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L'EVOLUZIONE URBANISTICA DI PARMA

La colonizzazione romana: Nel 183 A.C. i Romani fondano la colonia di Parma sul grande asse della Via Emilia. La nuova citt sorse sull'antico abitato terramaricolo il cui centro si situava approssimativamente all'altezza dell'attuale parte terminale di via Repubblica. Nella scelta del luogo di fondazione ebbe importanza la presenza del fiume Parma, che consentiva una facile diffesa verso occidente. A ciascuna delle circa 2000 famiglie installate in questa zona vennero assegnati otto iugeri di terreno. L'impianto urbano romano ha marcato fortemente la conformazione delle citt: possiamo ancora leggere sulla pianta la crociera del decumano (Via Emilia) e del cardo (strade Cavour e Farini), la spazio centrale del Foro (piazza Garibaldi) e la scacchiera degli isolati, che coprono un'area di 16 ettari ciascuno. Le tracce della centuriazione romana sono visibili anche in tutta la regione circostante. Nel 44 a.C. la citt venne distrutta da Antonio, ma Ottaviano Augusto, primo imperatore Romano, la ricostru poco pi a ovest verso il torrente. Per questioni di salubrit, la citt si espanse in particolare verso sud, mentre la massima espansione verso nord corrispondeva alla fine dell'attuale strada Cavour. Vennero inoltre edificati il teatro (accanto all'attuale Chiesa S. Uldarico), l'anfiteatro (area oggi compresa tra il Convitto Maria Luigia e Palazzo Marchi), le terme (palazzo dellUniversit), la basilica fuori dalle mura (piazza Duomo) a dimostrazione dell'elevato grado di ricchezza e prestigio raggiunto dalla citt. La citt fu dotata anche di un'acquedotto e di una rete idrica sotterranea. L'organizzazione urbana medievale: L'impianto romano rest immutato fino all'ampliamento delle mura del castrum voluto da Teodosio nel V secolo. Ma la pi consistente mutazione della forma urbana avvenne tra XI e XII secolo: la citt si espande e si arricchisce con la creazione del grande complesso costituito dal Palazzo Vescovile (1027), dal Duomo (1060) e dal Battistero (1106). Gi in tempi precedenti erano sorti fuori dal perimetro urbano piccoli nuclei di case dotati di una propria chiesa, i burghi (sobborghi). Dopo la grande piena del 1179 che spost verso occidente il letto del Parma, prese forma in modo consistente l'espansione oltretorrente. Gli edifici religiosi diventano i nuclei di cristallizzazione dell'impianto urbano. Entro un unico giro di mura, nel XII secolo, venne compresa una parte ampia di citt sorta sulla sponda sinistra del torrente e collegata al centro pi antico con tre ponti. Il sistema fortificato si mantenne immutato sino agli inizi della dominazione viscontea, durata senza interruzioni dal 1350 al 1450. Nella seconda met del XIV secolo venne iniziato il nuovo circuito delle mura, lungo quelli che sono oggi i viali alberati di circonvallazione. La piazza centrale fu trasformata in una cittadella e verso settentrione furono innalzati il castello e le due rocchette. Il nuovo ruolo di Parma capitale del ducato: Nel 1545 Parma diventa un ducato sotto il controllo della Stato della Chiesa e assume il ruolo di baluardo difensivo contro l'espansione spagnola nella pianura padana. Sotto il dominio dei Farnese, durato per quasi due secoli, vennero varate importanti iniziative urbanistiche ed edilizie che mutarono l'organizzazione della citt. La citt volle assumere tutti gli attributi di una capitale. Nel 1564 il castello sforzesco venne trasformato in una residenza per i duchi, annesso ad un grande parco. Ma soprattutto si diede inizio al grande palazzo detto la Pilotta sulla sponda destra del Parma. Sotto il ducato di Ranuccio Farnese venne realizzata anche la Cittadella a sud-est della citt. In questi anni fu istituita la prima magistratura per sovrintendere alle attivit edilizie. Estintasi la dinastia Farnese, nel 1731 il ducato di Parma pass ai Borbone e divenne una citt ricca e multiculturale. Come dice Casanova nelle Memorie a Parma tutto aveva l'aria ultramontana. Io non sentivo, nella bocca dei passanti, che francese o spagnolo, e quelli che non parlavano queste lingue avevano l'aria di parlarsi all'orecchio. In questo periodo lavorarono a Parma architetti francesi come Ennemond Petitot, il quale realizz l'importante sistemazione di via Martiri della

