sibliothlque d'Humanisme st Renaissance > t. )O(X l, 2 (maggio 1969), pp. 4304)3;
< Studi sul Boccaccio > vol. Y,
]969, pp. )16]?,0; < Revue de tittdrature Crcmpat€e r,
1970,.pp_. E9-ll0)i agli atti del C.ongresso sull'Umanesimo francese, riunitosi presso I'Uni-
versitl di lflarvick nella primavera del 1959, pubblicati a cura'della Manchester Uni-
versity Press (Hrmanisn in France at tbe End ol tbe Middle Ages and in tbe early
Renaissance, 1970\,
2 Non a caso accenno alle ( tre corone > volendo ricordare come, anche in
Francia,
la fortuna delle opere di Dante, del Petrarca e del Boccaccio abbii awto una storia
diversa si, ma sffettamente complementare e pit che mai legata ai tentativi storiogtafici
italiani htesi a costruire il primo capitolo di irna nuova storla letteraria (cfr. F. Srirowr,
!4 presenza di Dante, Petrirca e Boccaccio nel primo (Jmanesimo lrancese inTJmarcsimo',
Rinascimento, Barocco in Francia, Milano, Mursia, pp, 59-711.'Quando ormai, quesro

4-
FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO (< FABBRO ) DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 5I
50

B rimasto nell'ombta
3. Ma fondamentale E il magistefo del Pe11arca a, 1- Pnrrvro cENsTMENTo DELLA FoRTUNA eUATTRocENTESCA DEL Boc-
determinante l'esempio del Boccaccio. Ptesenti ed attivi i tre Toscani, CACCIO,

cosl caratteristica appare Ia funzione storica del Cetaldese che, ben con- I pit antichi storici dell'Umanesimo gii si erano sollecitamente
siderando i frutti maturati in Francia sull'albero per nulla estinto della domandati quale significato si dovesse attribuire alla presenza attiva
tradizione medioevale, proprio al Boccaccio, pit che ad ogni alt1o autofe delle opere del Boccaccio nella cultura del Quattrocento francese. Pre-
italiano, compete il non piccolo merito, secondo dimostrerb, di aver suppongono una simile domanda le giustificazioni che gli editoti lionesi
{avorito e quasi afirettato cbn le sue opere maggiori e_ minori I'evoluzione dettero delle loro prime edizioni a stampa delle opete boccacciane s.
della cultuia francese verso i nuovi otizzonti che I'Umanesimo apliva Ripete ancora la stessa domanda Gabriel Naud6 nella Addition i l'bistoire
sul Rinascimento. de Louis XI (L630) che, a buon diritto, rappresenta la pit antica e
6. Final-
sempre ffascufata storia della cultura francese del secolo XV
orimo caoitolo era impostato secondo uno schema ben pteciso per opela dei diretti
;;.;;.Jia;i e."nai fi...ntisti (cfr. F. Srrnloue, Storia dilla storiografi letkrmia fran- mente nel 1879 alla domanda, diventata ormai pressante, tenta di ri-
;;;;;- i;;ipiroti introdattipi, Torino, Bottega'd'Erasmo, L969-, p. 68), i. Francesi di- spondere nel modo, per i suoi tempi, il migliore possibile, Attilio
-.iir5".o .ii ,..otto Ld assimilato, iitando con una frequenza che merita di Hortis 7.
;;;;;A;.hra, "u.rioi nomi riuniti dei ue Toscani ogrri qualvolta vo.l.eva39 ricordare la let-
t.."trr" Ttaliana e i suoi insegnamenti. Le << tre iorone, sono gii-chiaramente.preienti Negli anni in cui f irrigidimento nazionalistico imposto dalla sto-
ii"-nll ,"to.i citati ne I* Selour d'bonnear (1439) di Octovien de Saint-Gelais_(B.\. riografia letteraria del Romanticismo isolava sempre pit nelle loro
a]-f..igi, -i. lr:. 1278), f.ol.'125-). Ma anche meglio uniqr si.trovano ne lx_Templ-e 8,
autonomie le varie letterature europee b certamente notevole che un
i;iii"Z, it de Vertit' (1501) 6d.'H. Hornik, p.-89, 1117-1118) e ne -La Cotcorde
d;; irir; Ianguages (151i; ed. J. Frappier, pP.J e 4\ di l.pmaire de Belges che erudito impegnato nell'analisi minuta e, talvolta, fottunata delle opere
apie la rerie d'i aritori'che pt.pr.itono ibpeia-di P-apire Masson (Vitae.Trium Hetruriae latine del plosatore toscano si sia preoccupato, per meglio storicizzatle, di
frorrru*, 1587) da cui incomincia la piir nota fortuoa francese delle < ffe corone )>. tenere presente, secondo annunzia gii il titolo del grosso volume, la
3 L'insuffcienza dei capitoli che il Farinelli dedica a que,sto pe_rlodo nella sua opera
su Dante e la Francia (Milano, 1908) e ben nota agli specialisti. Cfr. quanto in propo- storia dell'erudizione del Medio Evo e, anche pit, le letterature sma-
sito ho creduto di riassumere e puntualizzare nella primi parte del mio lavoro su Dante ! niere. La verita b che, a quella data, messi a stampa i cataloghi di non
i io irti"ri t'ratcese del Rinascimento in fJmanesiio, Rinasc-imerrto, Barocco in Francia e
't
poche biblioteche europee durante un'esplorazione acctrtata che do-
Ai., pp. 111'-168. Recentemente L. Petroni ha tentato di far- ptogredire uno dei pit ri

a-iifi.iii p..Ui.-i che si presentano a quanti vogliano precisare la prima fortuna francese I
veva preparare r rsultati sorprendenti ottenuti per i fondi della Na-
ai O""ti (I-a prima segialazione di tianrc in Francia- h Dante e- Bologna nei te.mpi di zionale parigina dal Delisle (1868-1874), per quelli vaticani, gi) avi-
Dante. Boiomi, tgst, ip. 375-387). Convinto, ormai, che Dante ebbe nella Francia quat-
uo..nLio ion soltanto^i lettori richiamati dalla sollecitudine di Christine de Pizan, per gnonesi, dal Faucon (1836) e dal cardinal Ehrle (1890)10, in anni in
ben valutare questi lettori non mi par dubbio che le nuove ricerche dovranno tener
conto del fattd sicuro che oglri geneiazione francese cetcd anche in, Dante,- non diversa-
mente da quanto fece per il FeUarca e per il Boccaccio, la sol!,isne dei problemi che s'im-
s Cfr. F. Sruowr, I-a presenza ili Dante, Petrarca e Boccaccio nel primo Umanesimo
ponevano ier la loro urgenza. Proprio-nel caso particolare di Dante, poichd il contrasto Liorese cit.
ira il poeta fiorentino e i difensoddi Filippo il Bello fu tanto violento quanto concreto, 6 Cfr. In., Un aspect ntgligd d.e l'Italitnisme de Gabriel Naudd in <L'Italianisme
i da iredere che in quella direzione sf tovranno soprattutto orientare le nuove ri- I
en France au ){VIP al n. 35 deli <Studi Francesi>, 1968, pp. 3l-)7.
silcle>>, suppl.
cerche. 7 A. Honrrs, Stttdi salle opere latine del Boccaccio cofl particolare rigaqrdg alla
a Su questo argomento tutta una lunga serie di studi ha confermato quanto era storia ilella erudizione rcl Medio Euo e alle letteratue straniere aggiantaoi la biblio-
stato ottim'amente iituito dai primi ricercatori ai quali dobbiamo rendere, secondo-.giu- gafia delle edizioni, Trieste, 1879.
tutto quello che E dovuio. Penso, naturalmen_t9, ?d .{._-Co!llg (Gontier e Pierre
stizia,'et s In un pit ampio quadro di ricerche di storiografia letteratia i cui principj teorici
Col l'Hulmanisne en Frunce aa iemps de Charles Vf, Paris, 1934, p. L/4, e la lontana ginesi st-orica sono stati da me precisati nelTa Storia della stoiografia letterariz
.iMrir it y a une constatation plus suggeitive encore, c'est.le culte.de..P6rarque, le Itoncese gii- cit., ho cercato di approfondire la posizione , romantica in due diverse
viritable maitre de nos humanis-tes >), ma non dimentico n6 i capitoli illuminanti ag- bccasioni ltilizzaie per chiatire due aspetti dello stesso problema, Cft. Benedetto Croce
giunti alla seconda edizione della sua Pbilosopbie au Moyet Age (Paris, 1?44, PP.74!-751) et h litt€rature coitparde en Italie in o Revue de Litt. Crcmparde )>, )O(VII, 1 (genqt
ia E. Gilson, n6 l'opera di A. Combes (iean de Mintreuil et le Cbancelier Gerson, 195r), pp. 5-16; Il iontribato di Madame de Stuel allo storiografia letternria in << Studi
Paris.l942'l per i dubbi che sollevb e per le nuove vie che seppe tracciate. Il lettore potra Ftancesi >, ,5, L963, pp. 208-228.
facilmente -isura.e il cammino periorso riferendosi agti riftini risultati di ampie ri 9 Cfr, B, C*ocz, Storia della storiograf.a italiaru nel secolo decimonono, Bati, L9)0,
cerche ancora in corso: N. MeNl-, Iz lortuxe de Pitrarque en France: re.cbetches sar
le <De Remediit> in <Studi Francesi> 37,1969, pp. 1-15); lo.,,A!no!1 Geilbouen: vol, II cap. XIII It raooa -testo
filosof.a e il sto ideale di storiografia pura, pp.1547.
an early Disciple of Petrarch in tbe I-ou C6antriei in < Journal of the liflarburgh and
lo Noh conosco nessun che meglio testimoni dell'entusiasmo con il quale i
Courtauld Institutes, YoL )2 (1959), pp. 73-108. giovani eruditi francesi lavorarono in quegli anni nelle biblioteche italiane, delle pagine
52 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIo ( FABBRo )) DELLA sUA PRIMA FoRTUNA FRANCESE 53

cui iI rigore germanico aveva maturato I'entusiasmo del Renan e dei De ruulieribils claris del 1401 t6, analizzavala traduzione e Ia parafrasi
suoi successori, cosi come i giovani Francesi, scesi alla Vaticana, ne d3l De calilus apprestate da Laurent de premierfaittT, valutav; la tra-
erano usciti, auspice il De Nolhac (1886) con l'autografo del Canzo' duzione del Decameron compiuta ancora dal premierfait nel l4L4tB,
niere't; non diversamente gli Italiani, appena avevano gettato a loro suggeriva Louis de Beauveau come probabile traduttore del Filostratots.
volta un timido sguardo sulla fortuna europea dei padri della nosua Inolffe, sempre al seguito del Paris, lo studioso fissava con esattezza
letteratura, non senza meraviglia avevano scoperto che <. anche le opere che Pierre Favre non preparb nel 1458 una nuova traduzione del De
latine del Certaldese furono per tutto il secolo XV e per gran parte casibas secondo aveva sostenuto il van Praet a, Dd assicurava che
del XVI tra i libri prediletti da ogni classe di persone in tutta Eu- il curato di Aubervilliers fu il semplice trascrirtore del codice miniato
ropa ,> t'. di Monaco, il celebre codex Gatliius i692t. L'erudito aveva, pure, il
Una cosi precisa ceftezza aveva convinto Attilio Hortis a dedi- metito di uascrivere dai codici parigini della Biblioteca Nazionale e
care un capitolo del suo lavoro ai uaduttori delle opere latine del dell'Arsenal il primo prologo piepaiato dal premierfait per Ia sua
-
Boccaccio. Ben guidato da una <( apertufa )> europea del tutto eccezio- traduzione del De casibus'; pubblicava I'altro prologo ch. Io stesso
nale per quegli anni, l'etudito 6ieslino si era preoccupato di segnalare uaduttore aveva premesso alla zua parafrasi del 1ab9 . ih. v6rr.d stam-
nelle opere dette minori del nostto prosatore alcune fonti di Shakespeare pera a suo nome nel 1493 '. A queste due testimonianze fondamentali
e di Diyden, di Lope de Vega e di Lessingt3. Per quanto riguarda- la per valutare gli interessi secondo i quali veniva letto e tradotto il Boc-
cultura fr^..r. e, in particolaie, il Quattrocento, il solerte-studioso, abil- caccio nella Francia del primo decennio del secolo xv, A. Hortis ag-
mente sviluppando li segnalazioni di Paulin Parisra e di quanti alffi 'premierfait
giungeva il non meno caratre-ristico prologo scritto dal pJr
eruditi lo avivano prec"drto ls, identificava l'anonima traduzione del presentare la sua ffaduzione del Decaneron^. Finalmente, l,erudito rion
trascurava di elencare in un-ca_talogo, significativo anche se incompleto,
nelle quali Pierte de Nolhac, pit tardi, rievocd la sua giovineTza -rom na. Cfr. Souuenits Ie prime edizioni francesi delle opere Iatine del Boccaccio 6.
d'un iieux romain, Patis, Plon, 1910. Vedi, soprattutto, i capitoli 1l (Ia Vaticane),
pp.7-27 e V (Les images du Palais Fmnise), pp. 15-58.
rr Cfr. G. BrlleNovrcu, Nolbac e Perarca. (A cent'anni dalla nascita di Piete 16
. A. Honus,..op-.!t.,.p.-6r2,nota r. che questa traduzione sia certamente del l40l
de Notiac\ in < Atti e memorie dell'Accademia Petrarca di l*ttere, arti e scienze di due codici (Paris, Bibl. Nat. fr. 12420 e Bruxelles 9509) secondo quanto con-
Arezzo>, t. )GXVII, L958'59, pp. l2l-l.]5. ?::Iur3no
con assoluta prec_isione
12 A. Honus, op. cit.; prefazione dove mette conto ciBre-ancora la seguente osset- ler.merl H. Hauvette in due successive occasioni (De l)arentio dc
rtyrolgto qili Joannis Boccacii opera qaaedam gallice transtulit ineunte se-
vazione: <Fu un'temp" te opere latine dei sommi italiani del Q_uattrocento si le-g-- .prinl^u_s^
cttlo 4v,^Parisis,. 1903, pp. 102-105; Les plus anciennes traductions lranqaises de Boc_
"hi ,r. Osservazione importante_ perchd A. Hortis cosl sottoli-
gevano quasi pii dei classici ,f:,,4,-!rartes hrstorrques et tfloraax in < Bulletin Italien >, t. IX (1909), pp. 193-2lO;
^suoi
i."u", ga nei anni, una veritl per troppo tlmp__o dimenticata in se-guito e cioE che ora in Ettdes sar Boccace, Torino, Bottega d'Erasmo, 196g,
nelh triltug francese in particolare e, in genere, nella cultura europea la fortuna di un !p. 279 sgg. tt'ioai.. paii-
gino,.gii, a:i m..ti di.Boigo-gna, E orr- rirour'n.rt. j.iiriii"-ii
arrtore italiano, ,opt.ttotto dci primi'secoli, si potri cotnprendere ed.illustrare soltanto
t.-n8r'^r" (Manuilits
des. ttadactions franqaises d'oeuorcs de Boccace dans les bibliothiques de France
cuando non si ricorderi esclusivirnente il successo delle sue opete in volgare, ma in primo ( Ltalia mdioevale e umanisrica >, XI, 1968, pp. 4647) la quale ripreienta la prova in
luogo, proprio quello delle sue opere latine. Cosi per il Boccaccio, come per il Petrarca datazione.
della
. i.i b1it.. Naturalmente queita veriti potri issere assunta a guida di - piir ampie n lbid., p. 6U.
ricirche quando ci si sari convinti che in- Errropa tutte le letterature moderne per. i ,t lbid., p. 633.
primi sec6[ sono bilingui e che molti autori, Rabelais come Poliziano, tutti gli storici
c gli eruditi per almen6 6e secoli, usalono il volgare e il latino con uguale cufa e con , .t9.,lbid., p,595.11 complesso.probl_ema di_questa traduzione E stato ripreso, ma non
,oi ain...nti perizia. Per buona iortuna dei nostii srudi una simile veriti, giomo dopo definitrvlpente.risolto, d_a A. Coville, Pierre de Beauoaa et <<Il Filostrato" a6 Boccace
giorno, fa noteioli progressi secondo hanno recentem-ente dimostrato..J. IsEwnN, -Dif- ,n 14 aie irtellectuelle dans le domaines d'Anjoa-proaence de 7jg0 n u)j, paris, 1941,
Arcadia >: < Zeitschrift
|"t;ir' it iiportanci h"istorique de la littiratare t4o-latine in2.,<, pp- pp. 140-188.
iii. V"rel.i.t.nde Literaturwissenschaft >, 1969,.Bonn, a,4:ft 179'1981 C. DI9II 2t lbid., pp. 613-616.
som\ eaaerini, Poliziano e altri in < Italia medioevale e Umanistica ", XI, 1968, p. 152. 2t lbiil., pp. 823.
t3 Ibid., p. 576 sgs. 22 lbid., pp. 731-740.
14 P. Penrs, Les manascrits
lrangais de la Bibliotbbque du Roi, Paris, 1836, ts lbid., pp.740-742.
vol. I, p. 229 sg,. 21 lbid., pp.7$-748.
t5 Cfr. L. Dwors, voce Premierlait (Laarent de) nella Ettc!slsp641, Uniuerselle
2s lbid., pp.797-885.
del Michaud.
GIOVANNI BOCCACCIO (< FABBRO )> DELLA SUA PRIMA FOnTUNA FRAI.ICESE 55
54 FRANCO SIMONE
s, precisa che
De Casibus del 1400 e la successiva parafrasi del 1409
Tutte queste testimonianze, alla data in cui venivano tiunite e non A possibile atuibuire al Premierfait la traduzione delDe Mulieribus
commentate, suggerivano sulla fortuna francese del nostro autore una
prospettiva inattesa. Tanto inattesa fu questa pfospettiva che, soltanto
ilrr;t io^piuta nel settembre 1401 31. Lavorando sui codici pit che sulle
edizioni, .gli gi,rng., pufe, a valutare l',importanza della traduzione del
al piincipio del nostro secolo, essa seppe suscitare in Henri Hauvette iiro*rroi aJ ]it+3'. Trtt^uir, la conclusione di un lavoro condotto
l'interesse letterario e quelle curiositi filologiche utili per ttasformare
un giovane erudito nello stotico che, fra i primi,- seppe vllutarla,--uti- tutto su tere incognite denunzia una sofierta delusione. Gii in qxeste
ricerche sulle primelssimilazioni francesi dell'Umanesimo italiano, l'Hau-
lizzirla, svilupparla. Negli anni in cui gli studi franco-italiani dell'eti
dell'Umanesimo e del Rinascimento erano guidati dalla ricerche rinnova-
vette sembra accettare come reale e concreta l'esistenza di una rot-
lici del De Nolhac, del Cochin, di E. Picot e di Francesco Flamini, co- tura tra la civilti quattrocentesca e il suo successivo sviluppo tinasci-
3. Ripetendo, forse con eccessiva accondiscendenza, un'interpf-e-
lui che non a caso si era assunto il compito di soivere la biografia di mentale s,
Luigi Alamanni, l'ascoltato cortigiano di Francesco I', fu istintiva' tazione in qulg[ anni gii espressa dal Thomas e dal giovane Coville
mente portato a corfere all'origine di quella cultura di cui ammirava lo 1o studioso E fortato a sottolineare che i lettori francesi del Boccaccio
splendore negli anni laboriosi del Cinquecento'. Il suo lavoro De Lau- durante i decenni del secolo XV non seppero ancora apptezz$e l'origi-
intio de Prlnolaro E del 1903, esatiamenre vent'anni dop^o il lavoro naliti del narratore, come essi fuiono dall'erudito, dal moralista,
a, un altro ^ttr^tti
dall,uomo presto invecchiato su pensieri di rinuncia e di morte
3s.
che Antoine Thomas aveva dedic ato a Jean de Montreuil
attivo umanista francese che troveremo anche noi intento nella lettura con qrreste convinzioni nel 1902 l'Hauvette riprende l'analisi delle
del Boccaccio. pit antiche traduzioni francesi del Boccaccio, persuaso ormai della ne-
L'incontro di Henri Hauvette con iI primo traduttore francese del cessiti di pteparare le basi erudite indispensabili < pour-un $.
travail plus
prosatore toscano era il migliore auspicio per lo sviluppo di ricerche che vaste sur i, ftttrr.r. de l'oeuvre de Boccace en France >> Tuttavia, f.ta
ii annunziavano fruttuos..-Bisogna dire che, fin da questo lavoro degno tante testimonianze cosi significative, si direbbe che egli 37. awerta
-non
di un pioniere, l'Hauvette dimoitra gii come e quanto egli-abbia sempre la novit) dei testi analizzati.on cont.rm^ta petizia filologica Lo storico
saputo circoscrivere ed approfondire i suoi argomenti. Non senza de-
ciiione lo storico reagisce iontro una svalutazione completa ii Laurent
de Premierfait', dim"ostra la diflerenza sostanziale tta la taduzione de1 Nooellarum translatori infamiam detrahere, ut aequum est,-velimus;.qui e-tsi impetfectum
opus, crebris mendis et maximis erroribus deformatum ediderit, ab lndlllgentlae tamen
culpa vacuus videtur >.
u H. Ileuvntrr., IJn exil6 florentin i la cour de France au XVI" siicle. Luigi 4 lbid., pp. 3l-55.
ALamanni' iCSS-lSSei, sa uie
';.; et io, oeuurr, Paris, Hachette,- 1901. Non si ffascuri, per 3t lbid., pp. 101-106. La sicura data B ofierta dai mss. Bibl. Naz. di Parigi fr. 12420'
il;tt"';dfii;;. sicura identiti d'interesii,.che il lavoro su Laurent de Pre- C. Bazot-o, op. cit., pp. 4&7) e Bruxelles, fr. 9509.
". tifi.pp. $-99.
fol. 167
,"i.?.it, gia .lt"to . di cui subito dird, E la tesi complementare preparata da H. Hauvette u lbid.,
- il? suo doctorat is lettres > in Sorbona.
per <<
33 lbid., p.
Bene, a proposito, ha detto F. Neri (Henri Hauttette: coflmemofaz;one letta 109.
rclt,odui)ia2rTri-l;tb;i li:i-., i, Atti delta Accademia dette Scienze di Torino, 3 La storia di questa ben comprensibile -posizione storiogtafica, E stata da me
'iii.'io,'1iT+ii, tesi di dottorato l'Hauvette aveva scelto nJl ."pli"f. a.ii.^ii i i'origiiatiti del Quat.trocento frai.cese lra M,edio Etto e
i.'> iriyi.L.f Pei la s,ra. -Xiiiiiirii'nlf
scritta
n,io Riniscininto'1rrrrrr" (edii gii cit.) e precisamente alle pp. 82-98.
ilfui ilil"ni;' iie ..r.J-in'Francia chi gli oppose di aver < oscuro, choisi Childebrand >;
-li;Ai..rr.i-rioo a poi, t* i poeti del Cinq"rrec.ntb-, un eroe.cosl e,il suo nome $ H. Heuvsrrt, De Laurentio de Primofafo, op. cit.,.p. 61: < Boccacium igiff
;i-^;;1;;;;;i,i.*r*'t.'i..r!ini dell'Hauvitte_, deL messaggio.di.cultura cl'egli recava pri-ir'r.."ii XV'annis ,rique ad alteram'pariem seculi insequentis .Galli venerati
,if" .*t. di Francesco I'--i.*1r...a. con le Opere toscalti, il disegno di unailscr:ota " tanquam austerae dU#;; .o..iir pr".c.ptot.* ,. Per comprendere la fonda-
sunt
;i;;r;;,"i .tr.ot"-alt'r;,; ;h;tu iaro alla <Pldiade.>. Sotto questo aspetto, libr-o
ir*tji-ir*tt.iliii.. a.U-*ii"i" fr"ncesi quatirocentesca basterl ticordare c-he non
rJi;af7-.rriri .oif.g, , ini.t.*.it*ico dei rapporti fra Ia lettiratura italiana e.quell.a
ai".rrr..rrt" Jl.tio. rt"airt"li-P.;;;r." Cf;. 14 lortuna del Petrarca in Francia nella
".
ion..r" che I'Hauveiie r*lf-i.*pr" vivissimo . . .ir. Cf.. F. Prqcq, ltalia e Francia nel' pima meti del Cinquecento it Rinascimento francese, ediz. cit', pp' 147-177 '
l'opera di Henbi Hauoette in << Convivium t>, 1914, 6, pp. 801-812' 36 H. H,ruvntrr., Les plus anciennes traductions lrangaises de Boccace, ediz. cit',
A. Tnor"res, De Jobannis de Monsterolio oita et op_eribzs, Paris, 188?,-Cfr,-F,
2s p. 154.
Nounrr,-r.i"nrlon.' di qi*t i^"oio in Giornale stor. deila lett. ital. ", t. III (1884)
.<,.
, Si veda come l'Hauvette per ogni buona occasione giir-nel. De ltutentio de
2, pp. 264-268. Prinofii.i"p.'a.-, pp. 54-55) segnali clome^una pitr oculata scelta dei codici permetta
, H. Heuvsrrn, De l-aurentio de Primofalo' op. cit', p' 108: < Nos vero qule 6des una maggior precisione per i testi citati da A. Hortis.
adhibenJa eiset codicibus et editionibus oitendeie .onrti .,rrnrr, et primo Centam
56 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO <( FABBRO )> DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 57

b tutto conquistato dalla ricchezza e dalla varieti della foresta quatro- nel giro di non molti anni, ben sei opere del nostro prosatore sono
centesca. Negli articoli pubblicati nel << Bulletin Italien > tra il 1907 e accessibili ai lettori di lingua francese. Tre opere fra le latine: il De
il1909, appare evidente che l'Hauvette, pur attendendo al suo compito mulieribus claris, il D e casibas uirorilno illus trian, la G enealo gia d eorum
nel modo pit scrupoloso, dimostra di procedere di sorpresa in sorpresa. gentiliun; tre opere fra le volgari: il Decameron, il Filostrato, il
Onde, concludendo la sua indagine, 1o studioso, tanto probo quanto Teseida. Inolffe, del Decanterofl vengono difluse in modo autonomo la
modesto, awerte i limiti delle sue ricerche $ e non cura di valutare e novella di Griselda (Dec., X, 10) radotta da Philippe de M6ziEres
di storicizzare la noviti e I'importanza del quadro che egli per primo (1189)a'&l testo latino del Petrarca (.lea. XVII 3), nuovamente tra-
o',
ha il grande merito di presentarci sulla fortuna del Boccaccio nella dotta e messa a stampa nel 1485 dopo essere stata ridotta per il teatro
Francia del secolo XV. il quadro si presenta ricco, vario, quasi com- gii nel L3958; la nbvella di Gismonda (Dec.,IV, 1) che Je-an {leur-y
pleto; tale che E possibile sintetizzarlo nel modo seguente. iel t493 racconta in un suo poema (La piteuse et lonentable de
*; dafinulti-
In uno dei periodi pit difficili per la vita della Francia in generale e, Gistnonde) seguendo la traduzione latina di Leonardo Bruni
in particolare, per la cultura; durante un secolo in cui un popolo trova mo, proprio al limite cronologico imposto a questo lavoro, le noveile
tanta energia vitale da liberarsi dell'occupante inglese e da organizzare, di Cimone (Dec., V, 1) e di Tito e Gisippo (Dec., X, 8) parafrasate da
pochi decenni dopo, le guerre d'Italia 3'; quando, nello sforzo verso Symphorien Champier ne Le liure du araye dinoilr ( I 503 ) dalla raduzione
l'uniti, i particolarismi provinciali pit che mai si afiermano nella loro ori- latina di Filippo Betoaldo ot. Si paragonino le contemporanee presenze
ginalit) e con Parigi, Avignone e Digione, Bourges e Orl6ans, Angers e di Dante e di Petrarca e si vedri facilmente di quanto il Boccaccio soprav-
Moulins favoriscono I'ambiente sociale per un fruttuoso espandersi della vanzii suoi grandi emuli. Dante, forse, non fu grai radotto in Fraircia
vita culturale {; in una Francia rovinata, si, dalle guerre, ma rimasta viva nel secolo XV e fra i suoi lettori merita di essere considerata una am-
6. Pe-
e vitale, quando gli uomini sono contenti di vivere perchd comprendono miratrice preparata ed informata soltanto Christine de Pizan
di sopravvivere, il Boccaccio con le sue opere in latino e in volgare oflre
argomenti di riflessione alla vita quotidiana e al nuovo pensiero. Allora, ar E, Gorr,Nrstcsppr-Koutovzonr, L'bistoire de Griselidis cn France au XlVe et
aa We silcle, Paris, l%), pp.46 e 8ltF. SIuoNr, ll Rinascimento lrancese, ediz. cit.,
p. 161 sgg.
s H. Hauvrrrr, Les plus anciennes truductions t'rangais dc Boccace, ediz. cit., {2 E. Gorpnrsrcuarr-KoutorJzorr, op. cit., p. l4i; F. Sruoxr, op. cit., n. 162-
p. 204: <( . . . comme ce sont des faits . . . et non des id6es que j'ai prdtendu r€unir dans
ces dix chapitres, c'est aussi par une classification chronologique de ces faits qu'il con- L'Estoire de Griseldis en rimes et par pelsorrn"'gcs, publide d'aprEs lc manuscrit
a3

vient de terminer, non par des vues g6nirales sur l'influence de Boccace in France; unique de la B. N. par M. Roques, Paris, 1957.
celies<i viendtont i Ieur heure, aprls d'autres enqu€tes, moins strictement bibliogra- { H. Hauvrrrr., Les plus anciennes traductions lranqeiscs de Boccace, ediz. cit.,
phiques >. pp. 259260.
rs Piir che mai, appena si voglia dalla particolare vicenda letteraria salire alla ge- as S. Gtetrplen, Le liure de uraye amour. A text rvith introduction and notes b-v
nerale prospettiva storica, ci si awede quanto gli awenimenti politici consiglino in J. B. I(adsworth, Mouton, The Hague, 1962, pp. 5462i J. B. Waoswonrn., Lyons^747)'
ogni modo di negare quella rottura in due parti del sec. XV che una storiografia miope i5O3: Tbe Beginnings of Cosmopolitanism, Cambidge (Ivlass.), 1962, pp. 162-165. Q-uesta
ha imposto per alcuni decenni sviando non poco le ricerche su di un periodo tanto dipendenza, sfuggita-ad'H. Hauvette, venne segnalaia per Ia prima vo.lta nel 1922 da G.
fecondo. Tenendo presente Ia pii lontana origine delle guerre d'Italia (cfr. M. ne BoNen-o, Tiacconaglii, C-innifuto allo stadio dell'Itallaxisno in Fiancia. lY: <<La Net' des
Les origines d.es guetes d'Italie: It France et I'ltalie au tefips da grand Scbisme d'Oc- dames >, Lodi, L922.
cident, Paris 1916) e facile convincersi come tutta una ben collegata serie di aweni- a6 Cft. Dante e la cultura lruncese d.el Rinascimeflto, op. cit., pp. 154-155. Come E
menti uniscano i rapporti politici e culturali franco-italiani del Trecento a quelli che noto, A. Hortis prima (op. cit.-, p. 626\, H. Hauvette al suo seguito (De I'aurentio de
-5*55)
seguiranno per tutti i decenni del Quattrocento con il risultato di mettere in Iuce Piiofato, op. cit., pp. hanno pubblicato il passaggio- della -parafrasi del De
una continuiti d'interessi utile per confermare, non la morte, ma la vitaliti della civilti Casibits ii cui it Premierfait parla di Dante e segna la dipendenza della Diuina Com'
francese. nedia dal Roman de h Rose. Per lungo tempo questo testo B sempre stato interpretato
{ Concordo pienamente con quanto, ha notato il Poirion (Le poite et le pilnce2 come un contributo importante allo iviluppo della Ieggenda francese relativa a Dante
l'|aolation du lyrisme courtois de Guillaume de Macbant i Cbarles d'Oilians, Patis, e alla sua opera (cfr. A. FenrrurI.rr, Danti e la Francia, op. cit., p. 200). IvIa, .oggi,
1965, p. 616): Dans le d6sordre et les dissensions qui troubleront le rlgne jusqu'i
< credo che poisa essere detto qualcosa di pii. Tenendo presente la prospettiva storiogra-
Azincourt, la vie s'organise i une dchelle qui, au fond, convenait mieux i la civilization fica in cui-questo testo si pud inscrivere, non t dificile interpretare l'aficrmata- dipen-
de l'6poque: celle de Ia province princilre. k grand rassemblement de la cour d'amour denza di Dante dal Roman-de la Rose come la volonti di sostenere un'origine francese
avait *6 la derniire tentative pour imposer l'unit6 spirituelle et morale. C'est i Angets della prima letteratura italiana secondo una tendenza cara agli umanisti-{rancesi, trr_tti
et i Avignon, i Bourges, i Orl6ans, i Moulins ou i Djon que les poEtes trouvent le in str6tti rapporti con il Premierfait e concordi, secondo credo di aver dimostrato (12-
rayonnement dconomique, politique et intellectuel favorable i leurs travail r>. fluenze italiitte nella t'ormazione dei prini schemi della storiografa letteraria lrancese
,8 FRANCO SIMONE
GIoVANNIBoccAcclo<(FABBRo>DELLAsUAPRIMAFoRTUNAFMNCESE59

trarca fudiscusso ampiamente da ogni generazione e in ogni ambiente.


Come philosophus noralis r> fu letto, seguito, ammirato e anche odiato
L4%-poemadiJ.FteurytrattodallanovelladiGismonda.
<<

da molti. Ma, per tutto il secolo, delle opere petrarchesche furono ac-
1ir4 - .dirion" di A. V6raid della seconda ffaduzione delDe casibus.
cessibili al pubblico di lingua francese soltanto il De remediis, una po- L4gg - traduzione anonima ed edizione della Genealogia. di Cimone _

vera e brevissima parafrasi dei Trionfi e l'Estoire de Griseldis cd il tiOl - parafrasi di Symphorien Champier della novella
e di quella di Tito e GisiPPo.
testo originale nessuno sapeva ancora attribuire al Boccaccio. Al contra-
rio, la presenza delle opere del Certaldese in ogni decennio del secolo
d cosl detetminante che anche la semplice prospettiva cronologica si im- Queste testimonianze, per quanto conferma un-a
p]ll tigida e fon-
pone alla nostra considerazione e, pit che mai, diventa eloquente Ia d.t"-r,r...rsione di d"t., no., i....tt.urno pit di dubitare, gii nel
fitta successione delle seguenti date {: ;;i." decennio del nostro ,".olo, che le opere del Boccacciosec. abbiano
!r.r.ir"io una complessa influenza sulla cuftura francese del XV.
7384-89 - traduzione di Philippe de M6ziBres della novella di Griselda. i"*ri", ts indispensabile aggiungere che un elenco cosi fitto e ricco
1395 - riduzione teauale (l'Estoire de Griseldis) della novella di l,Hauvette sottoponeva all'atienzi,one degli studiosi.negli anni in cui,
Griselda.
;;ilirir, -uir.rurno le ricerche filologiche e. d'atchivio rivolte a
1400 - prima traduzione di Laurent de Premierfait del De Casibus. i.g;;ttr;iuairion. medioevale l'opera poetica di Villon e di Charles
1401" - traduzione anonima del De ruulieribus claris. a'6;Hr;t e quando, per un altro laio, gi^ruuo pit che.mai su tutto il
1,409 - seconda edizione e parafrasi di L. de Premierfait del De ,..olo ,rn p"rrnt. giuiizio netto nel negare ogni valore vitale a tutta una
Casibus. cultura 4.
1,414 - traduzione di L. de Premierfait del Decarzeron. Considerando questa situazione generale degli- studi sul Quattro-
1,440-50 - traduzione di Louis de Beauveau del Filostrato.
cento si comptende anche uoppo bene che, per oltre cinquant'anni a
7460 - traduzione anonima del Teseide. i;;;p. 6,i[studi dell'Hauvette, il quadro vivo e palpitante che lo
1,476 - editio princeps della traduzione di L. de Premierfait del storico iottopineva all'attenzione degli specialisti sia stato appena c.om-
De Casibus. to1 esplorato e meno che mai storicamente approfondito'
1,484 - editio princeps della parafrasi di L. de Premierfait del De
ptli"to, -"
illegli anni dell,applicazione generale del metodo storico in Francia come
io it"li" e nei principali ceritri di ricerca letteraria d'Europa e d'Ame-
Casibus.
7485 - editio princeps della traduzione della novella di Griselda. ii." iirpp"rti ira i iumerosi codici boccacciani, le-tr?duzioni edii loro
1185 - editio princeps della traduzione di L. de Premierfait del a"rfgri6ii no. ',r.nr,.ro mai fatti oggetto da parte degli studiosi una
7497 -
Decatneron.
edizione di una seconda traduzione della novella di Griselda.
,,r.ni, storia che, oggi, noi sappiairio utile pe-r comprendere il mondo
ili p.iri iitirri a Nicol,J dt Cl'manges, necessaria
t493 - editio princeps della traduzione anonima del De mulieribus "manisti "ttoino
claris.
s Come la formula<( Autunno del Medio Evo >> male si adatti al-Quatffocento
fran-
..r. sia J.nunziai, per
"i;""7;.;tIii";;;i,Er. d;-;i;; iit igq in una Rassegna-di stadi syl-Quqttrocento
inUmanesimo, Rinascimento, Barocco, op. cit., pp. 81-95), nel sostenere il prestigio della .,ini"itt'j-piipisito
di l.tt"t^t,rt. modernei', II, 2,-p-P' 152'169;.ristam-
Ioro cultura contro i[ primato italiano difeso dal Petrarca e dai suoi successori. Non liiii"""hryri".".'irl;';;;'e"-"i; .d.i alcune ricercbe sult'Umanismo lrancese
mi pare, certo, un caso che la dipendenza della poesia di Dante dal Romax de la Rose d.l -io Rinascimento.francese .(ediz' cit', pp'
iri:o)i*r''dii];;;;";i;l a.ifr'p.i,ir-i,rir.no"
ritorni ancora in Etienne Pasquier. Il testo d,elle Recbercbes de la France (ediz. Jean thiiei. fi;-;A;;i;-;""'ilr;;;;-";.-A. a1u"'" interpretazion-e--stol!9a, che credo
Petitpt_s,_ParisrlQ2l,fol,60l:-<De ce mesme temps nous eusmes Guillaume de Loiry e indioendente dalle mie prii*,-ai M. Scsvtor (XiY:.e1 XVl Silcle Franqais:
sous Philippe le Bel Jean de Mehum, lesquels quelques uns des nottes ont voulu com- i;;'fi;;;;; d,"rruiii;'ili iiiii'ri&ia*i
concorda:"u"CXtJXj.,,i1.':ffi#,."#;:::":'::lX:
p,arer- I Dante po€te italien . . .) riassume, anche pei questo particolare, una tradizione ,iooa .ot la quale tutto il mio lavoro <<

che diventeri capitale per uno sviluppo storiogra6co fino agll anni dei Romanticismo. ii-.ri ,ii-g-.*i ,r.ri .agrc.'e". Mi.h.t.t ,..pr, .r11poitonner de notions fattsses,-concet-
q Cfu, H. Heuvrrrn, Les plas axciennes traductions iliif.-L.,i.t"rrit-. ria."f.-.,].'qri"ria." ii8.t., t. discernement historique. du Franqais
ltaryaises de Boccace, op.
cit., !p.. 290-294_. Naturalnente completo per alcuni particolari il panorama noto'nelia ffiff;,?#;;.,"^j]il i;;;;;;;.;-;irrive pas. sans peine i rem€dier' inonme force
sua ricchezza allo studioso gii sessanta anni or sono. Il lettore -noteri i non molti a" piir.*J p.rsu'asive, ."-*li qr;it a.c'ausi?. C'est qu'il considBrep1 q1g-t'on
progressi fatti durante un cosl lungo periodo. la Renaissance ,ri;h?;ilii. i""pi.e que riin, au cours des de.x siicles qui
lbn pr6cCd6e, "o*.
ne laisse Prisager >.
60 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO <( FABBRO D DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 61

per storicizzare la poesia di villon, di charles d'orl6ans, dei Rh6tori_ tisti > della Sorbona attorno al 1470, che ripropone nei successivi de-
queurs, alffettanto importante non sopravalutare l,opera che, negli cenni il delicato problema della condizione sociale della donna, che di-
-per
ultimi decenni del secolo, svoliero in parigi i letterati'g,ridati i, 6. scute del tirannicidio all'epoca di Louis d'Orldans come negli anni di
Fichet.. dl.R: Gaguin,.in..Lione gli amicldi Symphorft, Clr-pi*, Carlo il Temerario e di Commynes.
gli uni-e gli altri attenti alle solleiitazioni che, in ugual misum L i' La vafutazione negativa di tutto un secolo fu superata soltanto quando
modo diverso, giungevano dall'Italia e dalle Fiandre. La via intitolata, di questo schema storiografico fu possibile scrivere la storia. Allora si
non a caso, al nome del Boccaccio veniva, se non abbandonata, certo comprese che agli schemi manca il potere di uccidere o di vitalizzarc
trascurata proprio,qualdg il coville esplorava con molti meriti, per nulla
una cultura quando fu acquisita, in concreto ,la cettezza dell'origine uma-
dimentrrati, tutta l'attiviti umanistica dei primi decenni del ,..olo, indi-
nistica e della funzione polemica di uno schema che, ancora al tempo
viduando in modo preciso gli stretti rapporti tra Ia cancelleria parigina
non del Voltaire ma del Nisard, fissava l'inizio della letteratura fran-
e il centro avignonese; quando il Gilson e il Renaudet valutavano con
cese all'epoca di Corneille. Congiunte finalmente due discipline per
somma pefizia uomini ed opere che presto dovevano apparire come le
varie espressioni di un generale e continuato indirizzo impegnato a rin-
ffoppo tempo impegnate a rivalutare in modo autonomo soltanto il se-
novare una tradizione secolare con l'attenta assimilazione iel"le influenze colo di Chrdtien de Troyes e quello di Ronsard, con animo conciliante
italiane seco:rdo precisava il Desonay e quelle fiamminghe ,..ondo .or- gli storici del Medio Evo e del Rinascimento s'inconrarono nella fo-
fermava il Doutrepont ae. resta da ffoppo tempo abbandonata per unire le loto forze in una esplo-
Perch6 mai Ia via del Boccaccio, cosi come queila di Dante e del tazione condotta senza schemi preconcetti e senza definizioni astratte,
lungo gli anni del pit dimenticato dei dieci secoli della letteratura fran-
f.g3l., e aggiungiam.o pure senza timori quella pit ampia e pit nota
dell'Umanesimo; perch6-ogni influenza italiana .rl q.rrit.ocenro fran- cese
e.

