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Jacques e i suoi quaderni

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Denis DIDEROT

Pensieri filosofici
Testo francese a fronte sulla base dell'editio princeps del 1746 A cura di Tomaso Cavallo

1998 31

Jacques e i suoi quaderni 31

Jacques e i suoi quaderni

DENIS DIDEROT PENSIERI FILOSOFICI


Testo francese a fronte sulla base delleditio princeps del 1746

A cura di Tomaso Cavallo

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Dove valse cibarsi di fragole e lamponi, citando Citando la verit, dove delle ciliege emersero noccioli, Come pietredure nellalone oscuro, evocando dal bando Del nottegiornoniente i pi equivoci boccioli. Andrea Zanzotto

In memoria di Onofrio Nicastro, ateo virtuoso.

I Pensieri Filosofici di Diderot: Manifesto dellilluminismo francese.

I segreti del ciel sol colui vede, che serra gli occhi e crede. Guido Ubaldo Bonacelli (citato da F. Redi in De generatione insectorum) Il primo passo verso la filosofia lincredulit (Diderot, alla vigilia della morte)

A prendere per buoni i Mmoires pour servir lhistoire de la vie et des ouvrages de Diderot par Madame Vandeul,1la figlia del filosofo, i Pensieri filosofici sarebbero stati scritti nel 1746 in tre soli giorni tra il venerd santo e il giorno di Pasqua al nobile fine di poter prestare la somma di cinquanta luigi

1Vedi:

D. Diderot, uvres compltes, Edition critique et annote, (a cura di R. Niklaus, Y. Belaval, H. Dieckmann, J. Deprun, J. S. Spink, J. Roger, J. Mayer, F. O Gorman, J. Varloot), Hermann, Paris 1970, T. I, p.20.

allamante di quei giorni, la non avvenentissima Madame de Puisieux. Diderot li avrebbe immediatamente venduti al suo libraio Durand, uno dei futuri editori dellEnciclopedia che, senza indicazione n dautore, n deditore, li pubblic lanno stesso. Il falso luogo dedizione indicato lAja insieme allanonimato, rivel subito di essere una sorta di garanzia del carattere eterodosso dello scritto che incontr un notevole successo di vendite. Non furono pochi a pensare che a scriverli fosse
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stata la penna acuminata di Voltaire, mentre altri vi scorsero la vena sanguigna di un La Mettrie.

*** Pensieri, come il celebre scritto postumo pascaliano, a cui replicavano in modo diretto sul terreno della problematica religiosa e antropologica, filosofici come le Lettere filosofiche di Voltaire di cui riprendevano il conclamato antipascalismo in anni in cui nella societ francese il termine philosophique cominciava ad assumere un valore simbolico e politico preciso, il libretto che segna lesordio di Diderot, per i riflessi prodotti e le polemiche suscitate merita di essere considerato come una delle opere pi importanti di tutto il XVIII secolo.
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Per la lista delle venti edizioni settecentesche dellopera recensite da Niklaus si confronti la Note alle pp. 9-12 delledizione delle Penses nel tomo II delle uvres compltes cit. Nellelenco figura anche ledizione bilingue franco-italiana di una ristampa (Amsterdam 1978, in 8, pp. 181) dei Pensieri filosofici che precede il Colloquio tra un Filosofo e la Signora Duchessa di *** , falsamente presentato come opera postuma del poeta italiano, vittima dellInquisizione, Tommaso Crudeli (1703-1745). Diderot aveva pubblicato una traduzione del suo sonetto Del letto nuzial questa la sponda su la Corrspondance littraire del 1764. Un esemplare di questa edizione 1777 dei Pensieri filosofici , con annotazioni di Voltaire al margine, conservato alla Biblioteca di Pietroburgo. 3 A. M. Wilson, Diderot, Oxford University Press 1957, p. 55 (tr. it. Diderot, gli anni decisivi , Feltrinelli, Milano 1962, p. 62). Su lantipascalismo di Voltaire merita sempre di essere consultato C. Luporini, Voltaire e le Lettres philosophiques, Einaudi, Torino 1977, pp, 136-151.

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Tempestivamente condannati a essere lacerati e inceneriti dal boia da un decreto del Parlamento del 7 luglio 1746, i Pensieri
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non furono bruciati che in effigie, come nota Robert Niklaus, il curatore delledizione critica che ha pazientemente ricostruito la storia della fortuna delloperetta, inseguendo il gran numero di edizioni clandestine, chiara testimonianza tanto dellinteresse dei problemi sollevati dai Pensieri, quanto del fascino esercitato sui contemporanei dalla vivacit della prosa del giovane Diderot. Sul momento la scontata condanna del Parlamento parigino, noto covo giansenista, non ebbe conseguenze per Diderot: si risolse, al solito, in efficace mezzo pubblicitario, denuciando allurbe-metropoli, se non allorbe, il libro scandaloso, contrario alla religione e alla morale. A detta del Parlamento di Parigi, i Pensieri filosofici propinavano alle menti inquiete e temerarie il veleno delle idee pi assurde e criminali di cui labiezione dellintelligenza umana fosse capace, avendo il sostanziale torto di porre sullo stesso piano tutte le religioni, per poi non accettarne alcuna. Ma fin dallesordio Diderot constat che non avrebbe tardato a dover fare i conti con il potere stabilito il decreto del Parlamento chiedeva esplicitamente la persecuzione non solo dei libri condannati, ma anche dei loro autori e in effetti quando, tre anni dopo, finir nelle prigioni del Castello di Vincennes, insieme a quella della Lettera sui ciechi, causa prossima dellincarceramento, sar costretto ad ammettere anche la paternit dei Pensieri, ritrattandoli allora come intemperanze sfuggitegli nella foga giovanile. Nella stessa triste occasione Diderot promise solennemente di non pubblicare pi opere pericolose. Promessa che in sostanza mantenne, nascondendo al grande pubblico contemporaneo alcune delle sue creazioni pi mirabili dal Nipote di Rameau che sar Goethe (e, successivamente lo Hegel della Fenomenologia) a rivelare allEuropa colta, sino ai fondamentali contributi a lHistoire de deux Indes che oggi

La traduzione italiana della biografia del Wilson citata riesce malauguratamente in una sola pagina a far stampare i Pensieri nel 1756 e a far pronunciare l arrt del Parlamento di Parigi il 7 luglio 1764!!

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conosciamo grazie alledizione di Gianluigi Goggi, affidando semmai alcuni dei


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suoi gioielli critici e narrativi a quella Corrspondance littraire dellamico Grimm che, com noto, era esclusivo appannaggio di poche teste coronate in tutta Europa. Diderot, pre-manzonianamente potremmo dire, contava su pochi lettori, ma era ben consapevole di scrivere per unlite filosofica di cui voleva rendere pi efficace e incisiva lazione. Lirradiazione del suo pensiero avverr passo dopo passo, n ancora si arrestata. Se Diderot ha fatto
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indubbiamente opera di volgarizzatore, questa lha compiuta con la grandiosa impresa dellEnciclopedia, per sottoscrivere la quale, tuttavia, il fallait possder 750 livres.
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Dagli studi di Ren Legros, di Franco Venturi e dalledizione critica di Robert


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Niklaus sappiamo che i Pensieri filosofici costituiscono lo sviluppo e la messa a punto di annotazioni personali che Diderot aveva raccolto al margine della sua traduzione di Shaftesbury, pubblicata nel 1745 con il titolo Essai sur le mrite et la vertu.
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D. Diderot, Penses dtaches. Contribution a lHistoire de deux Indes, a cura di G. Goggi, Siena 1976. 6 Proprio in questi giorni, per la regia di Felix Benesch, di scena allo Schauspielhaus di Zurigo la versione tedesca del notevole dramma di E.E. Schmitt, Il libertino, interamente dedicato a un Diderot, interpretato da Felix Manteuffel, alle prese con le sue donne e i suoi pensieri (cfr. G. Stadelmar, Il filosofo messo a nudo, Frankfurter Allgemeine Zeitung 7. 10. 1997). Di Eric Emmanuel Schmitt si veda anche il recentissimo Diderot ou la philosophie de la seduction , Albin Michel, Paris 1997. 7 D. Diderot, Penses Philosophiques, edition critique, avec introduction, notes et bibliographie, a cura di R. Niklaus, Droz, Gnve 1965, p. IX. Si veda anche ledizione Hermman 1975 cit., a cura di R. Niklaus con Commentaire di Y. Belaval e R. Niklaus. 8 R. Legros, Diderot et Shaftesbury in Modern Language Review, 1924, pp. 186199. F. Venturi, La giovinezza di Diderot, Sellerio, Palermo 1988 (Ia ediz. Paris 1939). Linvito che Diderot pot trovare nelle pagine di Shaftesbury a liberare il proprio genio lasci una traccia profonda in tutte le sue prime opere. Nella ricerca della propria forma, dalle Penses philosophiques alla Lettres sur les Aveugles il suggerimento del filosofo inglese gli sar prezioso. Molte delle Penses philosophiques sono ispirate da Shaftesbury e come scritte in margine ad un esemplare delle Characteristics (Venturi, op. cit. p. 58). Sulledizione italiana dellopera di Venturi si veda la puntualissima recensione di G. Goggi in: Recherches sur Diderot et sur lEncyclopdie , n. 10, Avril 1991, pp. 159-163.

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Gi la scelta del suo autore di riferimento, un deista entusiasta da tradurre in un francese personale e animato, era indicativa di pi di un tratto della complessa personalit e, soprattutto, della sua straordinaria capacit di afferrare in questo caso una moda langlomania per conferirle un significato nuovo, la stessa capacit che sapr trasformare un progetto in origine commerciale ed editoriale, come la traduzione dellEnciclopedia di Chambers, in unimpresa destinata a divenire il centro spirituale di tutta lepoca.
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Traducendo lInquiry concerning virtue Diderot si era al contempo impossessato dellinsieme dellopera del pi originale scrittore inglese dellinizio del Settecento. Almeno nei primi anni 40, Diderot pensa daver incontrato in Shaftstesbury
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unanima gemella, un autore in cui identificarsi: uno scrittore che si distingueva dagli altri deisti inglesi per laccento posto sul fattore morale e sul valore dellentusiasmo naturale, ben diverso dal fanatismo ascetico-religioso che ne costituisce semmai la perversione. E nei suoi Pensieri Diderot continua a tradurre con grande libert Shaftesbury, per esempio quando critica le concezioni antropomorfiche della divinit, o quando oppone deismo ad ateismo e ancora quando ripartisce gli atei in classi, o quando, nellattaccare il fanatismo, riprende di peso gli esempi dellimperatore Giuliano, di Gregorio Magno o dellassai meno celebre martire Poliuto.
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Anche in Italia, e pi precisamente in Toscana, dove lEnciclopedia conoscer le due famose edizioni integrali di Lucca e di Livorno, a Firenze Il giornale de Letterati attendeva con impazienza la pubblicazione dellEncyclopdie . In un articolo di lettera datato Parigi, 19 aprile 1750, ricordando come in Italia si fossero gi fatte due edizioni del Dizionario di Chambers, si aggiungeva subito che la rielaborazione francese getter a terra tutte le altre, imperocch stata accresciuta dun prodigioso numero darticoli che mancano nelloriginale e nelle precedenti edizioni (Cfr. F. Venturi, Echi italiani dellEncyclopdie , in DiderotDAlembert, Encyclopdie , Saggi e note, vol. 18, F. M. Ricci, Milano-Paris, pp. 313-325). 10 Unampia bibliografia sugli studi shaftesburyani presente in A. O. Aldridge, Shaftesbury and the Deist Manifesto , in Transactions of the American Philosophical Society N. S. 41, Part II (1951); E. Wolf: Shaftesbury und seine Bedeutung fr die Englische Literatur des 18. Jahrhunders , Tbingen 1960: St. Grean, Shaftesburys Philosophy of Religion and Ethics. A Study of Enthusiasm, Ohio 1967.

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La conclusione cui era pervenuto lEssai sur le mrite et la vertu circa la separabilit di religione e morale in quanto la virt naturale ed la coscienza religiosa a presupporre la coscienza naturale e morale ribadita nei Pensieri. Laltra fonte indagata dalla critica, sulla scorta delle indicazioni fornite da Venturi, quella costituita dalla letteratura clandestina, ovvero da quel

vasto movimento di propaganda anticlericale e anticristiana che prelude allaffermarsi dei lumi filosofici. Le argomentazioni a proposito dei martiri e il tema del silenzio degli storici pagani, sono presi quasi alla lettera dallAnalyse de la religion chrtienne, redatta da Lvesque de Burigny verso il 1733. Oltrech in Shaftesbury, Diderot aveva potuto rintracciare una difesa delle passioni in Rmond de Saint-Mard (Nouveaux Dialogues, 1711) e in Rmond le Grec (Dialogue de la volupt, 1736). E di l ancora di Shaftesbury, nella difesa dellateo virtuoso, la prosa di Bayle a filtrare nelle pagine di un Diderot che forse ha presente anche il settimo capitolo del Trattato teologico politico spinoziano, l dove presenta i suoi dubbi sullintegrit e affidabilit del testo della Sacra Scrittura.
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In ogni caso, linteresse predominante in Diderot in questa fase laccentuazione del valore sociale del deismo che fra fanatismo religioso ed ateismo distruttore delle speranze e delle consolazioni umane salvaguarda la pi ampia tolleranza, la pace e la felicit umana. Uno spunto ben presente in diversi pensieri Diderot lo ricava poi direttamente dallattualit, dalla sua esperienza di parigino che, residente in rue Mouffetard, abita il quartiere testimone dei presunti miracoli del defunto diacono giansenista Paris e
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Come notava Arnaldo Momigliano, ancora nel XX secolo la crisi modernista che travagli la chiesa cattolica nasce dal problema dellattendibilit della Bibbia. Momigliano ricordava anche come la tesi di un Eduard Schwartz lo studio della Bibbia materia per filologi e non per teologi non fosse mai riuscito ad affermarsi compiutamente. Lambizione di quegli anni era di capire la formazione della tradizione cristiana senza presupposti religiosi, con i puri strumenti dellanalisi filologica []. La rivoluzione non ebbe luogo. I teologi rimasero in controllo (A. Momigliano, Premesse per una discussione su Eduard Schwartz in: Settimo contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1984, p. 241.

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dei consolatori di Saint-Mdard. Anche per questo spunto Diderot traduce Shaftesbury, applicando con cognizione di causa agli entusiasti giansenisti e alla moltitudine ignorante e superstiziosa gli argomenti polemici che il Lord inglese aveva utilizzato contro i profeti calvinisti-puritani che saggiravano ai suoi giorni per le strade e i parchi londinesi.

Nellapparente disordine dei suoi pensieri che dalla massima di tre sole righe si estendono alla micro-dissertazione che copre due pagine nellintrodursi prepotente di momenti dialogici che preludono allarte di cui Diderot sar maestro insuperato e difficilmente superabile, lopera indubbiamente sorretta da un disegno strategico. Basterebbe ad attestarlo laccuratissima e maliziosa table des matires, indubbiamente di mano diderottiana. Se in tema di religione, materialismo e ateismo i Pensieri sono ben lontani dal costituire lultima parola di un pensatore attento agli sviluppi della scienza e della riflessione come Diderot, i due principali bersagli indicati il fanatismo e lascetismo resteranno bersagli contro cui il filosofo di Langres non cesser di scagliare i suoi colpi, al pari delle rivendicazioni, che saranno costantemente sue, dei diritti della ragione e dello spirito critico. Proprio perch vistose, non il caso di insistere sulle contraddizioni presenti nellopera. Appuntarvisi, insistendo su come idee deiste saffianchino a uno spunto ateo o, addirittura, a una professione di fede cattolica, equivarrebbe ad arrestarsi
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alla superficie, smarrendo il vero senso dei Pensieri filosofici.


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Come gi nella lettera A mon frre che apriva lEssai sur le merite et la vertu ancora nellEncyclopdie questa professione di fede ritorna, formulata significativamente in questi termini: Se introdurrete un raggio di luce in un nido di gufi, non farete altro che ferire i loro occhi ed eccitare i loro stridi. Felice cento volte il popolo al quale la religione propone di credere cose vere e sublimi, e di imitare solo azioni virtuose: tale la nostra, nella quale il Filosofo non deve far altro che seguire la propria ragione per giungere ai piedi dei nostri altari. (Encyclopdie, s. v. Aigle, tr. it. in AA. VV., Enciclopedia, a cura di A. Soboul, Editori Riuniti, Roma 1976, p. 42).

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Robert Niklaus ha fatto notare lunit profonda di un pensiero, prima facie solcato da contraddizioni, indicando il piano che struttura il libretto diderottiano. Dopo una riabilitazione delle passioni (I-V) ci vengono mostrati gli effetti nefasti del fanatismo religioso, dellascetismo, di una superstizione baylianamente pi ingiuriosa al cospetto della divinit dello stesso ateismo (VI-XII); lateo non confutato facilmente dal superstizioso, questi fossanche geniale come Pascal; la sua confutazione risulta invero pi facile al deista, informato dei lavori dei fisici sperimentali (XIII-XIX). La dimostrazione dellesistenza di Dio ricavata dallesistenza di esseri pensanti e dallarmonia della natura (XX); gli atei si basano sul fondamento lucreziano del caso (XXI) e sono rubricabili in tre classi (XXII). Il deismo, tuttavia, superiore allateismo ed allo scetticismo (XXIII). Lo scetticismo comunque indispensabile (XXIV-XL): solo il fanatico crede dogmaticamente a miracoli che ripugnano a ogni persona dotata di buon senso (XLI, XLII, XLVILIII). Come qualunque altra religione, il cristianesimo non si affermato senza pericolo per lo stato: limperatore Giuliano, anzich essere un apostata, come vuole la tradizione cristiana, un modello di saggezza (XLIII). Interviene poi la domanda: le Scritture sono davvero sacre, ispirate da Dio? (XLIV, XLV, LX) e lappassionata difesa della ragione critica (LIV-LVII, LX) problematicamente seguita da una professione di fede cattolica (LVIII), mentre lultimo pensiero celebra la Religione Naturale. * * * I temi e le idee racchiuse nei Pensieri filosofici non brillano certo per originalit e gi si accennato alla duplice natura delle fonti di questo Diderot che non , in alcun modo, tutto Diderot. Resta il fatto che proprio i Pensieri filosofici, la

raccolta di aforismi scritta di getto, con un tono appassionato, capace di sedurre e convincere, diverranno assai pi che non la Lettera sui ciechi il breviario di una prima generazione desiderosa di raccogliere la sfida lanciata ai poteri costituiti chiesa, gesuiti, giansenisti, Sorbona e parlamento parigino.

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Fin dalle prima parole a regnare un accento nuovo, un tono animato, talora una viva indignazione e una violenza raffrenata a stento. con una nuova potenza che Diderot esalta la passione lentusiasmo, il genio (secondo il senso chegli conferisce al termine), la natura, come la chiama altrove e pone sul trono una nuova divinit utile per la polemica dei lumi, fattore di cui bisogner ormai tenere conto, perch una forza capace di agire e sortire effetti. La passione che vale
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per ci che ha di spontaneo, di irriflesso, va coltivata di fronte allaridit intellettualistica del cartesianismo, o delle versioni agostiniste di esso, pi che di Cartesio stesso, fautore della bont delle passioni.
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Proprio con questo suo ritorno alla natura, con il suo pelagianesimo

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Diderot, sulla scorta di Voltaire, attacca Pascal e la grande linea giansenista, ancora cos presente e viva nel dibattito culturale francese dellepoca. Lentusiasmo, secondo Diderot, va ricondotto nel suo giusto alveo, va sottratto alle perversioni rappresentate dai fanatismi, per tornare a essere quella molla di grandi imprese umane che ancora Hlderlin canter mezzo secolo dopo in Wie wenn am Feiertage inaugurando la stagione dei suoi inni.
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Da questa concezione anche nei momenti pi difficili Diderot non defletter pi. Anzi ancora lultimo Diderot ribadir: Le passioni non sono dei vizi: sono vizi oppure virt a seconda delluso che se ne fa, in un contesto in cui non sar pi possibile nutrire dubbi sulla valenza critico-politica che la riabilitazione delle passioni in realt possiede fin dai Pensieri filosofici. Allamato Seneca che considera lira come non conforme alla natura umana Diderot nel suo tardo
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R. Niklaus, op. cit. p. XIV. In merito si veda A. Vartanian, Diderot and Descartes, Princeton University Press, 1951 (tr. it. Feltrinelli, Milano 1956). Su cartesianesimo e agostinismo si veda il classico studio di H. Gouhier, Cartesianisme et Augustinisme, Paris 1978. 15 Il tema in realt pi complesso di quanto lasci intendere questo accenno: il fatalismo, il necessitarismo, pur presente nel Diderot lettore di Spinoza, apre spiragli anche per tesi predestinazionistiche e diventa uno dei poli della dialogicit costitutiva della personalit filosofica di Diderot. 16 Vv. 28-29: Und wie im Aug ein Feuer dem Manne glnzt / Wenn hohes er entwarf (E come splende un fuoco nellocchio alluomo/ che grandi imprese ha in mente). (F. Hlderlin, Werke und Briefe, a cura di F. Beiner/J. Schmidt, Insel Verlag, Frankfurt am Main 1969, p. 136).

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Saggio sui regni di Claudio e Nerone ribatte: Non conosco passione che sia pi conforme alla natura umana. Lira un effetto del torto subito, e la natura, nella sua saggezza, ha posto il risentimento nel cuore delluomo per ovviare allinsufficienza della legge. [] Senza lira e il risentimento, il debole avrebbe irrimediabilmente subto la tirannia del pi forte, e la natura avrebbe creato intorno a qualcuno dei suoi figli pi violenti una turba innumerevole di schiavi.
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* ** Ho recuperato il testo originale de le Penses philosophiques di Diderot utilizzando come testo di riferimento i due esemplari della prima edizione presenti nella Biblioteca dellUniversit di Pisa che, pur non facendo parte della prima
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tiratura rarissima, contrassegnata come segnala la Bibliographie dditions originales et rares de livres rares dauteurs franais des XVe, XVIe, XVIIe et XVIIIe sicles di Avenir Tchmerzine (Hermann, Paris 1977) da "errori di composizione tipografica" in essi non riscontrabili, sono indubbiamente assimilabili agli esemplari recensiti dal Niklaus sotto la sigla A I come editio princeps. In questi esemplari compaiono invero pochissimi errori di stampa che qui si segnalano, e che si tacitamente provveduto a espungere dal testo: a p. 5: deses in luogo di de ses; a p. 12, 22 e 55 stata saltata la spaziatura dopo la virgola che segue rispettivamente prir [12], Neron [22] e ides [55]; a p. 22 errato il
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D. Diderot, Essai sur le rgnes de Claude et de Nron, ed. Assezat, t. III, p. 282 (tr. it., Sellerio, Palermo 1987, pp. 291-292). 18 Biblioteca Universitaria di Pisa: collocazione B h 4. 41, per l'esemplare un tempo "di Luigi Gherardi Chirurgo": La Haye, aux dpens de la Compagnie, M DCC 2 XLIV, In-12, pp.136 + 6 fogli di indice dei nomi e delle materie; Q b. 9. 10 per un esemplare tipograficamente identico all'esemplare descritto, anche se la presenza delle Penses philosophiques 'camuffata' dalle Penses diverses di Etienne Coeuilhe, Paris chez Merigot Fils (senza indicazione di anno, ma registrata sul registro della Camera Reale e Sindacale dei Librai e stampatori di Parigi il 4 maggio 1751). In questo esemplare si salvata la vignetta che raffigura la nuda Veritas intenta a togliere maschera e corona alla losca figura della superstizione che ha tra le mani uno scettro ormai spezzato ed accovacciata tra una sfinge e un dragone.

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segno di interpunzione e, dopo objecte, un punto interrogativo sta al posto del punto fermo. A p. 31 long traits sta in luogo di longs traits, a p. 45 font semblent sta in luogo di font semblant, a p. 58 ausquelles sta in luogo di auxquelles; a p. 59 taton in luogo di tatons e semi-Septicisme in luogo di semi-Scepticisme; a p. 88 chefs duvres al posto di chefs-duvre. A p. 99 si restituita la maiuscola ad acci novii. Si sono parimenti corretti i due errori nella citazione latina del pensiero LI: admodo in luogo di admoto e aufferebat in luogo di auferebat (p. 111).

Le note numerate del commento sono sempre del curatore: lunica nota dellAutore asteriscata. *** ** * Sul compito del traduttore ho alcune idee assai precise. Non star a presentarle in questa sede. Dir soltanto che il criterio ispiratore del suo impegno dev'essere improntato al dovere, oggi ovunque fondamentale, dell'ospitalit. Un traduttore rispettabile innanzitutto chi ospita nella sua lingua, al meglio di quanto la storia della sua lingua pu offrire, un'opera che chiede di essere tradotta. E bisogna amare, allora, lo straniero, ma anche casa propria. Prodotti per loro natura caduchi, le traduzioni dei classici hanno un senso se spianano la strada alla lettura dell'originale. Per questo ritengo sia sempre indispensabile nel caso dei classici fornire al lettore il riscontro del testo originale, come ritengo che ogni generazione abbia il diritto e il dovere di ri-tradurre i classici che le interessano.

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Sul livello di indecenza medio delle traduzioni filosofiche italiane correnti taccio, anche se credo di conoscerne le ragioni diverse e molteplici, almeno per un aspetto comunque non disgiungibili dal sostanziale disprezzo in cui negli ambienti accademici tenuta la fatica non sufficientemente creativa e originale della mediazione culturale. Proprio chi disdegna il tradurre, il pi delle volte legge De Negri e crede di leggere Hegel, confermando il mio convincimento che la prima, per alcuni versi, decisiva interpretazione di un testo sempre il lavoro compiuto dal "turcimanno" (si veda al riguardo almeno: G.Folena, Volgarizzare e tradurre, Einaudi Torino PBE 605). * ** *** Leggere Diderot anche un piacere. Lo sapeva un grande filosofo, oggi ignorato dall'incultura vigente, che annotava nel suo "Inizio di autobiografia" pochi mesi prima dell'arresto da parte della polizia fascista :"quello che scrivo non sar mai sicuramente arte: tutt'al pi sar umanit. Mi venuta questa idea leggendo Voltaire e Diderot. Quelli s, scrivevano voluttuariamente, non costruivano. Scrivevano allo sbaraglio. A leggerli, non si ha un'emozione artistica: si ha l'ineffabile godimento di partecipare direttamente ad una conversazione. Sono gli uomini che hanno saputo fotografare in modo pi diretto e immediato nele loro opere la propria personalit umana." (Eugenio Colorni: Scritti, introduzione di N. Bobbio, La Nuova Italia, Firenze 1975, p.32.) I Pensieri filosofici sono, come ha ben visto nel suo ancor fondamentale lavoro F. Venturi, il "manifesto" del programma illuminista del filosofo di Langres. Insieme al "Nipote di Rameau" costituiscono uno dei testi fondamentali/obbligatori del corso di Storia della filosofia moderna dell'anno accademico in corso. Il carattere didattico-elementare esplicativo delle note a commento pertanto deliberatamente voluto.