Libert, un grande viale alberato, fra la Cittadella e il lato sud della citt, destinato al pubblico passeggio. L'evoluzione urbanistica ottocentesca: Con il trattato di Vienna (1815) il ducato pass sotto la sovranit di Maria Luigia d'Austria, gi imperatrice dei francesi, che si impegn nell'abbellimento della citt: vennero costruiti il Teatro e il nuovo Palazzo Ducale e venne sistemata la zona adiacente alla Pilotta con la creazione di passaggi coperti di collegamento tra il palazzo e gli edifici circostanti. Nel 1856 la reggente Maria Luigia d'Austria stabilisce lapertura di una nuova strada: Via della Salute. Entro le mura cittadine buona parte del territorio era ancora riservata ad orti e giardini. Lapertura di questa via nellambito della citt muraria riveste quindi una notevole importanza nellespansione della citt, anche se non pu essere annoverata come esempio tipico di trasformazione e di sventramento delle citt secondo il modello Haussmaniano: la Via non nasce come i boulevardes parigini, distruggendo e sostituendo il tessuto urbano preesistente. Il quartiere venne costruito sul terreno che lo stato aveva espropriato ai conventi cittadini. Nel decreto vennero stabilite norme igieniche e facilitazioni economiche tese a facilitare la costruzione delle case da parte dei privati. Il progetto fu scelto in base a quelli pervenuti attraverso un bando cittadino e lappalto dei lavori venne messo allasta tra imprenditori locali. L'intera operazione di carattere filantropico ed finalizzata a garantire delle abitazioni decenti ai ceti popolari. Il Piano Regolatore del 1887 e la Relazione Mariotti: Parma fu particolarmente investita dal ritardato processo di industrializzazione e rest, dopo lepisodio di via della Salute, senza modificazioni urbane di rilevante spessore fino al 1894 (anno della relazione Mariotti). Il Progetto di Piano Regolatore (1887) si prefigurava di raggiungere i seguenti obbiettivi: erano previste rettifiche di strade esistenti e lapertura di nuove strade, tra loro ortogonali, attraverso gli isolati, in particolare nella zona delloltretorrente, riempiendo cos quegli spazi sotto i bastioni rimasti ancora allo stato primitivo al fine di destinarli ad arree verdi e residenziali. Per la parte di citt posta a destra del torrente era previsto lallargamento del Ponte di Mezzo e di via Mazzini fino a Piazza Garibaldi e la creazione di un ampio piazzale nel lato sud del Battistero, con il conseguente abbattimento di una larga fetta a est di Palazzo della Rosa. Veniva proposta la demolizione di tutta la cinta muraria da Porta Garibaldi a Barriera Vittorio Emanuele. Era anche previsto un acquedotto esteso a tutta la citt, per migliorare le condizioni igieniche degli abitanti. La Relazione di Mariotti, sindaco di Parma a cavallo tra ottocento e novecento, proponeva la riorganizzazione della struttura urbana servendosi della tecnica dello sventramento. La relazione analizzava anche i problemi igienici della citt, proponendo un progetto per un acquedotto e per un sistema fognario. La relazione Mariotti sosteneva la demolizione dei rampai da Porta Garibaldi a Barriera Vittorio Emanuele e proponeva la costruzione di case per il ceto pi modesto nelle aree liberate. L'espansione degli inizi del XX secolo: L'incremento demografico e le nuove spinte economiche cominciarono a mettere in crisi tutta la nomenclatura di relazioni territoriali legata al sistema delle Porte. Nei primi anni del nuovo secolo la citt venne collegata con gli altri centri della provincia con un sistema di tranvie e nel 1919 venne inaugurata una rete tranviaria