Sei sulla pagina 1di 3

IL CASALE DI CAMASTRÀ piccola vasca a primo piano del palazzo, in quello

che si può definire “giardino pensile”, alimentata da


L’antico feudo di Camastrà nel 1270 figurava nel una condotta in pressione che prelevava l’acqua da
computo dell'amministrazione angioina, quale terra un’altra sorgente posta nello stesso vallone ma
nella piana di Milazzo1. A differenza del vicino feudo qualche metro più in alto.
Trisino, possedimento dei Benedettini, Camastrà fu Le principali costruzioni ad uso agricolo, compresa
sempre un feudo laico in mano a famiglie nobili buona parte del piano terra del palazzo, tutte di
messinesi. proprietà baronale e adibite a frantoio, palmento o
Nel 1398 Tommaso Crisafi, nobile della città di cantina, erano il fulcro attorno a cui ruotava l’intera
Messina e Barone di Camastrà, vendette al messinese economia locale, basata sulla produzione e
Angelo Balsamo il feudo, che in seguito fu commercio di beni agricoli di prima necessità, in
ricomprato da Nicolosio Crisafi, figlio primogenito particolare olio e vino.
del suddetto Tommaso. Pietro Gioacchino de Grisafi Sul fronte sinistro della strada le uniche costruzioni
s'investì del feudo Camastrà il 10 Novembre 1519 e erano il palazzo baronale e un vecchio frantoio che fu
Don Mariano Basilicò il 30 Settembre 1530. In abbandonato in seguito alla costruzione dell’altro, più
seguito passò ai suoi eredi fino al 1596 quando fu moderno, ad esso adiacente, ma ormai depredato di
acquistato da Pietro Pollicino. Nel 1633 ne ottenne il tutte le suppellettili. La stessa sorte è toccata al
possesso un’altra famiglia nobile messinese, i palazzo che, pur essendo una delle più antiche
Gordone2, che lo hanno detenuto ininterrottamente strutture di un certo interesse architettonico del
fino ai giorni nostri. comune di Pace del Mela, si trova oggi quasi allo
Il casale di Camastrà si trova a poco più di un stato di rudere. Altro elemento che caratterizza
chilometro dal nucleo centrale di Pace Superiore, questo piccolo centro abitato completamente
sulla strada che conduce a S. Filippo del Mela, con immerso nella campagna è la chiesetta intitolata alla
vista della piana di Milazzo, delle Isole Eolie e ad Madonna dell’Abbondanza.
ovest del promontorio di Tindari. Le origini del
casale, il cui nome può essere ricondotto al greco Palazzo Gordone
"chamastèrion" (lavorazione della terra, dell'argilla)3, Il Palazzo Gordone, che allo stato attuale ingloba
sono da collegarsi a quelle del feudo. Da qui e lungo corpi di fabbrica modificati più volte in epoche
la fascia costiera, che si estende fino ad Oliveri, c'era diverse, risale agli inizi del XVIII sec. Alcune parti di
spazio per colture molto redditizie (vigneti e gelseti) esso si fondano su preesistenze medievali, di cui si
ed inoltre la presenza diffusa di piccoli abitati, conservano parzialmente i muri. Nella costruzione
evitava l'eccessivo isolamento delle masserie e non sono evidenti i caratteri propri del palazzo
costituiva un vantaggio per gli spostamenti residenza- nobiliare; in questo caso l’edificio, sorto sui resti di
lavoro e per gli scambi coi centri vicini. una vecchia costruzione, è stato adattato al nuovo
Il piccolo centro agricolo si sviluppa ortogonalmente scopo e molto probabilmente non fu mai l’unica
alle curve di livello, lungo la strada di crinale che residenza della famiglia, che aveva la sua principale
conduce, verso monte, alla frazione di Soccorso del dimora a Messina. L’edificio era abitato per periodi
comune di S. Lucia del Mela. più o meno brevi in estate durante la raccolta delle
La parte più antica dell’abitato è quella che si trova olive o durante il tempo della vendemmia.
sul lato destro della via in forte pendenza, che aveva Il fronte principale è caratterizzato da un prospetto
un tempo una larghezza di due metri circa ed era nel quale sono evidenti i segni dei numerosi
pavimentata a ciottoli (giacato); sul margine destro rimaneggiamenti, che l’edificio ha subito nel corso
scorreva una profonda cunetta, che raccoglieva dei secoli. Un corpo aggettante delimitato da
l’acqua, quando non era utilizzata per l’irrigazione, cantonali in pietra calcarea locale, dotato di una
proveniente dalla fontana posta all’ingresso della piccola apertura, costituisce l’elemento originario, la
corte antistante il palazzo baronale. Oltrepassata la torre difensiva medievale5. Il resto del prospetto,
cunetta un basolato precedeva l’ingresso di ogni delimitato a destra da un altro cantonale in pietra,
abitazione che diventava, nelle calde sere d’estate, presenta due livelli di aperture. Il primo costituito
luogo d’incontro per gli abitanti della piccola dall’elegante portale d’accesso, incorniciato da stipiti
borgata. ed arco in pietra con i conci che presentano una
La fontana, alla quale gli abitanti del casale bugnatura a cuscino, da una piccola finestra chiusa da
attingevano l’acqua per gli usi domestici, almeno fino grata in ferro e da un ampio portone con stipiti in
a quando non è entrato in funzione il primo pietra ed arco di mattoni. Il secondo livello presenta
acquedotto comunale, è ancora oggi alimentata da tre aperture, due di maggiori dimensioni; quella a
una sorgente4 del vallone Camastrà, distante poco più sinistra con stipiti ed arco in pietra, e una più piccola
di 150 metri dal palazzo baronale. La condotta al centro, tutte prive di infissi. Sopra la finestra
alimentava altre due vasche, una nella corte e l’altra, centrale è ancora possibile osservare tre mensole da
accostata alla parete est del palazzo, utilizzata come balcone spezzate. Queste insieme alle altre, ancora
lavatoio; entrambe adesso sono ricoperte da uno ben visibili dal lato della torre, con volute in
spesso strato di terra. Successivamente fu costruita la bassorilievo, testimoniano la presenza di un altro
piano che completava l’edificio in altezza. Su questo L’edificio, di proprietà degli eredi dell’ultimo barone