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Se verissimo che questo pesce non di tutti, mi interessava che nessuno tra gli studenti che si auto-imporranno di leggerlo, si sentisse escluso a priori.

Rispetto alle eccellenti edizioni recenti commentate di Robert Niklaus e di Paul Vernire, la presente edizione ha forse il pregio di fornire al lettore i sei fogli della fittissima, maliziosa e a suo modo geniale Table des Matires omessa in entrambi i lavori citati. Quanto essa sia utile e costituisca parte integrante del testo diderotiano credo risulti evidente a chiunque la utilizzi, trovandovi Cartouche che impartisce lezioni a Hobbes, che lo scetticismo il primo passo per la verit, e che lo "zelo" ormai decisamente hors de mode. Al fine che questa tavola delle materie aiuti anche il lettore odierno e non solo quello settecentesco,

si sempre riportato fra parentesi quadre, anche nel testo della traduzione, il numero di pagina del testo dell'edizione citata che, come si detto, ho letto nell'ambiente raccolto e ospitale della Biblioteca Universitaria Pisana.

t.c.

Calci/Pisa, settembre 1997.

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Denis Diderot

Penses Philosophiques/ Pensieri filosofici

Introduzione, traduzione e commento a cura di Tomaso Cavallo

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PENSES PHILOSOPHIQUES
Quis leget haec? Pers. Sat. I

J'cris de Dieu; je compte sur peu de Lecteurs, & n'aspire qu' quelques suffrages. Si ces penses ne plaisent personne, elles pourront n'tre que mauvaises; mais [2] je le tiens pour dtestables, si elles plaisent tout le monde.

I. On dclame sans fin contre les Passions; ont leur impute toutes le peines de l'homme, & l'on oublie qu'elles sont aussi la source de tous ses plaisirs. C'est dans sa constitution, un lment dont on ne peut dire ni trop de bien, ni trop de mal. Mais ce qui me donne de l'humeur, [3] c'est qu'on ne les regarde jamais que du mauvais ct. On croiroit faire injure la raison, si l'on disoit un mot en faveur de ses rivales. Cependant il n'y a que les passions & les grandes passions qui puissent lever l'ame aux grandes choses. Sans elles, plus de sublime, soit dans les murs, soit dans les ouvrages; le beaux arts retournent en enfance, & la vertu devient minutieuse.

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PENSIERI FILOSOFICI
Quis leget haec? Pers. Sat.I. 1

Scrivo su Dio; conto su pochi Lettori e non aspiro a molti suffragi. Se questi pensieri non piacciono a nessuno, non potranno che essere cattivi; [2] li considererei per detestabili, se piacessero a tutti.2 I

La litania contro le passioni non ha mai fine: sono loro imputate tutte le pene dell'uomo, mentre ci si dimentica ch'esse sono anche la fonte di ogni suo piacere. Componenti fondamentali dell'uomo, le passioni sono un elemento di cui non si pu dire mai troppo bene o troppo male. Ci che mi irrita [3] che non le si guarda mai se non dal lato cattivo. Come se, a dire una parola in favore delle sue rivali, si temesse di ingiuriare la ragione.3 Tuttavia non vi sono che le passioni e le grandi passioni ad avere il potere d'elevare l'animo a grandi cose. Senza di esse, niente di sublime sia nei costumi, sia nelle opere; le arti belle ritornano al loro stadio infantile e la virt diventa minuzia.

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Les Passions sobres font les [4] hommes communes. Si j'attends l'ennemi, quand il s'agit du salut de ma patrie, je ne suis qu'un Citoyen ordinaire. Mon amiti n'est que circonspecte, si le pril d'un ami me laisse les yeux ouverts sur le mien. La vie m'est-elle plus chere que ma matresse? Je ne suis qu'un amant comme un autre. III. Les Passions amorties dgradent les hommes extraordinaires. La contrainte a-[5] nantit la grandeur & l'nergie de la nature. Voyez cet arbre; c'est au luxe de ses branches que vous devez la fracheur & l'tendue deses [sic] ombres: vous en jouirez jusqu' ce que l'hiver vienne le dpouiller de sa chevelure. Plus d'excellence en Posie, en Peinture, en Musique, lorsque la superstition aura fait sur le temprament l'ouvrage de la vieillesse. IV. Ce seroit donc un bon-[6] heur, me dira-t-on, d'avoir les passions fortes. Oui, sans doute, si toutes sont l'unisson. Etablissez entre elles, une juste harmonie, & n'en apprhendez point de dsordres. Si l'esprance est balance par la crainte, le point d'honneur par l'amour de la vie, le penchant au plaisir par l'intert de la sant; vous ne verrez de libertins, ni tmraires, ni lches. V. C'est le comble de la fo-[7] lie que de se proposer la ruine des passions. Le beau projet que celui d'un dvot qui se tourmente

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II La sobriet nelle passioni rende [4] mediocri gli uomini4.Se aspetto il nemico, allorch in gioco la salvezza della mia patria, non sono che un Cittadino ordinario. La mia amicizia pura circospezione, se il pericolo di un amico lascia ch'io tenga gli occhi aperti sul mio. Mi pi cara la vita della donna che amo? Non sono che un amante come gli altri. III Le passioni smorzate degradano gli uomini straordinari5. La costrizione an- [5] nienta la grandezza e l'energia della natura. Guarda quest'albero: al rigoglio dei suoi rami che devi la frescura e l'estensione della sua ombra: ne godrai sino a che l'inverno venga a spogliarlo della sua capigliatura. L'eccellenza finita in Poesia, in Pittura, in Musica una volta che la superstizione6 abbia fatto sul temperamento l'opera della vecchiaia.

IV Sarebbe dunque una for-[6] tuna, mi si dir, avere passioni forti. S, senza dubbio, se sono tutte all'unissono. Stabilite fra loro una giusta armonia7 e non avrete da temere disordini. Se la speranza bilanciata dal timore, il punto d'onore dall'amore per la vita, l'inclinazione al piacere dall'interesse per la salute non vedrete n libertini, n temerari, n vigliacchi. V E'il colmo della paz-[7] zia proporsi la rovina delle passioni.8 Davvero un bel progetto quello del devoto che si tormenta come

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comme un forcen pour ne rien desirer, ne rien aimer, ne rien sentir, & qui finiroit par devenir un vrai monstre, s'il russissoit! VI. Ce qui fait l'objet de mon estime dans un homme, pourroit-il tre l'objet de mes mpris dans un autre? Non, sans doute. Le vrai indpendant de mes caprices doit [8] tre la regle de mes jugemens; & je ne ferai point un crime celui-ci de ce que j'admirerai dans celui-l comme une vertu. Croirai-je qu'il toit rserv quelques-uns, de pratiquer des actes de perfection que la nature & la religion doivent ordonner indiffremment tous? Encore moins. Car d'o leur viendroit ce privilege exclusif? Si Pacme a bien fait de rompre avec le genre humain pour s'enterrer dans une solitude; il ne m'est [9] pas dfendu de l'imiter: en l'imitant, je serai tout aussi vertueux que lui, & je ne devine pas pourquoi cent autres n'auroient pas le mme droit que moi. Cependant il seroit beau de voir une Province entire effraye des dangers de la socit, se disperser dans les forts; ses habitans vivre en btes farouches pour se sanctifier; mille colonnes leves sur les ruines de toutes affections sociales; un nouveau peuple de Stylites se dpouiller par [10] religion des sentimens de la nature, cesser d'tre hommes & faire les statues pour tre vrais chrtiens. VII. Quelles voix: quels cris: quels gmissemens! Qui a renferm dans ces cachots tous ces cadavres plaintifs? Quels crimes ont commis tous ces malheureux? Les uns se frappent la poitrine avec de cailloux; d'autres se dchirent le corps avec des ongles de fer; tous ont [11] les regrets, la douleur & la mort dans les yeux. Qui les

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un forsennato per non desiderare nulla, per non amare nulla, per non sentire nulla. Finirebbe con l'essere un vero mostro9, se riuscisse nel suo intento! VI Ci che costituisce l'oggetto della mia stima in un uomo, potrebbe essere l'oggetto del mio disprezzo in un altro? No, senza dubbio. Il vero, indipendente dai miei capricci, deve [8] essere la regola dei miei giudizi; e non considerer mai come un crimine in una persona ci che ammiro come virt in un'altra. Creder che sia riservata a qualcuno la pratica degli atti di perfezione che la natura e la religione debbono ordinare indifferentemente a tutti? No, assolutamente. Perch da dove verrebbe fuori questo privilegio esclusivo? Se Pacomio10 ha agito bene rompendo con il genere umano per seppellirsi in un deserto, non mi [9] proibito imitarlo: imitandolo sar virtuoso come lui, n riesco a capire come cento altri non avrebbero il mio stesso diritto. Tuttavia sarebbe davvero divertente vedere un'intera Provincia, atterrita dai pericoli della societ, disperdersi nelle foreste; mille colonne innalzate sulle rovine di tutti i legami sociali; un nuovo popolo di Stiliti11 che, seguendo la religione, si spoglierebbero [10] dei sentimenti naturali, cesserebbero di essere uomini e diverrebbero statue per essere veri cristiani. VII Che voci! Che urla! Che gemiti! Chi ha rinchiuso in queste celle tutti questi cadaveri che si lamentano? Quali delitti hanno perpetrato tutti questi sventurati? Gli uni si battono il petto con delle pietre, altri si lacerano il corpo con delle unghie di ferro, tutti hanno negli occhi [11] i rimpianti, il dolore e la morte. Chi mai li condanna

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condamne ce tourmens? Le Dieu qu'ils ont offens Quel est donc ce Dieu? Un Dieu plein de bont Un Dieu plein de bont trouveroit-il du plaisir se baigner dans les larmes? Les frayeurs ne feroient-elles pas injure sa clmence? Si des criminels avoient calmer les fureurs d'un tyran, que feroient-ils de plus? VIII. Il y a de gens dont il ne [12] faut pas dire qu'ils craignent Dieu; mais bien qu'ils en ont peur. IX. Sur le portrait qu'on me fait de l'Etre Suprme, sur son penchant la colere, sur la rigueur de ses vengeances, sur certaines comparaisons qui nous expriment en nombres le rapport de ceux qu'il laisse prir, ceux qui il daigne tendre la main; l'ame la plus droite seroit tente de souhaiter qu'il n'existe pas. [13] L'on seroit assez tranquille en ce monde, si l'on toit bien assur que l'on n'a rien craindre dans l'autre: la pense qu'il n'y a point de Dieu n'a jamais effray personne; mais bien celle qu'il y en a un, tel que celui qu'on me peint. X. Il ne faut imaginer Dieu ni trop bon ni mchant. La justice est entre l'exces de la clmence & la cruaut; ainsi que les peines finies sont en[14] tre l'impunit & les peines ternelles.

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a tali tormenti?12 Il Dio che hanno offeso. E qual' questo Dio? Un Dio pieno di bont Un Dio pieno di bont si compiacerebbe forse a immergersi nelle lacrime? Il terrore non costituisce un ingiuria per la sua clemenza? Se dei criminali avessero da quietare i furori di un tiranno, che mai potrebbero fare di pi? VIII V' della gente di cui non paura del diavolo!13
[12]

bisogna dire che teme Iddio, ma che ne ha una

IX Affidandosi al ritratto che mi si fa dell'Essere Supremo, della sua inclinazione alla collera, del rigore delle sue vendette14, basandosi su certi confronti che ci esprimono numericamente il rapporto tra coloro ch 'Egli lascia perire e coloro a cui si degna di porgere la mano, l'anima pi retta sarebbe tentata d'augurarsi che un tale Essere non esista per nulla.[13] Si sarebbe sufficientemente tranquilli in questo mondo, se si fosse al tutto certi che non si ha nulla da temere nell'altro. Il pensiero che Dio non esista non ha mai terrorizzato nessuno; s invece quello che ne esista uno, tal quale me l'hanno raffigurato. X Dio non bisogna immaginarselo n troppo buono, n cattivo. La giustizia15 sta tra l'eccesso della clemenza e la crudelt, come le pene finite stanno tra [14] l'impunit e le pene eterne.

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XI. Je sais que les ides sombre de la superstition sont plus gnralement approuves que suivies; qu'il est des dvots qui n'estiment pas qu'il faille se har cruellement pour bien aimer Dieu et vivre en dsesprs pour tre religieux: leur sagesse est fort humaine: mais d'o nat cette diffrence de [15] sentimens, entre des gens qui se prosternent aux pieds de mmes Autels? La pit suivroit-elle aussi la loi de ce maudit temprament? Hlas: comment en disconvenir? Son influence ne se remarque que trop sensiblement dans le mme dvot: il voit, selon qu'il est affecte, un Dieu vengeur ou misricordieux; les enfers ou les cieux ouverts: il tremble de frayeur, ou il brule d'amour: c'est une fivre qui a ses accs froids & chauds.
[16]

XII.

Oui, je le soutiens: la superstition est plus injurieuse Dieu que l'Athisme. J'aimerois meiux, dit Plutarque, qu'on penst qu'il n'y et jamais de Plutarque au monde, que de croire que Plutarque est injuste, colre, inconstant, jaloux, vindicatif, & tel qu'il seroit bien fch d'tre. XIII. Le Deste seul peut faire [17] tte l'Athe.. Le superstitieux n'est pas de sa force. Son Dieu n'est qu'un tre d'imagination. Outre les difficults de la matire, il est expos toutes celles qui rsultent de la fausset de ses notions. Un C un S auroient t mille fois plus embarassans pour un Vanini, que tous les Nicoles & les Pascals du monde.
*

Jansenistes clbres.

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XI So che le idee cupe della superstizione sono di norma pi approvate che seguite; esistono dei devoti che non ritengono necessario odiarsi crudelmente per amare al meglio Iddio e vivere nella disperazione per essere religiosi; la loro devozione allegra, la loro saggezza umanissima. Ora, come mai vi questa differenza tra [15] gente che si prosterna di fronte agli stessi altari? La stessa piet seguir anch'essa la legge di questo maledetto temperamento? Ahim! come disconvenirne? L'influenza del temperamento si fa avvertire in misura sensibile all'interno anche della stessa persona religiosa16: a seconda dei suoi stati d'animo vede infatti un Dio vendicatore o misericordioso, gli inferni o i cieli aperti; e ora trema atterrito, ora arde d'amore. Insomma, si tratta d'una febbre che ha i suoi accessi freddi e caldi.

[16] XII

S, lo sostengo: la superstizione pi ingiuriosa nei confronti di Dio dell'ateismo. Preferirei, dice Plutarco17, che si pensasse che non mai esistito al mondo un Plutarco, piuttosto che si credesse di lui che ingiusto, collerico, incostante, geloso, vendicativo e tale che egli non vorrebbe davvero mai essere. XIII Solo il Deista sa tener [17] testa all'Ateo. Il superstizioso non ne all'altezza. Il suo Dio non che un essere immaginario. Oltre alle difficolt intrinseche di per s a questo argomento, esposto infatti a tutte le difficolt che insorgono dalla falsit delle sue nozioni. Un C18, un S sarebbero stati mille volte pi imbarazzanti per un Vanini di tutti i Nicole e i Pascal del mondo.

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XIV Pascal avoit de la droitu-[18] re, mais il toit peureux & crdule. Elgant Ecrivain & Raisonneur profond, il et sans doute clair l'univers; si la Providence ne l'et abandonn des gens qui sacrifirent se talens leur haines. Qu'il seroit souhaiter qu'il et laiss aux Thologiens de son tems le soin de vuider leurs querelles; qu'il se ft livr la recherche de la verit, sans rserve & sans crainte d'offenser Dieu, en se servant de tout l'esprit qu'il en avoit reu; [19] et sur-tout, qu'il et refus pour matres des hommes qui n'toient pas dignes d'tre ses disciples. On pourroit bien lui appliquer ce que l'Ingnieux La Mothe disoit de la Fontaine, qu'il fut assez bte pour croire qu'Arnauld, de Sacy & Nicole valoient mieux que lui. XV. "Je vous dis qu'il n'y a point de Dieu; que la cration est une chimere; que l'ternit du monde n'est [20] pas plus incommode que l'ternit d'un esprit; que, parce que je ne conois pas comment le mouvement a pu engendrer cet univers qu'il a si bien la vertu de conserver, il est ridicule de lever cette difficult par l'existence suppose d'un Etre que je ne conois pas davantage; que, si les merveilles qui brillent dans l'ordre Physique dcelent quelque intelligence, les dsordres qui regnent dans l'ordre moral, anantissent [21] toute Providence. Je vous dis que, si tout est l'ouvrage d'un Dieu, tout doit tre le mieux qu'il est possible: car si tout n'est pas le mieux qu'il est possible, c'est en Dieu impuissance ou mauvaise volont. C'est donc pour le mieux que je ne suis pas clair sur son existence: cela pos, qu'ai-je faire de vos lumieres? Quand il seroit assi dmontre qu'il est peu, que tout mal

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XIV Pascal era un uomo retto, [18] ma credulo e pauroso. Elegante19 scrittore e profondo ragionatore avrebbe indubbiamente rischiarato l'universo, se la Provvidenza non l'avesse abbandonato a gente che sacrific i suoi talenti ai loro odi. Quanto sarebbe stato auspicabile che avesse lasciato ai teologi del suo tempo di esaurire le loro polemiche, che si fosse dedicato alla ricerca della verit, senza riserve e senza timore di offendere Dio servendosi della straordinaria intelligenza che aveva ricevuto e,[19] soprattutto, che avesse rifiutato di prendere per maestri uomini indegni di essere suoi discepoli. Gli si pu applicare quanto l'ingegnoso la Mothe 20 diceva di La Fontaine, di essere stato cos stupido da credere che Arnauld21, de Sacy e Nicole valessero pi di lui. XV "Io vi dico che Dio non esiste, che la creazione una chimera, che l'eternit del mondo non [20] pi impensabile dell'eternit di uno spirito; che, dal momento che non concepisco come il movimento abbia potuto dar vita a questo universo che ha tuttavia la virt di conservare, ridicolo rimuovere questa difficolt ricorrendo alla supposta esistenza di un Essere che non concepisco certo in modo migliore; che se le meraviglie che splendono nell'ordine Fisico nascondono una qualche intelligenza, i disordini che regnano nell'ordine morale annientano [21] ogni Provvidenza. Io vi dico che se tutto opera di un Dio, tutto dev'essere il meglio possibile; perch se 22 tutto non il meglio che possibile vi in Dio o impotenza o cattiva volont . E' dunque in vista del meglio che io non ho lumi sulla sua esistenza; ci posto, che debbo farmene dei vostri lumi? Quand'anche fosse dimostrato - e non lo affatto -

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est la source d'un bien; qu'il etoit [22] bon qu'un Britannicus, que le meilleur des Princes prit; qu'un Neron, que le plus mchant des hommes regnt; comment prouveroit-on qu'il toit impossible d'atteindre au mme but, sans user des mmes moyens? Permettre des vices, pour relever l'clat des vertus, c'est un bien frivole avantage pour un inconvenient si rel. Voiln dit l'Athe, ce que je vous objecte? Qu'avez-vous rpondre?""que je [23) un sclrat; & que si je n'avais rien craindre de Dieu, je n'en combattrois pas l'xistence." Laissons cette phrase aux Dclamateurs: elle peut choquer la vrit; l'urbanit la dfend, & elle marque peu de charit. Parce qu'un homme a tort de ne pas croire en Dieu, avons-nous raison de l'injurier? On n'a recours aux invectives, que quand on manque de preuves. Entre deux Controversistes, il y a cent parier contre un que [24] celui qui aura tort, se fchera. "Tu prends ton tonnerre, au lieu de rpondre, dit Mnippe Jupiter; tu as donc tort." XVI On demandoit un jour quelqu'un, s'il y avoit de vrais Athes. Croyez-vous, rpondit-il, qu'il y ait de vrais Chrtiens? XVII Toutes les Billevezes de la Mtaphysique ne valent [25] pas un argument ad hominem. Pour convaincre, il ne faut quelquefois que rveiller le sentiment, ou Physique ou Moral. C'est avec un baton qu'on a prouv au Pirrhonien qu'il avoit tort de nier son xistence. Cartouche, le pistolet la main, auroit pu faire a Hobbes une pareille leon. "La bourse ou la vie: nous somme seuls: je suis le plus fort; & il n'est pas question entre nous d'quit."

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che ogni male la fonte di un bene, ch'era un [22] bene che Britannico, il migliore dei Principi perisse e regnasse invece Nerone23, il pi malvagio tra gli uomini, come si dimostrerebbe che era impossibile conseguire lo stesso fine senza usare gli stessi mezzi? Permettere dei vizi per incrementare lo splendore delle virt un vantaggio molto frivolo a petto di un inconveniente cos reale. Ecco - dice l'Ateo- le mie obiezioni: che avete da rispondermi?"" che io [23]sono uno scellerato, e che se non dovessi temere nulla da Dio, non ne combatterei l'esistenza. ". Lasciamo questa frase ai Predicatori24: pu urtare la verit, la cortesia la proibisce e attesta una mancanza di carit. Per il fatto che un uomo ha il torto di non credere in Dio, noi abbiamo ragione di insultarlo? Si ricorre alle invettive solo dove mancano le prove. Tra due controversisti25 si pu scommettere cento contro uno che [24] ad arrabbiarsi sia sempre colui che ha torto." Tu ricorri al tuo tuono anzich rispondere - dice Menippo26 a Giove - dunque tu hai torto." XVI Un giorno fu chiesto a qualcuno se credeva che esistessero dei veri atei. Rispose: perch? voi credete che esistano dei veri cristiani? XVII Tutte le frottole della metafisica non valgono [25] un argomento ad hominem.27 Per convincere non occorre altro talora se non risvegliare il sentimento, fisico o morale. E' ricorrendo a un bastone che si provato al pirroniano 28 che aveva torto a negare la sua esistenza. Cartouche, la pistola in pugno, avrebbe potuto dare a Hobbes una lezione analoga. "O la borsa o la vita! noi siamo soli, io sono il pi forte e tra di noi non in questione l'equit".

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[26]

XVIII Ce n'est pas de la main du Mtaphysicien que sont partis les grands coups que l'Athesme a reus. Les mditation sublimes de Mallebranche & de Descartes toient moins propres branler le matrialisme, qu'une observation de Malpighi. Si cette dangreuse hypothse chanchelle de nos jours, c'est la Physique exprimentale que l'honneur en est d. Ce n'est que dans les ouvrages de [27] Newton, de Muschenbrk, d'Hartzker, & de Nieuwentit qu'on a trouv des preuves satisfaisantes de l'xistence d'un Etre souverainement intelligent. Graces aux travaux de ce grands Hommes, le monde n'est plus un Dieu: c'est une machine qui a ses roues, ses cordes, ses poulies, ses ressorts & ses poids. XIX Les subtilits de l'Ontologie ont fait tout au plus des [28] Sceptiques: c'est la connoissance de la nature qu'il toit rserv de faire de vrais Distes. La seule dcouverte des germes a dissips une des plus puissantes objections de l'Athisme. Que le mouvement soit essentiel la matire, je suis maintenant convaincu que ses effets se terminent des dveloppemens: toutes les observations concourent me dmontrer que la putrfaction seule ne produit rien d'organis: je puis admettre que le [29] mchanisme de l'insecte lee plus vil n'est pas moins merveilleux que celui de l'homme, & je ne crains pas qu'on en infre qu'une agitation intestine des molcules tant capable de donner l'un, il est vraisemblable qu'elle a donne l'autre. Si un Athe avoit avance, il y a deux cens ans, qu'on verroit peut-tre un jour des hommes sortir tout forms des entrailles de la terre, comme on

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[26] XVIII

Non dalle mani dei Metafisici che sono partiti i colpi pi duri assestati all'ateismo. Le meditazioni sublimi di Malebranche29 e di Descartes erano meno in grado di mandare all'aria il materialismo di un'unica osservazione di Malpighi.Se questa ipotesi pericolosa oggi vacilla, l'onore va reso alla Fisica sperimentale. Non che nelle opere [27] di Newton, di Muschenbroek, d'Hartzoeker e di Nieuwentit che si sono trovate delle prove soddisfacenti dell'esistenza di un Essere sovranamente intelligente. Grazie ai lavori di questi grandi uomini il mondo non pi un Dio30: una macchina con le sue ruote, le sue corde, le sue pulegge, le sue molle e i suoi pesi. XIX Le sottigliezze dell'ontologia al pi hanno prodotto degli [28] Scettici; era riservato alla conoscenza della natura produrre dei veri Deisti. Da sola, la scoperta dei germi ha dissipato una delle pi forti obiezioni dell'Ateismo. Che il movimento 32 sia essenziale o accidentale per la materia , io sono ora convinto che i suoi effetti culminano in sviluppi: tutte le osservazioni concorrono a dimostrarmi che da sola la 33 putrefazione non produce nulla d'organizzato . Io posso ammettere che il [29] meccanismo dell'insetto pi vile non meno meraviglioso di quello dell'uomo e non temo che, da una agitazione interna di molecole capace di produrre l'uno, si inferisca la verosimiglianza che anche l'altro sia prodotto in modo analogo. Se un ateo, duecento anni fa, avesse sostenuto che si sarebbero forse potuti vedere un giorno degli uomini uscire dalle viscere della terra bell'e formati, come si
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voit clore une foule d'insectes, d'une masse de chair chauffe; je [30] voudrois bien savoir ce qu'un Mtaphysicien auroit eu lui rpondre. XX. C'toit en vain que j'avois essay contre un Athe les subtilits de l'cole: il avoit mme tir de la foiblesse de ces raisonnemens une objection assez forte:"Une multitude de vrits inutiles me sont dmontres sans replique, disoit-il, & l'existence de Dieu, la ralit du bien & du mal moral, [31] l'immortalit de l'me sont encore des problmes pour moi: quoi donc? me seroit-il moins important d'tre convaincu que les trois angles d'un triangle sont egaux deux droits? Tandis qu'en habile Dclamateur, il me faisoit avaler long traits l'amertume de cette rflexion; je r'engageai le combat par une question qui dt parotre singulire un homme enfl de ses premiers succs [32] Etes-vous un Etre pensant, lui demandai-je?"en pourriezvous douter, me rpondit-il, d'un air satisfait. pouquoi non? qu'ai-je apperu qui m'en convainque? de sons & de mouvemens? Mais le Philosophe en voit autant dans l'animale qu'il dpouille de la facult de penser: Pourquoi vous accorderois-je ce que Descartes refuse la fourmi? Vous produisez l'extrieur des actes assez propres m'en imposer; je serois [33] tent d'assurer que vous pensez en effet: mais la raison suspend mon jugement."Entre les actes extrieurs & la pense, il n'y a point de liaison essentielle, me dit-elle: il est possible que ton Antagoniste ne pense non plus que sa montre:falloit-il prendre pour un Etre pensant, le premier animal qui l'on apprit parler? Qui t'a rvel que tous les hommes ne sont pas autant de perroquets instruits ton insu?""Cette com-[34] paraison est tout au plus ingnieuse, me