cittadina per mettere in comunicazione i poli opposti della citt. Con la demolizione dei rampai (mura) e con la conseguente costruzione di viale Vittoria, lanello delle mura della citt si trasforma sempre pi in un sistema attrezzato funzionante come fascia di passaggio tra il vecchio nucleo e le future espansioni. Nasce e comincia a configurarsi, fino a realizzarsi negli anni 20 (con la demolizione dei rampai alla sinistra del Parma) lidea funzionale e spaziale della distribuzione perimetrale di quella che sar definita "circonvallazione". Ormai la citt tendeva lentamente a svilupparsi in uno schema morfologico radiocentrico. All'inizio del secolo

nuove industrie erano destinate a sorgere in stretto contatto con le strade principali e con la ferrovia. L'industria, doveva essere in grado di assorbire quella manovalanza proveniente dalla campagna dove, l'agricoltura era in uno stato precario a causa dell'immediata ripresa delle condizioni di mezzadria. Il movimento migratorio dalla campagna alla citt caus grandi problemi di locazione abitativa, oltre a gravi fenomeni di disoccupazione. Il Piano Regolatore del 1938-1945: Il Piano Regolatore del 1938-1945 la visione di una serie di retaggi storici che ci consegnano il triste ricordo del ventennio fascista. In questi anni viene redatta in Italia la prima legislazione urbanistica, la legge n. 1150 del 1942, ispirata ai modelli stranieri pi progressisti. Secondo la formulazione della legge, il Piano Regolatore Generale doveva considerare la totalit del territorio comunale, indicando la localizzazione delle opere e degli impianti pubblici di interesse generale, le destinazioni d'uso del suolo e definendo la zonizzazione del territorio. Nel 1924 lo studio del Piano Regolatore ha inizio col preciso intento di liberare la citt da quelli che erano definiti i ghetti rossi e proporre degli sventramenti radicali, soprattutto nell'oltretorrente, nei borghi che due anni prima avevano guidato lopposizione al regime fascista. Con il pretesto di risolvere i problemi igienici, riprendendo alcuni stralci della Relazione Mariotti, si decise la totale soppressione di quei borghi e degli isolati corrispondenti. Vennero apportate modifiche rilevanti anche nel centro storico, dove vennero effettuati sventramenti negli antichi borghi (borgo Carra, borgo Minelli, borgo dei Salici), lasciando il posto a piazzale Mateotti, via Finzi, via Cocconcelli e piazza Picelli. Faceva parte del Piano del 1938 anche la realizzazione di via Mazzini, che doveva collegare piazza Garibaldi al fiume e la distruzione delle Beccherie di Bettoli, sulla riva destra del Parma. Nell'ottica fascista degli sventramenti, venne allargato il viale adiacente il torrente, in modo da collegare meglio i ponti. Gli abitanti delle case sventrate vennero trasferiti nei cosiddetti capannoni, abitazioni ultrapopolari collocate fuori della citt, in aperta campagna. Questi edifici cos denominati per la forma del tetto a capanna, tipologicamente dequalificanti e privi di una regola di auto determinazione dimensionale e funzionale, si basavano su criteri di tipizzazione e di standardizzazione. Questi nuovi quartieri realizzati con materiali di scarsa qualit e privi di attrezzature igienico-sanitarie, divennero dei ghetti abbandonati a s stessi. Pochi anni dopo la redazione del Piano Regolatore, l'architetto Marcello Piacentini propose una variante, basata su una riorganizzazione della rete stradale che rifletteva l'espansione radiocentrica della citt. Altre proposte prevedevano la restaurazione del ponte di Mezzo, la sistemazione del sistema fognario e l'ampliamento dell'ospedale Maggiore. Nel frattempo l'Amministrazione municipale operava attraverso gli espropri, allora consentiti dalla legge di Napoli del 1885, e affidava i terreni agricoli a enti privati che si assumevano il compita dell'edificazione degli stessi. Si creano quartieri distinti per classi distinte: a sud-est sorgono i quartieri dell'alta