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VILLA MADAMA

COLLOCAZIONE
Villa Madama è una villa suburbana costruita nel XVI secolo a Roma. Essa è situata sulle
pendici di Monte Mario, sul lato destro del Tevere nelle vicinanze del Foro Italico, nel Municipio
XVII a Nord di Roma. Fino a quel momento le dimore nobiliari si trovavano all’interno della città o
nelle sue immediate vicinanze, mentre in questo caso si può parlare di una “villa rinascimentale
suburbana”. Il fatto che la villa sia situata al di fuori del centro cittadino costituiva allora
un’importante novità, poiché la sua collocazione segnava un punto di rottura con quanto
avveniva nel Medioevo, in quanto vi fu un abbandono della precedente percezione delle dimore
nobiliari come fortini. Nel periodo successivo al Medioevo, infatti, la nuova società romana usciva
dai palazzi oscuri e fortificati entro le mura, per godere di sereni soggiorni nelle ville di
campagna. Chiaramente, l’idea di un posto da difendere era ancora presente, come testimoniato
dal fatto che Raffaello pensò ad un ingresso protetto da due torrioni, che avevano sia una
funzione estetica sia di difesa. Possedere una villa suburbana- in aggiunta al palazzo cittadino-
era, nel Cinquecento, indice di potenza e distinzione all’interno della società. In più, essa fu una
delle ville suburbane sul modello delle ville romane, progettate per svolgervi feste e ideata con
l'intenzione di rivaleggiare con le ville dell'antichità, come quella di Plinio il Giovane, e con le ville
contemporanee, come quella della Farnesina.

COMMITTENZA
Progettata intorno al 1517 per il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, la villa
non fu mai conclusa, ma restò come esempio di villa rinascimentale suburbana per gli architetti
successivi. I lavori per la sua costruzione cominciarono nel 1518, sotto il papato di Leone X de'
Medici. In quegli anni, come già citato precedentemente, suscitò molto clamore l'eleganza della
villa “Farnesina" in via della Lungara, pertanto anche il futuro Papa volle commissionare
l'edificazione di una villa di campagna alle pendici di Monte Mario. A tal proposito, egli incaricò
Raffaello Sanzio di eseguire il progetto e Antonio da Sangallo il Giovane di occuparsi
dell'esecuzione dei lavori. I lavori subirono un rallentamento per la prematura morte di Raffaello
avvenuta all’età di 37 anni, ma un formidabile gruppo di artisti ne curò la realizzazione. Oltre ad
Antonio da Sangallo, furono presenti in cantiere Giulio Romano, erede della bottega di Raffaello,
che si dedicò alle decorazioni. La realizzazione definitiva del progetto, tuttavia, fu
irrimediabilmente compromessa dalle vicissitudini che visse lo stato Pontificio sotto il papato di
Clemente VII. Nel 1527, infatti, il sacco di Roma ad opera dei Lanzichenecchi di Carlo V tolse
qualsiasi priorità alla realizzazione dell'ambizioso progetto di Raffaello. Durante questo tragico
episodio la villa fu saccheggiata e data alle fiamme. Il Vasari racconta che il papa pianse
vedendola bruciare dal suo rifugio di Castel Sant'Angelo. Dopo la morte di Clemente VII la villa
rimase proprietà dei Medici; in seguito passò anche al re di Napoli Carlo di Borbone, avviandosi
poi verso un progressivo abbandono.
Nel corso dell'Ottocento e i primi del Novecento infine la villa finì in rovina, venendo adibita a
fienile. Ad oggi la villa viene usata come sede di rappresentanza dalla Presidenza del Consiglio
dei ministri e dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana.
PLANIMETRIA e RAPPORTO CON IL MODELLO ANTICO
Anche se il progetto non fu portato completamente a termine, con la sua loggia di sicura matrice
raffaelliana e il giardino pensile, la villa fu una delle più famose ed imitate del Rinascimento. Il
progetto originario era maestoso e complesso e coinvolgeva un'ampia estensione di terreno che
sarebbe dovuto degradare con una successione di terrazzi, prospettive rinascimentali e giardini
all'italiana fino alle rive del Tevere. Nelle intenzioni di Raffaello la villa avrebbe dovuto essere
composta da un appartamento estivo e uno invernale. Dal progetto definitivo, di mano di Antonio
di Sangallo il Giovane, collaboratore di Raffaello, e da una lettera (lettera su Villa Madama)
emerge che l’edificio avrebbe avuto un andamento longitudinale. L’accesso, protetto da due
torrioni, avrebbe condotto su un grande cortile, affiancato da un giardino segreto coltivato da
aranci. Un’ampia scalinata avrebbe introdotto a un vestibolo diviso in tre navate, che aveva
funzione di accesso a un cortile circolare, attorno cui si sarebbero articolati gli ambienti più intimi
della villa. Attraverso un loggiato (in basso) la vista si sarebbe estesa sulla città e sul Tevere,
mentre sul lato opposto una scalinata avrebbe condotto a un teatro con un'ampia cavea
semicircolare. Di fronte al primo vestibolo un secondo gemello, avrebbe introdotto a una loggia
tripartita e quindi a un giardino chiuso recintato , di fianco al quale, a livello più basso, è presente
uno spazio per le cenationes, ovvero sale da pranzo e un abbeveratoio per quattrocento cavalli.
Infine, sono presenti delle stalle precedute da un ippodromo.
Del progetto di Raffaello solo una piccola porzione è stata realizzata. Una metà del cortile
circolare costituisce oggi la facciata, che si presenta a forcipe, mentre gli spazi abitativi si
concentrano nella grande loggia che dà sul giardino. Essa è composta da tre campate, le due
laterali coperte a crociera, quella centrale a cupola e si espande in esedre ornate da nicchie,
mentre le pareti sono ornate da paraste pseudodoriche. La facciata che dà sul giardino è
scandita da paraste ioniche con fregio pulvinato. La loggia, infine, è decorata a grottesche e a
stucchi dagli allievi e successori di Raffaello e si avvicina alla spazialità degli antichi edifici
Romani.
Le fonti principali a cui Raffaello si ispirò furono: Vitruvio, l’Alberti e Plinio. Infatti dai primi due
deriva la scelta della collocazione della villa e di ciascuno dei suoi ambienti ai venti dominanti.
Sempre da Vitruvio deriva la struttura di molti ambienti in particolare dell’atrio ionico e da Plinio
invece deriva l’impostazione generale del rapporto villa-giardino, la differenziazione degli
ambienti estivi e invernali , l’idea dell’ippodromo che doveva estendersi verso Est e degli
ambienti termali.

Progetto originale per Villa Madama

Planimetria della porzione costruita di


Villa Madama

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