fronte la costruzione dà sul cortile al quale si accede di Camastrà, Andrea Gordone, fu costruito
tramite un elegante cancello in stile Tardo Impero, probabilmente nel 1720. In passato perché nella
con struttura principale in ferro battuto e inserti in chiesa fosse assicurata la celebrazione della Messa
ghisa raffiguranti foglie d’acanto stilizzate. Il festiva e domenicale, il barone Pietro Gordone e la
cancello è sostenuto da due pilastri in muratura di moglie, nella divisione dei loro beni disposero per
pietrame mista ad elementi di spoglio e sul prospetto testamento un onere a carico dei singoli eredi. Qui
fronte strada presenta un rivestimento in pietra di ebbero sepoltura8, nella sagrestia, l’abate don
Siracusa; a fianco la fontana, dove l’acqua sgorga Melchiore Campagna (nobile messinese dei baroni di
dalla bocca di un mascherone in bassorilievo. Migliardo) deceduto nel 1742 in Camastrà, donna
L’accesso al palazzo avviene tramite un portone a Agata moglie del barone don Giovanni Gordone,
due ante, in legno di castagno, sormontato da una morta nel 1746, ed altri membri della famiglia. Nella
rosta di ferro battuto, incorniciato da stipiti ed arco in chiesetta, dopo il terremoto del 1908, fu portato da
pietra calcarea. I conci dell’arco presentano una Messina un dipinto della Vergine ed un altare in
bugnatura a cuscino mentre nella chiave di volta è marmo con l’effige di S. Caterina di Alessandria in
raffigurato lo stemma gentilizio dei Gordone6. A bassorilievo al centro del paliotto; mentre è opera del
sinistra dell’ingresso si trova l’apertura, incorniciata pittore Salvatore Valori (1873) la pala raffigurante la
da stipiti ed architrave in pietra, priva di porta, dalla Madonna dell’Abbondanza.
quale si accede alla torre. L’ambiente che contiene La costruzione è libera da tre lati, mentre sul fronte
alcune giare, ancora murate nel massetto del nord è addossata ad un edificio di recente
pavimento, serviva a contenere l’olio destinato al costruzione, in netto contrasto con il resto delle
commercio. I muri della torre sono alti poco più di abitazioni monofamiliari, alte al massimo due piani, e
quattro metri, mentre proseguono poi con uno con il carattere prettamente agricolo della piccola
spessore di 80 cm, creando così verso l’interno un borgata.
passaggio che permette il cammino attorno al Il prospetto principale è molto semplice e lineare,
perimetro del locale. La passerella è accessibile, impreziosito dal portale di accesso con stipiti ed
mediante una ripida scaletta in legno, dal piano architrave in pietra tufacea e dai due pilastrini, in
superiore attraverso un’apertura rettangolare praticata muratura, che sorreggono la campana.
nel pavimento.
Nella parete opposta all’ingresso, una mensola di Le abitazioni dei lavoratori agricoli
pietra calcarea uguale a quella visibile nel prospetto Le abitazioni a schiera che si sviluppano sulla via
est, emerge dall’intradosso della volta; questo, Berlinguer (già Camastrà) dalla parte opposta a
unitamente al fatto che il muro che delimita quella del palazzo Gordone, costituiscono un
l’ambiente verso l’esterno è semplicemente accostato elemento importante della configurazione spaziale
al cantonale della torre, ci lascia supporre che del casale di Camastrà. Insieme al palazzo baronale,
quest’ala dell’edificio, e di conseguenza anche quella agli edifici agricoli per il deposito e la trasformazione
adiacente, è stata costruita in epoca successiva a dei prodotti e alla chiesetta di S. Maria
quella in cui “don Nicolò Gordone curò il dell’Abbondanza formano un complesso
completamento del vetusto edificio”7, nell’anno autosufficiente, che si inserisce e quasi fa parte
1706. naturalmente dell’ambiente agricolo circostante.
Al primo piano si trova un piccolo giardino pensile. È La particolare collocazione paesaggistica con la
facile supporre che esso, quando la vecchia torre visione del golfo di Milazzo e delle isole Eolie è
difensiva fu adibita ad abitazione, era un semplice intuita e sviluppata dai Gordone, che realizzano nel
terrazzo necessario per consentire l’accesso tempo un giardino con una parte pensile, di cui
all’abitazione che non poteva avvenire dall’interno restano solo alcuni brani.
perché il piano terra era destinato a carcere. Nella Dall’analisi delle singole case d’abitazione si evince
parte bassa le pareti del corpo aggiunto (nel punto in che la cellula base, nella parte più bassa dell’abitato,
cui il muro si innesta con quello della torre si può ha un passo di 3,9 m circa che corrispondono a due
notare un semplice accostamento delle due strutture) canne9 siciliane) ed una profondità di 7÷8 m, mentre
fungono da muro di sostegno per il terrapieno, creato nella parte alta dell’abitato il passo è di 5,9÷6 m × 8
appositamente per avere un accesso a questa quota. m, fanno eccezione le due cellule di testata della
Il giardino pensile cui abbiamo accennato è cortina edilizia; non sono rispettate quindi le
delimitato ad est da un parapetto in mattoni disposti a dimensioni canoniche di 5÷6 m × 5÷6 m.
grigliato con cimasa in pietra di Siracusa, e a sud da Successivamente la cellula base subisce un
un sedile in muratura che funge anche da parapetto; incremento in profondità di 7÷8 m, non conservando,
al centro si trova una piccola vasca alta 40 cm. in alcuni casi, l’allineamento con la cellula originaria.
Nelle unità abitative esaminate si è riscontrata la
La chiesa della Madonna dell’Abbondanza presenza di una tipologia edilizia per certi versi
Nei pressi del quadrivio e della palazzina Gordone simile alle case a corte derivate dalla domus di età
sorge la chiesetta della Madonna dell’Abbondanza. romana; le abitazioni terrane o a due piani presentano
uno spazio interno (patio) libero, delimitato
esclusivamente dai muri di confine, sul quale si
affacciano e prendono luce gli ambienti interni.