borghesia, a sudovest le case operaie e a nord-ovest le abitazioni per il ceto-medio. Il Piano di Ricostruzione del 1946-1950: Parma pu essere annoverata tra le citt italiane che subirono maggiori devastazioni a causa dei bombardamenti anglo-americani durante la seconda guerra mondiale. I bombardamenti colpirono duramente le zone di borgo S.Biagio, via Cairoli, via Pisacane, via Garibaldi, la Pilotta, Stazione Ferroviaria. Inoltre si dovevano risolvere anche problematiche legate ad opere di urbanizzazione primaria (scolo delle acque piovane, fognature). Era urgente leliminazione delle abitazioni malsane, soprattutto dei capannoni. Dopo il 25 aprile la popolazione sfollata nelle campagne cominciava a rientrare in citt, dove il 60% delle case erano state danneggiate e di queste il 27% rase al suolo. Occorreva ricostruire otto mila vani completamente distrutti e ripararne circa dodicimila. Con la legge n. 399 del 1947 si dava inizio a provvedimenti che potessero coprire la piaga delle abitazioni malsane e degradate. Con la legge n. 43 del 1949 (legge Fanfani o legge INA Casa) venne agevolata la costruzione di case operaie. Gli appalti a cui affidare la fase realizzativa

vennero affidati a diversi enti, tra cui INA, INPS, Amministrazioni statali, IACP e Cooperative. Parma, rientrando nella regola delle citt italiane, applic il Piano di Ricostruzione, compilato nel 1946 e approvato nel 1950, basato esclusivamente sulledificazione di nuovi fabbricati. Non approfittando delle distruzioni subite, si riutilizzarono i vecchi criteri edilizi. La citt era in continua espansione e sorsero nuovi quartieri: il quartiere Cittadella a ovest, il quartiere Trento e il quartiere Montanara a nord (edificati con gli strumenti del piano INA Casa) e il quartiere Prati Bocchi a nordovest. La felice posizione di Parma, situata in prossimit del Po e all'incrocio di due grandi arterie di traffico (la via Emilia e il Passo della Cisa), attir molte industrie nel dopo-guerra, che si istallarono nel territorio senza una precisa collocazione. Contemporaneamente al decollo industriale, che si sviluppava con la formulazione di un tessuto sub-urbano eterogeneo, sempre pi in contrasto con il tradizionale insediamento sparso della campagna, iniziava il dibattito sulle relative funzioni che la parte antica della citt avrebbe dovuto avere nellintero contesto urbano. Il Piano Regolatore Generale del 1957-1963: Il P.R.G. del 1957-1963 venne redatto in un contesto non facile, vista la grande espansione che stava subendo la citt, diventata ormai uno dei poli industriali pi attivi dell'Emilia. Il piano venne scritto dai tecnici dellufficio comunale: ing. Vincenzo Barcellona, ing. Renzo Cola, ing. Alvaro Corboz e arch. Franco Carpanelli. La legge urbanistica n. 1150 del 1942 assegnava al P.R.G. compiti ben modesti: la determinazione della rete delle vie principali (per altro gi compromessa in precedenza), la divisione in zone del territorio e lindicazione di spazi ad uso pubblico. Questo P.R.G. nacque come accordo di varie iniziative private che proponevano piani di lottizzazione delle aree periferiche, dando vita ad un autentico mercato dei suoli edificabili. Il "bene-casa" inteso come servizio era affidato alle operazioni del piano INA Casa, che stabiliva una quota a riscatto pari al 50%. Le numerose lottizzazioni condizionarono il P.R.G., favorendo la crescita a macchia dolio della citt. Nei vari disciplinari di lottizzazione si parlava di altezze, ma non si parlava di volume, non cera nessun cenno alla superficie coperta e ai servizi di quartiere. Il Piano era limitato allo studio della citt, lasciando inalterato lassetto del territorio e non considerava gli insediamenti e le attivit produttive di tutta l'area comunale. Non si parlava dell'organizzazione degli spazi verdi. La variante del 1963 prevedeva opere notevoli soprattutto nel settore viario: la creazione dellarteria di scorrimento a nord della linea ferroviaria