cese sia stata per tanto tempo Ancora una volta a questo fortunato incontro la critica italiana pud
comprendere e giustificare avindo -sottovalutata noi finalmente possiamo vantarsi di non essere stata assente. Partito dai particolari interessi im-
conquisrato Ia prospettiva itoriogra-
hca che, a buon diritto, possiamo mettere a frutto. posti dalla sua disciplina, Vittore Branca si senti impegnato vetso il
Per decenni i risultati raggiunti da un ottimo e {ortunato studio di 1958, ad applicare il metodo rigoroso imparato dai suoi maestri fio-
Johan_ sulla civilti- borgognona, studio r"jnrio dalla sua rentini per tidare la loro storica voce ai manoscritti. Convinto dalla pro-
^Huizinga
data (1919), furono con somma leg{erizzaestesi a tutta I"a civilti francese pria esperienza personale che un manoscritto b un uomo vivo, volendo
e a tutti gli anni di un secolo ben-altrimenti vario. per decenni il fatto studiare la ricca ffadizione boccacciana, egli comprese la necessiti di ri-
di aver riscontrato in opere del sec. xv temi culturali illustrati da fiutare una recensio che fosse soltanto << la ricosttuzione della tradizione
autori medioevali convinie molti studiosi a fissare in modo indelebile ormai passiva e caratterizzata >>sl e adottb una <<recensio >> intesa in
su autori di tempi e di scuole diverse un'unica etichetta che proclamava senso pit rigorosamente storico. Certo che << il manoscritto d per se
la morte di una tradizione e rifiutava di risconoscervi ogni seg.o di vita. stesso umanissima e viva espressione di un'eti e di un uomo, di una cul-
Per decenni Ie testimonianze d-i un'operositi che il Sa6'badin"i giudicava tura e di una sensibiliti ,r t', il Branca, fedele interprete delle istanze
uguale, se non superiore, a quella deiiontemporanei italiani frrii.rdicrta stodche della sua generazione, confessb di essere stato <( naturalmente
una <( renaissance aaortie > perch6 non si voleva ammettere cf,e fra le awiato a studiare il codice nella sua formazione, nella sua vita, per
varie generazioni del secolo e in tutti i suoi centri culturali esistesse una cosl dire fisiologica e spirituale: non come corpo morto, ma come tealti
continuite_ di problemi, d'interessi, di soluzioni.
euella concrera conti-
nujti cJre- lega i difensori della retorica e della poesia del principio del se- s Le dificolti e i
programmi di una nuova prospettiva storica ancora una voltr
colo alle Iotte combattute sempre per la retorica e per la poesia jai o fiche- in una valutazione sintetica da G. Ouy nella esauriente prefazione
sono stati riassunti
allo studio di E. OnNero, Jean Muret et ses amis Nicolas de Clamanges et lean de
Montreail. Contribations i l'€tades des rapports entre les humanistes de Paris et cett:c
rurto quesro problema, ad un temp_o critico e storico, rimando al capitolo d'Auignon (lr9+1420), GenBve, 1969, pp. VII-XV.
^^__^n',lfl
d.lq,,p.rma parre sr V. BneNce, Tradizione delle opere di Giooanxi Boccaccio, Roma, 1958, p. XVI.
,:11? ,del mio Rinascimento Francese e, soprattutto, al paragraft de_
orcato ad illustrare <<valori e limiti del prob!etna storiogt.;rtcor, (rdir. clt., t'p. zl-lsy. s2 lbid., p. )OCX.
62 FRANco SIMoNE GIoVANNI BOCCACCIO <( FABBRO )> DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 6}

vivente, in statu nascendi >> secondo insegnava il Dain


s. I codici che
II - Ir Bocceccro << FABBRo )> DELLA suA PRIMA FoRTUNA FRANCESE.
interessavano il Branca erano quelli in cui erano stati consegnati l'inte-
resse, la curiosita, direi l'amore che le varie generazioni avevano con- Sempre la fortuna storica di un autore e di un'opera si sviluppa nel
cepito per il Boccaccio. E quale non fu la sorpresa dello studioso quando, citcolo & ,rna ben definita civilti letteraria secondo un rapporto nel
inirapresa la via dell'Hortis, dell'Hauvette e dei suoi pochi continuatori, quale i traduttori presuppongono degli estimatori, gli estimatori dei
egli ii trovb di fronte al panorama europeo a noi ormai noto nella sua lettori, i lettori degli esperti.
sezione francese? Spontanea fu la confessione e decisiva: << Non avrei E facile credere che i primi esperti interessati a segnalate la per-
immaginato, scrive lo studioso, di scoprire un paesaggio cosi vasto e sonaliti e l'opera del Boccaccio ai Francesi siano stati gli Italiani stessi
mosso, cosl umano ed appassionante >
*. E subito dopo aggiunge: che, numeroii, frequentavano in Avignone la curia pontificia ,e p"r
<< I manoscritti tivelano una storia ancora insospettata: una storia di in- diversi motivi operarono in quel centro culturale nel suo periodo pit
teressi e di passioni, di gusti e di fanatismi, nutriti, a volta-a volta di fortunato $. Negli anni in cui il prestigio del Petrarca s'imponeva in
cultura e di-moda, di amori e di odi, tenaci e audaci >. Il Branca si curia, pur tra con6asti tenaci e non meno appassionate difese, iI leruens
dice sicuro che il Boccaccio E fra << i primi della " nostra " letteratufa et confiotus discipulus non pochi interessi dovette suscitare sulla
che sollecitino un vasto e sistematico intervento di traduttori su piano scia del venerato amico. Presto nella Avignone di Innocenzo VI e di
europeo >> ss. Tuttavia, lo studioso compie u! passo anche pit ardito Urbano V anche per il Boccaccio l'amicizia rinsaldb la stima e la stima
qrrrrdo non esita a formulate :una cettezza che servirh d'impegno e di dovette divulgare una chiara fama se, dopo secoli, a noi E ancora possi-
guida per tutte le successive ricerche: << Accanto aIDecamerofl, acc nto bile ricosttuire nel modo seguente l'awiamento, pur lento e circoscritto,
I[. op.r. erudite, furono proprio gli sqitti del moralista, di quello che della prima fomuna francese del prosatore toscano.
usiamo chiamare << minore >> ad attirare la massima attenzione e a su- Simbolico mi pare l'anno L352. E I'ultimo anno della permanenza
scitare il piil appassionato interesse . . . il Boccaccio fu gtande dotto
s6 del Petratca in Provenza, I'anno della morte di Clemente VI, il pon-
tefice caro al poeta e della elezione al soglio pontificio di Etienne Aubett,
ed autoteirole rnoralista e tale apparve all'Europa civile nel secolo che
fu suo e in quello seguente r> t. tanto ostile all'autore delle Sine nornine.In quei mesi, forse per mezzo
Se il Bociaccio fJ ammitato dall'Eutopa colta del Trecento e del degli ambasciatoti fiorentini, il Boccaccio mantenne una sua importante
promessa e al poeta lontano mandb con una copia dell'.r4.tnorosa uisione,
Quattfocento come << grande dotto e autoieuole rnoralista >>, giunti ad il pregevole eiemplare, ora Vat. lat. 3199, della Diaina Contnediase.
una svolta decisiva delle ricerche, si era finalmente cetti, per quanto as-
PeidiG della corrispondenza forse irreparabili non ci permettono di ri-
sicurava un ptimo censimento della sua fortuna europea abbozzato nel
costruire con quale devozione le due opere siano state presentate al
1879 dall'H-ortis, completato nel 1909 dall'Hauvette, storicizzato dal poeta di Valchiusa. Ma, certo, il carme che per quella occasione fu com-
Branca nel 1958, che proprio secondo tale prospettiva il Certaldese era
posto dal Boccaccio o ci apte almeno uno spiraglio che, pur angusto, per-
stato letto, discusso, t.r]otto e parafrasato ancora nella Francia del hette d'intuite con quale animo lo scrittore accompagnasse i suoi doni
Quattfocento. in tema di Francia. Perfettamente consapevole del significato della sua
Gli studiosi del secolo trascufato potevano, adunque, con rinnovato
impegno, intraptendere l'analisi paziente di una fortuna che, ormai, ap-
puiiu, indispensabile per comprendere un'eti in cui gli uomini, come sE Per ogni ulteriote informazione su di un argominto al.quale_io stesso ho dedicato
non poca att-enzione, rimando al lavoro esauriente di Bernard Guillemain (La cour pon-
i..pr., m.ditarono la morte per meglio apprezzarc \a vita. tifcile d'Auigoor (Do9-D76): 6tude d'rne s,ocitt(, Patis, De Boccard, -19621 dove
viene sintetiziato quanto, allo stato attuale delle ricerche, sappiamo sulla funzione me-
diatrice di Avignone ciria i rapporti ftanco-italiani del Trecento. E questo dico anche
s3 V. BuNce, Tradizione delle operc di Giouanni Boccaccio, op. cit., p. )OfiI. se condivido tulte le riserve for-mulate da G. Di Stefano nella recensione al volume pub-
Y lbid., p. lX. blicata in <Studi Francesi>>,22 (genn. 1954), pp. 106108.
9 Cfr. G. BItlANovIcH, La <<Commed.ia> del Petrarca in Petrarca letterato, op. cit.,
ss lbid., p. Xl.
pp. 42L425.
x lbid., p. XIII. @ G. Bocceccrc, Ytalie iam certas hottos 1n Opere latine minori, ediz. Massera,
e lbid., p. XII. Bai, 1928, pp. 96-97.
-r
GIOVANNI BOCCACCIO <( FABBRO )) DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 65
64 FRANco SIMoNE

della Francia che, in modo particolare, susciteranno I'interesse dei let-


difesa della Diuina Conruedia nell'ambiente avignonese fedele al Pe-
trarca, non b certo un caso che il Boccaccio nel carme in lode di Dante
tori francesi del De Casibus e del De Mulieribus claris, hanno la loro
accolga dal Petrarca della prima Metrica aZoilo (II, 10) il concetto che origine o la lcto conferma in questo soggiorno avignonese dello scrit-
riconosceva in Parigi << la terza nutrice degli studi >> dopo Atene e tore? Ancora un altro interrogativo: si deve fissare alla data di questo
Roma u' e dal Villani accetti l'ipotesi di un soggiorno di Dante presso lo viaggio Ia visita che il Boccaccio fece a Valchiusa secondo pare assicu-
studio parigino @. Sono questi due piccoli esempi dell'amore per la rare un passo del De Montibzrs2 6 Nessun testo oggi noto ci permette
<< patria francese > che il Boccaccio parve sempre coltivare come un mito
di rispondere a questi interrogativi in modo sicuro. Al conrario, non
utile per nobilitare la sua biografia? A distanza di secoli, la prospettiva B possibile dubitare che il creatore di una ben orchestrata << epopea
stotica decanta tutte le vanit) e, proprio al limite dell'esperienza avi- dei mercata?tti >>6t abbia trovato nell'italianizzata Avignone numerose te-
gnonese del padre dell'Umanesimo europeo, ci consiglia di considerare stimonianze di un mondo francese che, fino a quei giorni, lo scrittore non
presenti con l'iniziatore intrepido anche le due alre << corone >> che, aveva mai conosciuto direttamente. Rileggendo l'inizio della novella
in modi diversi ma pur reali, operarono in Francia per il rinnovamento di Bernabb da Genova, colpiti dal quadro parigino abbozzato con tanta
umanistico della cultura. precisione *, come non pensare che il Boccaccio abbia cercato e trovato
Due anni dopo, nel maggio del l)54, il Boccaccio si presentb in la conferma della scena e di un costume nelle conversazioni che egli ebbe
Avignone, non con i suoi doni, ma di persona *. Non erano ancora in Avignone con i mercanti toscani e, in particolare, con gli amici certal-
rascorsi molti mesi da quando il Petrarca aveva lasciato definitivamente desi ai quali ancora scriveri in occasione del secondo viaggio o'?
Ia Provenza ed ecco che il comune fiorentino mandava in Curia per Adunque, gii nel '54 il. nostro soittore E il primo artefice della
discutere sulla discesa di Carlo IV in ltalia, un altro letterato toscano, sua fortuna francese, quella fortuna che il Quattrocento divulgherh pto-
lo scrittore che gii aveva composto il Decameron. Anche se, a quella ptio secondo originali caratteristiche: assimilazione della tradizione ci-
data, nessuna opera del Boccaccio aveva ancora movato posto nella bi- vile e letteraria della Francia, curiosit) per un mondo caro per i ricordi
blioteca pontificia, per certo gli amici del Petrarca dovettero far buona che alimentava e per i sentimenti che approfondiva, consonanza per i
accoglienza al fedele discepolo, forse premurosamente presentato con generali interessi di una classe sociale alla quale, suo malgrado, il Boc-
qualche lettera da chi con rimpianto aveva lasciato in Avignone, a di- caccio apparteneva. Identificate queste caratteristiche, non B lecito me-
fesa del suo prestigio, amrniratori convinti come Philippe de Cabassole, ravigliarsi che in Francia esse abbiano generato un rapporto particolare
Guido Sette, Lodovico di Kempen. E facile credere che il Boccaccio fra lo scrittore toscano e i suoi primi lettori. Rispetto a Dante, tanto
abbia saputo approfittare di questi inconri. Elie de Talleyrand che,
non senza coraggio aveva difeso il Peffarca contro le accuse di negro-
manzig allo scopo di riconquistargli la stima del Pontefice e, proprio 6 < Sorga . . . post eius [del Petrarca] discessum. . . tanquam sacrarium quoddam et
quodam numine plenum eius hospitium visitant incole, ostendentes loco miraculi ignaris
il Talleyrand aveva partecipato a non pochi avvenimenti della recente etiam peregrinis, nec dubium quin adhuc fllii nepotesque et qui nascentur ab illis ampliori
storia francese che colpiranno la fantasia del nostro scrittore e, in primo cum honore tanti vatis admiratione vestigia venerentur >. Utilizzo il testo citato da V.
luogo, era stato al fianco di Giovanni il Buono nei giorni drammatici Bn,tuce, Profilo biografico cit., p. 97. Naturalmente nulla vieta che la visita e il conse
guente patetico ricordo sia, poi, stato espresso nel De MontiDzs secondo quella < sottile
della battaglia di Poitiers (1356)6. Tanti accenni alle vicende politiche compenetrazione di realti e di tradizione letteraria )> opportunamente messa in luce da
M. Pesronr Stoccnr. Tradizione medieoale e gusto umanistico nel << De Montibus > del
0r G. BnleNovran, Petrarca lettelato, op. cit., p. 148. Boccaccio, Padova, 1963, p. 61.
@ Io., Prime ricercbe dantesche, Roma, 1947, pp.46 e 55. a Utilizzo la precisa definizione di V. Branca e rimando alla sua dimostrazione:
L'epopea dei mucotanti in Boccaccio medieuale, Firenze, 197G, cap. Y, pp. 134164.
, 63 G. Caxrsrntxt, Di alcuai docamenti riguardanti le relazioni politiche dei Papi 8 Dec. II, 9 (ediz. Sapegno, Torino, 1956, vol. I, p. 236): << Erano in Parigi in
di Anignone coi Comani d'Italia aoanti e dopo il tribunato di Cola di Rienzo e la calola
di Carlo IV in < Archivio storico italiano r>, s. c. app. VII, p. 413 sgg. uno albergo alquanti grandissimi mercanti italiani, qual per una bisogna e qual per
6{ N. P. Ztcoun, Petrarch and Talleygrand in <<Speculum)> X)Q(I, 4 (ott. 1956), un'alEa, secondo Ia loro usanza; e avendo una sera fra l'alEe tutti lietamente cenato,
cominciarono di diverse cose a ragionare; e d'un ragionamento in altro travalicando,
op. 68)-701. Cfr. p. 701: < If his was not the only influence, it was iurely the most pervennero a dire delle lor dame, le quali alle lor case avevan lasciate >>.
porverful one 'n'orking during Innocent's pontificate to restore Petrarch to grace >.
65 Io.,Talleyrand: tbe cardinal of Perigord (D0l-1r64'), Philaddphyae, 1960 (Trans-
o Cfr. R. Anrovoevzl, Una lettera autograt'a del Boccaccio nell'archioio di stato di
actions of the American Philosophical Society, n. s. vol. 50), p. 7.
Perugia in < Srudi sul Boccaccio >, vol. 1 (1963), pp. 5-D.

5.
66 FRANCo srMoNE
GIOVANNI BOCCACCIO << FABBRO > DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 67

ostile alla politica francese e al Pettarca, fustigatore dei costumi avigno- de Talleyrand era morto da un anno, philippe de cabassole brillava in
nesi, soltanto il Boccaccio, gih al suo primo soggiorno in terra di Francia, curia,_ormai nominato patfiarca di Gerusalimme e ben informato delle
si presenta aperto e pronto a quelle simpatie che sono all'origine del vicende politiche italiane dopo il soggiorno naporetano (1.343-4qi;.
suo incomparabile successo. Fra- tutti influente, Francesco Bruni era il segretario aportolico che
Quando nel 1.365, sempre per motivi diplomatici, lo scrittore ri l'origine toscana e gli stretti legami con Firenzl rendevrno meglio ;i-
torna ad Avignone'o, Ia sua << apertura >> francese appa!9 anche pit spg_sto a carutteizzare l'ambasciatore letterato
sicura. Per questa terua tappa della fortuna francese del Boccaccio, ". Al quale il iicordo
della peste che nel '67 aveva duramente colpito la citti
una buona sorte ci ha conceJso soddisfacenti informazioni. Abbiamo, in iapale" il;;;
fornire un argomenro insperaro per far sentiie atuale il iui D"ro*eroo.
primo luogo, una lettera del Petrarca (Sen.Y 1) che ptesuppone certa- se non del Decamerofl, cetto del De aita soritaria parlarono con
7r e, {orse, anche altri scritti
mente una perduta letteta del Boccaccio il Boccaccio gli amici avignonesi del Petrarca. che ,rell'a,nbiente della
degli amici avignonesi solleciti nell'informare il poeta lontano delle acco- curia l'interesse fosse rivolto al moralista lontano pit che al narratore
gEnze riservai all'ambasciatore fiotentino. Ma abbiamo, pure, la letteta presente come meravigliarsi? Per altro, ben si comprende che un inte-
fhe, al suotitorno, lo stessoBoccaccio scrisse di suo pugno a Leonardo del resse particolare per il De uita solitaria fosse manifesmto, secondo ci
Chiaro, I'amico di Certaldo che lo scrittore aveva inconrato, unitamente
assicura il PetrarcaT,_proprio da Philippe de cabassole che,'negli ultimi
ai fratelli Giovanni e Chiaro, nella citth papale ". Le due testimonianze
anni. del soggiorno d.l poeta in Prorenza, aveva afiettuosamente seguito
assicurano, secondo diverse prospettive, come un soggiorno compiuto in
l'amico impegnato nella redazione dell'operetta morale e che, certo, non
Francia non per scopi letterari a6bia giovato allo scrittote per meglio ap-
aveva dimenticato la promessa di ottenere, come ottenne, la dedica
profondire
-anni
i suoi iiteressi francesi e farli fruttare in -op_ete- che, negli di ,,n lavoro tanto apptezzato nella sua originaliti B.
successivi, attireranno verso di lui i prirni lettori d'oltralpe.
Adunque, par certo che, fra tanti, philippe de Cabassole fece in
Quali ricordi della prima ambasciata restassero nel cuore del Boc-
caccio quando nel '65 ritornb in Avignone nessuno pub dire allo stato
curia l'accoglienza migliore al Boccaccio. Lo pies.ntd ad Urbano v, Io
attuale degli studi. Ma, certo, dieci anni intensi di lotte politiche e di
aricchimenti umanistici non erano passati invano per nessuno e meno
che mai per lo scrittore toscano impegnato nella redazione delle sue ?a Cfr. B. Gururverv,
La court pontificale d,Auignon, op. cit., p. 200.
opere etudite e morali, sempre pit orientato dalla sua fedelti al Pe- -
o A. Honrrs,
.riproduce fra i documenti ricordati anche la lettera di presentazione
a..Ftancesco tsruni (pp,.5l-52) e_.ona lettera (p. 55) mandata dal comune fi6rentino con-
tiatca, fatto esperto dai frequenti incarichi politici assegnatigli dal co- gtunurmente al Soccaccro e aI .Bruni.
mune fiorentino. Alla curia egli si presentava con la missione diploma-
tica di favorire il ritotno a Roma di Urbano V ". Ma quanti in Avignone
. ,,.|!!dr,. p.214 dove sj
fra cui I'italiano Francesco da $o1{a
che I'epidemia colpi a morte ben nove cardinali,
Todi.
erano attenti agli sviluppi rapidi della cultura italiana, questa volta tutti n sen. Yr (= Fecisti
-optime) 7 G. Boccaccio der 22 dic. D65. cf.r. opera, ediz.
seppero maggiormente apptezz^re il discepolo del Petrarca. Se Elie P:^rf :.r.tl,:..I,I,,j^t7:,r'i7e?.'<ut qur.r;# v.ero gratulation"-ioncr,,aarn, gaudeo,
iiii';.]l**?L#,'l'i-r,.o#'iii,';l'fttr
ut brevi eum #. ii[?:,T,r*?ff"i::"d;*n#:*,,lll;
circumlocution'e describam.i'tinto p"..m sugr nec romano imparem,
ro Cfr. A. Hontts, Giooanni Boccacci (sic) ambasciatore in Aoignon-e e Pileo da quando forte dignus.-meritis honor accesie.ii.Ei.^, si
Prata prcposto da' Fioientini a Patriarco di Aquileia, Trieste, 1875 (estr. dai fascicoli V
,.rilir,-por,""i".i., amplexus,
s]^brr_r:h.frenus sibi ignotum ceu arterum "t
.on.p"ctr'Sirm.i
-i,-inpost pol.,iificis ac mi-
e VI dell'< Archeografo Triestino >). ranuum Lardmalium. veri amoris ulnis astrinxerai, pia..oscula, p*t gi"tr-.orioq"i,
1t Sen. Y L (: Fecisti optime) del 22 dic. tJ65 in Opera omnia ediz. Basilea, 1581, et de statu meo. sojicitas quaestiones ;i;i-"-;""it ui tiu-* 'ultle" Slit..ia., olim
vol. II, fol. 790 dove il Petrarca chiaramente afierma: <( suspensu-m ad -ev-entum rei man- dum cavallicensis Ecclesiae'p.r.r"iE ii,li--r"e suo scriptrm et ei
inscriptum, ali_
seram usque dum te reducem audirem. >>. Cfr. A. Fonrsrr, Aneddoti deUa oita di Fran' quaodo sibi mitterem >.
cesco Petrarca. Brescia, 7928, pp. 4L0424. 7E Il testo della introdrrzione
al De uita solitaria
-..ii" che^giustffica la dedica a philippe
z R. AnnoNoevze., Ura lettera aatografa del Boccaccio, art. cit., p. 8. de &bassole ia prose di Fr_ancesco F"u"i." . ai G: r,il;;r;;r:r"f'-f.
7l Cfr. A. Hoxtts, Gioaanni Boccacci (sicl ambasciatore itt Aoignone, op. cit., p. 17 E. Crnnene, E. BreNcnr. Uitano.-tt"poft,-ni*iriA,-i9;;,'fr:'fs;;;;:&r.c.p.n,""r,
<Paucos homines novi quibus 286:
segg. Si vedano i documenti riprodotti in questo stesso lavoro dallo Hortis e, soprattutto, "pur"itori---.*tm
quaotus tibi fidentissim. ion-uviietur.r*,
tanta dignatio tantus sir amor,
i ;;. IX, X, XII (p. 50 e segg.). Sintetizza lo stato attuale delle ricerche su questo epi- r.a-.est> d.ixeririlr. i.r-qrtti rapporti
sodio V. BneNce, Proflo biografico cit., pp. 147-15L. fi emicizi6 *a Philiooe au_cabasioie e-it-p.tr".""-.i.ri,a""-iil*:ilii;i:'rlE. vror*r,
phitippe de cabassiti
on pit:i,ci-in1 $di; ax; i
"; i;.;;."Tgioli.pi'. og_tt.
GIOVANNI BOCCACCIO ( FABBRO )> DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 69
FRANCO SIMONE
68

al Petrarca, agevolb-la vevano gii manifestarsi nell'an rc 1365 qualdo, fra i mille .e duecento
in*odusse nel ristretto cerchio degli amici fedeli ;;iele"n;ti nei registri della confraternita di Notre-Dame de la-&Iajor,
sua mission e. Tanta sollecitudine iuscitb nell'ospite
una gratitudine che *. Qrre-
A del quale ;;tgilil.ono irAl"ni e due terzi certamente di origine toscana
esli si afirettb , p"ri"..ipr..-uii;r.i.o lontano.-
proposito.
gli r,i ii"fimi agivano principalmente- in quattro attivita commerciali. Erano
Hi;';;;;'r",.fi**e a questo punto, con (<la quos.ruibi reliquospermors
espr;ssa nostalgia
Lanchieri o"usufai,*mercanti o albergatori._ Specialisti nel,loro commer-
;;i.i;;ig;onesi ricoidati e quasi^rimpianti ;;l;A;G;;;; difendevano il m6nopoliocon tanta abiliti ed oppor-
;;;;;'il:6;;; "ubi, ur.i.-'i'ott"to^il richiamo delf impegno circa il tunita da ior-rre una colonia compatt; valutabile, secondo gli ultimi
De uita solitaria.t., i.lil;r;J;i;;-une amico,
Plilippe de. cabassole
per nulla arrischiato ptesu- .A."iit,.
- p., I'anno che ci interessa, a circa cinquemila persone'
,iirlr.nr*, ,l P.trui.r. Infatti, non credo sotitaria fatto dal poeta ti ..."tore di ser Ciappelletto conosceva molto bene, come E notoin
;#:iliii;;Ji;; del De uita
"r..ptr.. il diretto e preciso e secondo verrb io stess; sottolineando, quale fosse la situazione
;."d;'^c;;;:;"1. ,., nel L)667e, sia
Franci, del mercante italiano. Pertanto, si pub essere certi. che JepPg
"r,n.dopo, del Pe'
risultato di questo ri;ii;;. 1'rnto la prima fortuna francese
nota' pii incerta ma ben valutare i nr-.rori indizi che in Avignone segnalavan-o le difficolt)
con- quella meno
iirt., si intr-eccia e si sviluppanovelliere e' cr.rc.nti di ,r., commercio anche troppo a'ieatorio.-In quella seconda ed
;;;-;;t" evidente del nostio dfi mercanti ultima << occasione >> francese il narr^atore non tfovava soltanto la con-
Fuori dalla ..r.ir,-iig*.accio incontrb ceftamente alcuni ierma di quanto sapeva e di quanto aveva felicemente gil segnalato
nel
nel rione del
toscani artivi in Ari;;;;;;l;a;;;rt le loro case site mercan-
ben pit familiare iito*iroi. Allora'la sua esperienza di storico della particolari diffi-
condizione
Cambio. Riprese, cosi, contatto:91 un altro mondo ,if. ii"ii*" il Boccaccio appiofondiva notando in quali
dei fratelli cer-
;G;.;;;. ,tiu ,", fr*u.i". Si interessb alle vicende
sr' Incontrb Dato di colti politiche, morali, ro.irli operasse l'emigrato italia,no. L'osservatore
taldesi Leonardo, Gi;tr",i e Chiaro Del Chiaro tnanife' ;;;;;;;; Ia precarieii di chi ira la-prima irittima delle oscillanti rela-
che
Bertoe, promise rp;;il;;hi.." ui"ti.sempre convjnto <'
*' ;i;;i;;; it foi.r. politico e quello religioso, ben sapendo che. nella lotta
Soprattutto' an-
ito,*rnir' per ;npiini;iud;n' si conaiene auere >>

vita quotidiana tra iI re franc.se i i Corn,rni italiani per |'accaparramento dell'autoriti


;;;;;;; ";;uJJ, ii;;;;iii;;" "tb" ,"odo divita osservare la
dura' per nulla favorita ,.leiorr, appena Parigi vantava una viitoria, gli Italiani ne erano le vit-
;;;li;;i;;ri it^iirni i' ierra di Francia'
i rischi ;t-:. E;frime ben iesignate saranno gli Italiani quando nel '76 ver-
in anni in cui l,attiva colonia toscana incominciava'^ pag?dje che condurri, i*no .r..i.ti da Avigno-n. u tanquaffi coltes
'Boccaccio
,> secondo attesta Cristo-
della sua agiatezza e a denunziare una posizione sociale i;;6ri;;rii^" ."r..ondo il stesso aveva- predetto nel
tornbards ,, e, particolar-
;;i i;2,;iitspulsione da Avignone dei ,,. XI e. Nessuno meglio del Dr;";;r;;-("Li*Uirai tontr)*.E nulla dico circa la dispersione dei
menre, dei Fiorenti;i;;r ordine"di Gregorio
Boccaccio era in g.rio'li ;;il;;. r"i pirno
sociale le difficolti che do-
s per questi dati,,q-uanto lqgm3 B' Guillemain (op' cit';. pp' 596605) che
Seguo,
utilizza'il'hl;;;;; di P. Pe*srt*, Les coniriries d'Aiignon au XIVe
hc ooDorrunamente
Cfr. E. H. WrlxrNs, Lile ol Penarcb, Chicago'
7e 196l' p' 200' ;Lff'il';A*tt;; ?Auignon >, t' XX, rgtL-Pp.' 5'49' La fonte contemporanea per
eAnchequestamipareunaanticipata.o,,-f..."diquellaurrionedelle<due iilliiT.,iS'i"*it;;l fi:-i6t'eiro',ai ae l'i{6iital) dell'Archivio di Avignone'
corone > nella diffusion. #;d;'-d.'iil'Hil
i.ii"r"*r-ir.fiana gil se.snalata da v' 86 Accetto, naturalmente i calcoli forniti da B. Guillemain (op. cit', p' 605) e
mi
;;;"1''1'; pttt;;;h;;;; dilta noriella di Griselda' ha la cifra
Branca quando, propo.iiJ^#u; del Petr?'rca (Fan' )f{ll
limito ad arrotondare complessiva'
"
scritto (Profilo biografco, cit', p' 177): .o Cost sin'dliitpiJ"tt
che sari < il e A. SrcnB, I dispacci di Ciistoloro ila-Piacenza ptocuratore tnantouan-o alla corte
"**:*::l'u,1di quello
2), dall'atto di -nascita d.f;-;; tradu-zione' .assistia-io;i;ili'i" irnusione e ra cir' rontifrcia in <Archivio..ril i-,ri#." t*i. V, t.-xLUI (1909), p. 51, lettera
del J
de curil expeluntur' tanquam
'i""ii"'itii,-; Ni;i;i..;;;;, q;i hi. h"bit'nt paulatimcontro
::hiiT: .'#si$.x;r:*l,i;lxT:f l"i#"iipubblicata da R. Abbondanza e citata. gii Affi;.^#rlda;-.-r;;;-rG;haio .h. le misure-severe i Toscani non toccarono
degno della fiducia del
sl .i ,rri*r"-t"-i.ii.o or,ogrrra
Secondo Fraocesco Bruni che, prd;i;-iC;.tt. tlOl , u.nn.-'rlionorciuto
8r Anche ou.rro *.rnte.che, forse, face*,a,ry,.-,itY rtf{ntt""
mercantile dei Papa. Cfr. B. Gurunr"rerN, op. cit., p. 297.
ctt'' p' Lvl'
citato nella lettera ticorda@ latt. s Decameron, I, 1 (ediz. Srp.gno, Torino, .t?s9, g'.71) dove tutto iI passo ben
Berti, ts espressamente
.irair-i.'"Jdei (...il.popolo. di
itaiiln'i in Francia:
sCoslsiesprimeilBoccaccionellaletteraal,eonardoDelChiaro.volendoricon mette in luce la precari" -etca"ti
o fattagli in curia
da Francesco itiesl1;r.ri-iir."l,.ii.l tG;rb ;i-;.-t"--.-.,i.. nosro, il quale loro pare iniqu.issimo
dare al suo co*ispond.r;.?";;;;r;;a ;;:;;.i"ilegio . ,i-p.r-ir-rlt*ti che hanno di rubarci, veggendo cib,
Bruni.
;H;T;J;.;;;il;'.";.,giaeri'''i.qr*fi-t.Uiiai iani, Ii quali a chiesa non sono 'oluti
e cfr. B. Gurlrer,aerN, ln court potttifcule i!'Aoignon, op. cit., pp' 606611' ,i t**.ra."ro-or.-.
70 FRANCO SIMONE
GIOVANNI BOCCACCIO <.( FABBRO ) DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 7I
beni appena i legittimi proprietari li abbandonavano in Francia perchd giudicata da quel benemerito ricercatore come una prova, fra tante, del
cosffetti a rientrare al loro paese d'origine. I documenti in proposito ritatdo della cultura avignonese, lenta nel seguire le noviti della contem-
sono eloquenti s. Essi ci permettono di giudicare come, anche-dalia sua
poranea civilti italiana. Privo delle nostre informazioni e del tutto
esperienza avignonese,lo scrittore delDe casibas e del De nulieribus claris
condizionato dagli schemi storiografici romantici che il suo positivismo
abbia attinto non pochi spunti per la sua protesta sociale che vedremo
confermava e non superava, il Faucon cosl giudicava perchd delle << tre
n_on- a caso tanto apprezzata in Francia dai primi lettori. Onde, per con-
corone italiane non trovava alcun ricordo che assicurasse la loto pre-
>>
cludere sul secondo viaggio avignonese del Boccaccio, dirb che la e2
presenza dello scrittore in curia fu utile per Ia sua fortuna francese senza nella biblioteca di Innocenzo VI e, meno che mai, nel catalogo
quanto i suoi contatti con I'ambiente mercantile ivi operante. Quei ricco di ben 2053 voci, ordinato da Urbano V nel 1369e3.
mesi ffascorsi in Avignone furono un'ulteriore esperienza indispen- Come sovente accade, la musa Clio diventa muta appena gli storici
sabile essa pure per attualizzarc quelle opere erudite e morali che entre- le pongono delle domande che non la riguardano. In modo tutto parti-
ranno nella biblioteca dei Papi grazie alla fiducia conquistata da colui colare, proprio circala cultura avignonese, ormai ben isolata, ma non al-
che eta l'amico sia del Petrarca sia dei mercanti toscani. trettanto felicemente caratterizzata, B facile cadere in illusioni dovute,
Allo stato atuale delle ricerche nessuno pub dire se mai il Boccac- soltanto in parte, all'entusiasmo della valutazione abbastanza recente di
cio sia entrato di persona nella biblioteca pontificia di Avisnone. Tut- quel significativo centro culturale *. Per una parte piil cospicua, le illu-
tauia, le stesse ricerche ci garantiscono chl alcune dele Jpere latine sioni sono il frutto dello scetticismo non ancora del tutto superato
del nostro scrittore erano conservate nella << Cbanzbre du Cirf-uolant ,> con il quale vengono ripresi in esame i decenni, fondamentali per I'evo-
del palazzo apostolico almeno dagli anni artorno aL l39i-95 '. volendo luzione della cultura francese, che corrono dal regno di Filippo il Bello
puntualizzare la data, si pub osservare che il Boccaccio ritorna in Avi- al regno di Luigi XI.
gnone con i suoi scritti una trentina di anni dopo il suo ultimo soggiorno, Quando noi osserviamo con il Billanovich che < il papato e la curia
circa diciotto anni dopo la sua morte. di Avignone anticiparono nel bene e nel male, il papato e la curia del
- Una simile pr_ospettiva cronologica non E senza un suo importante Rinascimento >> s, cosi giudicando noi illuminiamo con la sola luce avi-
sig_lificato. Quando il Faucon propose per il catalogo dei libri riuniti gnonese tutto un secolo che in Francia ttae dalla citti operosa un pre-
nella < Cbanbre du Cerf-aolant >> la data del !)7ret, questa data fu itigio inatteso e del tutto insperato ffent'anni or sono. Ma quando
con il Guillemain ripetiamo che << avant 1376,le premier Humanisme,
qui s'6veillait, ne comblait de jouissance que quelques Italiens perdus
ricevere, non ci si vogliono pii sostenere, (=sopportare); e correrannoci alle case e
pef awentura non solamente ci ruberanno, ma forse ci torranno oltre a cid le persone . . . >. dans la soci6t6 avignonnaise . . . ils dtaient impuissant i fonder un mou-
8e B, Gurlr,rrraArN, op. cit., pp,608609.

