Ambiente: sistema di collinette con numerosi casali, da cui la riserva prende il nome. Il territorio adibito principalmente a pascoli e coltivi. Flora: quercia, acero, alaterno e ginestra. Salice e pioppo nelle aree umide. Fauna: rondone, gheppio, barbagianni, gruccione, allodola, donnola e riccio. Patrimonio storico-culturale: Villa York, Torre Righetti, casali agricoli.
LA STORIA
Storicamente, il Quadrante Corviale in esame ricadeva a cavallo del limite fra i cosiddetti paesaggi delle vigne e delle tenute, che si trovavano fuori Porta Portese, su via Portuense e via della Magliana. Via delle Vigne e via di Casetta Mattei hanno rappresentato il limite fra i due paesaggi che caratterizza anche i moderni tessuti urbani: lespansione urbana si attestata, infatti, sullex-paesaggio delle Vigne, senza trasbordare nel paesaggio delle Tenute, ad eccezione di pochi e limitati casi. Dalle antiche cartografie risulta un tessuto agrario, molto vasto, formato da piccole propriet, punteggiato da casali e ville, ricco di coltivazioni e densamente popolato: leredit del cosiddetto paesaggio delle vigne, che si estendeva dallattuale Centro Storico di Roma fino a circa 6 miglia dal Campidoglio, dentro e fuori dalle Mura. Esso ha costituito, per secoli, il bacino fondamentale di rifornimento di prodotti agricoli della citt. Le dimensioni dei lotti potevano andare da poche migliaia di metri quadrati a qualche ettaro di superficie. Vite, olivo e ortaggi rappresentavano la produzione tipica dellarea, che veniva stipata e conservata in lunghi cunicoli, direttamente accessibili dai casali, o venduta nel mercato romano. Nellarea Portuense-Trullo-Corviale, i casali occupavano le posizioni acropoliche delle colline portuensi, oppure erano direttamente attestati lungo le strade interpoderali, sulla via Portuense e sulla via della Magliana. Fuori Porta Portese, il tessuto rimasto abbastanza integro fino agli anni Sessanta del Novecento, mentre il resto del paesaggio delle vigne di Roma veniva cancellato dalla crescita inarrestabile dei quartieri e delle periferie. Il Piano Regolatore del 1962/65 ha recepito lesigenza di preservare il territorio dei colli portuensi con un vincolo che, nel tempo, si sempre pi concretizzato e strutturato, fino allistituzione della Riserva Naturale della Valle dei Casali (469 ettari), che occupa la valle di Affogalasino, alcune aree del Trullo e le colline di Montecucco e dellImbrecciato, da Villa Pamphili fino al Tevere. Malgrado le trasformazioni, tuttora possibile ammirare frammenti delle vigne e dei casali non solo nella Riserva, ma anche allinterno dei quartieri ormai interamente costruiti e abitati. Solo nel quartiere del Trullo, possibile rintracciare ben 90 dei casali censiti nel Catasto Gregoriano alla mappa del 1816. La collina di Montecucco praticamente intatta, anche se i casali hanno bisogno urgente di consolidamenti e restauri. AllImbrecciato e ad Affogalasino, ancora efficiente persino lattivit agricola. Questi ambienti sono talmente caratterizzanti e circoscritti alla periferia ovest di Roma da conferire un valore aggiunto di unicit culturale al nostro paesaggio, che va assolutamente preservato ed apprezzato: un valore che dovrebbe costituire la base fondativa di ogni piano di sviluppo del Quadrante Corviale. LA RISERVA NATURALE DELLA VALLE DEI CASALI
IL PATRIMONIO STORICO - CULTURALE
La tenuta di Villa York
Imboccando Via del Forte Bravetta, che costeggia il forte omonimo, si giunge alla cappella di S. Agata e alla vecchia entrata della Tenuta di Villa York; di lato a sinistra parte una stradina contornata da olivi e gelsi, che conduce alla villa, tardo seicentesca, di York. La tenuta prende il nome da uno dei suoi proprietari, il cardinale Duca Clemente di York, figlio del re Giacomo d'Inghilterra, nato a Roma nel 1725 e, proprietario della villa per pochi anni dal 1804 al 1807; dall'epoca dell'edificazione della villa, tra il 1676 ed il 1695 su progetto di Antonio De Rossi per commissione del marchese Baldinotti, la tenuta ebbe vari proprietari, fino ad essere teatro, negli ultimi cinquant'anni, del progressivo abbandono delle attivit agricole. La grande villa, che ricorda le dimore gentilizie toscane, ha un'architettura rara nel paesaggio romano.