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vedono schiudere una folla d'insetti34 da una massa di carne riscaldata,[30] vorrei proprio sapere cosa avrebbe potuto rispondergli un metafisico. XX Invano avevo tentato contro un ateo le sottigliezze scolastiche; dalla debolezza di tali ragionamenti aveva persino ricavato un'obiezione assai forte: "Mi sono dimostrate senza possibilit di replica una moltitudine di verit inutili - mi diceva - e l'esistenza di Dio, la realt del bene e del male morale,[31] l'immortalit dell'anima sono ancora dei problemi per me. Ma come! E' forse meno importante avere dei lumi su argomenti del genere che essere convinto che i tre angoli di un triangolo sono eguali a due angoli retti? " Mentre da abile retore 35 mi faceva ingoiare tutta l'amarezza di questa riflessione, io riingaggiai battaglia con una questione che dovette apparire singolare a un uomo inorgoglito dei suoi primi successi[32] Gli domandai: "Siete un essere pensante?" "Perch? Potreste dubitarne?" mi rispose con un aria soddisfatta. "E perch no? che cos'ho percepito che me ne convinca? dei suoni, dei movimenti Ma il Filosofo ne constata altrettanti nell'animale che considera privo della facolt di 36 pensare. Perch dovrei accordarvi ci che Descartes rifiuta alla formica ? Voi producete all'esterno degli atti molto adatti a convincermi e, in effetti, sarei [33] tentato di sostenere che voi pensiate, ma la ragione sospende il mio giudizio." "Tra gli atti esterni e il pensiero, essa mi dice, non vi un nesso essenziale: possibile che il tuo antagonista pensi altrettanto poco come il suo orologio. Forse che bisogna considerare come un essere pensante il primo animale a cui si insegnato a parlare? Chi ti ha rivelato che tutti gli uomini non sono dei pappagalli istruiti a tua 37 insaputa? "Questa com-[34] parazione, mi replic, soltanto

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repliqua-t'il; ce n'est pas sur le mouvement & les sons; c'est sur le fil des ides, la consquence qui regne entre les propositions, & la liaison des raisonnements, qu'il faut juger qu'un Etre pense: s'il se trouvoit un perroquet qui rpondit tout, je prononcerois sans balancer que c'est un Etre pensant Mais qu'a de commun cette question avec l'existence de Dieu? quand [35] vous m'aurez dmontr que l'homme en qui j'apperois le plus d'esprit n'est peut-tre qu'un Automate, en serai-je miex dispos reconnotre une intelligence dans la nature?"C'est mon affaire, repris-je: convenez cependant qu'il y auroit de la folie refuser vos semblables la facult de penser:" "sans doute, mais que s'ensuit-il de l? ""il s'ensuit que si l'univers, que dis-je l'univers, que si l'aile d'un papillon m'offre des tra- [36] ces mille fois plus distinctes d'une intelligence, que vous n'avez d'indices que votre semblable est dou de la facult de penser, il seroit mille fois plus fou de nier qu'il xiste un Dieu, que de nier que votre semblable pense. Or que cela est ainsi; c'est vos lumires, c'est votre conscience que j'en appelle: avez-vous jamais remarqu dans les raisonnements, les actions, & la conduite de quelqu'homme que ce soit, plus d'intelligence, d'ordre, [37] de sagacit, de consequence que dans le mchanisme d'un insecte? La Divinit n'estelle pas aussi clairement empreinte dans l'il d'un Ciron, que la facult de penser dans les ouvrages du grand Newton? Quoi! le monde form prouve moins une intelligence, que le monde expliqu? Quelle assertion!" "mais, repliquez-vous, j'admets la facult de penser dans un autre, d'autant plus volontiers que je pense moi-m- [38] me. Voil, j'en tombe d'accord, une prsomption que je n'ai point: mais n'en suis-je pas ddommag par la superiorit de mes preuves sur les vtres? L'intelligence d'un premier Etre ne m'est pas mieux dmontre dans la nature, par ses ouvrages, que la facult de penser dans un Philosophe par ses crits: songez

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ingegnosa; non sui movimenti e sui suoni, sul filo delle idee, sulla coerenza che regna tra le proposizioni e sulla connessione dei ragionamenti che bisogna fondarsi per sostenere che un Essere pensa; se si trovasse un pappagallo che risponde a tutto, dichiarerei senza esitazione di sorta che un Essere pensante Ma che c'entra questa questione con l'esistenza di Dio? Quand'anche [35] mi aveste dimostrato che l'uomo in cui io colgo maggiore intelligenza non pu essere se non un automa, sarei meglio disposto a riconoscere un'intelligenza nella natura?" "Questo affar mio, risposi a mia volta, converrete tuttavia che sarebbe folle rifiutare ai vostri simili la facolt di pensare" "Senza dubbio, ma cosa ne consegue?" "Ne consegue che se l'universo, ma che dico l'universo?, se l'ala di una farfalla mi offre delle trac- [36] ce mille volte pi distinte d'una intelligenza, degli indizi che voi avete per ritenere che il vostro simile sia un essere pensante, sarebbe mille volte pi folle negare che esista un Dio, che negare che il vostro simile pensi. Ora che sia cos, ai vostri lumi, alla vostra coscienza che io faccio appello: avete mai notato nei ragionamenti, nelle azioni e nella condotta di qualche uomo, chiunque sia, una maggiore intelligenza, una maggior sagacia,[37] un ordine e una consequenzialit pari a quella che si trova nel meccanismo di un insetto? La 38 Divinit non altrettanto chiaramente impressa nell'occhio di un acaro quanto la facolt di pensare nelle opere del grande Newton? Ma come? Il mondo formato proverebbe l'intelligenza in una misura minore rispetto al mondo spiegato? Che razza d'asserzione! Ma, voi replicherete, io ammetto la facolt di pensare in un altro, tanto pi volentieri in quanto penso io stes- [38] so Ecco, sono d'accordo, ma io non ho per nulla questo pregiudizio e non mi sono forse disobbligato con la superiorit delle mie prove sulle vostre? L'intelligenza d'un Essere primo non meglio dimostrata nella natura, dalle sue opere, che la facolt di pensare in un filosofo nei suoi

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donc que je ne vous objectois qu'une aile de papillon, qu'un il de ciron, quand je pouvois vous cra-[39] ser du poides de l'univers. Ou je me trompe lourdement, ou cette preuve vaut bien la meilleure qu'on ait encore dicte dans les coles." C'est sur ce raisonnment, & quelques autre de la mme simplicit, que j'admets l'existence d'un Dieu, & non sur ces tissus d'ides seches & Mtaphysiques, moins propres dvoiler la vrit, qu' lui donner l'air dun mensonge.
[40]

XXI.

J'ouvre les cahiers d'un Professeur clbre, & je lis:"Athes, je vous accorde que le mouvement est essentiel la matire; qu'en concluezvous?que le monde rsulte du jet fortuit des atmes? J'aimerois autant que vous me dissiez que l'Iliade d'Homere, ou la Henriade de Voltaire est un rsultat de jets fortuits de caracteres. Je me garderai bien de faire[41] ce raisonnement un Athe. Cette comparaison lui donnera beau jeu. Selon les loix de l'Analyse des Sorts, me diroit-il, je ne dois point tre surpris qu'une chose arrive, lorsqu'elle est possible, & que la difficult de l'vnement est compense par la quantit des jets. Il y a tel nombre de coups dans lequels je gagerois avec avantage d'amener cent mille six la foi, avec cent mille dez. Quelle que ft la somme finie de caracteres avec [42] laquelle on me proposeroit d'engendrer fortuitement l'Iliade, il y a telle somme finie de jets qui me rendroit la proposition avantageuse: mon avantage seroit mme infini, si la quantit de jets accorde toit infinie. Vous voulez bien convenir avec moi, continueroit-il, que la matire existe de toute ternit, & que le mouvement lui est essentiel. Pour rpondre cette faveur, je vais supposer avec vous, que le monde n'a point

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scritti? Pensate dunque che io non vi obiettavo che un'ala di farfalla, che l'occhio di un acaro quando avrei potuto schiac-[39]ciarvi con il peso dell'universo. O io mi sbaglio di grosso, o questa prova all'altezza della migliore prova fornita dagli scolastici. E' in base a questo ragionamento e a qualche altro egualmente semplice che io ammetto l'esistenza di un Dio e non su questo tessuto di metafisica e di idee aride, meno capaci di disvelare la verit che di conferirle l'aspetto della menzogna. [40] XXI 39 Apro i quaderni di un celebre professore e vi leggo: "Atei, vi concedo che il movimento sia essenziale alla materia; ma cosa ne concludete? che il mondo risulta dal lancio fortuito degli atomi? Sarebbe la stessa cosa che mi diceste che l'Iliade d'Omero o l'Henriade di Voltaire sono il risultato di combinazioni fortuite delle lettere dell'alfabeto." Io mi guarderei bene dal fare [41] questo ragionamento con un ateo. Questo confronto gli darebbe buon gioco. In base alle leggi del calcolo 40 delle probabilit , mi direbbe, non debbo affatto sorprendermi che accada una cosa, una volta che possibile e che la difficolt dell'evento compensata dalla quantit dei lanci. Vi un tal numero di colpi in cui scommetterei con mio vantaggio di fare centomila volte sei alla volta, avendo centomila dadi a disposizione. Quale che sia la somma finita dei caratteri con [42] cui mi si proporrebbe di produrre fortuitamente l'Iliade, esiste tale somma finita di lanci che mi renderebbe la proposta vantaggiosa: il mio vantaggio sarebbe addirittura infinito, se fosse infinita la quantit dei dati concessa. Voi vorrete convenire con me - proseguirebbe - che la materia esiste da tutta l'eternit e che il movimento le essenziale. Per rispondere al favore che mi fate io supporr con voi che il mondo non abbia dei

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des bornes; [43] que la multitude des atmes toit infinie, & que cet ordre qui vous tonne, ne se dment de nulle part: or de ces aveux rciproques, il ne s'ensuit autre chose, sinon que la possibilit d'engendrer fortuitement l'univers est trs-petite, mais que la quantit de jets est infinie, c'est--dire, que la difficult de l'vnement est plus que suffisamment compense par la multitude des jets. Donc si quelque choses doit rpugner la raison, c'est la [44] supposition que la matire s'etant mu de toute ternit, & qu'y ayant peut-tre dans la somme infinie des combinaisons possibles, un nombre infini d'arrangements admirable, il ne se soit rencontr dans la multitude infinie de ceux qu'elle a pris successivement. Donc l'esprit doit tre plus tonn de la dure hypothtique du cahos, que de la naissance relle de l'univers.
[45]

XXII.

Je distingue les Athes en trois classes. Il y e a quelques-uns qui vous disent nettement qu'il n'y a point de Dieu, & qui le pensent, ce sont les vrais Athes: un assez grand nombre qu ne savent qu'en penser, & qui decideroient volontiers la question croix ou pile; ce sont les Athes Sceptiques; beaucoup plus qui voudroient qu'il n'y en et point, qui font semblent d'en tre [46] persuads, qui vivent comme s'ils l'toient, ce sont les fanfarons du parti. Je dteste les fanfarons, il sont faux; je plains le vrais Athes, toute consolation me semble morte pour eux; & je prie Dieu pour les Sceptiques, ils manquent des lummires.

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limiti,[43] che la moltitudine degli atomi sia infinita e che quest'ordine che vi stupisce non si smentisce da nessuna parte; ora da queste concessioni reciproche non segue se non che la possibilit che l'universo sia ingenerato fortuitamente piccolissima, ma anche che la quantit di lanci infinita, ovvero, che la difficolt dell'evento pi che sufficientemente compensata dalla moltitudine dei lanci. Dunque se qualcosa deve ripugnare alla ragione la [44] supposizione che essendosi mossa la materia da tutta l'eternit e che essendovi forse nella somma infinita delle combinazioni possibili un numero infinito di ordinamenti ammirevoli, non si sia trovato nessuno di questi ammirevoli ordinamenti nella moltitudine infinita di quelli che la materia ha successivamente assunto di volta in volta. Dunque la mente deve essere pi stupita dalla durata ipotetica del caos, che dalla nascita reale dell'universo.41 [45] XXII Distinguo gli atei in tre classi . Ve ne sono alcuni che vi dicono chiaramente che non esiste nessun Dio e che lo pensano: sono i veri atei. Un numero sufficientemente ampio che non sanno che pensarne e che deciderebbero volentieri la questione a testa o croce: sono gli atei scettici. Pi numerosi sono coloro che vorrebbero che non vi fosse alcun Dio, che fanno finta di esserne [46] persuasi, che vivono come lo fossero: sono i fanfaroni del partito. Io detesto i fanfaroni, sono falsi. Compiango i veri atei, ogni consolazione mi pare morta per loro, e prego per gli scettici, mancano di lumi.
42

49

XXXIII.

Le Deste assure l'xistence d'un Dieu, l'immortalit de l'me & ses suites: le Sceptique n'est point dcid sur ces articles: l'Athe [47] les nie. Le Sceptique a donc pour tre vertueux un motif de plus que l'Athe, & quelque raison de moins que le Diste. Sans la crainte du Legislateur, la pente du temperament, & la connoissance des avantages actuels de la vertu, la probit de l'Athe manqueroit de fondement, & celle du Sceptique seroit fonde sur un peut-tre. XXXIV. Le Scepticisme ne con- [48] vient pas tout le monde.Il suppose un examen profond & desinteress: celui qui doute, parce qu'il ne connoit pas les raisons de crdibilit, n'est qu'un ignorant. Le vrai Sceptique a compt & pes les raisons. Mais ce n'est pas une petite affaire que de peser des raisonnemens. Qui de nous en connoit exactement la valeur? qu'on appporte cent preuves de la mme vrit, aucune ne manquera de partisans. Chaque esprit a son tlesco- [49] pe. C'est un colosse mes yeux que cette objection qui disparoit aux vtres: vous trouvez lgere une raison qui m'crase. Si nous somme diviss sur la valeur intrinseque, comment nous accorderons-nous sur le poids relatif? Ditesmoi, combien faut-il de preuves morales pour contrebalancer une conclusion Metaphysique? Sont-ce mes lunettes qui pchent ou le vtres? Si donc il est si difficile de peser des raisons, & s'il n'est point de [5O] questions qui n'en ayent pour & contre, & presque toujours gale mesure, pourquoi tranchons-nous si vte? D'o nous vient ce ton si dcid? N'avons-nous pas prouv cent fois que la suffisance dogmatique rvolte. "On me fait hair les choses

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XXIII Il Deista assicura l'esistenza d'un Dio, l'immortalit dell'anima43 e le sue conseguenze. Lo scettico non ha un'idea certa su questi argomenti. L'ateo [47] li nega. Lo scettico ha dunque per essere virtuoso un motivo in pi rispetto all'ateo e qualche ragione in meno del deista. Senza il timore del Legislatore, l'inclinazione del temperamento, e la conoscenza dei vantaggi attuali della virt, la probit degli atei mancherebbe di fondamento44, e quella dello scettico sarebbe fondata su di un forse.

XXIV Lo scetticismo non s'at- [48] taglia a tutti quanti. Presuppone un esame profondo e disinteressato: colui che dubita, perch non conosce le ragioni di credibilit, semplicemente un ignorante. Il vero scettico ha contato e soppesato le ragioni. Ma non una faccenda da poco soppesare dei ragionamenti. Chi di noi ne conosce esattamente il valore? se si apportano cento prove della stessa verit, nessuna sar priva di sostenitori. Ogni mente ha il suo telesco-[49] pio. Ai miei occhi colossale un'obiezione che ai vostri scompare; voi trovate leggera una ragione che invece mi schiaccia. Se siamo divisi sul valore intrinseco come ci accorderemo sul peso relativo? Ditemi, quante prove morali sono necessarie per controbilanciare una conclusione metafisica? E sono le mie lenti o le vostre ad essere difettose? Se dunque cos difficile soppesare le ragioni e se non esistono [50] questioni che non ne abbiano a favore o contrarie, e quasi sempre in misura eguale, perch mai noi tronchiamo l'esame cos in fretta? Da dove ci viene questo tono cos deciso e spavaldo? Non abbiamo provato cento volte che la sufficienza dogmatica induce alla rivolta? "Mi si fanno odiare

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vraisemblables, dit l'Auteur des Essais, quand on me le plante pour infaillibles. J'aime ces mots qui amolissent & modrent la tmrit de nos propositions, l'aventure, aucu- [51] nement, quelquefois, on dit, je pense, & autres semblables: & si j'eusse eu dresser des enfans, je leur eusse tant mis en la bouche cette faon de rpondre enquestante & non rsolutive, qu'est-ce dire, je ne l'entens pas, il pourroit tre, estil-vrai, qu'ils eussent plutt gard la forme d'apprentifs soixante ans, que de rpresenter les docteurs l'ge de quinze.
[52]

XXV.

Qu'est-ce que Dieu? question qu'on fait aux enfans & laquelle les Philosophes ont bien de la peine repondre. On sait quel ge un enfant doit apprendre lire, chanter, danser, le Latin, la Gometrie. Ce n'est qu'un matire de religion qu'on ne consulte point sa porte: peine entend-il, qu'on lui demande, Qu'est-ce que Dieu? C'est das le mme instant,[53] c'est de la mme bouche qu'il apprend qu'il y a des Esprits follets, des Revenans, des Loups-garoux & un Dieu. On lui inculque une des plus importantes vrits, d'une maniere capable de le dcrier un jour au tribunal de sa raison. En effet, qu'y aura-t-il de surprenant, si trouvant l'ge de vingt ans, l'xistence de Dieu confondue dans sa tte, avec une foule de prjugs ridicules, il vient la mconnotre, la traiter [54] ainsi que nos Juges traitent un honnte-homme, qui se trouve engag par accident dans une troupe de coquins.

XXVI. On nous parle trop-tt de Dieu: autre dfaut, on n'insiste pas assez sur sa prsence. Les hommes ont banni la Divinit

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le cose verosimili, dice l'autore dei Saggi , quando me le si presentano come infallibili. Io amo quelle parole che smorzano e moderano la temerariet delle nostre asserzioni, forse, in qual- [51]che modo, talora, si dice, io penso e altre consimili. Se avessi da educare dei bambini metterei loro in bocca a tal punto questo modo di rispondere interrogativo e non risolutivo vale a dire? non capisco, potrebbe essere, vero? che conserverebbero l'aspetto d'apprendisti a sessant'anni, anzich presentarsi come dottori a quindici anni."45
[52] XXV

Cos' Dio? domanda che si pone ai bambini e a cui i filosofi sono in gran pena per rispondere.46 Si sa a che et un bambino deve apprendere a leggere, a cantare, a ballare, il latino, la geometria. Non che in materia di religione che non si consultano le sue capacit.Cos' Dio? Dalla stessa bocca, nello stesso istante,[53] egli apprende che esistono gli spiriti folletti, gli spettri, i lupi mannari e un unico Dio.Gli si inculca una delle verit pi importanti in un modo capace di screditarla un giorno al tribunale della sua ragione. In effetti che vi sar di sorprendente se, trovando a vent'anni l'esistenza di Dio confusa nella sua mente insieme ad una folla di ridicoli pregiudizi, egli la misconoscer e la tratter [54] alla stessa stregua con cui i nostri giudici trattano un onest'uomo che si trova per caso in una banda di malfattori?

XXVI Ci si parla troppo presto di Dio. Altro difetto: non si insiste a sufficienza sulla sua presenza. Gli uomini hanno bandito da s la divinit,

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d'entr'eux; ils l'ont rlegue dans un Sanctuaire; les murs d'un temple bornent sa vue; elle n'existe point au-del. Insenss que vous tes, dtruisez ces en-[55] ceintes qui rtrcissent vos ides, largissez Dieu: voyez-le par-tout o il est, ou dites qu'il n'est point. Si j'avois un enfant dresser, moi, je lui ferois de la Divinit une compagnie si relle, qu'il lui en couteroit peut-tre moins pour devenir Athe que pour s'en distraire. Au lieu de lui citer l'exemple d'un autre homme qu'il connot quelquefois pour plus mchant que lui; je lui dirois brusquement, Dieu t'entends, & tu ments. Les jeunes gens veu-[56] lent tre pris par les sens: je multiplirois donc autour de lui le signes indicatifs de la prsence Divine. S'il se faisoit, par exemple, un cercle chez moi, j'y marquerois une place Dieu; & j'accotumerois mon lve dire, "Nous etions quatre, Dieu, mon ami, mon Gouverneur, & moi."

[57]

XXVII.

L'ignorance & l'incuriosit sont deux oreilliers fort doux; mais pour les trouver tels, il faut avoir la tte aussi bienfaite que Montaigne. XXVIII. Les esprits boillants, les imaginations ardentes ne s'accomodent pas de l'indolence du Sceptique. Ils aiment mieux hazarder un choix que de n'en faire aucun; se tromper que de vi-[58] vre incertains: soit qu'ils se mfient de leurs bras, soit qu'ils craignent la profondeurs des eaux, on les buot toujours suspendus des branches dont ils sentent toute la foiblesse, & ausquelles ils aiment mieux demeurer accrochs que de s'abandonner au torrent. Ils assurent tout, bien qu'ils n'ayent rien soigneusement examin: ils

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l'hanno relegata in un Santuario: i muri di un tempio limitano la sua veduta, come se non esistesse al di l di tali muri. Insensati! distruggete questi re- [55] cinti che rimpiccioliscono le vostre idee, liberate Dio: vedetelo ovunque egli , o dite che non esiste. Se dovessi educare un bambino, gli renderei la divinit una compagnia cos reale che gli costerebbe meno forse diventare ateo che sottrarsene.Anzich citargli l'esempio di un altro uomo che egli conosce talora come pi malvagio di se stesso, gli direi bruscamente: Dio ti sente, e tu stai mentendo. E' la sensibilit che va [56] colpita nei ragazzi: attorno a lui io moltiplicherei i segni indicativi della presenza divina. Se si facesse una cerchia intorno a me, io riserverei sempre un posto a Dio. Abituerei il mio allievo a dire: "Noi siamo quattro, Dio, il mio amico, il mio precettore e io."
[57] XXVII

L'ignoranza e la mancanza di curiosit sono due guanciali molto dolci, ma per trovarli tali occorre avere una testa altrettanto ben fatta di quella di Montaigne47. XXVIII Gli spiriti bollenti, le immaginazioni ardenti non s'adattano all'indolenza dello scettico. Preferiscono arrischiare una scelta, anzich non farne alcuna; ingannarsi piuttosto che vi-[58]vere nell'incertezza. Sia che diffidino delle loro braccia, sia che temano la profondit delle acque, li si vede sempre attaccati a dei rami di cui sentono tutta la fragilit e ai quali preferiscono restare avvinghiati, anzich abbandonarsi al torrente. Sono certi di tutto, bench non abbiano esaminato nulla con cura. Non dubitano di nulla, perch non ne

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ne doutent de rien, parce qu'ils n'en ont ni la patience ni le courage. Sujets de lueurs qui les [59] dcident, si par hazard ils rencontrent la vrit; ce n'est point tton, c'est brusquement & comme par rvlation. Ils sont entre les dogmatiques, ce qu'on appelle les illumins chez le peuple dvot. J'au vu des individus de cette espece inquite qui ne concevoient pas comment on pouvoit allier la tranquillit d'esprit avec l'indcision. "Les moyen de vivre heureux, sans savoir qui l'on est, d'o l'on vien, o l'on va, pour- [60] quoi l'on est venu." "Je me pique d'ignorer tout cela, sans en tre plus malheureux, rpondoit froidement le Sceptique: ce n'est point ma faute, si j'ai trouv ma raison muette, quand je l'ai questionne sur mon tat. Toute ma vie j'ignorerai sans chagrin ce qu'il m'est impossible de savoir. Pourquoi regretterois-je des connoissances que je n'ai pu me procurer, & qui sans doute ne me son pas fort ncessaires, puisque j'en suis priv. J'ai-[61] merois autant, un des premiers gnies de nnotre sicle, m'affliger srieusement de n'avoir pas quatre yeux, quatre pieds & deux ailes. XXIX On doit xiger de moi que je cerche la vrit,mais non que je la trouve. Un sophisme ne peut-il pas m'affecter plus vivement qu'une preuve solide? je suis ncessit de consentie aux faux que je prens pour le vrai, & de rejetter le vrai, [62] que je prens pour le faux: mais qu'ai-je craindre, si c'est innocemment que je me trompe? L'on n'est point rcompens dans l'autre monde pour avoir eu de l'esprit dans cellui-ci; y seroit-on puni pour en avoir manqu? damner un homme pour de mauvais raisonnemens, c'est oublier qu'il est un sot pour le traiter comme un mchant.

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hanno la pazienza e il coraggio. Assoggettati a dei bagliori che li [59] decidono, se per caso s'imbattono nella verit, non procedendo a tastoni, ma bruscamente e come attraverso una rivelazione. Tra i dogmatici sono come coloro che il popolo devoto chiama gli illuminati. Ho visto degli individui di questa specie inquieta che non concepivano che si possa alleare la tranquillit dell'animo con l'indecisione. "Come vivere felici, senza sapere chi si , da dove si viene, dove si va, per- [60] ch si venuti?" "Io mi vanto di ignorare tutto ci, senza esser perci pi sventurato"rispondeva con freddezza lo scettico."Non affatto colpa mia, se ho trovato muta la ragione allorch l'ho interrogata sul mio stato.Per tutta la vita ignorer senza preoccuparmi ci che mi impossibile sapere. Perch dovrei rimpiangere conoscenze che non ho potuto procurarmi e che indubbiamente non mi sono tanto necessarie, visto che ne sono privato. [61]Sarebbe, a detta di uno dei geni pi grandi del nostro secolo48, come affliggersi seriamente di non avere quattro occhi, quattro piedi e due ali.

XXIX Si deve esigere da me ch'io cerchi la verit, ma non che la trovi. Un sofisma non pu forse colpirmi pi vivamente di una solida prova? Io sono costretto a consentire al falso che scambio per il vero e a rigettare il vero [62] che prendo per falso; ma cos'ho da temere se senza malizia che mi inganno? Non si affatto ricompensati nell'altro mondo per aver avuto dell'intelligenza in questo; vi si sarebbe puniti per non averne avuta? Dannare un uomo a causa dei suoi ragionamenti fallaci dimenticare che uno sciocco, per trattarlo come un malvagio.

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XXX. Qu'est-ce qu'un Scepti- [63] que? c'est un Philosophe qui a dout de tout ce qu'il croit, & qui croit ce qu'un usage lgitime de sa raison & de ses sens lui a dmontr vrai: voulez-vous quelque chose de plus prcis? rendez sincre le Pirrhonien, & vous aurez le Sceptique.

XXXI.

Ce qu'on n'a jamais mis en question n'a point t prouv. Ce qu'on n'a point examin sans prvention,[64] n'a jamais t bien examin. Le Scepticisme est donc le premier pas vers la verit. Il doit tre gnral, car il en est la pierre de touche. Si pour s'assurer de l'existence de Dieu, le Philosophe commence par en douter, y-a-t'il quelque proposition qui puisse se soustraire cette preuve? XXXII. L'incredulit est quelque fois le vice d'un sot, & la credulit le dfaut d'un [65] homme d'esprit. L'homme d'esprit voit loin dans l'immensit des possibles; le sot ne voit gueres de possible que ce qui est. C'est-la peut-tre ce qui rend l'un pusillanime, & l'autre tmraire. XXXIII. On risque autant croire trop, qu' croire trop peu. Il n'y a ni plus ni moins de danger tre Polithiste qu'Athe; or le Scepticisme peut seul garantir gale- [66] ment, en tout tems & en tout lieu, de ce deux excs opposs.