per Suzzara e Brescia, incrociando la statale della Cisa, la provinciale per Colorno-Cremona e la statale via Emilia di collegamento tra la zona dei mercati e la zona industriale nel settore nord-ovest della citt. La citt si sviluppava in modo radiale, con anelli concentrici sempre pi grandi. La tendenza era quella di circoscrivere l'espansione a macchia d'olio con un grande anello di circonvallazione. Sulla falsa riga del P.R.G. nel 1964-1965 il Comune var il Piano di Edilizia Economica Popolare (P.E.E.P.), reperendo aree edificabili per 365 ettari. A questo piano collabor la neonata GESCAL, che eredit il patrimonio immobiliare dellINA Casa. Il programma del P.E.E.P. prevedeva la costruzione di quartieri residenziali popolari per diecimila persone. Il progetto si rivel sovradimensionato e il Comune fu costretto ad accettare la domanda di parecchi privati che volevano costruire su questi terreni. Il Piano Regolatore Generale del 1969-1974: Nel 1969 a Parma si tenne un convegno per chiarire quali direzioni dovesse seguire l'evoluzione della citt di Parma, ponendo le basi per la stesura del nuovo P.R.G. Alla presenza di autorevoli architetti e urbanisti, quali Leonardo Benevolo e Carlo Aymonino, vennero spiegato i criteri sui quali si basava il disegno del nuovo assetto urbano. Lattenzione era espressamente rivolta alla proposta di un nuovo centro direzionale a sud della citt (localit Mariano) e allasse attrezzato sul Lungoparma, il quale doveva collegare il centro vecchio con quello nuovo. Lo slogan del nuovo piano era molto esplicito: i problemi del centro si risolvono dalla periferia. Tuttavia sorsero molte

perplessit nel rilevare che il meccanismo principale sul quale doveva reggersi il nuovo piano, lasse attrezzato sul Lungoparma, poteva trovare diversi impedimenti sia di natura economica che di natura ambientale. Questo asse infatti non venne mai realizzato. Un aspetto su cui invece il P.R.G. si dimostr estremamente innovativo fu lidea dell'elaborazione di un Piano Particolareggiato per il centro storico: una riflessione critica verso la storia e i valori del passato che imponeva nuove scale dintervento. Il merito maggiore fu quello di evidenziare i criteri che potevano ridefinire il centro antico in termini di risanamento. Questo era solo linizio di quel lungo processo di maturazione sui concetti di riuso e di restauro che, nellambito pi propriamente disciplinare era gi iniziato nel 1964 con la Carta del restauro. Le spinte innovatrici legate al nuovo piano di assetto urbano vennero stroncate dall'emergere di un grande scandalo legato alla concessione illecita di numerose licenze edilizie. Questo evento blocc ogni reale realizzazione e delegittim in modo irrevocabile il nuovo P.R.G. Dovettero passare anni prima di tornare a operare modifiche nel tessuto urbano, attraverso la richiesta allAmministrazione comunale di apportare un Piano di Edilizia Economica Popolare (P.E.E.P.) per il centro storico. I tempi erano ormai maturi per l'elaborazione di una variante al piano: vennero assunti dallAmministrazione comunale giovani architetti, a cui venne assegnato il compito di elaborare una disciplina particolareggiata per gli interventi nel centro storico. A distanza di trent'anni riconosciamo che certe indicazioni insite nel P.R.G. hanno avuto un notevole riscontro. Si possono citare come esempi il centro di interscambio merci (Cepim) posizionato in localit Fontevivo (diventato un nodo commerciale cruciale tra Nord e Sud Europa) e il quartiere fieristico spostato dal Parco Ducale e ricostruito nella zona di Baganzola. Un'altra idea emersa da quel piano era la creazione di un Campus universitario nella periferia sud della citt, operazione oggi realizzata con grande successo. Il Piano Regolatore Generale del 1998-2001: Nel 1992 LAmministrazione comunale incarica per la redazione del nuovo P.R.G. lurbanista genovese Bruno Gabrielli, dopo che nel decennio precedente lUfficio tecnico aveva