Il Casal Ninfeo
Il Casal Ninfeo un singolare complesso monumentale seicentesco eretto attorno ad una sorgente naturale a Roma. Si trova nel suburbio S.VIII Gianicolense, nel territorio del Municipio Roma XII in via dei Gattilusio. Nel 1818 il fondo Gregoriano lo descrive come un palazzo con corte ad uso della tenuta di propriet di G.G.D. Silvestri nella contrada di Bravetta. Attualmente la struttura si presenta come un giardino rettangolare circondato da alti muri perimetrali ad archi ciechi con ampie mensole che originariamente sorreggevano vasi e statue. Due grandi portali seguiti da ampie scale permettono l'accesso al ninfeo sottostante che si sviluppa per tutta la lunghezza del giardino con lunghe vasche abbeveratoio. Nulla resta invece del casino nobile dal gusto barocco che completava l'impianto architettonico. Il complesso del Casal Ninfeo popolarmente chiamato "Bagno di Nerone" e spesso viene scambiato impropriamente per un ninfeo romano.
Il Buon Pastore
Il Buon Pastore un maestoso complesso edilizio collocato all'interno della Riserva naturale della Valle dei Casali a Roma nel suburbio S.VIII Gianicolense, nel territorio del Municipio Roma XVI, pi esattamente in via di Bravetta 383. Progettato da Armando Brasini, l'edificio fu realizzato fra il 1929 e il 1943. Il complesso, era nato per ospitare la casa provinciale della congregazione delle Suore di Nostra Signora della Carit del Buon Pastore di Augiere, in seguito ospedale e sanatorio militare e dal 1969 ad oggi ospita importanti istituti scolastici. Per il progetto del Buon Pastore il Brasini prese a modello moltissimi stili architettonici precedenti nel tentativo di creare un nuovo stile unico di sicuro impatto e meraviglia. L'aspetto del fronte principale del Buon Pastore si ispira liberamente alla gigantesca nicchia del cortile del Belvedere in Vaticano (opera di Bramante), mentre la cupola della chiesa al centro del complesso replica lo stile barocco della cupola di Sant'Ivo alla Sapienza (opera del Borromini). Negli anni 70 del novecento l'edificio fu privato delle bellissime guglie in pietra serena, alte diversi metri, mentre la bella croce di bronzo che adornava la parte superiore della cupola viene rimossa negli anni '90 del novecento a seguito dei danni provocati da un fulmine.
Il Forte Bravetta
Quando nel 1870 Roma divenne Capitale dItalia, si cominciarono a valutare varie proposte di fortificazione della citt. Nellagosto del 1877 lincerto clima politico internazionale port allapprovazione del Regio Decreto con cui si deliberava la difesa della Capitale per mezzo di un campo trincerato di forma poligonale, con forti posizionati a ridosso delle principali vie daccesso alla citt e nei punti pi strategici per tenere sotto controllo ogni possibile avanzata nemica, soprattutto a seguito di uno sbarco sul litorale tirrenico. Il poligono, una volta ultimato, raggiunger unampiezza di circa 40 chilometri. Il Forte Bravetta fu edificato negli anni 1877-1883 vicino alla ex-tenuta da cui prende il nome. Con unestensione di 10,6 ettari, ricade allinterno della Riserva Naturale Valle dei Casali nel XVI Municipio. Durante loccupazione tedesca della citt il forte fu adibito a luogo di esecuzione delle sentenze di morte emesse dal Tribunale Militare. Simbolo della Resistenza romana, nel mese di settembre 2009 in questo luogo stato inaugurato il Parco dei Martiri consacrato alle vittime del nazifascismo. Recentemente nato un comitato promotore per il riutilizzo degli spazi del forte.