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XXX Che cos' uno scetti-[63] co? E' un filosofo che ha dubitato di tutto ci che crede e che crede ci che un uso legittimo della sua ragione e dei suoi sensi gli ha dimostrato vero: volete qualcosa di pi preciso? rendete sincero il Pirroniano e avrete lo Scettico49. XXXI Ci che non mai stato messo in questione non stato affatto provato. Ci che non stato esaminato senza prevenzione [64] non mai stato ben esaminato 50. Lo scetticismo dunque il primo passo verso la verit. Deve essere generale, in quanto la pietra di paragone. Se per accertarsi dell'esistenza di Dio, il filosofo comincia con il dubitarne,51 v' qualche proposizione che possa sottrarsi a questa prova?

XXXII L'incredulit talora il vizio di uno stupido e la credulit il difetto di un [65] uomo intelligente. L'uomo intelligente spazia lontano nell'immensit dei possibili; lo stupido non concepisce possibile quasi null'altro se non ci che esiste. Forse questo a rendere pusillanime l'uno e temerario l'altro. XXXIII Si rischia egualmente sia a credere troppo, sia a credere troppo poco. Non vi n pi, n meno pericolo ad essere politeista, anzich ateo. Ora, solo lo scetticismo pu garantirsi [66] sempre e dovunque da questi due eccessi opposti.

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XXXIV. Un semi-Septicisme [sic!] est la marque d'un esprit foible: il dcele un raisonneur pusillanime qui se laisse effrayer par les consequences; un superstitieux qui croit honorer son Dieu par les entraves o il met sa raison; une espece d'incredule qui craint de se dmasquer lui mme; car si la verit [67] n'a rien perdre l'examen, comme en est convaincu le semi-Sceptique, que pense-t'il au fond de son ame de ces notions privilegies qu'il apprhende de sonder, & qui sont places dans un recoin de sa cervelle, comme dans un Sanctuaire dont il n'ose approcher? XXXV. J'entens crier de toute part l'impit. Le Chrtien est impie en Asie, [68] le Musulman en Europe, le Papiste Londres, le Calviniste Paris, le Janseniste au haut de la rue S.Jacques, le Moliniste au fond du fauxbourg S.Mdard. Qu'est-ce donc qu'un impie? tout le monde l'est-il, ou personne? XXXVI Quand les dvots se dchanent contre le Scepticisme, il me semble qu'ils entendent mal leur intrt, ou qu'ils se contredisent. S'il [69] est certain qu'un culte vrai pour tre embrass, & qu'un faux culte pour tre abandonn, n'ont besoin que d'tre bien connus; il seroit souhaiter, qu'un doute universel se rpandit sur la surface de la terre, & que tous les peuples voulussent bien mettre en question la vrit de leurs Religions: nos Missionaires trouveroient la bonne moitit de leur besogne faite.

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XXXIV Uno scetticismo a met il contrassegno di una mente debole; rivela un ragionatore pusillanime che si lascia atterrire dalle conseguenze; un superstizioso che crede di onorare il suo Dio ingombrando d'ostacoli la sua ragione; una sorta di incredulo che teme di smascherarsi anche di fronte a se stesso 52. Perch, se la verit [67] non ha nulla da perdere se esaminata, ci di cui lo scettico a met convinto, cosa pensa al fondo della sua anima di queste nozioni privilegiate che ha paura di vagliare e che sono piazzate in un angolo del suo cervello come in un santuario a cui non osa accostarsi? XXXV Sento gridare da ogni parte all'empiet. Il Cristiano empio in Asia, il [68] Mussulmano in Europa, il Papista a Londra, il Calvinista a Parigi, il Giansenista in cima a via S.Jacques, il Molinista alla fine del quartiere di S. Mdard53. Chi sono dunque gli empi? E lo sono tutti o nessuno? XXXVI I devoti che si scatenano contro gli scettici, ho l'impressione, che fraintendano il loro interesse, o che si contraddicano. Se [69] certo che un culto vero per essere abbracciato e un culto falso per essere abbandonato non hanno bisogno che di essere ben conosciuti, sarebbe auspicabile che si diffondesse sulla superficie della terra un dubbio universale e che tutti i popoli mettessero in discussione la verit delle loro religioni: i nostri Missionari troverebbero gi fatto pi della met del loro lavoro.

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[70]

XXXVII.

Celui qui ne conserve pas par choix, le culte qu'il a reu par ducation, ne peut non plus se glorifier d'tre Chrtien ou Musulman, que de n'tre point n aveugle ou boiteux. C'est un bonheur & non pas un mrite. XXXVIII. Celui qui mourroit pour un culte dont il connotroit la fausset, seroit un enrag. Celui qu meurt pour un [71] culte faux, mais qu'il croie vrai; ou pour un culte vrai, mais dont il n'a point de preuves, est un fanatique. Le vrai Martyr est celui qui meurt pour un culte vrai, & dont la vrit lui est dmontre. XXXIX. Le vrai Martyr attend la mort. L'enthousiaste y court. XL. Celui qui se trouvant la [72] Mecque, iroit insulter aux cendres de Mahomet, renverser ses autels & troubler toute une mosque, se feroit empaler coup sr, & ne seroit peut-tre pas canonis. Ce zle n'est plus la mode. Polieucte ne seroit de nos jours qu'un insens.

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[70] XXXVII

Colui che non conserva mediante una scelta deliberata il culto che ha ricevuto dall'educazione, non pu gloriarsi d'essere cristiano o mussulmano se non come di non essere nato cieco o zoppo. La sua una fortuna, non un merito.54 XXXVIII Colui che morisse per un culto di cui conoscesse la falsit, sarebbe un pazzo. Colui che muore per un [71] culto falso, ma che crede vero, o per un culto vero, ma di cui non ha alcuna prova, un fanatico55. Il vero Martire colui che muore per un culto vero e la cui verit gli dimostrata. XXXIX Il vero martire attende la morte. L'entusiasta le corre incontro56. XL Colui che trovandosi alla [72] Mecca57, andasse a ingiuriare le ceneri di Maometto, rovesciasse i suoi altari e turbasse tutta una moschea, si farebbe impalare a colpo sicuro e forse non sarebbe canonizzato. Uno zelo del genere fuori moda. Ai giorni nostri Poliuto58 non sarebbe che un insensato.

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XLI. Le tems des Rvlations, des Prodiges & des Missions extraordinaires est pass. Le Christianisme n'a plus besoin de cet chafaudage. Un [73] homme qui s'aviseroit de jouer parmi nous le rle de Jonas, de courir les rues en criant, "encore trois jours & Paris ne sera plus; Parisiens, faites pnitence, couvrez-vous de sacs & de cendres, ou dans trois jours vous prirez, seroit incontinent saisi & train devant un Juge qui ne manqueroit pas de l'envoyer aux petites maisons: il auroit beau dire: "Peuples, Dieu vous aime-t'il moins que le Ninivite? tesvous [74] moins coupables que lui?" On ne s'amuseroit point lui rpondre, & pour le traiter en visionnaire, on n'attendroit pas le terme de sa prdiction. Elie peut revenir de l'autre monde quand il voudra, les hommes sont tels, qu'il fera de grands miracles, s'il est bien accueilli dans celui-ci. XLII. Lorsqu'on annonce au peuple un dogme qui contredit la [75] rligion dominante, ou quelque fait contraire la tranquillit publique, justifiton sa mission par des miracles, le Gouvernement a droit de svir, & le peuple de crier, crucifige. Quel danger n'y auroit-il pas abandonner les esprits aux sductions d'un imposteur, ou aux rveries d'un visionnaire? Si le sang de Jesus-Christ a cri vengeance contre les Juifs; c'est qu'en le rpandant, ils fermoient l'oreille la voix de Moyse & des Prophtes [76] qui le declaroient le Messie. Un Ange vint-il descendre des cieux, appuyt-il ses raisonnemens par des miracles; s'il prche coontre la loi de Jesus-Christ, Paul veut qu'on lui dise anathme. Ce n'est donc pas par les miracles qu'il faut juger de la mission d'un

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XLI Il tempo delle rivelazioni, dei prodigi e delle missioni straordinarie passato. Il Cristianesimo non ha pi bisogno di questa impalcatura. Un [73] uomo che pensasse di recitare da noi la parte di Giona59 e corresse per le strade gridando: "ancora tre giorni e Parigi non sar pi! Parigini, fate penitenza, copritevi di sacco e di cenere o fra tre giorni perirete" sarebbe afferrato all'istante e trascinato dinanzi a un giudice che lo manderebbe in manicomio. Avrebbe un bel dire:"Gente, Dio vi ama forse meno dei Niniviti? e siete [74] meno colpevoli di loro?" Nessuno gli risponderebbe e per considerarlo come un visionario non si attenderebbe neppure il termine della sua predizione. Elia60 pu tornare dall'altro mondo quando vuole; gli uomini sono tali che compir dei grandi miracoli, se ben accolto in questo mondo. XLII Quando si annuncia al popolo un dogma che contraddice [75] la religione dominante, o qualche fatto contrario alla quiete pubblica, anche se uno giustificasse la sua missione attraverso dei miracoli, il Governo ha diritto di colpire e il popolo di gridare:crucifige. Sarebbe infatti pericolosissimo abbandonare le menti alle seduzioni di un impostore o alle fantasticherie di un visionario. Se il sangue di Ges-Cristo ha gridato vendetta contro i Giudei per il fatto che, versandolo, essi chiudevano l'orecchio alla voce di Mos e dei Profeti [76] che lo dichiaravano il Messia. Anche se fosse un angelo che discende dal cielo e appoggiasse i suoi ragionamenti con dei miracoli, se predica contro la legge di Ges-Cristo, Paolo vuole che lo si proclami anatema61. Non attraverso i miracoli che bisogna giudicare della missione di un uomo; ma in base alla conformit

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homme; mais c'est par la conformit de sa doctrine avec celle du peuple auquel il se dit envoy, sur-tout lorsque la doctrine de ce peuple est dmontre vraie.
[77]

XLIII.

Toute innovation est craindre dans un gouvernement. La plus sainte & la plus douce des religions, le Christianisme mme ne s'est affermi sans causer quelques troubles. Les premiers enfans de l'Eglise sont sortis plus d'une fois de la modration & de la patience qui leur toient prescrites. Qu'il me soit permis de rapporter ici quelques fragmens d'un Edit de l'Empereur Julien, [78] ils caractriseront merveille le gnie de ce Prince Philosophe, & l'humeur des zls de son tems. J'avois imagin, dit Jiulien, que les chefs des Galilens sentiroient combien mes procds sont differens de ceux de mon prdcesseur, & qu'ils m'en sauroient quelque gr: ils ont souffert sous son regne l'xil & les prisons; & l'on a pass au fil de l'pe une multitude de ceux qu'ils appellent entr'eux hrtiques Sous le [79] mien, on a rappell les xils, largi les prisonniers, & rtabli les proscrits dans la possession de leurs biens. Mais telle est l'inquitude & la fureur de cette espece d'hommes, que depuis qu'ils ont perdu le privilge de se dvorer les uns les autres, de tourmenter & ceux qui sont attachs leurs dogmes, & ceux qui suivent la rligion autorise par les loix, ils n'pargnent aucun moyen, ne laissent chapper aucune occasion d'exciter [80] des rvoltes, gens sans gard pour la vraie pit, & sans respect pour nos constitutions.Toutefois nous n'entendons pas qu'on les trane aux pieds de nos autels & qu'on leur fasse violence. Quant au menu peuple, il parot que ce sont ses chefs qui fomentent

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della sua dottrina con quella del popolo a cui si dice inviato, soprattutto quando la dottrina di questo popolo dimostrata come vera. 62
[77] XLIII

Ogni innovazione in un governo dev'essere temuta. La pi santa e la pi dolce delle religioni, lo stesso Cristianesimo non si affermato senza causare qualche torbido. I primi figli della Chiesa hanno [29] pi d'una volta oltrepassato i limiti della moderazione e della pazienza loro prescritte. Mi sia permesso riportare qui alcuni frammenti di un Editto dell'Imperatore Giuliano63[78]: caratterizzeranno a meraviglia il genio di questo Principe filosofo e l'umore degli zelanti del suo tempo. Avevo immaginato, dice Giuliano, che i capi dei Galilei avvertissero quanto i miei modi di procedere sono diversi da quelli del mio predecessore e che me ne sarebbero stati grati: sotto il suo regno hanno sofferto l'esilio e le carceri e si passata a fil di spada una moltitudine di gente che tra di loro si chiamano eretici Sotto [79] il mio regno si sono richiamati gli esiliati, liberati i prigionieri, ristabiliti i proscritti nel possesso dei loro beni. Ma tale l'inquietudine e il furore di questa specie di uomini che da quando hanno perso il privilegio di sbranarsi a vicenda, di tormentare e coloro che sono attaccati ai loro dogmi e quelli che seguono la religione autorizzata dalle leggi, non risparmiano mezzo alcuno, non lasciano sfuggire occasione d'eccitare [80] delle rivolte, gente senza riguardo per la vera piet e priva di rispetto per le nostre costituzioni Tuttavia noi non intendiamo che li si trascini ai piedi dei nostri altari n che si faccia loro violenza Quanto al popolo minuto, sembra che siano i suoi capi a fomentare

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en lui l'esprit de sdition; furieux qu'ils sont des bornes que nous avons mises leurs pouvoirs: car nous les avons bannis de nos tribunaux, & ils n'ont plus la commodit de dispo- [81] ser des testamens, de supplanter les hritiers lgitimes, & de s'emparer des successions C'est pourquoi nous dfendons ce peuple de s'assembler en tumulte & de cavaler chez ses Prtres sditieux. Que cet Edit fasse la sret de nos Magistrats que les mutins ont insult plus d'une fois, & mis en danger d'tre lapids. Qu'ils se rendent paisiblement chez leurs chefs, qu'ils y prient, qu'ils s'instruisent, qu'ils y [82] satisfassent au culte qu'ils en on reu; nous le leur permettons: mais qu'ils renoncent tout dessein factieux.. Si ces assembles sont pour eux une occasion de rvolte, ce sera leurs risques & fortunes; je les en avertis Peuples incrdules, vivez en paix. Et vous qui tes demeurs fidles la religion de votre pais, & aux Dieux de vos peres, ne perscutez point des voisins, des concytoiens, dont l'ignorance est encore plus plaindre que [83] la mchanchet n'est blmer. C'est par la raison & non par la violence qu'il faut ramener les hommes la vrit. Nous vous enjoignons donc vous tous nos fidles Sujets de laisser en repos les Galilens. Tels etoient les sentimens de ce Prince, qui l'on peut reprocher le paganisme, mais non l'apostasie: il passa les premires annes de sa vie, sous differens Matres & dans diffrentes coles, & fit dans [84] une ge plus avanc un choix infortun: il se dcida malheuresement pour le culte de ses ayeux & les Dieux de son pas.
1.

Une chose qui m'tonne, c'est que les ouvrages de ce savant Empereur soient parvenus jusqu' nous.Ils contiennent des traits

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in esso lo spirito di sedizione, infuriati per i limiti che noi abbiamo posto ai loro poteri; perch noi li abbiamo banditi dai nostri tribunali e non hanno pi l'agio di dispor- [81] re dei testamenti, di soppiantare gli eredi legittimi e accaparrarsi le successioni E' perch noi vietiamo a questo popolo di riunirsi in assemblee tumultuose e di tramare con i loro preti sediziosi Che questo Editto promuova la sicurezza dei nostri Magistrati che i rivoltosi hanno pi volte insultato e messo in pericolo di essere lapidati Che si ritrovino pacificamente presso i loro capi, che vi preghino, che si istruiscano, che [82] soddisfacciano al culto che hanno ricevuto, noi lo permettiamo, ma rinuncino a ogni disegno fazioso Se queste assemblee sono per loro un'occasione di rivolta, io li avverto, sar a loro rischio e pericolo Popoli increduli, vivete in pace E voi che siete rimasti fedeli alla religione del vostro paese e agli Di dei vostri padri, non perseguitate i vostri vicini, i concittadini di cui va pi commiserata l'ignoranza [83] che biasimata la malvagit. E' attraverso la ragione, e non con la violenza, che gli uomini debbono essere ricondotti alla verit. Noi ingiungiamo pertanto a tutti voi sudditi fedeli di lasciare tranquilli i Galilei. Questi i sentimenti di quel principe a cui pu essere rimproverato il paganesimo, ma non l'apostasia: trascorse i suoi primi anni di vita con maestri differenti e in scuole diverse e comp in [84] un'et pi avanzata una scelta sfortunata: si decise sventuratamente per il culto dei suoi avi e per gli Di del suo paese.64 XLIV

Mi sorprende che le opere di questo dotto imperatore siano giunte sino a noi. Contengono degli aspetti che non nuocciono affatto

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qui ne nuisent point la vrit du Christianisme; mais qui sont assez dsavantageux quelques Chrtiens de son [85] tems, pour qu'ils se sentissent de l'attention singulire que les Peres de l'Eglise ont eu de supprimer les ouvrages de leurs ennemis. C'est apparemment de ces prdcesseurs que Saint Grgoire le Grand avoit hrit du zle barbare qui l'anima contre les Lettres & les Arts. S'il n'et tenu qu' ce Pontife, nous serions dans le cas des Mahometans qui en sont rduits pout toute lecture celle de leur Alcoran. Car quel et t le sort [86] des anciens Ecrivains, entre les mains d'un homme qui solcisoit par principe de Religion; qui s'imaginoit qu'observer les regle de la Grammaire, c'etoit soumettre Jesus-Christ Donat, & qui se crut oblig en conscience de combler les ruines de l'Antiquit. XLV. Cependant la divinit des critures n'est point un caractere si clairement empreint en elles que l'autorit [87] des Historiens sacrs soit absolument indpendante du tmoignage des Auteurs profanes. O en serions-nous, s'il falloit reconnotre le doigt de Dieu dans la forme de notre Bible? Combien la version Latine n'est-elle pas miserable? Les Originaux mmes ne sont pas des chefs-d'uvres de composition. Les Prophtes, les Aptres & les Evanglistes ont crit, comme ils y entendoient. S'ils nous toit permis de regarder l'Histoire [88] du peuple Hebreu, comme une simple production de l'esprit humain, Moyse & ses Continuateurs ne l'emporteroient pas sur Tite-Live, Saluste, Cesar & Joseph, tous gens qu'on ne souponne pas assurment d'avoir crit par inspiration. Ne prfere-t-on pas mme le Jsuite Berruyer Moyse? On conserve dans nos Eglises, des tableaux qu'on nous assure avoir t peints par des Anges & par la Divinit mme: si

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alla verit del Cristianesimo, ma rispetto ad alcuni cristiani del suo [85] tempo sono cos sfavorevoli che strano siano sfuggiti all'attenzione singolare che i Padri della Chiesa hanno avuto nel sopprimere le opere dei loro nemici.65 E' evidentemente da tali predecessori che S. Gregorio Magno66 aveva ereditato il barbaro zelo che lo animava contro le Lettere e le Arti. Se tutto fosse dipeso da questo Pontefice, noi saremmo nelle condizioni dei maomettani che per unica lettura sono ridotti a quella del loro Corano.Perch quale mai avrebbe potuto essere la sorte [86] degli scrittori antichi tra le mani di un uomo che solecizzava per principio di religione, che immaginava che osservare le regole grammaticali equivaleva a sottomettere GesCristo a Donato e che si ritenne obbligato in coscienza a portare a compimento le rovine dell'Antichit. XLV Tuttavia la divinit delle scritture non un carattere impresso cos chiaramente in esse che l'autorit [87] degli storici sacri sia assolutamente indipendente dalla testimonianza degli autori profani. Dove saremmo se si dovesse riconoscere il dito di Dio nella forma della nostra Bibbia? Non forse una versione miserevole quella latina? E gli stessi originali non sono dei capolavori di composizione.I profeti, gli apostoli, gli evangelisti hanno scritto come sapevano. Se ci fosse permesso di considerare la storia [88] del popolo ebreo come una semplice produzione della mente umana, Mos e i suoi continuatori non sarebbero superiori a Tito Livio, Sallustio, Cesare e Giuseppe67, autori tutti che nessuno ritiene abbiano scritto per ispirazione. A Mos non si preferisce addirittura il gesuita Berruyer68? Si conservano nelle nostre chiese dei quadri dipinti, ci assicurano, dagli angeli se non dalla stessa divinit: se

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ces morceaux [89] toient sortis de la main de le Sueur ou de le Brun, que pourrois-je opposer cette tradition immmoriale? Rien du tout, peut-tre. Mais quand j'observe ces clestes ouvrages & que je vois chaque pas les regles de la Peinture violes dans le dessein & dans l'excution; le vrai de l'Art abandonn par tout, ne pouvant supposer que l'ouvrier toit un ignorant, il faut bien que j'accuse la tradition d'tre fabuleuse. Quelle application ne [90] ferois-je point de ces tableaux aun Saintes Ecritures, si je ne savois combien il import peu que ce qu'elles contiennent soit bien ou mal dit. Les Prophtes se sont piqus de dire vrai & non pas de bien dire. Les Aptres sont-ils morts pour autre chose que pour la vrit de ce qu'ils ont dit ou crit? Or pour en revenir au point que je traite, de quelle consequence n'toit-il pas de conserver des Auteurs profanes qui ne pouvoient man- [91] quer de s'accorder avec les Auteurs Sacrs, au moins sur l'xistence & le miracles de Jesus-Christ, sur les qualits & le caractere de Ponce-Pilate, & sur les actions & le martyre des premiers Chrtiens. XLVI. Un peuple entier, me direz-vous, est tmoin de ce fait; oserez-vous le nier? oui, j'oserai, tant qu'il ne me sera pas confirm par l'autorit de quelqu'un qui [92] ne soit pas de votre parti, & que j'ignorerai que ce quelqu'un toit incapable de fanatisme & de sduction. Il y a plus. Qu'un Auteur d'une impartialit avoue, me raconte qu'un goufre s'est ouvert au milieu d'une Ville; que les Dieux consults sur cet vnement ont rpondu qu'il se rfermera, si l'on y jette ce que l'on possede de plus prcieux; qu'un brave Chevalier s'y est prcipit, & que l'Oracle s'est accompli; je le croirai beau-[93] coup moins que s'il et dit simplement qu'un goufre s'tant ouvert, on employa un tems & des travaux considrables

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questi pezzi [89] fossero usciti dalle mani di Le Sueur o di Le Brun cosa potrei opporre io a questa tradizione immemorabile? Niente di niente, forse. Ma quando osservo queste opere celesti e vedo violate ad ogni passo le regole della Pittura e nel disegno e nell'esecuzione, vedo ovunque abbandonato il vero dell'Arte, non potendo supporre che l'artista fosse ignorante bisogna che accusi la tradizione d'essere una favola. Quale applicazione potrei mai [90] fare di questi quadri alle Sacre Scritture se non sapessi quanto poco importa che ci che esse contengono sia detto bene o male. I profeti si sono vantati di dire il vero e non di dir bene. Gli Apostoli sono morti per qualcos'altro che per la verit di ci che hanno detto o scritto? Ora, per ritornare al punto che sto trattando, quale importanza non ebbe il conservare degli autori profani che non potevano fare a meno [91] di concordare con gli autori sacri, quanto meno circa l'esistenza di Ges-Cristo, sulle qualit e il carattere di Ponzio Pilato e sulle azioni e il martirio dei primi Cristiani? XLVI Un intero popolo - mi direte - testimone di questo fatto; e voi osate negarlo? S, avr quest'ardire sino a che non mi sar confermato dall'autorit di qualcuno che [92] non sia del vostro partito e sappia che questo qualcuno incapace di fanatismo e di seduzione. C' di pi. Che un autore di una dichiarata imparzialit, mi racconti che si aperto un baratro in mezzo a una citt, che gli di consultati su questo evento hanno risposto che si richiuder se vi si getta ci che si possiede di pi prezioso; che un coraggioso cavaliere vi si precipitato e l'oracolo si adempiuto io lo creder mol- [93] to meno che se avesse detto semplicemente che un baratro si era spalancato e che si impieg molto tempo e molte fatiche

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pour le combler. Moins un fait a de vraisemblance, plus le tmoignage de l'Histoire perd de son poids. Je croirois sans peine un seul honntehomme qui m'annonceroit que Sa Majst vient de remporter une victoire complette sur les Allis; mais tout Paris m'assureroit qu'un mort vient de ressusciter Passy, [94] que je n'en croirois rien. Qu'un Historien nous en impose ou que tout un peuple se trompe; ce ne sont pas des prodiges. XLVII. Tarquin projette d'ajouter de nouveaux corps de Cavalerie ceux que Romulus avoit forms. Un augure lui soutient que toute innovation dans cette milice est sacrilge, si les Dieux ne l'ont autorise. Choqu de la libert de ce Prtre, & rsolu de le confondre & de dcrier en sa personne un Art qui croisoit son autorit, Tarquin le fait appeller sur la place publique, & lui dit, "Devin, ce que je pense est-il possible? Si ta science est telle que tu la vantes; elle te met en tat de rpondre." L'augure ne se dconcerte point, consulte les oiseaux & rpond. "Oui, Prince, ce que tu penses, se peut faire." Lors Tarquin tirant un rasoir de dessous sa robe & prenant [96] la main un caillou; "approche, dit-il, au Devin: coupe moi ce caillou avec ce rasoir; car j'ai pens que cela se pouvoit. Navius, c'est le nom de l'augure, se tourne vers le peuple & dit avec assurance, "qu'on applique le rasoir au caillou, & qu'on me trane au supplice, s'il n'est divis sur le champ." L'on vit en effet contre toute attente la duret du caillou cder au tranchant du rasoir: se parties se sparent [97] si promptement, que le rasoir porte sur la main de Tarquin & en tire du sang. Le peuple tonn fait des acclamations; Tarquin renonce ses projets & se dclare protecteur des augures; on enferme sous un Autel le rasoir & les fragmens du caillou. On leve une statue au Devin: cette statue

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per ricoprirlo. Meno un fatto verosimile, pi la testimonianza della Storia perde il suo peso. Crederei senza fatica anche un solo onest'uomo che m'annunciasse che Sua Maest ha appena riportato una completa vittoria sugli Alleati69, ma anche se tutta Parigi mi assicurasse che un morto resuscitato a Passy [94] io non crederei una parola. Che uno storico ci inganni o che si inganni tutto un popolo non sono fatti prodigiosi. XLVII Tarquinio progetta di aggiungere dei nuovi corpi di cavalleria a quelli istituiti da Romolo. Un augure lo ammonisce che ogni innovazione in tale milizia sacrilega, se non autorizzata dagli Di. Urtato dalla libert di questo Prete, [95] e deciso a confonderlo e a screditare nella sua persona un'arte che intralciava la sua autorit, Tarquinio lo fa chiamare sulla pubblica piazza e gli dice: "Indovino, ci che io penso possibile? Se la tua scienza vale quanto la vanti, essa ti rende capace di rispondermi." L'augure per nulla sconcertato, consulta gli uccelli e risponde: "S, Principe, ci che [35] tu pensi, si pu fare." Allora Tarquinio traendo un rasoio da sotto la sua veste e prendendo [96] in mano un sasso dice all'indovino: "Avvicinati, tagliami questa pietra con questo rasoio: perch questo che ho pensato che si potesse." Navio, cos si chiamava l'augure, si volge verso il popolo e dice con baldanza: "Si applichi il rasoio al sasso e mi si trascini al supplizio, se il sasso non si divide all'istante." Si vide in effetti contro ogni aspettativa la durezza del sasso cedere alla lama del rasoio: le sue parti si separarono [97] cos rapidamente che il rasoio arriva alla mano di Tarquinio e ne fa sprizzare del sangue. Il popolo stupito prorompe in acclamazioni; Tarquinio rinuncia ai suoi progetti e si dichiara protettore degli auguri: si racchiudono sotto un altare e il rasoio e i frammenti del sasso. Viene innalzata una statua

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sublistoit encore sous le regne d'Auguste, & l'antiquit profane & sacre nous atteste la vrit de ce fait dans les crits de Lactance, de [98] Denis d'Halicarnasse, & de Saint Augustin. Vous avez entendu l'Histoire; coutes la superstition. "Que rpondezvous cela? Il faut, dit le superstitieux Quintus Ciceron son frere, il faut se prcipiter dans un mosntrueux pirrhonisme, traiter les Peuples & les Historiens de stupides & bruler les Annales, ou convenir de ce fait. Nierez-vous tout, plutt que d'avouer que les Dieux se mlent [99] de nos affaires. Hoc ego Philosophi non arbitror testibus uti, qui aut casu veri aut malitia falsi; fictique esse possunt. Argumentis & rationibus oportet, quare quidque ita sit, docere, non eventis, iis praesertim quibus mihi non liceat credere Omitte igitur lituum Romuli, quem in maximo incendio negas potuisse comburi? Contemne cotem acii navii? Nihil debet esse in Philosophia commentitiis fabellis loci. Illud erat [100] Philosophi, totius augurii primum naturam ipsam videre, deinde inventionem, deinde Constantiam Habent etrusci exaratum puerum autorem disciplinae suae. Nos quem? Acciumne Navium? Placet igitur humanitatis expertes habere Divinitatis autores? Mais c'est la croyance de Rois, des Peuples, des Nations & du Monde. Quasi ver quidquam sit tam valde, quam nihil sapere vulgare? Aut quasi tibi ipsi in judicando [101] placeat multitudo. Voil la rponse du Philosophe. Qu'on me cite un seul prodige auquel elle ne soit pas applicable? Les Peres de l'Eglise qui voyoent sans doute de grands inconvnients se servir des principes de Ciceron, ont mieux aim convenir de l'aventure de Tarquin & attribuer l'art de Navius au Diable. C'est une belle machine que le Diable!

