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ticolarmente grave a Roma. La città, che dal xvtt secolo è stata culla di una glorio"
sa tradizione di conoscitori, nel corso del secondo Novecento ha visto l'abbandono
di quel fondamentale approccio negli uffici ministeriali e poi nell'ambienre univer,
sitario. Se i locali caposcuola, rimasti in sella dopo la caduta del fascismo, furono
quasi privi di quei rudimenti indispensabili allo storico dell'arte, la loro awersione
alla connoisseurship dipendeva anche da altro. Oltre che riflettere le solite beghe legate
alla spartizione delle cattedre, quell'atteggiamento risentiva di un'ostilità cresciuta
a livello internazionale nei confronti dei conoscitori, accusati, seppure quasi mai
esplicitamente, di essersi venduti al mercaro.
Fra le due guerre aveva anticipato quel sentimento un fine intellettuale come Aldous
Huxley, che nel rgzr sbefleggiava Bernard Berenson, ben riconoscibile in un perz
sonaggio intento a vendere ad americani opere assegnate a nTaddeo di Poggibonsi,
(a) un Amico di Taddeo, insieme a quattro o cinque anonimi senesirr. Lo scrirtore,
attraverso altre figure della sua narrativa, sembra deridere ancora lo studioso, come
qualcuno intento a esibire un amore ideale per l'arre e a nascondere quello crudo
per il denaro. Dal dopoguerra la condanna si diffuse, contribuendo al crollo delle
posizioni di Contini Bonacossi (e di Robeno Longhi) negli Stati Uniti; o all'eli,
minazione nel 1948 del sonotitolo ldedicafor connoisseurs dalla maggiore rivista scien,
tifica del mondo, «The BurlingtonMagaziner. Ma se quello stigma era giustificato
in parte da eflettive scorrettezze, esso fu comunque inaccettabilmente sommario e,
soprattutto, non apportò alcuna moralizzazione nel mondo su cui pretendeva di in,
tervenire. In realtà il nuovo orientamento riprendeva un'antica e balorda condanna
del rapporto fra denaro e ane. Si pretendeva che la seconda vivesse di puro spirito,
restando fuori dal mondo. L'assunro è stato poi ideologicamente aggiornato e viene
ancora spacciato per buono.
Tornando alla nostra cena, i sospetti circa la genuinità del pezzo furono bisbi,
gliati con discrezione a chi aveva proposto I'invito. Ma la reazione alla notizia
fu seccata e insoflerente, come spesso succede in simili casi. Venne rivendicata
la certificazione di corredo al dipinto. Alessandro Marabottini Marabotti l'aveva
pubblicato nel primo numero dei
"Nuovi Commenrari», dei quali avrebbe poi
guidato la redazione. Lo studioso aveva proposto di assegnare l'intonaco dipinto
al capriccioso pittore di Amatrice, insieme a un altro pezzo tecnicamente simile
che allora l'accompagnava: una Centauromachla poi venduta presso la casa d'asta
Babuino (fig. ,). Marabottini scriveva di aver visto le opere in questione anni
prima presso taluni suoi amici, i quali gli avevano raccontato che esse, insieme a
un terzo pseudo murale affine, erano loro pervenute da un palazzo di Città diCz
stello. Qrei proprietari paiono aver partecipato all'inganno, poiché la provenienza
sembra deliberatamente invenrata.
Va aggiunto che il dossier raccolto nel frattempo su questo falsario contiene ancora