Note
1
Peri I., Uomini città e campagne in Sicilia dall’XI al
XIII secolo, Roma-Bari 1990.
2
Galluppi G., Nobiliario della città di Messina. Napoli
1877 (ristampa anastatica) Sala Bolognese 1985.
3
Parisi G., Dal Nauloco al feudo di Trinisi, profilo
storico di Pace del Mela, Messina 1982, p. 147.
4
La stessa sorgente alimenta un’altra fontana situata
sulla strada per Pace del Mela a circa duecento metri dal
quadrivio. Anche qui l’acqua sgorga da un mascherone
in pietra, e prosegue poi in una condotta che fiancheggia
il muro della strada (lato valle), per ricongiungersi alla
prima in prossimità della nuova palazzina Gordone.
Lungo il percorso il canale alimentava una grande vasca
ornamentale nella stessa piazzetta ed un’altra, ad uso
agricolo, distante da questa poco meno di cento metri.
5
Il notevole spessore murario è giustificato con la
presenza di una torre; cfr. Aricò Nicola, Le invisibili
città del mondo siciliano, in “DRP. Rassegna di Studi e
Ricerche”, n. 3, Messina 2001, pag. 41.
6
Cfr. Palazzolo Drago F., Famiglie nobili siciliane,
Ca t a ni a 1995 . Alla voce Gordone: “… Famiglia
messinese del secolo XVIII. Arma: d’oro, alla croce di
Malta di rosso, e il capo cucito d’argento caricato di
un’aquila spiegata di nero, membrata, rostrata e
coronata d’oro.
7
Galluppi G., op. cit. Secondo il Galluppi nel mese di
ottobre del 1706 Don Nicolò Gordone pose nel palazzo
baronale del suo feudo una lapide in marmo per
tramandare ai posteri la sua iniziativa.
8
Parisi G., op. cit., pag 152
9
Cfr. La Farina G.; Messina e i suoi monumenti:
Messina dell’800, Messina 1985 (ristampa
fotolitografica). La “canna siciliana” è uguale a 1,944
metri.

Potrebbero piacerti anche