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all'Indovino, statua che sussisteva ancora sotto il regno d'Augusto e l'antichit profana e sacra ci attesta la verit di questo fatto, negli scritti di Lattanzio, di [98] Dionigi d'Alicarnasso e di S.Agostino.70 Voi avete sentito la storia; ascoltate la superstizione. "Cosa rispondete a questo? Bisogna - dice il superstizioso Quinto a Cicerone suo fratello, bisogna precipitarsi in un mostruoso pirronismo, considerare i popoli e gli storici come stupidi e bruciare gli Annali o convenire di questo fatto. Neghereste tutto piuttosto di ammettere che gli di si intromettono [99] nelle nostre vicende? Hoc ego Philosophi non arbitror testibus uti, qui aut casu veri aut malitia falsi; fictique esse possunt. Argumentis & rationibus oportet, quare quidque ita sit, docere, non eventis, iis praesertim quibus mihi non liceat credere Omitte igitur lituum Romuli, quem in maximo incendio negas potuisse comburi? Contemne cotem acii navii? Nihil debet esse in Philosophia commentitiis fabellis loci. Illud erat [100]Philosophi, totius augurii primum naturam ipsam videre, deinde inventionem, deinde Constantiam Habent etrusci exaratum puerum autorem disciplinae suae. Nos quem? Acciumne Navium? Placet igitur humanitatis expertes habere Divinitatis autores? 71 Ma la credenza dei re, dei popoli, delle nazioni e del mondo intero. Quasi ver quidquam sit tam valde, quam nihil sapere vulgare? Aut quasi tibi ipsi in judicand [101] placeat multitudo.72 Ecco la risposta del Filosofo. Mi si citi un solo prodigio a cui non sia applicabile. I Padri della Chiesa che vedevano senza dubbio dei grandi inconvenienti a servirsi dei principi di Cicerone, hanno preferito credere alla vicenda di Tarquinio e attribuire l'arte di Navio al diavolo. Davvero una gran bella invenzione, un vero deus ex machina il Diavolo!73

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XLVIII Tous le Peuples ont de [102] ces faits, qui pour tre merveilleux, il ne manque que d'tre vrais; avec lesquels on dmontre tout, mais qu'on ne prouve point; qu'on n'ose nier sans tre impie, & qu'on ne peut croire sans tre imbcile. XLIX Romulus frapp de la foudre ou massacr par les Snateurs; disparoit d'entre les Romains. Le Peuple & le Soldat en murmurent. Les Ordres de l'Etata se soul-[103] vent les uns contre les autres, & Rome naissante, divise au dedans & environne d'ennemis au dehors, toit au bord du prcipice. Lorsqu'un certain Proculeius s'avance gravement & dit. "Romains, ce Prince que vous regrettez n'est point mort; il est mont aux Cieux, o il est assis la droite de Jupiter. Va, m'a-t-il dit, calme tes Concitoyens: annonce leur que Romulus est entre les Dieux: assure-les de ma [104] protection: qu'ils sachent que les forces de leurs ennemis ne prvaudront jamais contr'eux: le destin veut qu'ils soient un jour les matres du monde: qu'ils en fassent seulement passer la prdiction d'ge en ge leur posterit la plus recule." Il est des conjunctures favorables l'imposture, & si l'on examine quel toit alors l'tat des affaires de Rome, on conviendra que Proculeius toit homme de tte, & qu'il avoit su pren- [105] dre son tems. Il introduisuit dans les esprits un prjug qui ne fut pas inutile la grandeur future de sa Patrie Mirum est quantm illi viro, haec nuntianti, fidei fuerit; quamque desiderium Romuli apud plebem, facta fide immortalitatis, lenitum sit. Famam hanc admiratio viri & pavor praesens nobilitavit; factoque paucis initio, Deum, Deo natum, salvere universi Romulum jubent.

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XLVIII Tutti i popoli posseggono [102] fatti a cui per essere meravigliosi non manca che l'essere veri, fatti con i quali si dimostra ogni cosa, ma che non sono loro stessi provati, che non vengono negati per timore di essere empi e che non si possono credere senza essere imbecilli. XLIX Romolo, colpito dalla folgore, o massacrato dai Senatori, scomparve alla vista dei Romani. Tra il popolo e i soldati corrono molte voci. Gli ordini dello stato si solle- [103] vano gli uni contro gli altri, e Roma nascente, divisa al suo interno e circondata all'esterno da nemici era sull'orlo del precipizio. Fu allora che s'avanza con aria grave un certo Proculeio che dice: "Romani, questo Principe che voi rimpiangete non morto; asceso nei cieli, dove assiso alla destra di Giove. Va, egli m'ha detto, tranquillizza i tuoi concittadini, annuncia loro che Romolo tra gli Di; assicurali della mia [104] protezione, ch'essi sappiano che le forze dei loro nemici non prevarranno mai contro di loro; il destino vuole che essi siano un giorno i padroni del mondo purch trasmettano la predizione di generazione in generazione sino alla loro pi lontana posterit." Esistono delle congiunture favorevoli all'impostura e se si esamina qual'era allora la situazione di Roma si converr che Proculeio era una persona assai intelligente e che aveva saputo affer- [105] rare l'occasione. Egli introdusse negli animi un pregiudizio che non fu inutile alla futura grandezza della sua Patria. Mirum est quantum illi viro, haec nuntianti, fidei fuerit; quamque desiderium Romuli apud plebem, facta fide immortalitatis, lenitum sit. Famam hanc admiratio viri & pavor praesens nobilitavit; factoque a paucis initio, Deum, Deo natum, salvere universi Romulum

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C'est--dire, que le Peuple cru cette appari-[106] tion; que les Snateurs firent semblant d'y croire & que Romulus eut des Autels. Mais les choses n'en demeurrent pas l. Bien-tt ce ne fu point un simple Particulier qui Romulus s'toit apparu. Il s'toit montr plus de milles personnes en un jour. Il n'avoit point t frapp de la foudre: les Snateurs ne s'en etoient point dfaits la faveur d'un tems orageux: Mais il s'toit lev dans les airs au milieu des clairs & au bruit du [107] tonnerre, la vue de tout un peuple; & cette avanture se calfeutra avec le tems d'un si gran nombre de pices, que les esprits forts du sicle suivant devoient en tre fort embarasss. L. Une seule dmonstration me frappe plus que cinquante faits. Grace l'extrme confiance que j'ai en ma raison, ma foi n'est point la merci du premier saltinbanque. Pontife de Mahomet, [108] redresse des boiteux; fais parler des muets; rens la vue aux aveugles; guris des paralitiques; ressuscite des morts; restitue mme aux estropis les membres qui leur manquent, miracle qu'on n'a point encore tnt: & ton grand tonnement, ma foi n'en sera point branle. Veux-tu que je devienne ton Proselyte; laisse tous ces prestiges, & raisonnons. Je suis plus sr de mon jugement que de mes yeux. Si la Religion que tu m'annonces est vraie; sa vrit peut tre mise en vidence & se dmontrer par des raisons invincibles. Trouve-les ces raisons. Pourquoi me harceler par des prodiges, quand tu n'as pas besoin pour me terrasser que d'un Syllogisme. Quoi donc, te seroit-il plus facile de redresser un boiteux que de m'clairer?

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jubent.74 Vale a dire, il popolo credette a questa appari- [106] zione, i senatori finsero di credervi e Romolo ebbe i suoi altari. Ben presto non fu pi un individuo solo colui a cui Romolo era apparso. Si era mostrato a pi di mille persone in un solo giorno. Non era stato colpito con la folgore; i senatori non se n'erano sbarazzati approfittando di un temporale, ma si era innalzato nell'aria in mezzo ai lampi e al rumore del [107] tuono, sotto gli occhi di tutto un popolo, e le lacune di questa avventura con il tempo furono colmate da un numero di pezzi cos grande che gli spiriti forti75 del secolo successivo dovevano esserne notevolmente imbarazzati. L Una sola dimostrazione mi colpisce pi di cinquanta fatti. Grazie all'estrema fiducia che nutro per la mia ragione, la mia fede non alla merc del primo saltinbanco. Pontefice di Maometto, [108] raddrizza gli storpi, fa parlare i muti, restituisci la vista ai ciechi, guarisci i paralitici, resuscita i morti, restituisci agli sciancati le membra che loro mancano, miracolo non ancora mai tentato e, con tuo grande stupore, la mia fede non sar affatto scossa. Vuoi che divenga un tuo proselito, metti da parte i tuoi giochi di prestigio e ragioniamo. Sono pi sicuro dei miei ragionamenti che dei miei occhi. [109] Se la Religione che tu mi annunci vera, la sua verit pu essere messa in evidenza e dimostrata con delle ragioni invincibili. Trovale, queste ragioni. Perch mi assilli con dei prodigi quando per abbattermi non hai bisogno che di un sillogismo? Ti forse pi facile raddrizzare gli storpi che illuminarmi?

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LI Un homme est tendu sur la terre [110] sans sentiment; sans voix, sans chaleur, sans mouvement. On le tourne, on le retourne, on l'agite, le feu lui est appliqu, rien ne l'emeut: le fer chaud n'en peut arracher un symptme de vie; on le croit mort: l'est-il? non. C'est le pendant du Prtre de Calame. "Qui quando ei placebat, ad imitatas lamentantis hominis voces, ita se auferebat a sensibus & jacebat simillimus mortuo, ut non solum vellicantes at- 111] que pungentes minime sentiret, sed aliquando etiam igne ureretur admoto, sine ullor doloriis sensu, nisi post modum ex vulnere. "S.Aug. Cit. de Dieu.Liv.14, ch.24. Si certaines gens avoient rencontr de nos jours un pareil sujet; ils en auroient tit bon parti. On nous auroit fait voir un cadavre se ranimer sur la cendre d'un predestin: le recueil du Magistrat Janseniste se seroit enfl d'une resurrection: & le Constitution- [112] naire se tiendroit peuttre pour confondu. LII Il faut avouer, dit le Logicien de Port-Royal, que Saint Augustin a eu raison de soutenir avec Platon que le jugement de la vrit & la rgle pour discerner n'appartiennent pas aux sens, mais l'esprit: non est veritatis judicium in sensibus. Et mme que cette certitude que l'on peut tirer des sens ne s'tend pas bien loin & [113] qu'il y a plusieurs choss que l'on croit savoir par leur entremise, & dont on n'a point une pleine assurance. Lors donc que le tmoignage des sens contredit, ou ne contrebalance point l'autorit de la raison; il n'y a pas opter: en bonne Logique, c'est la raison qu'il faut s'en tenir.

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LI Un uomo steso [110] a terra privo di sensi, senza voce, senza calore, senza movimenti. Lo si gira, lo si rigira, lo si scuote, gli si applica il fuoco, nulla lo smuove; il ferro caldo non riesce a strappargli un sintomo di vita; lo si crede morto. Lo ? No. E'il preciso riscontro [39] del prete di Calame. "Qui quando ei placebat, ad imitatas lamentantis hominis voces, ita se auferebat a sensibus & jacebat simillimus mortuo, ut non solum vellicantes at- [111]que pungentes minime sentiret, sed aliquando etiam igne ureretur admoto, sine ullor doloriis sensu, nisi post modum ex vulnere. S.Agostino De civ. Dei, XIV, c.2476. Se taluni si fossero imbattuti ai giorni nostri in un soggetto del genere ne avrebbero ricavato dei vantaggi. Ci avrebbero fatto vedere un cadavere rianimarsi sulla cenere di un predestinato, la raccolta del Magistrato Giansenista si sarebbe gonfiata di una risurrezione e il Constitution- [112]naire si riterrebbe forse confutato. LII Bisogna riconoscere, dice il logico di Port-Royal77, che S.Agostino ha ragione di sostenere insieme con Platone che il giudizio della verit e la regola del discernimento non appartengono ai sensi, ma alla mente: non est veritatis judicium in sensibus. E addirittura che questa certezza ricavabile dai sensi non va molto lontano, [113] esistono infatti molte cose che uno crede di sapere grazie ai sensi e di cui non si ha una piena sicurezza. Se dunque la testimonianza dei sensi contraria, o non corrobora l'autorit della ragione non si tratta di optare: da buoni logici alla ragione che bisogna attenersi.

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LIII Un Fauxbourg retentit d'acclamations: la cendre d'un predestin y fait en un [114] jour plus des prodiges que Jesus-Christ n'en fit en toute sa vie. On y court; on s'y porte; j'y suis la foule. J'arrive peine que j'entens crier, miracle! miracle! j'approche, je regarde, & je vois un petit boiteux qui se promene l'aide de trois ou quatre personnes charitables qui le soutiennent, & le peuple qui s'en merveille, de repeter, miracle! miracle! o donc est le miracle, peuple imbecille? Ne vois-tu pas que ce fourbe n'a [115] fait que changer de bquilles.Il en toit dans cette occasione des miracles comme il en est toujours des esprits. Je jurerois bien que tous ceux qui ont vu des esprits les craignoient d'avance, & que tous ceux qui voyoient l des miracles, toient bien rsolus d'en voir. LIV. Nous avons toutefois de ces miracles prtendus un vaste recueil qui peut braver l'incrdulit la plus dtermi- [116] ne. L'Auteur est un Snateur, un homme grave, qui faisoit profession d'un Matrialisme assez mal entendu la vrit; mais qui n'attendoit pas sa fortune de sa conversion: tmoin oculaire des faits qu'il raconte, & dont il a pu juger sans prvention & sans intrt, son temoignage est accompagn de milles autres. Tous disent qu'ils ont vu, & leur dposition a toute l'autenticit possible: les actes originaux en sont conservs dans les [117] archives publiques. Que rpondre cel? Que rpondre? que ces miracles ne prouvent rien; tant que la question de ses sentimens ne sera point dcide.

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LIII Un intero quartiere risuona di acclamazioni: le ceneri di un predestinato vi compiono in un [114] giorno pi prodigi di quanti non ne abbia fatti Ges-Cristo in tutta la sua vita. Vi si accorre, vi si va, io seguo la folla. Non sono ancora arrivato che gi sento gridare: miracolo!miracolo! Mi avvicino, guardo e vedo uno zoppetto che cammina aiutato da tre o quattro persone caritatevoli che lo sostengono e il popolo che se ne meraviglia, ripete:miracolo! miracolo! Ma dov' mai il miracolo, popolo imbecille? Non vedi che questo impostore non ha [115] fatto altro che cambiare stampelle. Accadeva questa volta con i miracoli la stessa cosa che accade con gli spettri. Io scommetterei che tutti coloro che hanno visto degli spettri li temevano gi da prima e che tutti coloro che hanno visto a Saint-Marcel dei miracoli erano ben decisi a vederli.78 LIV Di questi pretesi miracoli noi abbiamo tuttavia una raccolta cos vasta che pu 79 sfidare l'incredulit pi determi- [116] nata. Ne autore un Senatore , una persona seria, che faceva professione di un materialismo in verit assai malinteso, ma che non aspettava la sua fortuna dalla sua conversione; testimone oculare dei fatti che racconta e di cui ha potuto giudicare senza prevenzione e disinteressatamente, la sua testimonianza accompagnata da mille altre. Tutti dicono che hanno visto e le loro deposizioni sono conservate negli [117] archivi pubblici. Che rispondere a tutto ci? Che rispondere? che questi miracoli non provano nulla sino a che non sia decisa la questione del modo in cui pensa.

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LV. Tout raisonneur qui prouve pour deux partis, ne prouve ni pour l'un ni pour l'autre. Si le Fanatisme a ses Martyrs, ainsi que la vraie Religion, & si entre ceux qui sont morts pour la vraie Religion, il y a eu des Fana-[118] tiques:ou comptons, si nous le pouvons, le nombre des morts, & croyons; ou cherchons d'autres motifs de crdibilit. LVI. Rien n'est plus capable d'affermir dans l'irreligion, que des faux motifs de conversion. On dit tous les jours des incrdules: Qui tesvous pour attaquer une Religion que les Pauls, les Tertulliens, les Athanases, les Chrysostomes, les Augus- [119] tins, les Cypriens, & tant d'autres illustres Personnages ont si couragesement dfendue. Vous avez sans doute apperu quelque difficult qui avoit chapp ces gnies suprieurs: montrez-nous donc que vous en savez plus qu'eux, ou sacrifiez vos doutes leurs dcisions, si vous convenez qu'ils en savoient plus que vous. Raisonnement frivole. Les lumires des Ministres ne sont point une preuve de la vrit d'une Religion. Quel cul[120] te plus absurde que celui des Egyptiens, & quels Ministres plus clairs? Non, je ne peux adorer cet oignon. Quel privilege a-t-il sur les autres legumes? Je serois bien fou de prostituer mon hommage des Etres dstins ma nourriture? La plaisante divinit qu'une plante que j'arrose, qui crot & meurt dans mon potager! "Tais-toi, misrable: tes blasphmes me font frmir: c'est bien toi raisonner? en sais-tu l dessus plus que [121] le Sacr College? Qui es-tu pour attaquer tes Dieux, & donner des leons de sagesse leurs Ministres? Es-tu plus clair que ces Oracles

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LV Ogni ragionamento che prova a vantaggio di due partiti non prova n per l'uno, n per l'altro. Se il fanatismo ha i suoi martiri, al pari della vera religione, e se tra coloro che sono morti per la vera religione vi sono stati dei fana- [118]tici, o contiamo se lo possiamo, il numero dei morti e crediamo; oppure cerchiamo altri motivi di credibilit. LVI Nulla contribuisce a rinsaldare l'irreligiosit pi dei falsi motivi di conversione. Si dice tutti i giorni agli increduli: chi siete mai per attaccare una religione difesa con tanto coraggio dai Paoli, i Tertulliani, gli Atanasi, i Crisostomi, gli Agostini80, [119] i Cipriani e tanti altri illustri personaggi? Voi avete indubbiamente colto qualche difficolt sfuggita a questi geni superiori; mostrateci dunque che ne sapete pi di loro o sacrificate i vostri dubbi alle loro decisioni, se [42] convenite che ne sapevano pi di voi. Ragionamento frivolo. I lumi dei ministri non sono per nulla una prova della verit di una Religione. Quale cul- [120] to pi assurdo di quello degli Egizi e quali ministri pi illuminati di quelli egiziani? No, io non posso adorare questa cipolla. Che privilegio ha mai sugli altri legumi? Sarei davvero folle a prostituire il mio omaggio a degli esseri destinati ad esser mio cibouna bella divinit, una pianta che annaffio, cresce e muore nel mio orto! Taci, miserabile: le tue bestemmie mi fanno fremere: spetta a te forse ragionare? al riguardo ne sai di pi del [121]Sacro Collegio? Chi sei tu, per attaccare i tuoi di, e impartire lezioni di saggezza ai loro ministri? Sei pi illuminato di questi oracoli che tutto l'universo viene a interrogare? Quale che sia la tua risposta, mi

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que l'univers entier vient interroger? Quelle que soit ta rponse, j'admirerai ton orgueil ou ta tmerit Les Chrtiens ne sentiront-ils jamais toute leur force? & n'abandonneront-ils point ces malheureux Sophismes ces dont ils font l'unique ressource? Omittamus ista communia quae ex utraque [122] parte dici possunt, quamquam vere ex utraque parte dici non possint. S.Aug. L'exemple, les prodiges & l'autorit peuvent faire des dupes ou des hypocrites. La raison seule fait des Croyans. LVII On convient qu'il est de la dernier importance de n'employer la dfense d'un culte que des raisons solides; cependant on perscuteroit volontiers ceux qui travaillent dcrier les mauvaises. [123] Quoi donc? n'est-ce pas assez que l'on soit Chrtien? faut-il encore l'tre par de mauvaises raisons? Dvots, je vous en avertis; je ne suis pas Chrtien parce que saint Augustin l'toit; mais je le suis, parce qu'il est raisonnable de l'tre. LVIII Je connois les dvots: ils sont prompts prendre l'allarme. S'ils jugent une fois que cet crit contient quelque chose de contraire [124] leurs ides, je m'attens toutes les calomnies qu'ils ont rpandus sur le compte de mille gens qui valoient mieux que moi. Si je ne suis qu'un Deste & qu'un sclrat, j'en serai quitte bon march. Il y a long-tems qu'ils ont damn Descartes, Montagne, Lock, & Bayle, & j'espere qu'ils en damneront bien d'autres.Je leur dclare cependant que je ne me pique d'tre ni plus honnte homme, ni meilleur chrtien que la plupart de [125] ces Philosophes. Je suis n dans l'Eglise Catholique, Apostolique &

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stupir il tuo orgoglio o la tua temerit I cristiani non sentiranno mai tutta la loro forza? e non abbandoneranno questi sventurati sofismi a coloro di cui costituiscono l'unica risorsa? Omittamus ista communia quae ex utraque [122] parte dici possunt, quamquam vere ex utraque parte dici non possint; (S.Agostino)81. L'esempio, i prodigi e l'autorit possono fare degli stupidi o degli ipocriti. Solo la ragione fa dei credenti. LVII Si conviene che decisamente importante non impiegare nella difesa di un culto se non delle solide ragioni; tuttavia si perseguiterebbero volentieri coloro che lavorano a screditare le cattive ragioni.[123] Perch mai? Non sufficiente che uno sia cristiano? bisogna anche esserlo per delle cattive ragioni? Devoti, v'avverto, io non sono cristiano perch lo stato S.Agostino, ma perch ragionevole esserlo82.

