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PALAZZO REALE DI NAPOLI

Il Palazzo Reale di Napoli una delle quattro residenze usate dalla casa reale dei Borbone di Napoli durante
il Regno delle Due Sicilie; le altre tre sono la reggia di Capodimonte sita a nord del centro storico, la reggia
di Caserta e la reggia di Portici alle pendici del Vesuvio. Di dimensioni notevoli, il palazzo si affaccia
maestoso sull'area monumentale di piazza del Plebiscito ed circondato da altri importanti e imponenti
edifici quali il palazzo Salerno, la basilica di san Francesco di Paola e il palazzo della Prefettura. Nel corso
della sua storia, il palazzo divenne la residenza dei vicer spagnoli, poi di quelli austriaci e, in seguito, dei re
di casa Borbone. Dopo l'Unit d'Italia fu nominata residenza napoletana dei sovrani di casa Savoia.
Il palazzo fu costruito come palazzo vicereale nel Seicento da Domenico Fontana su commissione dell'allora
vicer Fernando Ruiz de Castro, VI conte di Lemos. Il palazzo fu costruito nello stesso posto in cui insisteva
un'altra residenza vicereale, voluta cinquant'anni prima dal vicer don Pedro de Toledo. La scelta di
costruire la nuova reggia nella stessa zona in cui sorgeva la "vecchia" testimonia dunque l'importanza che
aveva quella zona della citt, che assicurava una certa vicinanza al porto e quindi una certa facilit di fuga in
caso di invasioni nemiche. Nel 1734, con il dominio di Carlo di Borbone, il palazzo divenne dimora reale
borbonica. Il nuovo re di Napoli, in occasione delle nozze con Maria Amalia di Sassonia avvenute nel 1738,
fece rinnovare alcuni ambienti interni chiamando artisti come Francesco De Mura e Domenico Antonio
Vaccaro. Nella seconda met del XVIII secolo venne edificato il cosiddetto "braccio nuovo", ovvero l'ala del
palazzo che d verso il Maschio Angioino, divenuta poi nel 1927 la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele
III.
Facciata a basamento porticato con due ordini di finestre lunga 169 metri, nel suo centro sono evidenti gli
stemmi reali e vicereali. Essa conserva le forme classicheggianti originarie, fatta eccezione di quelle del
portico, dove nella seconda met del Settecento, per opera del Vanvitelli, furono chiusi alternativamente i
varchi per aumentare la solidit dell'edificio, dando vita ad arcate chiuse a nicchie. In seguito, con i restauri
dell'Ottocento, furono aggiunte a entrambe le estremit della facciata due arcate cieche sormontate da
una terrazza. Il re Umberto I di Savoia, nel 1888, fece apportare le modifiche alla facciata del palazzo che
consentirono l'apertura ad arco di diverse nicchie dentro le quali furono collocate le statue raffiguranti i
capostipiti delle dinastie dei sovrani che hanno regnato su Napoli. La successione delle statue, partendo da
sinistra rispetto alla facciata del palazzo, : Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angi,
Alfonso V dAragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Spagna, Gioacchino Murat ed infine Vittorio Emanuele
II.
Cortili Entrati nel Palazzo si accede al Cortile d'Onore che conserva l'impronta architettonica di Domenico
Fontana. Da sinistra del lato orientale del cortile d'Onore, si giunge al cortile delle carrozze, adibito proprio
al passaggio delle stesse ed in cui presente anche l'omonima fontana, ed al cortile del belvedere. Altri
giardini, i giardini pensili, sono posti al primo piano dell'edificio e offrono una splendida vista sul porto di
Napoli e sul Vesuvio. Infine, partendo sempre dal cortile d'Onore, sul lato sinistro si giunge
all'appartamento reale, tramite il sontuoso scalone monumentale, ed ai giardini reali.
Interno Si accede all'appartamento storico per il monumentale e luminoso Scalone d'onore che fu
progettato nel 1651. Lo Scalone decorato da marmi bianchi e rosati, da trofei militari e bassorilievi
allegorici. Notevole la ricca balaustra di marmo traforato. Il palazzo costituito da trenta sale, ciascuna con
una funzione diversa, in particolare la sala XXX la cappella reale .

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