Il Lucus Deae Diae (o dei Fratres Arvales) un bosco sacro, dedicato al culto della dea madre (Dea Dia, in seguito identificata con Cerere), posto sotto la protezione di Marte. Al suo interno sorgevano gli edifici sacri dei Sacerdoti Arvali. Il Lucus era compreso in una pi ampia distesa boschiva, la Silva Moesia, originariamente sotto il controllo militare degli Etruschi di Vejo. Il Bosco sacro si sviluppava in pendo (clivus), dallansa fluviale di Magliana Vecchia risalendo la collina di Monte delle Piche. La parte rivierasca, chiamata Antelucum, ospitava gli edifici sacri minori e di servizio (Caesareum, Tetrastylum, Balneum, Papiliones e forse il Circo). La parte centrale, intersecata dalla Via Campana, ospitava il grandioso Tempio rotondo di Dia (Aedes deae Diae) e quello pi antico di Fors-Fortuna. Infine, vi era un settore daltura, che si arrampicava con unorganizzazione a terrazze, fino alla sommit della collina, dove si trovava lAra sacra dei Lari. La sua conformazione nota attraverso gli Acta Fratrum Arvalium, di epoca imperiale.
Il Balneum
Il Balneum un impianto termale di piccole dimensioni (lunghezza 35 m, superficie 600 mq) ad uso esclusivo degli Arvali. Sorgeva 150 m a sud del Tempio di Dia lungo la via Campana e si componeva di 15 vani e 6 piscine. Costruito nel 222 d.C., il Balneum ha funzionato fino al 340; gli ambienti hanno continuato a vivere, prima come fornace e poi come casale rustico, fino allalto Medioevo. I ruderi sono stati scavati negli anni 1975-81 dallcole Franaise e si trovano (interamente coperti e non visitabili) sotto il Casale Agolini in via della Magliana, 585.
I Martiri Portuensi
Nell'anno 303 d.C., infuria la persecuzione dell'imperatore Diocleziano contro i Cristiani. I corpi di due giovani, portati dalla corrente del fiume, sono pietosamente raccolti in un'ansa che il fiume forma proprio ai piedi delle colline. A trasportarli lungo il pendio, sulle alture, in un luogo degno per la sepoltura, sono due presbiteri Crispo e Giovanni e una giovane donna, Li collocheranno appunto nel luogo che in seguito, perch donato loro da una donna di nome Generosa, si chiamer Cimiterium Generosae. Nel fiume erano stati gettati i corpi dei due giovani martiri, Simplicio e Faustino, dopo atroci torture che essi avevano affrontato con la fortezza dei testimoni di Cristo, fino alla morte. Della loro fine gloriosa si ha testimonianza in vari documenti, martirologi e codici liturgici, in cui sono ricordati al giorno 29 luglio, data della loro nascita al cielo. I loro nomi: Simplicius e Faustinus. E quello della sorella: Viatrix. Straordinario il gesto dei due giovani: dare la vita, il bene pi prezioso che possedevano, e di cui non c' cosa pi grande, all'Amore di Colui che per tutti aveva dato la Sua: Ges Cristo; essere cio testimoni dell'Amore, martiri di Cristo. Straordinario anche il nome di Viatrix: via, la vita presente, per la quale vanno pellegrini i viatores, coloro che camminano da questa terra verso il cielo. Anch'essa morir poco dopo martire di Cristo.
La Catacomba di Generosa
La catacomba di Generosa posta in via delle Catacombe di Generosa, nei pressi di un'importante ansa del fiume Tevere sulla riva destra. Il nome della catacomba deriva dal nome della fondatrice o della donatrice del terreno in cui sorse il complesso cimiteriale ipogeo. Esso era conosciuto anche col suffisso ad sextum Philippi (o super Philippi), nome con cui era denominato nellantichit il territorio in cui ora si trova la catacomba: esso indicava il sesto miglio dellantica via Campana. Filippo pu fare riferimento ad un ricco possidente terriero della zona in questione.el suburbio Portuense. Il cimitero ipogeo fu utilizzato per lo pi per la sepoltura dei contadini della zona circostante, e dunque rivela uno stile sobrio e povero. La storia della catacomba legata a quella dei Martiri Portuensi Simplicio, Faustino, Beatrice e Rufiniano.
Verso il 382 papa Damaso fece costruire la basilica semipogea e la catacomba smise di essere un cimitero e divenne un luogo di culto dei martiri ivi sepolti. Nel 682 papa Leone II fece traslare le reliquie dei martiri di Generosa nella chiesa di Santa Bibiana allEsquilino: la catacomba fu cos progressivamente abbandonata e la sua ubicazione cadde nelloblio. La catacomba, posta allinterno di una collina si sviluppa su un solo livello. Lantico ingresso della catacomba, come per altre catacombe romane, era chiuso da una basilica, fatta costruire da Damaso nella seconda met del IV secolo, i cui resti sono stati individuati da Giovanni Battista de Rossi nellOttocento. Nellabside una fenestella confessionis permetteva di vedere il principale luogo di culto martiriale, mentre una porta laterale dava accesso alla catacomba. Lattuale ingresso alla catacomba di recente costruzione, ed costituito da una piccola struttura in mattoni chiusa da una porta di ferro.
LOratorio Damasiano
Damaso fu il vescovo di Roma dal 366 al 384. Fu proprio per il suo interessamento ed incoraggiamento che si effettuarono, sotto il suo pontificato, varie opere architettoniche sulle tombe dei martiri. Gli ambienti sotterranei dei cimiteri che custodivano i Martiri non erano infatti adatti al culto eucaristico pubblico: cos i fedeli, una volta reso omaggio alle loro tombe, si recavano nella vicina, o a volte soprastante basilica per la celebrazione eucaristica. E' stato accertato che fu proprio S. Damaso a promuovere il culto dei martiri. Loratorio venne edificato nel 382, nel Lucus degli Arvali (dopo la revoca dellimmunitas per i santuari pagani) ed abbandonato tre secoli dopo, nel 682. Viene riscoperto nel 1868 da Wilhelm Henzen, mentre Giovanni Battista De Rossi effettua i primi scavi archeologici. De Rossi indaga abside e presbiterio, scopre gli epitaffi di Elio Olimpio, Flavio Verissimo ed Aurelio Eutichio e individua il fregio marmoreo con lepigrafe dedicatoria, grazie al quale lintero complesso di Generosa, di cui si era persa la memoria, viene interpretato. Nel 1980 Philippe Pergola continua gli scavi: individua il portico dingresso e determina la superficie dellOratorio Damasiano in 300 mq circa.