LVIII Conosco i devoti: sono pronti ad allarmarsi. Se arrivano a giudicare che questo scritto contiene qualcosa di contrario alle [124] loro idee, mi aspetto la valanga di calunnie che hanno sparso sul conto di mille altri che valevano assai pi di me. Se non sono che un deista e uno scellerato, me la sar cavata a buon mercato. E' da molto tempo che hanno dannato Descartes, Montaigne, Locke e Bayle83 e spero che ne danneranno molti altri. Io dichiaro loro che io non mi vanto d'essere n pi onest'uomo, n miglior cristiano della maggior parte di [125] questi filosofi. Sono nato nella Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana e mi sottometto con tutte le mie

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Romaine, & je me soumets de toute ma force ses dcisions. Je veux mourir dans la religion de mes Peres, & je la crois bonne autant qu'il est possible quiconque n'a jamais eu aucun commerce immdiat avec la Divinit, & qui n'a jamais t tmoin d'aucun miracle. Voil ma profession de foi: je suis preque sur qu'ils en seront mcontens, bien qu'il n'y en ait [126] peut-tre entr'eux qui soit en tat d'en faire une meilleure. LIX J'ai lu quelquefois Abadie, Huet, & les autres. Je connois suffisamment les preuves de ma Religion, & je conviens qu'elles sont grandes; mais le seroient-elle cent fois davantage, le Christianisme ne me seroit point encore dmontr. Pourquoi donc xiger de moi que je croye qu'il y a [127] trois Personnes en Dieu aussi femement, que je crois que les trois angles d'un triangle sont gaux deux droits. Toute preuve doit produire en moi une certitude proportionne son dgr de force; & l'action des dmonstrations Gometriques, Morales & Physiques sur mon esprit doit tre diffrente, ou cette distinction est frivole. LX Vous prsentez un In- [128] crdule un volume d'crits dont vous prtendez lui dmontrer la Divinit. Mais avant que d'entrer dans l'xamen de vos preuves, il ne manquera pas de vous questionner sur cette collection. A-t-elle toujours t la mme, vous demandera-t-il? Pourquoi est-elle present moins ample qu'elle n'toit il y a quelques sicles? De quel droit en a-t-on banni tel & tel ouvrage qu'une autre Secte rvere & conserv tel & tel autre ouvrage qu'elle a [129] rejett? Sur quel fondement avez vous donn

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forze alle sue decisioni.84 Voglio morire nella religione dei miei padri e la credo buona nella misura in cui possibile a chiunque non abbia avuto alcun commercio diretto con la Divinit e che non mai stato testimone di nessun miracolo. Ecco la mia professione di fede: sono quasi sicuro che ne saranno scontenti, bench non ve ne sia [126] forse neppure uno tra loro in grando di farne una migliore. LIX Ho letto talora Abadie85, Huet e gli altri. Conosco a sufficienza le prove della mia religione e convengo ch'esse siano grandi; ma se lo fossero [44] anche cento volte di pi, il Cristianesimo non mi sarebbe ancora dimostrato. Perch esigere dunque da me che io creda che in Dio esistono [127] tre persone86, con la stessa fermezza con cui io credo che i tre angoli di un triangoli sono eguali a due retti? Ogni prova deve produrre in me una certezza proporzionale al grado della sua forza e l'azione delle dimostrazioni geometriche, morali e fisiche sulla mia mente deve essere diversa, altrimenti questa distinzione del tutto frivola. LX Presentate a un in- [128] credulo un volume di scritti di cui pretendete dimostrargli il carattere divino.Ma ancor prima di entrare ad esaminare le vostre prove, non mancher di interrogarvi su questa raccolta di scritti. Vi chiedera: "E' sempre stata la stessa? Perch attualmente meno ampia di quanto non fosse alcuni secoli fa? Con quale diritto sono stati banditi quello scritto o quell'altro, riverito da un'altra Setta, mentre sono stati conservati questo e quest'altro ch'essa ha [129] rigettato? Su quale fondamento avete

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la prference ce manuscrit? Qui vous a dirig dans le choix que vous avez fait entre tant de copies diffrentes, qui sont des preuves videntes que ces sacrs Auteurs ne vous ont pas t transmis dans leur puret originale & premire? Mais si l'ignorance des Copistes ou la malice des Hrtiques les a corrompus, comme il faut que vous en conveniez, vous voil forcs de les restituer dans leur tat naturel,[130] avant que d'en prouver la Divinit; car ce n'est pas sur un Recueil d'crits mutils que tomberont vos preuves, & que j'tablirai ma croyance. Or qui chargerez-vous de cette rforme? L'Eglise. Mais je ne peux convenir de l'infaillibilit de l'Eglise, que la divinit des Ecritures ne me soit prouve. Me voil donc dans un Scepticisme ncessit. On ne repond cette difficult, qu'en avouant que les premiers fondemens de la [131] foi sont purement humains; que le choix entre les manuscrits, que la restitution des passagges, enfin que la collection s'est faite par de regles de critique; & je ne refuse point d'ajouter la divinit des livres sacrs, un degr de foi proportionn la certitude de ces regles. LXI C'est en cherchant des preuves, que j'ai trouv des difficults. Les livre qui contiennent les motifs de [132] ma croyance, m'offrent en mme-tems les raisons de l'incredulit. Ce sont des arsenaux communs. L j'ai vu le Diste s'armer contre l'Athe; le Diste & l'Athe lutter contre le Juif; l'Athe, le Deste & le Juif se liguer contre le Chrtien; le Chrtien, le Juif, le Diste & l'Athe se mettre au prises avec les Musulman; l'Athe, le Diste, le Juif, le Musulman & la multitude des Sectes du Christianisme fondre sur le Chr- [133] tien, & le Sceptique seul contre tous. J'tois Juge des coups. Je tenois la balance entre les combattants; ses bras

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accordato la preferenza a questo manoscritto? Chi vi ha diretto nella scelta che avete compiuta tra tante copie diverse, prove evidenti che questi sacri Autori non vi sono stati trasmessi nella loro purezza prima ed originaria? Ma se l'ignoranza dei copisti o la malizia degli eretici li ha corrotti, come bisogna che ammettiate, eccovi costretto a restituirli al loro stato naturale, [130] prima di provarne il loro carattere divino; infatti non su una raccolta di scritti mutili che poggeranno le vostre prove e che io fonder la mia credenza. Ma ora chi incaricherete di questa riforma? La Chiesa. Ma io non posso convenire dell'infallibilit della Chiesa se non mi provata la divinit delle Scritture. Eccomi dunque costretto allo scetticismo." A questa difficolt non si risponde se non ammettendo che i primi fondamenti della [131] fede sono puramente umani; che la sceltra tra i manoscritti, la restituzione dei passi, infine la raccolta stata condotta secondo le regole della critica; e io non mi rifiuto affatto d'accordare alla divinit dei libri sacri un grado di fede proporzionato alla certezza di tali regole.87 LXI E'cercando delle prove che mi sono imbattuto in difficolt. I libri che contengono i motivi della [132] mia credenza m'offrono al contempo le ragioni dell'incredulit. Sono degli arsenali comuni. L vi ho visto il deista armarsi contro l'ateo; il deista e l'ateo lottare contro l'ebreo; l'ateo e il deista e l'ebreo allearsi contro il cristiano; il cristiano, l'ebreo, il deista e l'ateo confrontarsi con il mussulmano; l'ateo, il deista, l'ebreo, il mussulmano e la moltitudine delle sette cristiane accanirsi sul cri- [133] stiano e lo scettico solo contro tutti. Io ero giudice dei colpi e tenevo la bilancia tra i combattenti:

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s'levoient ou s'abbaissoient en raison des poids dont ils etoient chargs. Aprs de longues oscillations elle pencha du ct du Chrtien, mais avec le seul excs de sa psanteur, sur la resistance du ct oppos. Je me suis tmoin moi mme de mon quit. Il n'a pas tenu moi que cet excs m'ait paru fort grand. J'atteste Dieu de ma sincerit.

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LXII

Cette diversit d'opinions a fait imaginer aux Distes un raisonnement plus singulier peut-tre que solide. Ciceron ayant prouver que les Romains toient les plus belliqueux de la terre, tire adroitement cet aveu de la bouche de leurs Rivaux. Gaulois qui le cdez-vous en courage, si vous le cdez quelqu'un? aux Romains. Parthes, aprs vous, quels sont les hommes [135] les plus courageux? les Romains. Affricains, qui redouteriez-vous, si vous aviez redouter quelqu'un? les Romains. Interrogeons son exemple le reste de Religionnaires, vous disent les Dstes. Chinois, quelle Religion seroit la meilleure, si ce n'toit la vtre? La Religion naturelle. Musulmans, quel culte embrasseriez-vous, si vous abjuriez Mahomet? Le Naturalisme. Chrtiens, quelle est la vraie Religion, si ce n'est la chrtienne? La [136] Religion des Juifs. Mais vous Juifs, quelle est la vraie Religion si le Judasme est faux? le Naturalisme. Or ceux, continue Ciceron, qui l'on accorde la seconde place d'un consentement unanime, & qui ne cedent la premire personne, mritent incontestablement celle-ci. FIN

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i suoi bracci s'innalzavano o s'abbassavano in ragione del peso di cui erano caricati. Dopo lunghe oscillazioni essa inclin dalla parte del Cristiano, ma con il solo eccesso del suo peso sulla resistenza del lato opposto.Della mia equit garantisco io. Non dipeso da me che questo eccesso mi sia parso molto grande. Invoco Dio a testimone della mia sincerit.

[134] LXII

Questa diversit di opinioni ha fatto immaginare ai deisti un ragionamento forse pi singolare che solido. Cicerone dovendo provare che i romani erano il popolo pi bellicoso della terra, ricava abilmente questo apprezzamento dalla bocca dei loro rivali. Galli, a chi cedete in coraggio, nel caso cediate a qualcuno? Ai Romani. Parti, chi sono, dopo voi stessi, gli uomini [135] pi coraggiosi? I Romani. Africani, chi temereste di pi, se temeste qualcuno? I Romani. Interroghiamo sulla sua scorta il resto dei religiosi, vi dicono: i deisti. Cinesi, quale religione sarebbe quella migliore, se non fosse la vostra? La religione naturale. Mussulmani, quale culto abbraccereste, se abiuraste Maometto? Il naturalismo. Cristiani, qual' la vera religione, se non quella cristiana? La [136] religione giudaica. Ma per voi, ebrei, qual' la vera religione, se il giudaismo falso? il naturalismo. Ora, prosegue Cicerone, coloro a cui si accorda con un consenso unanime il secondo posto e che non cedono il primo a nessuno, lo meritano incontestabilmente88. FINE

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NOTE

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Chi mai legger roba del genere? Persio, Sattira I. Aulo Persio Flacco (34-62 d. C.) poeta satirico latino. Diderot chiamer Satira I e Satira II rispettivamente i suoi due dialoghi Sur les caractres et les mots de caractre, de profession(uvres compltes, Assezat-Tourneux VI, 303-316) e il celebre Nipote di Rameau. In merito alle questioni sollevate da tale denominazione vedi limportante saggio di H. Dieckmann, The relationship between Diderots Satire I and II in Studien zur europischen Aufklrung, Fink Verlag, Mnchen 1974, pp. 73-88. Le citazioni dallopera di Diderot rinviano alledizione Assezat-Tourneux. Le opere di Shaftesbury sono citate in base alledizione Robertson, Londra 1900. 2 Voltaire che ha annotato a due riprese i Pensieri filosofici, prima in unedizione del 1746 e successivamente nelledizione bilingue, italiano-francese, attribuita falsamente a Tommaso Crudeli, del 1777, scrive al margine del preambolo su questultima edizione: Perch mai? era meglio dire: se non ripugnano a nessuno. 3 Sul rapporto "ragione-passioni" nella cultura filosofica del '600-'700 europeo cfr. R.Bodei: Geometria delle passioni, Feltrinelli, Milano. Per una caratterizzazione dell'anatomia delle passioni inaugurata in Francia da Franois de Larochefoucault restano fondamentali i primi due capitoli di A.C. Jemolo: Il Giansenismo in Italia. Prima della Rivoluzione, Laterza, Bari 1928, p.40 e ss. Diderot trae il motivo dell'apologia delle passioni da Shaftesbury, in particolare da Characteristic of Men, Manners, Opinions, Time. Voltaire scrive in proposito: "Le passioni sono i venti che sospingono i vascelli e che li sommergono." Sulla confutazione della difesa diderotiana delle passioni da parte di Isaac de Pinto, che le considera nocive al progresso, cfr. A. Freer: Isaac de Pinto et la Lettre a M. D[iderot] sur le jeu des cartes, in: Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. 1964, t.XXXIII, p.104-117. L'apologia delle passioni non certo una novit a met del XVIII secolo. Gia Descartes aveva riconosciuto nel suo Trattato sulle passioni (1649) che gli uomini appassionati sono "capaci di gustare una maggior dolcezza in questa vita." e che "Le passioni sono tutte buone per loro natura e noi non abbiamo che da evitare il loro cattivo uso". Questo motivo cartesiano, sviluppato dal libertinismo epicureo, conduce a Rmond de Saint-Mard che nei suoi Nouveaus dialogues (1711) scrive: "Tutte le passioni sono buone. Esse sono troppo preziose per abbandonarle, vanno piuttosto messe a profitto." Suo fratello, Rmond le Grec nel Dialogue sur la volupt (1736) afferma a sua volta: "E' una follia questa guerra naturale che stata immaginata tra la ragione e le passioni: essa deve regolarle pi che combatterle." [V] Si ricordino infine di Pierre Bayle - che definiva le passioni "une planche aprs le naufrages,& puis que la raison devoit devnir si foible, [a causa della caduta adamitica] - i saggi sull'utilit delle passioni e dei pregiudizi comparsi nel II tomo delle Nouvelles Lettres (p. 499-572) e poi nelle Nouvelles de la Rpublique des lettres, (sett. 1686, art. I, p. 989). 4 Eco di considerazioni gi avanzate da Shaftesbury (Miscellaneous Reflexions, t.II, p.176). In una sua nota al Saggio sul merito e la virt - traduzione diderotiana dell' Inquiry concerning virtue and merit - Diderot aveva gi scritto: "Divino anacoreta, sospenda un momento la profondit delle sue meditazioni e si degni a disingannare un povero uomo di mondo che si gloria di esserlo. Io ho delle passioni e mi dispiacerebbe molto esserne privo.Amo appassionatamente il mio Dio, il mio re, il mio paese, i miei genitori, i miei amici, la mia donna e me stesso." (A. t.I, p.25, n.1) (N) 5 In una nota originale del Saggio sul merito e la virt Diderot aveva gi scritto: "Noi somigliamo a strumenti le cui corde sono le nostre passioni. Nel folle esse sono troppo tirate e lo strumento stride, nello stupido troppo allentate e lo strumento sordo. Un uomo senza passioni dunque uno strumento a cui siano state recise le corde, o che non ne ha mai avute. []. Ma vi di pi. Se quando uno strumento accordato voi pizzicate una corda, il suono ch'essa produce occasiona vibrazioni anche negli strumenti vicini, se le loro corde hanno una tensione proporzionale armonica con la corda pizzicata e nelle corde vicine dello stesso strumento se esse mantengono la stessa proporzione. Immagine perfetta dell'affinit dei rapporti e del mutuo concorso di certe affezioni nello stesso carattere e delle impressioni e dei dolci fremiti che le belle azioni suscitano negli altri, soprattutto quando sono azioni virtuose." (A. I, p.75 n.1) (N) 6 Uno dei principali bersagli polemici dell'opera, presente fin dal primo 'pensiero' in modo implicito, ottiene gi qui esplicitamente il suo nome: all'lite cui Diderot destina il suo lavoro e che pu aver presente l'opera di Bayle, e in particolare i suoi Pensieri diversi sulla cometa non difficile tradurre 'superstizione' con la religione dominante nella Francia "tutta cattolica", all'indomani della Revoca dell'Editto di Nantes (1685), con il suo insistito culto della Madonna, regina del cielo modellata sulle regine terrestri e dei santi, cortigiani celesti, intermediari delle suppliche dei sudditi comuni. Sulla corte terrena come modello della 'corte celeste' cfr. P. Bayle: Dictionnaire historique et critique s.v. Nestorius, op.cit. 2082 b. 7 Voltaire annota sul suo esemplare dopo 'vigliacchi': "Allora questo equilibrio saggezza, esclude l'entusiasmo" non cogliendo come questa armonia non escluda l'intensit. Diderot segue da vicino Rmond de Saint-Mard che scrive [op. cit. p.165): "I sentimenti che ci fornisce la natura sono destinati, bench si combattano, a produrre tra loro un certo accordo che costituisce la perfezione della sua opera." (V) 8 Vedi l'identica posizione di Rne le Grec citata alla nota n.2. 9 Primo accenno a una tematica, quella teratologica, assolutamente centrale nella riflessione filosofica, morale e scientifica diderotiana. Al riguardo cfr. per un primo accostamento: E.Hill: Human Nature and the Moral Monstre, in: Diderot Studies XVI, (1973), pp.91-118.

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Pacomio, abate di Tabenna in Egitto nel IV secolo. Convertito al cristianesimo fu discepolo di un solitario di nome Palemone; i suoi progressi sulla via della virt furono tali che ben presto divenne a sua volta maestro di numerosi altri monaci nel monastero di Tabenna situato sulle rive del Nilo, da lui edificato per ordine di un angelo che gli apprort la regola che Dio volle che egli desse ai suoi monaci. La sua biografia scritta da un antico autore greco fu tradotta in latino da Dionigi il piccolo e in francese da Arnauld d'Andilly insieme con le altre biografie dei Padri del Deserto. Cfr. s.v. il Moreri, Dictionnaire ou le Mlange curieux de l'Histoire Sacre ecc. , II edizione Basilea 1732, tomo V, p.652. 11 Stiliti, eremiti che per avvicinarsi al cielo e staccarsi da questo mondo, vivevano su una colonna (stlos ). Il pi celebre degli stiliti Simone del Deserto che, ancora nel nostro secolo ha ispirato la fantasia di Bunuel e le riflessioni dell'ultimo Hugo Ball, il fondatore del Cabaret Voltaire e, con Tzara, del dadaismo. 12 G.May (Diderot et la Religieuse, Paris 1954, p.150) scorge in questa riflessione un'eco dell'esperienza del filosofo, la cui sorella Caterina impazzisce in convento. (V) Forse bisogna per vedere gi qui all'opera l'Antipascal diderotiano che emerger in modo esplicito e diretto con l'aforisma XIII. tenendo presente gli elementi della biografia pascaliana redatta da Madame Perier, sorella del filosofo e posti in rilievo dalla voce che gli dedica Dictionnaire historique et critique di P. Bayle. Indubbiamente Pascal presentato come un modello di devozione, esempio raro perch interviene in una persona colta e geniale: detto esser stato "uno degli spiriti pi sublimi del mondo", ma di lui si fa emergere anche l'estremismo in fatto d'ascesi e auto-torturamento. "Diceva ancora al culmine dei suoi dolori, quando ci si affliggeva a vederlo soffrire: non mi compiangete, la malattia lo stato naturale dei Cristiani, perch in tal modo si come si dovrebbe essere sempre: nella sofferenza dei mali, nella privazione di tutti i beni, e di tutti i piaceri dei sensi, esenti da tutte le passioni che ci travagliano durante tutto il corso della vita, senza ambizione, senza avarizia, nella continua attesa della morte. Non forse cos che i cristiani dovrebbero passare la vita e non una grande fortuna quando ci si trova per necessit nello stato in cui si obbligati a essere e non si ha altro da fare che sottomettersi umilmente e pacificamente? E' per questo che io non chiedo altro che di pregare Dio che mi faccia questa grazia". Ecco con quale spirito sopport tutti i suoi mali." []Vi fu nella condotta del Sig. Pascal qualche altra cosa che non meno singolare delle sue massime circa la salute. "Le conversazioni in cui si trovava spesso impegnato, bench fossero tutte di carit, non cessavano di darli qualche timore di trovarsi in pericolo; ma poich non poteva rifiutare in coscienza il soccorso che le persone gli richiedevano, aveva trovato a ci un rimedio. Prendeva in queste occasioni una cintura di ferro piena di punte, la metteva a nudo sulla pelle e allorch gli veniva qualche pensiero di vanit o che prendesse un qualche piacere al posto in cui si trovava o qualcosa di simile, si dava dei colpi con il gomito per raddoppiare la violenza delle punture e si faceva cos tornare il ricordo del suo dovere." (P. Bayle, op.cit. s.v. Pascal, rem.G) 13 Citato e ripreso da Rousseau nel Discours sur les sciences et les arts (Garnier Flammarion, Paris 1971,p.54) 14 Voltaire aggiunge nelle sue annotazioni: "E che si sempre dipinto eternas quoniam poenas in morte timendum, Lucrezio". Shaftesbury aveva gi scritto nella Lettera sull'entusiasmo : "l'idea che Dio non esista non fa tremare nessuno, si trema piuttosto perche ve n' uno[] . Se Dio esiste, la suprema bont gli essenziale e la sua idea esclude quei difetti, quelle passioni, quelle debolezze che noi scopriamo in noi stessi." Vernire indica la fonte dell'argomentazione in B. Spinoza: Trattato Teologico-Politico, capp.VII e XIII. 15 Sul tema sconfinato della giustizia divina - al centro del dibattito teologico seicentesco e del conflitto tra giansenisti e gesuiti molinisti - si ricordi anche la posizione del 'giovane' Montesquieu nella celebre lettera LXXXIII di Usbek a Rhdi: "Se vi un Dio, mio caro Rhdi, bisogna necessariamente che sia giusto, perch se non lo fosse sarebbe il pi malvagio e imperfetto di tutti gli esseri. La giustizia un rapporto di convenienza che si trova realmente tra due cose; questo rapporto sempre lo stesso, quale che sia l'essere che lo consideri, si tratti di Dio, di un angelo o di un uomo." (Montesquieu: Lettres persanes, Garnier Flammarion, Paris, 1964, p.140) 16 Voltaire annota: "Costui un malato". La teoria del temperamento, ovvero del dosaggio degli umori - il sangue, la bile, la bile nera e il flegma- d'origine ippocratica e con varie modificazioni era ancora adottata dalla medicina del XIX secolo che ammetteva quattro temperamenti fondamentali: il nervoso, il sanguigno, il bilioso e il linfatico. Sul temperamento 'sanguigno', "collerico' di Diderot cfr. Les cas Diderot 17 Plutarco (46?- 120? d.C.), filosofo, storico e oratore, nativo di Cheronea, citt della Beozia.Autore delle celebri Vite parallele che, gi tradotte in aragonese nel 1388 dal vescovo di Adrianopoli, Nicola e poi in latino da Jacopo Angeli all'inizio del XV secolo, dopo essere state tra l'altro una delle fonti di Shakespeare, costituiranno ancora la lettura preferita di un Rousseau, Confessioni, l.1, (tr. it.Garzanti, Milano 1976, p.9). A divulgare la posizione plutarchea circa ateismo e superstizione aveva pensato Perre Bayle, indubbiamente, insieme con Shaftesbury che citava Plutarco nella sua Lettera sull'entusiasmo - 'fonte' della citazione diderotiana : "Plutarco [] dice infatti che si fa maggior torto alla divinit, credere che sia tale quale se la raffigurano i superstiziosi, anzich credere che essa non esista. "Non posso mai abbastanza meravigliarmi - ecco le sue parole nel Trattato della Superstizione che si consideri l'ateismo un'empiet: l'empiet si addice alla superstizione e non all'ateismo. Se vero che Anassagora fu una volta condannato per empiet, avendo sostenuto che il sole era una pietra, nessuno ha per accusato di empiet i Cimmeri che non credono che nel mondo esista un sole. Forse che colui che non crede all'esistenza degli di empio, e colui che crede che essi siano tali quali il superstizioso se li immagina, non ha un'opinione la cui empiet sorpassa di gran lunga quella dell'ateo? Per conto mio preferirei di gran lunga che tutti dicessero che Plutarco non mai esistito, anzich

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sentir dire: 'Plutarco un uomo incostante, leggero, collerico, un uomo che si offende facilmente, che diviene di cattivo umore senza motivo"(Pensieri diversi sulla cometa . Laterza, Bari 1995, p.219, I^ ediz. 1682). 18 Le iniziali indicano rispettivamente il filosofo caposcuola della scuola di Cambridge Ralph Cudworth (1617-1688) e Antony Ashley Cooper, conte di Shaftesbury (1671-1713) il cui sensualismo etico di matrice neo-platonica conobbe notevoli riecheggiamenti in Pope, Herder, Rousseau, Schiller, Goethe. Proprio una traduzione da Shaftesbury costituisce l'esordio 'filosofico' di Diderot che pubblica nel 1745 l' Essay sur le mrite et la vertu . Confronta al riguardo il II capitolo di F. Venturi: Giovinezza di Diderot, cit., pp.53-72. Vernire fa notare che nulla prova che Diderot abbia mai letto The true intellectual system of the universe (1678) di Cudworth, o che abbia assimilato la sua teoria delle 'nature plastiche'. Se qui lo esalta sulla base della caratterizzazione come deista capace di difendere Dio con la propria dirittura e il proprio sapere che di lui aveva fornito Shaftesbury. Vanini Lucilio Giulio Cesare (1586-1619), l'ateo virtuoso, il 'martire' dell'ateismo, difeso da Bayle nei Pensieri diversi sulla cometa (op.cit. pp.345 e ss.) e cantato da Hlderlin fin, com' noto, arrostito vivo dall' Infame in quel di Tolosa il 9 febbraio 1619: prima del supplizio si era provveduto a mozzargli la lingua. Aveva detto, richiesto di chiedere perdono a Dio, al re e ai suoi giudici, che quanto a Dio, non credendovi non aveva nulla da chiedergli, quanto al re, che non l'aveva mai offeso, semmai erano i giudici a fargli torto, senza averne mai da lui subito alcuno. Autore di un Amphitheatrum Providentiae (Lyon 1615) e di De admirandis naturae, reginae deaeque mortualium, arcanis, libri IV . Diderot ne scrive a Sophie Volland lodandolo come un uomo "che sacrifica la sua vita alla testimonianza della verit" (Lettres Sophie Volland, N.R.F. 1938, t.II, p.264.) (V) Nicole Pierre (1625- 1695) a giudizio del Dictionnaire Historique et Critique di Bayle "une des plus belles plumes de l'Europe", autore con il grande Arnauld della Logique de Port-Royal - citata da Diderot nel pensiero LII - e di numerose opere d'apologia della fede cattolica e di scritti di morale. Esponente di spicco del "giansenismo" francese. Pascal Blaise (1623-1662) geniale scienziato e filosofo, autore dei celebri Pensieri e delle Lettere provinciali era gi stato al centro di un attacco clamoroso da parte di Voltaire nelle Lettere filosofiche. In merito vedi almenoVoltaire e le "Lettres philosophiques" Einaudi, Torino 1977 [I^ ediz. 1955], pp.136-151. 19 Voltaire sulla sua copia dellePenses philosophiques sostituisce ad "Elgant ", "vigoureux", vigoroso. (N) 20 Antoine Houdar de Lamotte (1672-1731), amico di Fontenelle, aveva ravvivato la quetelle des anciens et des modernes nel 1714 con il suo "Discorso su Omero" che precedeva la sua traduzione dell'Iliade. Jean de La Fontaine (1621-1695) l'autore delle celebri "favole" in versi. 21 Arnauld Antoine (1612-1694) teologo insigne, cartesiano, autore di una interminabile controversia con Malebranche contro cui scrive il Trait des vraies et de fausses ides; fondamentale la sua Logique ou art de penser, scritta insieme con Nicole e nota come Logica di Port-Royal citata qui da Diderot al 'pensiero' LII. Lemaistre de Sacy Isaac Louis, (1613- 1684), nipote di Arnauld, esponente di spicco tra i 'giansenisti' di PortRoyal, infaticabile traduttore di testi sacri (Vangelo, Salmi, Imitazione di Cristo, Bibbia). 22 Chiara ripresa della posizione epicurea sul problema del 'male riportata da Lattanzio nei termini seguenti: Deus, inquit Epicurus, aut vult tollere male, & non potest; aut potest & non vult; aut neque vult neque potest; aut vult & potest. Si vult & non potest, imbecillis est, quod in Deo non cadit. Si potest & non vult, invidus; quod aeque alienum a Deo. Si neque vult neque potest, & invidus & imbecillis est, ideoque neque Deus. Si vult & potest, quod solum Deo convenit, unde ergo sunt mala? La tematica del comparire del male in un mondo creato da un dio onnipotente era stata posta al centro del dibattito dal rilancio dei 'manichei' operato da P. Bayle. Cfr. nel Dictionnaire historique et critique le voci: "Manicheisme", "Pauliciennes", "Prudentius" e i rimandi in esse contenuti. 23 In funzione di una riabilitazione di Seneca, Diderot torner ampiamente sul 'regno di Nerone' nel suo saggio :Essais sur le rgnes de Claude et de Nron, ed.Assezat, (tr. it. Sellerio, Palermo 1987). 24 Diderot li conosceva bene, componendo su ordinazione lui stesso delle prediche che vendeva poi ai "missionari", i predicatori inviati a tenere le 'missioni' nelle diverse parrocchie. (V). Traduciamo cos "Dclamateurs": un termine che Diderot nell' Essais sur le rgnes de Claude cit. abbina a "sophistes" facendo notare che nell'antichit "i nomi di declamatore e di sofista non avevano assolutamente l'accezione sfavorevole che vi si connetter successivamente." Per un esempio di utilizzo pre-diderotiano dell'accezione negativa si veda La Fontaine, Fable X,1: Faison taire / cet ennuyeux dclamateur. / Il cherche de grands mots, et vient ici se faire/ Au lieu d'arbitre, accusateur. 25 La 'controversia' era un tipo di declamazione scolastica in uso nella retorica romana, che traeva i suoi elementi dalla discussione di una causa realmente dibattuta nel foro, o discuteva su temi artificiosamente complicati o inventati a scopo di recitazione. L'eristica l'arte della controversia. Nel XVI e XVII secolo la controversia era 'fiorita' particolarmente sul terreno religioso-teologico e studiare la controversia equivaleva ad apprendere la tecnica della discussione teologica. 26 Menippo di Gadara, (III secolo a C.) "volgeva in ridicolo le cose pi serie" (Moreri, cit. s.v.); a lui risale il prosimetrum, forma poetica in cui vari stili si incrociano e si mescolano. Sulla diffusione delle Satire Menippee di Varrone, Petronio, Marziano Capella, Boezio cfr.E.R.Curtius, Letteratura europea e Medio Evo latino, Nuova Italia Firenze, 1992, p.171. In Luciano - Zeus a corto di ragioni - comunque Kyniscos e non Menippo a pronunciare la