11 -s- M. FeucoN, Inuentarium libroram qui solebant esse in camera ceroi uolantis in
- Lilrqire Aspects de la aie intellectuelle en Auignon au XIVe siicle. Torino, Accademia delle
de1 Papel d'Aoignon: sa formation, sa compositiotl, ses cdtalogues (1i61-1420)
d,'aprls les registres de com-ptes et d'inueilaires des arc-hioes oiticanes, paiis, tti87, vol. Ii, Scienze, Memoria della classe di scienze morali, storiche e filologiche, serie 4', n. 18, 1968,
p-.30:
.Item libellus genealogie deoram lobannis Bocacii copertus de rubeo'; Itei ubeltui pp. )4 e 42.
de casibus oiroram illustriam Jobannis Bocacii copettils de- rubeo; Item lohannis Bocacii 9 A proposito di questo papa non comprendo perch6 mai il Faucon sciva (op. cit.,
de mortibts, silais, lontibus etc., copertas de ilbo. vol. I, p. 52) che <( ne pouvant d6cider Petrarque i devenit secr6taire apostolique, con-
et lbid., vol. I, p. 57. fiait cette charge i un des amis du poEte, l'humaniste Coluccio Salutati >. Come E noto,
Questa data fu conresrata dal card. F. Ehrle favorevole a
datare il catalogo negli anni del pontificato di Benedetto XIII (cfr. Historia bibliotecae durante gli anni del pontificato di Innocenzo VI, il Salutati fu notaio in diverse cittadine
totanorilm pory1ifi9an_tu-m Bonilatiaue tun Auenioneasis, t. l, Roma, 1890, p.667), ddla Toscana secondo conferma B. L. Ullnan (Tbe Hunanism ol Coluccio Salutoti, Pa-
Recentemente G. Di Stefano ha scoperto una valida testimonianza secondo li luale il dova, 1953, pp. 7-8). Circa questo episodio avignonese cfr. E. H. \(rrxrNs, Lile ol
catalogo non pub essere darato che negli anni ra il lJ% e il l]l95 (Ia datazione del Petrarch, op. cit., p. 180.
catalo-go_detto della <chambre du Cil uolafi> della libreia pontificia auignonese in e3 M. FaucoN, op. cit., vol. I, pp. 62-82 e 93-257.
<St-udi Fra-nces!> 26 (1965), pp.27o-2711. La testimonianza E offerta'dalla piesenza nel
c.alalogo (ediz. Eaucon, op. cit., vol. II, p. 29) dell'edizione preparata da Coluccio Salutari 9a Ho fatto la storia di questa valutazione nel pit volte citato Rinascimento
francese,
del traltato di PJutarco, De Medicine ire, giir radotto in Avignone da Simone Altumano ed,iz. L965, pp. 18-21.
nel 137); l'edizione fu mandata dal cancelliete fiorentino al-card. Pietro Corsini preci- e5 G. BrueNovtcn, Tra Danle e Petrarca in ltalia medioeoale e umanistica, YllI
samente attorno al 1394. Cfr. G. Dr SErmlo, La ddcouoerte de Petrarqae en occident. (l%5), p. 19.
r
72 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO << FABBRO )) DELLA SUA PRI}TA FORTUNA FRANCESE 73

vement ) *, un simile giudizio negativo ha il potere di far scomparire Liber Turpini de gestis Caroli (n. 1624), al Flos Ystoriarunz (n. 1625),
il glorioso faro avignonese awolto e travolto dalle tenebre medioevali al Liber Y storialis de aetatibus rnundi (n. 1627), al Policraticus (n. 1636),
non ancora fugate. E che cosa mai dovremmo pensare se fosse vero che si trova proprio ilDe Casibus (n. I$4) '0r. La presenza di questa opera
< Ia politica culturale dei papi non conobbe una precisa linea d'azione non deve stupire in una biblioteca in cui manca il Petrarca e, con I'uma-
e consistette soprattutto nell'attirare ad Avignone, prevalentemente per nista italiano, tutti i classici antichi. Al suo inizio, la biblioteca pivata
ragioni di prestigio, un gran numero di letterati e di artisti rr"? Che del cardinale aragonese era una biblioteca di lavoro che riuniva, se-
cosa concludere se mai dovessimo accettare ancora con il Guillemain che condo E facile comprendere, i testi sacri indispensabili ad una attiviti
<< le mdcdnat cardinalice ne fut pas 6c1air6 r>
e8?
eminentemente religiosa, le principali somme teologiche, i libri di con-
Giudizi cosl diversi non altro confermano se non la necessiti di ap- sultazione corrente, le opere gitrridiche altrettanto necessarie per l'atti-
profondire, anche in questo caso, uomini ed istituzioni per evitare ogni viti del ben qualificato uomo di curia. Fra queste opere il De Casibus
frettolosa generulizzazione onde meglio distinguere, nel maturare degli E presente, non come un'opera caruttetizzata dalle sue definite intenzioni
anni e nella uasformazione della curia e della citti, le fasi successive morali, meno che mai come un'opera narrativa, ma come una raccolta di
di un preciso arricchimento sociale e culturale. Poich6, qualunque pro exefipla capace di fornire, secondo Ia nuova concezione umanistica, le
spettiva si accetti, non E lecito misconoscere nella societi avignonese del informazioni storiche e mitologiche quotidianamente utili al moralista e
Trecento un arricchimento culturale sia esso umanistico o anche soltanto al predicatore. Per un motivo cosi generale e tanto concreto, gi) in questi
artistico e. L'arricchimento b cosl certo, allo stato attuale degli studi, anni e ptoprio in Francia, il Boccaccio viene considerato non un erudito
da permetterci di credere che anche l'opera boccacciana diventb attuale o un novelliere, ma uno <( storico >>. E questo per merito di un interesse
in Avignone soltanto quando fu finalmente utilizzabile; non quando la che sapeva soprattutto valutare le conoscenze classiche dell'umanista e
cronologia vorrebbe imporla, ma quando ben precisi interessi la solleci- che ffoveremo costante nei decenni seguenti sempre fedeli alla defini-
tarono. zione del catalogo del cardinale Pedro de Luna
t'.
Una simile certezza ci permette di superare la fragile bamiera fis- A distanza di secoli, un caso fortunato ci permette di seguire l'opera
sata da una data troppo caru al Faucon e che, ormai, sappiamo di dover boccacciana nelle varie peripezie della biblioteca di Benedetto XIII.
sostituire con quella accettata dal Di Stefano. Proprio per quanto ri- Oltre il gruppo di codici << qui pro eius seroizio ubique portabantilr r>
guarda almeno una delle opere boccacciane segnalate nel catalogo della segnalati nel catalogo del 1404r*, oltre l'inventario preparato nel 1407
<< Chatnbre du Cert-uolant >>, e precisamente il De Casibus airorum illu-

striutn, siamo informati che un codice di questo trattato si trovava nella colta fosse da attribuire a Gregorio XI. Soltanto in un secondo tempo apparve evidente
biblioteca privata di Pedro de Luna gii durante gli anni della sua attiviti che il catalogo si riferiva al card. Pedro de Luna secondo bene informa A. Pelzer, Addenda
cardinalizia. Tru i duecento codici circa che il futuro Benedetto XIII et eflendanda ad Francisci Ehrle Histoilae . . . lonart I, Citti del Vaticano, 1947,
pp, 86 e 156. Attribuisce senza incertezze il catalogo al periodo cardinalizio di don Pedro
possedeva personalmente e che si preoccupb di far inventariate in un ca- de Luna il suo nuovo editore, P. Galindo Romeo (lz Biblioteca del Benedicto XII - Dott
talogo che, non a caso, reca come titolo Inaentariunt librorum quos Peilro de Luna, l*ccior, inaugutal 1929-L9)O, Universidad de Zatayoza, Edicion special
bobebat dorzinus noster [Benedictus XIII] ternpore qilo erat cardinalis de la revista < Universidad >, l9D, n. ,, pp. 661-840).
t01 f,f1. p. Ennm, op. cit., p. 558, n. 16)4: Iten liber Joannis Bocacii de casibus
(1375-1.i94)1@, nella rubrica dei <<Libri Ystoriales >>, unitamente al oiroram illustriam, coopeitas de rubeo, incipit in secundo folio: in pasadisum, et finit in
petultimot capitalo octaoo; P. G. Rorraso, op. cit., p. 722, n. 151. Ho indicato tra pa-
% H. GuupMArN, op. cit., p. 712, in nota lo studioso assicura di dedurre il suo ientesi i numeri progressivi con i quali le varie opere vengono segnalate nell'ediz. Ehrle
giudizio dalle ricerche di A. Coville. la quale non isola ancora Ia biblioteca primitiva di Benedetto XIII.
, E. Cestprrvuovo, Un pittote italiatto alla corte di Aaignone. Matteo Giouar;netti t@ Ibid., pp.549-560 (dal n. 1483 al n. 1677). Senza voler anticipare quanto dirb in
e la pitturu in Prouenza nel secolo XIV, Torino, L962, p. 10. un seguente capitolo di questo lavoro, mi limiterd a ricordare che anche l'inventario
s H. GurLrsrMAN, op. cit., p. 276. della libreria Medici redatta nel 1511 nomina il Boccaccio nella rubrica degli < Historici
e Il Guillemain, pur cosi guardingo, accetta (op. cit., p.1L4) il giudizio di M. Laclotte latini >. Cfr. V. Bnrxce, Tradizione delle opere di Giouanni Boccaccio, vol. I: <, Un prino
elenco di codici e tre studi, Roma, 1958, p. 85, nota 1.
(L'6cole d'Auigaon, Paris, 1960, p. 57) secondo il quale < Avignon fut, de lll0 i 1155 t@ Cod. Reg. Auen. 231 (:Clen. VII, t. 27), fol.96104 e 109-111. Stampato,
environ l'un des centres Ies plus vivants de la peinture europdenne >. ma non pubblicato da F. Ennm, Op. cit., t. lI, Monumenta, pp.57-101. Cfr. A. Prrzsn,
rm Quando il card. Ehrle pubblicb questo catalogo nella sua Historia bibliotecae Op. cit., p. 179; P. Guror, Inoentari dei libri nelle serie dell'Arcbiuio Vaticarc (7287'
tonlttfloram pontificam... (t. I, op. cit., pp. 549-560), lo studioso credette che Ia rac- 1459),Cittd del Vaticano, 1948, p.68, n. 218*.
r
i

74 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO << FABBRO > DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 75

quando l'antipapa, cosretto a lasciare la Francia, decise di portare con per nulla peregrino quando si consideri che, anche in questo modo,
s6 i libri pit preziosi della biblioteca pontificia ricca ormai di ben troviamo confermata Ia presenza dei primi fte rappresentanti della let-
1582 codici r8, precisamente nel quarto inventario, posteriore al 1410 16, teratura italiana nell'evoluzione ormai matura della societi avignonese.
troviamo ancora la gii segnalata copia delDe Casibas, ma accompagnata Tuttavia, giunto a questo ultimo confine trecentesco della prima for-
da un secondo esemplare'6 al quale fu seguito un codice della Genea- tuna francese del Boccaccio, rascurate di proposito le successive vicende
logial@ e un codice del De Montibusl$. Tanto Benedetto XIII era spagnole della biblioteca di Benedetto XIII r13, un'ultima artenzione vor-
ormai in grado di apprezzare i risultati migliori del primo Umanesimo rei risetvare a quei decenni per meglio confermare con testimonianze
italiano che queste opere del Boccaccio egli sottraeva alla Biblioteca non sempre valutate come l'intefesse per il primo Umanesimo italiano
avignonese e portava a Pefriscola unitamente ad un gruppo di codici in genere e, in modo particolafe, per il Boccaccio non fosse per nulla
contenenti le principali opere latine del Petrarca e anche la Dioina una prerogativa di Pedro de Luna e meno che mai una sua isolata cu-
Comruedia ''. Per alro, la preoccupazione fondamentale che cosi op- riosit) rra. A mio giudizio, simili manifestati interessi rappresentano
portunamente metteva in luce << el buen gusto literario y criterio cien- una chiara tendenza e una spiccata preferenza mai smentite d;lla cultura
tifico de su afortunado rebuscador y possedor )> rr0 consigliava l'estensore avignonese fin dal primo suo afiermarsi.
di questo catalogo di segnalarer pur€, quali libri Benedetto XIII si ri- A questo proposito mi pare indispensabile ricordare come la biblio-
promettesse di comperare. Piace, fra questi dichiarati propositi, trovare teca pontificia si sia venuta formando ed arricchendo nei decenni del
segnalato il progetto di ricercare un esemplare latino della Diuina Con- sec. XIV. In veriti, se il diretto interesse dei successivi pontefici per una
media ilr e il noto commento di Bonaventura da Imola rr2. Progetto delle reahzzazioni pii concrete del Ioro prestigio intellettuale non pub
essere messo seriamente in dubbio, accettate e anche sottolineate le ben
r0r Bibl. Naz. Madrid, ms. l4!. 6)99 ed.iro da R. Galindo Romeo, op. cit., pp. note diflerenze di temperamento di sette pontefici e due antipapi, i loro
83-188: Noaa ordinatio omnium librorum et uoluminun repertorutt it maiori librirla impegni politici, il loro mecenatismo forse non convinto, a merito di
sacri palacii Auinionis... Cfr. F. EHnrs, Un catalogo fin qui sconosciuto della biblio- tutti e di ognuno rimane pur sempre il fatto di aver imposto e svilup-
teca papale di Aoignone in Fasciculas loanni Villis Clark dicatus, Cantabrigiae, 1909,
pp.97-ll4; A. Pnzrn, op. cit., p. 179. pato un principio della fiscaliti papale per quei decenni fondamentali:
tos Bibl. Naz. di Parigi, ms. lat. 5156' pubblicato da M. Faucon, op. cit., t. Il, un principio che non poco giovb all'amicchimento del fondo librario
-ll-151. Cfr. A. Pr,r.zrn, op. cit., p. 180. avignonese rrs. L'adozione su vasta scala, e soprattutto sul territorio fran-
106 A. FnucoN, op. cit., t. II, p. 139:
t.920; Jobannes Bocacii de Casibus oirorum cese e italiano, del << diritto di spoglio >> grazie al quale i beni ecclesiastici
illustrium; n. 92L: Item lohannes Bocacii de casibas uirorum illustrium, in papiro.
tst lbid., n. 918. Item dei vescovi, degli abati o anche soltanto di persone comunque addette
lohannes Bocacii de gexeologia deorum.
tG lbid., 919. Item lohannes Bocacii de montibus, silois, fontibus, lacubus,
_n.-
stagnis ser paludis in mai (sic) per de nominibus maris. ll3 Il lettore troveri indicati gli ultimi studi che riguardano queste vicende nell'opera
pp. 138-139, n. 9O)-912 per il Perarca; p. 140, n. 915, per Dante. Cfr.
-to lbid.,
F. Sruoxr, Il Rinascimento francese, ediz. cit., pp. 17-18,
di A. Pereen, op. cit., p. 180 e la storia della dispersione delli biblioteca nello studio
di J. MoNrnrN, I-a bibliotbiqae Sanchez Munoz et les inoentaires de la Bibliothique
lro P. GALTNDo Rouro, op. cit., p,669. Pontifcalei Pefiiscola'n Studi di bibliografa e di storia in onore di Tannaro de Moinis,
lll A quale opera si riferisce questo richiamo? Avendo consultato in proposito il Citti del Vaticano, L964, vol. III, pp. 229-270. Negli inventari pubblicati dal Monftin
_
prof. Andr6 Pdzatd, mi rimetto completamente alla sua ben nota competenza e al seguito aon trovo pii alcuna indicazione circa i quattro codici del Boccaccio gii avignonesi.
dell'illustre studioso fotmulo, a mia volta, I'ipotesi che si tratti del pioposito di replrire ll4 Non dimentico come la curiositi erudita fosse ben nota e del tutto
un esemplare del commento alla prima cantica, conservato tuttora inedito nella biblio da quanti ebbero modo di seguire da vicino l'attiviti di Benedetto XIII. Valga, ^pprezzata
fra
teca di Chantilly, di Guido da Pisa. Questo commento per ognuno dei uentaquattro canti tutte, la testimonianza di Nicolas de Clamanges il quale, scrivendo da Marsiglia a Gon-
ofire ptecisamente una Dedtctio textus de aalgari in latinum. Sempre per ogni canto la tier Coll f.ta il 140) e il 1404, ricorda espressamente la biblioteca dell'antipapa e gli
Deductio E preceduta da una Diuisio e seguita da una Expositio-cot-Comparationes e interessi personali che l'avevano diligentemente otganizzata. Cfr. Nrcoles or Clenrelices,
Notabilia. Come B facile comprendere, I'opera di Guido da Pisa era del tutto utile, e Opera omria, ediz. J. Lydius, Lyon, 1613, t. II, p. 122 < ... Is (quidam ex Pontificis
quasi indispensabile, per un lettore poco familiare con il mondo italiano e con la sua Iassimi familiaribus) curam est bibliothecae Apostolicas sorritus, quam optimam atque
lingua. Nessuna meraviglia, adunque, che fosse ricercata da un lettore avignonese pur uberrimam nomine habet Pontifex acutissimus ut nosti et doctissimus, colligendorumque
della statura intellettuale di Pedro de Luna. librorum avidissimus . . . >. Devo la datazione di questa lettera al prof.
D. Cecchetti che prepara l'edizione critica dell'epistolario di Nicolas de Clamanges.
_ rr2 M. FeucoN, op. cit., t. II, p. 157 Libri emendi pro domino flostro papai
Dantes reductu de lingua florentina ad. latinam; Lectara-magistri Benaenati siper rr5 f,fs. Gr. SeueneN et G. Molrrr, I-a
fiscalitd potttifcale en France au XIV"
eoden in latizo. silcle, Paris, 1905, pp. 47-55, 99,-106.
76 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO <( FABBRO )> DELLA SUA PRIMA FORTUNA FRANCESE 77

alla curia diventavano, alla loro morte, proprieti della Camera Aposto- Gregorio XI. Ma non condivise la politica del pontefice romano, verso gli
Iica, offrl la ragione giuridica per accentrare in Avignone quanti beni anni 80 si oppose chiaramente ad Urbano VI, fuggl aNizza e, poi, rien-
mobili i collettori abituali delle province e delle diocesi inventariavano ttd ad Avignone dove, decano del Sacro Collegio, visse i suoi ultimi anni
e mandavano alla curia 116. Pertanto, gli inventari ffecenteschi conservati caro a Clemente VII e a Benedetto XIII 120.
nelle Collectoriae dell'Archivio Vaticano ci permettono di documenrare Per il nostro assunto un particolare aspetto dell'attiviti avignonese
non soltanto gli interessi culturali di quanti ecclesiastici lasciavano i di Pietro Corsini vuole essere sottolineato. Amato dai Fiorentini, rim-
Ioro beni alla Camera Apostolica, ma anche quali codici giungevano an- pianto secondo informa una lettera del Salutati del 1381 t'r, il Cardinale
nualmente alla biblioteca pontificia. Nessuno pub credere che la docu- difese sempre in Avignone gli interessi toscani dutante anni resi par-
mentazione sia precisa. P. Guidi che, fra i primi, ha cercato di redigere ticolarmente difficili dai gi) ticordati contrasti. Un tenace oppositore
un panorama generale di questo arricchimento librario't7 ha limitato della sua politica fu il cardinale Galeotto di Pietramala che, per essere
non poco le speranze precisando come le testimonianze giunte fino a noi un Tarlati, non dimenticavala tradizionale avversione a Firenze della sua
siano una parte minima degli inventari redatti durante il secolo XIV t18. famiglia. Onde ts facile comprendere come, fra cosl fotti contrasti, uo-
Inolre, lo studioso assicura che il conferimento alla Camera dei < libri mini politicamente impegnati come il Boccaccio e, a pii forte ragione, il
di spoglio >> era soltanto paruiale e che la biblioteca papale aveva certa- Peffarca, rappresentassero punti di riferimento presto ricercati e di-
mente anche altri modi per arricchire le sue collezioni. Onde, volendo scussi. Nessun stupofe, adunque, che il cardinale << fiorentino ,, abbia
utllizzarc questa fonte d'informazione per il nostro ben circoscritto ar- fatto entrare nella sua biblioteca privata, forse consigliato da Jacopo
gomento, bisogneri tener presente come regola generale che i dati for-
da Figline che era al suo servizio r', le opere dei due scrittori toscani.
niti dagli inventari dei < libri di spoglio > peccano sovente per difetto, Certo B che, tra i 320 codici regisrati nel catalogo'4, del Boccaccio tro-
mai per eccesso. Ben precisata questa regola, possiamo utiTizzarc gli in-
viamo il De Casibus'$, del Petrarca il De aita solitaria'o e le Sine
ventari dell'archivio vaticano con il proposito di abbreviare di qualche
anno, e forse di qualche decennio, l'intervallo che separa la seconda visita
noninetu. I due primi codici sono catalogati fta i <<libri morales>>,
avignonese del Boccaccio dalla data che assicura la presenza certa delle vicino a Virgilio (n. 164) e aLattanzio (n. 161), a Ovidio (n. 188) e a
sue opere in Avignone. Sallustio (n. 182). Non fanno parte dei <<libri nouiter erupti >>, non si
trovano nella condizione dei tre codici di Livio di cui l'ultimo era stato
Quando ormai le collezioni pontificie erano sulla via della disper-
sione, nel 1405 moriva proprio in Avignone il cardinale Pietro Corsini.
Colui che dal 1363 era stato per sett€ anni vescovo di Firenze, nomi- ra Cfr. F. Novnrr in ediz. Epistolario di Coluccio Salutati, op. cit., vol. II, p. 480,
nato cardinale da Urbano V a Montefiascone con Marco da Viterbo e nota 1.
Francesco Tebaldeschi, nel 1370 aveva senza indugio preso dimora in r2r G. Rrc.rccr, C. Salutatis Epistolae, Firenze, l74l-42, patte I, epistola X, p. )9;
Avignone. Nella confraterniti di Notre-Dame de la Major il nome del B. L. Ur-r.rraeN,Tbe Hamanism ol Coluccio Salutati, Padova, l9$, p.79.
cardinale prete di S. Lorenzo in Damaso E segnato insieme a quello di w Cf.r. A. C-ovrr,r,r, Gontier et Pierre Col et l'Humanisrne en France aa temps
de Cbarles VI , op. cit., p. 150; Io., Ia uie intellectuelle dans les domaixes d'Aniou-
altri centocinquantasette Fiorentini, attivi nella citti papale, gii nel- Prouence, op. cit., pp. )7U)75; H. GuIu:Erurerx, op. cit., p. 265.
l'elenco redatto attorno al7370-71"'. Nel '76 Pietro Corsini segui Italia tB L. C. B**i, Bibliotbdques mddi|uales inddites d'apr?s les Archites du Vatican:
C. lr <Ubraire>> d.e Pierre Corsini cardinal de Florence, in <<M€langes d'atcheologie
et dlristoire,', LIII (1916), fasc. l-IV, pp. 148-172.
116 Cfr. G. Mor-ur, A propos du droit de d{pouille in < Revue d'Histoire eccli- ra Cfr. Io., op. cit., p. 361, t. 161: Item liber Jobannis Brocacii {sic\, de casibus
siastique>, XXIX (l93rl, pp. 116147.
oirorum illustrirm in pergameno cum postibas de coreo rubeo, ixcipit in secando lolio
r17 P. Guror, Intentari di libri nelle serie dell'Archioio Vaticano (1287-1459),
<et etatis> et firit ir eodem <quos>.
op. cit. E Cfr. Ip., op. cit., p. )64, n. 184: Item libq Francisci Petrarcbe ix petgameno de
tt$Ibid., pp. 6-7: <Per questa via sono fortunatamente a noi giunti immensi oita solitoria cam postibus de coreo rubeo ittcipit in secando folio < gam > et finit in
inventari alcuni di eccezionale importanza non perd tutti quelli che furono
- secoli XIII, XIV, e XV, anzi io penso
compilati nei - che ci siano arrivati in esigua pro eodem <juda>.
porzione in confronto di quanti dovettero essere allora redatti e specialmente dal 1300 rr Cfr. Io.,
op. cit., p. 168, n. 255: Item epistole Francisci Petrarcbe de sine ro'
al 1400 >. mine, in pergrnerro et postibus de papiro et pelle rubea ircipit in rabto <Francisci
rre Cfr. H. GurrrrlaerN, op. cit., pp. 597-599. Petrarcbe >, et in secardo folio incipit alalum >> et fnit in eodem < ut res
<< >>.
78 FRANCO SIMONE GIOVANNI BOCCACCIO <( FABBRO > DELLA SUA PRII\{A FORTUNA FRANCESE 79

ultimato appena nel t405 e neppure ancora rilegato t'. Questo B tutto Queste domande mi sembrano pitr che legittime. Comunque, esse
quanto sappiamo. Tuttavia, le poche indicazioni mi sembrano autoriz- si possono anche meglio giustificare con la seguente certezz^. Pietro
z-are l'ipotesi che le opere dei due scrittori toscani abbiano fatto parte Corsini non fu per nulla un isolato nell'ambiente della curia negli anni
del primo fondo della biblioteca insieme al folto gruppo dei codici di di- in cui i primi ammiratori del Petrarca e del Boccaccio avevano ormai ab-
ritto canonico che rappresentano un quinto del totale 14. Proprio questi bandonato il proscenio di Avignone. Proprio in quel periodo capitale per
ultimi codici ben dichiarano gli interessi del proprietario ugualmente le sorti del primo Umanesimo francese il giudizio del Guillemain se-
impegnato dal suo lavoro di curia e dalla sua formazione iniellettuale condo il quale, per quanto ho gii ricordato, < Ie m6c6nat cardinalice ne
solidamente formata sui classici. I quali, non a caso, nella biblioteca sono fut pas 6clair6 >> mi pare del tutto impreciso. Conferma il mio dubbio il
rappresentati nel modo migliore e, precisamente, da Cicerone (nn. 234 fatto che la formazione della biblioteca avignonese, la nostra migliore
e 244), da Seneca (nn. 48, 74 e 87), da Quintiliano (n. 245\, da Apuleio fonte d'informazioni allo stato attuale delle ricerche, non sempre d stata
(n. 242) e da Floro (n. 236). valonzzata ed utilizzata nella sua esatta prospettiva.
- Tuttavia, un'altra serie di fatti non meno significativi mi pare con- A questo proposito, giova sottolineare al seguito delle gii ricordate
fermare l'ipotesi che, gii artorno agli anni '70, Pieuo corsini sia stato informazioni fornite dagli specialistir33, come per tutti i decenni che ci
un autorev-ole divulgatore in Avignone della cultura toscana e, di con- interessano, la biblioteca avignonese non sia l'unica anche se rimane la
seguenza, delle opere del Boccaccio. Le fortunate ed esaurienti ricerche principale testimonianza di un ben preciso interesse culturale. Essa bi-
di 9iuseppe--Di stefano volte ad illusmare la prima fortuna francese blioteca non b I'unica testimonianza perchi. gli inventari delle collezioni
di Plutarco t'}, non soltanto ci fanno certi che nill'ambiente avignonese private non devono essere trascurati.
in cui era attivo il cardinale << fiorentino >> fu richiesta la traluzione fn una prospettiva cronologica essenziale per il nostro assunto,
del De cobibenda ira esegaita da Simone Atumano t3o. Le stesse ricer- oserb dire che la biblioteca pontificia nel panorama culturale avi-
che confermano, ad un tempo, la funzione che nell'operazione ebbe gnonese non rappresenta la prima raccolta di testi antichi e moderni,
Pietro Corsini il quale, non a caso, era il protettorC dell,Atumano religiosi e profani, ma l'ultima. Tenendo presente, ancora una volta,
e l'amico del Salutati!3r. Proprio dal nosro cardinale il cancelliere di come Ie collezioni pontificie si siano arricchite nei decenni avignonesi
Firenze ebbe, vers.o- il L373, il testo di cui, venti anni pit tardi, si fari valendosi soprattutto del gii illustrato << diritto di spoglio >>, E chiaro che
diligente revisore ru. Ora, chiariti questi rapporti e, pit ancora, questi la ptesenza, ad esempio, di un'opera del classicismo latino o dell'Umane-
impegni, come non supporre che I'interesse per Plutarco fosse soltanto simo italiano nella << Charubre du Cerl uolant >> ci fa presumere, a buon
uno degli interessi letterari capaci di conviniere Pietro corsini a susci- diritto, l'esistenza della stessa opera in una collezione privata. Come E
tare attorno a s6 traduttori e lettori di opere classiche ed umanistiche? facile credere, la collezione privata presuppone un acquirente interes-
come dubitare che un rappresentante autorevole della colonia toscana sato e un lettore attento. L'acquirente e il lettore ci permettono di uscire
abbia acquistato esemplari delle opere del Boccaccio proprio per fedelti dalle generaliti fornite dal catalogo della biblioteca pontificia e di pre-
alla-patia-fiorentina, ma anche, e soprattutto, perchd ionsapevole del cisare, olffe ai semplici numeri, dei nomi e con i nomi delle personaliti
ruolo che lo scrittore poteva svolgere nel continuo progrediri della cul- e degli interessi. Senza dubbio, simili prospettive diventeranno una cer-
tura francoitaliana di Avignone? tezza quando gli inventari conservati dalle << collectoriae )> saranno ana-
lizzati uno per uno con questa particolare curiositi. Comunque, anche
to C.f:. Io., op. ci!,, o.363, n.757: Item tercia deca dicti Titi Liti in pergameno allo stato attuale delle ricerche, un punto fermo ts possibile sicuramente
. postibas. tanduz ligata in sexternit XXI raggiungere. Il fatto che le <( tre corone )> e, per quanto ci riguarda in
s_ine printus
de nooo scripti et incipit sexternus
in secando lolio per
<< legatos > et finit in eoden < habeaiis r>. primo luogo, proprio le opere latine del Boccaccio siano presenti, prima
!a Cfr. Ibid., p. 349. che nella biblioteca pontificia, gii negli inventari dei < libri di spo-
. .], G,. or SmreNo, La d€coauerte de Platarque en Occident. Aspects de la oie
intellectaelle en Auignoz au XIVe Siicle, op. cit.'
ts lbid., pp. 25-39. r33 cr{. SAMARIN et G. Moll,tt, I-a
t3t lbid., p. 34: < MdcEne, Pierre Corsini avait Ie culte des lettres fscalili pontifcale en France au XlVe siicle,
et du livre >. op. cit., pp. 47-55 e 99-106; G. Morr.er, A propos du droit de depouille, op. cit..
132 lbid., pp. 40-60. pp. )16-)47.
80 FRANCO SIMONE

glio >>'s, ci permette di credere che I'interesse per lo scrittore toscano,


testimoniato per la prima volta nell'inventario della biblioteca pontifi-
cia del 1393, conf.ermato dalle collezioni private di Pietro de Luna e di
I manoscritti delle opere di Dante,
Pietro Corsini, con molta probabiliti era anche pit difiuso nell'ambiente
avignonese se B vero, come pare, che altri prelati ne conservavano le
Petrarca e Boccaccio
opere nelle loro biblioteche private.
I fatti, dunque, mi sembrano autotizzare la seguente conclusione nelle principali librerie francesi
di questa prima parte delle mie ricercher3s. Se E vero che il Boccaccio
fu il responsabile artefice della sua prima fortuna francese, altrettanto del secolo XV
vero E che questa fortuna fu pii ampia e pit precisa di quanto fino ad
oggi sia stato ancora detto.
Lo studio della fortuna di un determinato autore, in area esterna
FnnNco SruoNr
al dominio linguistico cui appartiene, prevede parecchie tappe. Vi
sono delle tappe obbligate che bisogna percorrere allotchd si vuol
intraprendere un'indagine completa ed esaustiva, ma tali momenti di
ricerca possono altresl fare l'oggetto di studi pit particolari e limitati.
Per quanto concerne la fortuna del Boccaccio in Francia, i lavori di
Henri Hauvette' sono un esempio di quanto possa essere utile ed in-
teressante un esame, anche solo paviale, in una determinata dire-
zione.
Allorchd si tratta di studiare la fortuna di un autore attivo prima
dell'invenzione della stampa, mi pare che tre possano essere le tappe
da percortere. Innanzitutto raccogliere il materiale documentario che
ci b giunto, in questo caso, recensire tutti i manoscritti contenenti
opere od estratti di opere di Boccaccio, sia nella lingua originale, sia in
taduzione francese. Tale ricerca non si dovri limitate solo ai fondi
oggi esistenti in terra di Francia, ma estendersi a tutte le biblioteche
estere dove un gran numero di codici confezionati in Francia hanno
emigrato'. Una simile ticerca dovrebbe prevedere, pure, una prospe-
I Si veda, oltre la sua tesi latina; De lturentio de Primolato (I^aureu de Premier-
lait'1, qui primus loannis Boccacii opera quaedatt gallice trarstulit, ineante saeculo XV,
Patis, Hachette, 790), la serie di articoli dedicati da questo studioso alle pii antiche
uaduzioni di testi boccacciani pubblicati sul < Bulletin Italien > dal 1907 al 1909 (t. VII,
1907, pp. 281-311; t. VIII, 1908, pp. l-L7, 189-21L e 285-3Ll:' t. IX, 1909, pp.
l-26 e L9)-210) ed ora raccolti alle pp. L5l-294 di un volume miscellaneo intitolato:
Etfules srr Boccace (1894-1916) edito, nel 1968, dalla Bottega d'Erasmo di Todno.
2 Una ptima lista di questi codici i gii stata data da H. Hauvette negli studi sopra
r3a P. Guror, op. cit., p. 9: <, A un discreto numero di opere scritte < in romancio >,
citati, un altro elenco lo dobbiamo a Vittore Branca (pp. )OOO/'XLII e 3-118 del suo
non fanno pari riscontro, pur nor difettando del rutto, libri in italiano. Petrarca e volume intitolato: Tradizione delle opere di Giooanni Boccaccio. Un primo elenco dei
Boccaccio fgurano con le loro opere latine: Dante soltanto due volte E presente cou coilici e tre studi, Roma, Edizioni di Storia e Irtteratura, 1958) quest'ultimo limitato ai
la Divina Commedia >. testimoni contenenti le opere in lingua originale ad esclusione di quelli contenenti le
1$ La necessiti di non ritardare la preparazione di questo volume mi obbliga a
traduzioni, infine P. M. Gathercole ci ha dato una lista dei manoscritti contenenti la
mandare avanti la prima parte di un lavoro che spero di poter completare al pit presto ttaduzione del De casibas uiroram illustrium, del De malieribas claris e del Decameron
con altri capitoli dedicati alla vasta fortuna del Boccaccio nel Quattrocento francese. (Cfr. < Studi sul Boccaccio >, I, L96r, pp. 413,-L4 e Il, 1964, pp. )43, n. Ll.

6.
82 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA 8J

zione cronologica che cerchi di tracciare, nel limite del possibile, la


storia di ogni"singolo testimone. Fissare invero la data ed il luogo di biblioteche francesi e la fortuna transalpina dell'opIla del poeta ab-
origine, stalilire da chi o per chi un determinato manoscritto sia stato biamo i lavori di L.-Auvrayz" e A. Farinelli'o. Sulla fortuna quat-
corifezionato, ts di capitaL importanza. L'analisi di inventari di Ii- ffocentesca francese del Peffarca non abbiamo ancora studi d'insieme,
brerie quattiocentesche diventa quindi una necessiti poich6 b essa che ma ampie notizie sono date da F. Simone nei suoi lavori sulla diflusione
spesso perme6e, grazie alle desirizioni sovente molto dettagliate di delle sue opere durante_ l? prima meti del secolo XVI', ". per quanro
detti inventari, di- identificare un determinato codice ancor -oggi esi- concerne i manoscritti delle opere petrarchesche oggi esistenti in Fran-
stenre, col teriimone descritto dall'articolo di un inventario di cinque cia possediamo l'ottimo lavoro di E. Pellegrin'o nella collana diretta
secoli fa. da G. Billanovich 2 ".
Un'indagine comparata in queste due direzioni, cioE raccolta e Un 6tat prdsent degli studi sulla fortuna del Boccaccio in Fran-
storia dei minoscritti'pervenuti fino ai nostri giorni ed elenco di arti- cia sarebbe il benvenuto. Solo per quanto concerne le traduzioni me-
coli ratti da inventarf di antiche collezioni, fa quasi sempre apparire dievali francesi possediamo dei solidi lavori di H. Hauvette conri-
,rn not.uol. sfasamento. E evidente infatti che, per molti dei mano- nuati, in una paticolare direzione, da P. M. Gathercole 3. Il catalogo
scritti che ci sono giunti,la data ed il luogo d'origine, come quello. dei dei manoscritti contenenti Ie traduzioni francesi di opere boccacciaie
rr"i pit antichi po"ssessori ci restano otcrrri, come altresi mo^lti dei te- conservati nelle biblioteche di Francia E stato, di reiente, redatto da
stimoni descritti'in antichi inventari sono andati perduti' Queste di-
r.,iii.i di indagine sono quindi strettamente legate tra di loro ed in- .2^ L..Auvna!, I,es manusuits de Dante des Bibtiotbiqaes de Frunce. Essai d,un
t.tdip."d."ti. Esse non aiutorizzano nePpure, di per sd sole, conclu- catalogue raisonn|, Paris,
et de Rome >, 56).
E, Thorin, 1892 (( Bibliothlque des ilcoles Frangaises d'AthEnes
;ir;i-g;rali e d'insieme, non costituendo che un aspetto particolate _. _-,o.A.flnrnrrrr, Dante e la Francia dall'eti nzcdia al secolo di Voltaire, Milano,
ddl" ?or,,rna di un deteiminato autore fino al momento della diffu- U. Hoepli, 1908, in 2 vol.
F.. Srr"rorve, Il Rinascimento fruncese. Studi e ilcercbe, Torino. S.E.I., 1961.
-sione della stampa.
- -Sip"O ^ !-"
Cap. V della prima parte: La fortana del Petrurca in Francia ne[la orima' meti iel Cin-
q"iriai passare al secondo stadio della_ricerca quello che quecerrto, pp. l4l-222. Ampie notizie sulla forruna del Petrarca in Francia sono date in
pr.rrd" ;r-;";;id.r^iion le traduzioni delle opere di detto autore, od luttg la ptima parte di questo volume. Per la fortuna francese del De remediis cfu.:
ry, MANN, La fortane de Pitrarqae ex Fraxce: recbercbes sur le <De remediis r, o Studi
eventuali loro rimaneggiamenti, ben tenendo piesente che, per le opere Francesi D, 37, 1969, pp. 1-15.-
scritte in latino . ,ol" in una lingua volgare, la loro penetrazione in E. P-eurcnrN, Manascrits de Pdtrarque d,ans les bibliotbiqres de France, padova,
-quello
Jo*i"io linguistico diverso da & origine prescinde dalla ne- Anteoore, L9.66 $Censimento dei c.odici Perarcheschi >, 2). Questo volume comprende
tre_Srntdbu-ti pubblicati su < Italia Medioevale e Umanistica r, i. tV (tSet), pp. ytqlt;
""
c.rsiti di ffadizione, la ffaduzioni significando, in questo caso, che t. VI^(196f), pp. 271-364; t. VII (1964), pp. 405-522.
tale opera toccb ambienti e classi sociali piil r'aste' - 2o Altri due lavori sono stati pubbliciti in questa serie: B. L. Urrvew, petrarcb
Manasoipts in tbe rldted states, Padova, Antenore, tg64 (<censimento dei c,odici
I1 terzo stadio di questa ricerca dovrebbe preve&re, infine, il Peqry^clgsc!! >, 1), pubblicato nel t. V (1962) di < italia Medioevale e Umanistica >,
reoerimento. in opere di autori di un determinato dominio lingui- p-p.ylr:75,-O.-Brsorrar, Codici petrarcheschi nelle bibliotecbe saizzere, padova, Antenore,
'<< 'ueaioevali
1967 (< censimento dei codici Perarcheschi >, 3), pubblicato su Italia
stico,'Edi tralcie dell'influenza dell'autore studiato' e umanistica>, t. vIII (1965), pp. 3694?9. un'ituo contributo che studia i mano-
evidente che una simile impresa, anche se limitata ad un solo sctitti di ,Petqlca og_gi-esistenti in-Germania E in corso di pubblicazione, a cura di A.
secolo, non pub essere il lavoro di-un solo uomo, bensl di w'6quipe; sorrlrr, I c-gdici del Petrarca nella Germania occidentale, < Italia Medioevale e Uma-
dial6onde, frn'ora nessuno l'ha mai tentata ed il progredire stesso
nistica>, t.X(L967), pp. 4il-91, t. XI (1968), pp.345448,' t. XII (1969), pp. ll5 e seg.
3 La.urent de Premierfait, the Translator ol Boccaccio's <De Casibus Virorum
J.ii. ri..i.he storico-letterarie, colle sue sempre nuove esigenze di Illastriam.>>,_<<The French Rev!ew2, )O(VII, 1954, pp. 245-52. Tbe Manuscripts of
;;;.iri;; e di completezza, tendequindi a scorag.gia"F piuttosto che ad in- Laarcnt de Premierfait's <Du Cas des Nobles> : Bicaccio's <De Casibus Virorui
di dividere-i compiti e di istra- Illustriam. >, < Italica >, XXXII, 1255, pp. 14.21. Tuo Old Frencb Translations of
[or^gji^.. un tale lavoro. Si iratta
-Virorum Illusiiitn >, <Modern Language Quarterly>, XVII;
Boccaccio's <<De Casibas
dm."i" ricerche in uno dei diflerenti settori che tale studio abbtaccia' 1956, p_p.. )04-09. Tbe Manusoipts ol laurent de Premierlaitrs 'Vorks, < Modein Lan-
Qrr.rro convegno viene quindi a proposito, permettendo il confronto guage Quarterly >r XIX, 1958, pp. 262-70. Fifteextb<eilury iranslation. ihe Deuelopment
ol-- La.urent de Pre.mierfait, < Modern Language Quarterly >, )O(I, 1960, pp. )6j-70.
di esperienr.-diu.rr" ed-offrendo, a vati ricercatori, l'occasione per Illuminations on tbe Frencb .Decameron, ilta--lica XXXVIII, 1961, pp.' iiC-rc. f lx
confrontare metodi e risultati. I{JJ ol Laarent de Premierfait's 'Vorki. Additioxs " and Chaiges, u'Modern Language
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E DOCCACCIO IN FRANCIA 85
84 GIANNI MOMBELLO

collezione di Charles d'Orl6ans, per non citarne che due non ab-
caila Bozzoloa. Infine, benchd siamo in prese-nza di una mitiade di biamo praticamente nessun repertorio completo Tuttavia-si sta pre-
8.
;;b*i-p;;ziali che'segnalano imprestiii od infuenze delle .opere
a tutt'oggi, un lavoro parando aParigi, sotto la direzione del Professor A. Vernet, un seguito
a.| Gttfla.se su autori irancesi, n6n esiste, -al
repertorio di M6ly e Bishop. Si tratta di un lavoro -di lungo tespiro
capitolo.
;t.ri;, anche limitato nel tempo, su questo
"'^'-i;;;ilio importante
molto limitato che ierb non sari forse dato iosto alle stampe. Quando si in6aprende
ai q".rr, .o-rni.rrione-E owiamente
q"indi un lavoro di questo genere E bene aver ricorso a questo cortese
. .o*..rr. la prima fase della ricerca sulla fottuna di Boccaccio in
ed informatissimo studioso parigino.
Francia durante il secolo XV". Quando si b stabilita e completata la lista degli inventari di cui
Mi sia p.r,,.rro, lrima di iniziarc f'esame dei cataloghi di colle-
si intende fare lo spoglio e non tutti gli inventari pubblicati intetes-
,iorri q.rrtt o'..i,.t.t. i.""...i, di dire due.parole sugli sttumenti che sano una simile riieria - ng6vi problemi insorgono per cui b forse
una simile ricerca G;"h . ii roll"rate aliuni problemi che l'utiliz- bene tener presenti alcuni - dati di fatto. Si pubblicano inveltari o ca-
zazione di tali cataloghi Pone. taloghi di biblioteche praticamente dal tempo in cui B. de Montfaucon
per tuttii ."riftfii-.J irru.rrrri medievali e moderni,unpubbli- diedi alle stampe la sua Bibliotbeca bibliotbecarilt2 Tnottascriptorum
cati, i;E;i;pa, fin u.ri t, fine del secolo scorso, possediamo
buon
xoaa (17)9), ma da allora, intenti e metodi sono cambiati. E soprat-
6;tt" dovuto a F. de M6lv ed." Fd' Bishop ], Sh: completa van- tuto dopo la fondazione dell'Ecole des Chattes che, in,Francia, si b
taggiosament. i pr".^"i.iii^ffir.qidi i[: E;Itti.[' e
G' Becker'' sviluppat un'intensa attiviti in questo campo. Il -secolo-Tv' il
iiiZ.ii ,ono quindi eli ,r*-lnti di base da *ilizzare quando si in'
secolo^degli inventari
-
| s1216 paiticolarmente studiato ed ha fornito
I"i.'r.i.rir;;;; i,; ;ilil" lavoro. sli inventari di < Scripto-in
p.g1 pubblicati -
a studentl ed a maestri della srddetta scuola, un campo di lavoro dei
.p*u ."otr6 recente, si prrO aver ricotso all'ottima rassegnala prima meti pit interessanti. Una massa considerevole di lavoti, che non furono
rium >>, ma per *,ro-q;rn,o
-".rrr" " e ,*,o pubblicato durante degli esercizi scolastici, ma banchi di prova su cui si cimentarono in-
a.f se.olo .= ro"o usciti lavori fondamentali come quello .di rigni m^..6i, venne cosl ad arricchire la documentazione dello sto-
ilo.ri.i., ."uu-riur"ii" ii Ch"rl.s V e quello di P. Champion, sulla rico.
Alla pubblicazione di questi documenti, compilati spesso nel-
l'orgasmo di ,rnu successione, ii frappongono dificolti- di ordine-paleo-
gtadco, a volte, ardue. Una corretta lettura e riproduzione del testo
?Bil:','Yi'u*l'a"Y,'i:,liu??i?'irillr*ti:::,lo;':r;!:,::tr"!:!1:'1;:'nl[f,!;
II. 1964. pp. 1$-56' llluminations iranoscritto E capitale per la sua interpretazione. I problemi esegetici
in"iiiirii;t*"-o-i-iiiitlt-1,1,^"5irU r"r Boccaccio>-,tirii iuliriibas>, <<.Italica-", XLII'
on the French Manas*iillt posti da questi documenti sono di tre ordini difierenti. Innanzitutto
"i'frriiiti;t--i'O,
fieii.'pi'.- ili_ii. iririier"'i-iiiiil;otr.-il.Inurrot de Premi.ertait. Manuscript
Lirogna poter distinguere esattamente i difierenti articoli, cosa non
eoyections lounit in ,priii, tii;r;;;;,'';i{"Ji. i,h n*.r"cio
>, Iv, 1967, pl. 295'116.
LeuntNr DE Pn'r,arpnrer;:b;;;;;';;:t ioptii..t'o*1tes et femmes'
bv P M'Ger,Encols' r.mpt. agevole. Esemplare, da questo punto di vista, E il confronto
Pk,.is68, pi.'240 (<Universitv of
Chaoel Hill. The UniverJi#';f" ffirh"A''o11n;
and Lltefarures >, /+r' delli difierenti edizioni di uno stesso inventario; spesso esse non si
No.ih C"roiina Studies in the Romance Languages
accordano appunto su questo dato fondamentale. In segr-rito biso-gna
4 Manuscrits des traductions frangaises d'euores de Boccace dans les bibliothiques -nel
d, Froiii,"7"il;ii"-MJi;ale e iJmahistica >, XI, 1968, pp' L'69' identificare, limite Jel possibile, le opere in esso elencate. Tale
s B;Ltiosraphie g6t6rale des iwentaires imprim|s, Paris, E. Leroux, L892'1895' lavoro b facilitato o complicato a seconda del rnetodo di desctizione
in 3 vol. adottato da chi ha steso il documento. Per ultimo, il curatore del-
6 Ts. Gorrurr., IJeber mitrelalteilicbe Bibliotheken,.Leipzig,^O.-Hartassowitz,
1SSO. f-c;tai-osii-a.ii. ti|ii.teche francesi sono elencati'alle pp. 8A-t54 e 391400'
pub-blicati su o Zentralblatt E I1 lavoro di Giannetto Avar:uzi (Libri, librerie, biblioteche nell'lJmanesino e nella
euesto repertorio e rrr.J.l"rpi"i;-,.-il;;;ti cont.ibuti Ea marge-des catalogues knacexza. Catalogbi e notizie. Punita prima, ti. 7-7N. Seconda edizione rioeduta
fiir Bibliorhekw..er,, dol ilp6'ii'il,L Ci.. i.-D!-C"tt6Ncri,
;;t "iiii;;;;;;it"iei;ilitii,- in- .I Mi'..u"iea Francesco Ehrle >,- -t' Y ' r%4' (t' 4r e amplitta, Roma,-L'Itdia che scrive, 1954, pp. 20. -- Dispensa second-d,- nn, ,101-200,
ibid.,'L955', pp. 2i. - Dispensa terzt, nn. 21f.-nb, lbid., -1956, pp. ?9)r d'aluonde in via
;:ih";;ii;;;";5;"d;-;-f;ri;, Eibfiot"." Apostolica vaticana), p' 111' n' 1'
et di c'ompleiaininto, di notizie molio scarse suile pubblicazioni di inventari francesi.
? G. Brcr<rn, Catalogi Bibliotbecarai Ant.iqui, Bonnae, apud Max. C-ohen Molto utile E puri la consultazione del lavoro di P: O. Knrsrenrn, lntin Manusuipt.
Filium (-Fr.-Cot.ni, 188;:"t.t-alogiri-a-Jr.."to iV t6no qui eleniati alle
pp'.29630)'
u Zentralblatt fiir Bibliothek'
nooit irii? iiOO. ,q, List ol tbe Printed Catalogaes ail lJnpablisbed Inoentories ol
4".1,. qr.r6 i"p.rtorio i ;;"t";;fu-.-io-pt.t"to su
Extant Collection. Third Ediiion, New York, Fordham University Press, 1965.
oro* rli. rr, tfes:)pp.26- jo, lulz e 23941; t. tv (reaz), pp' 25440, er.c'
86 GIANNI MOMBELLO I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BocCACCIo IN FRANCIA 87