elaborato la "disciplina particolareggiata del centro storico" e la presentazione di otto varianti di organizzazione urbanistica di Parma. L'ultima variante di particolare importanza, in quanto ha propone i piani integrati dintervento nelle aree periferiche. Tali piani integrati introdurranno nel P.R.G. del 1998 il principio della perequazione urbanistica, che consiste nel cercare una compiuta integrazione tra servizi pubblici, residenze private e residenze pubbliche (P.E.E.P.). Nel capitolo dedicato alle infrastrutture e alle attrezzature, la variante avanzava interessanti proposte: ampliamento del polo fieristico, ampliamento del Campus universitario, creazione di un "parco scientifico tecnologico", potenziamento dell'aeroporto. Indicando un intervento sulle principali strutture del territorio, il piano disegnava una citt sviluppata per parti: un polo produttivo in corrispondenza dell'area Spip, un polo logistico pensato anche come traid dunion tra la Fiera e laeroporto ed infine un polo universitario e culturale. Dopo quasi dieci anni di lavori e innumerevoli correzioni al piano originario, nel 2001 il Consiglio comunale approva definitivamente il nuovo P.R.G. Gli obiettivi del piano vengono raggruppati in sei sistemi di ambiti funzionali: - Il sistema del trasporto metropolitano, che comprende le aree del primo insediamento industriale tra i viali di circonvallazione a Nord e lautostrada Milano-Bologna (Consorzio Agrario, Gasometro ecc..). Si prevedono interventi legati alla mobilit metropolitana, allo scambio intermodale e alla riqualificazione dellarea della Stazione FF.SS., compreso lo scambio merci Ovest. - Il sistema infrastrutturale fra via Venezia e lasse Milano-Bologna, con aree residenziali e produttive. Le funzioni previste riguardano la residenza, il commercio, lartigianato ed i servizi.

- La parte storica dellOltretorrente che comprende lospedale Vecchio, dove si prevede di potenziare le funzioni culturali gi presenti. Il recupero di aree pubbliche loccasione per lampliamento del polo universitario e delle scuole superiori. - I Prati Bocchi, quartiere degli anni 50 ad alta densit abitativa, con residenze popolari. Si prevedono il recupero degli insediamenti ERP ed un intervento di riqualificazione sul viale principale. Il sistema degli insediamenti storici di ERP, che interessa cinque grandi quartieri P.E.E.P. da recuperare come urbanizzazioni e spazi pubblici anche con nuove previsioni residenziali e commerciali. - Il sistema degli alvei torrentizi, del Parma e del Baganza. Il P.R.G. del 1998-2001 analizza alcune tematiche di grande importanza: La viabilit cittadina ed extra-cittadina: La Parma del futuro vista come un sistema policentrico in cui la citt attuale continuer a svolgere un ruolo centrale, ma diminuiranno le differenze tra comune e capoluogo, frazioni, altri comuni circostanti. Per garantire lefficienza del sistema, il P.R.G. propone un grande telaio di infrastrutture formato da due anelli concentrici uniti da un sistema di assi radiali che collegano il centro urbano alla viabilit di attraversamento interprovinciale, costituita da Cispadana e Pedemontana. Il primo anello concentrico costituito dal sistema di tangenziali, che il piano chiude definitivamente sia ad est che ad ovest, prevedendo il prolungamento verso il fiume Taro e varie possibilit di accesso in corrispondenza delle grandi infrastrutture. Il secondo anello concentrico formato dalla Quadra, ossia una grande tangenziale esterna alla citt, di forma quadrata, che consentir di deviare i flussi di attraversamento che non hanno come destinazione il centro di Parma. La Quadra utilizza tracciati gi esistenti, potenziati ed adeguati. Il P.R.G. prevede lampliamento di una serie di strade che dal centro citt raggiungeranno i lati della Quadra, la Cispadana e la Pedemontana. Gli assi radiali di cui si propone il potenziamento sono: strada Vallazza, strada Mezzani, via La Spezia, via Traversetolo. Secondo