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frase attribuitagli da Diderot. 27 E' chiamata cos a partire dal '600 (Jungius, Logica 1638,V.I.8) l'argomentazione dialettica consistente nel contrapporre all'avversario le conseguenze risultanti dalle tesi meno probabili, concesse o approvate da lui. 28 Pirroniano, scettico, discepolo di Pirrone, filosofo greco nativo di Elide e discepolo di Anassarco, fortemente valorizzato da P. Bayle nel Dictionnaire historique et critique. Il Pirronismo, nella definizione di Bayle, l'arte di disputare su tutto, senza assumere mai altro partito se non quello di sospendere il proprio giudizio (epoch ). cfr. per un primo orientamento, R. H. Popkin: La storia dello scetticismo. Da Erasmo a Spinoza. , Anabasi, Milano 1995. Cartouche, soprannome di Louis-Dominique Bourguignon, famoso ladro parigino, nato verso il 1693 e suppliziato il 28 novembre 1721. Hobbes Thomas (1588-1679) filosofo materialista, teorico della politica, autore del Leviathan. Nel De cive (1642) aveva avanzato la tesi che 'il pi forte ha sempre ragione' e in termini meno crudi "auctoritas, non veritas facit legem". 29 Malebranche Nicolas (1638-1715) oratoriano, importante cartesiano, teorico dell'occasionalismo e della visione delle idee in Dio. Descartes Ren (1596-1650) matematico e filosofo decisivo nella storia del pensiero occidentale. La sua fama per al momento in cui Diderot scrive incrinata dal successo del newtonianesimo e l'Enciclopedia non sar mai tenera nei suoi confronti. Sul rapporto Diderot-Descartes resta fondamentale, ancorch invecchiato, A.Vartanian: Diderot and Descartes (tr. it. Feltrinelli, BD) Sul carattere 'meditativo' della riflessione malebrancheana aveva insistito, non senza sarcasmi, Arnauld nella polemica interminabile che ebbe con l'oratoriano. Per Descartes il rinvio alle celebri Meditationes de prima philosophia, in quibus Dei existentia et animae immortalitas demonstratur (a partire dall'edizione di Amsterdam del 1642: in quibus Dei existentia et animae humanae a corpore distinctio demonstrantur ). Marcello Malpighi (1628-1694) celebre medico, autore di numerose scoperte anatomiche in particolare sulla struttura della pelle ottenute con l'utilizzo del microscopio. Isaac Newton (1643-1727) matematico, fisico, alchimista, teologo antitrinitario.Fondamentale per la storia della scienza occidentale i suoi Philosophiae naturalis principia mathematica. La sua opera viene 'volgarizzata' in Francia soprattutto grazie alle "Lettere inglesi" di Voltaire, nonostante le resistenze dell' Acadmie des Sciences dominata dai cartesiani. Esemplare e avvincente la biografia dedicatagli da Richard S.Westfall: Newton, tr. it. Einaudi 1989. Pierre von Musschenbroek (1692-1761), fisico olandese, allievo di Newton, inventore del pirometro, rinnovatore della filosofia sperimentale. La sua Introductio ad philosophiam naturalem era stata tradotta in francese nel 1739 con il titolo Essais de physique. Nicolas Hartzoeker (1656-1725), fisico, micrografo e medico. Perfezionatore del microscopio e del telescopio, scopritore degli "animaletti spermatici". Fautore dell'ipotesi delle anime plastiche o formatrici, assai discussa nel corso del XVIII secolo. Bernard Niewentyt (1654-1718), matematico e medico olandese. La sua opera principale L'existence de Dieu dmontre par les merveilles de la nature era stata tradotta in francese nel 1725. 30 Vernire vi scorge un'allusione al Deus sive Natura di Spinoza, e prosegue chiedendosi: "Ma perch gli oppone un meccanicismo invecchiato e la concezione desueta d'un Dio orologiaio.?"per concludere: Diderot nel 1746 non ancora in serio contatto con le scienze della natura. Una lettura ' la Lenoble' - Mersenne et la naissance du mecanisme BDF - di questo passo permetterebbe di indirizzare altrimenti l'allusione al panteismo che non sarebbe allora quello spinoziano, bens quello vitalistico del rinascimento italiano (da Bruno a Campanella) contro cui il meccanicismo, adottato ad es. da Malebranche sulla scorta di Cartesio, opererebbe una s-divinizzazione del mondo, ridotto a semplice macchina, progettata, realizzata e mantenuta in movimento da Dio. 31 Cos designata a partire dal XVII secolo (Clauberg, Metaphysica, 1646, I, 1-2) quella parte della metafisica che gi Aristotele aveva visto come scienza dell'ente in quanto ente. Ripresa da Wolff la definizione della metafisica generale come ontologia comparir ancora nel Disc. prlim. de L'Enciclopdie dell'amico di Diderot, D'Alembert: "Les tres, tant spirituels que matriels ayant quelques proprits genrales comme l'existence, la possibilit, la dure, l'examen de ces proprits forme d'abord cette branche de la philosophie dont toutes les autres empruntent en partie leur principes; on la nomme l'ontologie ou la science de l'tre, ou metaphysique genrale." 32 Diderot pare qui rispondere al Trait de l'me di La Mettrie, comparso nel 1745 che sosteneva l'essenzialit de la force motrice alla materia da essa animata e mossa. [V] 33 Contro un Van Helmont che credeva alla generazione spontanea a partire dalla putrefazione, Francesco Redi studia la vita ciclica delle mosche (Esperienze intorno alla generazione degl'insetti, Firenze 1668) e anche Leuwenhoeck apporta la stessa dimostrazione con una diversa metodologia ( Opera omnia seu arcana naturae, Leyde 1722.) Le esperienze di John Turbeville Needham (1713-1781), sacerdote cattolico e naturalista, membro della Royal Society, convinto di aver provato incontrovertibilmente la produzione di infusori dalla carne macerata a confera della teoria della generazione spontanea, modificheranno l'opinione di Diderot sulla generazione e faranno cadere uno degli argomenti del suo deismo gi abbastanza traballante. Le idee di Needham furono confutate dagli esperimenti di L. Spallanzani. Gi Fontenelle aveva sostenuto in De l'existence de Dieu "Mi pare che siano gli animali a recare, per

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cos dire, l'iscrizione pi chiara e ad insegnarci nel modo migliore che esiste un Dio autore dell'Universo." 34 La Thologie des insectes di F.C.Lesser, tradotta in francese nel 1742, era appena stata ripubblicata nel 1745 da Ramur, a sua volta autore di Mmoires pour servir l'histoire des insectes, in 6 volumi (1734-1742). 35 Il pericoloso ateo, l'abile retore La Mettrie e gli argomenti attaccati da Diderot erano sostenuti nel suo Tait de l'me dove presentato l'argomento del pappagallo. [V] La designazione 'dclamateurs" era gi comparsa anche al pensiero XV, dove la nostra traduzione con "predicatori" c' stata suggerita dal contesto. E' per importante notare come il Diderot dei Pensieri filosofici chiami allo stesso modo i 'predicatori' della religione dogmatica post-tridentina e il fautore baldanzoso dell'ateismo. 36 La teoria cartesiana dell'animale macchina era stata presentata fin dal "Discorso sul Metodo". Sulla discussione che aveva impegnato sull'argomento il XVII secolo dava maliziosi ragguagli l'articolo Rorarius nel Dictionnaire Historique et Critique di P. Bayle. Sulla questione si veda l'interessante compendio fornito in Dell'anima delle bestie e sue funzioni. Trattato del molto rev.P. Ignazio Gastoni Pardies della compagnia di Ges nel quale si disputa la celebre Questione de' Moderni Se gli Animali Bruti siano mere Machine Automate senza cognizione, n senso come gli Orologi Venezia 1696 [BUP]; Boas: The happy BEASTS in French-Thought of the seventeenth century, Baltimore 1933; M.T.Marcialis: "Alle origini della questione sull'anima delle bestie. I libertini e la ragione strumentale", in: Saggi sull'illuminismo, a cura di G. Solinas, Cagliari 1973;Garin E. Gli animali macchine, in >Rivista critica di storia della filosofia, 1972, III, pp. 335-339
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Per l'utilizzo di questa argomentazione si veda il curioso capitolo di J. Locke, Saggio sull'intelligenza umana Esemplificazione presente gi nel celebre 'pensiero' sui due infiniti di Pascal. (Pensieri, tr.it. Serini, Milano 1984, p.192) Dell'acaro e della sua mirabile organizzazione avevano gi parlato Gassendi (Syntagma philosophicum, 1656) e Pierre Borel (Centurie des observations microscopiques, 1656). Il 'grande Newton era divenuto famoso anche al di fuori della ristretta cerchia degli scienziati e degli accademici grazie al successo delle Lettere filosofiche di Voltaire. 39 Identificato da tutti i commenti in D.F.Rivaud, professore di filosofia al collge de Beauvais, di cui Diderot fu allievo. Introdusse lo studio delle matematiche all'universit di Parigi. 40 Settore matematico indagato insieme da Pascal e Fermat negli anni 1653-54. La prima sintesi in materia fu fornita da Jacques Bernoulli con la sua Ars conjectandi (Basilea 1713) 41 Voltaire annota al riguardo: "Quale che sia il momento che scegliate, c' sempre da scommettere l'infinito contro uno che l'universo non si former da s solo". Al margine di un altro esemplare delle Penses philosophiques aggiungeva: "Paralogismo. Voi supponete l'esistenza di questi dadi - chiaro che allora il 6 arriver; ma il problema se vi sono dei dadi: nessun dado, nessuna combinazione, nessun ordine senza intelligenza. Rimuovete per l'eternit della sabbia: rester sempre tale. Certamente non produrr dei pappagalli degli uomini delle scimmie. Ogni artefatto dimostra un artefice." Pi oltre commenta: "Il movimento essenziale alla materia non che un'ipotesi. E non legittimo fondare un sistema su di un'ipotesi di cui non si pu avere alcuna prova." Dopo le parole "un numero infinito di ordinamenti ammirevoli" Voltaire scrive: "Non ne esiste neppure uno, perch necessario che vi sia un disegno e la materia bruta non pu avere dei disegni. Spinoza ammette il pensiero insieme con la materia, ammette dei disegni." Rousseau nella sua Lettera a Voltaire sulla Provvidenza ammette che difficile confutare questo argomento diderotiano, che riprender in termini critici nella Professione di fede di un Vicario savoiardo: "Non debbo affatto sorprendermi che accada ci che possibile, e che la difficolt dell'evento sia compensata dalla quantit dei 'lanci'. Ne convengo. Ma se mi si venisse a dire che dei caratteri di stampa gettati alla rinfusa hanno prodotto l' Eneide in tutto il suo ordine, non mi degnerei di fare un passo per andare a verificare questa menzogna." (J.J. Rousseau: Emile, ou de l'ducation, Flammarion Paris 1966, p.358) 42 Shaftesbury li ripartiva in due classi: "Colui che nega assolutamente un Dio e colui che si limita a dubitarne. Ora colui che dubita pu deplorare la propria sorte e augurarsi d'essere convinto. Colui che nega un presuntuoso insolente." (I moralisti). Le tre "classi" degli increduli riappaiono in Diderot ne la Promenade du sceptique. Fin d'ora evidente la superiorit intellettuale dello scettico rispetto all'ateo per sistema e la sua superiorit morale sul libertino fanfarone. (N) Si confronti inoltre l'incipit della voce Atei de l'Encyclopdie : "Si chiamano atei coloro che negano l'esistenza d'un Dio autore del mondo. Li si pu dividere in tre classi. Gli uni negano che un Dio esista; gli altri fan mostra di essere increduli o scettici sull'argomento; gli ultimi, infine, poco diversi dai primi, negano i principali attributi della natura divina e suppongono che Dio un essere privo d'intelligenza, che agisce per pura necessit, vale a dire, un essere che a parlare propriamente non agisce per nulla, ma che sempre passivo. L'errore degli atei deriva necessariamente da una di queste tre fonti." La voce in questione attribuita all'abate Yvon, prete filosofo [1720-1784 o 1790] che all' Enciclopdie ha fornito anche le voci: "anima" e "Dio". Che comunque Diderot sia intervenuto redazionalmente su queste voci indiscutibile e basterebbe la tripartizione degli atei in tre classi dell'incipit a provarlo. 43 Voltaire annota al margine: "Molti deisti non ammettono l'immortalit dell'anima". "No, il deista crede in Dio, ma non per questo crede nell'immortalit dell'anima. Pensate ai sadducei." Nel suo Trait de la metaphysique (1734) aveva scritto: "Non affermo di possedere delle dimostrazioni contro la spiritualit e l'immortalit dell'anima, ma dico

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che tutte le apparenze verosimili parlano contro di esse." 44 Erano gli argomenti indicati da Bayle, nei Pensieri diversi sulla cometa, per sostenere la possibilit dell'esistenza di 'atei virtuosi' e di una societ formata da atei. 45 M.de Montaigne: Essais, l. III, c.11. (tr. it. Saggi, Mondadori, Milano, pp.1375-1376) 46 cfr.P. Bayle: Dictionnaire hist. et critique art. Simonide, nota F "Ierone, tiranno di Siracusa, preg Simonide di dirgli cos' Dio. Il poeta rispose che questa questione non pu essere spiegata senza preparazione e che aveva bisogno di un giorno per esaminarla. Passato il termine Ierone esigeva la risposta; ma Simonide lo preg di accordargli ancora due giorni. E cos per cinque volte di seguito. Sorpreso da questa condotta il tiranno ne volle sapere la causa. "Agisco cos - gli rispose Simonide - perch pi esamino questa materia e pi mi pare oscura." 47 M.de Montaigne Essais, l. III, c. 13 (tr.it. Saggi, op.cit. Diderot utilizza per la trascrizione di Pascal: "L'ignoranza e la mancanza di curiosit sono due dolci guanciali per una testa ben fatta". (Entretien avec Monsieur de Saci, tr. it. Pensieri, cit. p.518) 48 Allusione a Voltaire che aveva scritto nella Lettere filosofiche: "Altrettanto varrebbe disperarsi per non avere quattro piedi e due ali".(XXV) 49 Pirrone [360-270 aC], filosofo greco nativo di Elide nel Peloponneso. Partecipando alla spedizione di Alessandro raggiunse l'India dove conobbe fachiri e ginnosofisti, il cui atteggiamento ascetico produsse in lui una grande impressione. Rirtornato in Grecia cerc di realizzare nella propria vita l'ascetismo appreso alla suola dei fachiri e ginnosofisti indiani. Contemporaneamente alla scuola stoica ed epicurea, Pirrone fond in Elide una propria scuola che fu detta "scettica" ovvero la scuola di chi abbraccia come sistema lo stato di permanente dubbio e ricerca (skejptomai "ricerco") in un atteggiamento di perenne insoddisfazione esistenziale. La saggezza, bene supremo dell'uomo nella felicit (eudaimonia ) ma la felicit per Pirrone si caratterizza come tranquillit o imperturbabilit (atarassia ).Elementi dell'atarassia dovevano essere il rigetto dell'emotivit ( apatheia )e l'indifferenza di fronte a uomini e cose (adiaforia ). Il "pirronismo" in quanto scetticismo radicale la sospensione del giudizio e dell'interesse sia per l'opinione che per la realt: epoch. E' vero che anche gli accademici (corrente scettica di scuola platonica) affermavano l'epoch contro il dogmatismo degli stoici, ma l'epoch degli accademici era tale di fronte alla pretesa di certezza e di certezze, salvando il verisimile come plausibile; invece l'epoch di Pirrone era radicale di fronte a qualunque acquiescenza per quanto riguardasse la realt e la presa della realt, ai fini di conseguire la perfetta eudaimonia e atarassia. Pirrone insegnava inoltre l'acatalepsia ovvero l'incomprensibilit che per lui una propriet strutturale delle cose, per cui non legittima nessuna posizione che abbia caratteri di fermezza e stabilit in un mondo costitutivamente in trasformazione. Tra l'immergersi nei fenomeni seguendoli e vivendoli e il salvare i fenomeni (l'istanza di Democrito) Pirrone esclude ogni possibile salvezza del fenomenico per eventualmente connetterlo a una realt in s; si affida al fenomeno ma non per penetrarlo, bens per viverlo nell'indifferenza verso ogni trascendimento o velleit di trascendimento. Nel moderno il pirronismo conosce un rilancio con Sanchez e in particolare con Pierre Bayle; la voce Pirrone del Dictionnaire hist et crit. un vero e proprio saggio; in essa Bayle attacca la dottrina della provvidenza in base all'impossibilit di giungere a comporla con gli eventi cosmici e umani 50 Nella voce "Credere" dell'Enciclopedia Diderot scriver: "Credere essere persuaso della verit di un fatto o di una proposizione, o perch non ci si data la pena di esaminarlo, o perch lo si esaminato male, o perch lo si esaminato a fondo. Non vi che l'ultimo caso in cui l'assenso possa essere saldo e soddisfacente. E' altrettanto raro quanto difficile essere contenti di s quando non si fatto alcun uso della propria ragione o la si usata male. Colui che crede senza avere alcuna ragione di credere , anche se si fosse imbattuto nella verit, si sente sempre colpevole di aver trascurato la prerogativa pi importante della propria natura, e non possibile che un caso fortunato compensi l'irregolarit della sua condotta. Colui che si inganna, dopo aver impiegato le facolt della sua anima in tutta la loro estensione, rende a se stesso testimonianza di avere compiuto il suo dovere di creatura ragionevole; e sarebbe altrettanto biasimevole crredere senza esame come non credere una verit evidente o chiaramente dimostrata. Si sar dunque ben regolato il proprio assenso e lo si sar concesso come si deve quando per ogni caso e ogni materia, si sar dato ascolto alla voce della propria coscienza e a quella della propria ragione. Agendo altrimenti si peccherebbe contro i propri lumi, e si abuserebbe delle facolt che ci sono state date al solo scopo di seguire l'evidenza e la probabilit pi grande; non si possono contestare questi principi, senza distruggere la ragione e gettare l'uomo in perplessit fastidiose." 51 Era la strada seguita da Descartes nella prima delle sue Meditazioni metafisiche. 52 Vernire suggerisce che l'allusione coinvolga Daniel Huet, vescovo d'Avranches, autore della Demonstratio evangelica (1679) e di un Trait philosophique de la faiblesse de l'esprit humain pubblicato nel 1723 dall'abate Olivet. 53 Diderot che abita nel quartiere di S. Mdard, 'roccaforte' giansenista, luogo dei 'miracoli' del Diacono Paris, allude al contrasto che opponeva i giansenisti, ai molinisti, gesuiti, ubicati nella rue S.Jacques ove era situato il loro prestigioso collge Louis Le Grand. Sulla vicenda dei miracoli al Faubourg Saint-Marcel cfr. A. Mousset: L'trange histoire des convulsionnaires de Saint-Mdard , (Paris 1953). Sul molinismo cfr. C.A.Jemolo, lI Giansenismo in Italia. Prima della Rivoluzione, Laterza, Bari 1928, p.40 e ss.(BUP = Biblioteca Universitaria Pisa: Coll 697, 7)

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Si ricordi l'espressione di Montaigne: noi siamo cristiani, perch perigordini! Dal latino fanum; tempio, indica ci che appartiene alla sfera sacra e non ammette quindi critiche, riserve, obiezioni. Dopo la critica che ne condusse il movimento illuministico, il termine ha conosciuto nel XX secolo una 'rivalutazione' da parte del nazismo (cfr. V. Klemperer: Lingua Tertii Imperii ) che lo ha impiegato come sinonimo di "coraggioso, valoroso, eroico" manifestando al contempo dove esso conduca inesorabilmente. Oggi ad esempio in terra d'Algeria. Si veda anche l'aforisma LV. 56 Cfr. Shaftesbury: Miscellaneous Reflections, II, 180. (N) 57 In realt la tomba di Maometto si trova a Medina, e non a La Mecca, che invece il luogo di nascita del Profeta. 58 Martire cristiano armeno, soldato dell'esercito romano di stanza a Militene, fu decapitato dopo aver subito molti tormenti durante una persecuzione anticristiana. Di lui parla Baillet nelle sue Vies des Saints, ma Diderot ricava senz'altro da Shaftesbury il suo esempio (Miscellaneous Reflections, t.II, p.210) ben noto del resto al lettore francese per via del dramma omonimo di Corneille 59 Giona, figlio di Amittai, riottoso profeta della distruzione di Ninive: la sua sopravvivenza nel ventre della balena era interpretata dai Padri della chiesa come allegoria della discesa agli inferi di Cristo, prima della resurrezione.Il riferimento diderotiano fonde i versetti di Giona 3,3 e 3.5: "Ninive era una citt molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominci a percorrere la citt, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sar distrutta." L'esempio di Giona ricorreva gi in Shaftesbury, Miscellaneous Reflexions, t. II, p.229). (N) 60 "Ecco io invier il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, perch converta il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, cos che io venendo non colpisca il paese con lo sterminio." (Malachia 3, 23-24). Il ritorno d'Elia faceva parte della predicazione dei "convulsionari". Un prete della diocesi di Troyes, Pierre Vaillant, autoproclamatosi capo della "Elisiani" si considerava una reincarnazione di Elia e come il precursore del Messia: intendeva convertire gli ebrei e la corte di Roma: fin alla Bastiglia dove rimase dal 1734 al 1756. (V) 61 "Ebbene, anche se noi o un angelo del cielo vi evangelizzasse diversamente da ci che vi evangelizzammo noi, sia anatema." (Gal.I, 8). Essere 'anatema' equivaleva ad essere maledetto, separato da Dio e quindi affidato a Satana. (cfr.I Cor. 5.5). Sul complesso istituto dell'anatema cfr. almeno la voce, con bibliografia, in Enciclopedia della Bibbia , Torino 1969, I vol.pp.430-432. [BUP II D. 5. 1] 62 Diderot pare qui far propria la posizione ortodossa di un Bossuet. Cfr al riguardo: Dissertazione intorno la Dottrina e Critica di Grozio, di Monsignor J.B. Bossuet, Vescovo di Meaux, tradotta in italiano dal can. Gio.Crisostomo Trombelli, Venezia Pitteri 1734 (p.44) [BUP: Miscellanea 1033] il quale cita tra i molti apologisti Tertulliano tanto "lungi dall'ammettere per prova della Missione di Ges Cristo i soli Miracoli, ch'anzi vuole, che le Profezie sieno un'argomento molto pi valido ch'i Miracoli stessi, e che da esse, non da i Miracoli, veniamo onninamente accertati, dell'infallibilit della nostra fede."

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Si tratta dell'Epistola ai Bostreniani datata Antiochia 1 agosto 362, citata da Shaftesbury in Miscellaneous Reflexions, t.II, pp. 211-212.(N). I tagli operati da Shaftesbury ricorrono esattamente anche nel testo di Diderot che non ha quindi fatto ricorso all'originale. (V). Nell' Enciclopedie (s.v. Eclectisme ) Diderot scriver: "Giuliano, il flagello del Cristianesimo, l'onore dell' Eclettismo, uno degli uomini pi straordinari del suo secolo, fu allevato dalle cure dell'imperatore Costanzo; apprese la Grammatica da Nicocle, e l'Arte oratoria da Eubolo. I suoi primi maestri erano tutti cristiani e l'eunuco Mardonio era incaricato di sorvegliarli. Qui non trattiamo di Giuliano conquistatore o politico, ma solamente del Giuliano filosofo. Vogliamo soltanto prevenire coloro che sono intenzionati a farsi un'idea giusta delle sue qualit, dei suoi difetti, dei suoi progetti, della sua rottura con Costanzo, delle sue spedizioni contro i Parti, i Galli, i Germani, del suo ritorno alla religione dei suoi avi, della sua morte prematura, e degli avvenimenti della sua vita, di diffidare sia degli elogi che l'adulazione gli ha prodigato nella storia profana, sia delle ingiurie che il risentimento ha vomitato contro di lui tra gli storici della Chiesa. E' in casi come questi che conta soprattutto seguire una regola di critica, che in un'infinit di altre congiunture condurrebbe alla verit con pi sicurezza di qualunque testimonianza. Si tratta di lasciar da parte ci che gli autori hanno scritto in base alle loro passioni e ai loro pregiudizi ed esaminare, secondo la nostra propria esperienza ci che verosimile. Per giudicare con indulgenza o severit del gusto smodato di Giuliano per le cerimonie del paganesimo o della Teurgia, non dobbiamo considerare questi oggetti con gli occhi del nostro secolo, ma occorre trasportarsi ai tempi dell'imperatore, e in mezzo a una folla di grandi uomini, tutti impregnati di queste dottrine superstiziose; bisogna sondare se stessi e vedere senza parzialit nel fondo del proprio cuore se noi saremmo stati pi saggi di lui. Si temette fin dalla prima ora che egli abbandonasse la Religione cristiana, ma si era ben lontani dall'immaginare che sarebbe stata la mediocrit dei suoi maestri a causare la sua apostasia. In effetti, quando l'esercizio assiduo dei suoi talenti lo pose al di sopra dei suoi pedagoghi, la curiosit lo condusse nelle scuole dei Filosofi. [] Frequent a Nicomedia quel Libanio che l'imperatore aveva vietato ch'egli incontrasse e che si lamentava cos amaramente di un divieto che non gli permetteva - a suo dire - di spargere un solo