I'edizione deve cercare di identificare, in manoscritti ancor oggi esi- Basti qui solo ricordare che Avignone ha svolto, per decenni, la fun-
stenti, i testimoni descritti nei vari atticoli. Tale ultimo compito B zione di ponte tra la Francia e l'Italia. Il trovare ivi un manoscritto
il pin arduo e sovente il pit rischioso soprattu.tto quando le de- contenente un'opera, in latino od in lingua volgare, di un autore ita-
scrizioni date sono scarne o vaghe. E bene, in tal caso, o non dare, liano acquista quindi un valore tutto particolare.
e se si utilizza l'edizione, non accettare identificazioni proposte solo Inventari della libreria papale sono stati pubblicati da M. Fau-
ma non provate. A volte il ricorso all'originale manoscritto si dimostra con 14 e da F. Ehrle !s. Nessuna ttaccia di manoscritti contenenti opere
necessario. delle < Tre Corone > troviamo prima del 1375, ma la << recensio )> ese-
Vediamo ora di :utilizzare alcuni di questi inventati. Tale inda- guita in quell'anno, sotto il pontificato di Gregorio XI (1370-878),
gine ts ovviamente incompleta e contempla solo documenti pubblicati. ci apprende che, tra i Libri ystoriales vi era un
Geograficamente, oltre che cronologicamente, partiremo da Avigno-ne
Liber Ioannis Bocacii de casibus virorum illustrium, coopertus de rubeo,
per iisalite a Parigi dove esamineremo le collezioni dei membri della
incipit in secundo folio in paradisum, et finit in penultimo: capitulo octouo16.
iamiglia teale di Francia, indi ritorneremo in provincia cercando di
rispettare, nel limite del possibile, un certo ordine cronologico olue Non E per puro caso se la prima opera, che f inventario di una
che geografico. collezione esiitente in tetra di Francia segnala, E il De casibus di Boc-
*** caccio. Benchd pit rccente di quella di Dante, benchd non abbia ap-
profittato di un lungo soggiorno del suo autore ad Avignone, come B il
1) La libreria papole di Aaignone. caso di Petrarca, b ben un'opera di Boccaccio che pare aver attirato
La prima libretia che esamineremo ts quella che i papi costitui- pit insistentemente la curiositi dei lettori d'olttalpe. Il numero consi-
detevole di manoscritti contenenti la ffaduzione francese dovuta a
rono ad-Avignone. Questa collezione, benchd geogtaficamente fran-
cese, ha ben poco in comune colle analoghe biblioteche che esistettero
Laurent de Premierfait che ci son giunti stanno a dimosttare che il
in terra di Francia alla fine del secolo XIV. Tuttavia, studiando un De casibus fu certo una delle opere pit gustate dai lettori francesi
aspetto particolare dei rappotti tta le lettere italiane e quelle francesi
del secolo XVo.
del secolo XVo, non si pub tacere su questo importante centro cul- Tale volume del De casibus faceva pame della collezione del car-
turale. dinat Pedro de Luna che sarebbe stato poi eletto papa, o meglio anti-
papa, col nome di Benedetto XIII17.
L'importanza di Avignone, come ffamite tta la cultura italiana e
quella francese, non b pit da dimostrare dopo i lavori di A. Coville'
f. I-. U[man',, G. Billanovich lt, F. Simoner2 e G. Di Stefanol3. 27,1965, pp. 4O[22. Ipprr, Iz d1coauerte de Plutarque en Occ,ident: aspects de la uie
intellectue[li en Attignon au XIV' siicle, Torino, Accademia delle Scienze, 1968.
1a It librairie des papes d'Aoigton. Sa formatiott, sa composition,_ ses cdtdlogiles
s Gontier et Pierre Col et l'Hamatisme en France au temps de Cbarles Vf, Paris, (1316-1420), d'aprCs les- rigistres di comptes et d'inuentaires des archiues aaticanes,
Droz, l9)4. Soprattutto il cap. VIII: ks rehtiotts aoec I'ltalie et l'interm1diaire d'Aoi- Paris, E. TLorin,'188687, iri2 vol. < Biblio-thEque des Ecoles Ftangaises d'AthEnes et de
gnot', pp. 14Gb5. Ioeu, li oie intellectaelle dans les domaines d'Anioa-Prooence de Rome >, vol. 43 e 50.
]J80 A U)5, Paris, Droz, 1941. ls Historia bibliothecae romoflorum pontificum tum bonilatianae tilfi aaenionensis,
ro Some ,Aspects of tlte Origin ol ltalian Humatkm, < Philological Quartsrly r,
enarrata et afltiquis earam indicibus aliisqie docamentis illustrata a Francisco -Ehrle . . . ,
)Q(, I (luglio 194t), pp. 212-2r. Ripreio tn Studies in tbe ltalian Renaissance, Roma, t. I, Romae, Typis Vaticanis, 1890. A. Pntzrn, Addenda et emendanda ad Francisci
Edizioni di Storia e Letteratura, 1955, come cap. II, pp.2740. Ebrle historiae bibliotbecae rotafiorutt pontifcum tam bonilatianae tatn auenionensis,
rr Petrarca letterato, I: Lo scrittoio del Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Let- t. I, In Bibliotheca Vaticana, 1947.
teratw^, 1947. 16 lbid., p. 558, n. 76)4.
t2 Le origini del Rinascimento in Francia e la lanzione storica della cuhara atti- r? P. Grrrpoo Rouro, I_a biblioteca de Betedicto XIII (Don Pedro de Lana).
gnofiese, < Convivium >, 2, 195L, pp. L6L-204. Ripreso in Il Rinascimento francese. kccifin inaagaral MCMXXIX-MCMXXX. Uriuersidad d.e Zarugoza. Edici6n especial
Sndi e ricercbe. Torino, SEI, 1961, w.344. Tutta la prima parte del volume, intitolata: de la revista < Universidad >, septiembrecrubre L929, Zaragoza, Tipografla << La Acadd-
Tradizione medieuale e inflaexze' iiiliane nella formazione del Nnascimexto lrancese mica > de F. Martfnez, pp. 221. La lista dei libri posseduti da Pedro de Luna E pubblicata
interessa, a pii di un titolo, Ia presente ricerca. !!e pp. 59-72 e corrisponde a quella pubblicata da F. Ehrle alle pp. 549-60 della sua
t3 Ricercbe sulla caltara auignonese del secolo XlV, << Studi Francesi >, L9, 196r, Historia bibliotbecae rornarrolilrn pontifi.cum citata. Il manoscritto del De casibus B citato
pp. l-16. Inxw, Tendenze calturali del primo Umanesimo francese, < Studi Francesi >, oel lavoto del Romeo, a p. 70 al n. l5). Questa rara pubblicazione mi E stata plestata
GIANNI MOMBELI,C) IMANoSCRITTIDIDANTE'PETRARCAEBoCcACcIoINFRANCIA89
88

un nuovo inventario della libreria papale che si era, un certo 6ovasse fin dal secolo XV, certo E che esso non B segnalato nell'ultimo
rempo, creduto fosse stato eseguito sotto il pontificato di Clemente VII inventario della libreti^ p^Pale coli esistente2a, redatto nel 1594.
1fi31lg+), ma che risale invece a quello di Benedetto XIII (l)94' Ad Avignone, come E noto 5, il Boccaccio aveva a Pe-
un del poema eterno. -spedito
Tale esemplare
\ii$fr, ,.gn"lr, tra i libri conservari nella < Chambre du Cerf-volant >> trarca, verso"il 1352, esemplare
del De casibus t' affiancato, questa volta, da altri due ci d giunto e corisponde' all'attuale manoscritto Vaticano latino
.*t.n.rrti la Genologia deorarn gentilian ed il De nontibus, silois,
""-rn*Lr.ii,to 3',199.
che la libreria pa-
liitiiit, ecc.'. Quesio inventario ci attesta alreslpetrarchesche Dei libri gasportati a Pefriscola, Benedetto XIII odinb si facesse
ffi;;;rk;;", rilorr, una nuuita serie di opere suddi- un inventario che d anteriore alla data della sua mofte avvenuta nel
'-- - i" ben dieci volumi
irir. 2t, D2 nessun manoscritto di Dante. L424. Da esso sappiamo che il pontefice possedeva,_ 3lloru, quattro
N.rrrrn a infotmazione che interessi la nostra ricerca ci fornisce manoscritti delle opere di Boccaciio, tra c,ri ,rro della Genologian,
f inr.ntrrio della u magna libraria >> che Benedetto xIII fece. rydige19, uno del De rnontibi.ro e due delDe casibuso.
;;i i40r, poco prima?i lasciare Avignonez. Tta il L407 ed il 1410, Come nell'inventario ptecedente, anche in questo, si nota perb
i.friti t" iiUt.ti" papale si spe-zzb in due e mentre la maggigr.parte
una netta superioriti numlrica delle opere del Pe6arca presenti in
i"r*''r-p.irr;;i;,'; nrrcleo, la cui esatta consistenza E dificile da ben sedici minoscritti
s. Questo inventario ci ofire inol6e una gra-
i.i.r.irr"r., festb ".it" .i,,a'francese donde venne di trasferito, molto di un codice della
di ,o.p..ra attestandoci Ia presenza a Pefiiscola
;il-ia1dt, in Italia. Questo nucleo di codici E stato
-niuri"i*rVaticana recente assor- "
oirioa tomnedia < in vulgaii Ytalico >>
3'. Sappiamo inolffe che Be-
ti;.;;u; di cui costituisce il fondo Borghese..rl nederto XIII aveva ordinalo di acquistare anche un'altra copia del'
f*ao 3 la Diaina Commedi^
iei irt
-*"r.ri,," &r. tott"uia se tale codice contiene
Borghese
N;;.p*i venga da Avignone e se ivi si
a A. M,rrsn, Der lerzte Karalog der _Iiipstltcben Bibliotbek uon Auignon (1594),pp. 66'
dal Professor Jacques Monfrin. Voglia trovare in queste linee,
questo informato e cortese no.., fairioiT? S.ii"-. t".i"i";'r,-iS:2 ico1"n" < Sussidi Eruditi >, n. 4), Milano'
5 A. FenrNr,lLr, Dailte e la Francia tlall'eti meilia ilel secolo di voltaire,
studioso, l'espiessione della mia viva gratitudlne'
18 G. Dr SrrreNo, l-a datazioni-del-catalogo iletto della <Cbambte du Cerf-oolant> U. Hoepli, 1908, in 2 vol. t. I, P' 141'
della libi)iiiilifii, irieriirti, < Studi Franiesi >, 26, t965, pp' 270'71' 26 G. Brlrerqovtcrl,Petrarca letterato, l: Lo scriltoio ilel Petrarca, Roma, Edizioni di
re M. FeucoN , I-a li-brairie des papes d'Alignon . ' ' cit', t' II (50) p' 10: < Item' Storia e Letteratura, t947, pp- L4748.
libellus de casibus ui.o.r- illus*ium ioirannis Bocacii, copertus de rubeo
>. , M. Feucott,I-a liiiaitie iles papel d'Aoignon " ' cit', t' II (50)' p' l)9' n' 918:
n lbid.. t. II (j0) p. 30: < Item, libellus geneologie (sic) deorum.Johannis Bocacii, < Item, Johannes Boccacii de geneologia deorum >>'
a-lbid., t. II (50), p. ill, n.9792 oI.tem Johannes.Bocacii de montibus, silvis,
.op.rtu.-J.'-b.o... it,i., Johannis Bocacii de montibus, silvis, fontibus etc., copettus fontibus, lac.r'bus, fluininibus, stagnis seu paludis in nari (sJc) >'
de albo p.
D lbid., t. II (50), p. 119, nn. 920-21: < Item f.ohannes Bocacii de casibus virorum
2r lbid., t. II (50), p. 30: < Item, Franciscus Petrarcha de viris illustribus, copertus
de rubeo-.-l-'Iil",, iitJif.ir .iir,"t"iG, t"ioii**- F. Petrarche, copertus .de
rubeo' illustrium. Item Johannes Bocacii de casibus virorum iuustrlum, rn papllo D.
i.- Fit.ir*i pJti"iifr. i"'"it" *tit"ia-, *p.rtus de rubeo.
-
Item Francisci Petrarche n lbid., t. II (50), pp. D8-)9,nn.902-9L7: < Item Franciscus Pettarcha de remedis
i;;"-ti;;;i.-niii"^ riuiir;;;;iril;a -
cope-ltus de postibus' Item li- .t'de'uf,I'toliLiii, ii-t.Uula per alphabetum super Valerium Moiimum'
,t irror"-forirrne p.*.t.
iliil;"F;;;ir.iiffi;h. il qr5-*r,tiri"tui plur"
S-i'monidem,
-
opera. Primo rerum memorandarum. :}-#]tfr;;T. r.-m rilemorandtailum,'liber dialogide.secreto conflicru cu-
d.;i" i.ligi"ro--, libir.ipisiolamm sine-nomine, Item liber -d-e iglo.."-
ft.-- airf.gi ie seqeto. fi.ri-ii[itr. a. ocil religibsorum et plures alii, copettus de **;;;;;,lG; libri F' Pe-
viriai. I-tem libellus rin. Francisci Petraiche, copertus de rubeo' Item li-
- de-per- li" *i J-Jiiiriii; vII p;;l;;;-p;;it;;Ad.', invectiva inepistole medicos'
-
rerum senilium F' Pe-
-
b;1il **;;g;ora;a;; "o.i*
F et de (ijc) iine nomine, copertus ;A;;il;-;.i"";d;;;1i-tl* Item
- Iiber F. Petrarche de vita solitaria.
""-irie.Item
;;;;;.-f it.- fiUf"r-f. p.t."..fr. "n.it.ipi6arche
de vita solitaria, copertus -de rubeo'
- [in- Item il;t;;. fG;.pi;ilG"rdlm in papiro.
- super libros morales Aristotelis, in.papito, -
ffil1,.il f.rn.iJ.i i;;;i., .;;;il; d" p.rgr*.no. -' Itrin libellus inventivus
-aor"iroi- itil--iit.t ii"ra.r-ri-i"-ri;il;[trri",'.i tabula
ililii:irrf' F:-id.";.d-."rito cardinales, in pulca littera in parva forma, ;].i1;-ir-p;i;;ipi. "of"-ini" - ii.- Francisci'Petrarcha (sic?) de viris illustribus.
-
copertus de rubeo >. Item bucolicum.r.*.n.i-.piitolarum eiusdem Francisci Petrarche' - Item bucolicon car-
2 P. Galrroo Rouro, l-a biblioteca de Benedicto xIil
. . . cit.,.pp.,8l-188: ., Incipit ;;'.ilil;it.-i.irri.t l,-iiu.i ii.iii. Item Iiber elusdem. F. sine nomine " ' [in un
.i Jtto J.*.ai"t . . . Pti^o, ii6e. .;"ia.- -F' Petrarche sine nomine, -in papiro' - Item Pe-
"."ir- 6;t;;
nou. o.dinr.io ,otrrninu- repertorum in maiorf libraria saci palacii cum tabula, et
Avinionlisl. , ,rrtiult-"=t. Do-ini *itt..imo quadringentessimo (sic) septimo, pontifi- ;;;h" a;-;;- famiiiari. - G1, ii"rJ.m de remedio utriusque_ forrune-
irr*tir, .i"ta.* ad lohannem de Certddo amicum suum. -papiro Item Affrica ejusdem, in
"nno
."tur u.io sanctissimi domini nostri Benedicti pape XIII de anno XIII" ' ' ' >'
8 A. Merrn, Codices Burghesiani bibliotbecae_aaticanae,.C^itti del Vaticano, Bi- papiro, item Petraicha de gestis et bellis Romanorum, in r>.

3t-lbid., t. II (50), p. 140, n. 915: < Itern Dant in vulgari ytalico >'
blioteca Apostolica Vaticana, t951 (Caltana < Studi e Testi r>, n. t70), p, 420'
90 GTANNT MoMBELLo I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BoccACCIo IN FRANCIA 9I

l'opera dantesca in versione latina 32, probabilmente un esemplare del N. ,68 - Item, duo libri in uno volumine, unus auctoritatum moralium
lavoro di Giovanni da Serravalle ", che risale agli anni l4L6-L7 . La philosofie (sic) et alius Francisci Perarche de vita solitaria, cum caupeftis
biblioteca di Pefiiscola, ed, in certo senso, anche quella di Avignone, de rubeo $.
era quindi perfettamente aggiornata per quanto concerne le pit re- N. ,94 - Item, liber Johannjs Bocacj de Certalbo (sic), cum caupettis de
centi e moderne opete della letteratura italiana. simplici pergameno s.
Come b noto, la superba collezione riunita da Benedetto XIII
N. 395 - Item, Franciscus Petrarcha, cum caupertis de simplici pergameno o.
N. 396 - Item, Franciscus Petrarca in metro, flrm caupertis nudis 4r.
venne dilapidata dopo il 1424. Ma gii prima di tale data assistiamo
alla sua dispersione. Fu Benedetto XIII stesso, ad esempio, a tegalarc
al nipote Rodrigo de Luna un considerevole numero di preziosi co- N n. 446 E pure citato un < liber virorum illustrium, cum sim-
,,02, ma E pii facile che tale articolo descriva l'opera
plicj pergameno
dici tra cui figurzno manoscritti delle opere di Petrarca e Boccaccio s.
omonima di San Gerolamoa3 o di sant'Isidoro{ che quella di Pe-
Quando il catdinale Pierre de Foix si recd quindi a Pefliscola, nel 1429,
come legato di Martino V, per ricevere la sommissione di Clemente VIII, ttatca.
non potd pit ricuperare che una parte della libreria papale. Mentre i Questo inventario ci permette di costatare un notevole impoveri-
documenti d'archivio vennero spediti a Roma, i libri vennero inca- mento della collezione. Una parte sola quindi di quella che fu la ricca
merati dal cardinale che li portb a Toulouse dove passarono nel col- collezione di Benedetto XIII passb al cardinale Pierre de Foix ed indi
5. all'omonimo collegio di Tolosa da lui fondato.
legio da lui fondato e vennero poi acquistati, nel 1680, dal Colbett
I libri di Clemente VIII (Gil Sdnchez Mufioz), successore di Be- La lista dei libri del Collbge de Foix ricevuti dal Colbert, nel
nedetto XIII, passarono invece al di lui nipote Pero Sdnchez Mufioz. 1680, segnala, tra l'alffo, sei volumi contenenti opere di Petrarca 6,
Dopo di .ss.r6 rimasti, a lungo, in possesio di questa famiglia, i li- uno contenente il De mulieribus claris * ed uno contenente l'Inferno
bri dei Sr{nchez Muffoz vennero di recente acquistati dalla Biblioteca di Dante n.
s Dei 320 volumi circa acquistati da Colbert al Collbge de Foix,
de Catalunya. Trascureremo, in questa sede, f inventado -redatto nel
1484, alla mofte di Pero S6nchez Mu6oz pef occuparci esclusivamente circa 180 passarono alla Bibliothtsque du Roi, tra cui i seguenti codici,
dei libri passati nelle mani di Pierre de Foix. oggi alla Bibliothbque Nationale. Ms. lat. 6'069P contenente il De
L'inventario del 1429 segnala che a Pefliscola si Eovavano an- mulieribus claris ed il ms. lat. 6'609V contenente, ma l'alro, il
cora, a quella data, i seguenti codici De casibus (fr.. 65r-L32r), enrambi provenienti dal Collbge de Foix,
37:

ma non da Peffiscola, secondo L. Delisle4. I1 ms. lat.2'074, che


contiene, ai fr. L57v-160v, una Tabula sul De remediis di Peuarca,
x M. FeucoN, b libruirie des papu d'Atignon... cit., t. II, (50), pp. lrGrl.
In di ll'vslrrmi <emendi pto domino nosro papa>, E citato (p. 151) un
una lista
< Dantes reducflrs de lingua forentina ad latinam >.
$ P. M.rnri De Bexcrroxe, La biblioteca papal de Penyiscola . . . cit., t. XXIX, p. 89.
33 Cfr. olme p. L62, n. 369. e lbid., t. XXIX, p. 90.
x P. Ger.nrm Rouno, La biblioteca de Benedicto XIII,... cit., pp. 42 e78,nn. 0 lbid., t. )OilX, p. 90.
6e 7.
4t lbid., t. )OilX, p. 90.
3sL. Drr.rsrs, Le cabinet des manusuits de la bibliothiqae limpArialef nationale,
Paris, Imprimerie Nationale, 1868-81; in I vol. * 1 di tavole, t. I, pp' 486.5W. a lbid., t. XXIX, p. 93.
36
J: MoNrRrN, La bibliotbique Sinchez Maftoz et les inuentaires de la Bibliothlque 43
J.-P. MIGNE, Patrologiae cursus completas. Series latina, t. XXIII, col. 601-
po*ificaie i Pefiiscota pubblicato negli Stadi di bibliografa e di storia in onore di Tan- 720.
maro ile Marinis, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1964, in 4 vol., t. III, pp. 22949. 44 Ibid., t. LXDilII, col. 1081-1106.
L'inventario del 1484 E pubblicato alle pp. 2N44.
'P. Manri DB Betcrr,oNt, I-a biblioteco paoal de Penyiscola. Inuentari dreqat Perarchae. Six volumes >. Segnalati ra i mss. ricevuti il 5 agoito 1680.
", t. XXVIII, 1922,
pel cardenal Pere de Foix O. rlf., < Etudios Francescancs pp. )31-41 6 lbid., t. I, p. 501, n. 45: <<Bocacius de claris mulieribus>>.
e 420-16, t. )oilX, 1923, pp.88-94 e 26G72.
,re^ivo ancora alla cortesia di M. Jacques Monfrin, professore all'Ecole des Chartes,
1t lbid., t. I, p. 502, n. 86: Inferno del Dante
<< >>.

che qui sentitamente ringrazio, il poter citare questo articolo per me introvabile. 4 lbid., t. I, p. 508.
92 GIANNI MOMBELIO I MANoSCRIT.TI DI DANTE, PETRARCA E BocCACcIo IN FRANCIA 9)

viene da Pefriscolao', come pure, forsee, il ms. lat.6'069H conte- dopo la sua morte allorch6, nel 1405, venne dispersa ad Avignone se-
nente il De oiris illustribus (fi. 1r-166v) copiato, nel l)97. Il gii gnala un:
citato ms. lat.6'069 V, che contiene i Rerum mernoranduru (fi.. b-45v1, Liber Johannis Brocacii (sic), de casibus virorum illustrium, in pergameno,
il De sai ipsius et ttultorura ignorantia (fr. 45v-54r\ ed, il De otio cum postibus de coreo rubeo, incipit in secundo folio, et etatis, et finit in
religiosorutn (fr. 54r-64v) fu copiato, verso il 1410, presso i francescani eodem, quos ss.

di Morlas st (Basses-Pyr6n6es) per il cardinale Pierre de Foix. E pro-


babile che questo prelato abbia posseduto anche il ms. lat. 6'501 com- Un altro articolo segnala:
posto di due distinti volumi contenenti il De renediis (fr. Il.l34vl Unus magnus liber ystoriarum in papiro cum postibus de papiro cum coreo
ed il De uita solitaria (fi. 1r-54r) che futono soitti nel Collbge de Saint- albo, incipit Adam et Eua (Flo. quinque) $.
Bernard di Toulouse t.
Pit dificile E identificare il ms. contenente la prima cantica della che potrebbe pure essere un manoscritto del De casibus
Commedia pute acquistata dal Colbert. Malgrado quanto suggerisce Questo prelato possedette pure due codici contenenti opere di
ilMazzatintis3, il ms. ital. 74 nor, pub essere identificato con quello Petrarca cosl descritti nell'inventario:
proveniente dal CollEge de Foix poich6 porta le segnature dei cata-
Item liber Francisci Petrarche, in pergameno, de vita solitaria, cum postibus
loghi Rigault e Cl6ment ed era quindi entrato nel fondo regio ben de coreo nrbeo, incipit in secundo folio gum et finit in eodem i*daf,.
prima dei manoscritti di Colbert. Lo stesso si dica del ms. ital. fi4 Item epistole Francisci Petrarche de sine nomine, in pergameno et
ihe contiene solo l'Inferno ma che non viene dalla collezione di Col- postibus de papiro et pelle rubea, incipit in rubro Francisci Pelrarcbe, et
bert, come indica erroneamente il Mazzatinti s, poichd reca anch'esso in secundo folio incipit ululum et finit in eodem ut res (grus. decem). $.
le segnature degli inventari Rigault e Cl6ment.
Un alro catdinale, Pierre Blau o Blain possedette, fino al 1407,
i libri seguenti s:
Liber de vita solitaria et sine nomini (sic) Francisci Petrarche, ad Vf o.
Liber Johannis Bocassii de mulieribus claris, ad IIII f.
2) Altre collezioni auignonesi. Bocassius de casu virorum illustrium, ad X f.
Pematcha de viris illustribus, ad XV f.
Attorno alla libreria pontificale si costituirono altte collezioni
meno importanti, ma non meno interessanti dal punto di vista della Del pati, la biblioteca del collegio avignonese di Saint-Nicolas
nostra riierca, perch6 testimoniano il perdurare dell'attiviti libraria d'Annecy, fondato nel 1424 dal cardinal Jean de Brogny, possedette
ad Avignone per tutto iI secolo XV" e la fortuna delle opere delle un manoscfitto di Petrarca 6r.
..< Tre Corone >.

L'inventario della collezione del cardinal Pietro C,otsini redatto ss L.-C.


Bt*a,i' BibliotbCqaes midiluales inddites, d'apris les archiues du Vatican,
< Mdlaoges d'arch6ologie et d'histoire r>, LIII, l%6, p. 36), n. 163. L'inventado del cardi-
ae E. Pelrr,cxrN, Manuscrits de Pdtrarque dans les bibliotbiques de France,_Pa- nde C,orsini E stampato pp. 348-72.
dova, Ed. Antenote, t966, p.91. N. B. In questo lavoto citerb sempre Ie pagine del vo $ Ibid., p. 371, n,"lL
30L.
lume della Pellegrin e non quelle dei difierenti articoli nei quali questo suo catalogo fu rt lbid., p. )64, p. 184.
inizialmente pubbltfato su << Italia Medioevale ed Umanistica >. 3t lbid., p. 368, n.255.
so lbid., pp. )5-36.
st lbiil., pp. 38-39.
59 P. P.rusrr,n, Histoire du liore et de I'imprinerie d Aoigxon du XlV" aa WI"
silcle, Avignon, Aubanel, 1922,3 tomi in un'volume, t. I,"pp. 4146. Gli articoli
s2 lbid., pp. 4546. citati sono riprodotti alle pp. 4545 rispettivamente ai nn. 115, 124, 128, l)r.
s G. MszrrtNrt, Inoentario dei manoscritti italiani delle bibliotecbe di Frarcia, @ La cifra si riferisce alla stima in fiorini.
Roma, 1886-88, in 3 vol., t. !, Manosnitti italiani della Biblioteca Nazionale di Parigi 61 lvi. Founrvren, Les bibliothiques de l'Unioersiti et des CollCges d'Aoignon potr
(1885), p. 9. les fltailiants endroii, <Nouvelle rivue historique du droit frangais"et 6tranEer>,'XV,
Y lbid., p. 106. 1891, p. 92, n. l4l: '<< Item, alius liber intitulatus: Petrarca, iti p..gr*.no-meaiioaii
94 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA 95

L'inventario dei beni mobili dell'arcivescovo di Aix, Avignon Un altro collegio di Avignone, quello di Saint-Marcel, doverte
Nicolai, redatto nel L443, ci attesta che fu venduto << in Avinione, possedere numerose opere di Petrarca, se prestiamo fede ad una iscri-
per manus judeorum, ut moris est )>: zione autogruf.a di Guillaume Fichet tracciat^ sul f. 123v del ms. lat.
L6'683 della BibliothEque Nationale di Parigi. Questo codice con-
Liber Danthe, in vulgari ytalico et rima, sed imperfectus, ut dicebatur, fl. tiene, ai fi. 1r. L23v il De pita solitoria ed, alla fine, reca quesra
IIII.', gr. VI 6a. nota:
gli Francisci Petrarce laureati vite solitarie liber secundus explicit, ad Philippum
che appartenne.
Cavalicen[sem] episcopum; finitusque fuit die sex d[ecim]a mensis augusti
Il collegio di Saint-Michel d'Avignon, fondato nel 1'454 da M" CCCC LIII'per G. Ficheti.
Jean Isnard, dovette pure possedere, almeno per un certo tempo, 9n
manoscritto del De ialieribus claris, come ce lo attesta la lista dei Va notato che le parole <( augusti )> e << G. Ficheti > sono perb
libri lasciati al collegio dal suo fondatore la quale elenca appunto un: state scritte su una cancellatura 6, p€f cui, se la data alla quale furono
copiati i fr. L-I23 del manoscritto resta il L453, non fu Guillaume
Bocasius, de Mulieribus claris, in pergameno. Tres for 63.
Fichet a trasctivere queste pagine ma un altro copista.
n, a Sempre al verso del {. 123, Guillaume Fichet, che copib di suo
Tale volume deve petb essere stato assai presto alienato pugno, fr. 126v-t29r di questo codice, il capitolo 22 del terzo libro
meno che si ratti di un alro esemplare della stessa opera, poichd un ^i
del De officiis ruinistrorarn di sant'Ambrogio, traccib questa iscrizione:
elenco di libri di Jean Isnard ci informa che i suoi esecutori testa-
mentari: Hic Franciscus [Petrarca] fuit (in diebus suis, curia Roma relicta) heremicola
in diocesi Cavalicen[si], in orificio fuvii Sorgie, in distancia a civitate Avi-
vendiderunt domino Petro Lassonia de libris dicte executionis (di Jean nionen[si] sex leucarum, sepultusque fuit Avinione in ecclesia beati Lau-
Isnard), libros sequentes: primo, Bocassium, de Claris mulieribus . . .6. rencii, que loca singula progressus fui ego G. Ficheti, dum studio vacarem in
dicta civitate avinion[ensi] M" IIII" LV'; cuius omnia opera egregia sunt
forme de booa litteta formata scriptus >, Questa informazione i desunta da un inventario
in libraria collegii sancti Marcelli Avinion[ensis].
a.itil.i del collegio redatto il l4-giugno t4r5 che enumefa ben 147 atticoli. Questo cc'
d-G fu prob"bilri.nt. lasciato al
-coll-egio
dal suo fondatore, anche se l'inventario dei Tale iscrizione contiene parecchie inesattezze forse, tra cui la
beni lasciati dal cardinale de Brogny non lo cita €spressamente. Possiamo tuttavia p€nsar-e meno pericolosa e appunto quella che concerne il luogo dove il poeta
che esso fosse stato descritto. in qulsto documento, del 1427, in uno dei due articoli mul'
tipli. Cfr. M, FounNrrn, Lei staiats et priail|ges des miaersit|_s franEaises, _depais leur italiano venne sepolto. Sulla data del soggiorno del Fichet in Avi-
londation jssqa'er 1789' ...Premiire patiie: Moyen4ge,Paris, 1890'1892' in 3 vol-, t.. II, gnone e su quella della sua ascesa a Pafigi, si E parecchio discusso, per
pp. 196-4Ci4; i. ,jOZ, Inoeitaire des-liares laissis au CollCge d.'Atnecy par le cardinal de
cui rimando il lettore a precedenti Iavori 67. Basti qui ricordare che,
Brogny, fon'dateur du Colllge 15 mar 1427f, p.400, n. 110: <,. '.quadtaginta volumina
diveisirum facultatum et diversorum tractatuum, tam in papiro quam in petgamerlo mentre ts opinione tradizionale ed ancora difiusa * che Guillaume
scripta, hic non specificata, eo quod sunt modici valoris >; n. 111: < . . . diversi alii papiri
et libri antiqui quasi nullius valoris. . . >. 6 E. PBr.lncnrN, Manuscrits de P4trarque dans les bibliotbCqaes de France, cit.,
62
J.-H.ArneNEs, Vente du mobilier il'Aoignon Nicola'i, drcbeuique d'Aix (1443), p. 76 del volume in cui furono raccolti precedenti articoli pubblicati su < Italia Medioevale
< Bulletin Archiologique du Comiti des Travaux Historiques et Scienti!9,u-es.>,- 1884, e Umanistica r>.
pp. 19-56. L'inventario t pubblicato alle pp. 27-56.La parte che concerne i libri si trova d F. SIvoNr, ll Rinascimento francese. Studi e ricerche, cit., pp. )0, n.2 e 112-l).
alle pp. $46 e I'articolo citato si trova a pp. 44 col. n. 350. Lo studioso da ivi la bibliografia concernente questo problema.
6 M. FounNrsn, Les bibliothiques de l'Uniuersiti et des Colliges d'Auignon _pour 6 Ecco quanto, ad esempio, dice I'articolo che Jean Dufournet dedicb all'umanista
bs etudiaflts en droit, cit., p.99, n.-131. La lista dei libri lasciati da Jean Isnard al suo nel Dictionnaire des lettres lrangaises publii soas la direction da cardixal Georges
collegio i
pubblicata alle pp. 94-10L.
Grente . .. le Moyen-Age (Paris, ArthEme Fayard, 7964, pp. 275-76: ( . . . il ftit boursier
6 Documenti pubblicati da M. Fournier, alle pp. 103-06, dell'articolo citato nella dans un- collEge d'Avignon, oi il go0ta Pitrarque et les poites anciens. Ses premiers
nota precedente, ci attestano che Jean Isnard aveva disposto che alcuni suoi libri_p_otes- grades th6ologiques pris en 1459, il monta i Paris. . . r. ta stessa versione dei fatti E
sero essere alienati, mentre altri avrebbero dowto restare, per sempre, in possesso del suo riportata da un altro diffusissimo manuale: G. Dusv et R. Mexonov, Histoire de la ciui-
collegio. lisation frangaise, Paris, Armand Crlin, 1968 in 2 vol.; t. I, Moyen-Age-XVl" si|cle,
6 M. FounNrsn, Les bibliothiques tle I'Uniuersiti et des Colliges d'Auignon pour p,.229: <,.,Grlllaume Fichet... un Savoyard qui, pendant ses 6tudes avignonnaises,
les dtudints er droit, cit., p. 102, n. 11. s'6tait nourri de Pitrarque et des classiques latins... >>.
96 GIANNI MoMBELLo
I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BocCACCIo IN FRANCIA 97

Fichet abbia studiato ad Avignone ed indi sia salito a PaigS solo nel Infine un fiorentino, Alessandro Caponi, morto ad Avignone nel
1459, J. Monfrin, ha receitemente ancora dimostrato che l'umani- 1504, possedette cinque manoscritd e 46 volumi a stampa, tra cui
.t, .r""nella capitale francese gii fin dal 1449-50. Bench6. s! igqoli
il Lrogo dove il'Fichet aveva compiuto i suoi primi studi, il Monfrin Unum librum vocatum PeEarca copertum cum papiro.
p..r"".t. egli si fosse recato ad-Avignone solo dopo. il 1.4fim' Se
(1455\
Unum librum vocatum De Johanne Bocassio, in
-vulgari R.