il progetto realizzato da Renzo Piano, assi preferenziali collegheranno la grande viabilit e la ferrovia alle infrastrutture pi importanti per svincolare dal traffico la citt. Laeroporto, la Fiera e il Cepim (Centro Padano di Interscambio Merci) saranno uniti con nuovi raccordi al sistema delle tangenziali e all'autostrada. Per la Spip il P.R.G. propone lampliamento della strada Mezzani ed un collegamento diretto alla linea ferroviaria. Un altro progetto quello per il tunnel sotterraneo di collegamento tra ponte Bottego e ponte Dattaro al fine di allentare la morsa del traffico in centro. Questo intervento potrebbe indurre una diminuzione del 30% del traffico sui viali cittadini. Infine una metropolitana leggera potrebbe collegare, in un futuro non troppo lontano, Parma ai comuni della provincia (Vicofertile, Collecchio, Sorbolo, S. Polo, Fidenza e Salsomaggiore). Il tracciato del treno ad alta velocit (TAV) attraversa il Comune di Parma. E prevista una linea interconnessa che dal tracciato principale, parallelo allautostrada, porter i treni veloci direttamente in stazione, nel cuore della citt. Per loccasione si prevede la riprogettazione della stazione. La viabilit di quartiere: Interventi interessanti per migliorare la viabilit di quartiere. Quartiere Lubiana S. Lazzaro: sono previste nuove ricuciture per dare vita a strade alternative alla via Emilia e rendere pi agevole il collegamento con la tangenziale. Realizzazione di un tunnel sotto la ferrovia per connettere direttamente il quartiere S. Lazzaro allo svincolo della tangenziale di via Mantova. Zona Crocetta: Il P.R.G. propone nuovi collegamenti tra il quartiere e larea di via Pini in prossimit della via Emilia, per consentire lattraversamento est-ovest e mettere in collegamento gli impianti sportivi e scolatici esistenti con quelli di nuova progettazione. Quartiere S. Pancrazio: sono previsti collegamenti fra le strade interne per congiungere il quartiere con via Cremonese e offrire un tracciato alternativo alla via Emilia. Zona Cornocchio: costruizione di un nuovo ponte pedonale

e ciclabile sul torrente Parma che dovr collegare il quartiere alla zona di via Trento e via S. Leonardo. Il P.R.G. individua la possibilit di una rete molto fitta di piste ciclabili, in partenza anche dalle frazioni, che collega i quartieri della citt al centro storico. Le grandi attrezzature: - Universit: gli edifici che sorgono in centro storico manterranno le loro funzioni. Il Campus di via Langhirano verr ampliato e saranno introdotte residenze per studenti. Allinterno del Campus situato anche il polo scientifico tecnologico, centro di ricerca universitario aperto alla collaborazione con il mondo della produzione. - Fiera: potenziamento delle strutture e delle modalit di accesso. - Aeroporto: previsto lampliamento della pista di atterraggio e dei servizi connessi allattivit aeroportuale con possibilit di passaggio alla categoria superiore e di sviluppo del trasporto merci. - Stazione: ipotesi di riprogettazione globale dellattuale fabbricato e delle aree circostanti per ospitare linterconnessione con l'Alta Velocit, permettere laccesso da Nord, potenziare le capacit di scambio treno-macchina con nuovi parcheggi e rendere accessibile pedonalmente la stazione. I servizi pubblici: Il P.R.G. prevede servizi di diverse dimensioni, dal livello territoriale al livello di quartiere. Ecco i progetti pi importanti: - Auditorium, Cinema polisala e spazi per il tempo libero allinterno del complesso ex-Eridania Barilla (progetto di Renzo Piano). - Centro polisportivo natatorio di Cortile S. Martino: un grande complesso destinato a potenziare le strutture sportive esistenti e a crearne delle nuove (piscina coperta e scoperta). - Centro sportivo a completamento del centro sportivo Cavagnari. - Centro polisportivo di Corcagnano. - Centro polisportivo di S.Pancrazio. - Centro polifunzionale nellarea Cornocchio: sono previste palestre, spazi aperti, campi