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grano di buona semenza in un terreno prezioso la cui cultura era abbandonata a un retore miserabile, solo perch aveva un talento cos modesto e cos volgare da maledire gli di. Le dispute dei Cattolici fra loro e con gli Ariani finirono di soffocare nel suo cuore quel poco di Cristianesimo che le lezioni di Libanio gli avevano lasciato. Vide il Filosofo Massimo.Si sostiene che l'imperatore non ignorasse questi passi sconsiderati, ma cominciando a essere inquietato dalle superiori qualit di Giuliano, con un presentimento che non era che troppo giusto, immagin che per la tranquillit dell'impero e sua propria, era meglio che questo spirito ambizioso si volgesse alle Lettere e alla Filosofia, anzich occuparsi di governo e di affari pubblici. Giuliano adott l'eclettismo. Come avrebbe potuto salvaguardarsi dall'entusiasmo con un temperamento bilioso e melanconico, un carattere impetuoso e ardente, e l'immaginazione la pi viva e ribollente? Come avrebbe potuto notare tutte le puerilit della Teurgia e della Divinazione, quando i sacrifici e le evocazioni, tutti i prestigi di questa specie di dottrina, non cessavano di promettergli la sovranit? E' molto difficile mettere in dubbio i princp di un arte che ci chiama all'impero, e coloro che mediteranno con una qualche profondit sul carattere di Giuliano, su quello dei suoi nemici, sulle congiunture in cui venne a trovarsi, sugli uomini che lo circondavano, saranno forse pi stupiti della sua tolleranza che della sua superstizione. Malgrado il furore del Paganesimo da cui era posseduto, non sparse una sola goccia di sangue cristiano e sarebbe al riparo da ogni rimprovero, se a un principe che comanda a uomini che pensano in modo diverso da lui in fatto di religione bastasse non farne morire nessuno. I cristiani richiesero a Giuliano il pieno esercizio della loro religione, la libert per le loro assemblee e le loro scuole, la partecipazione a tutti gli onori della societ di cui erano membri utili e fedeli, e in questo avevano ragione. I cristiani non esigevano da lui che costringesse con la forza i pagani a rinunciare ai falsi di, si guardavano dall'accordargliene il diritto, gli rimproveravano al contrario se non la violenza, per lo meno le vie indirette e sorde di cui si serviva per determinare i Cristiani a rinunciare a Ges Cristo. "Abbandonate a s stessa - gli dicevano - l'opera di Dio; le leggi della nostra Chiesa non sono affatto le leggi dell'impero, n le leggi dell'impero quelle della nostra Chiesa. Puniteci, se mai ci accada d'infrangere le leggi dell'impero, ma non imponete alcun giogo alle nostre coscienze. Mettetevi al posto di uno dei vostri sudditi pagani e immaginate al vostro posto un principe cristiano: che pensereste di lui se utilizzasse tutte le risorse della politica per attrarvi nei nostri templi? " Se Giuliano avesse riflettuto a ci che era avvenuto a lui stesso, si sarebbe convinto che anzich proibire lo studio ai cristiani, non aveva nulla di meglio da fare che aprir loro le scuole dell' Eclettismo; vi sarebbero stati irresistibilmente attratti dall'estrema conformit dei principi di questa setta con i dogmi del Cristianesimo, ma non gli fu concesso di tendere una trappola cos pericolosa alla religione. La Provvidenza che diffuse questo spirito di tenebra sul suo nemico, non protesse il Cristianesimo in modo meno vigoroso quando fece uscire dalle viscere della terra delle fiamme che divorarono gli ebrei che egli impiegava a scavare le fondamenta di Gerusalemme, di cui si proponeva di ricostruire e il tempio e le mura. Giuliano, ingannato daccapo nella malizia dei suoi progetti, conferm la profezia che intendeva sbugiardare e l'indurimento fu la sua punizione e quella dei suoi complici. Egli persever nell'apostasia; gli Ebrei che aveva riunito si disperdettero come prima; Ammiano Marcellino che ci ha trasmesso questo fatto non abiur affatto il paganismo e Dio volle che uno dei miracoli pi grandi e pi certi che mai siano stati fatti, che mette in difficolt la sventurata dialettica dei filosofi dei nostri giorni, non convertisse nessuno nei giorni in cui fu compiuto. Si racconta di questo imperatore superstizioso che un giorno, assistendo a un'evocazione di demoni, fu talmente sconvolto dalla loro apparizione, che si fece il segno della croce e subito i demoni scomparvero. Io chiederei volentieri a un cristiano se crede a questo fatto o no; se lo nega, gli chiederei ancora se perch non crede ai demoni o perch non crede all'efficacia del segno della croce, o perch non crede all'efficacia delle evocazioni; ma egli crede ai demoni e pi che mai all'efficacia del segno della croce, ora come mai dubita dell'efficacia delle evocazioni mentre molti libri sacri gliene offrono molteplici esempi? Non pu dunque dispensarsi d'ammettere il fatto di Giuliano e di conseguenza la maggior parte dei prodigi della Teurgia; e qual ragione avrebbe di negare tali prodigi. Quanto a me confesso che non accuserei affatto un buon dialettico ben edotto dei fatti di presumere troppo dalle sue forze; se si impegnasse con il padre Balthus a dimostrare all'autore degli oracoli e a tutti coloro che pensano come lui, che bisogna o affidarsi a un pirronismo generale su tutti i fatti sovrannaturali o convenire della verit della maggior parte delle operazioni teurgiche. [] Giuliano mor all'et di trentatre anni. Leggendo la sua storia bisogna ricordarsi che una grande qualit naturale prende il nome di un grande vizio o di una grande virt a seconda dell'uso buono o cattivo che di essa vien fatto e non spetta se non agli uomini senza pregiudizi, senza interessi e parzialit, pronunciarsi su questi oggetti importanti. [Enciclopdie, s.v. Eclctisme ] (BUP sala consultazione]

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Anche la conclusione diderotiana una semplice parafrasi di Shaftesbury: come nota Vernire l'ironia gi presente nel modello di Diderot. 65 In merito si ricordi lo straordinario capitolo machiavelliano dei Discorsi: 66 Su papa Gregorio Magno (540-604) Diderot poteva leggere in Shaftesbury ( Miscellaneous Reflexions, t.II,p.303 e s. in nota): "Il famoso Gregorio era cos lontano dall'incoraggiare le lettere e le arti che fece in qualche modo man bassa di tutte le produzioni del genio." Rousseau accoster nel Primo Discours papa Gregorio al califfo Omar. "Si dice che il califfo Omar, consultato su cosa bisognasse fare della Biblioteca d'Alessandria, rispose: "Se i libri di questa biblioteca contengono delle cose contrarie al Corano, bruciateli! Se non contengono che la dottrina del Corano,

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bruciateli egualmente: sono superflui." I nostri dotti hanno citato questo ragionamento come il colmo dell'assurdit. Tuttavia ipotizzate Gregorio Magno al posto di Omar e il Vangelo al posto del Corano, la biblioteca sarebbe bruciata egualmente e sarebbe stato forse il pi bel tratto della vita di questo illustre pontefice.' (J.J.Rousseau, Discours sur les sciences et les arrts, Flammarion Paris 1971,p.57). 67 La lista elenca alcuni dei maggiori storici dell'antichit: Tito Livio, Sallustio, autore della "Congiura di Catilina" Cesare in quanto autore del De bello gallico e Flavio Giuseppe, autore della Guerra giudaica (su cui si veda almeno P.Vidal-Naquet: Il buon uso del tradimento. tr. it. Editori Riuniti, Roma 1980) e A. Momigliano: "Ci che Flavio Giuseppe non vide" in : Settimo Contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico, Roma 1984). 68 Berruyer, Isaac Joseph (1681-1758): aveva pubblicato nel 1728 una monumentale Histoire du peuple de Dieu depuis son origine jusqu' la Venue du Messie tire de seuls livres Saints in 7 tomi e 8 volumi che fu al centro di numerose prese di posizioni polemiche attirando su di s accuse di empiet e di socinianesimo. Sulla vicenda cfr.Istruzione pastor. di M. Vescovo di Soissons che condanna La storia del popolo di Dio di I.G.Berruyer. Varj libelli in difesa della sudd. storia, Brescia, Rizzardi, 1763, 4, 2 vol. -Venetia, Bettinelli, 1764. 69 Allusione alla guerra di Successione austriaca che la compagna di Fontenoy non era riuscita a concludere. (V) 70 L'aneddoto leggendario di Atto Navio tramandato da Cicerone (De Divinatione II, 9), Tito Livio (I,36,4) e Dionigi d'Alicarnasso (Antichit romane, III, 70-71), Lattanzio (Divinae Institutiones, II, 7). (N) Il luogo in cui Agostino citerebbe l'episodio non finora stato rinvenuto dai commentatori. Sull'Augure Atto Navio cfr. E. Pais,Storia critica di Roma, Loescher Roma 1913, I, 2, pp.480 e ss. 71 Cicerone, De divinatione II, XI: "E' indegno di un filosofo servirsi di testimonianze che potrebbero anche essere casualmente vere, ma che avrebbero potuto essere inventate o falsificate da gente in malafede. E' con degli argomenti, con delle buone ragioni che bisogna dimostrare che una proposizione esiste e non con dei fatti, ancora meno con fatti rispetto ai quali lecito non credere. [] Non mi parlate pi della bacchetta augurale di Romolo che, secondo quanto pretendi, non non ha potuto essere bruciata da un incendio; non parlarmi del sasso di Accio Navio: in filosofia non v' posto per questi racconti menzogneri. Il filosofo deve prima cercare di quale natura era la dottrina degli auguri: s'informa in seguito su come fu immaginata e quale era la sua consistenza Gli etruschi, vero hanno nominato il loro autore, il ragazzo che fece uscire dalla terra l'aratro. E noi? sar Accio Navio? Considereremo autori della scienza divina gente priva di ci che costituisce il proprio dell'umanit? 72 La citazione ciceroniana - da De Divinatione, II, 39: "come se ci fosse qualcosa di pi comune della mancanza di buon senso" era gi presente in Montaigne nello stesso cap. 11 del III libro gi ricordato nel 'pensiero' XXIV. cfr. n.37. " 73 Sul suo ruolo all'interno del cristianesimo agostiniano-luterano pullula di riflessioni il Dictionnaire historique et critique di Pierre Bayle. cfr almeno la voce Xenofanes, rem.E. 74 Tito Livio, I, XVI: "E' sorpendente che si sia cos facilmente creduto a colui che annunciava questi fatti e quanto la certezza della sua immortalit abbia raddolcito il rimpianto di Romolo nutrito dalla plebe. Questa versione divenne popolare per via del prestigio dell'eroe e del terrore allora presente; cos, trascinati dall'esempio di alcuni, tutti salutarono unanimi Romolo quale dio, figlio di Dio." L'utilizzo diderotiano di Livio certo - come nota Vernire malizioso: anche i Romani, pre-cristiani hanno il loro 'dio, figlio di dio', che 'ascende' al cielo! 75 Spiriti estranei o addirittura ostili alle credenze religiose. L'origine dell'espressione va forse ascritta a Charron: ( De la sagesse, II, V, 27: "[La religione] molto pi facile, e agevole e di maggior mostra ed degli spiriti semplici e volgari, la probit [= proud'homie ] d'esecuzione molto pi difficile e laboriosa, ha meno apparenza, ed degli spiriti forti, generosi." Pascal nei Pensieri scrive: "L'ateismo il contrassegno di forza di spirito, ma solo fino a un certo punto".cfr. Lalande: Dizionario Critico di Filosofia, s.v. Isedi, Milano 1971, p.874. 76 Agostino nel capitolo citato dimostra con una serie d'esempi l'impero della volont sul corpo: in questo caso racconta di un prete di Calama, di nome Restitutus: "Costui quando voleva, se si imitavano certe voci lamentose, perdeva i sensi e giaceva a terra come un morto al punto da non sentire n chi lo solleticava, n chi lo pungeva; addirittura si lasciava bruciare, senza avvertire dolore, se non pi tardi a causa della ferita." 77 cfr. Arnauld-Nicole: Logique de Port-Royal Parte IV, I cap. Del metodo: "il giudizio della verit non risiede nei sensi". 78 Secondo Vernire Diderot non calca per nulla la mano. Conosceva da vicino, abitando in rue Victor e in rue Mouffetard, il quartiere dei 'convulsionari'. I miracoli seguirono di poco l'inumazione del diacono Paris nel 1727, ma le scene di convulsione raggiunsero il loro culmine nel 1731. L'abate Bcheran de la Motte, la cui gamba sinistra era atrofizzata, si faceva notare per il suo zelo. "L'abate Bcheran venuto alla tomba verso le undici del mattino, accompagnato da numerosi ecclesiastici e dai loro servi. Lo hanno coricato sulla tomba su due cuscini. Poi hanno salmodiato e l'abate ha avuto un attacco di circa 25 convulsioni." (A.Mousset, op.cit. p.64). Diderot si schiera con Fontenelle, Frret, Lvesque de Burigny e Voltaire nel considerare la faccenda come un'impostura. 79 Carr de Montgeron era consigliere al Parlamento di Parigi; noto libertino s'era convertito sulla tomba di S.Mdard il 7 settembre 1731 e consacr il suo tempo e i suoi averi per comporre una grande opera apologetica che raccogliesse

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tutti gli elementi a favore dei convulsionari. Il 29 agosto 1737 forz l'anticamera del re per offrirgli un lussuoso esemplare dell'opera. Fin immediatamente alla Bastiglia. Esiliato, continu la sua raccolta, pubblicando la seconda e terza parte rispettivamente nel 1741 e nel 1747. Nel 1746 il caso aveva dunque ancora una sua attualit. (V). 80 La serie nomina il 'fondatore del cristianesimo' che ha prevalso storicamente, Paolo di Tarso, insieme con i Padri della Chiesa pi celebri: l'apologista Tertulliano ( ), Atanasio ( ) Agostino Cipriano ( ) 81 "Tralasciamo questo genere d'argomenti che entrambe le parti possono invocare, anche se non possono entrambe aver ragione d'invocarli". 82 Sul motivo della ragionevolezza del cristianesimo oltre all'opera di Locke conquesto titolo si ricordino le posizioni dei deisti inglesi sino a Toland. Sull'argomento cfr. M.Jofrida:
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In questo richiamo esplicito a Pierre Bayle, l'unico che ricorre nelle Penses philosophiques crediamo possibile scorgere un segno dell'interesse che Diderot manifesta nei confronti dell'autore del Dictionnaire historique et critique vera scuola di 'malizia' nel sapiente utilizzo dei rimandi incrociati che Diderot porr a sua volta in atto nella sua grandiosa impresa enciclopedica. Per un primo approccio a P.Bayle si veda la recente monografia laterziana, di G. Mori. 84 Anche Shaftesbury aveva fatto una professione di fede analoga: "Noi siamo sicuri della saldezza della nostra fede e della sottomissione alle dottrine cristiane e cattoliche della nostra S. Chiesa, cos come sono stabilite dalla Legge" (t.III, p.243)
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Jacques Abbadie al pari di Pierre Daniel Huet era uno dei pi celebri apologisti del XVII secolo. Il suo Trait de la vrit de la religion chrtienne, (Rotterdam 1684, 2 vol.) conobbe numerosissime ristampe. Huet, vescovo d'Avranches, autore della Demonstratio evangelica, (Paris 1679) ricca di erudizione e 'geometrica' nel suo ordine espositivo. 86 L'antitrinitarismo pu, come vuole Vernire, alludere agli antitrinitari inglesi che si rifacevano a Newton. In Francia la trinit era attaccata da l'abb Meslier e dall'Examen des apologistes de la religion chrtienne di Lvesque de Burigny. In ogni caso la posizione antitrinitaria caratterizzava da sempre il socinianismo. 87 La contestazione dell'integrit della Scrittura si basa sulla questione del costituirsi dei testi canonici, sulla molteplicit delle versioni, sulla corruzione del testo, sulle possibili falsificazioni, sull'assenza di un'autorit infallibile, tutti argomenti desunti dal cap.VII del Trattato Teologico-politico di Spinoza . Shaftesbury comunque anche qui la fonte diretta della riflessione diderotiana (Miscellaneous Reflexions, II, 323; 352 e ss). (V/N) 88 Argomento tratto da un frammento ciceroniano citato nel Contra Academicos di Agostino: "E' al saggio accademico che tutti i fautori di altre sette filosofiche accordano il secondo posto, poich ovviamente ciascuno riserva il primo posto alla sua setta. Ex quo posse probabiliter confici eum recte primum esse judicio suo, qui omnium ceterorum judicio sit secundus. " (N).

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TAVOLA DELLE MATERIE

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A
Abbadie. 126 Analisi dei giochi d'azzardo. 41 Apostoli. 87-90 Arnaud. 19 Atanasio. 118 Augure. 94 Agostino . (Sant' ) 98-101.118-119 Altare elevato a un Augure. 97 Autori sacri. 90 Atei; loro ragionamenti. 19 Atei, veri. 45 Atei, Scettici. 45 Atei, fanfaroni 45 Ateismo meno ingiurioso a Dio della superstizione. 16 Autorit fatta da ipocriti. 122 Autorit non quasi una prova contro un Filosofo. 123

B
Bambini educati da Montagne. Bayle. Becherand. Berruyer. Bibbia. Britannico. 50 124 114 88 83 22

C
Caos. La sua durata pi incomprensibile della nascita del mondo. Calame (Prete di). Calvinista. Cesare. Cartouche fa lezione a Hobbs. Carattere pauroso. Capi dei primi Cristiani. Cavalieri romani Chiesa (La) non pu giudicare. Cicerone citato. Cipriano. Citt di Dio citata. Controversisti. Corano. Crisostomo. 108 44 110 69 88 25 58 80 94 130 98; 114 118 110 24 85 118

Cristiano. Chi pu vantarsi di esserlo. --Troppo zelanti. -- Primi Cristiani. --Paiono ignorare le loro forze. -- Martiri & azioni. -- Empio come un altro. Cristianesimo, causa di disordini. Cristianesimo non dimostrato. Cudworth. Culto ricevuto dall'educazione.

70 77 78 119 91 67 77 126 17 70

D
Debolezza della ragione. 61 Deismo, suoi vantaggi sull'Ateismo. 16. Deisti. 132 -- Ragionamento singolare. 134 Dimostrazione dell'esistenza di Dio. 30 Dimostrazioni, non sono tutte della stessa forza. 112 Dionigi d'Alicarnasso. 98 Descartes. 32; 114 Devozione triste. 12 -- Allegra. ibid. Devoti non sono d'accordo con se stessi. 67 Diavolo. 101 Dio. 10; 11; 13 -- Che cos'. 51 -- Se ne parla troppo presto. 51-52 -- Pericolo connesso. 53. -- Non s'insiste a sufficienza sulla sua presenza. 54. Divinit delle Scritture. 86 Dottrina, prova dei miracoli. 76 Dogma. 74 Donato 86 Dubbio necessario. 63

E
Editto dell'Imperatore Giuliano. Egizi. Elia. Empiet. Entusiasta. Errore perdonabile. Evangelisti. Esame d'un ragionamento. Esempio di vittime dell'inganno. 109 78 119 74 67 71 62 87 40 122

F
Fatti. Come giudicarli. -- incredibili. Fanatico. Fanatismo. Filosofi Fisica sperimentale. Fede incrollabile. 91 101 71 117 101 26 107

G
Galilei , turbolenze dei. -- Esiliati, richiamati in patria. Germi; scoperta utile. Ges Cristo. Giansenisti. Giona. Giuliano. Giuseppe Gregorio Magno. 78 ibid. 28 75; 91 111 73 77-81 88 85

H
Hartzker. Henriade. Hobbs. Huet. 27 40 25 126

I
Idea singolare sulla presenza di Dio Ignoranza & incuriosit. Iliade. Impunit. Indecisione. Insensato. Ispirazione. Irreligione. 56 57 40 13 59 70 88 118

110

L
Lattanzio. Lafontaine. Lamotte. Lock. Logica. 98 19 19 124 112

M
Maometto. Martire. Metafisica. Ministri Miracoli. Missionari. Molinista. Mondo. Mongeront. Montaigne. Moschea. Mos. Muschembrck. Musulmano. 72; 107 71; 91; 117 76 119 76; 108; 113-115 69 67; 111 27 111; 115-116 50; 57; 124 72 75; 88 27 67; 70; 85

N
Nevio. Nerone. Newton. Nicole. Niewentit. Niniviti. Nozioni privilegiate 96; 101 22 27; 37 17; 19. 27 73 67

O
Omero. Ontologia. 40 27

P
Pacomio. Padri della Chiesa. Papisti. Paris (diacono) Pascal. 111 8 85; 101 67 113 17

Passioni; fonti di bene & di male Passioni in generale. Passioni sobrie. Passioni smorzate. Passioni forti. Passioni indelebili Paolo. Pene eterne & finite. Pericolo nel credere troppo & troppo poco. --A scrivere su certi argomenti Pirroniano. Platone. Plutarco. Poliuto insensato Ponzio Pilato. Pregiudizio favorevole. Presenza divina. Probit del Deista. Probit dell'Ateo. Proculeio Prodigi ingannano. Professione di fede. Profeti.

2 2 3 5 6 7 76; 118 13 65 122 25; 63 112 16 72 91 105 55-56 46 ibid. 103 121 125 75; 87; 90

Q
Quadri dipinti dagli angeli Quinto, fratello di Cicerone. 88 101

R
Ragione. Suoi vantaggi . - - La sua forza. - Produce i credenti. Rivelazione.Il suo tempo passato. Romolo. Regola per giudicare dei prodigi. 108 112 122 78 94; 100 94

S
Sacy (de ) Sacre scritture. Sallustio. Scettico. Scetticismo. Primo passo verso la verit. -- Qualit ch'esso richiede 112 19 90 88 15; 59; 63; 133 64 48

-- Garantisce dall'errore. - -Favorevole alla verit. -- Salutare. Semi-Scetticismo Sensi Sentimento dell'Autore S[haftesbury]. Caratteri. Societ. Solitari. Spiriti diversi -- Bollenti. -- Deboli. -- Forti. Stiliti. Storici profani. -- Loro testimonianza. Sufficienza Dogmatica. Superstitione.

66 ibid. 68 66 112 1 17 7 9 48 57 66 107. 9 87 92 50 17; 98

T
Tarquinio Templi (inconvenienti dei) Tertulliano. Timore e paura di Dio. Tito-Livio. Tradizione favolosa 94; 101 55 118 12 88; 105 89

V
Vanini. Verit, difficile a trovarsi. Voltaire (de) 17 61 61

Z
Zelo, fuori moda. 72

Fine della Tavola delle Materie.

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INDICE DEL VOLUME


Introduzione di Tomaso Cavallo Penses Philosophiques Pensieri filosofici Note Tavola delle materie 9 23 25 97 107

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JACQUES E I SUOI QUADERNI Direttore responsabile:

Pisa Enrico De Angelis

1 Jean Franois MELON, Opere I* e II** (2 volumi), a cura di Onofrio NICASTRO e Severia PERONA, 1983. 2 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei periodici letterari italiani del primo Ottocento (1800-1847), 1984, (rist.1986). 3 Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert Musil, I, 1984. 3* Enrico DE ANGELIS, Crisi, tempo, liberazione: Saggi su Robert Musil, II, 1984. 4 Sandro BARBERA, La comunicazione perfetta. Wagner tra Feuerbach e Schopenhauer, 1984, (rist. 1987). 4* Enrico DE ANGELIS, Pi lumi. Spinoza, Montesquieu, Rousseau, Diderot, Haydn, 1985. 4** Andreas GRYPHIUS, Poesie con testo a fronte, trad. di Lucia MANCINI, 1985. 5 Seminario su Stephan George, di Ralph-Rainer WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE ANGELIS, 1985. 5* Stephan George Colloquium, mit Beitrgen von Ralph-Rainer WUTHENOW, Wolfgang KAEMPFER, Gert MATTENKLOTT, Wendelin SCHMIDT-DENGLER, Horst Albert GLASER, Enrico DE ANGELIS, 1985. 5** Marina FOSCHI, Due ottiche, una realt. Sul tema Fr - in in Robert Musil, 1985. 6 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert Stifter, 1986. 7 Germana BONSIGNORI, Paola COLOMBO, Giulia PAZZAGLIA, Paola CECCARELLI, Studi su Stifter, 1986. 8 Marina FOSCHI, Sulla teoria della metafora in Robert Musil, 1987. 9 Marianne HEPP, Kommentar zu ausgewhlte Gedichte Georg Trakls, 1987. 9* Lettura del Simplicissimus di Grimmelshausen come Enciclopedia Popolare, a cura di Linda BIANCOTTI, Federica ROSSI, Tiziana VALLE, introduzione di Enrico DE ANGELIS, 1987. 10 Carlo CARMASSI, La letteratura tedesca nei periodici letterari italiani del Seicento e del Settecento (1668-1799), 1988. 11 Undici conferenze sul tempo, a cura di Enrico DE ANGELIS, 1988. 12 Giovanna CERMELLI, Il viaggiatore disincantato. Fantasia e distanza nelle novelle del tardo Tieck, 1989. 13 Deutsche und italienische Romantik. Referate des Bad Homburger Colloquiums in der WernerReimers- Stiftung, herausgegeben von Enrico DE ANGELIS und Ralph-Rainer WUTHENOW unter Mitwirkung von Remo CESERANI, 1989. 14-15 Loretta LARI, Esercizi sui Tedeschi (F. Schiller, J. W. v. Goethe, C. Brentano, E.T.A. Hoffmann, F. Grillparzer, Th. Fontane), 1990. 16 Clemens BRENTANO, Godwi ovvero La statua in pietra della madre. Un romanzo selvaggio di Maria, trad. di Fulvia PERUZZI, 1991. 17 Ludwig Achim von Arnim, Povert, ricchezza, colpa ed espiazione della contessa Dolores. Una storia vera per intrattenere in maniera istruttiva signorine povere, trad di Angela MASI, 1991. 18 Joseph Freiherr von EICHENDORFF, Poeti e compagnia, trad. di Linda BIANCOTTI, 1992. 19 Adalbert STIFTER, Il castello dei pazzi, introduzione, traduzione e nota di Paola COLOMBO, 1992. 20 Jeremias GOTTHELF, Lo specchio del villano ovvero Biografia di Jeremias Gotthelf scritta da lui stesso, trad. di Monica IORI, 1993. 21 Gottfried KELLER, Heinrich il verde (prima versione), trad. di Rossella Zeni, 1993. 22 Loretta LARI, Commento a 40 sonetti di Andreas Gryphius, 1994. 116

22* Eduard MRIKE, Poesie, trad. di Liliana CUTINO e Enrico DE ANGELIS, 1994. 23 Wilhelm RAABE, L'ingordo. Un racconto di mare e di morte, trad. di Antonella FANTONI, 1994. 23* Enrico DE ANGELIS, Sistema inquietudini utopie. La Germania e le sue istituzioni, 1994. 24 Wilhelm RAABE, Cronaca della Sperlingsgasse, trad. di Maurizia MARGIACCHI, 1995. 24* Marina FOSCHI ALBERT- Marianne HEPP, Breve storia della lingua tedesca, 1995. 25 Enrico DE ANGELIS, Dal mito al progetto. Note su Adalbert Stifter. Seconda edizione, riveduta e ampliata, 1995. 25* Enrico DE ANGELIS, Perorazioni metafisiche ovvero Bilancio di interpretazioni empiriche, 1995. 26 JEAN PAUL, La cometa ovvero Nikolaus Marggraf. Una storia comica, trad. di Ilaria GIOVACCHINI. 27 Karl Philipp MORITZ, Anton Reiser. Romanzo psicologico, trad. di Simonetta CANTAGALLI, 1996. 27* HANS RUDOLF VELTEN, Elemente der Sprachlehrforschung, Ein Grundri, 1996. 28 Enrico DE ANGELIS, Der spte Musil: ber den Schluband des Mann ohne Eigenschaften, 1997. 28* Ferdinand RAIMUND, Quattro commedie, trad. it. di Silvia BINI, 1997. 28** Christian Dietrich GRABBE, Tre tragedie, trad. di Enrica STRICCHI e di Gabriella PORCELLI, 1997. 29 Marina FOSCHI ALBERT- Loretta LARI, Forme letterarie: lirica, narrativa, dramma. Manuale per gli studenti di Germanistica, v. 1., Lirica, 1997. 29* Marina FOSCHI ALBERT- Loretta LARI, Forme letterarie: lirica, narrativa, dramma. Manuale per gli studenti di Germanistica, v. 2., Narrativa, 1997. 30 Marina FOSCHI ALBERT- Loretta LARI, Forme letterarie: lirica, narrativa, dramma. Manuale per gli studenti di Germanistica, v. 3., Dramma, 1998.

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