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L’Orazione sulla dignità dell’uomo (redatta tra il 1485 e il 1486, pubblicata postuma nel 1496) viene concepita
come introduzione a un’opera che avrebbe dovuto produrre una ricomposizione del sapere filosofico, in cui
Pico della Mirandola aveva selezionato e preso in esame novecento tesi, tratte da tutte le tradizioni di
pensiero (dai Caldei ai Greci e alla Cabala ebraica). Questo immenso patrimonio di sapere, secondo Pico
coerentemente orientato alla ricerca della verità, doveva apparire un monumento alle straordinarie
capacità attribuite dal Creatore all’uomo. Nell’Orazione Pico valorizza sia le attitudini contemplative
dell’essere umano, che appare l’unico in grado di intendere la bellezza dell’opera divina, sia quelle attive,
etiche e progettuali, che ne fanno l’artefice di se stesso, arbitro della possibilità di innalzare o di degradare
la sua natura.
1. Spiega la metafora dell’artefice divino e della distribuzione dei doni alle diverse creature.
2. Spiega il riferimento biblico agli aspetti della Trinità divina e quello al Timeo di Platone per gli
«archetipi» attribuiti all’artefice dell’uomo.
3. Elenca le caratteristiche attribuite all’uo141201mo dalle diverse fonti e tradizioni nominate.
4. Definisci i gradini principali della scala degli esseri, attribuendo a ciascuno le qualità ricavabili dal testo.
5. Che cosa comporta il fatto che l’uomo non abbia una natura definita?
6. Che cosa avvicina e che cosa allontana l’uomo dagli altri esseri?
7. Quale uso l’uomo è tenuto a fare della sua libertà?
OLTRE IL TESTO
8. Imposta una ricerca sul concetto di uomo come microcosmo, partendo dal confronto tra questo
testo e la filosofia di Marsilio Ficino che segue. Per illustrare questo schema interpretativo, di
grande importanza nella cultura rinascimentale, puoi fare riferimento ad altri testi letterari e ad
opere dell’arte rinascimentale.