da tennis e spazi per lo spettacolo. La divisione in frazioni: Il P.R.G. immagina la citt futura formata da un centro principale (la citt) e tanti centri minori (le frazioni). Ha scelto quindi alcune di esse, quelle dotate di infrastrutture o di particolari potenzialit, per portarle dalla dimensione di nucleo di frazione a quella di piccolo polo urbano. Per questo prevede al loro interno nuove piazze, spazi di aggregazione, servizi pubblici e residenze. Le frazioni destinate a crescere sono: - Corcagnano, Vigatto e Gaione: ciascuna frazione si svilupper secondo le proprie caratteristiche: Corcagnano vedr crescere ledilizia residenziale e pubblica insieme a nuove attrezzature sportive (fra cui una piscina coperta e una palestra); a Vigatto previsto un incremento di edilizia residenziale privata; Gaione si potenzier attraverso un aumento prevalentemente residenziale accompagnato da nuove attrezzature sportive. - Vicofertile: si prevedono interventi residenziali e piccola espansione di carattere produttivo. - Baganzola: sono previsti ampliamenti residenziali, interventi misti residenze/servizi (al posto degli impianti ex Germal) e nuove attrezzature sportive e scolastiche. - Viarolo, Vicomero, Panocchia , S. Prospero e S. Pancrazio: piccoli intervanti residenziali. Il decentramento funzionale: La citt ha assorbito grandi strutture, un tempo periferiche, come stadio, ospedale e cimitero, ormai soffocate dalla crescita del tessuto urbano. Il P.R.G. conferma la loro attuale localizzazione (sarebbe irragionevole pensare di spostarle oggi), ma propone il loro futuro trasferimento in unarea fuori citt, in corrispondenza del fiume Taro, ben servita da strade, parcheggi e ferrovia, dove potranno facilmente espandersi.

L'ambiente e il verde urbano: Nel P.R.G. urbanistica ed ecologia vanno di pari passo, perch perseguono l'obiettivo comune di difendere le risorse naturali: aria, acqua, suolo, flora e fauna. Sistema di parchi: il piano comprende la creazione di parchi fluviali lungo i principali torrenti. Di particolare rilievo, ambientale e storico, il Parco del Baganza, che unisce la pianura alla collina e valorizza lantica strada di collegamento tra la citt e le residenze estive dei Duchi presso i Boschi di Carrega. Vengono anche introdotto dei nuovi parchi urbani: nella parte sud, nelle aree di intervento fra via Chiavari e via Spezia, in via S. Eurosia e nel quartiere Cinghio (questultimo di particolare interesse naturalistico); nella parte nord, nelle aree in prossimit dello stabilimento Bormioli. Interventi di restauro sono previsti nei parchi e nei viali storici. Sistema del verde urbano: propone fasce verdi di tutela ambientale lungo tutto il tracciato delle tangenziali, con essenze arboree capaci di attutire limpatto visivo e acustico. Viene predisposto anche un disegno globale del verde urbano che congiunge fra di loro tutti gli spazi verdi. Cunei verdi di penetrazione: il P.R.G. potenzia e apre grandi corridoi verdi che dalla campagna si spingono fin dentro alla citt. Contenitori di essenze vegetali e di fauna tipica, hanno la funzione di migliorare limpatto visivo e rigenerare il sistema aria-acqua-suolo. Il sistema agricolo-produttivo: Il P.R.G. individua una grande fascia di tutela ambientale in una zona in parte urbanizzata, ma destinata ad uso agricolo. Sono state introdotte norme particolari per impedire lo sviluppo di attivit produttive in contrasto con la tutela del territorio e per indurre allosservanza di prescrizioni ecologiche e ambientali. I Parcheggi: Il P.R.G. prevede vari livelli di intervento: - Parcheggi multipiano sui siti della Centrale del Latte, del cinema Roma e sul retro della stazione ferroviaria. - Parcheggi scambiatori in prossimit dei capolinea degli autobus per accrescere la possibilit di scambio macchina/bus. - Microparcheggi al servizio degli abitanti dei quartieri, distribuiti in tutta la citt.

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