qr.rt, ,..oni, ricostruzione E esatta, la data oflerta dal codice


p.r il soggiorno avignonese de'l]'umanista E esatta, in caso contrario Non sari inutile ricordare pure che l'attuale ms. 1'098 della Bi
irt. arr""fotrebbe .Jr... il risultato di una confusione operatasichenella bliothEque Municipale di Avignone, che contiene il De remediis, eru
me*ori" ii .t i ,ru..ib l'iscrizione. Possiamo comunque dire G. nel convento dei Celestini di Gentilly, localiti non lontana dalla citti
ii;-h;;; pt.*ta il *t. lat. t6'68) dopo il 1453, a Parigi od a Avi- papale, gi) prima del I4477a.
non fu da iui tras*itto che in par_te. Ap- Senza pretendere di aver esaurito l'argomento, penso che i do-
;;;;., ,oi;;;oscittomarginali,
;;;;;h; d.ll" ;;; Infaiti che in il
seguito,
colligio di"*.bbg -potuto
Saint-Marcel
lasciarsi
abbia pos-
cumenti citati bastino ad illustare la fortunata camiera delle opere
dei tre maggiori scrittori italiani delle origini in questa rcgione della
iradire dalla memoria.
;;ail *iir,, L o[.. di Petrarca E ben- improbabile. Diciamo q"indi Ftancia particolarmente sensibile alle noviti d'oltralpe.
;h;-p;rJiette alc,r'ne de1le di lui opere come alre istituzioni della
citti.
un documento del mese di giugno 1450 ci fa sapete che un certo
J."n f"Uii-., ii..n.ie > in legge"ed"abitante ad_Ayr-gno.{re.vendette la
'r", ,r*aru ai UUri ad un iJ[.g^ di Ntmes: Polde d'Atbenas. Tra 3) La libreria del << Loaare >> e I'antbiente culturale parigino.
.si "i era un << Franciscum Petrarcam, in pergameno > 7'' Boterines, E saliamo oru a Pafigi dove abbiamo subito una sorpresa. La li-
Un libraio vefonese emigrato ad Avignone, Paul de
morto nel 1490, possedeva, il|'^tto del dicesso, \en 1500 volumi, breria del re Charles V, ammirabilmente studiata da Ldopold De-
.ornelo i,inventario'redatto tra i,27 dicembre 1490 ed il 5 lisle 7s, non p:re aver posseduto alcun manoscritto di opere delle << Tre
"tt.rt, essi figuravano le opere seguenti:
gennaio L49l.Tru C,orone >. Cib E oltremodo sorprendente quando si sa che, verso il 1378,
Jean Daudin intraprese, per ordine di questo re, la traduzione del De
Unus liber nuncupatus Filocolus, in vulgari' remediis di Petrarca. Ad ogni modo, nessuno degli inventari della
Unus liber nuncupatus Genealogia deorum' 2' libreria del Louvre redatti nel 1373, nel 1411, nel l4li e nel L424
Unus liber ,rrn*prtut Cent nouvelles, in vulgari segnalano la presenza di opere di Dante, Peffarca o Boccaccio.
Malgrado la delusione che comporta il mutismo dei cataloghi della
libreria del Louvre, siamo certi che la Parigi della fine de-l secoto
@ I. Mournrn Les lectures de Guillaume Fichet et lealqHeylin d'apris le registre
.
ile pr€t he-ti BiOtioitteque de la Sorbonne, < BibliothEque d'H-umanisme et Renaissance >' XIV e dell'inizio del secolo XV fu un cenrro attivo della diffusione delle
i.-liViI, isi:, pp.7-2i .T+i->i. i iiiizie sulla cairiera di G. Fichet sono date alle opere delle << Tre Corone >>. Christine de Pizan dimostra di conoscere
pp. 10-16.
o. 12: <<. . . cette m€me annie (14rr) il semble avoir cherchd en Avignon
7o lbid..
t" ro,ru"ili1l'pre,. a""i l;""urrg. l"r"it tani frapp6;. fak datat proposta dallo.stu-
rj*.:I, Francia, detti-articoli-possono fare allusione o allbpera boccacciana oppure dle
dioso perchd pensa che G. Fichet abbia trascritto il De aita solitaria. Siccome ora sappmmo Cent Noauelles nouuelles raccolie, nel 1462. alla corte di Phitippe le Bon.
;h;;.i; ;;d-liiraich.sca non tu da lui tras*itta, il 74fi n9n n;:b^ pit essere pteso' 73 P. Petsrrn, Histoire du liure et de l'imprimeie
i Aoignon. .. cit., t. II, pp. 19-20.
eventualmente, che come terminus post qilem per il suo vlagglo ad Avlgnone'
7r P. PeNsrrn, Histoire du liire et de l'imprimerie i Auignon da xlv" au wI" -^71 E. Pumcnrx, lvLaras*its de P1trarque daxs les bibliotbiques de France, cit.,
p. 100.
siicle, cit., t. I, p. 80, n. 10 e t. III, pp. 4546, <Pilce> 22. 75 Recberches
nlbid.,t.I,pp.Llg,l4Oel44rispettiyamenteainn'125,.D)e271'Awerto sar la libr_airie-.de Cbarles V, Paris, H. Champion, lg}7, I vol., in
il lettoreche'non e'irrotuiirn.nt..".to chi I'ultimo articolo qui riprodotto descriva un dui.p$ri. pit un- vol. di tavole. cfr. pure il catalogo dell'esposizione 6tlanizzata pr.rto
la B.ibliothique Nationale di Parigi, nel 1968, per celebrare if sesto centeiario della <Li-
;"fi;;;.;d;ae il Ouiiiiiii. ful. os"rurzione vale per-gli altti analoghi.articoli brafre du Louvre >>: La librairie de cbarles v,
;F;;t;A;di-.ior. oiii.. T"tt"ri", siccome tt Noaellino non ha avuto grande diffu- PP' * tavole.
Paris, Biblioth]que Nationale, 1969, Lto

7.
98 cIANNI MoMBEL I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BoCCACCIo IN FRANCIA 99
Dante fin dal 1400 c. poich6 cita indirettamente, nell'Epistre Otbean ", selda e un'altra raduzione anonima della stessa novella risale all,inizio
la sua maggior opera dalla quale si _i-spir1 quando scrive, nel t402-03, il del secolo xY. L'Estoire de Griseldis en rimes q p;;;i;;;;-nages, che
o.
Liure du-ibetzii de long estude 7s Sono tuttavia Petrarca e Boc- risale al !.295, ed altri rentativi di utilizzazior" d.ilu iiriii"jin;;
caccio ad attirare maggiormente I'attenzione dei letterati parigini- o 7s h
ci _della sua voga presso it p"!uii.l francese.
racconto assicurano
comunque attivi nell'ambiente della corte e della capitale. Come si B Anche Boccaccio fu ben accolto ii Francia, .o,n. iir*strano Ie
detto, verso il 1)78, Jean Daudin ffadusse, per-9hatles. V, il-De Eu due traduzioni del De casibus (1400 e r4o9) e quella di7---irro*rron
,lr*uiiirn " e non b impossibile che sia a Parigi che Nicolas le Sourd (14L4) dovute a Laurent de Premierfait, nonche q".tt, ,*nima
del
abbia copiato, nel L39L, il testo latino di tale opera petfarchesca per 7s', De malieri'bus claris.(_1401)7si. L'attuale ms. ft. i)t,.oni.n.nt" l"
C,rillarrm. Chrdtien. Questo manoscritto, di cui parleremo olffe traduzione francese -all,.rmanirta
49l_ P q c a s i b u s, sarebbe rpp"*-.n"ro
B oggi conservato alla Bibliothtque llunicipale di Pouai. Fu a Parigi, Gontier Col (t 1413) Et il
i"u[&, che il francescano tedesco Emelriius de Kerpen-a-copib,.nel -quale_
possedette p"r" *.plrr. d.X,
Genologia oggi con_s_ervato alla Bibiioteca Jageilonica"odi Ciaiovia colla
1395,i,esemplare del De renedii.r oggi-conservato nel ms. fol. 37) della segnatura ms. 41J 7s -,
Amplonianirih. Bibliothek di Erfuii"r. E_probabilmente a Parigi che come B dato costatare,
-grande,fu r'interesse suscitato dalle opere
Jean de Montreuil riusci a riunire ed a collazionare ben6',
cinque esem- di questi scrittori, come i .uirioghi, che qui ,ppr.r.- Lrurin.*.o, .on-
questa stessa opera nei primi anni del secolo XV ecc'
^ Ildi De
ilari
rernedii.s dovette godere quindi di un'ampia udienza pressg
fermano.

il pubblico colto della capitale francese, tta la fine d.el secolo XIV
e liinirio di quello ,rr....riuo. In questo intere-sse per I'opera del Pe-
trarca, ci pare di scorgere l'eco ed-il ricordo del viaggio. che- il poeta
.o-pi, ntf 1361, nella"capitale francese, e dl'rante il quale..ebbe modo 4) La collezione di lean de Berry.
di pariare al re jean II, di recente liberato dagli inglesi, delf incostanza
di Fortuna. Ben altro interesse presenta invece l'esame della superba col-
1.,-rgl. che Jean de Be*y-riuni n9-1le sue varie residenze . ilprrttutto
verso il 1384-1389, Philippe de M6zibres tradusse in francese la
a Mehun-sur-Yivre. Di questa collezione possediamo diversi inventari
versione latina eseguita dal Petrarca della novella boccacciana di Gri-
che risalgono al 1401-0i (in". A), al r+ri (inv. B) ed al 1416 (inv.
7s a p. Q. C. Ceunnrll, L'Epitre d'Otb6a. Etude sur le sources de Cbristine de
c) nonchd alri due (inv. 2.ed E) che concernono i libri dati o pro
Pisan, Paris, H. Champion, 1924, p. 152. messi dal duca alla Sainte chapelle di Bourges. pr.na.ril .or'. ,.rro
7sb M.-J. PrNer, Cbristine de Pisan, 13!4.ry0:Etuile bio_graphique.et littiraire-, base pet questo esame, quello-della edizionl curata dal G,-,ifireyt;-;i
H Champion,
Paris. H. Chamoion. 1927, oo.9O-9L e 281-105.
1927. pp.90-91 liure du chemin de
Pues61gr., Le hu.re
2fil-r05. R. Puescurr' cui adotterb la numerazione alla quale farb p.rb ..guir. quella'delle
l::;":i,::*zr:":"c"?,::':':'r!i!,:;:''li*.yni?K'#;w;i::.t';'*l:{l:u
par-Cbristine diPizan, pabli6-po41 Q Premiire lois d'aptCs sept manuscttts
'ii"piiii,'ir'niui:itii ,at d, Berlin.'.., Berlin, R. Da-mkishler -Paris, H. Le Soudier, 1881.
ionz'estade
7sc !. ps11s1a. Ancienfies ffadlctions lranEaises du traitt de P|trarqae sur <<I*s
remldes d-, f";A-i';;tre Fortune o, o Notiies it Extraits des manuscrits de la Biblio- 7s h Per la fortuna francese di questo
racconto cfr-.i- E. Go*Nrsrcrrr,rr-Kourouzorr,
.i1to"" tl.tionale et autrei bibliothbiues)>, )OO(IV, premiire partie, 1891, pp.271'87.
", Fririi;-xfi;;;"o;
L'Histoire de Griseldis )h/;';ia:;;,"nffi,
e.-$*o*, ll Rinascimento francese. Stadi e ticerche, cit', pp' 14&160' 7si Per queste traduzioni
E.^brc2, t9)).
7sd Nicolas Le sourd era libraio giurato dell'universiti di.Parigi, nel D94. cft. cfr. anche i lavori di H. Hauvette citati nelra n. l,
p. 81.
p. pnrrrcniN.-LiiOtiotniaae da Colliie de Fortet au XV" siicle, nei Mdlanges dddii-s
i'li nhoiri de Fitix Giat, Pais et-Nogent-le-Rotrou, 1946-1949, in 2 vol., t. Il' . - 1t' C. Baa,oLo, Manasuits des tradactions lranEaises d,oeuores de Boccace dans
les bibliotbiques de France, iii., pp.- i-il--'-"' '
p. 312, n. l. 7s- I. Zenr,ssxr- Kodeks BJ nr.4D:
f,f1. inlra, p. 179.
7se Giooanni Boccaccio, Geneoropia deorum a
Gortio col. humanisio horcotii.^irzrtigo_l{iioazenia,
r \tr. Scnuu, Bescbreibendes Verzeichnis der am_plonianiscben
7s Handschriften' Biblioteki Jagier-
Samnlang zu Erfart..., Berlin, !(eidmann, 1887, p. 259. (r*rdr sur -Ltoccaccio >- 3,._7265,.pp.t!r*,?
9*E?
,-:.,xY:]^2^,-,leu\pp.^3e4s. iiii*ri" net_<<Biuretjn
primo rJmanesimo potacco,
257&. Gran parte
e ISAN Ds MoNrneur4 Opera. Volame I - Parte prima: Epistolarig. Edizione oi'
zs 247-294) concerne il ;s.
413 . i""r;;;.;i.. -'*' di'questo articolo <ti,ia.-pp'.
tica a cari-iliio O-*"^iJ.rr'uru prelazione /i Axon6 Conors, Torino, G. Giappichelli, 76
J. Gurrrnpv- Inuentaires de lean d,c de Berry (140r.-1416), patis, E. Leroux,
1963, pp.115-17, ePistola 208. 189+96, in 2 vol.
IMANoSCRITTIDIDANTE'PETRARCAEBoCCAccIoINFRANCIAI0I

1OO IANNI MOMBELI, Moulins


I"', dovette certo trasportare ques-to ptezioso manoscritto h
Jean
di Hiver de BeauvoitTs nonch6 i riferimenti for. titi.i.vrno otdinariarnente i iuchi di Borbone e dove si trovava la
edizioni del Delislez e i*o UiUtioteca. Sarebbe interessante poter identificare questoredatto codice
;;il'i;;;.ior...a."ii
*- ,..*ao la numerazione adottata dal Delisle. ;;; a.g[ articoli dell'inventario dilla collezione borbonica
;'i;;;;"Ii" C;;e redatto a Pafigi, nel 1416' dopo la morte
i libri vennero coli iii liil. {rr..to documento segnala la presenza, nell-a-collezione, di-un
d.l *";ih;; -" ai.p..&"* J,r." allorcf,6 suoi
;.1.-;;;.p-iare contenente la lraduzione francese del De mulieribus
raccolti per essere u'rl"t"ti in modo da riperire 11 to*t', -tecessaria itiiit, sicci,6 penso che non sia troppo azzatdato identificarlo con esso
ber Dasare i debiti del defunto mecenate e per tacitare debitori di
ed
."i"ti;"i;- itZ dell'edizione di deiio inventario data dallo Chazaude.
xila|"fl"i. ;;;;;;t.-,";;;i;;; due manoscritti contenenti opere
V;;;r"a p..J .t., mentre questo inventario_ segnala un. esemplare
g;.;..i. ed ahettanti contenenti opere di Petrarca d.ll"-irrJ"ri"" e del'Di casibu^s il quale vemebbe
-dalla
collezione del
Il primo "tticolo che cilerb -pgtl il n'ed940 nella edizione del
il n' 158 in q]-rella di
t',
;;;; ai iltty o-.rr. una analoga precisazio-ne p9r l'articolo che
Guilfrev7s'. il n.zli;dit, iel'Delirl.?e ..nnala la traiunone del De tnulieribus-claris. Ad ogni modo, il mano-
Et i. gl""";it -. q""Ji" volume, entrato in
eir nella collezione del duca
B.ove pirta il ,.iiri. p"5.d"to Jeand, de Berry, e descritto nelf inventario del t416,
nel 1404, non compa.I *iir""t'"iit A m.a quello Ecco il ;at;,;"; ed B oggi ,oto .ollr'tegnatura ms' fr' 598u della Biblio-
,l^gf iOlkl.l J i" q".U" C ove porta il n. :b0 (Delisle).
thdue Nationale di Parigi-
tenore di questo atticolo: ' Il secondo articolo "che citerb porta il n. 99) nell'edizione del
&
Guiflrey ss, il n. 208 in quella del Dilisle ed il n. L57 in quella. di
Item, le Liare d.es lcmmes nobles et renommier, que fist Jehan
Bocace'

escript en frangoys, i;'i;,;* E fourme; et au commancement pluseurs


du second Hi";;-4. Beauvoirrr. Esso non appare che nelf inventario del L4l1
ffiii"; ia rabrice LXIU", couvert de veluiau ouvr6 de ;;r.hd entrb nella collezione ducale iolo nel 1411. In questo inventario
;;;i;;;r;".*.ip,i
f.i.i., a d."" }.i.ou.r. d'argent adorez,,
V
esmaillez l'un d'un Rov
de cuivre dorez;
il;'ii ;. ilt aD.lisle) mentre porta il n. 52) (Delisle) in quello del
et 1'autre d',rne Royri.];;;;;tt*ne"a! boullons 1416. Ecco il tenore dell'articolo:
i;";;fji;r; I;h"" i. 1" fiuii.t'Jor,r," i Monseigneur, ou mois de fevrier
;;1;i;;, liai dessusdit mil CCCC et III (: 1404 n' s')' N. ggl - Item, un livre de Jehan Bocace, des cas des nobles bonnes et fem-
i'"i,'ir^"ttite'de latin en fianEoys par I-aurens de Premierfait, clerc, escipt
Una emarginatura nell'inventario del L4l6 ci appr.ende
che-questo J;-i"*; d; fourme,-Ui"" .i"'rnind plaisir;et histori6; et.au-commancement du
couve_rt de drap de damas noir,
delle ,u.ona f".itiet a escript: it (sic\ ont
codice fu < Bailld A h;".h.;;; J. nt"tUo"nois > cioE alla seconda
;; f.;;; t;eu:< f;.*r,r.r, d'"tg.nt'dorez, esquelz est escript le nom dudit
ffi;gk-"r"1!-aria"." d.[* r,r" prima moglie Jean-ne.d'Armagnac'
l'allora conte di
iir*, t"q".i monseign.rrr l'evesqie de-Ct-arttess donna (:
) Monseigneur aux
Marie, che sposb, i" t;;;. ;;zze, il-24 gtugni. Y00: ott"i".t, le premier-jour de janvier mil CCCC et dix 1411 n' s')'
ei;;;;1.il,;r,.'pru-iriaiJiu."tb d"uca' di Bourbon col nome di
Una nota, nelf inventario del L416, ci avverte clre-$1es19 codice fu
u baill.-"r, .o.,.
d'Armagnac >. si tratta di Bernard d'Armagnac, vII
7 L. DBr,rslr, I* cabitet des manusfiits.;.. cit., t' II-I, pn' -L70-94' Lo stesso
'{,*{ti:*,it;,^;*:;:!;ii!',,!i'!i"iil:i' n' ]06; p' N'
e Di questo inventario parlerb ol[e. C[r' inlra, p' 148, 149' 172 e

p.
;y'a##:l:}rf:ff ffi il","'t'ffi
\ppiiiiii" a'ir;-;;' Fince', duc de Be*v, pp' 217')26'
151.
s Cfr. inlra, pp.149-51. Come dirb oltre, si possono nurirc dubbi sulla
veridicitl di
?sA.HIvpnDeBeeuvorn,I-alibrairieile.JeandacdeBerryaucbiteauilelvlebun' questa afiermazione.
io;i'i'iiret ks inuentaires et 41)ec des Recbercbes sur an gfortpe- .de manusuils
M. Tnouls, -b'ilift;;;iil". i peintares du d6bat dt
rut_y)ore.1416. pubti|e ;;';;Lr";;;;'ii'iii;irc
s4
W" siaii|,;'d"ilil J. i"-siieie Internationde Arthurienne >, 4, t952,
iitit,i^i",
'* chez Auguste Aubry' 1850'
brr"r*"t, Inuentaiies de leans duc de Berry ' ' ' cit'' t' l' p' 246'. pp. 81-89.
J. GuIFFR.Ev , lnaentaires de Jean iluc de Bety, cit., t. l,
p' 265'
, ";.L. DBrrsLs, lt cabinet des manustits ' ' ' cit', t' III' pp' 18n88' ss
t. III, p'
s A. HIvpn De Baeworn, La libroirie de Jean duc de Berry ' ' ' cit'' p' 71 ' s6L, Drlrsrr, k cabinet dcs manuscrits... cit,, 187'
m A. Hrven ne Br,luvoIn, I-a librairie ile Jean ilrc de Berry ' ' ' cit', p' 76'
8l Tean de la Barre era <( rereveur des_6nances, nella Guyenne, e nel Languedoc'
;'# b ";d;; di i;;;; ro'v 'i arricchi molto grazie aia 6 Martin Gouge de Charpaignes, tesoriere generale di Jean de Berry'
v"le la i:i'; ;i ;i#il
<doni> fatti al duca..t.,"-"ig.'rJ"-ilii, a*&i.- *.t...'not poco denaro e favori
questo apPassionato bibliofilo.
to2 GIANNI MOMBELLO I MANoScRITTI DI DANTE, PETRARcA E BoCCACcIo IN FRANCIA 10,

morto nel 1418, marito di Bonne de Berry figlia del duca Jean. Ben dall'orafo Hance Krest e, allo zio duca di Berry, nel mese di aprile
poco si sa della successiva storia del codice. Un nipote di Bernard VII, 1398. Tale volume appare quindi gii nell'inventario A (1401-03), dove
]acques d'Armagnac duca di Nemours fu un distinto bibliofilo di cui porta il n.994 (Delisle) e poi in quello B (1411), dove porta il n.23
parlerb olre e possedette almeno due manoscritti contenenti opere (Delisle) ed in quello C (1416), dove porta il n. 562 (Delisle). Non
di Boccaccio oggi a Chantilly, ma nulla permette di dire che an- saprei dire se questo codice ci sia giunto es, fatto ts che esso non si
che il nostro gli sia appartenuto. Solo sappiamo che, durante il secolo rova in nessuna biblioteca francese poich6 non E citato nel catalogo
XVII, il codice era nella collezione di Alexandre Petau (t L672). Gli di E. Pellegrin.
eredi di questo bibliofilo lo misero in vendita in un catalogo pubblicato Ilsecondo volume che contiene opere di Petrarca porta il n. 974
verso la fine del secolo XVII 8e, ma esso non venne acquistato che nel nell'edizione Guifirey s, il n. ll2 in quella del Delisle' ed il n. L3
t720 da Ami Lullin, teologo ginevrino, che lo cedette, dopo la sua morte in quella di Hiver dL Beauvoir ". Quesio codice non entrb nella colle-
(t756), alla biblioteca di Ginevra dove ancor oggi si trova sotto la zione ducale che nel 7409 e quindi non appare che nell'inventario del
segnatura ms. fr. 190, assieme ad un'altta copia della stessa opera b,oc- 141, (B) dove potta il n. 125 (Delisle). Nell'inventario del 1416, nel
caiciana, in raduzione francese (ms. fr. 191) che viene pure dalla colle- quale porta iI n. 513 (Delisle), esso venne cosl desoitto:
zione dei Petau s ".
Oltre a questi due manoscritti contenenti opere di Boccaccio, il N. 974 - Item, un livre de bien grosse lettre de fourme, ouquel sont pluseurs
Oroisons en latin i Dieu et Nostre Dame, le Psaultier saint Jeroysme, les
duca ne possedette altri due contenenti opere di Petrarca. I1 primo che
citerb conteneva Ia traduzione francese del De renediis. Esso porta il
VII Pseaumes compilez par Frangoys Peuarque, les Heures de la Croix et
du Saint Esperit, et pluseurs autres devocions et contemplacions i Dieu; et
n.872 nell'inventario quale fu pubblicato dal Guifireys, il n. 171 au commancement du second fueillet a escript: ac sompnolencia; couveft de
nell'edizione del Delisle'' ed iln.67 in quella di Hiver de Beauvoir'. cuir rouge emptaint, i un viez fermouer d'argent blanc, et fault I'autre
Il volume venne cosl descritto. fermouer: lequel livre maistre Philippe de Corbie e, conseiller et maistre
N. 872 - Item, un livre de Frangois Petrarque, des Renedes de l'une et de
I'altre fortune, translatd en franEoys; couvert de veluiau vermeil, i deux < A Bernart Bousdrac, dit Pagan, marchant, demourant ) Paris, VI frans, en quoy MS.
le duc lui estoit tenu pour III quartiers et demi de fin veluau de grainne, que MdS, le
fermouers d'argent dorez, esmaillez aux armes de Monseigneur et de Monsei- duc avoit fait prendre et achetter de lui, pour couvrir deux livres no[lmez l'un le livre
gneur d'Or16ans. de I'empeteur cilestial et I'autre le livre des remtdes de chascune fortune, que ycellui
seigneur a donnez i IrIS. le duc de Berry, si comme il appert par la quittance dudit
Tale manoscritto venne regalato, assieme al Liure de l'empereur Bemart, donnde le XVII d'avril, ou dit an IIIIxx XVIII. VI liv. t. >.
cdleste da Louis d'Or16ans, che li aveva fatti rilegare
e3
indi decorate % Ibid., t. III, p. 158, n, 5826: << A Hance Krest, orfivre et varlet de chambre de
MS. le duc, pour l'or et faqon de IIII fermoers pour fermer II livres, l'un nomm6 le
livre de l'empereur c6lestial et l'autre le livre des remBdes de chascune fortune, que ycellui
ss Catalogae des manuscripts et ni?tiatafes ile leu Monsieur Petau, _c_onseiller i la scrgnEur donnez ia IuJ.
seigneur a qonnez MS. le
re ouc
duc oe Berry, et pour la Iasson
de Derry, fasson o lceug et esmauv
d'iceulz esmaulz rals
fais aux
Grund' Cbambre du Parlemeni de Paris, [s. 1., s.d.], 16 pp. Paris. BibliothEque Na- armes de mes dis seigneurs, XXXIII liv.>>. Ibid., t. III, p. 158,n.5827: <A Estienne de
tionale, Ris. Q456. P. 12,n. 187: <Boccace des Nobles malheureux traduit en Frangois, Tronchay, marchant. demourant i Paris,
Tronchav. marchant, Paris. pour IIII tissus et une tiroirs de soye
Dour cause de IItt sove
en II. volumeJ, avec plusieurs miniatutes, in folio >>.P. L2, n. 188: <<Boccace en FranEois, vemreille prins et achettez de lui pour mettre Bs livres dessus diz, LX s. t. >.
avec plusieurs ires-befies miniatures et vignettes, in folio >>. Il nostro codice corrisponde al- es Darb oltre, p. 118, n. lM, una lista dei manoscritti contenenti Ia raduzione del
I'artiiolo n. 187 ed il n. 188 corrisponde all'attuale ms. fr. 191 della BibliothEque Publique
D,e.ymediis; che. ci sono,giunti. Non sap.rei dire se il.ms.
et Universitaire di Ginevra. fi. t't-17..a.-U: BibliothEque
Nationale di Pariei, che fele parte del piir antico fondo della < Bibliothlque du roi
sra H. dussxr, Notices sur les manusuits Petau conseru1s i la Bibliotblsuq_4e_ ".
oppure il ms. 2'860 della Bibliothtsque de l'Arsenal, che appartenne al marchese
marcheie di Paulmy,
Geniue (Fonds Ani Lullin), Paris, 1911, pp. 166-71 e L7l-76. Estratto dai tt. L)Q( ancora il ms. Oc54 della biblioteca
od ancota bibl.ioteca di Dresda,
Dresda, che appartenne ad :l un discendente
discendente di
(1909), pp. 247-302 e 471-522 e LXXII (1910, pp. 279311 e 556599 della < BibliothEque
l.ean de
J.ean oe Derry,
Berry, Jacques dArmagnac
d'Armagnac duca dl di l\emoufs
Nemou identificati con quello
possano essefe lclentlxcatr
de l'Ecole des Chartes r>. descritto dal presente articolo. Sventuratamente gli elimenti forniti da questo docuiento
s J. Gutrrnev,Inuentaires de Jean duc de Beny... cit., t. I, p.229. sono troppo sommari e rendono impossibile una identificazione sicura.
er L. Dsrrsrs,It cabinet des manasuits... cit., III, p. 185. % J. GurrEnrx, Inoentaires de
Jean duc de Bety, cit., t. I, p.259.
e2 A, Hrvrn or BeluvoIn, La librairie ile lean duc de Bety . . . cit., p. 38. , L. Drrrsrp, Le cabinet des manuscrits . . . cit., t. III, p. 180.
e3 L.-E.-S.-J. Cor"rtB oB Lmonor, Les drcs de Bourgogne. Etades sur les lettres, les es A. HIvpn or, Breuvorn, La librairie
de Jean dac de Berry . . . cit., p. 15.
ilts et l'indastrie pendant le XV" siCcle et plts particaliirement dans les Pay*Bas et le Philippc de Corbie, signore di Mareuil e di Jaigny era figlio naturale di Arnaud de
dacbi de Bourgogne, Paris, Plon Frlres, 1849-52, in 3 vol., t. III, p. L57, n.582): Corbie, primo presidente del Parlamento di Parigi nit t"lil.
104 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN EMNCIA 10,

des requestes de l'ostel du Roy et de Monseigneur, danna i mondit Seigneur traduzione ftancese di Jean Daudin da regalare a Jean de Berry. Se i due
Ie XVII" jour de novembre l'an mil CCCC et IX. primi inventari di questa collezione, pubblicati dal Graves, non segna-
lano alcun manoscritto di Dante, Petrarca o Boccaccio, per conEo,
Anche questo esemplare non E citato nel catalogo di E. Pellegrin quello del 1417 cita:
e quindi, se pur ci t giunto, eiso non si trova attualmente in Francia.
Le livre de Bocace de cosibus etc., en latin, couvert de veloux noirr6.
*aL*

Una nota a questo articolo ci informa che


5) La collezione dei ducbi d'Orl6ans.
M. le chancellier I'a prins pour porter i M. le duc en Angleterre r@.
Della libreria che i duchi I'Orldans costituircno a Padgi ed a
Blois ci restano parecchi inventari. I primi due, tisalenti al 1189 ed al Siccome la lista dei libri riportati da Charles in Francia, nel 1440,
1408, furono pubblicati dal Graves r@. Il terzo, del 1417, venne pub- non cita pit alcun manoscritto del De casibus, tale codice dovette restare
blicato dal Delisle'o'. IJn quarto risalente al tempo della prigionia di in Inghilterru. La collezione possedeva pure un codice contenente la
Charles in Inghilterra, venne redatto a Blois, nel t427 e fu pubblicato storia di Griselda r@'.
da Le Roux de Lincy t@. Allorch6 la libreria tornd a Blois, nel L436, L'inventario del 1442 circa, pubblicato dal de Laborde, ci informa
dopo & aver emigtato, ne1 1428, nel palazzo del signore di Rochechouart che la collezione di Charles possedeva, a quel momento, un manoscritto
a La Rochelle, venne redatto un quinto inventatio inserito dal de Labotde del De remediis rr0 rimpattiato dall'Inghilterra. Recentemente E. Pel-
nel teno tomo della sua storia dei duchi di Borgognat0'. P. Champion ru legrin ru ha segnalato che, secondo Gilbert Ouy, il ms. lat. 6'498 della
ha pubblicato la lista dei libri che Charles d'Orl6ans portb con s6, nel BibliothEque Nationale di Parigi, contenente appunto tale opera petrar-
1440, al suo ritorno in patria. Infine, un ultimo inventario, pubblicato chesca, sarebbe appartenuto al poeta. Tale volume era infatti a Blois
nell'opera succitata del de Laborde t6, risale al 1442 circa. Tutti questi durante il secolo XVI tr2. E difficile dire se tale manoscritto corrisponda
documenti, eccetto i primi due, sono stati studiati da Pierre Champion o meno a quello descritto nell'inventario del 1442 chca.
in un suo noto lavoro'6. Informazioni pit interessanti ci sono fornite da un lavoro di
L'esame di questi inventari B alquanto deludente perchd essi L. Jarry stt Le cbitelet d'Orl€ans aa XV" siicle et la librairie de Cbarles
si rivelano assai avari di informazioni concernenti la nosra ricerca. d'Orl1ans en 745518. Un documento del 18 m rzo L445 (: n. s.
10, Louis d'Orldans si era interessato al De retne-
C,ome gii si b detto L446), quivi citato, ci informa che Charles d'Orl6ans prese in imptestito
diis di Petrarca fin dal 1198 facendo confezionare una copia della dalla biblioteca dell'Univetsiti d'Orl€ans tre volumi per la durata
ro F. M. Gnrvns, Deax inoentaires de la maisott d'Orl€au (1389 et 14081, r08 L. DsLrsLr, Le cabinet des manascrits, .. . cit., t. I, p. 106, n. 24.
pabliis polr la premiire tois et prdc1dds d'axe introduction,. . . , Paris, H. Champion, r@ Ibid., t. I, p. 106.
1926. < Bibliothique du XVU siicle >, t. XfrI. t$a lbid., t. I, p. 108. <Et par devers mes damoiselles d'Orl6ans sont demourez
lot fu6a$ifis1 desmanasoits...cit., t. I,pp. 105-08.
les livres qui s'ensuivent, et lesquelx elles avoient au vivant de feu Baugency, c'est
r@ A.-J.-V. Le Roux De Lrncv, It bibliotbtqae de Cbarles d'Orldans i son
assavoir [N.87]: ks histoires de Mellibee, les eschecs moraulx, le sage chevdier,
cbdteaa de Blois en 7427, publi1e pour la premiCre tois d'apr?s I'inaentaire original, Boesce. Grisetdis et le codicille Maisre Jehan
Boesce, iVleun. en ung volume, couvett de
Tehan de IV[eun,
Paris,Ddot, 1841, pp. 59 e parzialmente nella Bibliotlrlque de l'Ecole des Chattes >,
<<
cuir rouge marquet€. (Mes damoiselles l'ont. Patet per cedulam) >.
V, 184344, pp. 59-82. ll0 L.-ErSrJ. Corvrra DE LAoonor, Its dacs de Bourgogne . . . cit., t. III, p. )26,
rG L.-E.-S,-J. Coute DB Laronor, Les ducs de Boargogne... cit., t. III, pp. t.6587: <Ung livre sn l4tin, nommi de Remediis utriusque forrune, couvert de cuir
288-)03, nn. 6)2344)4. trorge D, Questo articolo figura nella lista dei .< Livres apport€s d'Angleterre > anche r
rs P. Grer"rprov, l-a librairie de Cbarles il'Orl6ans, auec an albam de t'ac-simil4s, non E menzionato nell'inventario incompleto redatto, nel 1440, a Saint-Omer,
Paris, H. Champion, 1910, pp. XXV-XXIX. trr l1[4nus67iss de Pdtrarque dans les bibliothlques de France, cit.,p.289, nota alla
tos L.-E.-S.-J. Courp Dp Leronor, Les ducs de Bourgogne . . . cit., t. III, pp. 314 P. )84 (: ++).
))2, wr. 64474634. ltz lbid., pp. 44.C.fr. pure oltre p. 2M, n. 58y'.
,6 Cfr. lbpera citata nella nota lM prec. ll3 Pubblicato nei < M€moires de la Soci€ti Archeologique de l'Orldanais > t. XII"
ro Cfr. sopra pp. 102O3. 1871, pp. )87-421.
106 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BoCCACCIo IN FRANCIA 107

di un anno al fine di ricavarne una copia. Si tratta dei manoscritti che tale copia ci b giunta. Oggi essa porta la segnatura ms. lat. 6'069 Q
seguenti: della Bibliothbque Nationale di Parigi.
1) Liber Francisci Petrarchae de viris illustribus, incipiens: Romulus La libreria di Chatles d'Orldans possedette pure i libri XII-XXIV
Romanorum regan2 primus... cujus secundum folium incipit: ruant primiqai delle Familiares di Petrarca che ci sono pervenuti nell'attuale ms. lat.
omnium..., penultimum sic exorditur: gladi*m uagina uacaaftz in urbe ion 8'570 della BibliothBque Nationale. Tale manosmitto fu donato a
oidimus. .. et ultimum incipiens: finiendaru tale a"ulnas. Charles d'Orldans da Pierre de la Hazardibre !17.
2) Liber Johannis Bocacii, de casibus virorum illustrium, incipiens: Prima di concludere questa rassegna dei manoscritti che apparten-
Exquirenti michi .. . cujus secundum folium incipit: incole cura soliti . . ., nero ai duchi d'Orl€ans E bene ricordare alcuni codici posseduti da
penultimum.incipit . ... nec_potius quarn- Etbiopos . . . et ultimum incipiti altri membri della stessa famiglia.
lractisque uiribus suis . .. Non autim fit meniio de foliis tabularum ^seu Marie de ClEves, ultima moglie di Charles, fece trascrivere, verso
cotacionis ipsius libri.
Liber Johannis. Bocacii, de mulieribus claris, incipiens in textu: i|7455-56, da un certo Pierre d'Amboise un esemplare della traduzione
- .._r)m.ulierum
Pridie e,gregiam...,,cujus secundum folium incipit: t;qulio i* francese del Filostroro 18 L'inventario dei beni della duchessa redatto
amplioribuz ystoriis.... penultimum sic incipit: arias ludai femin'as... et a Chauny, dopo la sua morte, il 6 luglio 1487, elenca appunto un
ultimum sic orditur: pectore et tandem erectott4. << livre de Troylustt' ,r.

Come ricorda il Coville rD, questo codice che porta, al f.. b,le armi
La BibliothBque Nationale di Parigi possiede un codice del De di Marie de ClEves, corrisponde al ms. ft. 25'528 della Bibliothbque
airis illustribus tts che appartenne a charles d'orl6ans e che fu co- Nationale.
piato nel 1448 da un certo Mourard scriba della diocesi di Reims. Un fratellastro di Charles, Jean BAtard d'Orldans r4', conte di
Il de Labordelru h_a d'altronde pubblicato dei documenti i quali ci
attestano che, verso g,[i anni L455-56, Jean Fouquer6 (o Fouqutsre)
scriba e rilegatore di Blois preparava, per conto del duca, la pergamena cumenti citati nella nota precedente. Scartiamo subito il ms. lat. 8'570 (cfr. ivi n.
117) perch6 fu donato a Charles d'Orldans da Pierre de la }IazardiBre. D'altronde
per rascrivere un'opera di Petrarca che, in seguito egli rilegb. In quel questo manoscritto consta di soli 22 fascicoli ed ha delle maiuscole a penna rosse e non
torno di tempo, Jean Mcreau esegui la decoralione di un u-olrrme co.r- delle lettere ornate. Il ms. lat. 6'069 K si compone esso pure di 22 quaderni ed ha solo
tenente un'opera di Petrarca. Di che opera petrarchesca si tratti ts 47 lettere ornate. Esso contiene perd delle decorazionf marqinali, a volte vistose, ai
fr. h,9)v, 114v, 116v, l20r, l2lv, 72)r, 129t. Infine il ms. ft. 25'528, che contiene la
impossibile sapere con esattezza rt6 ". traduzione del Filostrato (opera che il traduttore attribuisce, come E noto, al Peuarca
_ Nql saprei dire se dall'esemplare del De casibus preso in prestito e non a Boccaccio), non pub essere neppur esso rawisato in questi due documenti
dalla biblioteca dell'Universiti d'orldans sia stata effettivamenre tratra benchd lasua data di confezione risalga agli anni 1455-56 (cfr. oltre n. 118).
Detto codice conta infatti dodici fascicoli ed ha solo una novantina di lettere ornate.
una copia, certo b che una copia del De mulieribus claris venne ese- Ir illustrazioni che si rovano ai fi. lr, 2v, )r, 4v,9v, llv, l9v, 23v, 30v, 35v, 42r,
guita dal Mourard che copib il De airis illustribus, pure nel i,448 e 55v, 6)r,72v,79v, 89v, sono state eseguite dopo il 1465, d,ata motte di tCharles
data della morte
d'Orl€ans, poichd le armi di Marie de Cllves (f. I1r) sono iscritte in una losanga.
rr4 rr7 E. PELLEc*I*, Manuscrits de Pitrarqae dans les bibliotblques de France, cit.,
L. JARRv, Le cbitelet d'Orlians au XV" si)cle . . . cit., p. 416. euesti docu- pp. 59-60.
menti sono stati pubblicati anche da M. Founrvrrn, Les statuts et prioiliges dei uniuersitds
. cit., t. I, pp. 212-D, n. 289.
lranqaises . .
rr8 L.-E.-S.-J. Dr Laaonor, Les ducs de Bourgogne . . . cit., t. III, p. 362, n. 67M:
lls Esso porta la segnatura ms. lat. 6'069 K. < A Michau Boudet, marchant, demourant i Blois, pour une XII" de fin parchemin
veslin,- achett6 de lui et baill6 i Pierre d'Amboise, pour faire ung livre pour ma dlcte dame,
__]rj L.-E.-S_.-J. Co-r'are Dr Lenonoe, Les dacs de Bourgogne . . . cit., t. III, p. 362, ouquel est contenue l'istoire de toylus et Criseida du temps de la distruccion de Troye
n. 6780: < A Jehan Moreau, enlumineur, pour avoir tour;i d'asur et 'de vermillon ef la gant, )OryIII s. IIII d. t. >.
fl-e-qly deu* c_ens cinquante lettres et fait une vignette ou livre nommd Frangois Petrac, rre Paris, Bibl. Nat. ms. Ir. 22'J)5, ft. 253r-264v: << C'esr l'inventoire des bagues et
XXX s..t. >>. P..362, n.67St: <<A Jehan Fouqui-re, escripvain, demouranr i blois, poui
avoir taill6,.point€, ponc6 et rdgl6 de rose six Xilnei de parchemin en xXXVI caieri irour ioyaulx, or, piemes, perles, vaisselle, tappisserie et livres, de madame da duchesse d'Orleans,
escripre Ie livre de Frangoys Perac, en francoys, pour-MdS. le duc, au feur de ii d. de Milan, etc., faicte a Chauny, le VIt jour de iuillet mil IIII" et sepr )>, f.264r: < Item,
pour chacun cayer, valent LX s. t. comme par le roulle du mois d'avril mil cccc LvI le livre de Troylus >.
et par _quittance, cy rendu, appert, pour ce, LX s. >. Questi documenti risalgono al - ry_A. Colrlre, I-a oie intellectuelle dans les domaines d'Anjou-Prooence de 1)80
d 1435, Paris, Droz, 1941, pp. 169-70.
1455-1456.
a Nessuno dei codici contenenti opere r20a M. CarrrN DE MEnouvrrrn, Le beaa Duois et sofi temps. Pr€face
116
di Petrarca, che appartennero agli Orldans de
e che ci sono giunti, pud essere identificito con quello (b quelii) descritti nEi due do- M. Pnrlrppp D'Esterr.r,run-GreNrsnlrNr. . ., Paris, Les Sept Couleurs, 1960.
108 GTANNT MoMBELLo
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA 109
Dunois (1403-1469) possedette due volumi contenenri opere & Boc-
caccio. Un inventario dei suoi beni eseguito a ChAteaudun, nel 1468, 1423-24 - Redatto dopo la morte di Marguerite de Bavilre vedova di Jern
ricorda: sans Peur, a Dijon.
t468-69 - E l'inventario detto del 1467rx, anno della morte di Philippe le
Ung Iivre appelli Bocasse r2r. Bon, ma redatto, a Bruges, almeno un anno dopo. Esso b il documento
Ung autre livre, en latin, appelld la Gindalogie des Dieux paiens 12. piir completo sulla collezione borgognona.
Sempre secondo Coville ra, il ms. fu. 25'527 della Biblioth\ue
il iltl - ^Redatto a Dijon, dopo la morte di Charles le Tim6raire. Molto in-
completo.
Nationale, che contiene la uaduzione francese del Filostrato, avrebbe l4Si - Inventado redatto a Bruxelles al tempo di Marie de Bourgogne e di
potuto forse essere stato eseguito per Marie d'Harcourt, seconda mo- Massimiliano d'Austria. Gli inventari del 1485 e del 1504, molto incompleti,
glie del Beau Dunois. Una simile ipotesi mi pare difficile da sostenere non interessano che marginalmente la nostra ricerca.
perchd il codice reca Ie armi dei La Tr6moillera.
Pet gli inventari del 1404, L405, t423 e 1477 segqgb la- ryigliore
t27,
:t :k i< edizione Jel Peignot p€f quello del L420 seguirb quella_ del Doutre-
pont r2s,
infine, [.r qrelli del Ufi e del 1487, seguirb l'edizione di
6) Le collezioni dei duchi di Borgogna e delle reggenti dei Paesi
-J. Bamois. a un
Bassi. Nel 1403, Philippe le Hatdi dava << lombard >>, Jacques
Passiamo ora ad esaminare la splendida collezione di manoscritti
Raponde una cospicua somma di denaro, con questa motivazione:
che Ia potente dinastia borgognona riuni in vari depositi disseminati A Jaquet Raponde, marchant bourgois de Paris, auquel mondit Sr' de grAce
.rpe"irl a donn6 la somme de III"-fr.,.tant d'un
nei suoi estesi e frammentari possedimenti. 'des pour et-en- recompensacion
dre en frangois de pluseurs histoires Finmes de bonne renommie qu'il
Gli inventari della libreria dei grandi duchi d'occidente furono
pubblicati da Jean Barrois nella sua Bibliothique protypograpbiqae 18. lui donna aux esraines du jour de I'an derrenierement pass6, comme pour
Essi risalgono agli anni: les bons services qu'il lui a faiz chacun iour et espere qui face_ ou temps i
venir, si comme iL appert plus i plain par les letges patentes dudit Sr. sur
1404 - Inv. redatto, alla morte di Philippe le Hardi, a Paris. ce faictes, donndes f PariJ le XXi" ioui de janvier I'an mil CCCC et deux
1405 - Inv. redatto, alla morte di Marguerite de Flandre, vedova di Philippe (= L403 n. s.) 12e.