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t9,
'oleuolul
'oauiopuoC'?uopa^erD rp oueqeg 't '3rg
'oJeuoluI
'ilaqrcpuor afiO'tuopa^er) rp orreqrg 'z '3rg
'oleuolul
'olq)oillo,tfiofla C'Euopa^e:3 rp orresleg'r'3rg
altre due battaglie di centauri, perfettamente
accostabili a quelra appena evoc
conrra{fattore anche Dueguerrieri, apparsi
stesso
l:::Y.l:.:::,:ji,q,y.:,"
mercati di Londra (phillipt z gennaio 1997, n.zs) . Ro_",:".r.d;:i;;
i}T:,Il*?",1 ch..,iÀa,,da=urn. c;;li; Romano (fis.").
subito dopo il primo incontro "
serale col r^tit r-arirnrìiiiéa^ripassai
il ci
tato fascicolo raccoko su questo falsario.
E lo scrutinio portò a una conferma im
mediata dei dubbi iniziari, che chiariva
definitivamenr'. l" .rrru., der pezzo. rvh
addetti coinvotti ,,olt. ,r.o1,".. I;;;;;;nute
IT.::::l
ze sul finto T'y"o^d.gli
cola' Dop-o quarche giorno, rutravia, l'atteggiamento ceftez,

pittura venne ritirata daila venditr,-p.r.hc cambiò. [-e


nel frattempo un artro esperro laverre
dichiarata fasulla, sebbene'attribuise
in modo inesarto ar cosiddetto «Farsario in
calcinaccio», entità battezzata da Zerie
tarvolta identificata ner senese lJmberm
Giunti.
Il nostro preteso lacerto sraccato, invece,
rassomiglia indiscutibilmente ad
mili prodoni riconducibili a un conrraffanore altri si,
attivo a Gravedona (como), Ia cui
vedova aveva scritto a Zeri ner 1996
una lettera dai contorni po.à .r,irr;,
studioso giudicò ricattatori. La donna che lo
confessava di
"r;;;;;;rro -...rrri ud
del marito, aparrire dal reeo, ma di.sre.si"poi
::l"t::,jfp,!ce
que in dillìcoltà economiche. Iftesto
trovata comun,
.r, .o...drto d, prre.chà
tivo, fra cui la figura su intonaco di -rì.ar. iilustraz
un cefro pseudo rinascimenrare, similissime
al personaggio dipinto visto aila cena
e compresa in una serie dail,intonazionc
vagamenre viscontea (fiS.
l).
Lo stile di questo imitatore è riconoscibire
e non.molto vario. Rappresenta
corpi gonfi, fino a risultare massicci, semp.
con accenti quasi rittori. rrJi"onrrrro
delli gotici senesi e del Rinascimenro, mo,
senza tuttavia rimitarsi a copiarli,
né a creare
combinazioni in forma di patchwork.
se re notizie riGrite dalra vedova fossero
vere' porterebbero darare |artività fraudorenta
esse
tu*
del marito fr^ il ,ggo e ir
Ma è imprudente fidarsi rroppo delre ryN,
confessioni dei farsari e dei loro comprici.

Alessandro Marabonini Marabotti,


scomparso da qualche rempo, ro conoscevo
da sempre. Era stato cacciaro da
tutte r.
,.uol. pubbriche d.r ,.gil. fascista insie,
me a mio padre e a mio zio, rui
perché ebreo (sebben. r,
loro per attività antifasciste. si riiovarono -rdri Àrr.
.onrr.nio;,
a Firenze ar liceo degri scolopi.
ne l'antico rapporto con sandro sebbc,
non abbia prodotto un,amicizia stretta,
né io aL
bia-amato troppo i suoi toni professorali,
da una facciata «buonista»
e liberal, resta il faro .gli fr un buon"..1-prg.rrti
che conoscirore e un ottimo studioso.
abbaglio non deve quindifornire pretesri II suo
a giudizi di carattere personare,
servire da ammonimento a tutti. "ovviamente, quanro
Trrto più, nel ."ro i, cui quarcuno
si assuma il rischio di fornire un
primo p"r.r. .riti.o su un,opera ,<vergine».

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69,
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Ip oll?JlrJolne oruu I oluof, .ou5ur .orelou .
Tav. zz. Falsario di Cravedona, presunto
Au t orit ratto di Cola dell'Amatrice, intonaco.

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