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Il complesso archeologico è prospiciente via di S. Paolo alla Regola, strada che ricalca quell'antico
tracciato stradale che fin dall'età repubblicana collegava il Circo Flaminio con la pianura del Campo
Marzio.
Con la ristrutturazione dell'età costantiniana venne interrato un piano per preservare gli edifici dalle
piene del Tevere, e le strutture murarie vennero poderosamente consolidate. Dopo un periodo d'uso
gli edifici vengono però abbandonati, cadono in rovina ed il livello del suolo raggiunge, tra crolli e
depositi alluvionali, all'incirca la quota attuale.
Nell'XI e nel XII secolo a seguito di una nuova intensa attività edilizia, le rovine romane vengono
consolidate fino alle fondamenta e sopraelevate.
Su tale arcolo si aprivano due ingressi, chiusi poi in età medioevale con una
muratura in opera listata di laterizi alternati con tufi. Il livello intermedio, detto "della colonna" per la
presenza di una loggia con arcone ribassato sorretto da una colonna, era in origine un cortile
lastricato di pietre calcaree dove si affacciano i magazzini domizianei, poi ripristinato in età
severiana per ospitare due magazzini ed infine totalmente ristrutturato in età costantiniana,
interrando il piano terra dell'edificio e consolidando le murature domizianee e severiane fino a
triplicarne lo spessore.
Il primo livello sottosuolo del si compone di una serie di magazzini di età severiana che si sviluppano
accanto ad un cortile; oltre alla ristrutturazione costantiniana vi compare una poderosa muratura
moderna di rinforzo alle volte cinquecentesche sulle quali si è sviluppato il sovrastante Palazzo degli
Specchi.
I rimanenti due ambienti, pavimentati a mosaico, costituiscono il primo piano del palazzetto il cui
piano terra era occupatodai magazzini domizianei; i mosaici bianchi e neri a disegno sono di età
severiana.