Ie Hardi, ad Arras.
1420 - Inv. redatto, dopo la morte di Jean sans Peur awenuta nel 1419, Questo volume doveva certo contenere la traduzione anonima del
a Diion. De mulieribas claris eseguita nel 1401. L'inventario del 1404 desoive
cosl questo codice:
r2r L. rlELrsLE, Le cabinet des manuscrits .. . cit., t. III, p. 194, n. 16.
w lbid., t. III, p. L95, n. 48. Item, le livre que fist Jehan Bocache, et est appelld Des nobles lerumes
t7\ li oie intellectdle daxs les domaines d'Anjoa-Proaence .. . cit., pp. 170, rcflontdes, i dzux fermeaux d'argent dords, armoiez aux armes de mondit
n. 4. Seignzuru.
-
t24 I-r' armi dipinte al f. Ir: <. D'or au chevron de gueules accompaigni de trois
16 H. MelrrN, Bibliotbiqae de Bourgogne, date de l'inuentaire dit de 1467,
aiglettes d'azur, iployies, becquCes et membrdes de gueules >, sono quelle dii I-a Trimoille.
II motto che si rova sulle armi < Sera il vostre > non corisponde perb a quello di questa <Bulletin du Bibliophile >, L9t7, pp. 985-91.
famiglia il
quale suona <( Sans sortir de I'omiEre >. Il
motto < Sbm vostre o non d il r? G. PercNm, Catalogae d'ate partie des liares cotnposatt la -bibliothiqae -de-s
qle4cato nei repertori di J. Drrurz, Die Wahl-und. Denkspriicbe, Feldgeschrcie, Losungen, dacs de Boursotne, iu XV, iede. Secoide 1dition reoue et aigmentie du catologae de la
Schlachtund Volksrale besonders des Mittelalters and der Neazeit, gesinmelt, alpbabetiscb BibliothlqaeZeT Dominicains de Diion, rddig{ en 7307, auec ditails bistoriques, pbilolo-
geordnet und_erlaiitert..., Frankfurt a/M., Verlag von lV.-Rommel, 1888; di A. giqaeset bibliograpbiqaes, Djon, chez Victor Lagier, 1841.
Gressexr et- H. TeusrN, Dictionxaire dis deuises bistoriques et b1ruldiques. . . , paris, ra G. DoumtpoNr, Ifluentaire de la <librairie>> de Philippe le Bon (1420),
J-B. Dur_rpulin, 1878, in 3 vol., e nel Suppldment au dictionnaire des deiises histbriqaei Bnrxelles, Kiessling, 1906.
et biraldiqaes... dovuto al solo H. Tausin (Paris, E. Lechevalier, 189r). ra P. Dunnrpu, Manuscrits de laxe exicatds pour des princes et des grandr seignerrs
- 125 Bibliotbdqae protypograpbique, ou libruiries des fi.ls da roi Jean, Charles V,
Jean d.e Berri, Pbilippe de Bourgogne et les siens, Paris, Crapelet, 1830.
ftangais, < Ir Manuscrit >, t. II, 1895, p. 167.
130 G. PercNor, Catalogue d'rxe partie des liores co?TrPosant la bibliothique des
ducs de Botrgogae... cit., p, 45.
110 GIANNI MOMBELLO I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BoCCACCIo IN FRANCIA 111

, . ,Qy:r,g splenciido.esemplare
r3r,
uscito assai presto dalla collezione de^lettre-ronds, i deux colonnes, historid et enlumin6 d'or, commengant ou
9:l lrStl $i polgoggf ',r, c!_A giunto e poma oggi l" segnatura ms. fr. II" fueillet: Estudions-, et ou derrenier clartd tr?s relaiianre, couvert de
12'420 della BibliothEque Nati,onale. veluau vermeil, garni de dix clouz de leton dorez et de deux feimouers d,ar-
Siccome l'inventario gent dorez, asmailliez aux armes de Bourgoingne r3?.
del 1405 non segnala nessun codice che inte-
ressi Ia nosrra ricerca, pas-siamo a quello a"a r+zo.
sivi inventari danno delle descrizioni molto O".;;;-a i succes- Questo articolo descrive il ms. b. 1.2'420 che abbiamo gi) citato
t.stimoni sopra.
citati.per. cui giova riprodu*e questi testi che .i "..uiui.--Jei
r.rtii,rl.onl, i" parte,
lo splendore della riica collezi6ne borgognona. Col numero 140 A segnalato:
Al n. 82 dell'edizione Doutreponi iroviamo citaro: Item, ung autr-e livre nomm6 Griseldis, cofiteflaflt autres choses aoect3,,
escript en parchemiq, de lettre ronde, enlumin6 d'asur et de vermeillon,
Item, ung autre livre ,o.mr6 Bocace, des cas des nobres bomrnes, escript commengant ou II" fueillet Ddliarez-noa.r, et ou derrenier Mort et passion',
en parchemin, de_lettre.de fome, i iI colonner, hirtoriJ-ei couvert de cuir rouge marquet6, i deux fermouers de latonr3e.
a,"-r,
"ri".i"e
commencant_ ou II" fueillet chies ilz d1cbacirent, et ou derrenier
Fortune'.
couvert de drap de damas noir et garni de deu, fermouer.;t.;;;i e;;;';;:
Anche il codice qui descritto, che contiene la versione francese
Una emarginatura ci. apprende che questo volume era stato pre- 11onima, detta B, che d difierente dalla traduzione di Philippe de
stato a.tr4arguerite de BaviEre, lo ritrovereiro quindi tra i libri della've- MdziEres, ma ugualmente eseguita sulla traduzione latina del Petrarca to,
dova di Jean sans Peur. ci b pervenuto e porta oggi la segnarura ms. 11'188-89 della Biblio-
thEque Royale di Bruxelles.
- Questosplendido. testimone, un_originare, se non un autografo di
Laurent de Premierfait'v, contiene la Jeconda redazione a.ui t.ra,r- Col n. 168, l'inventario pubblicato dal Doutreponr segnala:
zione del De casibusl$. uscito dalla collezione borgognona verso la Item, ung autre livre nomm€ Bocace, des lortunes des bommes et fentnes,
meti del secolo xvI]I'*
.i s giunto e porta l" r.gir"t"ra ms. 5,191 @uvert de cuir vermeil, commengant ou II" fueillet Soit mie semblable et
alla Bibliothtsque de I'Arsenal. - ou derrenier ltbour aucun bomme tar.
Lo stesso inventario segnala quest'alffo volume cor numero d,or-
dine 97: Questo codice restb a lungo nella < BibliothEque de Bourgogne > a
Bruxelles. Oltre che nell'inventario detto del 1467r02, lo ritroviamo in
Item, ung autre livre nomm6 Bocace, des lemme\ escript en parchemin,
quello del 1536ra3, in quello redatto dal Viglius nel 1577r4, ecc, Esso
rrr. P. Dunnrev, Manuscrits venne sottratto da Maiffe Courcheret d'Esnans, consigliere al Parla-
de luxe exlcatis poar des princes oa de grands sei-
gneurs franqais, cit., pp. 167-68. mento di BesanEon, allorchd, nel t749, durante I'occupazione del Bel-
rx II codice E citato nell'inventario del l42O (Cfr.,
olrep. 111., n. 137) e in quello
detto del 1467 (cfr. oltre p. lr4, n. 15.5),
in modo indubitabile. Il Dou*epont (Iiaentaire -" non appare pii ii, q,r.rii-r*..ssivi, almeno r37 G. DourREyoNr, lntentcire de la nlibrairie> de Pbilippe le Bon, cit.,p.56.
d;'i;'ub;;;ri;';r"iiinpr'i
cir., p..57)_suggerisce, rvr senza irove'convincenti, che ii .Ji.. ?".r.;r.; nii, . 138 Si ved-a-quanto dice I'articolo dell'inventario detto del 1467, molto piir diftuso
nella colle sul contenuto del ms., qui sopra a p. ll7.
Marguerite d'Autriche (cf.r. ortre p. tD):
come {i
lone -r"-it. -ipir:.-frii"frobabile.
ll manoscrltto non reca iscrizioni di sorta E impossibile Sic-
riiostruirne ia storia. Esso
r3e G. D,ourREeortr, Inuentaire de la < librairie >
de Philippe le Bon, cit., p. 94.
il :a.-;.t; t{ E. Gor,pNrstcnprr-Kourovzorr, L'bistoire de Griseldis en France au XIV et au
_.pgp. motto rec^ente, qot ,. S;;;i6;;;
Nationale
,:^,li-,11. l,_!-[_.lh:or:
rranears D, sezrone creata solo verso il 1820 (cfr. L. Drusre, l* cabinet des maniirits . . . )U silcle, Paris, Droz, 19fi, pp.82-L14.'
cit., t, II, p.284). t4r G. T-|ourREvon"r, Inaentaire de la < librairie > de pbilippe
le Bon, cit., p. ll0.
133 G' DournE,poNr,
Inuentaire de ra < ribrairie > de pbitippe le Bon, cit., p. 44. Cfr. oltre p. 1.8 e pp. D2-T.
r12
rs P. DunnrEu. k plus arcien manascrit de trada.ctioni)anga;re 143 H.-V. Mrorer.anr, _lnuentaire des joyaux, ornenzerrts d'igtise, uaisselles, tapisse-
.< comptes rendus des Siances la da D1camiron,
de l'AcaJemie-i.r r"r.ripii.r; ;;'BAi;;: I]itres r, 1909, rtes, liores, ta-bleqax,_etc. de-Cbarle*Qaini dressi i Braxelles ia nois ae iat iye,
pp. 34749. < C,ompte rendu des Sdances de la Commission Royale d'flistoire ou Recueil de ses BJlel
r3s H. HAUvErrn, De l-aurentio de primot'aro.. . cit., pp. 7-12 e p. 5I, n. 1. tins >, III' t. XIII, Bnrxelles, Hayez, 1872,;. 317.
serie,
Per Ia storia di questo codice cfr.: H. Menrrrv, Le Boicace de lea) sans pear: Men-cner., Notice str l'histoire et le catalogae de la Bibliotbique des dacs de
J'
Des cas des nobles homies rt.trryrrit--iiii'iliii)"irr'ri"t"rnZ,irr,L'*;niatures da
B^oargogne-, nel.catalogue des manasctits de la Bibliotbiqae Royale des Dais de Bourgogne,
ms. 5193 de la Bibliotblque de l,Arsenal, 'Brureller, n;; O;;,;-'ii11,"ii.'t<. Bruxelles-kipzig, c. Mucquardt, 1842, t. I, p. ccLXI. Corisionde ar n. 5)) del viglius.
I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BocCACCIo IN FR.ANCIA II)
1,12 cIANNI MoMBELLo
Nell'inventario redatto, nel 1423, alla morte di Marguerite de
gio, si impossessb di parecchi manoscritti del fondottt. Non saprei dire BaviBre si fa menzione di:
se questo codice esista tutt'oggi e dove sia custodito.
Ung livre de Bocace des Cas des Nobles, couvert sur les aiz rae.
Al n. 218 dell'edizione citata i segnalato quest'alffo codice:
Item, ung autre livre de Bocace, autrettent nonmd de Cdneton, outrernent Penso che questo articolo descriva il manoscritto trasmesso alla
surnornrni le prince Galebart, couvert de satin blanc figuri de vermeil, i X clouz vedova del duca di cui abbiamo parlato sopra. Si tratta quindi del ms.
et deux fermouers de cuivre dorez, commengans ou II" fueillet llz peuent 5'L93 della Bibliothtsque de l'Arsenal.
I leur plaisir, et ou derrenier Long temps soit passi|6. Passiamo ora ad esaminare l'inventario detto del 1467. Questo
t il documento pit completo che ci informa adeguatamente sulla
Anche questo splendido testimone lascib la collezione botgognona composizione-e sulla consistenza della libreria borgognona. Esso segnala
forse fin dalla fine del secolo XV
r4?.
Esso venne identificato, nel 1909, i seguenti codici:
da P. Durrieuts coll'attuale ms. Palatinus lat. 1"989 della Biblioteca Ung auffe livre en parchemin couvert de velours sur velours cramoisy, inti-
Apostolica Vaticana. Ben poco E dato sapere della storia di questo testi- tuld ou dehors: C'est Ie liare que fist Jeban Bocace ,des cleres et'nobles
mbne poichd esso non contiene segnature, iscrizioni o firme che ci per- femes; comaneant au second feuillet aprls la table, Come i celle qai, et au
mettano di ticosuuirne le peregrinazioni durante il secolo XVL Solo dernier, se aucun dit soittn.
sappiamo che esso si trovava nella Biblioteca Palatina di Heidelberg,
n€I- t623, allorch6 l'elettore di Baviera Massimiliano fece dono di que- Il codice cosl descritto ci E giunto ed oggi porta la segnatura ms.
sto importante fondo al papa Gregorio XV. Se esso b ancora citato 9'509 della BibliothEque Royale di Bruxelles rsl. Esso dovette entrare,
nell'inventario della libreiiJ di Bourgogne detto del 1467 (cfr. oltre per tempo, nella collezione borgognona, ffattandosi di un manoscritto
p. 115. Batrois, N. 1259), esso non compare pii in quello del 1536 confezionato durante i primi anni del secolo XV lt; ad ogni modo si
(cfr. oltre pp. L28-29). Fu vetosimilmente dopo la mo-rte del Teme- trovava gii in .possesso di Philippe le Bon neL 1435, data alla quale
rario o durante il regno dell'imperatore Massimiliano che detto testi- un documento ls ci attesta che esso venne prelevato dalla < Tr6soierie
mone venne disperso o alienato. Questo codice sarebbe, secondo P. des Chartes >> dell'Hainaut.
Dutrieu, un autografo di Laurent de Premierfait' Il secondo codice che ci interessa porta il numero 875 nella lista
La collezione di Jean sans Peur si era quindi notevolmente aric- pubblicata dal Barrois ed E cosi desoitto:
chita. Accanto alla maduzione del De muliiribus claris posseduta da ung .autre livre en_parchemin.couvert d'ais rouges i doutz de laicton,
Philippe le Hardi, troviamo due esemplati contenenti la raduzione del intituliau dehors: Bocace, des fortunes des nobles-hoffies et fernes; coman-
De caiibus ed uno contenente quella del Decameron, infiie un quinto cant au second feuillet, soit une senble, et au derniet, laboar aucun'bornetv.
contenente la novella di Griselda.
Questo articolo descrive il codice derubato da Coutcheret d'Esnans
nel1749 e del quale si B parlato poco sopra (cfr. p. 111, N. 168).
r45
J. M^Rcu.{t, Caraloguc des manasrits de la Bibliotbique Rq1ale -des dacs de
Bourpozie... cit., t. I, pp.
-in C-LV-CLUII. Non si E ancora potuto stabilire la cifra esatta
dei riaioscritti deiubati quel frangente. Una ottantina ciica di codici passati alla < Bi- G. Puovor, Catalogue d'uxe partia des liures co,nposant la bibliothlqae des ducs
bliottrEque du roi > vennero lesi, in s-eguito, alla < Bibliotheque de Bourgogne r>, ma altri, de Boargogtre . . . cit.,p, 82.-
caduti nelle mani di privati, fumno definitivzunente dispersi.
rft G, DournepoNr,Inuentaire de la <librairie> de Pbilippe le Bott, cit.,p, 160.
rso
J. Bennors, Bibliothique protypograpbique .
. . cit., p. 142, n. g7).
rsr C. GASeAR r,r F. LvNl, Les principaux manascrits
t*z U codice i citato, per l'ultima volta, nell'inventario detto del 1467 (cfr. sopra i
peintures de la Bibtio-
Preniire
tblquee Royale de Belgique. Premiire partie,
pai'tie,Faris.
Yremiere partte, Paris, Pour les Membres de la Soci6t6
Paris. Sociitd Fran-
Fran
p. 115, N. 1259). gaise de
qaise de Reproductions de Manuscrits i
Manuscriti Peintures,
Peinturt l%7, pp. 45941.
raEP. Dunnrrv, Notes sar qaelqaes manuscrits i peintures d'origine lrangaise oa tsz lbid., pp. e 460.
459
flamande conseruds en Italie, " Bulletin de la Sociitd Frangaise de reproductions de
'manuscrits G^.hurREpoNr, La !j!!1rat!re lrangaise d la cour des ducs de Bourgogne...,
i peintures ,, t. I, 1911, pp. 89-90. Ioslvt, k plus ancien manuscrit de la tta' .. . '11
Paris. I{. Champion, 1909 (< BibliothEque di XV. sitcle >>, g), pp. lg, n. 2 e-251 n. l'.
d.uction franEaise du Dicam*on, cit., p. )4L5O. Iorxr, D1coauerte de deax importants rsa
manascri'ts tie la o librairie J. Bennors, Bibliotbiqae protypograpbique .. . cit., p. L42.
" des duis de Bourgogne, < BibliothEque de I'Ecole des
Chartes>, t. LXXI, 19L0, pp. (4-69.
8.
II4 GIANNI MOMBELLO I MANoSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BocCACcIo IN FRANCIA LL5

Il numero 878 della lista pubblicata dal Barrois segnala del pari: au dehors: Epistres de Frangois p1trorqae; comangant au second feuillet
-Des
aprEs Ia table, Massilia naafragium, et au lernier, qnii orir-ii-ioortanl@.
Une autre livre en parchemin couveft de velours noir i clouz de lecton dorez,
i"iit"l6 au dehors:^C'est le liue de Bocace,'des cleres femes; -comangant au Anche questo testimone, che contiene le Faniliarit6l ci B giunto
;;;;;J f*iil.t ,ptes la table, Et studieux, et au dernier, clareti tris re-
e si trova alla BibliothBque Royale di Bruxelles colla segnatura ms.
r$.
luisante
9'476-78.
L'articolo n. 1081 E assai curioso. Eccone il
Questa descrizione corrisponde a quella data al n. 97
nelf inven- testo:
tario iel l42}$n.Il manoscriltto che vlene quindi qui recensito b il I,Jng autre Jivre en papier,- en- lombard, couvert de cuir rouge, intituld
au
fu. L2'420 gii soPra citato. dehors: ce liure est en
.!9nbut, parlant de prusiears ystoiies ioyeuses;
A1 n. 5SO Eiegnalato questo codice: comangant au second feuillet E sera corne, et au derniei mecio'ei acara-
r@.
naftt
ung autre grant livre en parchemin couvert de satin figurd vyolet, intitul{ au
J.i"irr C'Zrite liure de-Ieban Bocace, des cas des nobles bomes et femes; Non mi a stato possibile, fin'ora, identificare l'opera italiana
."-"ne*t au second feuiilet aprille prologue [f 8r], Ils par leurs forces, questo codice doveva contenere.
che
et au derniet, fortune et regard.eztfl,
- Ben pit facile da identificare E invece
colo n. L259:
il codice descritto nell,arti-
Anche questo codice l'abbiamo gii incontrato sopta- descritto al-
l,articolo n. 8) del'inventario del 1420. Si tratta quindi del ms. 5'19) png livre en parchemin couvert de cuir blanc, escript en deux coulombes,
della BibliothEque de l'Arsenal. historii en pluiseurs lieux, contenant Les cent Nouueites de Bocace; quemen-
Ai nn. 88i e 88, il catalogo detto del 1467 descrive due mano- chant le second feuillet: Ils peaent i rear praisir,.t t. a".ii"r,-loog rr*p,
smitti che non saptei dire se ci sono giunti oppure no. Ecco il tenore di soit pass6t6.
questi due articoli:
Ung autre grant livre en parchemin couv-ert d'ais de velours bleu, i clcans
come ts facile constatare, conftontandg questo articolo con quello
numerato 238 nell'inventario del l42O (Cfr.: sopra, p. lL2), il iodice
ild; doi6, parlant de ieban Bocace, des cas des nobles homes et femes; qui descritto b il Palatinus lat. 1'989 della Bibrioteca vaticana.
comaneanr au second feuillet ,aprEs le table, Cest la ttanslaciofl, et av
dernier, ils ont tng oeul rontr*. Anche il codice descritto al n. 1260 di questo inventario fu
Ung auffe livre eriparchemin couvert d'ais blans, intituld.au dehors: derubato, nel. L749, da courcheret d'Esnans'*. Eclo come E-descritto:
C,it le liure de Jebin Bocace, des cas des robles bomes et fem-esi comansant ung.livre en papier couvert de cuir noir, escript i deux coulombes, contenant
r*""d feuillet, Vraieneni et en brief, et au derniet, dt il auoit estdg. les dites cent nou,elles de Bocace, historid au comencement; quemenchant
"" second feuillet aores la table, Quatre 6limens,.t r. J.iriii,'-iriefoes
le
Entrambi questi due testimoni dovevano quindi contenere la combien 16.
et
traduzione del De casibus.
L'articolo che porta il n. 1019 reca questa descrizione:
Ung autre livre en parchemin couvert d'ais touges i cloans de lecton, intituld J. Bennors, Bibliotbbque protypogapbique ... cit., p. L59, n. 1019.
160

Fanilurj, ediziote critica


oefto boscoJ, -t'irenze. lt -per_cara djViuorio Rossi [e di I]n-
"_.^,1,^_1.-FHT^, sansoni, 1933-1942, in 4 vol. 1vol. x-xIII dell," Edizione nario_
nale delle opere di Francesco'peii.tia ;i i.- 1, pp. ilorx-Llorxvi.- -*
rs5
J. BARRors , Bibliothlqae protypographique .. . cit., p. L$. r6e
J. Bennors, Bibliothtque protypographique ... cit., p. 166, n. 10g3.
1$ Cfr. sopta pp. 110-11' t63 lbid., p. 185, n. L259.
Isz
J. BARRors, Bibliothique protypogapbiqae .. . cit.,
p. L43. sar I'bistohe et le catalosae de ta Bibliotbique
ts lbid., p. 143, n. 881. orrriirl;,*HttL'r?tice des dacs de
165
tse lbid., p. l4), n. 881. J. Bennors, Bibliotbique protypogapbique,. . . cit., p. lg5, n. 1260.
116 GIANNI MOMBELI,
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA II7
16 e poi
Ritroveremo questo codice nelf inventario del 1487 .i.1r
(1711)'d' morte di Marie de Hongrie. Troveremo quindi traccia di questo codice
ouello del Vielius 0;;i;,a.1S*a.*s(1643) e del Franquen
*l"-rr"rio,J.f'... iiOiO della Bibliothbque de I'Arsenal B,-almeno tE.
nell'inventario del fondo borgognone redatto dal Viglius nel L577
stesso fondotl.qgichd Questo prezioso testimone
1'u, confezionato vefso la meti del
i" p"rr., ""iog ^ q".tt" del ms. 5'193didello
Paulmy al figlio di Marc- secolo XV, fu copiato a Grammont da Guillebert de Mets, come fa
anch,esso venne ,.qriiri"i" dal marchese
detto del 1467 esso fede l'iscrizione del f. Dv. Dal punto di vista dell'illustrazione esso
ffi;"j. n;;-dtA;gensonr@. Nell,inventario b molto vicino al ms. Palatinus lat. l'989 '' dent Biblioteca Vaticana'
E cosl descritto:
N n. L363, sempre l'inventario detto del 1467, segnala in questi
Ung livre en parchemin, escript i deux coulombes' couvert
de satin 6gur6 termini il ms. 11'188-89 della BibliothEque Royale di Bruxelles, che
de pluisieurs
noir, ferm6 de deux t#";;;i;".f,"t a. laiton dordez, historid t76:
abbiamo gii riscontrato sopra
belles histoir.r, .ont.,r^ai';Z;r";;;;;il* ii Bo'ot'; -quemenchant
le second
f;tii";';;;e;i; *bb;i;iiii'* en leurs cuers, et le dernier feuillet, iuge' Ung petit livret en parchemin couvert de cuir rouge, intituld au dos: C'es,
ment qaint aax cbosesnr, te tnrc de Griselil.is; quemenchant, Aax piez des rtofls en ang costi d'Ytdlie;
contenant aussi, Hzsloires d.u Viez Testarnent, de Sampson, de Salonon et
Contrariamente perb al ms' 5'193 dello stesso fondo'
il ms' d'autres; quemenchant le dernier feuillet: fiort et passion pout noustD.
.r" puroro, in circostanze non note, ra l4S2 ed il il
1486' nelle''070
mani
di charles de croy;-;;;;; poi-'principe di chimay,^corre fa fede La collezione di Philippe le Bon possedeva quindi ben dodici
l'iscrizione, poi cancella;;;; Zt t.'lg>.'i << Charles de CrgY' comte de manoscritti che intetessano la nostra ricerca, ffa cui
ehi;;;;:'ih;'i;' iil;# .ont. di chiTav 'r?.1'19'F u tld^':.:l 4 mss. contenenti la maduzione del De casibus.
1482,'evenne cteato principe nel 1-486'^Questo bibliohlo aveva ceduto' J mss. contenenti la ffaduzione del Decarneron.
t'otiJr"J"liu n'l tS2i,.YnaJlart: d-"i-.'Tt libri alla 2 mss. contenenti la ttaduzione del De nulietibas claris.
;ri; d.li",.,,
Lgg**-a.i Paesi B;id;;it. d'A,rtti.he. Stando a quanto afierma 1 ms. contenente la traduzione della storia di Griselda.
ii"fi;;'1 it .r. ;di0-d;lt'A..Lnd passb nelle maninegli inventaridi
della figlia 1 ms. contenente le Faniliari di Pettarca, in latino, ed infine
iri*ri,,ifirro d'Aus6ia.-Lo dovremo quindi ritrovare un manoscritto << en lombard )> non identificato.
.ollt iot. .h. .r"-in.t.-o in se-guito .po.Po lache
morte di
t?n'
della sua L'inventario redatto nel 1477 , dopo la morte di Charles le T6m6-
si tro- raire, E molto incompleto. Esso ci segnala solo, oltre ad
tia.r!;;ir;J;e"iti.t., ruu.""r" nel 1530,-la suacoll:zione'
vava aMalines, prrrJ alu nuova reggente Marie de Hongrie' Trasferita
a Turnhout venne;;;;,-p.i"otdi"e di Filippo iecondo, dalla ung autre gros livre aussi escript en parchemin, nomm6 Boucquassere,
.. g^i[il,hJq". a. n."ig.-g". n .f. ri trovava a Bru*elles, e cib dopo 1a
un
16 Cfr. oltre a P. 119.
167 cfr. il lavoro del Marchal (citato sopra alla nota 164), a p. ccLVI. livre des Remides de l'une et de I'autre Fortunes, escript en parchemin,
couvert d'aiz et ystorid rts.
ls Cfr. il lavoro del Martin citato a p' 110, n' 136'
r@ H. Menrrx, Histoire de la bibtioibiqtte.de l'Arsenattlelt,' VIII (1899) del-Ca-
tlrlitiiii; t*'irnat, e sopfattutto p' 116'
tatogue i;; ;;;;;;;:i;r--ii'ii ar- pp. ioazo
rE Cfr. oltre lo specchietto a pp. D2-fi.
lro Evidente cattiva lettura della parola << sejourne > colla quale inizia il folio'
p' 185, n' 1262' 176 L.-M.-J. Drulss6, Lo niniatille flamande. I* mdcdnat de Pbilippe le Bon,
17r BARRoIS, Bibliothlqae protypograpbique " ' cit',
J. Bruxelles, Palais des Beaux-Arts, 1959, p.21.
r72 Per la storia deirrrrr. rpp".r*,rti Charl." {e C..roy ptincipe di
-Sii,;;,-T C.hlgr-aV cfr'
rz P. DunnrBu, Notes sur qaelques manrscrits i peintures d'origine lrangaise oa
t'.r.*pt".'."iru}.1, aiA. ;;;i, I* "Franc; l'<Estrif. de-Fortine e.t de Vertu>'
flamande coxserods en ltalie, cit., pp. 89-90.
Lii-:l;ruiCl;tt:;i:,','Wrt,**'*,'{*t:t4'p;:K*,!':i:'1;i6
-sibti;phii.t
l?E Cfr. sopra, p. 111, N. 14O,
et Ii6nophiles de Belgique >), pp' 20-28' r?e J. BARRors, BibliotbCqae protypographique... cit., p.199, n.1361.
i.i 5".ii1i a.t
ttt l$i/., p. JJ. rsa G, Pprctor, Catalogue d'ane parlie des liarcs composafit la bibliotbiqae dcs
174 Cft. oftre pp. 122-25. drcs de Boargogne,., cit., p, 88.
rs lbid., p. 86.
118 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA 119

Si uatta certo di un codice contenente la traduzione francese di Per completare questa rassegna della libreria dei duchi di Borgogna
Jean Daudin. Non saprei dire se questo testimone ci sia giunto e se esamineremo brevemente l'ultimo inventario quattrocentesco che ci e
esso possa essere identificato con uno dei codici che ci hanno traman- giunto. Esso fu redatto a Bruxelles nel 1487 . Gli articoli che interessano
dato questa traduzione re. Anche quest'opera era presente nella libreria la nosffa ricerca sono i seguenti r8s:
borgognona al momento in cui la dinastia stava per spegnersi. Questo
libro di saggez:za non pare aver consigliato la prudenza a Charles che i N. 16,48 - Ung autre volume couvert de satin violet figuri, i tout
cincg boutons de l6ton dor6 sur chacun costd, et sans clouans, intitul6:
suoi partigiani vollero chiamare, come il suo illustre avo, l'Ardito ma
Jehan de Bocacbe, des Cas des xobles bomes et ferues; comenchant par le
che invece passb alla storia come il Temerario. second feuillet. Ils'deschassirent de ce fioflde, et par le dernier finissant,
r%.
toutes cboses nondaines
r& Conosco una corta lista di manoscritti contenenti delle uaduzioni del De reme-
dirs, e questa lista d probabilmente incompleta. Scartiamo subito i trc codici della Biblio
thlque Nationale segnati ft. 225 (ms. di Louis XtI), 224 (ms. di Iouise de Savoie) e Questo articolo descive il ms. 5'193 della BibliothEque de l'At-
16'996 (ms. di Jacques Ricart de Genouillac o di Galiot de Genouillac, tl46Ll5467l senal.
il manoscritto Gall. 55 (catalogo )941 della Stastsbibliothek di Monaco ed il trfiediceo
Palatino )O-I della Biblioteca Laurenziana di Firenze, quest'ultimo molto incompleto,
contenenti Ia traduzione anoni-a del 1501, e tutti del secolo XVI. Conosco sette mano- N. 1672 - Ung autre grant volume couvert de satin vermeil figurd, i
scritti contenenti la raduzione di Jean Daudin, essi sono i mss. fr, 591 e 1'117 della tout deux cloans de l6ton dori; historid et intituld: Jeban Bocace de Certalde,
BibliotRque Nationde di Parigi, i mss. 2'671 e 2'860 della Bibliothlque de I'Arsenal, des clires et nobles femes; comenchant par le second feuillet, Come i celle
il ms. O,. 54 della Staatsbibliothek di Dresda, il ms. Vind. Pal. 2'559 della Nationd- qui l'a biet gaigni6, et finissant, Cbailes Vl roy de France et dac de Nor-
bibliothek di Vienna ed il codice un tempo della collezione del marchese di Cumont ed
ora conservato alla BibliothEque Mdianes di Aix<n-Provence sotto la segnatura R&, 52. mandiere.
Non ho potuto consultare quest'ultimo codice, ma tutti gli almi, eccetto il ms. Op 54
di Dresda ed il ms. fr. 1'117, atribuiscono emoneamente la prima ttaduzione del De Il presente articolo descrive il ms. 9'509 della BibliothBque Royale
remediis a Nicole Oresme (che tale atribuzione sia inesatta E stato dimoetrato da
F, MeuNnn, Essai sar la aie et les oaarages de Nicole Oresme, Paris, Ch. Lahure, di Bruxelles
1857, pp. 132-34). Scartiamo senz'altro il ms. 2'671 dell'Arsenal che appartenne a Heori
Romain canonico di Tournai (XVs.) e fratello di Guilla"me Romain (t1475) priorc N. 1571 - Ung autre grant volume couvert de cuir rouge, i tout ung
dei Celestini di Parigi. Questo codice venne rcgalato da Henri Romain al convento del cloant et cincq boutons de l6ton sur chacun cost6, historid et intituld:
fratello come attestano le isctizioni qulttrocentesche dei ff. 3l2v e )l4r: < Iste liber est
monasterii Celestinorum Beate Marie de Patisius de bonis magisri Henrici Romani. . . Bocace des lortunes des nobles hcimes et femes; comenchent ou second
Ce livre est des Celestins de Pads des biens de maistre Henri Romain >. Il ms. 2'860 feuillet, De fleurs diaerses, et finissant ou derrenier, par la rudesse de fortane
dell'Arsenal appartenne al Matchese di Paulmy (t 1787). Il ms. fr. 59J fu verooimilmente qui toutes cboses tourners.
acquistato da Louis de Bruges (1422-14921 in Inghiltema durante il viageio che egli fece
ivi nel 1472-73, come lo attestano la tavola e le note marginali di mano inglese quatrc le'.
centesca, bench€ il codice fosse stato trascritto da uno scriba francese. Questo testi Ritroveremo menzione di questo codice nelf inventario del 1504
mone passb poi a Blois con gran parte della collezione del signore della Gruthuyse. Il ms.
tr. l'll7 , risalente ai primi del XVI s., era gii nella BibliothEque du Roi fin &l L622, pot- N. 1714 - Ung autre grant volume couvert de cuir noir, tout deux i
tando esso le segnature del catdogo Rigault. Il ms. G 54 di Dresda viene, come
vedremo (cfr. olue 155-561 ddla collezioni di Jaoques de Nemours conte della Marche clouans, et cincq boutons de l6ton sur chacun cost6, en papier, histotid et
e si trovava ad Anet (nella collezione fondata da Diane de Poitiers) nel 1724, allorch6 intituli: Le lirtre des Cent Noaoelles que rtt et coffiposo honnourable docteur
la biblioteca fu dispersa. Cfr. F. Scmlonn VoN Cenor.srElo und L. Scsrvrror, Katalog d.er et poEte leban Bocace; comenchant ou second feuillet, Quatre 6l6mens, et
Handschrilten der kdnigl. iiffentlicben Bibliotbek ut Dresdet, I*ipzig, Teubner, 1882-
l92r,n 4 vol. t. III (1906) pp. 117-18. Il ms. 2'559 di Vienna si trovava pure ad Anet, finissant ou demenier, accorfiplie le 6-" iour de juing, l'an 7474r$.
ael 1724 (dr. inlra, p. 155, n. 142'l e passb alla biblioteca di Venna colla collezione del
principe Eugenio di Savoia. Un altro codice che conteneva questa traduzione, era alla
biblioteca dell'Escorial (Ms. III, n. l) ed b scomparso (cfr. A. Garcla De Le Furxre, lss Seguo, ben inteso, il testo della citata edizione di J. Barrois.
Catilogo de los manuscritos lranceses y proaenzales de la biblioteca de el Escoial,
Madrid, Tipogmfia de Archivos, Ol6zaga, l., 1913, p. 86, N. 63). Per questi manoscitti e
rE6
J. Bannors, Bibliotb?que protypograpbique... cit., p.2J5-)6.
per la traduzione del De remediis cfr. E, Psr.LretrN, Manasuits de Pdtrarque dans les ttt lbid., p. 219.
bibliotblqaes de France, cit., pp. t97-98, 199-200,218-19,2D-24; F. Sruoxr, Il Nnasci' t8 lbid., p. 239.
mento Francese. Stadi e ricerche, cit., pp. 14&160 e I'articolo di N. MeNu, La fortane de t8e Cft. i,rlra, p. l2l, n. 198 a.
P€trarque en France: recherches sur le <De remediis>, <Studi Francesi>,37,1969, r$J. Brnnors, Bibliothique prottpographiqae
pp. 1-15. .. . cit., p. 245.
GIANNI MOMBEL
IMANoSCRITTIDIDANTE,PETRARCAEBoCcACcIoINFRANCIAI2t
T2O
Il volume desctitto in ret.
questo articolo restb nella collezione borgo-
Questo articolo corrisponde al n. L260 dell'inventario detto del al
-e gnona almeno fino 1577
1467 cioE al manoscritto iot*"tto da Courcheret d'Esnans.
i deux cloans de
N. 2100 - Ung autre livret couvert de cuir rouge'ou_.second
N. 1991 - Ung autre grant volume couvert de cuir rolge, i deux cloans tetorl' inlitut. ; b" p;;;;;, ;' ;; G ri etidi s ; comen'ant feuillet
et cincq boutons ie litoi sur chacun cost6, intitul€:..Epistres.Fitancisce D61;;r;;_;;;r-ldont, !i nnirr"rt ou derrenier,le Pire, le Filz et le saint-
irtreirhr,-iiiti laturdat; quemenchan_t ou second fzuillet, Massilia naufra-
let Esperit. Atnenr%.
gi"i, * finissant oo derrenier , et bis altra non addan '

Il codice cosl descritto ci giunto e porta la segnatura ms. 1l''188-89


E
Questo articolo descrive l'attuale ms. 9'476-78 della BibliothEque dla BibliothEque Royale di Bruxelles'
RoyaG di Bruxelles. Tra i libri che erano nella cappella sono citati i
Riassumendo i'a*i]"*iii a" questo inventario, e supponendo
seguenti volumi:
.h. .rr. ,i, .".pf.a r qu*i,.onrratiamo che la libreria si era notevol-
N. 2056 - Ung petit livret couvert de cuir grisAffe, -en latin, i ung ;;;;ilp.r.tiil. Infatii non troviamo. pilundici ch.e sette
9$.otto
codici
cloant de ldton, inti"tui6: De casibas, en petite lettie, tout brouilld; comgn- .fr. irr...irrro lu nort."ii..r.", invece degli o dodici delf inven-
.fr"rr o" r..oni feuillet, I mut, et finissani ou derrenier, efrectuffi debitunzle. il; ;;i; del La6i-, e.iJr J". manosclitti contenenti la traduzione
i;;;;.;; del De t^iU)i, invece dei quattro dall'inventario
Il presente articolo non trova pii nessun riscontro nell'inventario p*..a."r., ,rr, -"n*.riiro a.tU traduzione
-sggnalati
del- De mulieribus claris
d.l f:l'6d nt i" quello del Vigliui (1577)'*.No.n b impossibile che invece di due, ,rn ,olo codice contenente la traduzione francese del
q*rio-*dice ria rirto r"ccolto?u-Marguerite d'Autriche' E quest'ul- Drro*rron, invece J.i ,r. recensiti dall'inventario precedente. L'inven-
tima considerazione che mi ha indottold aggiungere questo articolo i"rio a.t 1487 segnala invece, come quello precedente, ilquello manoscritto
alla lista di quelli che descrivono manoscritti contenenti certamente .oni.n.rr. l" ,torL'Ji Grir.lir, in traduziont francese e conte-
.p.r. Ji Bocciccio. Infatti, beqchd sia pit verosimile che esso descriva ;;; i. Faniliari d;i F;;;;. Quest'ultimo inventario -ricorda,
per
;;6.;; ai ai.i,ro -olie infatti portarono il titolo di De casibus - .""ir", a". nuovi codici, uno contenelte forse Come il De cosibus in latino
norrdi-.no, siccome- l'inventario di Malines del t516, che esamineremo ed un altro conten;;6t..U ai Petrarca. si vede, la colle-
oltre, cita un <( petit livre en latin, de- patchemin, escript i la main rs, zione si era impoverita ed aricchita ad un tempo'
;i;i.;-;;rti."".]'del
iu".in6, parlant ie pluiieurs r.ov: et PlT9t' ' ' ' )) ----l-iru."i".'i" d.i f :O+ b molto incompleto e ngn cit-a. pit che un
i,identificazione codici descritto nell'articolo 2056 con un *to o,rnor.ri,;.h" .on..r.r. la presente ii..r.". Al n. 2199 dell'edi-
;;;6il a el -foglioche diventasse
De casibus airorutn illustriutn mi .E qarsa
B sibillino e zione del Bamois b infatti segnalato:
p"rriUii.- Disgraziatamente, l'incipit del secondo
non ho trovato nessun gruppo di parole, nel ptologo e nei primi capi- Une autre livre de cuyr rouge, ir ung cloant et cinc.q boutons de lecton'
"B;;;,-i,i]L*unii,'d*
,oli d.ll'op.ra boccacciair, i-h. possa corrispondere ad esso' ;r?r;;, nibt,' honcs et |imes; comenchant ou
,..""Jffulet,'De fl'riri airlrtes epbaudir, et finissant, qui toates choses
r*
N.20,8.Ungauttecouvertdecuirblanc,Ideux.cloansdel6ton,
-ing Episirr-ii-Frooritque Piyarcbe, poEte latix, ensetnble ane tourne ".
intit,rlJ,
T;;;;;ii *iirooit ti ti;t des moinoyes et aat'rei choses; quemenchant ou Si tratta del codice citaro, nell'inventario del 1487, al n. 167).
,.-"i f."iff et, Essenlls'tia
"t
iitiri
finirtu.rt ou derrenier, et de sinilibas
--- manoscritto non appare pit
Tale negli inventari successivi.
que non Pit oerificari d.e Deot%. S";t b.n., o.", di#dr. parole-sulla libreria che Marguerite d'Au-
tiche-,-fillia
'rd Ji U".ri-iliano i'Ausria e di Marie de Bourgogn: tjTi
Ier J. B^RRoIS , Bibliotblqae protypograpbique . . . cit', p' 2U' ;;l[ residenza di Malines. Questa collezione si riallaccia dop-
te lbid., p.292.
ter Qf1. el11s p. ll$.
re Cfr. oltre pp. 13G33.
lYl Cfr. olre p. 130: Viglius.
t$ J. BARRors, Bibliotbbque protypographique... cit', p' 298'
tes Cfr. oltre pp. 122, l'articolo citato alla lettera E' rxt lbid., p. 111.
cit., p' 293'
te6
J. BAnxors, Bibliothiqte protypographique . . .
122 craNNr MoMBELLo I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BoCCACcIo IN FRANCIA T23

piamente a quella dei grandi duchi d'Occidente sia perchd essa, venne L'articolo citato alla lettera A doveva contenere la traduzione del
incamerata, in massima parte, dalla < Bibliothtsque de Bourgogne >, De casibus che rimoveremo nelf inventario del 15T-24m. La dizione
sia perch6 la reggente dei Paesi Bassi raccolse non pochi volumi della < Le premier livre >>, che diventeri, nell'inventario successivo, <( Pre-
collezione borgognona che erano stati dispersi o alienati al tempo di mier de Bocace >> si spiega forse con una cattiva lettura del nome del
Massimiliano. traduttore Laurent de Premierfait.
Di questa libreria abbiamo due inventari. Il ptimo, che risale verso Non E impossibile che il volume descritto all'articolo B corrisponda
il 1516 re, b un autografo di Marguerite, il secondo fu redatto a Ma- al codice contenente la traduzione del De remediis che abbiamo visto
Iines dal mese di luglio 1523 al mese di aprile 1524. Questi due docu- si novava nella collezione del nonno materno di Marguerite d'Aqtriche
menti ci ofirono sventuratamente delle descrizioni troppo sommarie Charles le T6mdraire u.
dei manoscritti per cui d prudente non operare delle identificazioni a Il codice descritto alla lettera C potrebbe corrispondere al ms.
partire da essi, se non con cautela. Ecco quindi gli articoli dell'inventario 9'509 della Bibliothbque Royale di Bruxelles, il quale, secondo quanto
del 1516 che interessano la nostra ricercam. asserisce il Namur 3, appartenne alla reggente dei Paesi Bassi. Meno
probabile appare infatti una sua identfficazione col ms. 72'420 delTa
A) - Ung autre livre aussi couvert de velours vert, i cloz de laiton, Bibliothbque Nationale di Parigi come suggerisce il Dourepont 2r0.
i
sans dourure, en parchemin, escript la main et illumin€, intinrl6: Le premier L'articolo citato alla lettera E potrebbe descrivere lo stesso volume
liure de Bocace des nobles malheureuxat. del De casibas in latino segnalato dall'inventario del 1487 d, n. 205641,
B) - Ung autre livre couvert et cloud de mesmes [de velours vert, A poichd entrambi descrivono un piccolo volume scritto in latino, ma
cloz sans dourures] en parchemin, escript i la main, illumind, ttaictant des
remides de I'une et I'autre Fortunee. tale identificazione resta puramente ipotetica. Il codice descritto alla
C) - Ung auffe livre couvert comme dessus, i cloz et fermaulx dorez, lettera F poteva contenere la traduzione del Decan eron e Marguerite
escript, i la main, en parchemin, illumind, intituli: Bocace des clires Da- d'Autriche avrebbe potuto ricorrere alla dizione << les Cent nouvelles
,nes8. vieilles > per distinguete I'opera boccacciana dalle Cent nouuelles nou-
D) - Ung gros livre en parchemin i la main de belle grosse letre, couvert oelles, taccolta piir recente (1462\ nata nell'ambiente borgognone. Ri-
de velours bleu et ferr6 de beaulx cloz et fermaux dorez history6 aux dix troveremo meniione di questo codice nell'inventario del l52r-24^2
premiers fellez (sic) et les armes dessus de la dame de Chimay, intitul6: fu ed in quello della collezione di Marie de Hongtie 2r3. Come l'ha fatto
liore de leban Bocaceu. notare il Bayot "n, il ms. ,'070 dell'Arsenal, che contiene la uaduzione
E) - Ung petit livre en latin, de parchemin, escript i la main en francese del Decameron, fa parte della lista dei manoscritti donati da
lFtre ytalienne, illumini, parlant de plusieurs roys et piinces; couvert et
ferrd comme dessus [de velours bleu, i fermaulr et cloz dordz] m. Chatles de Croy de Chimay alla figlia di Massimiliano d'Austtia. L'ar
F\ - Les Cent nouuelles uieillesm. ticolo qui designato colla lettera F pud quindi essere identificato col
codice oggi parigino. Va notato perd che il Noaellino era pure noto
col titolo di Le Ci,ento noaelle anticbe. Benchd il ms. 5'070 dell'Arsenal
re G. DournapoNr,Inuentaire sia passato nelle mani di un membro della famiglia dei Croy di Chimay,
de la <librairie> de Pbilippe le Bon, cir., p. )OO(II,
n,l.
e Seguo l'edizionedi A. Lr Gtlu, Correspondance de I'empereur Maximilien l"r u CJr. olre p. 124, art. AL Esso appare anche nell'inventario di Marie de Hongrie.
et de Marguetite d'Autricbe, sa flle, gouueilrante des Pays-Bas de 1507 d 1519, pabli1e Cfr. oltre p. 126 art. D2),
d'aprls les manuscrits originaux. .. Paris, J. Renouard, 1819, in due vol. L'inveniario si a Cfr. sopra pp. 117-18.
trova alle pp.468-77 del t. IL D
xr lbid., t. II, p. 459. P. Nerrun, Histoire des bibliotbiques publiqaes de Belgiqae, t. l, Bibliothiques
de Bruxelles, cit., p. )8.
m lbid., t. II, p. 470. 2ro Cfr. sopra p. 110, n. $2.
N lbid., t. II, p. 470. al Cfr. sopra p. 120.
N lbid., t. II, p. 471. 2t2 Cfu. olre p. 124, art. H.I.
N lbid., t. II, p. 474. 2r3 Cfr. oltre p, 126, art, E. 58.
N lbid., t. Il, p. 477. 2r4 C[r. sopra p. 116, nn. 172-7).
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCTA I25
124 GTANNT MoMBELLo
Non b impossibile che quest'ultimo articolo descriva un codice
pub essere descritto dall'articolo D, il quale cita un codice contenente la ffadrzione franceie del Decanerol, poiche lo stesso inven-
esso non
<<historyd aux dix premiers fellez >, ora i primi dieci {ogli-(fi. A-D e ;il;i,r" poco ol6e << les Cens Nouvelles Nouvlelles >-. I1 redattote
1-6) defms. 5'070, che contengono le tavole delle materie ed il ptologo
.lU. fott.'ricorso a tale formula per distinguere I'opera.del certaldese
a"-qAt" ai borgognona. Inol6e-, se-questo articolo coffisponde
del Decaneron, non sono illusffati e la prima delle numerose minia- ".igin.
;-"i;16 de['in"ventario"dil 1516 che ho designato colla lettera F, B
ture si trova al f.. l2v. il Noaellitto poi-
Nell'inventario redatto a Malines negli anni L52r-24 sono descritti t ri aim"l. che il volume in essi descritto contenesse<(u_ng-gr_os livre,r.
i volumi seguenti 2rs --_ fa,i.ot" iefl'inventario del lrD-24 descrive
"iJ u" alffo esemplare delf invenrario dei beni mobili di Marguerite
AI) - Item, ung grant, couvert de velours verd,-i cloz dorez, qui ce d'Autrict. a Malines, stilato ad Anversa il 20 aprile 1524 e pubblicato
nomme Premier de Boiace de (sic) nobles tnalbeareaxzto, da H. Zimetmana non apporta sostanziali noviti per quanto concefne
BI) - Item, ung aultre grant, couvert de velours bleu, i cloz dorez, i volumi consefvati nella << birreria )>, per contro, questo documento
qui
- nomme Le liure de Jehan Bocace2tT.
ce
qui ce
;6;i;;;i iiUti che si trovavano con <i aultres meubles, e"stans dedans
CI) - Item, ung aultre petit, couvers de damas verd, nomme
i.;;;i;'."bin.i, loig"*t la chambre a chemynde, tirant sur la gallerie de
-- (sic)2r8.
Petre arcque
la chappelle )>, questo volume:
DI) Item, ung aultre grant, couvers de velours verd, i cloz dotez,
qui
- EI)
ce nomme Bocace des Cleres Darues2te. N, 207 - Item, ung livre en parchemin,- richement histori6, escript
- Item, ung aultre moien, couvers de velours, verd, qui ce nomme t" m.i", *"r;;ie; u.li,rrr noir, a deux fermilletz d'argent dor6, parlant de
le Liure des Renedis d.e I'une et de l'aaltre Fortanen. "Y*4i", ,oy.*. de Cithia, depuis nommde Amazeon%'
FI) - Item, ung aultre grant, qui ce nomme Le Tryampbe de Messite
Frangois Petraicbe (sic) 2r.
Questo articolo b stato identificato, fin dal_1893, dallo
Chme-
larum- col ms. 2'617 della Nationalbibliothek di vienna che contiene
Altri due articoli riterranno pure la nostra attenzione: la traduzione francese del Teseida. Tale testimone sarebbe -passato,
GI) - Item, ung aultre petit, qui ce nomme, lJng liore en italienu.
j" M"[r.t, alla Schatzkammer di Vienna ed indi, nel t752'
HI) - Premier,
"ung
gros- livre, torrvers de velours noir, i cloz dorcz, ,.u'"u.r. rtofbibliothek *. Non impossibile che, come dice lo
E
qui ce nomme Les Cens Nouuelles oieillesu.
2,{ H. MrcnettNt, Inuentaire . . .

2rs Sesuo l'edizione curata da H. Mtcnslexr, Inuentahe des ttaisselles, ioyaax, Zimerman, o. 779.
taOisseries,-Deintures, liures et manusuils d.e Margterite d'Autricbe, ftgente et gott' EH. ZrNrenMtx, IJrkanden und-Regesten aus dem K. a. K' Hau*,.Hof'.--and
,iroante |es Poys-Bos (15D), Bnxelles, R. Ilayez, 1870. pi
questo inv-e-ntario esiste des allertriichsten
'Anversa
il 20 apriie 1524, che B stata pubblicata da H. Stux-*iiir-ii-'V-iiii "-l^irbuch der kunithisJotischen .Sammlungen
un,altra redazioni stilata ad Kr6ffi;; >, t. III, ig3!, pp. LX)0(II-CLVI. L'inventario E pubblicato sotto il n. 2979
Zi^rri^ in un lavoro che citerd qui appresso (p. 125, n.225\. In quest'ultima e'liTione .ll" pp. XCIII- CXXIII.
gli articoli sono numerati. Db, qui appresio, nelle note, Ie concordanze colla numerazione u lbid., p. Cl.
adottata dallo Zimerman.
2t6 lbid., p, 28. Zimerman, n. 501.
u E. Cnr,rplrnz, Eine lranziisiscbe Bilderbandsc-brit't uox_-Boccaccio's These.id-e-,
2t7 lbid., p. 29. Zimerman, n. 507.
r Jahrbucl'aJ. f.o"iini'rt".ischdn Samnrlungen des allerhiichsten Kaiserhauses >, t. XIV,
189r, pp. 318-28.
2tt lbid., p. )). Zimerman, n. 547. zSulla storia del codice, oltre all'articolo citato nella nota preceden-te, cfr.: R' BEEn,
2telbid., p. 4). Zimerman, n. 654. lcs principiii,roi"tniii a plrintrret de ta Bibliothique impiriale de-!ie.ryte, < Bu!9t-il
a lbid., p.
43. Zimerman, n. 656. ai-dS*i.ite i.angaise de repioductions de manuscrits Ipeintures
",.!'II, 191?, Pe' 2,4-39
TnrNrlen, Les principaux manuscrils d petn.tures de l4la lrtbltotheque
BibliotbCque Nationale ae
tlatronate de
u lbid., p.
51. Zimerman, n,'778. e52,E,
Viniri.' iroisibme'partii: Maiascrits lrangqjl, < Bulletin de la Soci6€ frangaise_de repro
22 lbid.,p. 50. Zimerman, n. 730, Marguerite d'Autriche possedette -parecchi ma- I,,*i^-o de
duaions *..,,*.it"
,r- manusirits i peintures ,, t. iXi
rcinhrrc<*'t nn 35-18. P.
1918, pp.
XXI, 1918 P- DunnEu.
DunRtru, Notes sur
noscritti itafi;i'. Su di essi cfr.'il terzo capitolo (l*s manuscrits italiens de Marguente ;;;l;;;t-ianascrits lrorcZii ii d'6risine I'rancaiie'ionseruis dans des bibliotblques.
d'Autricbe, pp. 89-99) del seguente lavoro ii A. Bevor, Its manuscrits d1 Prouenattc-e Z;Aiiiisii, o niU["t'heq,i. de. l'Ecole-des Chaites >, t. I-III,,189-!, P,._,111'_1"^:[t1
tooiitirori 7e ln B;hliothiqie de Bourgogne, Chamb€ry, Imprime-rie F' Gent--il.19@, L;;;i
lavod vi;Ti qualche rilevare. Nel pumo
imprecisione che mette appena conto rilevare.
ii"ui i-pr".isione
d"d.tr. lieve primo artlcolo
articolo
pp. tG. Estratto dai * M6moires et Documents publi6s pai la Sociit€ Savoisienne d'Histoire ItbtZl, li*.. ai.. ip. ,ri .il il codice appart;;ne all'arciduchessa Margherita, sorella
et d'Archdologie >, t. XLVII, pp. 305-410.
ni lbid., p. )). Zimerman, n. 554.
126 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA I27

Chmelarz, il primo possessore del volume sia stato il re Ren6 d'Anjou a. C 246 - Aultre grand livre, nomm6 les Triumpbes de rness.'" Fruncbois
AIla morte di Marguerite d'Autiche (1510) la biblioteca di Ma- Pitrarchea.
lines passd alla nuova reggente Marie de Hongrie che la fece trasportare
E 247 - Aulte moyen livre, nomm€ les Cent noaaelles8.
a Turnhout. Di essa ci resta un inventario che risale forse al 1556 e che
fu pubblicato da J.-M. Gacharde. Riproduco qui questi articoli che Poich6 i dati forniti dagli inventari sono troppo sommari non mi
sono preceduti da una lettera e da un numero. Ie lettere indicano azzilderb a proporre delle identificazioni, tuttavia siccome i titoli e
la claisificazione per materie (A : teologia; B : annali e cronache; l'informazione c-oncernente la rilegatura ce lo permettono, riproduco
schematicamente le cofrispondertze tra i manoscritti citati nell'inventario
C - poesia; D: letteratura morale; E : libri di distrazione; p :
libri di diritto e G : libri < de la philosophie naturelle >). del 1516 circa, in quello del 1523-24, ed in quello del 1556 circa"
i
B 16 - Ung grand livre couvert de velour viollet cloux dorez, nomm6 1516 c l5D-24 1556 c Opere
le Liare de leban Bocbacesal.
i
D D - Ung grand livre couvert de velour vert cloux de leston sans A : AI 23e : D23 : Traduzione francese del De casibas.
dorure, nommd le Premier de Bocace, des nobles malbeareuxe. B : EI 240 : )> )> De remediis
A 51 - Ung aultre moyen livre couvert de damas vert, nommd Pi- C:,DI > )) De mulieri-
bus claris.
trurcbea3.
E ,8 - Un gros livre couvert de velour noir i cloux dorez, nommi les D=BI: 816 : Un < livte de Jehan Bocace >.
* Ung petit livre en latin >>, forse un
Cent noilaelles oiellesu. De casibrs.
D D3 - Aulte livre plat couvert de velour vert a cloux dorez, nomm6 :CI: A'I : Un libro di Petrarca.
Bocace des clbrcs d,anesN.
=FI: c 246 I Trionf di Pettarca.
i :GI= E 2r4 Ung livre en italien >.
Tra i << livres couverts de cuyr et de patchemin >>, sono citati F:HI: E58 :
"
" Les Cent nouvelles vieilles >.
codici seguenti: = Teseida : Traduzione francese del Teseida.

E 214 - Aulue petit livre, nomm6 IJng liure en italiene.


E217 : )> )> > Decameton.

di Massimiliano d'Aus6ia (Cfr. J. Gtuu, Geschicbte Kaiser Frie*icbs lV und seines


E difficile dire in che misura l'aumento considerevole che l'inven-
sobnes Maximiliatt l,Hambvg, bei Friedrich Perthes, 1840,-1W), in 2 vol. t. I, p.203'05) tario del L523-24 fa apparire rispetto a quello del 1516 sia dovuto
e non dla figlia. Ne[ secondo articolo (1918), E. Trenkler fissa la data della succeseione di d fatto che quest'ultimo E incompleto.
Marguerite d-'Auriche col L524, men6'essa morl solo net 1530._Infne,_P. Durrieu afierma
che il ms. 2'617 di Vienna viene dalla collezione di Eugenio di Savoia. Lo studioso confuse
AbbandLniamo un istante la collezione di Marguerite d'Autriche e
il aostro al ms. 2'6)2 dello stessg fondo che contiene, del pati, la traduzione del Teseida e di Marie de Hongrie per tornare a parlare del principale fondo borgo-
che viene efiettivamente dalla collezione del principe sabaudo. gnone che si trovava Biuxelles e per costatafe un ulteriore impoverimento
D Cft. oltre p. 138.
& querta biblioteca. Se l'inventario del 1487 s-e-gnalava ancora otto
230 J.-M. G,rcneno, Notice sar la libruirie de la reine Marie de Hongrie, seur de manbscritti che concernono la nosra ricerca, quello del 1516, redatto
Cbarles-Qaint, rigente des Pays-Bas, <C-ompte-Rendu des S€ances de Ia C.ommission
Royale dtlistoire, ou Recueil de ses Bulletins D t. X, 1845, pp. 22446. L'invataio d
puLblicato alle pp. 22646: < Inventoire des livres de la Reine douairiire d'Hongrie, de 2, J,-M. Gecrunu, Notice sur la librairie de la rcine Marie de Hongrie . . . cit.,
Bolrtme, envoiez i Turnhout, par I'ordonnance de Sa Ma.t6, le V" jour de f€vrier L565 . . .>. p.241.
Il Gadrard suggerisce di leggere 1155, cioe 1556 n. s. 2s lbid., p. 241.
ztr lbid., p. 228.
239La sola discrepanza tra A ed AI consiste nel fatto che il primo inventario af;erma
232 lbid., pp. 228-29. che le borchie del ms. non sono dorate mentre il secondo afferma il contrario. Tale di-
lbid., p. 230. vergerua si spiega facilmente. Tra il 1516 d I 1523 tali codici potetono infatti essere stati
zt3
u lbid., p.231. restaurati.
tss lbid., p. 216. m Anche per questi due articoli (B ed EI) valgono le osservazioni fatte per A d AI
Ibid., p. 240. nella nota precedente.
728 GIANNI MOMBELLO
I MANOSCRTTTT Dr DANTE, PETRARCA E BOCCACCTO rN FRANCTA 129
al tempo dell'imperatore Carlo V, non ne segnala pit che sei at. Ecco le
descrizioni. Segnature
attuali
tfi6 t420 1467 1487 OPERE
,4) Ung auue livre en parchemin, escript et illumin6 comme dessus,
Paris
[escript ]
Ia main, illumin6 en aucuns lieux par dedens] couvert de meschant Arsenal 5'193
A 82 880 tu8 Boccaccio, tr. del De casibus
velours rouge damass6, garni de dix cloux et deux clouans de cuivre, intituld,
C'est le liare de lehan Boccace des Cas des nobles honmes et fetnmes, com- Btuxelles B 140 1,36) 2100 Boccaccio, tr. nov. di Griselda.
menchant au IIU feiullet, ilz dechasserent de ce ffiondew, B.R. 11.188-89
B) Autre livre en parchemin, escript i la main, couvert de cuyr rouge, C 2058 Petrarca, < Ung epistre >.
fermant i deux petis clouans, intituld C'est le liare de Grigilidis (sic), com-
menchant au II' feiullet, deliare nousxt. Bruxelles
D 1019 t99t Petrarca, Familiofi,
B.R. 9'476-78
C) Autre vielz petit livre en parchemin, escript, couvert de vielz cuyr
blanc, i deux fermilletz de leton, intituli, [Jne epistri de Francisque Petrarque, Bruxelles r. del De mulieribas
poete, ett latin, commenchant, au II" feiullet, essenusu. B.R. 9509 E 87) I 1672
Boccaccio,
claris.
D) Autre livre en parchemin, couvert de cuyr rouge, gami de dix cloux,
F 168 875 Boccaccio, tr. del De
et deux petis clouans de leton, intituld: Le (sicl epistrcs de Fratcisque casibas.

Petrarque, commenchant au II' feiullet, Massilia raufragionw.


E) Autre livre en parchemin, escript, illumind, couvert de vielz velour
damassi rouge, i deux clouans, intitul6 Le liare que fit Jeban Boccace, de
c]eres- 9t nobles fetnmes, commenchant au II" feiullet, co?rtrfle i celle qui lia
- L'esame di quest'ultimo inventario ci attesta che la superba colle-
zione che i grandi duchi d'Occidente avevano, per quasi-un secolo,
bienN. dunito, non solo si era spezzata in due, ma si stava siriamente impo-
F) Autre vielz livre en parchemin, escript, illumin6, couvert d'une verendo.
i
meschante couverte de cuyr rouge, dix cloux et ung clouant de leton, inti-
Sarebbe oluemodo jnteressante seguire la storia di tutti questi
fil/r€ Bocace, des lortanes des nobles ltomrues et fetnmes, commenchant au
II" feiullet, soit nye serublable&. codici appa_rtenuti ai duchi di BourgognE fino ai nostri giorni, ma tale
lavoto va olre ai limiti del mio,assunto-, per cui chiuderb lroto capitolo
dproducendo e co_mmentando la concoraanza pubblicata ha J. Marchal
Gh incipit, olme ai titoli ed alle informazioni sulla rilegaturam, ci pdmo volume del suo citato catalogo dei manoscitti della Bibliothaque
permettono di stabilire la concordanza fia i sei articoli qui ricordati e 1el
Royale di Bruxelles.
quelli degli inventari precedenti.

24r H.-V. MrcHsr.tNr, Inuentaire des


ioyaax, otnemefits d'6glise, oaisselles, tapisseries,
liores, tableatx, etc. de Cbarles-Qaint, dress| i Bruxelles at mois de mai 1536, < Compte
rendu des S€ances de la C,ommission Royale d'Histoire ou Recueil de ses Bulletins >, III"
sdrie, t. XIII, Bruxelles, Ilayez, 1872, pp. 199368.
a2 lbid., p. 26L.
24t lbid., p. 292.
244 lbid., p. 299.
26 lbid., p. 314.
Ibid., p. )17.
247 lbid., p. 317.
:r8 Questi due u.ltimi dati sono di natura assai e6.mera, non stupiri quindi di ro
vare notevoli disctepanze ma gli inventari. Cid non toglie tuttavia la possibiliti di sta-
bilire una concordanza, anche se non la facilita.
GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA t3r
*: I - -* del
ritrlo Incipit
Pagine del
catalogo di ti|6,
!fu. ms. dalt'inventario
--aer vigri,,.
del

J. Marchal | secondo toglio

CCLI C'est le livre de Jehan Boca- Ils dechasserent de ce


ce, des cas des noblcs hommes monde
et femmes
illuminC

CCLVI Quatre dldmens

CCLVII Le liwe de Grigilidis (sic) D6livre nous

CCLVIII Une dpistre de Francisque Pe- Essemus


trarque poete, en latin

CCLXI Les 6pistres de Francisque Pe. Massilia naufragion


trarque

CCLXI 873 Le liwe que fict Jehan Boca- Comme celle quy
l'672 che, de (sic) cleres et nobles bien
femmes
illumind

I Nell'esemplare del catalogo del G€rard, redatto nel L791 ed ampliato nel 7799, . { Nell'esemplare del catalogo del G6rard conservato all'Aia e citato nella nota pre-
.rr. ri iior"-ot"'al, niuti.tne{ue Royale di-Bruxelles(n. (mss. -14'991-14'996), troviamo ccdente, t. II, f. 269; n.809: < Le roman de Griselidis . . . ). Si nota sovente una discre-
;;; ili;ri.;"i.-J r. 144-i"i ms. 14'995, n. L'362 in
L'36t cancellato): <<Bocace,
velin. Il a et6 enlev6 en
panza di due numeri tra le segnatute pubblicate dal Mardral e quelle iscritte su questo
H;";'"b'l*'f";;;r.t-ho.-.i malheureux.'Ms. fol. sur inventario.
ffi4 GI;i;.-aGi; .*i*to non corrisponde quindi al nostto, che n91 era. s!q!9 pit- reso s Questa concordanza i inesatta, infatti, l'esemplare del catalogo del Gdrard conser-
;'x[::i#"i,li;:t':'i'si6';ilt,,lif irl]!1# vato all'Aia (Ms. 71 E I, t. II, f. 6r) descrive al t. 635 un < Liber insrirurionum otato-
*t'ly;l#i,*3s,ffi-*:'Cf
;;;.id;i'_uBocace des ioUtir mrlt.ureux. IvIs. in fol. Il a et6 enlev6 en 1746 (sic)>' darum Quintilioi . . .>, al n. 616 (Ibid., f.. 7r) le < Epistolae Francisci Petrarchae poetae
lU adml 14'995 della Bibl. Rovale di Bruxelles)' leureati. Manuscrit in folio, ecrit sur velin. .. Toutes ces epitres sont latines et quelques
G-
unes sont en vers. . . > ed al n.6)7 (Ibid. t.7r) le < Epistolae Francisci Peuarchae poetae
2 Bench6 den:bato nel 1749, questo codice non figura-pit nella lista dei mano- laureati, Manuscrit in 4 d'une ancienne ecriture sur papier, C,e ms. se trouvoit dans Ia
,Utti riialta UiLUoti. di Br,r*.il"i. C.ome E noto infatii (cfr' C. A. Dr Lespnne SeN-
iirrriio-. Uerooire historis;eiar la Bibtiotblque dite de Boargogne, prisen-tement Biblio- Bibliotheque des Jesuites de Tournay. . . >. Nessuno di questi articoli corrisponde quindi
;;;;;;'i;r;i;;;; ii-Braiiettes, A Bruxelles, fe l'imprimerie de A. J. de..Btaeckenier, al nostro che forse non era gii piir nella < BibliotlGque de Bourgogne >, alla fine del ser-
li,ii- *to una ottantina circa dei codici sottratti al fondo di -D.
Bnxelles che etano colo XVIII".
o*riti'"Ui . ni6[othi,qrr. du Roi > di Parigi vennero resi, altri, come il nosro, restarono
"i.-S1-iit. 6 Bruxelles, Bibliothlque Royale, ms. 74'993, f. 709, n. 464 < ks epitres motales
invece in Francia. Cfr. sopra p. 110, n' 116. de Plutarque (Petrarque, 9'476). Manurrit in folio sur velin. Il a etd enlev6 par les
3 Nel catalogo redatto dal G6rard nel 1797 e conservato alla Koninklijke Bibliotheek commissaires frangois, en 1794 (sic) >.
dell'Aia-colla ,.gri.t r", 11 El,
t. II, f . 2LO, n. 761,-troviamo questa menzione: < Lcs 7 Bnrxelles, Bibliothlque Royale, ms. 14'995 (t. III del catalogo del Grard tedatto
;;'N;;;i;8"J.* n*".e. f,tlan,rscrit in folio... Il a et6 enlevi par les Franqois au
milieu du 18' siEcle . ' . >. td L791-99), f,. )41, n. l'359 (l'158 cancellato): < Drs cleres et des nobles femmes . . . ,>.
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA 13)
132 GIANNI MOMBELI.O

l&c ru- Titolo del ms. dall'inventario Incipit del


beti rcl Segnature
Pagine del Vigllus Sanderus Franquen Gdrard del Viglius s€condo loglio
cstalogo di tus attuali
t577 1643 1731 7797
J, Marchal
Bocace. - Des fortunes des no- Soyt myc semblablc
CCLXI 533 476 184 l'360r bles hommes et femmes
illuminl
Les cent nouvelles vielles Paris, Bibl. dc
(2612 scnal, ms. ir'o;t)
Deux liwes de Bocace, en fran-
chois

Bocace des cleres dames, en


franchois

Les Triumphes de messire Fran-


CCLXVI chois Petrarque, en franchois
Petrarcha, en Italien
CCLXVI 798
Les cent nouvelles, en fran-
CCLXIX 948 chois

rubato nel 1749, esso corrisponde quindi al ms. 5'070 della Bibliothtsque de l'Arsenal. cfr.
I Bruxelles, Bibliothlque Royale, ms. 14'99r, f. 344, n. L'360 (l')59 cancellato): sopra p. 116.
< Iean Bocace- des Cas des nobles hommes et femmes. Ms. in folio sur velin, Il a et6 s Anche questa concordanza E inesatta, infatti il n.
erilevd par les'commissaires ftancois en L746 (sic)>. Ibid., f. 144, r. 1'351 (1,360 cancel-
- 876 del Barois descrive un vo
lume contenente Ia traduzione di valerio Massimo. Abbiamo gii visto sopra a quale ma-
lato): <i Bocace des Nobles malheureux. Manuscrit in folio. Il a et6 enlev6 en 1746 (sic) noscr-itto corrisponda il n..875 del Barrois, il
quale descrive,tome si E detto 1ifr. sopia
par les commissaires frangois . . . >. p.1lr), uno dei manoscritti sottratti da Couicheret d'Esnans. Cfr. anche la'noia seg.
2
Questa concordanza E errata, poich6 il n. L'26L del Barrois descrive un codice _.-6-Il catalo-go del Gdrard, conservato a Bruxelles (ms. 14,995, f.345), descrive, al
contenenle le Cent toaoelles ttoaoelles. Il corrispondente numero d'ordine i invece il !, l:36r, un codice contenente: <<Les femmes renommdes> ed al i. fXq'(fr$ caicel-
l'262 {Cfr. sopra, p. 116, n. 171). Cfr. pute la nota 8 p. 733. lqto) gn manoscritto di > che appartenne a Mareuerite dt"i.i-
< Bocace des cleres dames
3 Anche questa concordanza d enata poich6 il n. 759 del catalogo del G€rard (cfr. che. Non saprei scegliere tra i
due. Entrambi i codici furonb trasportati a Farigi tjiC.
ms. 71 E 1 de['Aia, t. II, f. 205) descrive un codice contenente l'Histoire de Gilles de 7 La concordanza col ms. tr. 12'420 della BibliothEque Nationale di parigi b"it
soggetta
Cbin.Un manoscritto contenente la raduzione del Decameron E invece descritto al n. 761 a cauzione. Cfr. sopra n. 112 a p. l1O.
(Cfr. ms, 71 E I dell'Aia, t. II, f . 210): << ks cent nouvelles de Jean Bocace. Manuscrit
in folio . . . Il a et6 enlev6 par les Fraryois au rnilieu du 18p silcle >. - - __6 -Questo articolo va spostato, come si E detto nella nota 2 di p. D2.Infatti il n. 94g
del Viglius corrisponde, come si vedri oltre (cfr. p. f35) ad un voiume a stampa.
a Il catalogo del Girard, citato nella nota precedente, afferma che questo codice fu
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA I35
134 GIANNT MOMBELLO

Come si E potuto constatare dalle note, le concordanze pubblicate manosuitti del vecchio fondo borgognone di Bruxelles quali sono date
dal Marchal non sono sempre esatte e sollevano parecchi problemi di da questi inventari perch6 esse riaLano quelle pubblicate dal Barrois;
identificazione. Non avendo potuto consultare f inventario manoscritto mi iimiterb quindi a stabilire le concordanze dando la descrizione
del Viglius, ho esaminato, per risolverli, alui documenti conservati a solo degli articoli che concernono i codici-provenienti dalle collezioni
Parigi e cioB: l'inventario redatto dal barone Charles de Berlaymont 2o, di M;6;.ii. d A"t.i.he e di Marie de Hbngrie, sempre tecensiti al
nel 1569, che precede quindi quello del Viglius, l'inventario redatto dal seguito-di quelli del vecchio fondo borgognone.
conte Charles d'ArenbetgH, del 7597-98 e quello redatto da Philippe Ph. Sterck e P.
Sterck e Paul de Croonendaele*' tra il L6L4 ed il 1617, prima quindi Viglius I Berlaymont D'Arenberg de Croonendaele
dell'incendio del 1230. Gli Extraitse del Godefroy non recensiscono _r_
pit che 7 articoli concernenti la nostra ricerca, trascuro quindi questo N. ,2
I f. IIII,. uu f. CXLIv - C&IIr. f. 11r, n. 11.

documento. N. 258 I f. CVIv. f. CLXXv t. )9r, n. 222.


_r-
Non penso valga la pena di riprodure qui le descrizioni dei N. ,02 I r. cx". f. CL)ilVIr. f. 45r, n. 265.

f. CXVIT. f. CL)fiXIIIr.
f. 5lv-52r, n.
24e (,onsspv6ls nel ms. C)OO( del fondo dei < Cinq Cents de Colbert > alla Biblio N. 3r7 )16.
thEque Nationale di Patigi.
2e C,onservato nel ms. CEfiI del fondo dei < Cinq Crnts de Colbem > della Biblio- N. 508 f. CXXIXv. t: IIc Iv. f.70v, n. 454.
thBque Nationale.
6r Conservato nel ms. fr. 5'675 della BibliothEque Nationale. I\I-- f.rC)OO(I* t. II"IVv. f..71v, t. 474.
OOO(IIr.
x2 Extrails carieux et detaillis des manascrits etant i la biblioteqae (sic) de
Brrxelles dont aucans ne sont imprim€s. lv1s. 92 e 93 (a. 26-27) del fondo Godefroy della
f. CX)O(IIr. IIc Vr. f. 71v-74r, n.
BibliothEque Municipale di Lille. I codici concernenti la nostra ricerca sono tutti citati 477.
nel ms. God.9r. Do qui solo una parte di queste descrizioni, a volte assai lunghe. F.4) t:
< Griselidis marquise de Saluces. Volume in 4" sur velin contenant une cinquantaine de f. II" lilXv: < Ung grand livre
feuillet(s), reli6 in bazane brune. Au premier feuillet est ecrit: " Griselidis-latine extat escript en parchemin, illumind, cou'
inter opera Aeneae Silvii. Signatum Mfuaeus ". Aux pieds des mons, en un cot6 vert de velour cramoisY rouge,
d'Italie.. . >> (: ms. 1l'188-89 della BibliothEque Royale di Bruxelles). F. 99r: < Le livre brod6 d'or, a huict cloux de leton
des 100 nouvelles que fit Jean Bocace. Ce volume grand fol. est en vielle (sic) relieure, dori. intituld: Le livre de Boca' f. 88r. n. 581.
en papier, exceptd la table qui est en velin et la Ictu feuille ou il y a une belle planche ce, qui parle des cas des nobles
representantlesTdamesentoureesd'unevignete...,cevolumecontient250feuillets...>>. malhiureux; cofirmengant au troi'
F. 100r: << Jean Bocace, des cas des nobles hommes et femmes. Ce volume est grand ziesme feullet (sic')i tilne par ber'
folio, en velin, reli6 en velours vert preced6 des armes de Marie Reine de Hongrie. bes ou par >a
Au I". f. est une planche entourde d'une belle vignete . . . )>. F. 100v: << Des cas des f. II" )O(Vr: << Les cent nouvelles
nobles hommes et femmes de Jean Bocace. Ce volume qui est tres gros, grand folio, en
vielles, couvett de velour noir
velin, reli6 en velours bleu, est precedd des armes de Marie Reine de Hongrie. Il y a une aveco deux clouans de leton, f.9)v, n. 6J9.
belle planche au bas de laquelle sont les atmes de Croy de m€me que dans toutes les lettres N. 684
grises du livre. C'est une copie du pareil livre qui est deji dans la biblioteque (sic). :script en parchemin et illumin6 >'
A la fin du livre est ecrit: tt k present livre de Jehan Bocace est escript de la main de f. II"XXVIT: Deux livres de
<<
moy Haquinet le Pesquier clerc, et fu achevd et accompli le 15" jour du mois de may l'ung couvett de
Bocace en frangois,
1'a$ 1462. Sign6 Pesquier " . . . >. F. 101r e v.: <( Bocace des nobles fernmes et hornmes
malheureux. Volume en velin, gmnd in folio, contenant au moins 400 feuillets de belle N. 698
velour vetd, avecq cloux de leton, t. 95r, r 652.
l'auffe couvert de velout violet,
ecriture, reli6 en velours violet ciseld . . . >. F. l74r: < Histoire des nobles femmes, un escriptz en parchemin et illumi
volume in folio, en velin, reli€ en velours vert contenant 167 feuillets et est precedd des nu >>.
armes de Marie Reine d'Hongrie . . . Il y a un double cette histoire, relid en velours
rouge cizel6 . . . >. F. 18J r: << Epiue morak. de Frangois Petrarque en latin. Volume en f. II"XXIXv: <r Bocace des cle'
velin, in folio, contenant f86 feuillets, mauvaise relieure de bazane brune. Il commenc€ res dames en frangois, couvert de t. 99r, n. 696.
qar une table qu'il intitule: Tabula epistolarum Francisci Petrarche poete laureati. I' N. 742
velour vetd a clouans dorez, escript
Epistola, prologus. 2a, Thome Messanense. l' Raymondo supremo viri. 4a Ad Johannem oarchemin et illumin6.
en parchemin
de Columpnarone. 5a Ad Eundem, etc. Toutes Ies lettres sont divis6es en 24 livres, La
demiere, ad societatem et Conclusio huius libri. I1 paroit, suivant le caractere, que ce
Iivre a etd ecrit dans le 15" siecle >. Questa notizia descrive l'attuale ms. 9'47e78 della
253 Non sono riuscito ad identificare questo codice che compare, per la prima volta,
BibliothEque Royale di Bruxelles. in questo inventario.
716 GIANNI MOMBELLO r MANoscRrTTr Dr DANTE, PETRARCA E BoccAccro rN FRANCTA 137'

Anche il ms.745 (784) della BibliothEque Municipale di Arras 6? o,


che contiene una nutrita serie di opere del Petrarca, fu verosimilmente
f. II.XXXv: << Les Triumphes de
confezionato nell'ambiente culturale che gravitava attorno alla terua
messire Frangois Petrarcque en
frangois, couvert de cuyi noir, f. 100r, n. 709. moglie di Philippe le Bon. Un'iscrizione posi alf..2r attesta che il codice
fu scritto, nel 146-9, al castello di La Motte-au-Bois (<< in castello Nepe >),
f. II")OilIIIv; < Petrarch en
residenza degli ultimi anni di Isabelle de Portugal $ Ult).
italien, couvert de damas verd a f. 104r, n.752. '* rt ,l

f. II"XLIIIT: < Les cent nou- 7) Le collezioni dei signori di Aniou e di Prouenza e di altri
velles en ftangois, couvert de cuyr f. 115r, n. 881. bibliofrli del sud d.ella Francia.
sans cloux. Imprimd.
- -Hq esaminato, fin qui, le biblioteche di tre delle quattro branche
ducali della dinastia reale dei Valois, mi resta quindi solb da parlare di
Come ho gii fatto notare in precedenza2s4,l'ultimo articolo cltato guella _dei duchi d'Anjou e conti di Provehza.-Se ne parlo pir ultimo
in questi inventari, non descrive un manoscritto, ma un volume a b perch6 questo esame mi permette di far ritorno nella provincia e
stampa. La concordanza che il Marchal stabilisce tra esso ed il n. 1262 tiprendere il giro nelle regioni {rancesi partendo dal sud.
del Banois ts quindi inesatta. Notiamo inoltre che nell'inventario di Un inventario del castello d'Angers, redatto tra il mese di dicembre
Charles d'Arenberg apparc, per la prima volta, un nuovo manoscritto l47L ed il mese di febbraio 1472, ci informa che il re Ren6 possedeva,
contenente la traduzione del De casibils. Si tratta di un nuovo arivo a tale epoca:
poich6 B segnalato dopo la lista dei codici appartenenti al vecchio
fondo borgognone e prima della lista di quelli che provenivano dalla PremiErement, ung-_livre en parchemin nommd Dente de Flearence, escript,
en lettre ytalienne I.
collezione della reggente Es.
A conclusione di questa rassegna dei manoscritti che appartennero I-'inventario parla di un codice scritto << en letue ytalienne > e
ai grandi duchi d'Occidente ricordo pure due codici che furono posse- quindi di un tipo di scrittura italiana, ma siccome non conosciamo nes-
duti da altri membri della stessa famiglia. suna traduzione della Diuina Cornruedia anteriore all'ultimo terzo del
L'attuale ms. fr. 597 della BibliothEque Nationale di Parigi, che secolo XV, possiamo pensare che si ttattava forse non solo di un codice
contiene la traduzione francese del De casibus appartenne al cugino di scritto da mano italiana ma anche in lingua. L'identificazione di questo
Philippe le Bon, Charles I"' conte di Nevers e di Rethel che sposb codice con un manoscritto contenente il conair.tio mi pare meno
froba-
Marie d'Albret nel 1.456 e. Il ms. 5'L92 della Bibliothlque de l'Arsenal, bile ed escluderei del tutto che si potesse trattare del De nton)rcbia,
contenente la traduzione del De casibus appartenne ad un altro bi- opera-che_non pare aver valicato le frontiere prima del Cinquecenro.
bliofi.lo del secolo XV, un figlio naturale di Philippe Ie Bon, Antoine, Sottolineo l'esistenza 4 qr.rto manoscritto contenente l,opera del
grand bitard de Bourgogne (142L-1504)Et. maggior poeta italiano nella libreria di un casato che, per ragioni politiche,
aveva ftequenti rapporti coll'Italia. Come si E visto e-vedre'mo ii seguito,
a Cfr. sopra, p. 1.33, n. 8. b nelle collezioni di signori che avevano stretti rapporti economici,-poli-
2ss La lista dei libri provenienti dal vecchio fondo rimasto a Bruxelles termina tici od amministrativi-colla penisola (come la corie papale di Avigntne,
al f. II" XIXv. del ms. CXXXI del fondo dei < Cinq Cents di Colbert >. ed il nostro la casa di Savoia, quella di Borbone o le libere citb ieile Fiandie che
codice E citato subito dopo nella stessa pagina. La lista dei libri della ieggente inizia
al f. II" XXIIT. E. Pprr.scxrx, Manus*its de Pitrarque dans les bibliotbiques de France, cit.,
.257o
256Le loro armi sono dipinte al f.. 2r. Cfu. P. Peris, Les manuscrits franEois de la pp. )7-98.
97-98.
bibliotblque da roi . . . cit., t. Y (1U2), pp. Lt9-20. 8 A. Lecov Dr La Mencnr, Extraits des conptes et mimoriaux du roi Reni
_.-? -4.Borr.re1, Un biblio-pbile du W" siicle. Le Grand B,itard de Boargogne, pour seruir i l'bistoire des arts aa XV" siicle,
siicle. pabliis i'anris ler
oabliis d'apris les orioinnux rlpt Arcbioes
originaux des Archiopr
"Bibliothique de-I'Ecole des _Chartes>, t. LXVII, 1906, pp. 25j-69.fu. Leurn, ieit;1, trqttonates, P:ris, A.
Nationales, rarls, rrcatd., l6lt,
11. Picard, 1873, p. Zbl. Lo stesso tnventarto
261. I_o affer"ma che, nel castello
inventario afie
lrement de l'< exJibris >> da Grand Mtard de Bourgogie-, < BibtiothEque de I'Ecole dis di Angers, vi era pure (ibid., p. 2601: ., Ung rolle en parchemin
(ibid.', p.260) in escript
escri en lettre italienne,
Chartes >, t. LXXXIV, L921, pp.298-305. et se corrmance: In hoc oolumine >>.
138 GIANNI MOTWBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA L39

albergavano mercanti o prelati transalpini) che toviamo il maggior nu- che tempo nella sua collezione pdma di passare in quella di Marguerite
mero di codici delle re corone. d'Autiche. E infatti nell'ambiente letteratio ed artistico che gravitava
L'ultimo conte di Provenza Charles d'Anjou lascib, per testamento attorno alla come del re angioino che venne efiettuata la raduzione
del 19 dicembre 1481, quasi tutti i suoi libri ai domenicani di Saint-Ma- dell'opera boccacciana e confizionato il codice ora viennese26.
ximin. Questa collezione formata, in gran parte, durante il regno di Un'altra importante collezione formatasi nel sud della Francia,
Ren6 d'Anfou, era ricca di ben 116 volumi. Tra essi troviamo citato un: durante la seconda met) del secolo XV, b quella che Bernard de B6arn
Liber lohannis Bocacii pbillosophi 5e, illuminatus auro et de hesur, et diversis bAtard de Commenge riusci a raccogliere nel suo castello di Monteux
coloribus; in pergameno et magno volumine, et in gallico Ytalicorum m; in (Vaucluse). L'inventario dei beni mobili di questo bibliofilo, redatto
sui primo folio historiatus, et armis regis Renati sculptis; copertus velluto al mese di luglio 1497, segnala:
viridi nl.
Item, liber intitulatus: les Cent nouaelles: proprie, Bocatius. Incipit post
Oltre a questi due codici, la collezione di Ren6 d'Anjou dovette tabulam: Cy cornence le prologue. Item, incipit in sexta linea septimi folii,
certo possedere un manoscritto del Filostraro, come ci assicura il tra- computando a dicto principio, incipit: que. Finit in eadem: La terre. Finit
duttore francese dell'opera sia esso stato Louis e o Pierre 26 de Beau- totus liber: cent nouoelles. ArnenN.
vau. Tale codice non pub essere identificato con quello descritto dal-
l'articolo sopra citato poich6 si tattava di un grande volume, mentre Ricordo che il manoscritto 622 di Carpentras
a, confezionato verso
il traduttore aflerma che quello contenente l'opeta boccacciana era il 1460, contiene la uaduzione francese del De casibus e non quella del
<( ung petit >
e. Notiamo altresl che il Beauvau atribui il Filostrato Decatneron.
a Pettarca e non al Boccaccio. Tale incongruenza non b stata ancora Infine un'altra famiglia meridionale, quella dei Sobiras possedette
spiegata ma gii abbiamo visto, studiando le librerie e le collezioni di un codice contenente la traduzione Irancese delDe rnulieribas clarisw,
Avignon, che la fama del primo oscurb, a lungo, quella del secondo, fin dalla meti del secolo XVI. Questo testimone ci ts giunto ed B ota
m di New York colla segna-
nel sud della Francia. conservato alla Pierpont Morgan Library
Come d gii stato detto sopra ('pp. 125-26), E probabile che il ms. tura: ms. 381.
2'617 della Nationalbibliothek di Vienna, contenente la traduzione del **'*
6s e sia rimasto qual-
Teseida, sia stato confezionato per Ren6 d'Anjou
ae Sottolineo questo appellativo che dimostra come il Boccaccio fosse stato rapi- 8\ La libreria dei conti d'Angoul€me.
damente integrato dalla cultura francese proprio grazie alla sua qualiti di < philosophus
moralis >>. Passiamo ora ad esaminare le collezioni di altre tre importanti
260 Il
Lecoy de la Marche (Le roi Ren6; sa aie, son administration, ses trauaux
famiglie francesi piU o meno srettamente legate alla dinastia dei Va-
attistiqaes et littdraires, d'apris les documents inAdits des archittes de Frunce et d'Italie,
Paris, Firmin-Didot, 1875, in 2 vol, t. II, p. i89, n. 4) afierma, a commento dell'espres-
sione << in gallico ytalicorum >>, che si uatta di un libto << sans doute en ptovengal >>. M Cdr. lavoro dell'Hauvette a p. 206 dell'edizione citata nella n. 262 a p. 138.
il
La cosa non E poi cosl certa. Non d impossibile, infatti, che il redattote dell'inventario 26? T. pr Ao. Beuooum, Inuentaires des liures et du mobi-
Desn,{nneeux-BEnNAno
abbia avuto ricorso a tale formula per ftadurre l'espressione francese << en lombard r> colla
quale sono abitualmente designati i libri scritti in italiano. lier de Birnard de Biarn bdtard de comruenge (1497), nei < Mdmoires de l'4caddmie des
ttt J.-H. ArreNis, I^a bibliotbique du roi Ren6, <<Revue des Socidtds Savantes des Scienc.s, Inscriptions et Belles-Lettres de-Toulouse>, VII" sdrie, t. IV' 1872, p'
109, n. 39. L'inventario della libreria E pubblicato alle pp. 100-111.
Ddpartements>, V'serie, t. VIII, deuxidme semestre L874, p.311, n. 111. 2s F. Ds, Mrtu, Le <<Boccace >> de Carpentras, << Revue de l'Art ancien et moderne >,
rc H. Heuvstrr-, Les plus anciennes traductions lranEaises de Boccace, in Etades 1911, pp. )lL-L6. I. Bicnr, Le Maitre du Cbinpion des Dames, n.Gqg-tlg des leaux-Arts >>,
sur Boccace, cit., pp. 171-76. i. X1fui, fSlZ, ip. 1.:].,O-i5. Manasffits i peiitures en France du XIII" au XIV"_ siicle,
263 A. CovrLLr., La uie intellectuelle datts les domaines d'Anjou-Proaence, cit., p.ii,-Bi6ti"itCqi,i Nationale, 1955, p. 144, n.304. J. Potcrr\\,,!-es peintres de Jean
pp. 157-65. ile ltaarix, <Revue FtanEaise de l'Elite Europdenne >>, n.77, 1956' pp. 17-22.
2& Cfr. il testo pubblicato dall'Hauvette a p. L72 del suo lavoro citato nella nota m Segnalato su << Le Manuscrit >, t. I, n. 1, 15 gennaio L894, pp. L2-8.
252 prec. m S. Dr, RIccI, and I(. J. \rrrcow, Censas of Medieaal ald- Renaissance Manu'
6 E. TneNxr.rn, les principaux manascrits i peintures de la Bibliotbiqae Natio- scripts in the lJnited'States and-Canada,New Yo1k, The H. \[' -Irilson Co-mpany,.1935-
nale de Vienne. Troisiime partie: Manuscrits frangais, < Bulletin de la Socidt6 de Re- 194b, in 3 vol. (pii rn Sapplemenr curato da C. U. Flve e !(. H' Bor'.r0, New York, the
productions de Manuscits i Peintures >, t. XXI, t%8, pp. 3548. Bibliographical Society of America, 19621 t. lI, p. 1437.
140 crANNr MoMBELLo
I MANoscRrrrr Dr DANTE, PETRARCA E BoccAccro rN FRANCTA l4L
Iois, quella dei conti d'Angoul6me, quella dei conti e duchi di Bour-
bon e qar+a dei duchi di Savoia. Queito ci permetteri di proseguire Ia Gtazie al7'ixci'pit ed all'expliclf possiamo facilmente identificare
nostra indagine spostandoci oru d. centro dilla Francia, partento dal- l'opera petrarchesca contenuta nel codice. Si tatta del Secretam. La
l'ovest ed andando verso est. ftaie u in perniciem propriam > si trova nella settima patlata di < Au-
gustinus r> del primo libro. Tale codice non pare esserci giunto e co-
una delle pit interessanti collezioni dell'ovest della Francia B
certo quella che i conti d'Angoul6me costituitono a Cognac. munque, se esso esiste ancora, non si trova in una biblioteca di Francia
poichd il catalogo dei manosoitti peuarcheschi redatto da E. Pelle-grin,
L'inventario redatto nel 1467 , alla morte di Jean d,Orl6ans detto
il Buono, segnala che la sua libreria era ricca di ben 157 volumi. Tre di che ho spesso iitato, non elenca hessun codice pergamenaceo del Se-
essi contenevano opere di Boccaccio ed altrettanti opere di petrarca. cretum che possa essere identificato col nosfto.
Ecco come sono descritti 7r.
N.61 - Bocace <<Des lenme.s)>, en papiers et frangois, comman$ant,
. N 1 -- Et premiBrement ung livre nommd Boccace, en frangois et par-
chemin, en letffe bris6e, commangant ou second fueillet Pour li panicion
'<<
ou second fueillet, <De Sophonisbe >> et finissant ou penultime << facande a >
et, ou derriet, << Explicit >m.
>>

et, ou pelultime <<Pell6e nullecques >>; et finissant en lettre rcu[e <<Apris


Pasques >>m. Altro testimone, giunto fino a noi, e conservato alla BibliothEque
Nationale di Parigi sotto la segnatura ms. fr. l'120.
Questo manoscritto ci d giunto'3 e porta la segnatura ms. h.23L
alla Bibliothbque Nationale di Parigi. N. 9, - Frangois Petrarcbe avecques la <<Dioision et prouffit d'oraison >
et le <( Donat contemplatit >>, escript de la main de feu Mgr. commangant-, ou
N. 17 - Le Liore de Boccace, en papier, lettre commune et frangois, second fueillet, << Siiat canalibus estis >> et finissant, en icellui << purifican'
commangant, ou tiers fueillet A cealz qui en ont besoing > et finissant
<< dam > et, en fin de livte << qui aiuis et regnas >>nE.
< Ci fine le liure Explicit - ua.
)>, avecques < >>, en lettre noire
Il codice cosi descritto non ha seguito la stessa via degli altri per
Anche questo testimone ci ts giunto e si trova nello stesso fondo giungere fino a noi poichd oggi si trova alla Bibliothbque de l'Atsenal
parigino colla segnatura ms. b. L'122'5. iolla segnatura ms. 410m.
N. 46 - Frangois Petrarche, en parchemin, et lettre commune, com- N. 97 - Mflditacions de Frangois Pitrarcbe, avecques plusieurs contem-
maneant ou tiers feuillet << In perniciem proprian > et finissant ou derier
(sic) < Non ostrepat placions et oraisons, escriptes de la main de feu monditsgt., en papier.et en
>>
[Ji", .o*tnungant ou pt.*i.t fueillet, Heu rnibi nise1g>>, ou second << a/
<<

leticiora >, et, en la fin du tout <( Anen d.icant orunia >>N.
rr G. DupoNr-Frrnrr-n, lean d'Qrldgns cottlte d;'AnEoulime. d'apris sa bibtiothiqae
(1467), nella.Bibliotbique de la Facult| des Lettres de p"aris, t. lrr.'M1lantes d,Hbii:e Questo codice che contiene, come il precedentg_, i Pylni- poeniten'
q! lyoytt AEe . . . >>, Paris, F. Alcan, 1897, pp. 39-92. L,inventario'E pubbl*icato alle pp. tialeslfr..1r-4r) del poeta italiano si trova pure alla BibliothEque Na-
55-92. tionale colla segnatura ms. lat. 3'6)8.
?72 lbid., p. 55.
273f,556 contiene Ia traduzione francese del De casibus. L'incipit del secondo foglio
e^lexplicit corrispondono a quel,li del ms. fu. 2)1,. Qu..to rec",'J f.-+O+"t a-;T i.
m Cfr. p. 69 dell'edizione dell'inventario curata da G. Dupont-Ferrier succitata'
-est moindre ,tt ap i 1 pellee I\dillorgue.'u che ir r.Jui-
405ra la frase: << . . . et l'autre-qui
tore dell'inventario ha letto < nullecque >>. Il la uaduzione del De mulieribus claris.
codice contiene
,7a G. Dupo*r-Frnnrnn, fean d'orl€ans co,ilte d'Angoul€ne d'apris sa bibliotbique, m CIr. p. 77 dell'edizione dell'inventario curata da G. Dupont-Ferrier. Il codice
cit., p. 59. contiene iPsalmi poenitentiales di Petrarca aift..70r - 74r.
,s Questo codice contiene la traduzione del Decameron. m E, Pur.BcnrN, Manustits de Pdtrarqae dans les bibliotbiqaes de France, cit.,
u6 cfr. p, 65 dell'edizione dell'inventario pp.1415.
.-
alla n. 271.
curata da G. Dupont-Femier citata sopra
m G. DupoNt-Fennrct, Jean d'Orl4ans cofite d.'Angoal€me d'apris sa bibliothiqae'
cit., p.78.
142 GIANNI MOMBELLO I MANOSCRITTI DI DANTE, PETP.ARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA L43

- Jean d'Orl6ans conre d'Angouldme possedeva quindi la traduzione zitutto al ms. 231, contenente la traduzione delDe casibus gih segnalato,
francese del De casibus (ms. fr. 237), quella del De mulieribus claris sotto il numero 1, dalf inventario del 1467, ma questo articolo potfebbe
!ns, fr., L't20) e quella delDecameron (ms. f.r., l'1,22), due copie dei pure fitefirsi
pufe It, >)9, esegufto torse
al ms. fu.-599,9sggqio
riferirsi aI aI tem,po
forse.al te di Jean
or Jean ma deco-
Psalmi poenitentiales del Petrarca che ci sono giunti (Bibl. de l'Arsenal, iato, dopo il 1488, colle armi diCharles d'Angouleme 9 di sua moglie
rns. 410 e Bibliothtsque Nationale, ms. ,lat. 3'638) ed una copia del Seue- Loufse de Savoie
tu, il quale contiene invece 7a traduilone del De
turt che pare essere andata perduta. nulieribus claris.
Notiamo, per ultimo, come un manoscritto contenente un'opera di
Boccaccio sia citato, per primo, in questo inventario, ciod al posto normal- N. 2 - Item, le libvre de Dan, escrit en-parchemin et i la. main et en
mente riservato alla Bibbia. Tale curiosa particolariti, che non deriva certo italien et en franEoys, couveft de drap de so1,s brochd d'or., auquel il y , d:g:
28s.
dal fatto che il codice contenente I'opera boccacciana avesse uno straordi- }.r.o.rt d'argeni uu* ur*., de feu mond. s'., lequel libvre est histori6
nario valore "t, la ritroviamo nell'inventario della stessa collezione
permette
redatto. dop" lu morte del figlio di Jean le Bon, Charles d'Angoul€me Questo articolo riveste un'importanza pfiticol3fe perchd ci
padre del re Francesco Io e di Marguerite de Navarre. di fissire, cofi certezza, la data iella ptima traduzione francese della
Quest-g documento, che risale all'anno 1496, venne pubblicato dal Diaina iomnedia anteriormente al 1496. Non saprei dire se questo
S6nemaud e. Sventuratamente esso b, se non incompleto, almeno troppo codice ci sia giunto e, d'altronde, i dati forniti dalltarticolo sono insuf-
sommario a, sicch6 non stupiri di non trovar pi[ traccia, in esso, di ficienti p.. oi.ru.. una identifi cazione sicura, tuttavia i manoscritti che
codici che certamente esistevano ancora nella li6reria di Cognac a tale .ort.ng^orro delle gaduzioni francesi dell'opera di Dante non sono roppi
epoca. Ecco i volumi segnalati: perch6 non si possa tentare una rapida rassegna.
' Scartiamo- innanzitutto i manoscritti Nlles acq. f.r. 4'Ll9 e 4'530
N. 1- Le libvre de Jeban Boucasse, escript en parchemin et i Ia main,
historid et tourn6 i or et azur, couvert dg veloux cramoysi gamy de fermoers, che contengono la traduzione di una parte del Paradiso che FranEois
aux arrnes I'un de Monseigr. et l'autre de Madame e. Bergaigne
rM
dedicb alla regina di Francia Claude, moglie di Frangois I"'.
Ric6rd"o solo che I'esemplare di presentazione di questa traduzione, at-
testato ancora nel cata[ogo settacentesco
4' della collezione di un di-
Le informazioni ofierte da questo articolo sono troppo sommarie
perchd si possa addivenire a delle identificazioni sicure. Si pensa innan- scendente del presidentelizet (t t554), un tempo possessore del co-
dicea, B ora scomparso.
- It Il -volume E,_ anzi,_ piuttosto modesto. Il fatto di trovarlo segnalato per primo
vuol forse dire che tale codice eta bene in vista o ben noto, insomma -un testi-moni con- 2e" Secondo quanto infornra BozzoLp, Manrscrits des traductions lranqaises
9.
sultato. d'oeuares d.e Boccaci dans les bibliothiques de France, cit', p. 44'
282
l.o.,.S6r.rarull.uo, La. bibliotbiqae de Charles d'Orl1ans comte d'Angoal€me au
6 Eo. SENprnrtuo, La bibliothique de Charles d'Orl4ans... cit., p. 144'
cb,iteau d.e c_ognac,. en 749_6_, < Bulletin de la Socidtd Archdologique et Histoiique de la e L. Auvney, Les manuscrits de Dante des Bibliotbiqaes d.e France. Essai d'un
Charente,r,.-I^Il"- s6tie, t. II, 1850 (Angoul€me, Imprimerie Cfiaientaise de A.'Nadaud, catalogue ruisonn|, Patis, E. Thotin, 1892, pp. 129-)6'
1,862) pp.730-82. N Manuscrits d'une ancienne bibliotbique du nidi de la France, < Bibliothtsqle de
aLe descrizioni dei,mss. sono, come si vedri, assai vaghe ed il redattore non ci des Chartesrr, *t.L,
l'Ecole^t^^fL--+--- T 1889,
laQo pp.
nn 15R-(o.an
158-60; a p. 160, n 40
1AO n. t citato il seguente
4Olcitatoil seqrentevolume:
volume:
ha lasciato, abitualmente, elgmenti che permettano di eseguire"delle identificazioni. Inol- << La
< traduction de la co;6die
Comddie dedt Dantes (sic), faicte par Frangois Bergaigne,,surpar'
par-
tre due articoli attestano la presenza,- nella libreria, di un considerevole numero di chemin, in 4o, avec plusieurs gtandes figrrtes de,tar,e peinrure. C'est le qropre livre qui
codici che non sono descritti. cfr. il iavoro del Sdnemaud citato nella nota prec. a p. f"i--Z.r"tg iit Bereai-ne i la
oar le iit-Bergafune
fut lrir"nte iar teyne Claude,
la-reyne Claude,-premilre du roy Frangois
premiire femme du.roy.Fl"ry9i:
171, n..52: < Item, soixante-trois petis libvres et uaictez de diverses choses, ies aucuis E-d;J. ,ititu ou. M. de-Lftet, premier pr6sident'au Parlement de Paris et despuis
en.pap.ier,.lis autres en parchemin, les aucuns en latin, les autres en franqoys, les aucuns .L*-a.-5riri'Viitor
aDD6 UC OaUIL VILLUI lsD Paris, le'dict i ,rqr6ulrrlrL
lls r4rrDr Maigueritte de Chaluet, sa niepce, mo! ayeule
reliez i table, les autres couverts i simples couverturei, desquels n'a est6 faii inventoire maternele, lorsqu'il le luy donria en Auvernhe >. Bisogna ptendere queste allegazioni con
plus ample parce- qubn les_.reppute de peu de valleur>. Ed, a p. 175, n. 5g: << Item, beneficio d'inventario, ben'inteso.
plus quarante-trois petits_ libviei, les aricuns reliez, res ,.rti.r iorlrus, Ies aucuns en 2st Tale volume non figuta nel catalogo della biblioteca di Pierte Lizet Cft. L. DouEr-
papter, les autres en parchemin, contenant divers traictez dont ne est fait plus ample in-
D,Ancq, piiiee ae b biblioibique du pr{sident Lizet, en 1t54, <Bibliothique de I'Ecole
ventoire,.,>. do-Chli.i.trr,-t. X)O[VII, 1872, pp. i:gSO. Q".rto'non stupisce-perch6 l'inventario fu
,^
* Fr.^S6Neueuo, 14 bibliothique de Cbaies tl,Orlians comte d,Artgoul€ne aa i.a"tto aopo'la morte dei Lizei ed egli aveva-regalato il co&ce alla nipote vita natural
chdteail de Cognac, en 7496, cit., p. 144. durante.
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA I45
144 GIANNI MOMBELLO

a, Possiamo facilmente identificare il testimone descritto sotto questo


Restano due soli codici, uno alla Nationalbibliothek di Vienna 61 dell'inventafio del 1467.
articolo con quello gi} citato nell'articolo
!egl?!o 10-1?01 ed uno alla Biblioteca Nazionale di Torino, segnaro Enffambi infatti citano un codice su cafta contenente la traduzione fran-
L. III. 17 a. Questi due testimoni essendo scritti su carta ,,'non"pos- del De mulieribas claris. Tale manoscfitto ci b giunto e coffisponde,
cese
sono essere identificati con quello descritto dall'inventario.
come gii si E detto, al ms. tr. L'LZO della BibliothEque Nationale di
Parigi.
N. ?5 - Item,_ le libvre da Tiloruphe de lenomru1e, histori6, esoipt "Ricordo,
i. la main, infine, che, f inventatio del 1496, menziona, nell'articolo
en p-archemin, couvert de veloux changeant, a d.o* f.rmo.ir,
l'un aux armes de mond. s.' et I'autre aux arrnes dI mad. dame p. n. 46: << Les Facecyes de Pouge, imprim6es en papiet e-t en franEoys,
couvert de cuyr iert ,r ". Si ttatla, molto verosimilmente di un
esemplafe dell'edizione parigina della 6aduzione di Guillaume Tatdtt&,
- Questo articolo pone una serie di quesiti ai quali non E facile
dare una risposta. Innanzitutto trattasi di parte dell'opem petrarchesca? uscita per i tipi di Jehan Ttepperel e n9n dell'ipotetica edizione lionese
'Cib e verosimile ma non provabile. Trattaii di un codice iontenente il del 1484, come suggerisce il S6ncmaud.
testo italiano od una traduzione francese? Siccome l'articolo non speci- Possiamo quinJi ricapitolare schematicamente i dati fotniti dai due
inventari della libteria di Cognac.
!.r, ., en lombard )>, o <( en italien >>, possiamo pensare che il testo iosse
in francese. In questo. caso, avremmo la ceriezza che l'opera petrar-
chesca era gii stata tradotta, almeno in parte,3, prima del i+ge . infine, Inv. del 1467 Inv. del 1496
il cldice qui descritto non pare esserci giunto. Il catalogo spesso citato
di E. Pellegrin non elenca inratti nessun manoscritto conteninte il solo :
Trionfo della Farua in italiano od in francese. Se tale codice E giunto N.1 De casibus, : ms. ft 2)l N. L Boccaccio ms. fr. 231;
tr. fr. della Bibl. Na- tr. fr. del
fino a noi, esso non si trova, tutt'ora, in una biblioteca francese. tionale di Parigi De casibus:
oppufe,
ms. fr. 599;
4? - Item, le libvre de Boucasse dx Fernmes, escipt en m. fr. del
i N.
papier
et la main, couvert de cuyr s. De mulieribus
claris

: ms. fr. l'122


289 Tabulae codicum mana sniptorum, pftteter gtdecos et orientales, in bibliotheca N.17 della Bibl. Na-
palatina aind_obonensi asseruatotum. Edidit Acidenia Caesarea ri"aioiiiiiii, vi;d;6;;r., tionale di Parigi
vennm dat Caroli Geroldi Filius, 1864-1899, in 10 vol., t. VI (1971), p. iii. Secrctum
.. -1.E. S1n19r-1,
tats-t-tbltotb.ek,
Mi.ttbeilungen aus franziisiscben Handschilten der tariner lJniuersi-
Halle a/s., Lippert'sche
N.116
luchhandl,ng JMax Niemeyer), lgD, pp. 34. = ms, fr. I't20;
lo!"t, Pbilologischer Kommentar zu der franziisiichen uebertr"aguig ,oi,'baiui 1'120 (cartaceo) u. fr,
del
Inlerno, in _der Hs. L. ill. 17 der Turiner Uniuersitatsbiitiotiri, p^ii. ii. \[elter. 1897. N.61 De mulieilbas
della Bibl. Na-
pp. 1'9.c. Mo.nu,.Les plas anc.iennes traductions flan€aises ae u'iiiiii ti*iii,i'ritiZil tionale di Parigi claris
.pour la premiire lois d'apris les manuscrits..., parii, Librairii unlversitaire, tgsz.
L'ultimo catalo.go dei manoscritti della Biblioteca Nazionale di Torino, dovuto a
-.
},
nn'
Uosentini (Ina.en.tari dei manoscritti delle bibliotecbe d'Italia, opera
londati ia
fioi. N.9'
Petrarca,
Psalmi = Bibl. dell'Ar- non citato
senal, ms. 410
!;yse110e -lazzatinti,
u.olume
-ryylll, Torino, Fire-nze. Leo S.'Ols*ri<r, 1922, p. 164) poenitentiales
anerma' erroneamente (al n. 1659), che il nostro codice E membranaceo.
,.. 7 PrrsEr.rerrreuo,.Za bibtiothcl.ue
.cbdteaa de Cognac, en 1.496, cit., p. 156.
de charres d'orrians comte d'Angourtme au

. B sulle traduzioni dei rrionfi cfr. F. SrnroNe, Il Rinascimento francese. studi e s Eo. Sfvelratuo, La bibliothique de Cbarles d'Orlaans comte d'Angouline" '
il 1il_(pp. LTiiii,-G';;;;;;;;;;2iiTia"n art ri_
ricercbe,-cit., soprattutro qaragrafb cit,, p. L67, n. 45.
gi.t-ol^o_-v: La lortuna del Petrirca in il)icia nrtto'pii*o-iiiiirt-tii"rceilto, pp. N L. Soan, Le <<Facezie>> di Poggio nel Quattrocento francese,-in- Miscellarca
t4t-222.
di st4di e ricercbi sal Quattrocento franiise, a curi di Franco Simone (Universiti,degli
^r^,,^1dePo,
S6vrnaauo,Za bibliotbique de Charles d,Orliazs comte d,Ango*lene au Studi di Torino - Fondazione Parini Chirio;, Torino, Giappichelli, 1967, pp.45l'56.
.chttteau Cogflac, en 1496, cit.,p. 165.
10.
t46 GIANNI MOMBELLO r M^NoscRrrrr Dr DANTE, PETRARCA E BoccACcIo rN FRANCTA 147

Inv. del
Montpensier, avvenuta nel 1474, venne redatto un inventario dei suoi
Inv. del 1467 1496
beni mobili che ci E rimasto e venne pubblicato da A. de Boislisle B.
Petrarca, : ms. lat. J'638 La libreria dei conti di Montpensier eia verosimilmente riunita nel ca-
N.97 Psalmi della Bibl. Na- non citato stello di_Aigugp-grry en Limagne, una delle residenze ordinarie di questi
poenitertiales tionale di Parigi signori. I libri di Gabrielle e di Louis f"" le Bon passarono lor.r-f,oli^
basserono al loro figlio
Gilbert de Montpensier e poi al nipote, il famoso Conestabile di Boutb-on,
Dioina comme-
/ir, testo it. con Charles III.
,tr, francese a Le descrizioni dei manoscritti quale E data dalf inventario del
fronte. L474 d troppo sommaria perch6 si possa addivenire a delle identifica-
Triomphe de zioni sicure eccetto in un caso. Ecco Ia Iista degli articoli che interes-
N. 25 Petrarca (?) renommie sano la presente ricerca.
2', Le liare de Boucassew.
A conclusione di questa rassegna ricordo che Louise de Savoie
Le livre de Cent nouoeles&r.
madre di Frangois I"", nbn solo aveva fatto decorare il ms' [.r. 599 colTa
Le Renide d.e toute fortanen.
traduzione francese del De ruulieribus claris, ma possedette pure il ms.
Troyle et Briseydan.
fu. 224, che contiene la traduzione anonima del De remediis di Pe-
ffarca con dedica a Louis XII2'g8. Possiamo identificare, con relativa sicurezza solo il < livre de
Come b ben noto, i manosoitti dei conti d'Angoul€me, che erano Boucasse >>, coll'attuale ms. fu. L6'995 della BibliothEque Nationale
conservati a Cognac, vennero assorbiti dalla nuova biblioteca regia che che contiene la tradtzione del De casibus. Questo codicJ Gabrielle de
Frangois I* fondb, durante il suo regno, a Fontainebleau e di li passa- la Tour d'Auvergne 1o uovb nella libreria del marito; esso venne in-
rono a Parigi verso la fine del secolo XVI. f-atti confezionato per Biraud III di Clermont e di Sancerre s, . padre
t'.' :t' *
{al Jeanne d'Auvergne prima moglie di Louis I"'le Bon la quale trasmise
marito il contado di Montpensier nel 1436. Questo iodice venne
9) Le collezioni dei conti di Montpensier, dei duchi di Bourbor probabilmente disperso, forse allorch6 vennero confiscati, nel !52i, i
e di lacques de Nemours. beni del conestabile di Bourbon. Esso non segul, infatti, la stessa via
Esaminando la libteria dei duchi di Bourbon accennetb anche a degli dtri manoscritti borbonici per giungere a17a Bibliothbque Natio-
due alue collezioni che vennero assorbite certamente, o probabilmente, nale, dove enttb solo alla fine del secolo XVIII colla parte del fondo
completamente, o in parte, da quella posseduta dal ramo ducale di Saint-Germain che proveniva dalla collezione del cancelliere S6guier.
questa famiglia, voglio dire le collezioni dei conti di Montpensier e
quella di Ja-ques de Bourbon duca di Nemours e conte di La Marche. e A. De Borsr-rsrn, lnoen_taire d,es bijoax, o€tements, manasuits et objets pr6-
- Gabrielle de la Tour d'Auvergne, figlia di Bertrand de la Tour,
cierx appailenant i la corlrtesse de ltl.ontpensier, 7474, <Annuaire-Bulletin de 6 Soc'i6t6
de l'Histoire de France >, t. XVII, 1880, pp. 269J,W.
conte d'Auvergne, di Boulogne ecc., era andata sposa, nel 1443 a Louis w lbid., p. 298.
I"'le Bon, conte di Montpensief, di Cletmont, ecc., terzo figlio di Jean -* !?id., g.- 30?. Supponiamo, in questo caso, che non si tratti della quasi omonima
racrolta di novelle di origine borgogrrona.
I"' duca di Bourbon e di Marie de Berry, figlia del duca Jean, della cui w lbid., p. 302.
collezione si E gii parlato sopra. Alla morte di Gabrielle contessa di $ Ibid., p. 3$, Trattasi di un ms. contenente la traduziooe del Filostrato. Non
ry Eu. SENprratuo,Notices sur quelques nanuscrits de la Bibliothique impdriale q_ui ggvgr_eqo pi_u traccia di questo codice nell'inventario del 1i07 (Aigueperse) ed in quello
del I52J (Moulins).
ont appafie?ril i Louise de Saooie et i son fils Frar4ois /", ( Bulletin de la Soci€t6 Archdo
logiqir6 et Historique de la Chatente r>, III' s6rie, t. II, 1860 (Angoul€me, Imprimerie Ti Le sue armi sono dipinte ai fi,
Ir, 2r, )r,38v, ecc. H. Ouonr (Catalogae
charentaise de A. Nadaud, 1862), pp. 187-200.
rl des.ylus*its
qe1L{al des. manuscrits frangais. Ancien Saint-Gerizaii Frungais,
frangais.- A1ciery I.
t. paris. d.
Fruncais, t.-t,-p"rir, I*r;i;
E. I*rou".
m L. Der.rsr.B,I* cabinet des nunusuits... cit., t. I, p. 185. F. StuoNr, Il Rina' 1898 pp.. v'r-r1t l,EuDa urvws
633--)4)_-pensa invece cur il
che u swlcc
codice Iosse pei Derauo
ionfezionito per
stato confezlonato
fosse sfaf,o II
Bdraud II II
morto nel 1400, il De casibas fu tradotto, in quell'anno, da Laurent de'premierfait. Il
scimento francese. Studi e ricercbe, cit., pp, L50-51, i
codice quindi del sec. XV.
148 GIANNI MOMBELLO
I MANOSCRITTI DI DANTE, PETRARCA E BOCCACCIO IN FRANCIA t49
Sempre l,inventario di Gabrielle de la Tour d'Auvergne ricorda, i libri << tant en ytalyen que en Anglois, Flamant
II
le Bon duca di Bourbon (1337'L410): Infine, tra
tra i libri posseduti da Louis espagnol >>, viene citato, sotto il n. l5):
Ung livre sur la gdn6logie des dieqL gentilz, qui commencet Se satis ex
relitis, et y a r.e-p.ru noire dessuss, Ung autre livre apell6: Patrarque (sic), en impression, couvert de cuyr
3lo.
rouge
Tale volume, che era scritto su carta ed in latino, lo ritroveremo
11.rrriorrr,o nell'inventario del 1507. Esso conteneva certamente l'opera Confrontando questo inventario con quello del 147 4 notiamo
il;;;;; il.h6 la frase < Si satisCipro' ex relatis . . . >> corrisponde ap- queste vatiazioni. Se il numero dei volumi concernenti la nostra ricerca
Dunto alf incipit della dedica al re di resta invariato (cinque), assistiamo alla scomparsa del manoscritto con-
'__ Non saprei dire se il manoscritto ci sia giunto. Certo .esso non si tenente la traduzione del Falostrato e di quello contenente, ptoba-
,.ou" ,rJ-r-ihrntilly, n6 alla BibliothEque Naiionale di Parigi. Tre soli bilmente, la traduzione del Decarneron. Pet conffo, la traduzione
sono i codici contenenti la Genologia che risalgono all'antico fondo della del De casibus b presente in due esemplari uno dei quali corisponde
gibfi.rlrlq"e Nationale, essi sono I -tt. lat. 7-877 e 7'878; sono scritti all'odierno ms. fr. L6'995.I1 ms. di Louis II le Bon contenente la
su pergamen, . qrr.rJi .ro' porrolo essere identificati col nostro che Genologia B ancora presente nella collezione accanto ad un esemplate
su cart;. I1 ms. latl 8'168, infine, b scritto su carta ma viene della traduzione del De rernediis affiancato da un libro, a stampa, che
aafr-.ri[ri."e del cardinal Mazzarino. I dati forniti dalf inventario
".u^r.ri",,o contiene un'opera in italiano del Petratca.
;;; ;n* "rgfri p.rch6 si possa procedere ad una identificazione' Ben pit iicca risulta essere statala collezione che i duchi di Bour-
Della libreria di Aigueperse p^ossediamo un altro inventario s bon taccolsero nella loro dimora di Moulins. Di essa ci resta un inven-
redatto dal 18 1507. Esso segnala, tra tario risalente al L523 e redatto da Pieme Anthoine, commissario di
"ou.-Ui.?llLndici'dicembre
i ,t,ro, la presenza d"i r.grr.rrti volumi, *a i libri scritti in francese: FranEois I"', che procedette, per ordine del sovrano, alla confisca dei beni
escript i la maln en del conestabile eharles III-de Bourbon. I volumi che interessano la
N. 2 - Jehan Boucasse, Drt cas des.rnalbeureulx,
ffi. nostra ricerca sono i seguenti:
oarchemvn. Jorrua.t de veloux cra-moisi
'-'-N.'i; --ir- uieae de lortune bonne et mauuaise, couvert de cuyr N. 1 - Le livre de Boucasse Des nobles rualheureux, du duc de Berry 31r.
blanc m. N. 3 - Le livre de Jehan Boucace Des nobles honrues et fenttne^s
---N. 35 - Jehan Bocasse, Du cas des malheureux, efi proze, couvert de ualbeareux, i deux fermans d'argent dor6 (Nota qu'il faut ung fermant)3r2.
cuyr verd ffi. N. 154 - Le livre de Donte3t3.
Tra i << livres en latin >>, il catalogo segnala: N. 171 - Le livre de BocaceDenoblesbotnrnesrnalheureux(deficit)3ta'
N. 172 - Le livre de Jehan Bocace, Des nobles lemrnes malereases3ts.
N.117 - La gindalogiedes dieux gentilz, escripte i la main, enpappier, N. 243 - Le livre de Daate, en molle3r6, en papier3rT.
m.
couverte de cuyr noir N. 281 - Le livre de Tbeseus, en papier, i la main3rs.
st A. Dr, Borsuslr, luuentaire dcs bijoux, . oefttflents, manuscripts et obiets
pricieux appirtenant d la comtesse de Montpensier, cit', p' 308' 3r0 A.-M, CuAzeuo, Les enseignements d'Anne de France . . ., cit., p. 228.
Questo documento E stato -pit vglte pubblicato. .Blt " da Lr!2Y"f B\JraPcrtl' lbid., p. 2)L.
ransr tlT
30s 3tt
(Catalo*ae de i,"ilrt;;;;;;;"iii- alii'ii'n^iiii"i
la Bibliothlque des dacs
-r'-i.-roa.'..t.rito de Boarbon en l)U/
.i,12.0.1
et efi t)z),
et .en 1'523, Pzris,.crapelet, 3rz lbid., p. 232.
iEiii. ii-roa, ;t.ril;a;i';Metrng.t
iiiii,
;:-i'5I:;:-i-i-ri7i-.ri--^^
de la Socidt6 des
aai'. rvrZung.s de..la
cqz-irt.lellq
Bibliophiles
Bibliophils-s-
{'Pe*',', 1850), poi
Franiois.>,
narte del tomo IX del << Cabinet Histori-
nrima parte 3tt lbid., p. 2$.
a"-i] Fi*,r. iel
-;e'-ilfi;; 1S6f della prima
;;
;;-;;"ili;; Jrti"^l;,pp-.ig|-iii
Ctt"rd in appendice alli
Jrri"--Ct1l""a'in alla sua edizione di Les Les exseigtentetts
enseig?terilents 314 lbid., p. 244.

i;Arre de France. Seguird quest'ultima edizione. 315 Ibid., p. 245.


306 A.-M. Grezluo, Les enseignements d'Anne de Ftance,-dacbe.sse de Bourbot' 316 Vale a dire, a stampa.
1878, p.2D.
no;s et dArii|,*',i ii li1, S"tioiiZ, nrurbon . . ., Moulins, C. Desrosiers, 317 A.-M. Cgazeun, Les enseignements d'Anne de France . . ., cit., p. 250.
w lbid., p. 215. 3tE lbid., p. 253, E solo probabile, e non certo, che questo articolo desctiva un
w lb;d., p.217. cndice contenenle Ia traduzione del Teseida; esso potrebbe infatti anche descrivere
30 lbid., p. 22s un testimone contenente la leggenda di Theseas de Cologne. Avrb modo di ritornare
su questo aticolo in seguito (cfr. pp. 152-54).

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